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Autore: Zomi    12/07/2016    4 recensioni
Raccolta di AU e non:
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#1: Jealousy // Friendship & Family
#2: Alcohol // Tangerines (Oranges/Mikan)
#3: Tiger & Cat // Orange & Green
#4: Scar // First Meeting After 3D2Y
#5: Map // Road Trip [Capitolo partecipante alla challenge Chocolate Box, indetta dal FairyPieceForum]
#6: Cash Only // Join me at the Casino
#7: Jungle // Tiger VS Dragon
#8: Feudal Era // Rainy Day
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[ZoNami Week 2016 indetta da Tumblr] ~ [Raccolta partecipante al "The Alternative Universe Fest ❖ Take a Chance on Another Universe!" del forum Piume d'Ottone]
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mugiwara, Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Do you know me in this Universe? ~ ❤
 
 




 

#1: A Dinner with Jeasouly, Freindship & Family

 
Sistemò l’orlo della gonna sopra il ginocchio, scalò la marcia fermandosi all’incrocio per poi ripartire e allungare la gonna sotto il ginocchio.
Sopra o sotto?
Cosa consigliava l'etichetta per certe occasioni? Andava bene sopra o sotto?
Infossò lo sguardo sul parabrezza ignorando le indicazioni del gps, accelerando in rotatoria e rubando un grugnito di disapprovazione a Zoro.
Andava bene quel vestito? Il bianco era indicato per l’occasione o era meglio il nero?
O il rosso?
-Oh fa pure: uccidici mentre andiamo a conoscere i miei!- sbottò facendo sbuffare Nami.
-Ho tutto sotto controllo- parlò tagliente, riportando la gonna sopra il ginocchio e sistemandosi una ciocca ramata dietro l’orecchio prima di gettare un’occhiata allo specchietto retrovisore per controllare il trucco.
Andava bene? Non era eccessivo?
E se lo era?
Prese la seconda a destra, guidata più dal suo senso dall’orientamento che dal navigatore, ormai sull’orlo di una crisi di inutilità vista la bravura della guidatrice, cercando di concentrarsi sul nome dei vari ristoranti che si affacciavano su Via Orientale, in cerca del rinomato Germe dove avrebbe cenato quella sera stessa con Zoro.
Lei, Zoro e i genitori del su detto Zoro.
Un attacco di panico l’assalì al pensiero e si ritrovò a tamburellare le dita sul volante davanti al parcheggio del più famoso ristorante cittadino.
Aveva voluto guidare lei per calmare i nervi e concentrarsi sul tragitto per arrivare al ristorante e distrarsi dalla sua ansia -e ovviamente per non perdersi dato l’orientamento da comodino del suo ragazzo- ma non aveva funzionato molto bene.
L’ansia si era gonfiata fino a diventare terrore, puro terrore di incontrare i genitori del suo amato Zoro e di fare, dire, dichiarare qualcosa che non le avrebbe fatto guadagnare l’approvazione dei possibili suoceri.
Frenò debolmente dinanzi al parcheggio del Germe.
Poteva sempre ingranare la retromarcia, imbavagliare Zoro e scappare dalla cena “Ti presento i miei” con la famiglia Mihawk-Hancock, no?
Insomma… che ci voleva a sedurre Zoro?
Se era riuscita a convincerlo ad accompagnarla ai saldi di fine stagione, che ci voleva a convincerlo a rimandare a data da destinarsi la cena con i suoi?
-Ti stai mordicchiando il labbro inferiore…- cantilenò Roronoa, attirando la sua attenzione e facendole ruotare gli occhi dal volante su di lui.
-Mm?- mugugnò la rossa, azzannandosi le labbra.
Zoro ghignò, sporgendosi verso di lei e aiutandola a parcheggiare e accarezzandole una guancia mentre ancora i suoi occhi di cioccolato si perdevano in chissà quale nefasta immagine del futuro.
-Zoro…- farfugliò Nami, allungando e ritraendo nuovamente la gonna sopra, sotto e ancora sopra il ginocchio.
-Nami…- le fece il verso, ridacchiando all’occhiataccia della sua ragazza, slacciandole la cintura di sicurezza e scendendo con lei dall’auto.
Il ragazzo era conscio dell’ansia che attanagliava la sua compagna, quel mordicchiarsi il labbro ne era la conferma, ma ormai era troppo tardi per annullare la cena, e a lui non resta altro che l’ingrato compito di calmarla e convincerla a seguirlo in quella serata.
 -… è solo una cena…- tentò di rassicurarla, pronto a portarla di peso all’interno del ristorante se avesse avuto un attacco isterico dei suoi.
-… una cena con i tuoi, al Germe!- quasi strillò stringendosi al braccio del verde, stropicciandogli la giacca che vestiva –Hai presente quanto costi anche solo entrare qui!?? Non ci sono mai stata, ma…-
-Tranquilla paga papà- si incamminarono alla lussuosissima entrata del ristorante mano nella mano, entrando nell’ampia entrance -E comunque non ti sembra famigliare come luogo?- sollevò un sopracciglio guardando l’interno del locale.
Gli occhi di Nami corsero tra i tavoli alla ricerca della famosa chioma corvina della signora Hancock, continuando a mordicchiarsi il labbro, ignorando i dubbi del compagno e tornando a tormentare la gonna e i suoi stessi nervi.
Sentì vagamente la richiesta del loro tavolo fatta da Zoro alla bionda Capo Sala, venendo trascinata con lieve forza dal verde mentre i suoi occhi girovagavano scaltri e attenti a ogni singolo particolare che li circondava.
