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Autore: _Kurai_    07/07/2016    4 recensioni
Yuu.
Il suono del tuo nome, privo di inutili onorifici, riempe la mia testa già affollata di pensieri.
Quante occasioni perse, quanti momenti in cui avrei potuto prendere un bel respiro, ricacciare indietro l'imbarazzo e lasciar uscire quello che ho cercato invano di nascondere perfino a me stesso per tutto questo tempo.
Yuu.
Come la sera, da cui viene il tuo nome, sei sempre stato per me una boccata d'aria fresca e allo stesso tempo un luminoso e meraviglioso tramonto, pronto a illuminare sempre ogni cosa di una luce nuova e diversa.
Non so nemmeno io perchè sto scrivendo queste parole, ora che ho perso anche quest'ultima occasione.
Domani dovrebbe essere un giorno speciale, ma riesco solo a pensare che sarà l'ultimo giorno che trascorreremo insieme nello stesso luogo, prima che le nostre strade si separino.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Asahi Azumane, Yuu Nishinoya
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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a Sawako

から (Yuu kara Asa made)

From Evening To Morning

 

Yuu.

Il suono del tuo nome, privo di inutili onorifici, riempe la mia testa già affollata di pensieri.

Quante occasioni perse, quanti momenti in cui avrei potuto prendere un bel respiro, ricacciare indietro l'imbarazzo e lasciar uscire quello che ho cercato invano di nascondere perfino a me stesso per tutto questo tempo.

Yuu.

Come la sera, da cui viene il tuo nome, sei sempre stato per me una boccata d'aria fresca e allo stesso tempo un luminoso e meraviglioso tramonto, pronto a illuminare sempre ogni cosa di una luce nuova e diversa.

Non so nemmeno io perchè sto scrivendo queste parole, ora che ho perso anche quest'ultima occasione.

Domani dovrebbe essere un giorno speciale, ma riesco solo a pensare che sarà l'ultimo giorno che trascorreremo insieme nello stesso luogo, prima che le nostre strade si separino.

 

Volevo davvero parlarti questa volta, senza dissimulare iniziando a guardare altrove per non incrociare quei tuoi occhi dorati che ogni volta rischiano di inghiottire i miei, senza via di scampo.

 

Volevo davvero dare un nome a questa sensazione che mi accompagna da quando ho capito che solo tu potresti completare la mia incompletezza, a questo senso di tranquillità e pace che mi invade quando percepisco la tua presenza, come se nient'altro avesse più alcuna importanza.

Invece non ci sono riuscito, nemmeno questa volta.

 

Volevo fissare i miei occhi nei tuoi, ostentare uno sguardo deciso come se fossi di fronte ad una squadra avversaria (invece l'unico mio avversario sono io stesso, a quanto pare) e lasciar scorrere le parole come una cascata, quelle parole rimaste troppo tempo incatenate al buio.

 

Volevo avvicinarmi piano, cercare quel contatto che solitamente rifuggo per il terrore di affezionarmi troppo e poi soffrire di più, attendere che quell'armonia che spero di non essermi immaginato si accordasse con i nostri respiri in un muto sottofondo, lasciare che il resto andasse da sè, in un crescendo.

 

Invece il timore di rovinare tutto ha preso possesso di me, la paura di macchiare tutti i ricordi condivisi mi ha fatto vacillare... avrei davvero fatto bene a dirti che non riesco ad immaginare un futuro senza la tua presenza?

Sarebbe stata davvero la cosa giusta, sapendo che tra pochi mesi mi trasferirò a Tokyo?

È come se stessi per staccarmi un grosso pezzo di un organo vitale, senza che null'altro sia in grado di prendere il suo posto.

Mi manca il fiato.

Forse scrivere queste parole e lasciare andare questo flusso di coscienza incollerà i miei pensieri su questo foglio, sfilacciandoli in sottili tratti d'inchiostro e diminuendone il peso che minaccia di schiacciarmi.

Non ti farò mai leggere niente di tutto questo, non ne avrei mai il coraggio.

Tu ne hai sempre avuto abbastanza per tutti e due.

 

Abbandono la penna sulla scrivania e mi lascio andare all'indietro sulla sedia.

Lo schermo del cellulare si accende all'improvviso, segnalando l'arrivo di un messaggio.

 

Ancora sveglio, Asahi-san?

 

Come sempre eccoti, proprio nel momento giusto, proprio quando avrei più bisogno di te.

Sono debole, estremamente debole, per quanto cerchi di mascherarlo.

Muovo febbrilmente le dita sul touchscreen.

 

Non riesco a dormire... Tu che fai ancora sveglio?

