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Autore: NekoKya    10/07/2016    1 recensioni
Erano passati ormai tredici anni dalla fine della quarta grande guerra ninja e la vita degli abitanti di Konoha trascorreva serena. Gli eroi di quella guerra erano cresciuti e maturati durante gli anni di pace, alcuni avevano trovato l’amore e si erano creati una famiglia. Naruto Uzumaki era diventato il settimo Hokage, preceduto dal suo fidato amico, un tempo maestro, Kakashi Hatake che aveva aspettato pazientemente la sua nomina.
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Clan Hyuuga, Clan Uchiha, Clan Uzumaki | Coppie: Kiba/Hinata, Naruto/Sakura, Sai/Ino, Sasuke/Karin, Shikamaru/Temari
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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Hokage-sama daisuki!♥





Era una tiepida giornata estiva nel paese della foglia. Erano passati ormai tredici anni dalla fine della quarta grande guerra ninja e la vita degli abitanti di Konoha trascorreva serena. Gli eroi di quella guerra erano cresciuti e maturati durante gli anni di pace, alcuni avevano trovato l’amore e si erano creati una famiglia. Naruto Uzumaki era diventato il settimo Hokage, preceduto dal suo fidato amico, un tempo maestro, Kakashi Hatake che aveva aspettato pazientemente la sua nomina.
Hinata Inuzuka stava uscendo dalla residenza del suo clan, il padre la stava allenando personalmente per poterle permettere di prendere il suo posto come capo della famiglia. Tuttavia non aveva onorato la promessa di trovare un marito tra le cerchie consigliate da Hiashi, questo aveva portato a un conflitto tra lei e il padre, il quale era stato risolto solo grazie alla proposta della giovane donna, la quale prometteva di trasferirsi nella residenza Hyuga con la sua famiglia non appena fosse diventata capo clan.
La tensione era sempre al massimo durante le visite della giovane Inuzuka, nonostante il padre l’avesse accettata non poteva certo non sentirla. Tuttavia aveva promesso a se stessa che la morte del cugino non sarebbe stata vana, lei sarebbe diventata più forte e l’avrebbe reso orgoglioso.
Lo faceva per lui ma soprattutto per se stessa.
«Okaasan!» la voce squillante della figlia di appena 6 anni la fece sobbalzare.
«Aiko!» la salutò sorridendole dolcemente mentre la bambina le abbracciava la vita stringendola forte.
A guardarla era identica alla madre, esile, dai capelli corvini e gli occhi perlati, se non fosse stato per i due triangoli rosso fuoco che risaltavano spaventosamente sulla sua carnagione chiara tutti l’avrebbero riconosciuta come una Hyuga.
«Credevo che ti avessero sequestrata» osservò sarcastico Kiba facendole la tipica occhiata di rimprovero che le rivolgeva ormai da anni.
Non era cambiato molto da quando aveva 16 anni, se non per i lineamenti più adulti e un pizzetto poco pronunciato che lo rendeva più affascinante, almeno secondo Hinata.
«Sai com’è fatto mio padre… ma non credevo che mi steste aspettando» rispose sorpresa.
Hinata era rimasta quasi immutata dal tempo, il viso dai lineamenti dolci e delicati facevano quasi pensare che non avesse 28 anni ma che fosse rimasta all’adolescenza. I lunghi capelli corvini dalle striature bluastre erano ben legati in una bassa coda di cavallo.
«Aiko ha insistito tanto per venirti a prendere» spiegò dandole un bacio veloce.
«Ne sono felice» con una mano prese quella della figlia mentre con l’altra afferrò il braccio del marito per poi incamminarsi verso casa.
«Okaasan anch’io voglio allenarmi con ojiisan!» esclamò Aiko giocherellando con una ciocca di capelli.
«Non preoccuparti, il nonno non vede l’ora di poterti allenare» ammise scrutando lo sguardo tagliente di Kiba «Ovviamente seguirai l’allenamento con papà come sempre… sarà solo un po’ più impegnativo» aggiunse sorridendo.
«Qualsiasi cosa ti dica quell’uomo… non dimenticare mai che sei un Inuzuka!» precisò fiero mentre Hinata cercava di mantenere il sorriso sempre meno convinta.
«Kiba-kun…» mormorò trattenendo un sospiro «Non preoccuparti, andrà bene» lo rassicurò.
Non rispose ma fece un cenno col viso, segno che era meglio non proseguire la discussione.
«Otosan e ojiisan si odiano» rifletté ad alta voce sorprendendoli.
«Che dici tesoro… io e tuo nonno abbiamo qualche problema a stare nella stessa stanza non lo nego… ma non ci odiamo» cercò di riparare sotto lo sguardo stranamente divertito della moglie.
«Otosan quando dici le bugie ti diventano le orecchie rosse» osservò ingenuamente sotto lo sguardo allibito di lui.
«Aiko… basta mettere in difficoltà il papà» si intromise Hinata trattenendo una risata.
«Scusa otosan» mormorò timidamente.
«Non preoccuparti, non mi hai messo in difficoltà» mentì sorridendole.
Passeggiarono per le vie del villaggio, finché Kiba non si fermò di colpo.
«Qualcosa non va?» chiese premurosa la moglie.
«Mi sono completamente dimenticato che ho una faccenda importante da risolvere con Shino… mi ucciderà lo so» spiegò trattenendo un sospiro.
«Ti avevo scritto gli impegni sulla bacheca della cucina… pensavo che ti sarebbe stata utile» osservò dispiaciuta.
«Non è colpa tua se hai sposato un uomo distratto» ridacchiò facendola sorridere «Ci vediamo più tardi… controlla che Akamaru abbia terminato il suo eterno riposino, non c’è stato verso di portarlo con me» commentò prima di darle un bacio a fior di labbra.