Il ristorante era illuminato a giorno da ampi lampadari che scendevano a goccia dal soffitto che sembravano piegarsi in un profondo inchino sopra la sala gremita di tavoli, già occupati, dove una dolce musica classica armonizzava l’allegro e composto chiacchiericcio dei clienti del locale.
-Da questa parte, prego signor Roronoa…- li stava guidando la Capo Sala, oscillando il ciuffo biondo sull’occhio destro, ciuffo che aveva insospettito Nami ma non abbastanza da distogliere i suoi persistenti pensieri sulla cena che da lì a poco avrebbe avuto.
Zoro non parlava spesso dei suoi genitori, ma da quello che aveva capito erano alquanto bizzarri.
La madre, Boa Hancock, aveva imposto al marito, Drakul Mihawk apatico uomo d’affari che si esprimeva più a occhiate che a parole, che il loro unico figlio avesse in dote il cognome della nonna materna, Roronoa appunto, per far sì che la pro genesi della famiglia non andasse perduta.
Richiesta bizzarra, ma non unica a sentir Zoro che ogni tanto, quasi raramente e solamente dopo l’amplesso, borbottava aneddoti sulla sua famiglia su supplica della stessa Nami, costretta ad abbassarsi a certi mezzucci pur di informarsi della famiglia del suo ragazzo.
Ma vista la situazione in cui si era ritrovata, che altro poteva fare?
-… il vostro cameriere arriverà subito-
Tremò sul posto Nami a quelle parole, ridestandosi dai suoi nervosi pensieri e riconoscendo di sfuggita la Capo Sala allontanarsi dal tavolo dove già sedevano i genitori di Zoro.
Un nodo le si strinse in gola, bloccandole il respiro e strozzandola lentamente mentre tentava di sorridere ai due seri e imperturbabili individui che aveva dinanzi, intenti a squadrarla da capo a piedi con sguardo truce e indagatore.
Rapida, liberò il braccio di Zoro che aveva martoriato fino a quel momento, lisciandosi la gonna –il cui orlo ora era sopra il ginocchio- e sorridendo affabile in attesa di essere presentata dal suo ragazzo.
Cosa che non accadde.
Come se non fosse una cena importante ed i vitale importanza per la rossa, Zoro si era comodamente seduto dinanzi a suo padre, non accennando ad alcuna presentazione della formosa e ramata ragazza che l’accompagnava né a una qualsivoglia forma di saluto verso i suoi genitori, beccandosi un’occhiataccia assassina da Nami.
Non aveva voluto lui quella cena? E ora se ne lavava le mani in quel modo da buzzurro incrociato con i babbuini?
-Zoro!- sibilò un richiamo, al quale il verde rispose sollevando un sopracciglio e posando il mento sul palmo della mano.
-Cosa?- sbuffò.
Il nervosismo di Nami crebbe a dismisura, costringendola a farsi violenza pur di non uccidere il suo ragazzo davanti ai signori Mihawk.
Mihawk-Hancock.
O solo Hancock?
-Piacere di conoscervi- riprese controllo su di sé, schiarendosi la voce e porgendo una candida mano verso Drakul, il più vicino dei due coniugi –Sono Nami, la ragazza di Zoro-
Lo sguardo dorato di Drakul la studiò velocemente, non degnandola di risposta né interesse, mettendola in imbarazzo con il suo mutismo e non ricambiando la stretta di mano che Nami gli offriva.
Oh allora era da lui che Zoro aveva ereditato la parlantina sciolta e l’educazione: ora si capivano molte cose.
-Boa Hancock- ruppé il silenzio la madre del verde, afferrando con sicurezza la mano di Nami e stringendola in una morsa salda e minacciosa –Signroa Hancock per te-
Ottimo, buon inizio con la suocera, adorabile e cordiale a quanto vedeva.
Quasi quasi Nami rimpiangeva il silenzioso suocero: almeno lui non era velenoso come una biscia.
-Piacere signora Hancock- prese posto al tavolo Nami, calciando con un tacco uno stinco a Zoro in punizione della sua mancata cavalleria -È un piacere conoscerla finalmente-
Doveva fare bella figura, doveva assolutamente risultare la ragazza perfetta per Zoro.
Nami non era mai stata una donna che cercava l’approvazione altrui, anzi: faceva quello che voleva e se ne fregava del pensiero degli altri.
Ma nella sua attuale situazione, spinosa e non, non poteva permettersi di inimicarsi Boa.
Ne andava del suo futuro e del suo piccolo dolce problemino.
Assolutamente, Nami doveva fare bella figura…
-Vorrei poter dire altrettanto- soffiò altezzosa Hancock.
… o almeno evitare un omicidio.
Deglutì pesantemente, lisciandosi la gonna chiara e contando fino a dieci prima di parlare.
-I-io…-
-Quando Zoro mi ha chiamato per questa cena, avevo già ben altri programmi- parlò schietta e seria la corvina, ondeggiando la fluente chioma e fissando con le pupille zaffire la ramata –Ho dovuto scombinare i miei appuntamenti in agenda ed è stata una vera seccatura- lanciò un’occhiataccia a Nami, quasi fosse stata un’idea della rossa anziché del verde -E trovare un tavolo libero al Germe con così poco tempo di preavviso non è stato facile- mosse la testa, ondeggiando la chioma, gettando lievemente il capo all’indietro –Ma nessuno può negarmi nulla, perché…-
-Mamma, ti prego…-
-… sono bellissima!-
Zoro si passò pesantemente una mano sull’intero viso, mordendosi la lingua con violenza pur di non imprecare a voce alta. Dannazione, gli serviva serietà quella sera e non gli attacchi di egocentrismo narcisista di sua madre!
