Anime & Manga > Project K
Segui la storia  |       
Autore: Midnight Writer    09/07/2016    2 recensioni
Dal testo:
"Sin dal primo momento in cui aveva incrociato quei suoi occhi blu il mondo si era fermato, e ancora ogni volta che gli capitava di osservare quei lineamenti così particolari che caratterizzavano il suo amico gli pareva che il tempo si dilatasse, quasi come se gli venisse concessa la grazia di stare lì a contemplarlo per attimi eterni e insieme struggersi nel pensare i suoi sentimenti non ricambiati."
[MiSaru/SaruMi] [What if?]
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Fushimi Saruhiko, Misaki Yata
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
"M'illumino 
Di immenso. 
Con un breve
Moto 
Di sguardo." 
                                                                          Giuseppe Ungaretti - Mattina 
-
"Due mani che si cercano sono l'essenza di tutto il domani"
                                                                          Andrè Breton 



Quella notte Misaki non aveva fatto che immaginare idilliaci scenari tratti da quei film romantici che sua madre lo costringeva a vedere e che tanto pareva odiare quanto desiderare fare di quella perfetta finzione la sua meravigliosa realtà. Ogni sentimentalismo che la sua mente elaborava era inevitabilmente seguito da moti di vergogna e umiliazione: era profondamente convinto che il motivo per cui Saruhiko gli aveva fatto quella proposta corrispondesse perfettamente a quanto dichiarava; non aveva secondi fini e non provava per Misaki sentimenti differenti da una neonata amicizia.
Arrivò la mattina a scuola con delle evidenti occhiaie nate dalla precedente notte in bianco e con un'espressione così cupa da far persino dubitare che il solare ragazzetto del giorno prima e quello che quella mattina era sceso dal letto fossero la medesima persona.
"Buongiorno Misaki." Gli fece Saruhiko con lo stesso tono di sempre e girandosi verso di lui in maniera appena sufficiente per guardarlo.
L'espressione sul viso del rosso cambiò all'istante, e la sua faccia stessa parve riprendere colorito: Saruhiko l'aveva guardato, quei suoi profondissimi occhi blu avevano incrociato i suoi, seppur per qualche secondo. Un sorriso si fece strada sulla bocca del rosso, il quale non gli ricordò nemmeno la sua riluttanza a sentire il suo nome pronunciato, poiché quel nome che tanto odiava se pronunciato dalla voce di Saruhiko aveva un suono così mellifluo che avrebbe voluto udirlo per sempre.
"Senti, Saru... ma i fidanzati... cos'è che fanno?" Chiese dubbioso durante l'intervallo. Il moro tirò fuori dal suo zaino una grossa quantità di manga per ragazzine, ma Misaki era sempre stato un tantino lento di comprendonio, quindi non ne capì lo scopo
"Non avrai intenzione di mangiarli spero!"
"Ovviamente no, idiota." Aggiunse per poi spiegargli che dopo la scuola aveva passato il suo temo a leggere quella roba, così da comprendere come far esercitare il rosso
"E il tuo pranzo?" Chiese allora Misaki speranzoso.
"Non ci entrava." 
I suoi occhi allora si illuminarono; era stato quasi come se se lo fosse sentito: la sera prima ci aveva messo corpo e anima per preparare il più delizioso pranzo che potesse riuscirgli, sia dal punto di vista del gusto che da quello della presentazione, che sarebbe stato destinato a Saruhiko.
Glielo diede, e il moro rimase un tantino perplesso e chiese chi fosse stato il cuoco
"Io stesso" rispose Misaki orgoglioso "ho cercato di preparare le cose che piacciono a te e di decorarlo in maniera carina." 
"E perché l'hai fatto?" Gli chiese l'altro di rimando
"Be'... mi sembrava una cosa carina e una cosa che due fidanzati potrebbero fare... o forse in realtà mi andava e basta: se è per Saru mi va bene impegnarmi in cucina." Disse con gli occhi bassi e le gote rosse, per poi alzare subito lo sguardo nel suo solito sorriso disinvolto. Ebbe quasi la sensazione che Saruhiko fosse arrossito per un attimo, ma pensó che dovesse essere solo frutto della sua immaginazione, o dei suoi desideri.
Durante il loro pranzo ogni tanto Saruhiko apriva questo o quel fumetto per mostrargli le attività che la coppia di turno svolgeva, ma Misaki rimase annoiato da ognuna di quelle: provava a costruire lo scenario con una ragazza accanto a lui e si accorgeva che ognuna delle attività che vedeva gli pareva semplicemente noiosa e un incredibile spreco di tempo. I suoi occhi però si illuminarono quando, in una di quelle pagine, era raffigurato un parco divertimenti. Subito si alzò dalla sedia e indicò con decisione quella pagina 
“Questo! Questo mi piace! Facciamolo!" 