«Anche lui sta invecchiando infondo» lo prese in giro arrossendo un po’ per l’effusione in pubblico.
Non commentò la punzecchiata affettuosa di lei, anzi, si rivolse alla figlia «A dopo principessina» la salutò dandole un bacio veloce sulla fronte prima di andarsene.
«A dopo!» lo salutò sventolando la mano in aria con un po’ troppa energia.
Hinata si portò la mano libera sotto il mento e rifletté ad alta voce «Ora che ci penso… dov’è hai lasciato Simba?» si riferiva al cucciolo di Aiko, un cagnolino nero dalla punta del muso bianca, preso direttamente dalla cucciolata di Akamaru. (Si capisce che non è stato lui a partorire vero? xD NDA)
«Dorme anche lui con Aka-chan» rispose.
«Capisco…» pensò che forse più che vecchiaia la sua era solo pigrizia.
Improvvisamente la stretta della mano di Aiko si fece più accentuata e sentì la gonna tirare. Si voltò a controllare e vide la bambina arrossire e nascondersi dietro di lei.
«Aiko cosa c’è?» chiese divertita dallo strano comportamento.
«Buongiorno Hinata» la voce del settimo Hokage la fece sobbalzare.
Naruto Uzumaki, 28 anni, le stava di fronte. I capelli biondi sempre sbarazzini e gli occhi azzurro cielo luminosi, i lineamenti più marcati e la sorprendente differenza d’altezza unito a un fisico più tonico mostravano il suo passaggio all’età adulta.
«Buongiorno Naruto-kun» salutò sorridendo «Akane-chan…. Hajime-kun» si rivolse ai figli di lui.
Akane era la figlia maggiore, 10 anni, aveva gli occhi azzurri pagliuzzati di verde e i capelli lisci rosso fuoco, ma il viso era identico a quello della madre.
Hajime, il figlio minore, aveva un anno in più di Aiko, i capelli biondo cenere sbarazzini come il padre e gli occhi verde acqua della madre.
«Signora Inuzuka buongiorno» risposero in coro, la prima sorridendo raggiante, il secondo abbassando lo sguardo in evidente disagio.
«Ehi, non si saluta?» disse scherzosamente rivolgendosi alla figlia.
Naruto si sporse in avanti per capire a chi si stesse rivolgendo, poi si illuminò «Aiko-chan non ti avevo vista’ttebayo!» esclamò sorridendole.
In tutta risposta si fece ancora più rossa e cercò disperatamente di nascondersi dietro la madre.
«Sempre la stessa storia… mi dispiace Naruto-kun» si scusò ormai rassegnatasi.
«Beh infondo è tua figlia» osservò divertito portandosi una mano dietro la testa. Hinata ridacchiò di rimando nonostante sapesse perfettamente che Aiko in realtà era espansiva e chiacchierona.
Si misero a parlare tra loro, Akane colse l’occasione per spostarsi vicino alla piccola Inuzuka.
«Aiko-chan ti ho trovata!» disse divertita dall’espressione imbarazzata della poverina.
«Ciao Akane-senpai» sussurrò piano sorridendole.
«Perché ti nascondi sempre da noi?» chiese curiosa.
«Non mi nascondo da voi… cioè…» iniziò a balbettare freneticamente scaturendo le risate dalla sua interlocutrice.
«Sei buffa!» la fermò accarezzandole la testa.
Akane adorava i bambini, nonostante lo fosse lei stessa, da grande sognava di avere un proprio team, non vedendo l’ora di essere chiamata “Sensei”.
«Neesan non lasciarmi da solo» si lamentò Hajime afferrandole i calzoncini della divisa.
«Ero a pochi passi da te Haji-chan e poi eri vicino a otosan» precisò dandogli un buffetto affettuoso sulla testa.
«Tsk» mise un piccolo broncio, continuando però a stringere il lembo di stoffa tra le dita.
«Dev’essere bello avere un fratellino» commentò Aiko osservandoli.
Hajime si limitò a fissarla con un espressione solenne mentre Akane annuiva energicamente «Mi piace il mio brontolone» esclamò pizzicando le guance a quest’ultimo sotto le sue proteste.
«Oneesan!» mugugnò tentando di liberarsi, evidentemente irritato.
«Anch’io voglio un fratellino!» disse a voce alta facendo sobbalzare Hinata.
«Sentito?» ridacchiò l’Hokage «Sarà meglio che Kiba si dia da fare» la punzecchiò facendole l’occhiolino.
«Na… Naruto-kun» abbassò lo sguardo mentre il viso le prendeva letteralmente fuoco.
«Hajime-kun però non assomiglia ad Akane-senpai» rifletté ad alta voce «Non sorride spesso e parla poco, si imbarazza facilmente e ha sempre un espressione seria in viso»
La maggiore fece spallucce tenendo d’occhio il più piccolo visibilmente irritato.
«B-beh scusa tanto» commentò acido «Aiko invece sembra una bambola di porcellana!» esclamò convinto di averla offesa.
«Grazie!» rispose contenta, le bambole le erano sempre piaciute.
La fissò stranito per un attimo, la sorpresa aveva preso il posto dell’irritazione «Guarda che non era un complimento, stupida» precisò calmo.
Stavolta era la corvina ad essere nervosa «Non sono stupida!» sbottò.
Akane trattenne un sospiro sconsolato «Basta dai, c’è stato un fraintendimento….»
«Non è vero Hajime mi ha insultato» gonfiò le guance a mo’ di broncio.
«Ma se sei stata tu a iniziare» replicò tranquillamente.
La rossa cercò di riportare la pace senza successo.
«Sapete dicono che i bambini che litigano si piacciono a vicenda» una voce femminile si infilò nella discussione accesa, che era incredibilmente sfuggita a Naruto e Hinata.
