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Autore: lottie e    11/07/2016    3 recensioni
Dal testo:Hinata aveva poche certezze nella sua vita, poche parevano dire tanto, quasi nessuna.
Ogni avvenimento nella sua vita era scandito da un continuo passaggio da un estremo all’altro, proprio come stava accadendo a lei, forse.
Trama: Konoha stava risorgendo dalla quarta guerra, ma nonostante ciò c'erano ferite che sembravano non potersi più rimarginare.
Durante la guerra, Naruto ha diffuso il suo chakra nel corpo di Hinata Hyuga, ciò ha portato alla vittoria ma anche al danneggiamento oculare della forza innata della corvina. L'unica soluzione sarebbe riuscire a controllare il Kyubi, ma solo una persona è in grado di fare ciò: Sasuke Uchiha.
Hinata, non deve solo affrontare questo problema fisico, bensì qualcosa di più grande, l'enorme vuoto che le ha lasciato la guerra. Una sofferenza che non pare avere soluzioni.
Genere: Avventura, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Neji Hyuuga, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Sasuke
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Titolo:VUOTO

Hinata aveva poche certezze nella sua vita, poche parevano dire tanto, quasi nessuna.
Ogni avvenimento nel suo breve percorso di esistenza era scandito da un continuo passaggio da un estremo all’altro, proprio come stava accadendo a lei, forse.
Da piccola si ostinava a ripetersi che sarebbe diventata un ninja forte come i suoi genitori, ma non era mai andata così, probabilmente.
Innamoratasi di Naruto, non faceva altro che pensare al modo migliore per stargli accanto e dichiararsi, ma le avversità del destino avevano fatto in modo che neanche questo gli doveva essere concesso. Quando aveva provato a rivelargli i suoi sentimenti, credendo di morire a breve, (e intendeva il più sincero dei concetti di ‘’morte’’), si era solo sentita come carne al macello, poiché lo scontro con Pain le diede la possibilità di non appagare semplicemente la voglia di dichiararsi al suo amato, persino di appagare il suo più grande desiderio, quello di farla finita, ma giustamente non poteva risolvere tutti i suoi problemi così facilmente, infatti, sopravisse e dovette vedere passare davanti a sé altri giorni in cui lei era solo l’ombra di tutto ciò che, era accaduto.
E così via, fino al maledetto giorno in cui aveva visto morire Neji davanti ai suoi occhi, si sentì pervasa da un improvvisa smania di odio e ira, come se, tutte le repressioni, che aveva subito durante la sua vita, avessero deciso di venir fuori nell’esatto momento in cui una delle persone che amava se ne stava andando, ma ciò non accadde mai, perché tutto quello non era vero, era un’enorme illusione.
Hinata era destinata a vagare in bilico tra l’assurdo e le illusioni, ne era certa.
Neji ce l’aveva fatta, per quanto grave fosse la situazione, Sakura l’aveva salvato appena in tempo, utilizzando tecniche al quanto particolari e ormai dimenticate, che solo attraverso lunghi anni di studio e ricerche ebbe la fortuna di conoscere.
Quando aveva visto Neji esalare il primo respiro dalla morte, Hinata pensò che il senso d’ira che le montava dentro l’avrebbe abbandonata, e su questo ebbe ragione.
Hinata Hyuga: timida, introversa, sbadata e debole, non poteva diventare vendicativa e arrabbiata.
Pensò che tutto fosse al suo posto quando strinse il corpo vivo e caldo di Neji, ma nulla più sarebbe stato al suo posto.
Dolore, rabbia, ira, felicità, gioia, appagamento, erano forse queste le sensazioni che si sarebbe potuta immaginare di provare, ma ciò che sentì era più qualcosa di paragonabile al nulla. A un immenso involucro di niente.
E ora trovandosi sul campo di battaglia, usciti come vincitori, quello che percepivano i suoi sensi non sembravano poter intaccare le sue emozioni.
Neji la stringeva in modo compulsivo, piangendo e scuotendola con i suoi singhiozzi. Alla ragazza dai capelli corvini le apparve che quel mondo non le appartenesse. Neji non era così, ma probabilmente, un viaggio nell’oltretomba era capace di sconvolgere chiunque.
Non si rendeva neanche conto del modo asfissiante in cui fosse lei ad aggrapparsi a suo cugino. Vagava con lo sguardo senza rendersi conto di avere attivo  il Byakugan: a poca distanza da loro vedeva due ragazzi, troppo diversi tra loro, li riconobbe subito, Naruto e Sasuke, erano l’uno di fronte l’altro e Naruto aveva teso una mano verso l’altro, che non solo afferrò con forza, persino si spinse finché non abbracciò l’amico, un gesto che in tempi di guerra non ti aspettavi da Sasuke Uchiha. Quest’ultimo era intervenuto negli scadenti attimi precedenti alla vittoria, quando Naruto aveva diffuso il chakra del Kyubi nel corpo di Hinata sperando in un aiuto maggiore, la sensazione che aveva provato quando Naruto aveva afferrato la sua mano e solo attraverso quel semplice gesto fosse riuscito a trasmettere la forza e il chakra del Kyubi in lei fu unico, la fece sentire forte e imbattibile. Era una forza più grande di lei. Più cattiva dei suoi demoni. Più fredda di quello che la circondava. Più grande delle sue ossa.
