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Autore: Mitsuki no Kaze    12/07/2016    0 recensioni
"[...] Jack è un raggio di sole che vince le tenebre della sua vita opprimente e monotona. E’ stato una scossa di vitalità che gli ha permesso di vedere finalmente i colori del mondo. Fino a quel momento tutto era grigio per lui."
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Crack Pairing | Personaggi: Jack Vessalius, Lacie Baskerville, Oswald Baskerville
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
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Quique lux ombram suam habet
 
Oswald Baskerville è il capo famiglia di una casata ducale potente e antica. La tradizione familiare vuole che chi assuma il potere della casata, rinunci al proprio nome per assumere quello del loro avo, Glen.
Lo stesso è avvenuto per Oswald.

Oswald Baskerville è un giovane uomo silenzioso e mite, forse sembra anche un po’ scorbutico. Non lasica avvicinare nessuno e questo gli dà un certo fascino, secondo alcune signore.

Non tutti però sanno che Oswald è solo un uomo tormentato.
E’ solo un ragazzo costretto a crescere troppo velocemente, ad assumersi molte responsabilità, un nome pesante che gli grava sulle spalle e una sorella minore particolare.

Lacie ha gli occhi rossi, tratto ereditario che i Baskerville si tramandano da generazioni. Secondo una leggenda è un segno di sventura e disgrazia, per questo la ragazza non è vista di buon occhio ed è costretta ad essere isolata.

Oswald non ci crede più di tanto, ma è il capo famiglia. Ha molti doveri e responsabilità, e questa è una di quelle.

Per questo motivo, di tanto in tanto la sera, esce. Va in città, entra in un pub – uno vale l’altro non si prende la briga di sceglierne uno piuttosto che un altro – e ordina da bere.
Non fa niente, centellina il suo whiskey e resta a fissare un punto che realmente non vede, la mente che finalmente si svuota e lui riesce a rilassarsi.


Una sera però le cose non vanno come sempre.

Qualcuno si siede al suo fianco. E’ un ragazzo biondo, ha i capelli incredibilmente lunghi, legati in una treccia e sorride cordiale al barman, mentre gli chiede uno strano cocktail dal nome impronunciabile.

Oswald lo osserva mentre si sistema sullo sgabello, afferra qualche arachide da una ciotola azzurra sul bancone e le sgranocchia guardandosi intorno.

Nessuno si è mai seduto accanto a lui con così tanta naturalezza. Di solito gli sgabelli alla sua destra e sinistra restano vuoti, come se il suo corpo emettesse un’aura oscura capace di tenere tutti a distanza.

Il biondo finisce per voltarsi nella sua direzione e nota il suo sguardo su di sé.

- Buona sera!- gli dice con allegria.

- ‘Sera.- risponde Oswald senza alcuna inflessione nella voce.

Il drink del biondo arriva e lui lo osserva mentre finisce si sgranocchiare i salatini. Quando prende il bicchiere e avvicina la cannuccia alle labbra nota ancora una volta lo sguardo di Oswald su di sé.

- Ci conosciamo forse?- chiede dopo una sorsata di cocktail.

- Non credo.- risponde lui sempre atono.

- Allora perché mi fissi? Ti ricordo qualcuno?-

- Non particolarmente.-

- Allora ti piacerebbe conoscermi?- chiede con un sorriso sghembo e con un sopracciglio inarcato.
Oswald non sa come rispondere. la situazione gli è nuova: si sta ritrovando a flirtare con un uomo  involontariamente ed è stato lui ad iniziare.

- Scusa non volevo importunarti.- risponde sinceramente dispiaciuto per l’equivoco.

- Tranquillo, sto scherzando. Non mi sembri quel tipo di persona!- risponde l’altro allegro, posandogli una mano sulla spalla con fare amichevole.

- Che tipo di persona?- chiede Oswald stupito.

- Una persona poco seria, che recupera un appuntamento in un pub approfittando di un po’ d’alcol in circolo.- chiarisce il biondo tornando al suo posto e ritraendo la mano.

- Grazie.-

Il ragazzo però non sembra intenzionato a concludere così la conversazione.

- Comunque io sono Jack.- dice e gli porge la mano.

Oswald tentenna un po’, poi gliela stringe.

- Oswald.-

Non Glen.
Non un Baskerville. Non il Baskerville.
Solo Oswald.

- Che nome impegnativo.- ridacchia l’altro. – Come mai sei qui? Ti è successo qualcosa di brutto? Hai una faccia triste!-

Lui sospira e torna con lo sguardo al bicchiere smezzato di whiskey.