«Okaasan!» la salutò la figlia maggiore saltandole al collo.
Sakura Uzumaki era inginocchiata davanti a loro, il camice dell’ospedale le copriva il vestito rosso che indossava e i capelli rosa confetto erano stretti in un alto chignon, non era poi cambiata molto nemmeno lei.
«Aiko non mi piace!» quasi urlò il bambino incrociando le braccia al petto.
La poverina rimase così offesa dalla frase appena udita che si limitò a fargli la linguaccia.
«Hajime sai bene che non bisogna dire cose simili» lo riprese «Lo sai che non è vero» sorrise accarezzandogli i capelli.
Sospirò sonoramente e si voltò verso Aiko, anche se controvoglia «Scusa» borbottò.
«Bravo» annuì contenta.
«Ah, Sakura-chan!» finalmente i due adulti si accorsero della sua presenza.
«Qualcuno si è dimenticato di passare dall’ospedale» osservò fingendo un tono severo mentre si alzava per affiancare il marito che nel frattempo si stata grattando la testa nervosamente in cerca di una scusante.
«Scusa Sakura-san, l’abbiamo trattenuto noi» replicò Hinata sorridendole.
«Tranquilla stavo scherzando» spiegò ricambiando il sorriso.
«Okaasan adesso possiamo andare a prendere il gelato?» si intromise la maggiore afferrando entrambe le mani dei genitori.
«Certo, volete unirvi a noi?» chiese gentilmente notando che la piccola Inuzuka aveva finalmente sorriso.
«No grazie, magari un’altra volta» declinò l’invito con altrettanta cortesia, mentre afferrava la mano della figlia.
«Dobbiamo andare a svegliare Simba e Akamaru» spiegò la bambina.
«Capisco… allora sarà meglio lasciarvi andare» rispose divertita la rosa prendendo la mano di Hajime, il quale era ben felice di andarsene.
Le due famiglie presero strade diverse, separandosi.





«Niichan stai barando!» due vispi occhi rossicci seguivano infastiditi i movimenti del fratello maggiore.
«Sei tu che non riesci a starmi dietro» replicò divertito dall’espressione contrariata dell’altro.
«Otosan dice sempre che solo i codardi barano!» osservò a voce alta cercando di afferrargli i polsi, ma l’evidente differenza d’altezza non gli rese facile il compito «Okaasan! Akira non segue le regole!» urlò per farsi sentire dalla madre.
«Ren cosa c’è? Che hai da urlare a quest’ora del mattino» Karin Uchiha fece scorrere la porta finestra che dava sul giardino di casa, i capelli rossi le arrivavano fino alle spalle, il viso stanco per via del poco sonno era evidente, gli occhiali scuri stretti in una mano.
«Ren non riesce a rubarmi il kunai di mano e questo lo rende suscettibile» lo schernì ghignando divertito.
«Stai usando lo sharingan nonostante sai benissimo che non sono ancora in grado di utilizzarlo, non è giusto Aki-nii» sbottò cercando di saltargli addosso, inutilmente.
«Akira smettila di prendere in giro il tuo fratellino, e Ren cerca di non farti sempre sbeffeggiare… vostro padre vi direbbe parole più confortanti ma ormai al mattino non si trova quasi mai» sbuffò sedendosi sul pavimento di legno.
«Otosan direbbe “Akira, Ren…. L’allenamento è importante e va preso sul serio” e poi si sarebbe unito a noi» commentò Akira tenendo la testolina corvina del fratellino con una mano mentre quello tentava di raggiungerlo a manate.
«Beh, se volete mi unisco io» si propose sorridendo.
La fissarono per un breve momento, ma a Karin bastò.
«A volte mi chiedo se è colpa mia» ridacchiò «Quando siete con me non volete mai fare nulla, ma appena sbuca vostro padre subito» osservò ad alta voce.
Akira le si sedette accanto, lasciando andare il fratellino «Okaasan non è colpa tua, è che si vede che sei stanca» commentò «Ma lo sai che mi piace anche allenarmi con te» concluse poggiando la testa corvina sulla sua spalla.
«Tranquillo, lo so» gli diede un buffetto affettuoso sulla testa.
«Ehi non prenderti okaasan tutta per te!» sbottò il minore accoccolandosi tra le sue gambe.
«Sciocco» gli accarezzò una guancia «La mamma è di entrambi»
Ren e Akira erano l’orgoglio del padre, e chiaramente anche della madre. Il maggiore era mite e tranquillo e forse fin troppo sicuro di sé. Il minore invece era più giocherellone ed espansivo, ma un tantino troppo fra le nuvole.
Se non fosse stato per i capelli più ordinanti del maggiore, non paragonabili a quelli sbarazzini del minore, e gli occhi scuri, neri come la pece, si potevano quasi prendere per gemelli.
«Otosan dov’è?» chiese Ren giocherellando con una ciocca rossiccia di lei.
«Dal suo amato Hokage» rispose con ovvietà.
«Zio Naruto è sempre con otosan» osservò Akira «Anch’io voglio stare con loro due»
«Sai bene che non puoi, parlano di cose importanti o comunque da adulti e tu sarà meglio che per un po’ ancora non conosca i discorsi “illuminanti” di tuo padre» lo prese in giro.
«Tra poco compio 11 anni! Sono un adulto!» esclamò fiero.
«Il mio ometto, il tempo passa troppo in fretta… mi ricordo ancora quando avevi 2 anni e facevi la pipì nel futon, avevi due guanciaotte paffutelle che si tingevano sempre di rosso eri così carino e mi piaceva strapazzarti fino a che non ti addormentavi» le mandò un occhiataccia mentre il viso quasi cadaverico gli si infiammò.
«Okaasan!» incrociò le braccia al petto e voltò lo sguardo, offeso.
