Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
Ricorda la storia  |      
Autore: borndumb3dumber    10/07/2016    2 recensioni
|YoonMin|
Poteva, a pensarci, fare dietro front e raggiungere nuovamente i suoi amici, ordinare un'altra birra e lasciare che anche il suo corpo si rilassasse al ritmo incessante del battito del suo cuore.
Non è questo che, però, Yoongi fece.
[...]
Yoongi alzò le spalle «Voglio sapere come hai fatto»
Il giovane rise un poco, non ancora certo se per la richiesta o perché trovava il ragazzo "ciliegia" carino in quell'espressione leggermente arcigna.
«Un mago non rivela mai i suoi segreti»
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Min Yoongi/ Suga, Park Jimin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 Dedicato ad una persona speciale ♥
 

 
"We are still young and immature, don’t even worry about it
If you can’t return, go straight through your mistakes and forget them all
NEVER MIND it’s not easy but engrave it onto your chest
If you feel like you’re going to crash then accelerate more, you idiot”
 
Non riusciva a crederci. 
Erano troppo private quelle parole, per lui, da non toccare le labbra di nessuno se non le pagine sgualcite di un vecchio quaderno costellato di scritte. Le aveva riportate solo una volta, sul quel quaderno, in un angolo di traverso e con una penna dalla punta sottile ma decisa, in grado di perdurare nel tempo ma al contempo da non destare troppe attenzioni agli occhi estranei di qualche curioso. 
Aveva intenzione di costruirci attorno, comporre l’ennesima canzone che non avrebbe mai realmente portato fuori dalla sua testa o condiviso con qualcuno che non fosse il suo quaderno.
Come faceva quindi, quel ragazzo improvvisato mago, a ripetere il suo amato e geloso mai condiviso pensiero con una tale sicurezza e presunzione? 
Yoongi davvero non riusciva a crederci. 
La gente intorno a lui si era ammutolita, per lo sguardo incredulo del ragazzo o per l’atmosfera del momento davvero non era in grado di dirlo. Guardava semplicemente il giovane sul piccolo palco di fronte a lui con uno sguardo di ghiaccio fissato prepotentemente nei suoi bei occhi marroni che tradivano un tremore.
Non poteva aver indovinato, non poteva davvero. Il suo stesso corpo tradiva questa rivelazione.
Mezz’ora più tardi, il locale era ritornato incessantemente rumoroso per la calca di corpi accaldati dall'alcol che si dimenavano in pista sul ritmo di musica assordante. Nessuno sembrava più ricordare lo spettacolo di magia, né tantomeno pareva curarsi di lui e di questa, a suo parere, truffa; ma i suoi pensieri non percorrevano altra strada che non giungesse al viso fin troppo attraente di quel mago, il ladro dei meandri della sua mente. 
Le parole erano scivolate via dalle sue labbra piene e rosee con una fluidità disarmante e avevano fatto dubitare Yoongi di tutte le sue sicurezze della vita, lo aveva catturato nella sua tela senza che questo se ne rendesse minimamente conto.
Doveva trovarlo, al più presto, affinché la curiosità non lo divorasse fino alle punte dei suoi capelli di un imbarazzante rosa pastello. 
Abbandonò tra i fiumi dell'alcol il gruppo di amici che lo aveva circondato dall'entrata nel locale senza essere notato troppo mentre si allontanava a spintoni tra la folla. Ci mise poco per arrivare nell'antro isolato di una porta color mogano ma malandata che riportava i caratteri consunti della parola "backstage": il mago, così come si era definito, doveva per forza essere lì dentro, ne era certo. Aveva controllato per un tempo infinito la porta del locale in cerca di quella testa scura e non poteva ammettere a se stesso l'idea di non essersi reso conto del suo passaggio. 
Yoongi si permise di non bussare e aprì la porta applicando la forza necessaria ad abbassare la maniglia arrugginita, per chiudere poi il prima possibile la musica ormai nauseante fuori da quella stanza.
Puzzava di chiuso e di deodorante, ma anche della speranza dei giovani che attendevano di esibirsi nel locale rinomato in cui si trovava. Non era esattamente il genere di posti in cui Yoongi gioiva stare, preferiva luoghi silenziosi e che stimolassero la sua mente; ma quella sera, trascinato a forza dai suoi amici e troppo pigro per protestare a lungo, si era abbandonato alla loro volontà.
Oltre al danno, anche la beffa, pensò allora.
Il camerino era piccolo e piuttosto angusto, con arredamenti scarni costituiti da un tavolo per i trucchi di scena e un grande specchio posto su di esso, oltre qualche appendiabiti sparso di tanto in tanto. 
Il giovane mago sostava seduto sulla sedia a dondolare di fronte allo specchio, i piedi stesi sul tavolo di fronte a lui e gli occhi fissi sul cellulare nelle sue mani, dal quale il filo bianco di un paio di cuffie raggiungeva le sue orecchie. 
Non si era accorto dell'arrivo di Yoongi e questo fece sentire il ragazzo meno in imbarazzo nell'aver deciso di agire in questo modo. Poteva, a pensarci, fare dietro front e raggiungere nuovamente i suoi amici, ordinare un'altra birra e lasciare che anche il suo corpo si rilassasse al ritmo incessante del battito del suo cuore. 
Non è questo che, però, Yoongi fece. 
Voleva sapere, e la curiosità non poteva non essere soddisfatta per quella che era la sua filosofia. 
“L’unico modo per liberarsi di un desiderio è cedervi”, diceva Oscar Wilde, e Yoongi non sempre condivideva. Questa volta, tuttavia, voleva cedere al desiderio di conoscenza, a qualsiasi prezzo gli si fosse presentata davanti.
Si avvicinò titubante alla figura minuta del mago e si prese qualche secondo per osservare come i pantaloni che indossava, strappati leggermente sulle cosce, gliele fasciassero come se fossero stati inventati unicamente per lui. Yoongi constatò quanto fosse assurda la natura dei suoi pensieri e tossì rumoroso per annunciare la sua presenza alle spalle dell'altro ragazzo. 
