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Autore: didi_95    11/07/2016    3 recensioni
Dopo il rapimento di Tony, sia lui che Pepper tornano con la mente ad una giornata particolare, quella del loro incontro. Nessuno dei due se ne rende ancora conto, ma il loro è un legame molto più forte di quanto sembri.
[Pepperony, Iron Man 1]
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harold 'Happy' Hogan, Jarvis, Tony Stark, Virginia 'Pepper' Potts, Yinsen
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Sola




Pepper si svegliò di soprassalto, la nuvola di capelli rossi sciolta ed appiccicata alla schiena.
Non poteva giurare di non aver urlato.
Si guardò intorno, non riuscendo a riconoscere la propria camera.
Il letto era diverso, lo stesso si poteva dire dell'armadio, aperto ed in disordine...
Niente dubbi, non era la sua stanza.
Il cuore le martellava ferocemente nel petto ed il suo respiro era affannato.
"Sta' calma.." si disse.
Fu allora che ricordò.


Ricordò la telefonata nel bel mezzo della notte, ricordò la voce di Rhodey, tesa e preoccupata... infine ricordò le sue parole, rese metalliche e crudeli dalla linea telefonica disturbata e gracchiante.
< Pepper... c'è stato un attentato. Hanno rapito Tony... >
Per la prima volta nella sua vita, lei, Virginia Potts, non aveva avuto nulla da dire.
Le parole le erano semplicemente morte in gola...
Non era possibile.
Non era vero.
Non Tony.
Mai come in quel momento, le domande le si erano affollate nella testa, una dopo l'altra, una peggiore dell'altra: e se fosse stato ferito?
O peggio se fosse morto?
Ricordò quello che aveva risposto a Rhodey:
< Quando? >
Non avrebbe potuto giurare che la sua voce fosse ferma, anzi probabilmente non lo era.
< Dopo la dimostrazione, mentre stavamo tornando in aeroporto. Tony ha voluto salire sull'altra macchina, l'ha chiamata la Spasso-mobile... Non ha voluto sentire ragioni, lo sa come è fatto. >
Pepper si era morsa le labbra... Come non saperlo.
Intanto all'altro capo del telefono, la voce del generale Rhodes si era fatta funerea:
< All'improvviso c'è stata un'esplosione... una macchina è saltata in aria, abbiamo sentito degli spari e delle granate. Il tempo di tornare indietro e tutto era finito; i militari erano morti e di Tony nessuna traccia... Ho sbagliato, sarebbe stato MIO preciso dovere proteggerlo, ma... >
Con il rischio di sembrare indelicata, Pepper lo aveva interrotto bruscamente:
< Avete indizi? Sapete chi può essere stato? >
< Poco e nulla per adesso... sa che questa è una zona calda. Sul posto abbiamo trovato solo del sangue, non sappiamo di chi sia, ma niente esclude che sia di Tony. >
Le orecchie avevano cominciato a fischiarle.
< Sangue... >
Aveva mormorato, per combattere l'idea che fosse solo un sogno e che le sarebbe bastato scendere nel seminterrato per trovare il signor Stark a bere un drink in una delle sue macchine di lusso... ubriaco sì e forse in compagnia di una donna, ma sano e salvo.
< Pepper, sta bene? >
Lo stupido soprannome affibbiatole da Tony la riscosse, tanto da farle credere per un attimo che fosse proprio il suo capo a parlarle.
< Io... si certo, benissimo. >
Aveva cominciato a raccogliere alla rinfusa i vestiti ripiegati ordinatamente qualche ora prima: scarpe, calze, gonna...
Cielo, ma dove aveva messo le forcine per i capelli?
< Posso chiederle cosa sta facendo? >
"L'unica cosa che mi impedirà di pensare" era la frase di risposta che le si era formulata davanti agli occhi; tuttavia rispose meccanicamente:
< Devo avvertire la società, la stampa, Obadiah, Happy... ci saranno conferenze da fare, moduli da firmare... >
< Signorina Potts... - l'aveva interrotta lui - Che venga alzato un polverone sulla faccenda è una cosa che non conviene a nessuno, tanto meno a Tony. Alla stampa deve essere detto il meno possibile e quello sarà suo compito, domani mattina. A tutto il resto penserà l'esercito, non si preoccupi. >
Pepper si era lasciata crollare sul copriletto, incapace di credere alle proprie orecchie.
< Mi sta chiedendo di aspettare e basta? >
< Si limiti a gestire la società come ha sempre fatto... sia discreta e professionale. E' per queste doti che è stata assunta non è vero? >
Era rimasta in silenzio, contemplando la sua stanza, improvvisamente meno accogliente.
< Si fidi, non c'è nient'altro che lei possa fare per aiutare Tony. >
Dopo quella frase, la comunicazione si era interrotta e lei era rimasta sola.
Sola e orribilmente impotente.