«Ah, scusa Akira… non volevo metterti a disagio… e che eri cosi piccolo» lo afferrò a sé prendendolo per la vita «Lo so che adesso sei cresciuto, e sono sicura che diventerai un ninja eccezionale» gli sorride notando che si era calmato «Anche Ren ovviamente»
«Io sono ancora piccolo» osservò il minore ricambiando lo sguardo della madre.
«7 anni di vita e sei ancora adorabile» ridacchiò punzecchiandoli una guancia «Almeno qualcosa di me hai preso… i miei occhi».
«Io ho preso gli occhiali invece» brontolò il maggiore poggiando nuovamente la testa sulla spalla di lei.
«Che ti ostini a non indossare» osservò severa «Lo sai che più andrai avanti senza più sarà difficile… in futuro ti serviranno»
«Lo so…. Mi sforzerò» promise.
«Bene» diede un bacio sulla testa a entrambi prima di alzarsi «La mamma ha delle faccende domestiche da svolgere, ma sarebbe gradito un aiutino» gli osservò di sottecchi.
«Aiutiamo okaasan!» esclamò felice Ren.
«Tsk, mammone» sibilò beccandosi uno sguardo truce dal fratellino.
«Oh beh…. Sapevo che da un caratteraccio come il mio misto a quello di Sasuke-kun sarebbero nati degli adorabili pargoletti» mormorò scherzosamente prendendo per mano il minore e incamminandosi dentro casa seguita dal maggiore.



9 anni dopo



«4 chiusure!» Aiko Inuzuka aveva compiuto da poco 15 anni «8 chiusure!» si stava allenando nella residenza degli Hyuga con la madre.
Nonostante gli allenamenti tenuti con il padre riusciva comunque a ritagliare del tempo per affinare le tecniche del clan della madre, cosa che non poteva far altro che piacere a suo nonno.
«12….» Hinata bloccò il pugno respingendola con forza, facendola cadere a terra.
«Mentre stai attuando le 64 chiusure assicurati di tenere gli occhi vigili sfruttando il byakugan per captare le mosse del tuo avversario altrimenti fermarti sarà fin troppo facile» precisò seria mentre con una mano la incitava a rialzarsi «Sfrutta i miei insegnamenti e riprova»
Scostò i capelli corvini dalla fronte «Sì» si rialzò riprendendo posizione, le braccia tese e le mani rigide «Sono pronta» disse cercando di focalizzarsi su di lei.
«Tecnica protettiva delle 64 chiusure» il chakra affluì velocemente ai suo palmi mentre correva verso la madre «4 chiusure!» si concentrò sullo stomaco «8 chiusure!» Hinata si parava con le braccia «Più veloce» la intimò «16…» colse l’attimo e stavolta la colpì al fianco sinistro facendola sbattere contro il muro.
«Di nuovo» esclamò a gran voce sperando di incitarla a non arrendersi, sapeva che durante gli allenamenti tenere un atteggiamento serio era estremamente importante per spronare la figlia.
Si scostò dal muro di legno «Arrivo» scattò in avanti già pronta a colpirla ma quest’ultima la schivò dandole un pugno al centro della schiena «Non dare per scontato che il tuo avversario resti fermo ad aspettarti… devi cogliere il momento giusto e non far sapere le tue intenzioni» osservò.
«Capito» si riprese tornando nuovamente in posizione, prima di caricarla attese un attimo riflettendo bene sul da farsi.
Hinata decise di iniziare per prima e si avvicinò velocemente alla figlia, quest’ultima schivò il suo pugno abbassandosi in tempo per poi saltare subito dopo, avendo intuito il calcio che finì a vuoto.
«La costanza e la concentrazione devono essere sempre al primo posto, l’attacco non è più importante di una buona difesa, non dimenticarlo» disse indietreggiando di poco, finì però con le spalle al muro.
Aiko ne approfittò per ripetere la tecnica della madre «4 chiusure!» urlò colpendola al petto «8 chiusure!» schivò il tentativo di respingerla nuovamente «12 chiusure!» sentì lo sforzo derivato dal controllo del chakra ma tentò di concludere la tecnica «16 chiusure!» riuscì quasi per fortuna a spostarsi dalla traiettoria di un altro pugno, si concentrò per dare gli ultimi colpi a una velocità tale da spiazzare Hinata «32 chiusure!» concluse lasciandosi andare a terra esausta. Era da tutta la mattina che si allenava, aveva ormai raggiunto il suo limite.
«Brava» mormorò affiancandola «Mi hai davvero sfinita» disse scherzosamente sistemandole la coda ormai sfatta «Sono fiera dei tuoi progressi, arriverai oltre le 32… vedrai»
«Grazie okaasan, sono felice di essermi potuta allenare con te» rispose sorridendo.
«Saluta il nonno e poi andiamo» si alzò e le porse una mano «Riprendere le forze è altrettanto importante» sorrise.
L’afferrò saldamente e la fronteggiò «Certo» ricambiò il sorriso «Non voglio essere da meno come unica donna del mio team» rispose motivata.
«Non devi pensare che solo perché sei una femmina sei inferiore, nessuno dei miei amici me l’ha mai fatto pesare all’epoca» osservò sistemandosi la divisa.
«A parte lo zio…» precisò «Anche se ti voleva bene» aggiunse subito.
«Neji mi ha insegnato tanto» rispose nostalgica «E io voglio fare lo stesso con te»
«Anche la zietta ti può insegnare tanto Aki-chan» Hanabi era appoggiata al muro, nessuno aveva notato la sua entrata silenziosa.
«Zia Hanabi!» la salutò avvicinandosi a lei.
