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Autore: Master Chopper    07/07/2016    3 recensioni
La Classe F è stata creata appositamente dal preside della Magnolia High School, per racchiudere i peggiori alunni, i più indisciplinati e i più violenti. Ma comunque questi ragazzi non avranno vita facile, per via di un'entità sovrumana e proveniente dal futuro... che ha scelto di diventare il loro insegnante fino alla fine del loro Primo Anno.
[Crossover tra Fairy Tail e Assassination Classroom- I personaggi saranno di Fairy Tail, mentre la trama si ispira parzialmente a quella di Assassination Classroom]
Genere: Azione, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doranbolt, Fried Justine, Gajil Redfox, Gray Fullbuster, Natsu
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Attenzione: La fanfiction che segue presenta  personaggi canonici OOC. Inoltre, ogni riferimento politico o a persone realmente esistenti è puramente casuale.
Spero che la lettura sia di vostro gradimento. Sono Master, e ci vediamo nell'Angolo Autore. Ciao!




Lezione 1: Come si uccide la paura?


L’aula era buia, soltanto un opaco fascio di luce sfuggiva alle tapparelle abbassate delle finestre.

Un leggero pulviscolo, passandoci attraverso, si illuminava e andava a posarsi sul pavimento di legno.

 

Non un rumore.

Nemmeno la figura seduta alla cattedra pareva respirare. Dritta e composta, quanto misteriosa e fredda, attendeva.

E attendeva…

E…

 

“ Buongiorno, Sensei.”

 “ Uauauauah! Cosa ?”


La figura in penombra sollevò di scatto la testa, iniziando a dimenarsi sulla sedia.

Dopo qualche secondo si accorse dello sguardo leggermente spaventato e confuso della ragazza albina che lo fissava, così si riprese.

“ Oh… Buongiorno Lisanna-chan. Perdonami ma mi ero appisolato.”

Il Sensei sorrise con fare pacato, e la ragazza si andò a sedere.

Presto si aggiunsero altri ragazzi e ragazze alla classe, ognuno salutandolo e chiamandolo ‘sensei’.

 

Con una metodicità quasi noiosa, lui alzò lo sguardo verso l’orologio sul muro e aprì il registro sul tavolo.

 

Alle 08:05 la lezione cominciava, come in ogni scuola, come sempre in quella classe.

 

Una ragazzina dal fisico minuto e dai capelli color turchese si mise in piedi prima di tutti.

“ In piedi.” La voce le tremava.

Un solo rumore di scarpe sul pavimento, come un coro.

“ Inchino.” Un silenzioso sigillo.

 

“ Ohayou-gozaimasu !”

“ Ohayou-gozaimasu.” Rispose il professore a tutti gli studenti che ora si erano rialzati.

“ Chakuseki.”  Concluse, e tutti si sedettero.

 

Mormorò per qualche secondo, lisciandosi con l’indice e il pollice il mento.

“ Oh, non avevo notato queste.”

Sulla cattedra erano state appoggiate due mele rosse, abbastanza grandi e luccicanti. Persino l’etichetta del marchio di produzione era ancora attaccato.

“ Ou ou ou… ” mormorò a bassa voce, mentre osservava con sguardo languido i due succulenti frutti.

“ Ecco, ragazzi… vi dispiace se do un morso? Non ho fatto colazione stamattina.”


“ Certo, Sensei.”

“ Certo, Sensei.”

Due studenti risposero, identificandosi come i portatori delle due mele.

“ Facciamo che ora assaggio solo una, va bene ?”

Il Sensei osservò sorridente i due ragazzi e afferrò il frutto.

“ Anche quando io andavo a scuola era un’usanza portare una mela al Sensei. Quanti bei ricordi.”

 

Dieci minuti della lezione di matematica passarono con una  veloce correzione degli esercizi svolti a casa e con delle riletture dalla teoria sul libro.

Circa alle 08:25

 

“ Interessante modo di risolverlo alternativamente, Moulin. Devi solo prestare più attenzione nel ricordarti la differenza tra come risolvere un binomio e come un trinomio, perché ho visto un po’ di incertezza.”

La ragazza dai lunghi capelli verdi annuì, con un minuscolo sorriso a testa bassa.

“ Un po’ più di sicurezza, tranquilla.” Il professore ricambiò raggiante il sorriso e la rimandò a posto.

