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Autore: beat    19/04/2009    8 recensioni
Otae, una bella mattina come tante, arriva al punto di non ritorno.
Chi ne fa le spese, naturalmente, è il povero Kondo.
Da allora, una catena di eventi che porterà alla nuova coppia dell'anno: Otae e...
... Sorpresa! Leggete per scoprire!
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kondo Isao, Otae Shimura, Toushiro Hijikata
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Disclaimer: i personaggi non mi appartengono e questa fiction non è stata scritta a scopo di lucro.

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Capitolo I:
Sembra sempre la più innocua, la goccia che fa traboccare il vaso



Era una tranquilla mattinata a Edo.
Il sole era sorto solo da qualche minuto e i suoi raggi inondavano di luce dorata la città ancora addormentata.
All'interno della vecchia palestra di famiglia, la luce mattutina inondò i vari locali, la maggior parte dei quali completamente vuoti. Quell'abitazione era decisamente troppo grande per due sole persone.

Questo pensava Otae.
Ogni mattina si svegliava e dava una ramazzata per terra, in ogni stanza. Erano solo in due ad abitare lì, e la maggior parte delle stanze era disabitata. La polvere si accumulava con facilità.

Ma la cosa non importava.

Per Otae non era assolutamente un peso quello che faceva.
La palestra era tutto quello che le rimaneva del padre.
Aveva fatto di tutto per mantenerla in vita, e non sarebbe stata un po' di polvere a farla desistere dal suo intento.
La ragazza sorrise mesta, quando passò davanti all'altarino che avevano fatto per il loro padre. Non lo avrebbe mai ammesso con nessuno, ma a volte le mancava terribilmente.

Ancora oggi sentiva un groppo in gola quando, appena sveglia, credeva – immaginava – di sentire suo padre armeggiare con le pentole in cucina. Non era stato un genitore esemplare, ma non si poteva dire che non tenesse ai suoi figli. E forse era stata proprio la mancanza di quei piccoli gesti quotidiani che avevano fatto tanto soffrire Otae.
Rammentava nitidamente il suono della padella a contatto con il fornello, il tintinnio delle tazze e il fischiare della teiera.
Tutti i giorni, abbandonava con piacere il dolce sonno, solo perché sapeva che suo padre, solo due stanze più in là, le stava preparando la sua frittata preferita.

Ma adesso non era più così.

“Buongiorno sorella!” la salutò Shinpachi sbadigliando, cercando al contempo di sistemarsi alcuni ciuffi di capelli particolarmente ribelli.

“Buongiorno Shin!” lo salutò di rimando lei, abbandonando immediatamente l'espressione triste che aveva fino ad un attimo prima.

“Tutto bene? Hai l'aria un po' strana...” chiese il fratellino, con cautela.

Otae gli sorrise tranquilla.
Non voleva che Shinpachi si preoccupasse per delle questioni così inutili, come la sua malinconia.

“Sono solo un po' stanca! Al locale ci fanno lavorare più del solito!”

“Siamo sotto le feste...immaginavo...povera sorella! Perché non ti prendi un giorno di ferie?!”

“Seee, e chi guadagnerà da mangiare mentre io non lavoro?!” chiese, ironicamente riferita al fatto che Gintoki non aveva mai pagato a suo fratello un solo stipendio. E Shin lavorava per lui da quasi un anno ormai!

Shinpachi arrossì senza volerlo a quella frase. Sapeva bene che non poteva ribattere nulla a riguardo.
Sebbene Gin non lo pagasse, lui nemmeno ci pensava a cercarsi un vero lavoro. Uno retribuito!
Otae rise, vedendo il fratellino imbarazzato.

“Dai, scherzavo! Mi prenderò una pausa dopo le feste! Scommetto che in questo momento nemmeno il capo me lo permetterebbe!”

“Immagino di no...” borbottò Shinpachi, ancora rosso in viso.

“Shin, ti dispiace mettere su tu la colazione? Vorrei finire di pulire”

“Certo sorella!” esclamò lui, stranamente collaborativo.

Otae supponeva che fosse per il fatto che la sua cucina era un po' pesante a colazione, ma non disse nulla a riguardo.
In effetti, preferiva che fosse suo fratello a prepararle la colazione.



***


“Sorella! È pronto in tavola!”

“Arrivo tra un attimo!”

“Sbrigati, altrimenti il the si raffredda!”

Otae ripose nello sgabuzzino la scopa, si sciolse i capelli che aveva raccolto con una bandana per tenerli lontani dal viso, e si diresse in cucina.
Shin era già seduto a tavola, intento a soffiare sul the bollente.
Otae si lavò le mani nel lavello, e si sedette di fronte al fratello.