- Diciamo che vengo qui per non pensare a niente.- ammette più a se stesso che a Jack.

- Vita difficile.- commenta l’altro con la cannuccia tra i denti.

Oswald ancora non sa che quell’incontro cambierà la sua vita.
 

Jack è vitale, spontaneo e allegro. Tutto il suo contrario. A prima vista sembrava impossibile che tra i due potesse nascere un’amicizia, eppure…
Jack comprende Oswald, nonostante le evidenti differenze. Sa che l’altro non apprezza il contatto fisico, perciò mantiene le distanze e Oswald sa invece quando a Jack piacciono le pacche sulle spalle e gli abbracci calorosi, per questo a volte gli dà una spallata amichevole, per digli che se vuole, si può avvicinare.

Per Oswald, Jack è un raggio di sole che vince le tenebre della sua vita opprimente e monotona. E’ stato una scossa di vitalità che gli ha permesso di vedere finalmente i colori del mondo. Fino a quel momento tutto era grigio per lui.

Jack a volte è infantile, ma non nel senso negativo del termine. Jack vede il mondo con gli occhi di un bambino, si meraviglia delle piccole cose e Oswald non smorza il suo entusiasmo solo perché ormai è un uomo adulto e dovrebbe avere un comportamento più maturo.
Oswald ama quel modo di vedere le cose.

Ed è troppo tardi quando capisce di non amare solo quello.
 

- Te ne sei innamorato, non è vero?-

Aveva presentato Jack a Lacie qualche mese dopo quello strano incontro con il biondo, perché non sopportava di dover nascondere a quello che era
diventato il suo migliore amico chi era davvero.
Voleva che la sua luce irradiasse ogni angolo oscuro della sua vita.

Ed è proprio Lacie ad aprirgli gli occhi, è Lacie a metterlo di fronte alla realtà.

Oswald non sa cosa rispondere, mentre osserva sconvolto la sorella che lo scruta con i suoi occhi rossi. Non è uno sguardo cattivo il suo, non lo sta giudicando. E’ solo in apprensione per lui, il suo unico fratello, che nonostante sia il leader di una famiglia ricca e potente non sa ancora leggere il proprio cuore.

- Cosa te lo fa credere?- le chiede.

- Vedo come lo guardi, come sorridi quando sei con lui, o se semplicemente lo nomini. Ti si illuminano gli occhi.-
Quella scoperta decreta l’inizio della fine.
 

Passano per Oswald mesi di dubbi e di preoccupazioni e questa volta è proprio la luce di Jack a provocarle.

Il biondo però non è stupido e sente che Oswald è preoccupato e capisce in breve tempo che è lui la causa dei nuovi  problemi dell’amico.
Allora lo affronta a viso aperto, perché lui non si nasconde nell’ombra, lui l’ombra la vince.

- Hai parlato con Lacie, vero?- gli chiede una sera a bruciapelo.

Sono nell’elegante salotto dei Baskerville a sorseggiare un vino pregiato.
Oswald scatta, si irrigidisce sul divano.

- Cosa te lo fa credere?- chiede ripetendo le stesse parole che ha rivolto alla sorella solo qualche settimana prima.
Ecco, sono alla resa dei conti, la verità sta per venire a galla.

- Lo vedo da come mi tratti! Sembra quasi che mi eviti!-

- Mi dispiace, non volevo arrecarti nessun fastidio.-
Jack però si arrabbia, si volta verso di lui e i suoi occhi saettano.

- Non prendermi in giro, Oswald! Parlami chiaramente!-

- Ho parlato con Lacie.- comincia con un sospiro.
Non può scappare, deve accettare la realtà e affrontarne le conseguenze.

- Mi ha aperto gli occhi e…-

- Ti ha detto che le ho chiesto di fuggire insieme?-
Quella risposta lo colpisce in viso come uno schiaffo, violento e crudele. Oswald lo guarda con gli occhi sgranati.

- Cosa?-

Jack sorride.

- Ho chiesto a Lacie di fuggire, di scappare da te e dalla prigionia a cui la sottoponi.- gli dice puntando i proprio occhi nei suoi. – Tu e lei di cosa avete parlato?-
E gli rivolge un sorriso cattivo. Il sorriso di chi sa tutto, ma si diverte a vedere lo sgomento negli occhi di chi  ha di fronte.