 

“ Bene! Ora ora ora, potremmo spostarci all’Unità…”

La frase si interrupe a metà, mentre con il fiato sospeso il professore finiva lentamente di espirare.

 

Il semplice movimento di portarsi la mano destra vicino al volto, dagli studenti fu visto a rallentatore, come una sequenza slow-motion in un film.

Allo stesso tempo, in un segnale che rimbombò rumoroso nell’aula, uno studente scattò in avanti, arrivando alla seconda fila di tavoli.

Portò meccanicamente una mano vicino al fianco sinistro e estrasse da sotto la divisa una pistola di calibro .380 ACP, puntandola e iniziando a sparare nel “sordo” silenzio.

 

Mentre le orecchie e i cervelli di tutti si riempivano con il suono delle numerose cartucce che permetteva di sparare in successione l’arma, un altro ragazzo si alzò in piedi, saltando su due banchi alla sua sinistra ed estraendo un’arma simile.

Il bersaglio era lo stesso: il Sensei.

 

I proiettili stranamente non frantumavano la lavagna o le mura, ma rimbalzavano come sfere di gomma sulle pareti e sulle assi del pavimento.

Grida e un fragoroso fracasso di tutti quei bossoli che schizzavano da una parte all’altra. Alcuni studenti avevano indossato dei caschi con una visiera in vetro, accucciandosi saggiamente sulle loro sedie.

 

“ Yahuu! La taglia sarà mia e al quel punto, fanculo questo inferno !” sbraitò un ragazzo muscoloso e dalla ispida chioma corvina, mostrando la lingua con il piercing e degli acuminati canini.

“ Tua? Ma se sai solo sparare a casaccio !” L’altro ragazzo, quello che rapidamente si era spostato sui tavoli, ora puntava inginocchiato continuando a sparare. I capelli mori gli ricadevano sulla fronte, ma era così preso dal mirare e premere il grilletto che non gli importava di null’altro.

 

“ Coff! Coff! ”

Un ripetuto tossicchiare si udì nitidamente, sovrastando nelle orecchie dei due alunni il rumore degli spari.

Improvvisamente calò il silenzio.

 

“ Oi, è andato di traverso un semino che mi si era incastrato fra i denti.”

Il Sensei, ora in fondo alla fila di banchi, stava sorseggiando da una borraccia un po’ di acqua, bevendo abbastanza rumorosamente.

Una volta finito, sospirò, sollevando lo sguardo.

 

Il corvino era ammutolito così come il compagno, ma con un grido d’ira provò a colpire nuovamente il suo professore.

“ Scarico. Non devo nemmeno spostarmi.” Cinguettò il sensei, mentre il ragazzo constatava un istante dopo di quanto fosse vera quell’affermazione.

 

“ Gajeel-kun, non hai ancora imparato a contare i proiettili.”

Uno sguardo al pavimento, ricoperto di bossoli e minuscole sfere dall’insolito colore rosa.

“ Mentre tu, Gray-kun…”

Il ragazzo che si trovava in piedi sul banco sussultò, ancora sconvolto da quanto successo.

“ Interessante la tecnica di sparare mentre eri in movimento per coprire il fuoco di Gajeel-kun, ma spostandoti sulla destra hai lasciato una debole apertura sull’intero lato sinistro.”

 

 

Il Sensei. Cos’era il Sensei?

 

Un mese prima, a Settembre, quattro misteriose vetture con il marchio del Governo Giapponese si erano presentati nel cortile del… del loro edificio.

Uomini vestiti come i classici agenti segreti che si vedevano nei film avevano interrotto la terribile attesa dell’inizio delle lezioni.

 

Tesi coi nervi a fior di pelle, qualcuno di loro aveva rischiato di svenire, ma avevano comunque atteso che quegli agenti facessero la prima mossa.

Dopo aver sentito solo mormorii nei corridoi, un uomo era entrato nell’aula, scortato da altri due… militari, agenti?

Non lo avevano ancora scoperto.

 

“ Classe Prima F della Magnolia High School, il mio nome è Doranbolt e vi parlo in nome dei Servizi Segreti della Quinta Unione.”