 

Sono quasi le due del mattino e fisso il cerchio di luce riflesso dall'abat jour sulla mia scrivania, mentre gli occhi ogni tanto mi si appannano dalla stanchezza e i tratti di quei kanji disegnati poco fa dalla mia mano iniziano a confondersi in tante linee tremolanti. Ho sonno, ma non riuscirei a chiudere occhio. Oggi è stato il nostro ultimo allenamento nella stessa squadra, e non riesco a pensare ad altro.

 

Affacciati alla finestra.

 

Il mio cuore salta un battito, forse anche due o tre.

Quasi inciampo nel coprire in due grandi passi la distanza che mi separa dalla finestra.

Eccoti, con in mano il cellulare e stampato sul viso quel tuo inconfondibile sorriso, così caldo e luminoso che lo distinguo perfettamente anche da qui, nel buio.

Rimango per qualche istante di troppo pietrificato a guardarti, non riuscendo a credere che hai davvero attraversato due isolati di notte solo per vedermi.

Scendo le scale in punta di piedi, dopo aver indossato un paio di pantaloni e la felpa della Karasuno sulla semplice maglietta scura che uso per dormire.

Mi chiudo la porta alle spalle e sei qui davanti a me, tangibile e reale.

 

Ci sediamo l'uno accanto all'altro sul gradino davanti alla porta, nel silenzio del viale deserto.

 

"Ho pensato che... non ci siamo salutati come si deve oggi, Asahi-san" suona quasi come un rimprovero, anche se pronunci queste parole senza variare la tua espressione.

"Scusami..." riesco solo a dire, incapace di formulare una frase sensata senza rischiare di lasciar crollare anche le mie ultime difese.

"Non c'è problema, sono venuto qui per rimediare"

La luce del lampione appena sopra di noi illumina le stelle nei tuoi occhi, mentre ti protendi verso di me calamitando irresistibilmente i miei.

 

Ti assecondo, iniziando a coltivare la certezza di essermi addormentato sulla scrivania qualche minuto fa.

Non sono le tue labbra quelle a cui sto avvicinando le mie.

Non è l'incavo della tua spalla che sento sotto le mie dita, non è il tuo respiro che sento trattenersi per un istante per l'emozione, insieme al mio.

Non è la tua lingua che infine si intreccia alla mia, come se fossero sempre state i due pezzi combacianti di un puzzle rimasto insoluto fino a questo momento.

Non è reale, non può essere stato così semplice.

Assaporo comunque questo momento, pur consapevole che si tratta di un sogno.

Mi sveglierò tra poco, probabilmente con un gran mal di testa e le gambe intorpidite sotto la scrivania.

Ci sciogliamo dal bacio lentamente, senza fretta.

Se posso vivere questo momento tanto desiderato solo in sogno, almeno voglio che sia un sogno indimenticabile.

 

Sospiro, senza riuscire a staccare il mio sguardo dal tuo.

Stringo tra pollice e indice la pelle morbida del braccio, aspettandomi di non provare dolore.

La sensazione è reale, e una lieve scossa attraversa i miei nervi.

Sono sveglio, è successo davvero.

Mi guardi senza dire nulla, e sono io a cercare la tua mano.

Non c'è bisogno di dire nulla, adesso.

Tokyo non è poi così lontana, in fondo, e magari il prossimo anno mi raggiungerai.

 

Rimaniamo vicini, i nostri corpi ad assaporare il contatto con naturalezza, il tuo viso incastrato perfettamente nell'incavo del mio collo, fino all'alba.

Ci riempiamo gli occhi con la luce tenue del sole nascente, lasciando che le nostre labbra si sfiorino ancora con dolcezza, senza fretta.

 

Torni a casa poco dopo il sorgere del sole, per non far notare la tua assenza.

Tra poche ore ci rivedremo a scuola, e i nostri occhi stanchi rifletteranno gli uni negli altri la medesima scintilla di complicità.

Non sarà una fine, ma un nuovo inizio.

 

Sulla scrivania, una cascata di parole ormai libere spicca nitida su un foglio bianco. Quei tratti neri ora sono ali, che non hanno paura di stendersi impavide per volare verso il sole.


Ebbene.
Dovrei essere a scrivere quel crossover immenso con The 100, e invece non si sa bene come sono finita a scrivere fluff AsaNoya.
Sono morta e risorta più volte durante la stesura di questa oneshot, lo ammetto. Non mi capita spesso di scrivere fluff, ma quando fluffeggio lo faccio serio u.u
Che dire, sicuramente con la prossima fanfic lo compenserò uccidendo qualche personaggio, ma per ora godetevi questi feels positivi XD

_Kurai_

 

   
 
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