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Autore: Itsamess    06/07/2016    1 recensioni
[ Francis Scott Fitzgerald - Il Grande Gatsby ]
Chi sosteneva di aver avuto il privilegio di baciare la Ragazza d’oro raccontava poi agli amici di come la sua bocca sapesse di fragola, vaniglia o champagne costoso.
Mentivano, mentivano tutti, perché l’unico sapore che le labbra di Daisy potevano avere era quello dei no che non aveva mai pronunciato, perchè se c'è una cosa che sapeva fare era arrendersi.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Lasciare la presa, mentre ti tengono la mano
 
 
Era la luce ad attirarli.
Uno sfavillante bagliore che avvolgeva la sua intera figura come una crisalide dorata, tanto accecante da confonderli ma troppo intenso per essere ignorato, anche se in tutta New Haven non riuscivano a decidere da dove provenisse con esattezza, se dall'abito tempestato di perline iridescenti, dal fermaglio argenteo che aveva appuntato ai capelli o il sorriso radioso con cui accoglieva ogni suo ospite.
Tutto in lei semplicemente brillava.
I corteggiatori andavano e venivano come insetti attratti da una fiamma, incapaci di staccare gli occhi dalla luce e incuranti del pericolo di bruciarsi le ali, danzavano con lei per una notte ed una notte soltanto e poi scomparivano di nuovo inghiottiti dal buio.
Chi di loro sosteneva di aver avuto il privilegio di baciare la Ragazza d’oro raccontava poi agli amici di come la sua bocca sapesse di fragola, vaniglia o champagne costoso.
Mentivano, mentivano tutti, perché l’unico sapore che le labbra di Daisy Buchanan potessero avere era quello dei no che non aveva mai pronunciato.
 
Non era una questione di debolezza, al contrario.
Non lo dice mai nessuno, ma a volte serve più coraggio per arrendersi che per continuare a lottare, così come serve più forza a mollare la presa che a tenerla ben salda.
Daisy lo aveva imparato a sue spese in un pomeriggio d’autunno, giocando a ruba bandiera con dei ragazzi di strada: grazie alla sua figura minuta e alle gambe esili e scattanti era stata la prima ad afferrare il logoro pezzo di stoffa, ma quando suo padre l’aveva scoperta a perdere tempo con dei pezzenti, le aveva dato uno schiaffo e le aveva imposto di consegnargli il fazzoletto.
La bambina aveva dischiuso le dita a fatica, perché era la prima volta che si arrendeva, ma avrebbe dovuto farci l’abitudine.
 
Con gli anni era diventata sempre più brava, tanto non farci quasi più caso. La sua famiglia sceglieva per lei ogni cosa, dalle lezioni di pianoforte a quelle di francese, dal colore della carta da parati della sua camera a quello del suo abito per il ballo delle debuttanti e Daisy li lasciava fare con un semplice cenno del capo. Si era decisa che fosse meglio così, perché cosa poteva saperne lei, tanto giovane e ingenua, di quale fosse la scelta migliore? Perché assumersi la responsabilità di una decisione che si sarebbe potuta rivelare sbagliata quando c’era qualcuno disposto a decidere per lei e sollevarla d’impiccio?
Daisy non ricordava neanche più l’ultima volta in cui avesse scelto da sola. Le sembrava che tutta la sua vita fosse solo una girandola di tuffi dagli scogli che non aveva mai fatto e casette sugli alberi su cui non era mai salita.
Viveva sotto una campana di vetro, eppure sapeva che si sarebbe di certo tagliata con i cocci se mai avesse provato ad infrangerla.
Era molto più sicuro rispettare le regole e assecondare gli altri, mutando al loro volere con la rapidità di uno di quegli animali esotici che cambiano il colore della pelle a seconda dell’ambiente, cedendo ad ogni nuovo ordine senza mai perdere il sorriso. Anche quando un’imposizione o un divieto le parevano inutilmente crudeli, piangere era assolutamente fuori discussione dal momento che le si sarebbe rovinato il trucco  e nessuno avrebbe potuto amarla se avesse avuto gli occhi lucidi e il mascara sbavato. Daisy era cresciuta con la certezza che nella vita la cosa più importante fosse essere bella e stupida, perché le ragazze belle ottengono tutto quello che vogliono e anche quando non lo ottengono non se ne rendono neanche conto, perché si lasciano convincere dagli altri che sia stato meglio così.

 
---
 
Su in terrazza, l’aria era frizzante e gelida come lo champagne che veniva servito al piano di sotto. Daisy rabbrividì appena, ma non si mosse di un millimetro. Era una notte troppo limpida per non goderne la vista, senza contare che le forniva una scusa per allontanarsi almeno un istante dalla festa e vedere se qualcuno si sarebbe accorto della sua assenza.
 