La Quinta Unione era il progetto rivoluzionario di quel secolo: Asia, Europa e America avevano stipulato un’Alleanza dopo la Terza Guerra Mondiale. L’Unione tentava di accogliere altre nazioni, con l’obbiettivo finale di impedire un’altra guerra tra tutti i continenti.

Ma nessuno aveva più sentito parlare dei Servizi Segreti, la squadra dal numero di agenti sconosciuto che nella Terza Guerra aveva rappresentato la forza del Governo Giapponese.

 

Tutto questo accumulo di dubbi, informazioni creò un’unica onda di terrore nella stanza, coinvolgendo i quattordici studenti di primo liceo.

 

“ Siete stati scelti dal Governo come unici mediatori e responsabili del più grande segreto al mondo. Una creatura misteriosa che minaccia la pace dell’Unione e della Terra. Il vostro compito sarà di… ucciderlo entro il mese di Giugno.”

L’uomo che aveva preso parola era abbastanza alto, con una corporatura snella e dei corti capelli neri arruffati.

La carnagione era color oliva, con una barba rada e due cicatrici a forma di  ‘X’ congiunte color fango che gli solcavano la tempia sinistra.

Gli occhi azzurri erano freddi, così come il tono di voce impostato e duro, ma in determinati momenti mostrava un certo rancore in quello che diceva.

Forse gli era difficile parlare in quel modo ad una classe di ragazzini e ragazzine? Non sarebbe stato facile per nessuno, benché meno per il Governo stesso, ma proprio per quel motivo… avevano scelto lui.

 

Un uomo di ferro, che aveva abbandonato la strada dei sentimenti da molto tempo. Il rancore non era nulla, rispetto a quello che lo aveva portato ad essere l’agente segreto Doranbolt.

 

“ La creatura in questione ha deciso di sua spontanea volontà di voler diventare il nuovo professore di questa classe. Il preside dell’istituto è uno dei pochissimi umani attualmente a conoscenza della sua vera natura, ed ha accettato affinché portasse avanti il programma di studio.”

 

Il preside della Magnolia High School, Mard Tanimoto Guille, era attualmente uno dei più ricchi neo-quarantenni del Giappone, grazie a numerosi premi per brillante società scolastica che aveva creato.

Un’industria progressiva che da cinque anni sfornava lavoratori instancabili e capaci di integrarsi istantaneamente nel mondo del lavoro e della istruzione universitaria.

Ma forse qualcosa era andato storto.

 

Poco dopo, la porta era stata aperta nuovamente, e tutti gli uomini in nero si erano messi in allerta.

 

Un ragazzo.

E’ solo un ragazzo, pensarono gli studenti sin dal primo secondo.

 

Sarebbe potuto passare per un normalissimo cittadini giapponese: aveva la carnagione chiara, gli occhi scuri e dei capelli neri di media lunghezza pettinati ordinatamente e con un ciuffo ribelle in cima alla capigliatura.

Il particolare più strano era il suo abbigliamento, che avrebbe potuto tranquillamente confonderlo con un antico romano.

Di fatti, indossava una tunica nera come la pece che arrivava però fino al polpaccio, e sopra una toga bianca arrotolata sulla spalla sinistra. Ai piedi calzava degli stivali di pelle anch’essi neri.

La tunica aveva un collo a ‘V’ che la faceva più assomigliare ad una felpa, con dei piccoli bottoni d’oro e dei ricami dello stesso colore.

 

Era entrato in classe sorridendo e guardando con due vivaci occhi uno per uno tutti i ragazzi della prima F. Era curioso, si notava dal suo sguardo. Voleva conoscerli e l’atmosfera lo elettrizzava.

“ Buongiorno, ragazzi. Da oggi sarò il vostro nuovo professore e responsabile di classe. Spero ci troveremo bene insieme !”

La misteriosa creatura fece un inchino, e da allora il mondo cambiò. Aveva stabilito il suo territorio.

Non una richiesta, non una domanda… era stato tutto ordinato e deciso da chissà quanto tempo prima, e loro non potevano fare niente per cambiare il corso del destino.

 

 

Ecco cos’era il Sensei.

 

Si udì soltanto Gajeel imprecare fa i denti un qualcosa come ‘ E’ impossibile ammazzare questo bastardo’, al che il Sensei rise di gusto.

“ Spero davvero che voi riusciate ad uccidermi prima di Giugno, ragazzi. Ve lo auguro con tutto il cuore.”