Ruotò le iride nere su suo padre, in cerca di un aiuto, ma lo trovò più interessato al menù che alla consorte in vena acida verso Nami e a suo figlio, che cercava con la sola forza dello sguardo di estorcergli un qualche aiuto in quella serata che già si annunciava disastrosa.
Quasi fosse stato punto da una zanzara, Mihawk sollevò gli occhi dall’elegante menù, incrociando per un breve attimo lo sguardo corvino di suo figlio.
-Ordiniamo- parlò asciutto quasi leggendo i pensieri di Zoro, lanciando una breve occhiata alla moglie che si aggiustò la scollatura dell’abito rosso che indossava, sbuffando.
Zoro annuì e infossò lo sguardo nel menù.
Doveva assolutamente andare tutto bene.
Non avrebbe avuto seconde opportunità. Era già strano che Nami avesse accettato di incontrare i suoi genitori senza sospettare nulla, e solamente l’entusiasmo che aveva esibito per quella cena gli aveva consentito di allentare lievemente i nervi per quanto aveva in mente, affidandosi ciecamente alla sua buona stella.
Doveva andare tutto bene.
Sua madre sembrava restia, ma suo padre, con il suo modo di fare taciturno e circospetto, aveva esibito un mezzo ghigno nel squadrare Nami da capo a piedi, facendogli ben sperare.
Ghignò anche lui, guardando di sfuggita il menù e accarezzando, soprapensiero e senza malizia, una coscia a Nami sotto la tovaglia, cercando di allentare i suoi e quelli della rossa nervi.
La mano della sua ragazza lo aveva appena sfiorato in una leggera carezza quando la voce del cameriere del loro tavolo si avvicinò, mandandogli in defibrillazione i battiti del cuore.
-Buonasera, sono Rufy e per questa sera sarò il vostro cameriere…-
Oh no, lui no.
Sollevando il capo lentamente, Zoro si ritrovò davanti agli occhi il suo miglior amico che si leggeva su una mano delle frasi fatte, sghignazzando e grattandosi la nuca mentre saltellava in un completo rigido e scuro da cameriere.
-Oh merda!- imprecò, attirando l’attenzione di Nami, che ridacchiò divertita.
Ecco, lo sapeva, la sua buona stella lo aveva gabbato in pieno.
Perché tra tutti i dispetti che ella poteva fargli, aveva scelto il più rumoroso e molesto: Rufy, il suo migliore amico, per cui sua madre sembrava avere una cotta adolescenziale astronomica che se non preoccupava il consorte Mihawk, imbarazzava il figlio Zoro.
Grugnì, sporgendosi verso il moro e strattonandolo per la camicia che sporgeva dal gilet che indossava –E tu che ci fai q…!-
-Oh Rufy caro!!!-
Non ebbe il tempo di terminare la frase o di fermare l’onda corvina che scivolò rapida sul tavolo, che sua madre aveva già abbracciato per le spalle Rufy, sommergendolo di uggiolii felici e vezzi imbarazzanti.
-Non sapevo lavorassi qui!- cinguettò falsa, ondeggiando la chioma e ammirando il moro nella divisa da lavoro.
-Oh si certo- sbottò Zoro –Casualmente organizzi la prima cena con la mia ragazza nel ristorante dove lavora Rufy e, sempre casualmente, lui è il nostro cameriere…-
-I casi della vita, Zoro!- rispose piccata Boa, tornando ad accarezzare la zazzera nera del cameriere –Oh ma non è bellissimo? Averlo come cameriere intendo, ovvio…-
Nami si portò alle labbra il bicchiere per nascondere un risolino ironico, seguita da uno sbuffo di Drakul, intento a nascondere nel sfogliare il menù un lieve fastidio che gli faceva indurire la mascella mentre Zoro cercava di allontanare sua madre da Rufy.
-Mamma, va a sederti: dobbiamo cenare!- ringhiò, distanziando i due e spingendo Boa alla sua sedia.
-Ohi Zoro, ciao Nami- sghignazzò Rufy, ritrovandosi l’amico davanti al naso –Che bello vedervi!-
Il verde latrò secco, risedendosi e ignorando le proteste della madre.
-Prendi le ordinazioni e levati dai piedi- sbottò picchiando un gomito sul tavolo e affondando il volto nel palmo.
-Non essere sgarbato con Rufy- lo riprese Nami, più per pizzicarlo che per sgridarlo veramente, e Zoro ci avrebbe anche riso su visto che il suo “essere sgarbato” era niente in confronto ai pugni che il povero moro riceveva dalla rossa quando faceva qualche scemenza, ma non era davvero serata.
Oh no, non lo era davvero.
-Si Zoro, non essere maleducato con Rufy caro!- lo fulminò con occhi severi Hancock, incrociando le braccia sotto i seni –Lui è sempre così gentile con te, ed educato, e affabile e…-
-Vorrei cenare prima che mi salga la nausea, se possibile- proferì Drakul, lapidario e tagliente.
-Geloso caro?- lo rimbeccò Boa.
-Direi affamato piuttosto- chiuse il menù posandolo sul tavolo ben apparecchiato.
-Oh anch’io!- saltellò Rufy, innocentemente ignaro di essere il centro degli istinti omicidi degli uomini Mihawk della famiglia lì presente –Ma non posso mangiare, me l’hanno vietato!
-Oh povero cucciolo!- si portò le mani al cuore Boa –Ma è una crudeltà!-
-No, è per non mandare in fallimento il locale- sbottò Zoro, bevendo.