«Stai diventando una signorina, sono contenta che non hai preso la moda delle felpe enormi… vero Hinata?» disse riferendosi all’abbigliamento della nipote, composto da degli stivali scuri lunghi fino al ginocchio, un paio di calzoncini neri e una canottiera viola scuro senza maniche, che le lasciava scoperto l’ombelico, con cappuccio nero annesso
«Spiritosa» replicò la sorella maggiore.
«Potevi però metterti due guanti…» osservò scherzosamente notando che portava al braccio destro un lungo guanto nero di pelle che lasciava libere le dita fini.
«Grazie per la premura Hanabi» si intromise la madre «Ma non sarebbe stata male con una tuta simile alla mia» precisò scherzosamente.
«Sarebbe stato quasi come rivederti a 15 anni» rabbrividì punzecchiandola.
«Hanabi…» sospirò lasciando perdere.
«Piuttosto perché non ho ancora visto il mio nipotino?» chiese cambiando discorso.
«Koga non vuole mettere piede in questa residenza… ha paura di papà» mormorò.
«Uh…. Dovevo immaginarlo» trattenne una risata.
«Ha solo 5 anni gli passerà» la rassicurò.
Koga Inuzuka era simile alla sorella maggiore se non fosse stato per gli occhi piccoli e scuri e i canini sporgenti simili al padre.
«Sarà meglio andare, più tardi abbiamo una riunione di famiglia no?» si stiracchiò brevemente.
«Già, manca poco Hinata… poco al passaggio del nuovo capo clan» le ricordò facendole l’occhiolino.
«Ho rimandato per troppi anni lo ammetto, lo sai che a Kiba l’idea di venire qui non piace» abbassò lo sguardo dispiaciuta.
«Otosan sarà felice lo stesso, infondo ojiisan non lo costringe a fare nulla di più» si intromise Aiko «Okaasan tu sei sempre stata bene qui quindi sarà ok»
Annuì «Giusto»
Il trasferimento era inevitabile, ma l’importante e che sarebbero restati insieme.




«Hajime» il minore degli Uzumaki, 16 anni, stava riposando sotto un albero nel campo d’allenamento «Hajime?» ignaro della presenza del compagno di squadra Ren Uchiha, suo coetaneo.
Era cresciuto molto da quando aveva 7 anni, non solo aveva superato l’altezza del padre quando aveva la sua età ma era riuscito ad avere un controllo quasi perfetto del chakra sfruttando gli insegnamenti preziosi della madre.
«Hajime vuoi imparare a dormire la notte?» lo riprese punzecchiandogli una guancia, scatenando una reazione spontanea da parte del biondino che subito gli afferrò il polso con forza.
Anche l’Uchiha era cresciuto, l’aria fiera e spavalda non l’aveva abbandonato durante gli anni di crescita.
«Ehi!» cercò di liberarsi invano «Maledetto porcospino!» imprecò riferendosi alla capigliatura sbarazzina e decisamente più voluminosa della sua.
«L’hai voluto tu....» chiuse la mano a pugno e mirò alla testa dell’amico, che sorprendentemente l’afferrò con la mano libera poco prima che potesse colpirlo.
«Buongiorno» lo salutò digrignando i denti mentre spingeva il pugno verso il suo viso nonostante quello glielo impedisse.
Finalmente aprì gli occhi osservandolo per un breve attimo «Ren che cosa stai cercando di fare?» chiese senza scomporsi continuando a stringerli il polso e a spingere indietro il pugno. «Volevo svegliare la bella addormentata» rispose scherzosamente sorridendo beffardo.
«Tsk» lo lasciò andare e con un balzo all’indietro prese un minimo di distanza «Vedo che ti ostini a cercare uno scontro con me» osservò divertito.
«Voglio solo mettere in chiaro chi dei due è il maschio dominante della squadra tutto qui» replicò semplicemente alzandosi a sua volta.
«Non ne sento onestamente il bisogno» declinò l’invito a battersi dandogli la schiena e facendo per andarsene.
«Mai sottovalutare l’avversario!» esclamò prendendo la rincorsa e saltando verso di lui per sorprenderlo.
Appena lo sfiorò con il kunai un tronco prese il suo posto.
«Porcospino codardo!» urlò guardandosi intorno, in cerca del biondino.
«Non sono codardo, è solo che non mi va» lo liquidò semplicemente. Si era spostato velocemente sulla cima di un albero poco distante.
«Ti capisco, se fossi in te anch’io mi sentirei inferiore al mio cospetto» si atteggiò cercando di stuzzicarlo.
«Ma dai, ci stai ancora provando?» rispose ironico portandosi le braccia dietro la testa.
«Almeno io non cerco invano di mimetizzarmi per sfuggire ai miei avversari» osservò incrociando le braccia al petto.
«Mimetizzarmi?» chiese ingenuamente fissandolo basito.
«Certo conciato così…. Al massimo potevi sembrare un girasole esploso» sghignazzò riferendosi alla tuta del ragazzo composta da dei pantaloni lunghi verde militare, una canottiera nera e la giacca a maniche corte aperta dello stesso colore dei pantaloni… e chiaramente ai capelli indomabili.
«Non mi abbasserò al tuo livello di idiozie Ren…. Potevi almeno vestirti per uscire» gli sfuggì una piccola battuta riguardante la tuta dell’Uchiha, classici pantaloni lunghi neri, giacca blu scura contornata di nero e…. petto nudo in bella vista.
«Invece di cazzeggiare perché non scendi?» lo intimò concentrando il chakra al centro dei piedi e correndo sull’albero.
«Non cerco uno scontro Ren» precisò nuovamente trovandoselo davanti.
«Lo dici sempre… ci siamo battuti solo una volta seriamente» lo accusò mandandogli un occhiataccia.
«È successo 3 anni fa… è ti ricordo che ho vinto» non c’era vanto nella sua voce, questo indispettì ancora di più l’Uchiha.
