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Autore: Inikos DS    08/07/2016    3 recensioni
Nico Di Angelo ha sedici anni, dopo la morte prematura della madre Maria, si troverà a dover fare i conti con la nuova compagna del padre: Persefone. Costei porterà via al ragazzo l’unica persona cara rimastagli; sua sorella Bianca.
Accusato ingiustamente dalla donna, di esser lui l’assassino della ragazza, Nico sarà portato di forza in un manicomio situato su un isola, nel pieno dell’oceano Atlantico; l’Happy Island.
Qui il ragazzo, si troverà ad affrontare una situazione completamente nuova, distrutto dal dolore e circondato da malati mentali, scoprirà presto gli orrori che si celano dietro quel nome, all’apparenza così “rassicurante”. Tra nuove amicizie, odio e il tanto desiderato amore, Nico dovrà combattere contro i suoi demoni per riuscire nella sua vendetta: eliminare Persefone e proclamare la sua innocenza al mondo.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Gli Dèi, I sette della Profezia, Nico di Angelo, Nico/Will, Quasi tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Non-con
Capitoli:
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Mondo: Percy Jackson
Autore: Rick Riordan
Personaggi principali: 
- Nico Di Angelo 
- Will Solace 
- I 7 della profezia 
- Reyna Avila Ramirez Arellano
- Luke Castellan 
- Bianca Di Angelo 
- Lou Ellen 
- Ade
- Era 
- Zeus
- Persefone 
- Afrodite 
- Ares 
- Efesto 


Angolo Autore: 

Salve a tutti cari lettori, spero vivamente che questa FF riesca a catturare la vostra attenzione, vi avviso a priori che sarà una long (non troppo long, ma abbastanza) :3
Cercherò di pubblicare man a mano un nuovo capitolo entro tre/quattro giorni circa, salvo problemi di vita u.u I capitoli invece, saranno (quasi) sempre di lunghezze diverse: delle volte corti (capitoli di passaggio), altre invece più lunghi (per la vostra, si spera, gioia). E vabbé non mi dilungo oltre, vi dico soltanto che con il passare dei capitoli, vi renderete conto che questa non è la classica FF d’amore, cercherò infatti di trattare numerosi temi, che, in un modo o nell’altro riguardano tutti noi esseri umani. 
Buona lettura a tutti ^.^
xxNico









Venezia  Cimitero di San Michele




<< Ed è così che tutti noi vogliamo ricordare Maria Di Angelo, dolce, spensierata e sorridente. Che possa riposare in pace, tra le braccia del Creatore. >> concluse il pastore, dando l’assenso ai cecchini, che presero a ricoprire la bara di terra.

Le persone man a mano si dispersero meste e silenziose. Anche loro padre, dopo un po’ si allontanò, e lì rimasero soltanto loro due. Stretti l’uno all’altro, sotto l’ombrello nero che li riparava dall’incessante pioggia, ma non dalle lacrime che rigavano i loro volti. 

<< Credi che adesso starà finalmente bene? >> domandò qualche tempo dopo Nico alla sorella. 
<< Si, sicuramente; era la persona più buona di questo mondo, non può essere altrimenti. >>  rispose la ragazza, prendendo il fratello sottobraccio e incamminandosi verso l’uscita, ove il padre li attendeva. 









 Villa Di Angelo / 1 Settimana dopo





Bianca e Nico erano seduti sul divano del grande salotto, in attesa dell’arrivo di Ade che li aveva mandati a chiamare. 

<< Devo fare un annuncio importante. >> esclamò l’uomo appena entrato, prendendo a camminare nervosamente avanti e indietro per la stanza. << So che forse è un po’ presto ma… >>
<< Allora non farlo. >> lo bloccò la figlia Bianca, fredda come il ghiaccio. 
<< Bianca tesoro, avanti non fare così. Non sai neanche di cosa si tratta, e poi son sicuro che approverete; forse non subito, ma… >>  tentò di spiegare l’uomo, prima che una donna facesse il suo ingresso nella stanza. 
I due ragazzi si voltarono a guardarla con aria interrogativa, mentre il padre sibilava a denti stretti: << Persefone ti avevo detto di aspettare il mio segnale. >>
La donna però lo ignorò beatamente, avvicinandosi invece ai due ragazzi; 
<< Piacere di conoscervi piccolini, il mio nome è Persefone Kore, ma voi potete chiamarmi solo Persefone, se preferite. >> 

Nico non aveva potuto fare a meno di notare l’espressione di disgusto mal camuffata della donna, quando il suo sguardo si era posato su di lui e la sorella. 