-Zitto tu! E dimmi, Rufy caro, se potessi cosa mangeresti ?-
-Oh bhè- si asciugò la bava alla bocca il moro –La grigliata stasera sembra così appetitosa, con le salse, e le verdure grigliate e…-
-E che grigliata sia!- bettè tra loro le mani Hancock –Cinque porzioni, e se poi volessi unirti a noi, io ne sarei così…-
-Ne basteranno quattro- ruppé in mille pezzi i sogni della consorte Drakul, spingendo i menù contro il petto di Rufy e intimandogli con lo sguardo di correre verso la cucina con le ordinazioni.
-Ok!- sghignazzò quello, facendo dietro front e marciando verso la cucina -Torno con le vostre ordinazioni in un lampo!-
-Aspetta Rufy!- tentò di richiamarlo Nami –Le verdure quali…- ma era ormai tardi, il moro si era dileguato di già tra i tavoli della sala, saltellando e ridacchiando quasi che il suo lavoro fosse anche divertente.
Brutta, brutta situazione per la rossa.
Deglutì, sperando ardentemente che non ci fossero quelle verdure nella grigliata, ma la preoccupazione per l’ordinazione svanì in fretta quando percepì su di sé lo sguardo divertito e provocatorio di Boa.
-Problemi con le verdure mia cara?- cinguettò velenosa.
-Assolutamente no- sorrise sforzandosi di sembrare naturale.
-Oh Nami cara, se sei a dieta puoi pure dirlo- si ammirò le unghie laccate di rosso, sfoggiando un sorriso tagliente –In fin dei conti si nota quanto tu ne abbia bisogno…-
-Come?!?- assottigliò omicida lo sguardo. Che stava insinuando?
Lei non era grassa, e nemmeno a dieta, lei era…
-Nami non è a dieta mamma- passò un braccio dietro la schiena della rossa Zoro, facendole tirare un sospiro di sollievo.
Almeno lui era dalla sua parte!
-Dovresti vedere come mangia ultimamente: potrebbe competere con Ru… ouch!.-
Il calcio sulla caviglia lo zittì, permettendo a Nami di salvarsi.
Altro che dalla sua parte, le era contro anche lui!
-Come dicevi tesoro?- cercò di incalzarlo Boa, curiosa più che mai ora della dieta della probabile nuora.
-Niente!- tagliò corto Nami –Zoro quando ha fame farnetica, e dice cavolate varie… a volte anche quando non è affamato!-
Mantenne fisso e fiero lo sguardo contro quello azzurro di Boa, ed era certa che stesse per porle una domanda tagliente, ma Drakul, sant’uomo, parlò prima che la mora potesse farlo.
-Zoro ci ha detto che lavori alla Jinbe’s Advertising- la guardò di striscio, con poco interesse, versandosi da bere.
-Si- tirò un sospiro di sollievo Nami, aggrappandosi a un argomento su cui era certa di non poter sbagliare –Lavoro nel reparto di design pubblicitario-
-Sembra…- sbadigliò Boa -… interessante-
-Lo è- sorrise la rossa, allungando una mano a intrecciarla con quella di Zoro ferma sul ginocchio di quest’ultimo –Anche perché mi ha permesso di incontrare Zoro-
Si scambiarono un’occhiata di intesa alla quale Nami non trattenne un sorriso, prima di raccontare a Boa come si erano conosciuti come le aveva appena chiesto.
-Ogni mattina sbagliava palazzo- ridacchiò, stringendo le dita a quelle del verde che sbuffò un mezzo sorriso –Invece di entrare nell’edificio che ospita la palestra per cui lavora, entrava nella Hall della Jinbe Adv e girovagava per gli uffici finché non capiva che si era perso-
-Cose che capitano…- borbottò Zoro, sentendosi tirato in causa.
-Non se la Jinbe Adv è composta da sole cinque stanze!- rise oscillando i boccoli ramati –Dovevo accompagnarlo ogni santa mattina fin davanti alla porta della palestra, accertandomi che non si perdesse come un bambino di cinque anni!-
Boa sorrise intenerita, accavallando le gambe.
-Mi ricorda qualcosa…- sospirò.
-Ha impiegato tre settimane per imparare a distinguere gli edifici, e altre due per chiedermi di uscire… stavo perdendo le speranze- strinse le dita del compagno, arrossendo lievemente al suo sorriso sghembo, mentre le accarezzava il dorso della mano con il pollice.
Ridacchiò ripensando a quei giorni in cui cautamente lei e Zoro iniziavano a conoscersi, apprezzarsi e sopportarti.
Un anno, era passato un anno ed erano ancora lì insieme, a cenare con i genitori di lui a continuare la loro relazione tra alti e bassi, tra litigate e baci, tra musi lunghi e risate.
-Volevo essere sicuro…- sogghignò Zoro, sollevandole la mano e baciandola, senza cavalleria ma come un semplice gesto di amore.
-Proprio come con Kuina!- esclamò con mani giunte al petto Boa, roteando gli occhi azzurri al soffitto decorato del locale prima di riposarli, con una strana scintilla nell’iride, su Nami.
-Kuina?- sollevò un sopracciglio di fatti la rossa mentre Zoro grugniva fulminando la madre.
-Oh cara!- si tappò la bocca con le dita Boa, fintamente dispiaciuta –Non dirmi che il nostro Zoro non ti ha raccontato nulla…-
-No- fece scivolare le dita dalla mano del verde –Il nostro Zoro non mi ha raccontato nulla su Kuina…-
Lo vide deglutire e intuì che era un argomento che doveva assolutamente approfondire.