«Eravamo più piccoli baka!» stavolta non fermò il pugno dell’amico che gli arrivò dritto in faccia, scatenando però una nuvola di fumo.
«Cloni?!» sbottò irritato «HAJIME!» urlò scendendo a tutta velocità «Quando fai così ti prenderei a schiaffi»
«Ren-kun!» Sayuri Nara si trovava ai piedi dell’albero, i capelli castani tenuti in una treccia, gli occhi azzurri luminosi puntati su di lui.
La figlia unica di Shikamaru e Temari Nara aveva preso poco dai genitori, infatti il suo più grande sogno era quello di diventare la prima ninja idol di tutto il villaggio… il suo abbigliamento appariscente non poteva che farla spiccare, era una specie di kimono bianco, con delle fantasie violacei, che le arrivava poco più su delle ginocchia, la vita era stretta da un nastro lillà e ai piedi portava dei sandali bianchi con un po’ di tacco.
L’unica cosa che si poteva intravedere dei genitori era la spiccata intelligenza presa dal padre e la compostezza della madre.
Bastarono pochi secondi e l’Uchiha era già da parte a lei posandole una mano sul fianco destro.
«Sayuri-chan che bella sorpresa» l’atteggiamento da duro svanì subito sostituito da un sorriso smagliante.
«Sono venuta qui con Aiko-chan e vi abbiamo visto» ridacchiò per niente infastidita dalle attenzioni del ragazzo, non per niente soprannominato “don giovanni”.
«Strano però non la vedo» si guardò intorno cercando la compagna di squadra.
Hajime, Ren e Aiko erano il team 4 capeggiato da Shino Aburame.
«Sono qui Ren» esclamò la corvina mentre trascinava l’Uzumaki per una manica sotto le sue proteste.
«Ho beccato Hajime che si nascondeva…. Possibile che non andiate d’accordo?» chiese dispiaciuta posando le mani sui fianchi.
Il biondino posò una mano sulla spalla di Ren «Ma noi siamo amici» disse semplicemente «E comunque non sono affari tuoi» la liquidò facendola irritare visibilmente.
«Hajime-kun buongiorno» la voce civettuola di Sayuri lo fece sobbalzare, non era una novità che la giovane Nara avesse una cotta per lui.
«Sayuri….» si limitò a farle un breve gesto con la mano per poi prendere un po’ di distanza, le relazioni amorose lo mettevano a disagio e il fatto che una ragazza provasse qualcosa per lui lo metteva ancora più in imbarazzo.
Avrebbe preferito battersi contro Ren piuttosto che interagire con una ragazza.
Fortunatamente non considerava Aiko tale.
«Se volete vi lasciamo soli…» lo punzecchiò la corvina sapendo bene i sentimenti dell’amica.
Le mandò un occhiata talmente glaciale che pensò seriamente di aver esagerato.
«Certo, Hajime può benissimo tornare al suo pisolino noi tre staremo benissimo da soli» si intromise Ren prendendo Aiko per un fianco, finendo per stringere entrambe in una presa che l’Inuzuka chiamava “sanguisuga¨.
«Preferisco disturbare il mio vecchio per un allenamento piuttosto» disse semplicemente iniziando a incamminarsi.
«Aspetta Hajime-kun» lo chiamò Sayuri senza però disfarsi dell’Uchiha.
La ignorò bellamente alzando una mano e sventolandola a mo’ di saluto.
«Aspetta baka!» Aiko si liberò dalla stretta di Ren e affiancò l’Uzumaki che però non si fermò.
«Cosa vuoi?» chiese senza nemmeno guardarla.
«Ti accompagno» mormorò iniziando a giocherellare con le dita.
«Siamo rimasti soli…» intanto Ren non si perse d’animo.
«Mi dispiace Ren-kun… devo vedermi con Nao-senpai» si liberò anche lei dalla stretta del povero Uchiha.
«Naoki Yamanaka?» Ren non era in buoni rapporti con il maggiore degli Yamanaka proprio perché le ragazze del villaggio lo preferivano, seppur di poco, a lui e Akira, che nonostante quest’ultimo fosse disinteressato alle donne, tranne che per Akane Uzumaki, era finito anche lui nella lista dei ragazzi più quotati del villaggio insieme al fratellino.
«Mi aveva promesso che mi aiutava con una cosa… scusami» Sayuri non era affatto stupida, sapeva trarre vantaggio dall’essere carina con i ragazzi, anche se i suoi tentativi di apprendere qualche segreto da Ren erano sempre miseramente falliti.
«Noiosa…» sbuffò quando la Nara era già lontana dal poterlo sentire.
Intanto Hajime e Aiko erano usciti dal campo.
«Non devi accompagnarmi» disse secco aumentando il passo.
«Desidero farlo tutto qui» lo ignorò aumentandolo anche lei.
«Ok riformulo» prese un bel respiro «Non voglio che mi accompagni» stavolta le mandò un occhiataccia infastidita.
«Non mi interessano i tuoi desideri» continuò irremovibile mentre si avvicinavano sempre più al palazzo dell’Hokage.
Poco prima di arrivare all’entrata si fermò di colpo «Perché desideri accompagnarmi?» chiese schietto.
«Perché è un grande onore poter assistere a un allenamento tenuto dal nostro Hokage» esclamò arrossendo lievemente «Lui è la nostra guida, ci protegge e fa così tanto per il villaggio… poi è forte! Vederlo in azione sarebbe una gioia» mentre parlava i suoi occhi iniziarono a brillare.
Hajime fece un espressione mista tra il disgusto e l’irritazione «Mi dispiace Aiko, ho già una madre» la liquidò spingendola lievemente e varcando la porta del palazzo.
«Co…» la sua faccia prese letteralmente fuoco «Cos… io non ho mai detto che…. Hajime!» lo rincorse cercando di mantenere la calma.