“Allora, che hai preparato di buono oggi, fratellino?!”

“Riso e dolcetti...che altro volevi che ci fosse?”

“Questi dolcetti sono un po' duri...” notò lei, prendendone in mano uno.

“Che ti aspettavi? Sono quelli che ci hanno regalati i vicini la settimana scorsa!”

“E perché non li hai buttati via quando sono diventati di marmo?!”

“Perché se non te ne fossi accorta, non abbiamo così tanti soldi da spendere in dolcetti! Dobbiamo accontentarci di quello che abbiamo!” ribatté 
Shinpachi seccato - più con i dolcetti che con sua sorella -, addentando con furia uno dei dolcetti.

Otae sospirò.

“Sì, forse hai ragione...”

“Certo che ho ragione!”

A Shinpachi arrivò il testa il dolcetto di Otae. Lanciato a velocità impressionante.
L'eco del colpo si diffuse in tutta la casa.

“Ahia! Ma sei impazzita? Mi hai fatto male!”

“Non ci si rivolge alla propria sorella con quel tono supponente!” disse lei, con il suo tipico sorriso inquietante, che allarmò molto Shinpachi.

“S...Sì...hai ragione...scusami tanto sorella carissima. È che sono stufo di mangiare questi dolcetti a colazione..!”

“Se sei stufo, allora datti da fare e guadagna qualcosa!”

“Sorella...” cominciò a piagnucolare lui “Lo sai che non è così facile..!”

Shinpachi si ritrovò scaraventato dall'altra parte della stanza da un potente manrovescio.

“Non piagnucolare! Quante volte te lo devo dire!”

“Sì, ha ragione! I veri uomini non piagnucolano!”

Scese un silenzio inquietante in tutta la casa.
Anche gli insetti e gli uccellini in giardino ammutolirono improvvisamente.
Otae si alzò calma e tranquilla.
Shinpachi arretrò quanto più possibile, fino a toccare con la schiena il muro.
Vide la sorella con ancora stampato in faccia il suo sorriso, e non poté che rabbrividire.
Otae afferrò saldamente il bordo del tavolo, e con forza sovrumana lo rovesciò, scaraventandolo via.

In corrispondenza a dove prima stava il povero innocente tavolo, ora non si vedeva che un povero – decisamente non innocente – uomo.
Dall'altra parte della sala, Shinpachi cominciò a bisbigliare qualche preghiera.
La furia della sorella stava per scatenarsi, se lo sentiva.
Raccomandò l'anima dello sventurato Isao Kondo a tutte le divinità che conosceva.



***


Quella mattina il quartiere si svegliò a causa di uno strano fracasso proveniente dalla vecchia palestra degli Shimura.
A sentire i vicini, era come se fosse improvvisamente scoppiata una fragorosa battaglia. Si sentivano urla e strepiti, rumori inquietanti come di ossa rotte e vetri infranti, nonché grida di dolore da far accapponare la pelle anche al più sadico dei maniaci.
Poi, come era iniziato, il terrificante rumore era cessato.
Già una folla di curiosi si stava accalcando davanti al cancello della palestra, quando la porta principale si aprì di scatto.
Tutti gli avventori fecero un balzo indietro per lo spavento, rassicurandosi poi quando videro che si trattava solo di Shinpachi, preoccupandosi di nuovo quando videro l'espressione terrorizzata sul suo volto.
Shin, vedendo quanta gente si era ammassata all'ingresso di casa, cominciò ad agitare le braccia, lanciando avvertimenti.

“Andate via! Andate via tutti! È pericolosa! Adesso non è proprio il momento!”

I vicini si scambiarono delle occhiate perplesse, ma tutti – dal primo all'ultimo – sentirono un brivido lungo la colonna vertebrale, quando Otae si presentò sulla soglia di casa.
La ragazza aveva quell'espressione (ormai il suo sorriso era famoso in tutto Kabukicho), e per di più aveva le mani, il viso e la veste macchiate di sangue.
E stava tenendo per i capelli un uomo, svenuto e sanguinante.
Shinpachi corse verso il cancello, aprendolo ed esortando i vicini a levare le tende il più in fretta possibile.
Otae, con calma ed eleganza, scese in strada.
Il pover'uomo che teneva per i capelli, lo strascicava per terra.

“Shin, da che parte è la stazione di polizia?” chiese, gentilmente.

Shinpachi tremò senza volerlo.

“Di...di là, sorella. Dopo il giornalaio, svolta a destra...è l'edificio più grande subito dopo il benzinaio...”

“Grazie mille!”