-Oh ma Kuina è stato il grande amore di Zoro!- cinguettò Hancock, ignorando gli occhi dorati di Drakul fissi su di lei –La sua prima ragazza, la prima che ci ha presentato…- posò i gomiti sul tavolo, sistemando il mento sulle mani unite -… la ragazza con cui ha perso la verginità-
-Mamma!-
Che diamine aveva in mente sua madre? Voleva vederlo morto per mano di Nami per caso?!?
-Oh suvvia tesoro!- oscillò una mano in sua direzione la corvina –Io e tuo padre vi abbiamo sentito in quel caldo pomeriggio di maggio di tanti anni fa. Ci avevano detto che dovevano studiare storia in camera di Zoro…- rivolse un sorriso divertito a Nami, che ricambiò con uno altrettanto maligno.
-Che teneri…- accavallò le gambe, piegando il capo verso il suo ragazzo.
Un leggero pizzicore le infastidiva le mani, quasi che da sole volessero prendere a schiaffi Zoro.
Eppure era ben conscia che lei non fosse la sua prima ragazza, figuriamoci la prima con cui faceva l’amore! Ma sapere che non le aveva raccontato delle sue ex, di questa Kuina così importante per lui, la faceva innervosire, accentuando una leggera sensazione di… di… gelosia?
-… Kuina lo riaccompagnava sempre dopo la scuola, così che non si perdesse- stava raccontando Boa -Sai Zoro, ora che ci penso Kuina è tornata in città giusto giusto qualche giorno fa…- continuò, attirando l’attenzione del figlio -… non sarebbe meraviglioso organizzare una rimpatriata? Rivedervi, parlare dei bei vecchi tempi, ritrovare la vostra complicità…-
-… finire in ospedale con qualche osso rotto…- borbottò lieve Nami, fulminando il verde e pronta a soffocarlo con il tovagliolo se solo avesse provato ad accettare la pazzia che gli proponeva la madre.
Non che fosse gelosa, solo che Zoro era suo. Punto.
Percepì il sangue ribollirle nelle vene non appena Boa iniziò ad elencare le innumerevoli doti della fantomatica Kuina, dai suoi lisci e ordinati capelli neri.
-… non scomposti e tinti di rosso come i tuoi tesoro, che sono adorabili, davvero! Ma così dèmodè… oh! Non sei tinta? Davvero? Non l’avrei mia detto…-
Ai suoi occhioni scuri.
-… due pozzi di ametista! Così rari, così belli…-
Alla sua passione per la scherma che l’aveva portata a capo dell’azienda di famiglia nel campo della vendita specializzata nell’oggettistica di tale sport.
-… bilanci da capogiro! Altro che un semplice stipendio da impiegata in un ufficio qualsiasi…-
Alla sua eleganza, simpatia, sobrietà, stile nel vestire e bla bla bla.
La nausea aumentava, il nervosismo pure e anche la sensazione acida che saliva e scendeva dal capo fino ai piedi, facendola sorridere forzatamente nel dissimulare leggeri ringhi felini.
-… sarebbe così bello, rivedervi assieme, voi due, a casa nostra magari…-
-Non credo di avere tempo mamma- sbottò secco e duro Zoro, rimasto in silenzio durante tutto l’elogio della madre alla sua ex, fulminandola iracondo.
Lo faceva apposta, lo sapeva.
Lei sapeva benissimo il reale motive di quella cena, perché aveva insistito tanto per organizzarla.
Non solo per presentare Nami, ma anche per quell’altra cosa, di vitale importanza per il suo futuro con la rossa. Aveva accennato a Kuina apposta per punzecchiare Nami, per innervosirla e molto probabilmente costringerla a saltargli al collo e ucciderlo sul posto.
-Oh bhè…- sbuffò Boa, arrendendosi -… peccato- iniziò a giocherellare con una forchetta permettendo a Mihawk di aprire bocca.
-Quindi Nami la tua famiglia di cosa si occu…-
-E i tuoi ex cara Nami?-
Zoro quasi ruggì contro sua madre, incenerendola con lo sguardo.
-Nulla di che- si portò alle labbra il bicchiere d’acqua con tranquillità la rossa.
In fondo era vero, non aveva mai avuto delle relazioni serie come quella che aveva con Zoro.
Certo alcuni avevano conosciuto i suoi genitori ma nessuno aveva avuto l’approvazione di suo padre al contrario del verde.
Sempre che si potesse chiamare approvazione la minaccia di morte che Zoro aveva ricevuto da Genzo se avesse mai osato farla soffrire, avvenuta durante un pranzo natalizio e con suo padre che piangeva disperato mentre puntava l’arma d’ordinanza contro il giovane Roronoa.
-Nessun ragazzo speciale?- insistette Boa, imbronciandosi al segno di diniego della rossa –Nessun ex… particolare?-
-Particolare?- ridacchiò Nami –Bhè, forse…-
-Non sarà Rufy!!!- impiantò le unghie nella tovaglia Hancock, fulminandola con astio.
-Certo che no!- ridacchiò - Rufy ed io siamo amici dalla scuola materna. Abbiamo anche vissuto vicini alle elementari prima che si trasferisse in un altro quartiere, riuscendo a mantenere i contatti fino ad oggi- si portò una ciocca di capelli dietro un orecchio –Il ragazzo “particolare” a cui mi riferivo è…-
-NAMI SWAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAANNNN!!!-
Un brivido gelido le attraversò la schiena, scuotendola da capo a piedi e permettendole di dissolvere per un breve attimo la nebbia di tensione che le offuscava la mente, consentendole un breve cenno di lucidità che le fece finalmente collegare tutti i dettagli che aveva raccolto da quando aveva messo piede al Germe.