Ora quel controllo sembrava essere sparito e non era rimasto altro che un eterno dolore in ogni parte del corpo, ma decise di non lasciarsi svenire lì, avrebbe resistito finché non fosse di nuovo a Konoha.
Grazie alla sua visione a 359°, percepì le gravi ferite che i ragazzi avevano subito, percepiva la desolazione, i corpi morti, i bambini spaventati, sarebbe potuta impazzire da lì a poco fino a che il richiamo di suo cugino la distolse dalla visione dei due costringendola a guardare verso lui.
-Hinata-chan, non stai bene? I tuoi occhi sanguinano!-Il volto di Neji appariva spaventato e desideroso di aiuto, ma la sua voce alle orecchie di Hinata era solo lontana e ovattata, come un ricordo che va’ via via scemando.
Tornò a voltarsi verso Naruto, la sua attenzione e i suoi occhi erano puntati nella sua direzione e le appariva sempre più vicino, o forse era la sua immaginazione che si prendeva gioco di lei.
L’ultima scena che ricordò prima di perdere ogni senso erano delle mani ruvide che le afferravano il viso, sporcandole le guance con il suo stesso sangue e le parole di Naruto che reclamavano solo AIUTO.
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Al momento del suo risveglio le parve di sentirsi come se il suo sonno forzato non l’avesse aiutata per nulla, come quando vai a dormire tardi consapevole che dovrai svegliarti presto, e il giorno dopo rischi di sentirti come uno zombie, con le articolazioni che faticano a svolgere il loro lavoro e la testa che ti pulsa talmente forte da poter sembrare esplodere a breve. Appena iniziò ad avere un minimo di controllo dei suoi sensi, notò di essere in una stanza bianca d’ospedale, con quel tipico odore di farmaci che ti penetrava nelle narici in modo fastidioso e pungente.
Era adagiata su uno di quei letti troppo duri per essere anche lontanamente definiti comodi,  provò a portare la mano destra al viso, ma era tenuta ferma sul letto da una pressione ‘’morbida’’. Si sollevò con la schiena e notò una testa bionda. Il viso di Naruto era riposato e il suo corpo giaceva supino su una sedia accanto al letto della ragazza, il suo braccio sinistro era adagiato in modo protettivo sulle gambe di lei e la sua testa aveva utilizzato da cuscino la delicata mano di Hinata.
La ragazza si rese conto, che probabilmente, se ciò fosse accaduto prima sarebbe potuta svenire in quello stesso istante, ma la situazione le appariva lontana da ogni tipo di nucleo emozionale, l’unica cosa che voleva in quel momento era massaggiarsi le tempie per alleviare quel doloroso mal di testa martellante che le pulsava al punto da crearle fitte dolorose.
Senza preoccuparsi troppo estrasse la mano in modo frettoloso dal peso del capo del biondo e si strinse la testa fra le mani.
-Hinata-chan, s-sei sveglia! Tu sei sveglia!- Quelle urla assordanti non fecero che intensificare il mal di testa della corvina, che fu subito dopo presa alla sprovvista da un abbraccio. Non si aspettava quello, non si aspettava che Naruto avesse un sonno così leggero né tanto meno che quella fosse la reazione al suo risveglio, e se avesse potuto avrebbe preferito dormire di più. Nonostante ciò si abbandonò all’abbraccio che diede al suo corpo ferito un senso di protezione, ma fu subito lasciata dal ragazzo.
La guardava in modo esaltato, come se avesse appena ricevuto un buono sconto per delle scodelle di ramen, e al dire il vero le dispiaceva essere paragonata a del ramen.
Notò che entrambi erano fasciati in vari punti del corpo e che indossavano un misero camice di plastica.
-Vado a chiamare Sakura e torno, o rischierò di farmi prendere di nuovo a calci da lei, quando Sasuke si è svegliato e non l’ho chiamata per avvertirla, se non il giorno dopo, si è arrabbiata da morire!- Le parole che Naruto farfugliava le erano apparse incomprensibili e prive di significato e il suo volto cambiava da un’espressione a un’altra, triste, felice, nervoso e quant’altro.
Poi lo vide sfuggire come un fulmine dalla sua stanza.
Hinata notò che nella stanza c’era solo il suo lettino, un tavolo, due porte, (essendo certa che una delle  due portava al bagno) e una piccola finestra che dava la vista sul villaggio. Una stanza privata in tempi di guerra era dovuta sicuramente al potere dei soldi degli Hyuga.
Quando fece mente locale su ciò che poteva essere o non essere accaduto decise di alzarsi da quel letto, poggiò i piedi nudi sul pavimento e alzandosi da esso si sentì le gambe pesanti, come se non volessero collaborare con le sue intenzioni, ma aveva voglia di avvicinarsi alla finestra e guardare fuori, fece un piccolo passo avvertendo un dolore al ginocchio sinistro, che notò essere fasciato, ma nonostante ciò continuò a camminare in direzione della finestra.