<< Padre chi è questa? >> chiese Bianca, mentre il falso sorriso della donna mutava in un ghigno. 
<< Bianca avanti, sii un po’ più garbata. >> la riprese l’uomo.
<< Ti ho chiesto chi è, esigo una risposta e subito. >> ripeté la ragazza risoluta.
A quel punto la donna, l’afferrò per una spalla; 
<< Sono Persefone, la compagna di tuo padre e vostra nuova madre. >> le sibilò ad un centimetro dal naso.
Furiosa Bianca le schiaffeggiò la mano. 
<< Non osare toccarmi, mai più. >> gridò correndo via.
Nico rimase immobile ancora per qualche secondo;
<< Nostra madre è morta, non potrai mai essere lei, mi dispiace. >> esclamò infine, alzandosi per raggiungere la sorella. 
Uscito sentì suo padre lamentarsi con la donna;
<< Persefone! Saresti dovuta essere un po’ più cauta, sono ancora molto turbati. >> 
<< Perdonami tesoro, e che non vedo l’ora di venire a stare qui; e di diventare mamma naturalmente. >> si difese la donna, buttandosi tra le braccia dell’uomo.

Nico sarebbe volentieri tornato indietro per prendere a pugni suo padre, e sbattere fuori dalla sua casa quell’arpia, ma si trattenne consapevole dell’inutilità del gesto.

Come immaginato trovò Bianca appollaiata sulla balaustra in pietra che dava sul piccolo bosco; il posto preferito di sua madre Maria. Prima di esser colpita dalla malattia infatti, la donna trascorreva lì intere giornate a dipingere dall’alto il diverso verde delle multiformi chiome degli alberi.

<< Bianca. >> la chiamò, ma la ragazza non si voltò.
Il ragazzo allora si sistemò semplicemente accanto a lei, mentre un gentile vento di primavera scompigliava la sua chioma nera.
<< L’ha già dimenticata. >> sussurrò quella.
<< Forse… >> rispose lui, incapace di pensare lucidamente… stava accadendo tutto troppo in fretta. 
<< Come può pretendere che noi possiamo accettare una sconosciuta, solo dopo una settimana? >>
<< Per l’aggiunta stronza. >> 
<< L’hai notato anche tu? >>
<< Certo che si, il mondo in cui ci ha guardati…non da proprio l’aria di una donna desiderosa di accudire due orfani. >>
<< Lei è una puttana, e nostro padre un coglione. >> 
<< Cosa faremo, adesso? >>
<< Non lo so, davvero non lo so. >> rispose la ragazza, poggiando la testa sulla spalla del fratello.





Rientrati i due fratelli, non trovarono nessuno in casa.
<< Meglio così. >> esordì Nico. << Non avevo nessuna voglia di vedere la faccia di papà. >>
 I due ragazzi ordinarono una pizza e si sistemarono in camera di Bianca per guardare un film al pc. 
Si coprirono utilizzando la coperta preferita dalla madre, 
<< Profuma ancora di lei. >> esclamò Nico, mentre guardavano Hunger Games.
Bianca si strinse a lui, tirando la coperta ancora più vicino ai loro volti. Nel mentre Katniss si offriva come tributo al posto della sorellina Prim. 
<< Lo farei anch’io sai? >>
<< Non te lo permetterei mai. >> rispose il ragazzo prima di scoppiare in lacrime, Bianca lo circondò a sé, fino a quando non si addormentò.  





Qualche ora dopo.




<< Nico svegliati! >> gridò Bianca, scuotendo energicamente il fratello. 
<< Mmmh che-cosa? >> domandò quello con la voce impastata dal sonno. 
<< Papà non è ancora tornato. >>
Quella frase parve ridestare il ragazzo il cui sguardo puntò subito sulla sveglia posta sul comodino; le 3,45.
<< Ma è tardissimo… non è rimasto fuori in orari del genere. >> 
<< Ora lo chiamo. >> disse la ragazza cercando di mantenere i nervi saldi. 
<< Pensi gli sia successo qualcosa? >> 
<< Non dirlo nemmeno per scherzo… uff non risponde. >>
<< Riprova, avanti. >> la incitò il ragazzo mentre l’ansia prendeva ad attanagliarli il cuore.
Ma Ade non rispose neanche alla seconda e terza chiamata, fu finalmente alla quarta telefonata, quando entrambi i ragazzi stavano per entrare nel panico più assoluto, che la comunicazione fu aperta; ma a rispondere non fu il tanto atteso Ade. 
<< Prontooo? >> esclamò, una voce su di giri.
<< Papà? >> chiese Bianca.
<< Oh sei tu. Amoree c’è quella scorbutica di tua figlia al telefono. >> 
La ragazza non poteva credere alle proprie orecchie… Nico la fissava altrettanto disgustato da quel che aveva appena udito. L’iniziale preoccupazione scemò subito, lasciando spazio ad una grande rabbia. 
<< Ei piccolaa dimmi. >> parlò il padre, dopo aver preso il telefono. 
<< Papà sei ubriaco. >> lo accusò la ragazza. 
<< Ma no, abbiamo solo bevuto un goccino. >> provò a giustificarsi l’uomo. 
<< Più di uno. >> urlò la voce di Persefone, << Avanti riattacca. >> disse poi a voce più bassa, ma ugualmente udibile. 
All’uomo scappò un gemito di piacere,
<< Bianca scus… >>
<< Fottiti. >> disse la ragazza richiudendo la chiamata. 