Vide una zazzera di capelli biondi svoltare l’angolo e senza pensarci si fiondò sul malcapitato «Non voglio sposare tuo padre BAKA!» urlò stringendo inconsciamente il mantello di Naruto che la fissò per un momento basito.
«Anche perché mio padre ormai è già morto’ttebayo» rispose ridacchiando all’espressione incredula della ragazza.
«Hok... Hokage-sama» balbettò mentre le mani iniziarono a sudare e tremare, continuando a stringere con forza il mantello.
«Aiko-chan, cosa ci fai qui?» chiese ingenuamente grattandosi la testa, tipico gesto di quando non sapeva come comportarsi.
«Haj…» iniziò cercando di riprendere fiato mentre il suo viso era più simile a un pomodoro.
«Haj?» chiese sfilandole piano il mantello dalle mani, facendola sussultare.
«Hajime!» esclamò gesticolando senza sosta.
«È qui?» chiese cercando di capire, nonostante l’evidente disagio.
«Otosan» il figlio minore sbucò alle loro spalle, l’irritazione nei sui occhi era visibile.
«Siete venuti insieme allora’ttebayo» fece un cenno di saluto al biondino.
«Il piano era venire da solo, ma ha insistito» replicò secco affiancandola.
«Cosa posso fare per voi?» ignorò la frecciatina rivolta all’Inuzuka.
«Volevo chiederti se potevamo trovare un momento per allenarci» spiegò mentre la compagna fissava suo padre con occhi sbarrati, ancora imbarazzata per l’accaduto.
«Certo, possiamo…» lo interruppe subito facendo segno di aspettare.
«Ne parliamo a casa, ho trovato un altro avversario per oggi» sorrise indicando la ragazza al suo fianco che non riusciva ancora a spiccicare parola.
«Bene, mi fa piacere che voi due andiate d’accordo» sorrise di rimando.
«Non… non è proprio così» cercò di replicare la poverina.
«Hai preso proprio tutto da tua madre eh» osservò ricordandosi i particolari di Hinata ogni qual vota si rivolgeva a lei «Ti affido mio figlio allora» sorrise raggiante accarezzandogli la testa.
«S…Sì» sibilò senza voce troppo sconvolta per il tocco improvviso del suo idolo.
«Con tua madre non riuscivo spesso a concludere un discorso perché solitamente lei…» non terminò la frase che questa svenne.
Hajime l’afferrò appena in tempo «È ridicolo, non è assolutamente così di solito» esclamò.
«Io l’ho sempre ricordata così dattebayo» commentò ad alta voce «Bene allora riformulo… te l’affido Hajime» salutò il figlio e si allontanò.
«Tsk» la prese in braccio e ritornò sui suoi passi.
Arrivato al campo d’allenamento trovò Ren poggiato sullo stesso albero dove poco prima schiacciava un pisolino.
«Yo!» li salutò «Che è successo ad Aiko-chan?» chiese curioso e allo stesso tempo divertito.
«Ha visto mio padre» rispose semplicemente facendola sdraiare vicino al compagno di squadra.
«Eeeh?» rise divertito dalla sua espressione irritata «È così allora…»
«Diventa insopportabile quando c’è lui… diventa una…» non riusciva a trovare le parole.
«Una ragazza?» concluse per lui scostandole una ciocca di capelli dal viso «Dovresti vederla sempre così Hajime, lei è la nostra compagna… l’unica donna» precisò.
«Sarà anche una donna d’aspetto... ma non lo è affatto da come si comporta di solito» commentò fissandola mentre prendeva posto accanto a lei «E onestamente la preferisco quando è se stessa» concluse.
«Che cosa dolce» lo punzecchiò «Potresti sistemarti e sembrare più come tuo padre magari inizierebbe a chiamarti “Hajime-sama♥” » lo schernì facendogli il verso.
«Vuoi morire?» rispose tranquillamente mandandogli una delle sue occhiate gelide.
«Scherzavo rilassati...» cercò di calmarlo non desiderando affatto di ricevere uno dei suoi pugni micidiali dalla forza fin troppo elevata «Però devi ammettere che è carina quando dorme» la buttò li per vedere la sua reazione.
«Mmh…» la fissò un attimo «La preferisco quando è sveglia» commentò sorprendendo l’amico.
«Aiko… muoviti a riprenderti mi devi un allenamento» la scosse piano.
Iniziò a mugugnare qualcosa di incomprensibile e aprì di poco gli occhi «Ho…» posò la mano guantata sulla sua guancia facendolo sussultare «Hokage-sama...?» mormorò in dormiveglia.
L’espressione di Hajime era mutata improvvisamente, Ren si allontanò con un balzo nel vederla.
«Sei proprio una…» strinse la mano destra in un pugno e caricò il chakra «BAKA!» colpì il prato con forza mentre la terra si spaccava velocemente creando dei crepacci.
«Cos?» Aiko sprofondò immediatamente.
«Dai lo sai che è il suo idolo» cercò di calmarlo l’amico che si era spostato su un albero ben distante dai due.
«L’idea che lei possa pensare cose oscene su mio padre mi fa davvero schifo!» urlò in preda alla rabbia.
«Non credo che possa pensare cose….» ci rifletté un attimo «Beh è un bell’uomo infondo… chissà quanti lo fanno senza che tu lo sappia» lo prese in giro.
Questo aumentò solo la sua ira «È mio padre dannazione!»
Ren sorrise divertito, finalmente aveva trovato il modo per battersi con Hajime, avrebbe dovuto ringraziare Aiko e la sua mente perversa per questo.
«Byakugan!» l’Inuzuka balzò fuori dal crepaccio, lo sguardo irato quanto quello del biondino.
«Come hai osato…» sbottò attaccandolo dall’alto, cercando di dargli un calcio sull’addome che però parò con un braccio.