- Hai capito che sei innamorato di me, Oswald?-

E il mondo crolla, tutto si distrugge con quelle parole.

Oswald sa che dovrebbe urlare, che dovrebbe piangere, che dovrebbe disperarsi, ma non ci riesce.
E’ sconcertato dalla freddezza che Jack sfoggia davanti ai suoi occhi sconvolti e capisce che lui ha sempre saputo tutto.

- Non pensavo che sarei arrivato a questo punto, sai?- comincia a parlare il biondo. – Pensavo di diventare tuo amico. Sì, di entrare nelle tue grazie, certo. Ma mai avrei pensato che ti avrei fatto innamorare di me!-

- Perché?- chiede soltanto.
Non sa nemmeno dove ha trovato la forza per parlare, ma quella domanda è scivolata fuori dalle sue labbra, con estrema necessità, più di quella che gli serve per respirare.

- Perché ti ho manipolato così? Perché ti ho avvicinato in quel pub e ti ho dato ciò di cui avevi bisogno?- chiede Jack dissipando ogni dubbio.

Aveva organizzato tutto fin dall’inizio.

- Perché amo Lacie.- Spiega infine.- L’ho conosciuta anni fa, era fuggita da casa e correva per la città con una camicia da notte bianca, scalza e con i capelli sciolti. Cantava nella notte ed era bellissima. Il suo canto mi ha ridato al voglia di vivere.-

Jack fa una pausa, forse si perde in un ricordo perché i suoi occhi si addolciscono.
– Ho scoperto chi era, la figlia pazza dei Baskerville, nata con gli occhi rossi del Diavolo e tenuta segregata in casa dal fratello. Volevo… dovevo salvarla! E per anni ho pensato a come fare. La fortuna ha voluto che il fratello di Lacie fosse depresso e solo. E’ stato facile diventare tuo amico, eri così desideroso d’affetto e di compagnia!-

Ecco la verità. Jack era stato suo amico solo per raggiungere il suo scopo, solo per raggiugere Lacie.
Per questo si era seduto allo sgabello accanto al suo, per questo era tanto gentile e comprensivo nei suoi confronti. Jack aveva solo recitato una parte, interpretando il ruolo del vero amico, solo per uno scopo personale.

Oswald non sa come reagire.
Stupido.
E’ stato solo uno stupido ed un ingenuo.

- Io ti amavo.- dice infine. – Se mi avessi detto subito di Lacie, ti avrei aiutato con lei. Non lo capisci Jack? Avrei fatto tutto per te, tutto per vedere il tuo sorriso.-

Jack portava la luce, ma ogni luce ha sempre un’ombra.

- Basta.-
E’ la voce di Lacie a parlare.

La giovane appare dalle scale e raggiunge il salotto con passi svelti, ma eleganti.

- Basta.- ripete.

Affianca Oswald e gli cinge il corpo con le braccia.

- Va’ via, Jack.- dice puntando le iridi vermiglie in quelle smeraldine del biondo.

Questa volta è lo sguardo di Jack ad incrinarsi.

- Lacie, io ti amo! L’ho fatto per te!-

- Io non volevo questo, Jack! Hai fatto abbastanza, ora va’ via!- e il suo tono non ammette repliche.

Jack fugge nella notte, tradito dal suo stesso tranello.
 

Fiamme rosse divampano, bruciano e divorano.
Gli occhi verdi ardono mentre cammina tra esse. Il fuoco crepita e mangia tutto quello che incontra.
Della villa non resterà più nulla.
E Jack vuole solo quello.
Che tutto bruci.
Lacie, Oswald e anche se stesso.
 
Angolo autrice: Con mia grande sorpresa sono tornata in questo fandom! Questa fic è stata scritta in occasione del compleanno della mia migliore amica ed è pronta da mesi, ma solo ora sto avendo la possibilità di pubblicarla.
Che altro dire? Ho messo l’avvertimento Crack Pairing perché non sono molto inserita nel fandom di Pandora Hearts, quindi non so se questa coppia è effettivamente shippata- In realtà io shippo poco e niente in questo fandom, ma mi sono voluta cimentare per fare un regalo alla mia amica x°°
Spero che vi sia piaciuta e spero vogliate lasciare un commentino, o semplicemente aggiungere la fic ad una delle liste <3
Un'ultima cosa: il mio latino è piuttosto arruginito... il titolo potrebbe non essere corretto, perciò se ho fatto qualche strafalcione non esitate a segnalarmelo!
Un bacione,
~ Mitsuki <3
   
 
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