La Capo Sala bionda e con il ciuffo.
Lo stile rinomato.
Il nome del ristorante che non le era affatto nuovo.
La presenza di Rufy come cameriere, lavoro affidatogli più per amicizia che per competenze.
-Oh, ti prego no!- rabbrividì chiudendo per un secondo gli occhi prima di riaprirli e ritrovarsi dinanzi una rosa rossa e una scia di cuori ornata da una capigliatura bionda.
Perché il Germe era il ristornate della famiglia Vimsoke, perché lei conosceva un membro della famiglia Vimsmoke, perché lei era stata assieme per un breve periodo a quel componente della famiglia, perché quel suo ex “particolare” era…
-Sanji-
Il ringhiò di Zoro la fece sussultare, ridestandosi dalla bolla di incoscienza che l’aveva accerchiata mentre il biondo casanova, suo ex, l’inondava di epiteti e dolcezze diabetiche incorniciate da cuori e unicorni volanti.
-Appena Rufy mi ha detto che eri presente in sala, sono accorso al tuo tavolo anticipando quel pozzo senza fondo, fiondandomi ad allietare la tua serata prima di gustare le prelibatezze che io stesso ho preparato solo per te!- un breve attimo di respiro –OH NAMI SWAAAAN!!!-
-Provo a indovinare…- ridacchiò Boa, sporgendosi verso Drakul, improvvisamente divertito da ciò che vedeva -… dev’essere questo qui l’ex “particolare” di cui si parlava…-
Nami arrossì sulle gote, sfilando la mano dagli artigli in cui Sanji la stava stritolando e sbuffando in imbarazzo.
-Piantala idiota!- sbottò secca, provocando nel biondo cuoco un’epistassi di felicità.
-Sei così bella quando mi insulti!- balbettava, lanciando rose ovunque.
Rose che arrivarono anche contro Zoro, tremante di rabbia per l’intervento dell’ex di Nami.
Lo conosceva da tempo ormai, ed era a conoscenza della relazione che aveva avuto con la sua ragazza tempo addietro ma non gli era mai importato molto: Sanji gli stava antipatico nonostante ciò.
Con i suoi modi cavallereschi da finto Latin Lover, le rose che estraeva da chissà dove e quella sua dannata mania di fissare Nami e provandoci con lei ogni santa volta che la vedeva.
Dannazione, gli era davvero così difficile capire che lei ora era sua?
Ma se doveva ammetterlo, Zoro in fondo in fondo, ma parecchio in fondo, considerava Sanji un buon amico –quando non ci provava con la sua ragazza- e si fidava di lu.
Certo, ritrovarselo tra i piedi proprio quella sera era un’aggiunta alla sfortuna che coronava la serata, rendendo insopportabile la presenza di quel biondo casanova da quattro soldi.
Si sporse verso Nami, intenta ad insultare il biondo minacciandolo di morte se non la piantava di lanciare cuori e nomignoli in ogni dove in suo onore, afferrando il biondo per la casacca bianca che solitamente usava in cucina e scuotendolo.
-Torcigliolo!- latrò –Togliti dai piedi!-
-Marimo!- ringhiò di rimando il biondo –Che diamine ci fai qui?-
-Annaffio le piante!- roteò gli occhi al cielo –Secondo te?- allargò il braccio libero ad indicare i suoi genitori, sperando che il biondo capisse l’importanza di quella cena e si levasse di torno.
Speranza vana, dato che il biondo magnetizzò la sua attenzione su un unico dettaglio della tavolata anziché sul quadro completo.
-Scusate- si raddrizzò con la schiena, sistemandosi la divisa da cuoco –Sono un completo maleducato-
Percorse appena due passi lungo il tavolo, avvicinandosi alla sedia posta dinanzi a quella di Nami, inginocchiandosi a terra e infilando una mano nel grembiule, da cui estrasse una rosa rossa che porse all’interessata e divertita consorte Mihawk.
-Come ho potuto ignorare una bellezza come la tua, mia adorata! Qual è il tuo nome?!? No! Non me lo dire, solo le stelle possono conoscere il leggiadro, sublime, estasiante suono della tua voce, oh mia regina di… ouch!-
-Mi spiace correggerti mia cara Nami …- pressò con maggior forza il tacco contro il volto di Sanji Boa, imprimendo ancor più rudezza al calcio con cui lo aveva zittito -… questo ragazzo più che particolare è fastidioso! Altro che l’adorabile e simpatico…-
-Ecco la pappa!-
-… Rufy caro!!!! –
Nami si schiaffeggiò il viso.
Bene, perfetto! Poteva andare peggio?
Mancava qualcun altro a quella rimpatriata di amici scemi della loro compagnia?
Non sapeva, magari da lì a poco sarebbe spuntato anche Usopp da una pianta ornativa con qualche sua stupida buffonata, o Franky, in lacrime per quanto fosse “Suuuper” quella rimpatriata mal assortita al Germe.