Quasi le avesse letto nella mente, una voce maschile la colse di sorpresa dicendole: «Iniziavo a pensare che foste sparita nel nulla»
Daisy trasalì e si voltò: il ragazzo non era che una sagoma scura nella cornice della porta, eppure dalla postura diritta e fiera e dal modo di tenere le spalle capì subito che si trattava di uno degli ufficiali di Camp Taylor, che tanto spesso partecipavano ai balli dati dalla sua famiglia.
«Come una di quelle stelle cadenti… uno chiude gli occhi e sono già scomparse»
 
«Invece eccomi qui» rispose Daisy, arretrando un poco verso la ringhiera della terrazza per fargli segno di avvicinarsi. «Mi cercavate?»
 
Il ragazzo fece un passo in avanti, lasciandosi illuminare da un tenue raggio di luna, rivelando una divisa piena di mostrine appena lucidate. I suoi occhi erano i più azzurri che Daisy avesse mai visto e brillavano come zaffiri nella notte di velluto. Erano fissi su di lei, con uno sguardo tanto penetrante che la ragazza poteva quasi sentirlo sulla pelle.
Lui sollevò d’improvviso una mano, in uno fruscio di seta. «Avete smarrito il vostro fazzoletto» spiegò con un sorriso disarmante.
 
«Oh, mille grazie» disse lei allungando la mano verso di lui. «Siete stato davvero gentile a riportarmelo, signor…»
 
«Gatsby, Jay Gatsby»  rispose il ragazzo, dopo un attimo di esitazione. Non sembrava sicuro della risposta, e dire che la domanda era piuttosto semplice.
Un sorriso sghembo gli incurvò un angolo della bocca e con movimento fulmineo nascose il fazzoletto dietro la schiena.
 «Ma non ho mai detto che ve lo avrei restituito…»
 
La ragazza si ritrasse, mentre un diffuso rossore le colorava le guance: non era abituata ad essere messa alla prova e l’eccessiva sicurezza nella voce di Jay la metteva a disagio.
«Oh, potete tenerlo, se vi piace così tanto. Ho molti altri fazzoletti»

Lui sembrò deluso, perché probabilmente si aspettava che sarebbe stata al gioco, ma subito alzò nuovamente la mano e in tono scherzoso la provocò: «Davvero vorreste farmi credere che non desiderate riprendervi il fazzoletto? Sarebbe un peccato! È davvero un bel fazzoletto!»

Continuava a farlo ondeggiare davanti ai suoi occhi, come l’onda di un mare di seta azzurra. Daisy represse a stento una risata e allungò la mano verso il fazzoletto, ma Jay fu più veloce e lo sollevò ancora, tenendolo in alto, troppo in alto. Solo con un salto sarebbe riuscita ad afferrarlo, eppure la travolse la consapevolezza che una ragazza di buona famiglia non si sarebbe messa a giocare a ruba bandiera con un soldato appena conosciuto e rimase immobile, lo sguardo fisso sul fazzoletto e le braccia rigide lungo i fianchi.
«Non lo voglio, potete tenervelo»
 
«Non è così in alto… Vi arrendete troppo facilmente»

«Grazie» rispose Daisy, sorridendo con gratitudine per quello che considerava il complimento più sincero che avesse mai ricevuto. Una vita passata ad arrendersi e quella era la prima volta che qualcuno se ne rendeva conto.
Jay aveva aggrottato la fronte davanti a quella bizzarra risposta, eppure la ragazza aveva la sensazione che sarebbe stato troppo lungo e difficile spiegargli la verità e rimase in silenzio.
 
Il foulard intanto restava sospeso in mezzo a loro come una ghirlanda di vischio, ondeggiando appena nella brezza notturna.
Daisy prese un profondo respiro e lanciò un’occhiata fugace alla porta della terrazza. Non vide nessuno. Era il momento: scattò in avanti per prendere finalmente il tanto agognato fazzoletto, ma Jay fu più veloce.
La sorprese con un bacio a tradimento, veloce ma attento, e per Daisy non ci fu resa più dolce di quella alle sue labbra.


 
    










Angolo dell'autrice
Grazie a chiunque sia arrivato fin qui - noi amanti di Fitzgerald dobbiamo restare uniti.
E dal momento che il 6 luglio si festeggia la giornata mondiale del bacio, quale modo migliore di celebrarla di una bella gif di Leo e Carey?
Auguri a tutti, arrendevoli e non.

Itsamess
  
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