Otae si diresse verso la sede centrale della Shinsengumi, portandosi dietro Kondo (ancora svenuto). Non sembrava intenzionata ad andarci leggera con lui, tanto che non si curava affatto di stare attenda a come lo stava trascinando.
Shinpachi rabbrividì. La sua etica gli imponeva di fermarla, di provare almeno a salvare Kondo. Ma il suo buonsenso – o per meglio dire, il suo lato fifone – gli impediva di andare contro la sorella. Non ce l'avrebbe mai fatta a vincere contro di lei.
Per cui fece l'unica cosa sensata che al momento gli veniva in mente.

“Devo avvertire Gin!”



***


Meno di venti minuti dopo, Otae era quasi arrivata alla sede della Shinsengumi.
Per tutto il tragitto non aveva fatto altro che intimare agli sventurati curiosi di andarsene, che non c'era nulla da vedere. La maggior parte scappava non appena la vedeva, ma qualche curioso coraggioso l'aveva seguita fin lì.
Poco male. Non le piacevano tutte quelle attenzioni, ma la questione in quel momento non le interessava. Stava per porre fine a quella situazione esasperante e questo le dava una gioia immensa. Stava per liberarsi definitivamente di Isao Kondo!

“Ehi! Ti sembra questo il modo di trattare le persone?”

Otae si voltò.
Gin le si stava avvicinando lentamente, con la sua solita andatura svogliata. Dietro di lui c'erano anche Kagura, che stava mangiando una delle sue alghe sottaceto, e Shinpachi, con lo sguardo ancora terrorizzato.

“Gin! Ma che piacevole sorpresa!”

“Che ti ha fatto questa volta?!” chiese, indicando con la testa il malridotto Kondo.

“Non ne posso più!” ammise lei, senza vergogna.

“E dovevi ridurlo in quella maniera? Ok che è uno stalker della peggior specie, ma sembra più morto che vivo!”

“Te l'ho detto. Non ne posso più! Questa volta lo denuncio!”

Shinpachi soffocò un gemito e subito si protese verso la sorella.

“Sorella, ma sei impazzita? Non puoi presentarti alla polizia con il loro capo ridotto a quella maniera, e pretendere pure di denunciarlo!”

“Ma certo che posso! Lui ha infranto la legge! E anche la mia pazienza!” rispose Otae, sfoggiando un candido sorriso.

“Questa volta tuo fratello ha ragione!” disse Gintoki, ignorando il commento sarcastico di Shinpachi -Come, questa volta?!- “Se entri lì dentro ti faranno a fettine!”

“Non credo lo faranno!”

“Non li conosci! Quelli della Shinsengumi sono fuori di testa!” implorò Shinpachi.

“Ormai ho deciso!” concluse risoluta Otae, voltandosi e proseguendo il suo cammino.

Shinpachi cominciò a starnazzare al colmo della preoccupazione, invocando ora la sorella ora Gintoki, cercando di trovare una soluzione.

“Aaaah! Gin, ti prego, ti prego! Non farle fare stupidaggini! La uccideranno! La faranno saltare in aria! Ti prego, fermala!”

“Non credo che ci riuscirei, Shinpachi!”

“Allora accompagniamola!”

“Ehi, sei tu suo fratello! Muori tu con lei!”

Shinpachi si avviluppò ad una gamba del ragazzo.
Era sull'orlo delle lacrime.

“Lasciami andare Shinpachi! Ma non ti vergogni?”

“Ti prego! Aiutami a salvarla!”

“Shinpachi...”

“Dai Gin” intervenne Kagura, che aveva chiuso l'ombrello e lo stava caricando come arma “Non si abbandonano gli amici in difficoltà in questo modo!”

“Tu vuoi solo fare a botte con il piccolo sadico, ammettilo!” indovinò Gintoki.

“Anche! Un bello scontro di prima mattina è il meglio per iniziare la giornata!” disse lei, innocentemente.

Shinpachi corse ad abbracciare la piccola Kagura, ringraziandola per l'aiuto.
Gintoki sospirò. Non aveva scelta a quel punto.





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Angolo dell'Autrice:

Salve a tutti!
Eccomi qui con la mia prima long-fiction su Gintama. ^^
Sono molto contenta, perché non pensavo di riuscire a scrivere questa cosa.
Perché voi non lo sapete ancora, ma il tutto è partito dall'idea di una coppia decisamente inusuale!
Che ancora non vi dirò qual'è...ci vuole un pò di suspance, almeno fino al prossimo capitolo! ^__^
Spero che questo mio esperimento vi sia stato gradito!

Per favore, fatemi sapere i vostri commenti, pareri o critiche!

Grazie a chi vorrà lasciare una recensione e a quanti leggeranno e basta.

Beat



   
 
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