-Ecco la grigliata!-
-Oh Rufy caro, siediti e mangia con noi!-
-No mamma! È una cena seria, io devo… MA TE NE VUOI ANDARE CUOCO DA STRAPAZZO!-
-ZITTO MARIMO! Oh dea celeste parla ancora: la tua voce è musica!-
-Davvero posso signora Hancock? Sanji ha detto che se assaggio qualcosa mi licenzia…-
-Oh ma chiamami pure Boa, Rufy caro, e non ti preoccupare ti assumerò come mio aiutante personale!-
-Dannato Torcigliolo! Stai facendo la corte a mia madre: MIA. MADRE!-
-Cuciti la bocca alga di mare! Non credo a una sola parola! Una principessa come questa non può essere tua madre! Tua sorella al massimo!-
-Dananzione! Papà di qualcosa! Anzi no: passami il tuo coltello che faccio una strage!-
-Allora mi servo: pancia mia fatti capanna!-
-Oh che gioia vederti affamato Rufy caro!-
-Vattene in cucina, cenerentola col pizzetto!-
-Vattene tu, indegna verza!-
-Ti affetto!-
-Ti uso come tartare per il piatto del giorno di domani!-
-Ti amo grigliata! Sei così buona!-
-Rufy attento, così soffochi… ti aiuto! Fai Aaaaaaa…-
Un disastro.
Quella cena era un disastro.
Nami era allibita da ciò che la circondava, non sapeva se meravigliarsi di più per il litigio tra Zoro e Sanji, per le avance della signora Hancock a Rufy o per l’impassibilità con cui cenava, almeno lui, Mihawk.
Com’era successo che il primo incontro con la famiglia Mihawk-Hancock-Roronoa fosse diventato un caos tale?
Si tamponò la fronte, percependo una vena pulsare pericolosamente.
Ben presto avrebbe preso a pugni i suoi amici e il suo ragazzo, magari lanciato qualche schiaffo pure a Boa e rovinandosi così la reputazione con i suoceri, ma in fondo era meglio avere i nervi salvi e sfogare la sua ira che assistere un secondo di più a quel disastro di cena!
Stava per aprir bocca e urlare, aggiudicandosi l’esilio a vita dal Germe, quando notò una verdura schizzare dal piatto di Rufy fino al suo, centrandolo in pieno.
E non una verdura in particolare, oh no, ma quella, quella dannatissima verdura che da nove settimane la stava facendo impazzire solamente apparendo di sfuggita in una pubblicità alla Tv o preannunciando la sua presenza con il suo acquoso profumo.
Una zucchina.
Lì, sul suo piatto, davanti a lei, in mezzo a Zoro e Sanji che urlavano e si strattonavano per la camicia, mentre il biondo lanciava cuori e fiori a una Boa del tutto rapida da un Rufy immerso nella sala barbecue fino ai gomiti, gomiti ben impiantati nello spazio vitale di Drakul.
Sentì chiaramente la nausea prendere corpo nel suo ventre, salire a rotta di collo l’esofago e spuntare maligna alla bocca dello stomaco, riversandosi con le prime gocce acide nel suo palato.
Non ce la fece, non ce la fece proprio, e prima di dare di stomaco nel bel mezzo della tavola, si alzò di scatto dalla sedia facendola fischiare contro le mattonelle, sbattendo le mani sulla tavola imbandita.
-Vado in bagno a rifarmi il trucco!- annunciò rapida, scappando ticchettante sui tacchi verso la toilette, scomparendo in un turbinio di riccioli rossi e di pieghe di gonna bianca.
Zoro si zittì, le mani ancora alzate a storcere il bel visino di Sanji e la bocca mezza aperta in un’imprecazione. Fissò Nami scomparire nella sala gremita di persone e capì che era il momento giusto.
-Rufy!- chiamò il compare, costringendolo a sollevare il capo dal piatto vuoto che stava leccando con l’intera faccia.
-Se ti porti Sanji lontano da qui, puoi mangiare tutti e quattro i piatti di grigliata!- ghignò fissando l’amico illuminarsi a festa per la proposta.
Non rispose nemmeno il moro: afferrò piatti e cuoco e scappare verso le cucine, sghignazzando divertito e felice.
-Noooo!!!- si disperò Boa, sbracciandosi verso il moro –Rufy caro!-
Ringhiando si voltò verso il figlio, fulminandolo e sibilando rabbiosa.
-Perché l’hai mandato via!!?- strillò –Era così bello cenare con lui!-
-Mamma ti prego, so che Rufy ti è simpatico ma è una cosa seria- sbuffò stanco di quelle moine, rivolgendosi poi al padre –L’hai portato?-
Mihawk si pulì  attentamente la bocca dai resti della sua cena e, con disinvoltura, estrasse dalla tasca dei pantaloni un piccolo cofanetto di velluto che prose al figlio, trepidante.
Gli occhi di Boa sgranarono alla vista del cofanetto riconoscendolo all’istante.
-Non vorrai…- esalò.
-Si- afferrò con mano salda il piccolo contenitore il verde, accarezzandolo con le dita.
-Ma è l’anello di tua nonna Mihawk!- sbottò incredula –Quello che tuo padre diede a me per chiedermi in moglie! Tu non…-
-Te l’ho detto- la zittì serio e deciso, guardandola negli occhi con un misto di amore di figlio e di amante  –Amo Nami e voglio passare con lei il resto dei miei giorni-
-Ma siete ancora giovani!- protestò la corvina –Perché tanta fretta? Magari lei nemmeno vuole…-
-Spero di no!- sbottò duro –Anche se ho qualche dubbio visto il tuo atteggiamento nei suoi confronti questa sera…-
-Il mio atteggiamento?!?- s’indignò, inasprendo lo sguardo –Ti consiglio di moderare i termini signorino! Ti assicuro che stasera ho limitato la mia indole materna al massimo!-
-Tua madre ha ragione Zoro: con Kuina ha fatto di pegg…-
-Stanne fuori tu, Drakul!- lo zittì aspra.