Era impossibile capire quanto potesse essere serio o sarcastico mentre ripeteva per l’ennesima volta quella frase.

Continuava sempre ad avere quell’espressione di calma e pacatezza, mentre rideva e sorrideva amabilmente.

 

“ Vediamo un po’… interrogazione! Come avevate architettato questo piano ?”

Nessuno rispose. Nessuno voleva davvero parlare, nonostante in pochi fossero a conoscenza di quell’ultimo piano di assassinio.

“Juvia-chan! Una delle due mele conteneva all’interno una concentrazione di colla avvolta da plastica, così che potesse strozzarmi una volta entrata a contatto con la temperatura corporea nella mia bocca. Infine, Gajeel-kun e Gray-kun mi avrebbero falciato con una raffica calcolata di proiettili. Come avrei potuto non rischiare la colla ?”

 

Juvia Lockser, una ragazza dai capelli blu scuro lisci e lunghi fino alle spalle, sembrò esitare davanti a quella domanda. Abbassò lo sguardo, e tremando rispose:

“ Credo… scegliendo quella senza colla? ”

 

Il professore annuì lentamente, voltandosi verso gli altri studenti.

“ Fortuna, dici? In effetti anche se avessi sospettato, le mele erano entrambe in perfetta condizione e con ancora il marchio incollato sopra. Questo è stato un ottimo tentativo per farmi ‘dubitare dei miei stessi dubbi’. Davvero intelligente !”

 

“…”

“ Come hai detto, Max-kun ?”

 

Un ragazzo in prima fila, dai capelli castani lunghi con la riga in mezzo e un principio di pizzetto sul mento, sobbalzò sulla sedia.

“ H-ho detto che avresti anche potuto ingoiarti la colla e sopravvivere, visto che non sappiamo niente che genere di mostro tu sia.”

“ Umh, ti assicuro che sono umano al cento per cento, Max-kun.”

Rise nuovamente il professore, mentre iniziava a voltarsi.

 

Ma tutti si sorpresero quando, alla sua risata se ne sovrappose un’altra, più beffarda.

“ Ti faccio davvero i complimenti, mostro! Ed io che pensavo di prendermi la taglia sulla tua testa in un colpo solo, con questo piano.”

 

Quel ragazzo... Insieme ai già citati Gray Fullbuster e Gajeel Redfox, Natsu Dragneel e un quarto studente erano il motivo per cui era stata creata la sezione ‘F’.

Originariamente un gruppo di recupero per gli inguaribili piantagrane e rissosi ragazzi del primo anno, la classe era diventata la cassaforte degli studenti bocciati e classificati come non idonei alla Magnolia High School. Un ripostiglio per coloro che non potevano essere visti, dei pessimi modelli da seguire, ma degli ottimi esempi di come non diventare. Esposti sotto gli occhi di tutti, ma dietro una sicura barriera di vetro.

Una gabbia in realtà, fredda come le speranze che si frantumavano e i sogni che si dissolvevano.

La classe F… F come Failures*.

 

E così Natsu Dragneel, mentre tutti si lasciavano prendere dallo sconforto e dalla rovina, rideva divertito da quella sfida tanto inebriante.

“ E’ stato anche un bel piano, Natsu-kun, ma non approvo il tuo modo di agire escludendo i tuoi compagni dalla mia uccisione. Gray-kun e Gajeel-kun hanno lavorato bene insieme, ma se mi uccideste collaborando tutti sarebbe ancora più divertente e con un margine di fallimento ridotto.”

 

“ Bah !” sbottò tranquillamente Natsu.

Era davvero il diavolo che descrivevano nella Magnolia High School. Con il suo sorriso pericoloso e quegli occhi neri come il carbone, poteva mandare in frantumi qualsiasi cosa e ridere divertito un istante dopo.

Più volte aveva scatenato delle risse in città, battendo però Gray e Gajeel in quanto a persone mandate all’ospedale.

Era impossibile per chiunque capire cosa gli passasse per la mente.

 

“ Forza, Sensei. Ti rispetto comunque per la tua forza, quindi per me è tutto apposto. Ok? ”

E con la stessa allegria e innocenza di un bambino che si scusa per i suoi errori…  Natsu tese la mano destra in segno di scuse.

“ Natsu-kun… non penserai che io sia davvero così stupido ?”