Bianca si buttò all’indietro gettando via il telefono, che andò a cozzare contro il muro della parete, riducendosi in mille pezzi. 
<< Che bastardo, giuro che appena torna gli spacco la faccia. >> esclamò Nico, furente di rabbia. 
<< No Nico, la colpa è di quella troia… Si sta approfittando di lui, in un momento di debolezza. >>
<< Cosa? Ora lo difendi? >> l’accusò indignato il ragazzo. 
<< Assolutamente, soltanto prova per un secondo a metterti nei suoi panni. Si è ritrovato con due figli da accudire da un giorno all’altro, ha perso la donna che amava… Sai non tutti reagiscono al dolore nella stessa maniera. >> spiegò.
Nico rimase colpito da quelle parole, sua sorella aveva ragione… Da quando Maria era morta, neanche per un attimo aveva provato a mettersi al posto di suo padre, troppo logorato dal dolore. Eppure doveva ammettere che in parte il suo comportamento poteva esser giustificato… ma solo in parte. 
<< Ora dormiamo, ne riparleremo domani. >> concluse la ragazza, cercando invano di riprendere sonno. 











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La mattina dopo i due ragazzi furono svegliati dal profumo della cioccolata calda.
Nico fu il primo ad aprire gli occhi, attirato da quell’odore che tanto amava.
Ai piedi del letto qualcuno aveva adagiato un vassoio dove, oltre alla cioccolata, erano stati sistemati, pancake allo sciroppo d’acero e croissant alla vaniglia. Quel che però colpì il ragazzo, fu un vasetto con dentro una calla bianca… il fiore preferito di sua madre.
Nico la prese rigirandosela tra le mani, mentre Bianca a sua volta si destava stuzzicata da quel dolce aroma.
<< Chi lo ho portato? >> domandò incredula.
<< Penso papà. >> rispose il ragazzo, adagiando il vassoio sulle ginocchia. 
<< Guarda c’è un biglietto. >> esclamò la ragazza, dopo aver alzato la caraffa colma di cioccolata fumante.
Il moro lo aprì e lesse a voce alta:
- Vi chiedo scusa per ieri sera, nella speranza di farmi perdonare vi aspetto nel boschetto. -
<< Mangiamo e andiamo allora. >> esclamò Nico, richiudendo il biglietto e avventandosi sul cornetto.
Bianca annui speranzosa di poter salvare la situazione. 
<< Non voglio fare la parte dell’uccello del malaugurio, ma se ci fosse anche lei? >> chiese tra un sorso e l’altro il moro. 
<< Potresti riconsiderare tutto quello che ti ho detto su papà, e portare avanti la teoria del coglione irrecuperabile. >> 










Un ora dopo i due fratelli erano nel boschetto, dove da piccoli si divertivano a giocare a nascondino.
Quella mattina il sole splendeva alto nel cielo, l’aria carica del profumo dei fiori appena sbocciati, deliziava Bianca, e faceva starnutire il povero Nico. 
Ade si trovava vicino alla grande altalena, nostalgico, toccava le corde intrecciate di fiori, sistemati lì anni addietro da sua moglie. 
Inevitabile il ricordo si affacciò alla mente di Nico;  suo padre che spingeva Maria, i lunghi capelli al vento, la gonna fluttuante, il suono candido della sua risata che si univa al docile canto degli uccellini. 
Anche Bianca pareva essere tornata indietro nel tempo, trasportata dai ricordi; un singhiozzò le sfuggì infatti dalla bocca.
Attirato dal suono, Ade si voltò di scatto;
<< Ehi ragazzi, son contento che siate venuti. >> esclamò allontanandosi dall’altalena, sorridendo appena. 
Cercava sempre di reprimere i suoi sentimenti, ma non vi riusciva mai appieno. Anche in quel momento colto sul fatto, cercava di alleggerire la situazione sorridendo. Un sorriso così falso, che rendeva i suoi occhi ancora più tristi. 
<< Ci tenevo a scusarmi con voi… mi son comportato in manie… >>
<< Come un coglione. >> lo interruppe Bianca.
L’uomo si zittì. Per un attimo Nico temette il peggio, ma poi Ade abbassò il capo mesto,
<< Esatto sono stato proprio un coglione. >> 

Bianca sorrise di rimando al fratello, poi entrambi si avvicinarono all’uomo e lo abbracciarono. 