Jimin, il giovane, come catapultato in una scomoda realtà, abbandonò la sua posizione per alzarsi in fretta e senza cautela, rovesciando per poco una boccetta di profumo impolverato.
Era la sua prima sera davanti ad un pubblico così vasto e disinteressato e questo lo aveva infastidito. Al contempo sapeva che era questione di soldi e di esercitarsi, aveva fatto un profondo respiro e proseguito il suo numero. Con qualche piccola aggiunta, doveva ammetterlo.
Avendolo ormai riconosciuto, osservava ad occhi spalancati i capelli rosa del più grande, una delle cuffie oramai penzoloni sulla sua spalla. Estrasse anche l'altra e le piegò in malo modo per inserirle nella tasca dei suoi pantaloni neri. 
«Che ci fai qui?» aveva chiesto il giovane, deglutendo a fatica perché  impreparato dalla successione degli eventi. 
Yoongi alzò le spalle «Voglio sapere come hai fatto»
Il giovane rise un poco, non ancora certo se per la richiesta o perché trovava il ragazzo "ciliegia" carino in quell'espressione leggermente arcigna. 
«Un mago non rivela mai i suoi segreti»
Afferrò di fretta la sua giacca dalla sedia per dirigersi alla porta del camerino: la musica ritornò prepotente alle orecchie di entrambi e Yoongi si lasciò intontire per un secondo prima di raggiungere il giovane. 
Si trovarono fuori dal locale in pochi passi, in un vicolo il cui odore non solleticava piacevolmente le loro narici. 
«Ehi! Dico davvero» tentò nuovamente Yoongi, afferrando il mago per la manica del giacchetto nero infilato nel tragitto fino all'uscita. Un'aria leggermente fredda lo raggiunse e si tirò indietro, sperando di aver portato la sua giacca con sé. Il freddo non lo aiutava a concentrarsi. 
«Non lo dubito, ma neanche io»
Yoongi si era sentito vulnerabile alla rivelazione di quelle parole davanti a tutti i suoi amici e non poteva sopportare un rifiuto da un ragazzino che giocava a fare il mago. 
«Non ho intenzione di credere che tu sia davvero un veggente, quindi è meglio che parli» 
Il giovane si voltò finalmente ad osservarlo, realmente indeciso se dare parola ai suoi attuali pensieri. 
«Come posso convincerti?» era tutto quello che aveva da offrirgli. 
«Fallo ancora, ma questa volta ti farò io una domanda» rispose Yoongi risoluto, le braccia magre incrociate sul petto con fare perentorio. 
«E cosa ci guadagno?»
Il più grande sembrò pensarci su per qualche istante, cercando di trovare un compromesso che valesse la pena di essere preso in considerazione.
«Se la tua risposta sarà corretta, ti darò tutti i soldi che possiedo con me in questo istante»
La risposta sembrò allettare Jimin. Erano pur sempre soldi e lui, come chiunque d'altronde, ne aveva bisogno. 
Ma sapeva anche che la sua, quella sera, era stata in parte frutto di grande fortuna: non era previsto nel suo spettacolo il numero con il quale aveva stupito il ragazzo dai capelli rosa che trovava tanto attraente. Vedendolo tra la folla, tuttavia, non aveva resistito nel recitare le parole che aveva letto per sbaglio da uno dei suoi quaderni, in un coffee shop, pochi giorni addietro. 
Yoongi era stato troppo distratto da una chiamata per accorgersi che il più giovane aveva fatto cadere la pila di libri lasciata malamente sul tavolo, permettendo a Jimin di trovare il quaderno a lui prezioso aperto sul pavimento proprio nella pagina in cui aveva trascritto, in piccolo, quelle frasi. 
Non voleva davvero farsi gli affari suoi, si era sentito già abbastanza stupido per non essere riuscito a levargli gli occhi di dosso dal suo tavolo nonostante avrebbe dovuto pensare ai trucchi del suo prossimo spettacolo. Lo trovava bello, stranamente interessante per quei capelli di un rosa improponibile e lo sguardo gli era semplicemente caduto sulle parole a bordo pagina senza che lui volesse leggerle. 
«Quanti ne hai?»
Ciò che gli interessava, a questo punto, non erano più i soldi, perché un'idea irresistibile gli si stava formando nella mente senza che potesse sottrarsi dall'eseguirla.
Il ragazzo di fronte a lui lo lasciò perplesso e lo catapultò nuovamente nell'indecisione quando disse:
«È questa la domanda che voglio farti»
Il giovane non sapeva più se continuare questo gioco. Indovinare la quantità monetaria che il ragazzo possedeva non doveva per nulla essere semplice. 
Cosa aveva però da perdere? 
«D'accordo. Ma voglio anche rivederti in cambio della mia risposta corretta»
A Yoongi non importava poi così tanto, forse per l'alcol che gli scorreva in corpo o forse per l'aria fredda che non lo faceva concentrare. Guardò il ragazzo di fronte a sé lasciando che le sensazioni solleticanti della proposta lo confondessero. Avrebbe voluto prendere a pugni il mago per la sua insolenza ma al contempo sapeva, in qualche modo e per qualche motivo che non voleva conoscere, che non sarebbe mai riuscito a torcergli un capello.
Yoongi aspettò una decina di secondi, in una spira di emozioni che cercava di controllare senza risultato, trovandosi ad annuire con il capo prima che potesse rendersene conto. 
Jimin sentii un formicolio nello stomaco, non aspettandosi per nulla al mondo che il ragazzo Ciliegia potesse accettare, e ormai sopraffatto dal desiderio quasi disperato di poter dare una risposta giusta.
«Allora?» lo incitò Yoongi, esausto di dover mantenere lo sguardo tagliente e improvvisamente passionale del più giovane, svegliandolo come da una trance. Il mago annuì a sua volta, respirando rumorosamente nel frattempo che la sua mente correva confusa in un mare di numeri, in cerca di quello giusto.
 