Lentamente il Sensei si avvicinò, facendo svolazzare la toga attraverso le file di posti, fino ad arrivare davanti al banco di Dragneel.

 

“ Nah! Non scommetterei molto sul contrario.”

 

Un fruscio talmente debole da essere quasi impercettibile.

Dall’oscurità nella manica della giacca del ragazzo venne sparato, letteralmente, ad altissima velocità un proiettile misterioso.

Questo, centrò in pieno la fronte del professore.


“ Quindi avevo ragione…”

La penna a stilo era rimasta sospesa a mezz’aria, a pochissimi centimetri dal volto del Sensei.

“ Utilizzi la tua supervelocità solo quando sei più in allerta, altrimenti devi usare la telecinesi.”

Natsu si abbassò la manica, svelando un sottile elastico che ora manteneva soltanto tra il pollice e il mignolo, tesi in direzioni opposte.

Usando il suo orologio come sicura, aveva improvvisato la sua mano come una fionda, così da riuscire a sparare la penna con un movimento necessario da sbloccarla.

 

Una tattica astuta, tanto da aver sorpreso persino lo stesso bersaglio, che ora aveva gli occhi sgranati e il sorriso appena smorzato.

“ Allora, mostro, ti sei spaventato? Questo è solo l’inizio, e già tra una settimana sarò in grado di controllare il tuo stato di allerta a mio piacimento. La tua fine arriverà presto.”

Il ghignò di Dragneel si era allargato a dismisura, mentre intanto si era messo in piedi per avvicinare la testa a quella dell’altro.


C’era evidentemente qualcosa che non andava in quel ragazzo: la sua filosofia era corrotta e il divertimento che traeva da quel ‘gioco’ era spaventoso. Ma se fosse invece stato tutto normale?

Cosa avrebbe fatto un qualsiasi altro ragazzo nella sua condizione, ossia con la possibilità di uccidere liberamente un segreto di stato, guadagnandosi anche una ricompensa di dimensioni epiche?

D’altronde, nessuno voleva non uccidere il professore. Non li aspettava di certo la speranza di una vita normale, se avessero fallito.

 

“ Avrei due cose da dirti, Natsu-kun ...”

La penna venne frantumata in un istante in più frammenti di plastica, senza apparentemente fare nessun rumore.

“ La prima è che in un modo o nell’altro riuscirò a cambiare il tuo modo di pensare. Dal punto di vista logico è normale che l’istinto di sopravvivenza domini, in quanto animali, ma per me insegnarvi è più importante di quello che farò a Giugno.”

Una frazione di secondo dopo, il docente era tornato a sorridere con pacatezza, stringendo una nuova penna che posò sul banco.

“ Inoltre…” Sussurrò voltandosi.

“ Non mi piace essere chiamato ‘mostro’ o ‘creatura’ !” Nonostante stesse sorridendo, una piccola vena d’irritazione aveva iniziato a pulsargli sulla fronte, facendolo sembrare quasi buffo.

“ Comprendo che ai vostri occhi sono esattamente così, ma secondo questo punto di vista non mi costerebbe nulla a chiamarvi con il vostro numero di posti. Invece voglio avere anche io un nome come tutti voi.”

E con questo piccolo sfogo, prese in mano il gessetto ed iniziò a scrivere sulla lavagna impolverata.

“ Zelante e Rispettabile Essere Fatato, Lord Paladino dell’Oblio !”

 

Sì, stava facendo sul serio.

In pochissimo tempo, l’aria di tensione si era trasformata in vergogna per il Sensei da parte di tutta la classe.  Nessuno sarebbe mai riuscito a chiamare il loro professore, con poteri mentali potentissimi e capace di rompere la barriera del suono, in quel modo.

Era stupido, pareva il nickname che usavano i bambini sugli MMORPG fantasy.

L’unico che aveva il coraggio di ridere era Natsu.

 

“ Sensei...”

“ Sì, Lucy-chan ?”

“ E se utilizzassimo un acronimo, tipo una sigla per qualcosa ?”

 

“ Ooh, ma mi piace troppo questo nome, non va bene ?”

Era davvero ossessionato da quel titolo da quattro soldi, si notava nella sua espressione delusa.

“ Zeta… E…” Stava pensando Levy McGarden, mormorando ad alta voce.