<< Smettila di fingere con noi, pensi che non capiamo cosa tu stia passando? >> lo rimbeccò la figlia, mentre affogava le lacrime stretta al suo petto. 
<< Sfogati quanto vuoi con noi papà, ma non comportarti più da idiota. >> gli fece eco Nico.
<< Grazie ragazzi, davvero. >> sussurrò l’uomo, abbandonandosi anche lui alle lacrime.
I tre trascorsero il resto della mattina a passeggiare tra il verde, richiamando alla mente i momenti felici ormai andati. Piansero, risero, si schizzarono l’acqua della fontana… 
Tutto proseguì con calma e serenità, fino a quando il cellulare dell’uomo squillò,
<< Devi proprio rispondere? >> domandò Bianca, mentre tutti e tre erano distesi a cercare di dare una forma alle nuvole. 
<< Si, un secondo e torno. >> esclamò l’uomo allontanandosi. 
Nico e Bianca rimasero allungati uno accanto all’altro, 
<< Guarda, quella assomiglia ad un arco. >> disse la ragazza, indicando una nuvola. 
Il ragazzo però non rispose, perso nei suoi pensieri,
<< Nico, ci sei? >> lo chiamò la sorella. 
<< Si scusa, e solo che… >>
<< Che? >>
<< C’è qualcosa che avrei voluto dire a mamma prima che se andasse… >> ammise con tono grave. 
Bianca si alzò su un gomito,
<< Cosa? >> domandò curiosa. 
Il ragazzo chiuse gli occhi, 
- Era sicuro di quel che stava per dire? 
<< I-io… >> 
<< Ragazzi. >> li chiamò in quel momento Ade, interrompendoli. << Sarà meglio che rientri, Persefone viene a pranzo da noi. >>
Nico scattò in piedi, non poteva credere alle proprie orecchie.
<< Papà come hai potuto invitarla? >> 
<< Nico io…  >>
<< Non lo capisci? Non possiamo sopportarla, vederla accanto a te, dove fino a poco fa c’era mamma. >> 
<< Non potete fare un piccolo sforzo e comprendere che ho voglia di rifarmi una vita? >>
<< Si padre, e ne hai tutto il diritto. >> intervenne Bianca. << Ma non dopo una settimana. >> 
L’uomo sorrise amaramente,
<< Perché adesso dovete rovinare tutto? >> 
<< Nessuno sta facendo niente papà. Sei tu quello che ha appena mandato tutto all’aria per una donna conosciuta da qualche giorno. >>
<< Ah questa è bella poi, pensate davvero che Persefone sia un rimpiazzo preso per strada? Sono anni che… >> Ade si bloccò mortificato, come se solo in quel momento si fosse reso realmente conto di quel che aveva detto.
<< Anni? >> sibilò Nico a denti stretti. << Tradivi la mamma mentre stava morendo, con quella puttana? >> 
Ade scosse il capo sconsolato.
<< Vostra madre è morta, fatevene una ragione e lasciatemi in pace, per favore. >> esclamò risoluto, incamminandosi a passo spedito verso casa. 
<< Quindi scegli lei? Vigliacco, sei solo un vigliacco. >> gli gridò dietro Nico facendo per rincorrerlo, ma Bianca lo trattene di forza, 
<< Fermo, non scendere al suo livello. >> 
<<  Come puoi chiedermi di mantenere la calma, dopo quel che ha fatto? >> 
<< Ce ne andremo Nico. >> 
<< Cosa? >>
<< Hai capito bene, tra quattro giorni sarò maggiorenne, prenderemo i soldi dei risparmi e rinizieremo da qualche altra parte. >>
Quella notizia parve avere un effetto calmante sul ragazzo, 
<< E dove andremo? >>
<< Non lo so, ma non intendo passare un giorno di più con quei due. >> 
<< Conta pure su di me. >> 
Bianca abbracciò il fratello, 
<< E’ riuscito nuovamente a rovinare tutto. >>
<< Passerà, passa sempre. Me l’hai insegnato tu no? >> 
<< Si, e lo faremo passare insieme. >> 





Continua…

 
  
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