Alla fine, dopo un interminabile istante di agonia, Jimin sospirò debolmente un numero che trovasse quantomeno adatto.
 
Sbagliò la risposta.

Yoongi ghignò, facendo sudare freddo il più piccolo. Ma poi, preso da un profondo desiderio per cui non sapeva spiegare perché lo assecondasse, infilò la mano destra nella tasca del suo jeans e, abilmente, prese il numero di banconote identiche che raggiungevano la cifra esatta.
 
Le mostrò scuotendo la testa fintamente incredulo al giovane che stropicciò gli occhi.
Forse poteva davvero dedicarsi alla veggenza, pensò Jimin.

In fondo, non bisogna essere per forza un mago per avere un segreto, pensò invece Yoongi. 
E il suo era voler rivedere Jimin, a qualsiasi prezzo. 







 
Yayyy, avevo questa one shot in cantiere da un po' e non riesco a non farmi prudere le mani :') Sto ancora pensando al modo in cui Yoongi guarda Jimin nella gif all'inizio maaaa passiamo oltre.
Spero che questa sciocchezzuola possa esservi un pochino piaciuta! E approfitto di questo spazietto per farmi pubblicità e consigliarvi la lettura della storia che ho in corso su Jin "Cutting Eyeteeth On Life"
(:
Baci ♥
                                                                                                                                                           
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS) / Vai alla pagina dell'autore: borndumb3dumber