Il contatto dei piedi con il pavimento freddo le procurava piccoli brividi e pelle d’oca, ma la visione che vedeva attraverso la finestra le metteva doppiamente i brividi. Konoha stava risorgendo sotto un manto di neve, secondo ciò che ricordava dalla guerra, l’inverno stava arrivando.
Improvvisamente sentì scattare la serratura della porta e d’istinto attivò il Byakugan sussurrando tale nome in modo silenzioso. La guerra, era vero, ti cambiava, volevi o non volevi, era la verità.
-Hinata, disattiva il Byakugan, potrebbe farti male!- Riconobbe la voce di Sakura ancor prima di vederla e fece come le era stato detto. Appena la sua visione tornò normale si sentì spossata, come se qualcuno le avesse prosciugato il Chakra. Si appoggiò al davanzale di marmo della finestra come se fosse vitale aggrapparsi a qualcosa per non sprofondare nel nulla che le pareva di avere sotto i piedi.
Sakura seguita da Naruto si erano avvicinati a lei.
La ragazza dai capelli rosa, iniziò a ordinare a Naruto in modo professionale di portare la sedia accanto alla finestra. La fece sedere, poi iniziò a visitarla e aspettò che la stessa Hinata chiedesse di ritornare sul letto.
In quel breve intervallo, mentre Sakura segnava tutto in modo accurato sulla sua cartella clinica, le sembrò che tutto era diverso da quel che ricordava o probabilmente non ricordava abbastanza.
Naruto gironzolava intorno a Sakura desideroso di leggere quel che lei scriveva sulla cartellina.
-Cosa è successo ai miei occhi?- La voce di Hinata, solitamente calma e dolce, appariva frettolosa di sapere. Sakura la guardò come se dovesse dirle qualcosa che le dispiaceva mentre Naruto assunse un’aria quasi colpevole nei suoi confronti.
-Ricordi che Neji si è salvato?- Hinata annuì, aveva la gola troppo secca per parlare e Sakura come se ne rendesse conto le porse un bicchiere d’acqua che era poggiato sul comodino affianco al letto. La corvina bevve con avidità l’acqua.
-Ricordi che Naruto è riuscito a diffondere il chakra della volpe attraverso te?- Sakura si era avvicinata molto a Hinata e la guardava quasi con dispiacere aspettando una sua risposta, e appena i ricordi rifiorirono la ragazza annuì con sicurezza.
-Vedi Hinata un po’ del Chakra della volpe si è come intrappolato in te e la tua dote innata del Byakugan non lo accetta. Ogni volta che usi il Byakugan il chakra della volpe ti colpisce da dentro, prende le tue forze e non sappiamo neanche se questo possa essere fatale.- Hinata avrebbe voluto dimostrare un’espressione rammaricata o delusa ma non le veniva da dimostrare cose che non provava, guardò semplicemente Naruto che aveva d’istinto abbassato lo sguardo, era colpa sua, per questo al suo risveglio, era lì per il puro fatto di sentirsi in colpa, nulla di più.
La mente umana funzionava così, quando c’era dell’affetto era solo per due motivi: obiettivi o colpa; e quali dei due fosse più spregevoli Hinata non l’aveva ancora riuscito ben a chiarire.
-Per ora è meglio se non usi il Byakugan o potrebbe causarti solo dei contrasti tra i due Chakra, dovrai aspettare una soluzione per riattivare la tua capacità innata.- La voce di Sakura non distrasse neanche un po’ Hinata dall’aver posato gli occhi su Naruto, che ora la guardava in modo dispiaciuto, chiedendole scusa anche solo con l’atteggiamento del suo corpo.
-Da quant’è che sono qui esattamente, Sakura?- Hinata proferì quelle parole con delicatezza, ignara della risposta, ma con la sensazione che nulla più era al suo posto.
E prima che Sakura potesse risponderle, Naruto la fissò negli occhi sorpreso da quella domanda, ma deciso a risponderla. – Sono diciassette giorni Hinata, che non  vedevo più gli occhi tuoi e temevo di averli distrutti.- Naruto apparve serio come poche volte Hinata l’aveva visto. Rielaborò quello che le aveva detto in modo al quanto sconnesso: Chakra, volpe, Byakugan, Kyubi, diciassette giorni.
Cosa avrebbe dovuto provare? Smarrimento? Forse, ma ciò che provava era molto più simile a qualcosa chiamato:vuoto.
 

ANGOLO AUTRICE: Ciao popolo  : ) ho scritto questa fan fiction per un semplice e unico motivo: SASUHINA.

Anche se dal primo capitolo sembra non vi siano accenni, vi giuro che saprò come sorprendere gli amanti di questa OTP!
Lo so, lo so, la nostra Hinata sembra diversa, ma è solo addolorata e come da sempre non sa ben distinguere le cose, ma molto presto tornerà quella di sempre, perché non si può reprimere a lungo se stessi!
Per ora spero di avervi incuriosito! Alla prossima e lasciate una recensione :*
La vostra Lottie.
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