«Come ho osato io?!» rispose incredulo afferrandole il piede e facendola volare dall’altra parte del campo.
«Ehi cosa fate?!» esclamò il povero Uchiha dando addio al suo piano di combattere contro Hajime.
«Fatti sotto» mormorò la corvina mettendosi in posizione.
«Con piacere…» si mosse velocemente verso di lei che lo schivò di poco per poi tentare di colpirlo di schiena senza risultato.
Iniziarono così un susseguirsi di colpi e parate da parte di entrambi ad una velocità quasi impressionante.
«Mi fai senso quando parli con mio padre» disse tra un colpo e l’altro.
«Mi dispiace di non riuscire a mantenere un atteggiamento decoroso ma tu potresti evitare di colpirmi mentre sono indifesa» osservò riuscendo a colpirlo al fianco destro.
«Mi fai incazzare, devi sempre pronunciare il suo nome con voce trasognante, nemmeno fossi innamorata di lui!» sbottò irritato dandogli un colpo allo stomaco e due al petto, cogliendola di sorpresa.
«Non…» riuscì a parere l’ennesimo colpo al petto con le braccia e riprese il controllo della situazione «Non sono innamorata di tuo padre… credo» mormorò l’ultima parola con esitazione.
La sorpresa fu tale che il colpo di Hajime finì per schivarla e il ragazzo si fermò di colpo.
«Credi?» chiese incredulo fissandola.
«Mh…» annuì distogliendo lo sguardo in evidente disagio.
Il viso dell’Uzumaki prese fuoco e prima che potesse rendersi conto delle sue azioni le stava tenendo la testa tra due pugni strofinandoli con foga «Come sarebbe “credi”?! Tu non puoi capito?! NON PUOI!» urlò sotto i suoi gemiti di protesta.
«Hajime lasciami… mi fai male!» ribatté stringendogli i polsi con forza, senza risultato.
«Eeh? Quindi è cosi…» commentò Ren mentre si godeva la scena comodamente seduto sull’albero.
«Baka Ren! Vieni ad aiutarmi!» strillò l’Inuzuka disperata.
«Scusa Aiko-chan…» disse semplicemente facendo spallucce.
«Codardo!» lo accusò tentando di liberarsi.
«Sai com’è, io non mi prendo una cotta per i genitori dei miei amici» la schernì ridendo di gusto.
«Tu brutto…» riuscì finalmente a sfuggire dalle grinfie del compagno dandogli una gomitata nelle costole.
«Se pensi che te la farò passare liscia stai sbagliando di grosso» la minaccio iniziando a inseguirla.
«Mi dispiace okay?!» si mise due dita in bocca e lanciò un fischio acuto che riecheggiò per il campo.
Simba si precipitò verso di lei a gran velocità, era diventato un grosso cane nero somigliante più a un lupo.
«Mi chiedevo dove l’avessi lasciato» rifletté ad alta voce l’Uchiha.
Con un balzò salto sull’amico fidato e prima di sparire dalla loro vista si scusò ancora con l’Uzumaki.
«Maledetta!» sbottò fermandosi e riprendendo fiato.
Ren l’affiancò subito dandogli una pacca sulla spalla «È una di quelle cotte per i propri idoli sai? Nulla di serio amico» lo rincuorò.
«Lo spero proprio» sospirò cercando di riprendersi.
«Allora… che ne dici di batterti?» disse con entusiasmo posizionandosi davanti a lui.
Lo fissò per un attimo pensando al da farsi per poi superarlo «Ma dai… ancora ci provi?»
L’espressione vittoriosa del moro mutò in pura irritazione «Maledetto porcospino codardo!» sbraitò seguendolo «Devo dire che amo tuo padre per farti combattere contro di me?!»
In risposta fece spallucce «Tsk se vuoi fare coming out per favore non tirare in mezzo mio padre» lo prese in giro.
«… noioso» sbuffò rassegnandosi.
Prima o poi si sarebbero certamente scontrati, ma non era ancora arrivato il loro momento.





Angolo dell’autrice

Hello! :D
È dall’estate del 2015 che questa storia mi frulla per la testa… e così ecco qui il primo capitolo :)
Sì, lo so… per chi mi conosce sono una pessima autrice che ci mette secoli a postare nuovi capitoli e che ha ancora due storie in corso… lo so.
Ma ho riflettuto a lungo, è inutile aspettare l’ispirazione per due ff e sopprimere quella per altre giusto? Non ne inizierò altre oltre questa eh, chiariamoci, ma ho pensato semplicemente di sfogare l’ispirazione per questa e poi provare a ritrovare quel magico ¨click” che riattiva idee e un po’ (spero) di originalità per le altre opere :D
Che posso dirvi? È un mondo vasto quello delle fanfiction, c’è chi posta solo shot, c’è chi posta storie lunghe e le conclude entro poco, c’è chi posta un capitolo e poi non si fa più vivo e che chi scrive un po’ di tutto e poi fa penare i lettori per la continuazione :D … si lo so faccio schifo.
Detto questo spero che il primo capitolo di questa ff che cercherò comunque di non far durare secoli perché è una next gen easy, vi sia piaciuto.
Ringrazio chi avrà la forza spirituale (se mi conosce o comunque se ha letto questa piccola nota *coff coff* a fine capitolo) di pensare ¨dai è carina provo a seguirla” e ovviamente chi lascerà un proprio parere ^_^
Al prossimo capitolo (LOL- ok la smetto T_T lo posterò) bacioni NekoKya :3 :*





PS: Ringrazio tantissimo Lady Igraine per questa stupenda, bellissima, fantastica, mozzafiatante fan art che mi ha riempito il cuore di gioia T_T riguardante chiaramente la famiglia Uzumaki di questa mia opera immaginaria :3
  
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