Erano passati quasi tre mesi dall'accaduto.
Per la precisione, e lei era sempre stata precisa, erano trascorsi 88 lunghissimi giorni.
Riconobbe la stanza da letto nella quale si era addormentata.
Arrossì nel buio, chiedendosi come mai ci fosse finita.
Era la camera del suo capo... il suo letto ed il suo gigantesco armadio perennemente in disordine.
< Jarvis, che ore sono? > chiese, passandosi le mani sul viso ancora umido di lacrime.
L'intelligenza artificiale che animava la villa di Tony Stark non tardò a risponderle:
< Le 2:30 del mattino, signorina Potts... desolato che abbia avuto un così brusco risveglio. >
Pepper sorrise, almeno aveva avuto la delicatezza di non chiederle per quale motivo si trovasse nella camera sbagliata...
Un secondo dopo l'ombra del sorriso svanì dalle sue labbra, mentre pronunciava la domanda di rito:
< Ci sono novità? >
Le sue speranze furono deluse, come negli 87 giorni precedenti.
< Negativo, signorina Potts... Nessun messaggio dal generale Rhodes. Tuttavia c'è una mail per lei, lasciata dal signor Stane ieri sera alle 23:41 nella sua casella postale. >
< Oggetto? >
< Le chiede di restare nella società nell'ipotetico caso in cui il Signor Stark non dovesse tornare a casa. >
Pepper scagliò un cuscino sull'anta aperta dell'armadio di Tony, che si chiuse con uno scatto secco.
< Quel pallone gonfiato! Come si permette anche soltanto di ventilare l'ipotesi che Tony non ritorni? Lui tornerà! Deve farlo... >
La voce si spense in un singhiozzo, che Pepper si affrettò a soffocare nel silenzio, se avesse ricominciato a piangere, non avrebbe potuto fermarsi.
< Devo dedurre che non vuole scrivere una mail di risposta, Signorina Potts? >
< Certo che no, Jarvis. Non è proprio il caso. >
Ribatté, pensando a che cosa avrebbe detto al suo nuovo capo la mattina seguente.
All'improvviso le balenò nella mente un pensiero strano, a dire la verità perfino sconveniente...
Se fosse stato chiunque altro e non Tony ad essere rapito... e se questo qualcuno fosse stato ancora disperso dopo un intero mese di ricerche, lei avrebbe avuto la stessa certezza di rivederlo?
La risposta era no... ovviamente.
Ma si trattava di Tony... con lui tutto era possibile.
Tuttavia non era quello il punto e Pepper lo sentiva, forse nella parte più profonda del suo cuore, quella irraggiungibile e nascosta anche a lei stessa.
Evidentemente Tony era qualcosa di più per lei.
Tutto lo confermava: quel peso che non aveva mai lasciato il suo stomaco da tre mesi a quella parte, impedendole anche di mangiare; gli occhi sempre arrossati e facili alle lacrime, il desiderio di vederlo armeggiare con i suoi aggeggi tecnologici, ubriacarsi, perfino andare a donne...
Tutto pur di vederlo vivo.
Ed era perfino finita nella sua stanza, nel suo letto!
< Virgina Potts devi essere impazzita... > sussurrò a sé stessa, stringendosi le ginocchia al petto.
< Non è professionale... non ha nulla di decoroso! Sono solo preoccupata per lui, tutto qui. >
Iniziò a ripetersi, camminando per la stanza buia.
Tuttavia quei pensieri strani non volevano lasciarla...
Per mettere fine a quel delirio decise di tenersi occupata in qualche modo ed iniziò a rimettere in ordine l'armadio.
< Signorina, potrei consigliarle una tisana alle erbe aromatiche? E' adatta per combattere l'insonnia. >
Pepper si fermò sorpresa a mezz'aria, con quattro camicie nella sinistra e due paia di pantaloni nella destra.
< No grazie Jarvis, non preoccuparti. Di dormire non se ne parla stanotte. >

Il disordine in quell'armadio era qualcosa di inconcepibile.
Quasi senza accorgersene, Pepper cominciò a sistemare le camicie per colore.
Dopo qualche minuto però gliene capitò tra le mani una del tutto particolare: blu scuro, semplice ma elegante.
Di Tony si poteva dire tutto, ma non che non avesse stile.
Senza nemmeno pensarci, se la strinse al petto; era la prima camicia che gli aveva visto addosso, il giorno in cui si erano incontrati per la prima volta.
Oddio, più che incontro si poteva definire scontro, dato che Tony era riuscito a tamponarla...
Il ricordò la investì con una tale intensità che dovette mettersi a sedere...
Così, seduta sul pavimento, con le spalle appoggiate al letto e la testa affondata in una stupida camicia blu, dovette abbandonare ogni resistenza, cedendo ai ricordi e, accidenti, anche alle lacrime.



Nda
Salve a tutti e un ringraziamento a chiunque sia passato di qui ;)
Ultimamente vivo e respiro solamente pepperony, perciò eccomi di nuovo qua a dire la mia xD
Spero che il primo capitolo vi sia piaciuto, se vi va fatemi sapere che ne pensate!
Didi
 
   
 
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