“D'accordo.” Rispose il moro con la sua indifferenza di sempre, al che l'altro si pietrificò per un attimo, facendo calare tra i due un silenzio molto imbarazzante, che decise impacciatamente di rompere
“Allora... Che ne dici di oggi dopo la scuola?” 
“Okay.” 
Non ebbe nemmeno il tempo di preoccuparsi del tono della risposta di Saruhiko poiché subito dopo suonò la campanella e le lezioni ripresero il loro corso.
Non ci fu verso di far sì che il rosso ascoltasse una sola parola di esse, agitato ed emozionato com'era di passare del tempo con il moro: avrebbe voluto che quelle ore potessero volare via in un solo schiocco di dita , ma si sentiva più come se dovesse essere lui stesso a spingere quelle lancette che risultavano così pesanti.
Un'eternità dopo finalmente le lezioni finirono, e solo allora a Misaki venne un dubbio 
“Ma ci sono parchi divertimenti qui vicino?” 
Saruhiko si sistemò gli occhiali e sbuffò con fare rassegnato e un tantino divertito, per poi spiegare a Misaki dove si trovava quello più vicino, che poi vicino non era affatto: dovettero infatti passare una mezz'ora abbondante sulla metro.
Non appena si sedettero nel vagone e il treno iniziò a muoversi, Misaki si sentì come cullato dal costante e sommesso rumore che il mezzo faceva sulle rotaie, e tutta la stanchezza data dalla giornata appena trascorsa e dalla notte pretendete parve piombargli addosso, appesantendogli le palpebre e facendolo piombare nel sonno in un batter d'occhio. Non appena arrivarono all'ingresso gli occhi del rosso parvero iniziare a luccicare e la sua espressione divenne quella di infantile e ingenua felicità che solitamente si vede sulle facce dei bambini. Si girò e prese il polso dell'amico saltellando e dicendo
“Dai Saru, entriamo!” 
Il moro non se lo fece ripetere due volte e si lascio trasportare dall'allegria di Misaki, che lo trascinò in lungo e in largo a provare le giostre più disparate e a mangiare zucchero filato e hot dogs. 
Era arrivata la sera e ormai si era fatto buio, quindi Misaki pensò che fosse una buona idea fare un giro sul,a ruota panoramica. Fece per prendere il polso del suo amico, ma una volta serrate le dita si accorse di non star stringendo il suo polso, bensì la sua elegante mano; esplorò in pochissimo il suo palmo e dorso ossuto e magro e le sue dita affusolate: sembravano proprio le mani di un pianista, si disse. Si rese però conto poco dopo di ciò che stava facendo e mollò in un istante la presa con il volto rosso come la fiamma che sentiva ardere sotto la sua pelle. 
Nessuno dei due disse nulla.
Quando la ruota panoramica stava per raggiungere il punto più alto Misaki si sentì sfiorare la mano, prima cautamente e con un contatto pressoché inesistente, poi sempre più vicine, poi i mignoli accavallati e pian piano, sotto lo sguardo teso del rosso, il moro aveva poggiato tutta la sua mano su quella di Misaki, e adesso con il pollice quasi accarezzava la mano che stava stringendo con una delicatezza di cui il rosso lo scoprì per la prima volta capace. Misaki rimase pietrificato per un po', finché non chiese un impacciato 
“Che fai?” 
Al quale ebbe una risposta calma e pacata, senza però venir guardato da quegli occhi che tanto amava, tanto erano intenti ad osservare il vuoto
“Mi sembrava molto una cosa da fidanzati... E poi non era stato male quando mi avevi preso la mano per sbaglio prima. Che c'è, ti dispiace?”
“N-no...” Rispose il rosso “se è con te mi va bene tenerci per mano, anche se sentirò caldo e tu avrai la febbre, o anche se io avrò freddo e tu avrai la mano congelata, P anche se avrai la mano sudata, o anche se dovesse tremare. Se è la tua di mano mi va bene qualsiasi cosa.” 
Si perse subito dopo nei suoi pensieri; con la mano di Saruhiko sulla sua tutto gli pareva così distante e irrilevante: si sentiva come se con la forza del calore che il moro gli trasmetteva avesse potuto proteggerli da ogni male del mondo; pensò anche che forse Saruhiko provava qualcosa di più per Misaki... 
Misaki era sempre stato un sognatore; si era sempre illuso che la vita potesse offrirgli qualcosa di buono, ma inevitabilmente il tempo aveva portato con sé la sua disillusione; aveva giurato di non illudersi mai più su nulla, ma sentiva che stavolta ne valeva la pena, quindi decise di illudersi ancora. 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Project K / Vai alla pagina dell'autore: Midnight Writer