 

“ Sì !” esclamò il professore, sul punto di una vera e propria rivoluzione.

O forse… una rinascita.

“ Zeref-sensei andrà benissimo, ragazzi !”

 

 

 

 

 

* Failures vuol dire fallimenti, ma il sostantivo singolare Failure/Fail in inglese significa anche bocciatura.

 

 ...
 

Posizione imprecisata; Riunione delle massime cariche politiche della Quinta Unione. Molte settimane prima.

 

“ Ripeterò quel che ho detto una volta ancora, così che possiate fare tutti i vostri rapporti.”

Al centro dell’enorme tavolo a forma di circonferenza, esattamente su di una grande lampada azzurra, una misteriosa creatura si era manifestata sotto gli occhi increduli dei governatori.

Non si sapeva come fosse entrata, l’unica cosa certa e che non era disposta ad uscire.

 

Una squadra di guardie del corpo aveva provato ad afferrarlo, mentre uomini armati gli coprivano le spalle, ma tutti si erano ritrovati ad afferrare il vuoto. Dopo una sparatoria e diverse tattiche di cattura, il reparto della difesa era caduto stremato a terra, mentre l’infiltrato continuava tranquillamente a leggere da un foglio il suo ultimatum.

 

Perché era quello in realtà il suo obbiettivo.

“ Sono un essere umano venuto dal futuro, una data non troppo distante dall’anno corrente. Ho intenzione di spazzare via l’intera razza umana, per questo sono qui per dichiarare guerra a tutto il pianeta Terra.”

Spalancando le braccia, il ragazzo dai capelli neri fece impallidire e quasi far mancare una ventina di uomini al suo ascolto.

“ E perché mai non ci hai già uccisi tutti, visto che ti reputi addirittura così forte ?” aveva chiesto un anziano più coraggioso e dal sangue freddo.


“ Potrei farlo, ve lo assicuro, anche in questo preciso istante… nel senso più letterale della parola. Ma per ragioni che non meritate di sentire, ho intenzione di darvi una chance. L’unica fino al mese di Giugno, dove vi distruggerò.”

 

“ Aspetta un attimo! Cosa hai intenzione di fare nel mese di Giugno?” Urlarono gli inviati della stampa e il ministro giapponese della Difesa.

Non ci fu subito una risposta. Soltanto dopo qualche secondo, un leggero ronzio interruppe il silenzio carico d’ansia.

I fucili e le pistole con cui erano armate prima le guardie del corpo, avevano iniziato a fluttuare e turbinare come tanti satelliti intorno al ragazzo.


“ Da un po’ di tempo ha piazzato silenziosamente dei sigilli psichici nel corpo di numerosi umani in tutto il mondo. A mio piacimento, posso far letteralmente esplodere questi individui senza che nessuno sia in grado di risalire al perché. Così facendo i vari stati non accordati con la Quinta Unione inizieranno a sconvolgersi, ed a quel punto controllerò le menti di uno qualsiasi di voi per scatenare la Quarta Guerra Mondiale. In circa un mese dovrei riuscire a decimarvi tutti, a meno che non vi siate già scannati con le vostre mani.”

A quel punto rise. Rise e rise così forte da impiantare la sua stessa risata tragica nel cuore e nel cervello di quegli uomini, marchiandoli con un incubo indelebile.

 

Il Presidente del Giappone si rimise seduto, cercando di mantenere un contegno nonostante il pallore e il sudore che gli inondava la faccia.

“ E… quale sarebbe questa chance ?”

 

La creatura rimase immobile, con il sorriso pacato stampato sulla faccia e gli occhi quasi socchiusi.

“ Una classe d’assassinio.”

 

“ Cosa ?!” esclamarono tutti. I giornalisti iniziarono a riaccendere le telecamere, la stampa prendeva appunti e ogni singolo uomo spalancava occhi e orecchie.

Dove voleva andare a parare quel mostro?

“ Sì, avete capito bene.  Aula de asesinato, assassinat classe, ansatsu kyōshitsu o se preferite assassination classroom. Una classe di un liceo di Magnolia, la nuova regione semi-indipendente del Giappone, a mia scelta tenterà nel corso dei due quadrimestri di uccidermi. Io non li attaccherò e mi impegnerò per non uccidere nessun altro umano esterno alla classe.”

Dopo quell’assurdo discorso, si voltò per divertirsi delle espressioni incredule che lo osservavano.

 

“ Fermi tutti! Perché dovremmo fidarci di questo mostro?” Sbraitò un presidente, mentre si puntava la pistola della propria guardia del corpo alla tempia.

“ Oddio, signor presidente, si fermi !” esclamò questa, cercando in tutti i modi di bloccarlo.

 

Gli occhi si rivolsero nuovamente sul  messaggero dell’apocalisse, che nel mentre continuava a ridere.

“ Se questo può bastarvi come dimostrazione della mia infinita potenza psichica… direi che non potete far altro che accettare la mia gentilissima richiesta.”

 

 

 ...
Presente.

 

E la lezione inizia.

Ma il Sensei che è stato chiamato innumerevoli volte mostro ed ora porta orgogliosamente il nome di Zeref, non ha paura.

Non ha paura, semplicemente perché non sente la paura.

 

Quasi gli mancano i giorni antecedenti al suo arrivo nella classe F, dove tutti lo accoglievano cercando di piazzargli due pallottole in testa o di farlo esplodere con la dinamite…

Ci ripensa un po’, sospira. Ma non si pente, perché qualcosa gli impedisce di andarsene in quel preciso istante dal’aula per andare a scatenare il terrore sulla Terra.

Qualcosa che non ha tempo per essere spiegato, perché la lezione è incominciata.

 

“ Natsu-kun, niente omicidi che interrompano la lezione !”

E anche perché qualcuno non riesce ad imparare una lezione…







 

Angolo Autore:


Welcome back! Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto, che lo abbiate trovato interessante o quantomeno divertente. Ma prima di parlare del perché è nata questa fanfiction, vorrei scusarmi con tutti i miei lettori, consapevoli del fatto che attualmente ho altre Long in corso.

Poi! Questa fanfiction, come tante altre, è nata dall'unione tra la noia e l'ispirazione random. L'ispirazione è nata leggendo l'unico capitolo di una fanfiction di qualche mese fa (purtroppo mai più continuata), dove una classe formata da alcuni membri di Fairy Tail viene scelta per una Battle Royale. Se non sapete cosa sia Battle Royale, vi basti sapere che è un romanzo giapponese (tranquilli, per voi poveracci senza i soldi neppure per cercarlo in italiano, c'è il film doppiato e il manga. Ovviamente stavo scherzando), e che Hunger Games è una sua bella scopiazzatura (almeno dal punto di vista mio, e di tutte le persone che hanno letto/visto Battle Royale prima di Hunger Games).

E quindi c'è stato il: sarebbe molto figo creare una mia classe di Fairy Tail.
E allora mi sono detto, sì cavolo, farà sicuramente un sacco di visualizzazioni, perché tanto qui le AU scolastiche vengono apprezzate e recensite anche nel caso fossero obrobri indicibili *ba dum tsss*

Ma daaai, scherzo, è ovvio che anche io qualcuna riesco ad apprezzarla: tra le mie storie preferite/seguite/ricordate, ce ne sono anche più di una.

Abbandonando l'angolo cattiveria e ironia, quando io sarei il primo da criticare: vorrei portare una fanfiction originale, attualmente non ho trovato in giro per il web idee simili (solo semplici crossover tra FT e AC, ma parlando di personaggi e non di trama).
Ovviamente questa fanfiction può essere apprezzata e seguita anche da chi non consoce Assassination Classroom, e tengo a dire anche per chi lo conosce: non aspettatevi di prevedermi, questa storia con AC ha solo l'incipit di trama.

 Darò molto spazio a tutti i personaggi, perché secondo me uno degli errori di entrambe le opere, è quello di dare troppa importanza a determinati personaggi, magari facendoli sempre interagire con gli stessi soggetti per permettere al lettore di 'sognare' le (maledettissime) ship.

Immaginatevi una roba alla GTO, per intenderci.

Bon, come al solito rischio di fare l'angolo autore più lungo del capitolo, quindi sparisco e... per favore, riguardo ai commenti di poco prima, a chi si sente punto nel vivo: cercate di essere sinceri/e e anche autoironici/che nelle recensioni. Mettetevi anche nei panni di uno che qeusto fandom per lungo periodo l'ha osservato dall'esterno.


Alla prossima!

   
 
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