-Già Kuina!- pestò i pugni sul tavolo Zoro, prendendo la palla al balzo –Dovevi proprio nominarla vero?-
-Mi stai forse incolpando di qualcosa?- sbatté le ciglia –Se tu non parli delle tue ex alla donna che vuoi sposare, qualcuno dovrà pur farlo!-
-Si, ma magari non la sera in cui ti presento la su detta donna!-
-Parli della ex o della futura moglie?-
-Mamma!-
-Zoro!-
Mihawk si era alzato da un pezzo quando madre e figlio iniziarono a farsi il verso, dirigendosi alla zona bar del tutto deciso a brindare al matrimonio del suo rampollo. A lui Nami stava simpatica: ribatteva alla moglie con altrettanta ironia e acidità, era di bell’aspetto, presumeva con una buona dose di pazienza e violenza ma anche con un gran cuore da come aveva raccontato del suo incontro con Zoro.
Si, Drakul era ben felice dell’imminente entrata in famiglia di Nami, e lo fu ancor di più quando, di ritorno dalla zona bar dopo un bel Flùte di champagne, origliò un breve ma interessante scambio di battute tra una cameriera e una giovane donna ramata.
-… ma è certa di sentirsi bene? Sa, nelle sue condizioni dovrebbe stare a riposo-
-Si non si preoccupi, è stato solo un lieve malessere dovuto alle nausee-
-La capisco: anch’io quando ero incinta della mia piccola Chimney non riuscivo a sopportare le carote. Appena le vedevo mi veniva da vomitare!-
Si lasciò alle spalle una lieve risata divertita, e tornò al tavolo, dove sembrava che sua moglie e Zoro stessero ancora discutendo.
-… almeno lascia che le disegni io l’abito da sposa! Sono una stilista affermata, non una sarta da quattro soldi!-
-Mamma non posso decidere io: né parlerai a Nami quando sarà il momento-
-Ma hai chiesto il permesso di suo padre? Non faceva il poliziotto? E se ti spara perché non è d’accordo?-
-È appunto un poliziotto non un serila killer…-
-Magari ha cambiato lavoro! Che ne sai?!!? Oh e comunque avresti dovuto avvertirmi che era davvero così seria la vostra storia!- iniziò a rovistare nella borsa in cerca del cellulare.
-Come se non l’avessi fatto!- sbuffò, lanciando un’occhiata alla sala, dove vide Nami tornare dal bagno.
-Si si certo!- minimizzò le sue parole agitandogli contro una mano, interessata ora più al suo smartphone che al figlio -E ora come faccio…-
Nami riprese posto alla tavola, fissando Hancock mordicchiarsi il labbro inferiore e macinare ditate su ditate sul suo cellulare.
-Qualcosa non va?- chiese a Zoro, notandolo lievemente ombroso.
Che era successo nei brevi minuti in cui si era assentata al bagno? Dov’erano Rufy e Sanji?
Li avevano uccisi e nascosto i cadaveri sotto alla tavola?
-Mamma potresti spegnere quell’affare?- borbottò Zoro, guardando di sfuggita Nami scrutare sotto la tovaglia in cerca di chissà che. Le prese una mano e l’accarezzò, ricevendo in cambio un dolce sorriso.
Ecco, se la serata finiva con la sua Nami che sorrideva allora poteva anche ritenersi fortunato e poteva tirare un sospiro di sollievo: era finita.
O almeno lo sperava.
-No, non posso!- sibilò in riposta a Zoro Boa -È di vitale importanza! Devo assolutamente fermar…-
-Buonasera ignora Hancock, scusi il ritardo-
Fu la volta di Zoro di sentirsi raggelare il sangue nelle vene nel sentire quella voce.
Girò lentamente il capo verso la fonte da cui era provenuta, strozzandosi con la saliva nel riconoscere Kuina in piedi di fianco al loro tavolo.
Oh merda.
Oh merda!
-Oh Kuina cara- si schiarì la voce Boa, incrociando le dita delle mani –Stavo giusto cercando di chiamarti…-
-Mi spiace ma ho il cellulare scarico- sorrise la mora, avvicinandosi a Boa e scrutando i volti che occupavano la tavolata, fermandosi per un breve istante su quella della giovane donna ramata e su quello del suo caro amico d’infanzia.
-Ciao Zoro!- esplose un sorriso radioso, salutando il verde e raggiungendolo ad abbracciarlo nel suo tubino.
Succinto e nero, poté constatare Nami ringhiando tra i denti.
Non era bastata l’acidità di Boa, l’attacco di gelosia verso una ex di Zoro, la presenza di due tra i più imbecilli dei suoi amici e le zucchine kamikaze a rovinare la serata. Oh no!
La ex doveva pure apparire e, ci avrebbe scommesso tutto il suo piccolo gruzzolo dormiente in banca,che  c’era lo zampino serpeggiante di Boa dietro a quel fatale incontro.
-Quanto tua madre mi ha invitata per questa piccola rimpatriata né sono stata felicissima- rideva con il suo Zoro, accarezzandogli la zazzera, le spalle, ridacchiando per le poche parole che quel demente riusciva a spicciare, troppo intento a fissarle le tette per concepire frasi più argute del solito.
E forse questi ultimi pensieri erano un po’ annacquati dal amaro sidro della gelosia, o dai rimasugli della nausea post zucchine, fatto sta che Nami davvero non ce la faceva più.
-… lavori ancora in palestra? Davvero?-
-Scusami- cercò di attirare la sua attenzione con gentilezza –Non ci siamo presentate io sono…-
-Questa avresti potuto risparmiartela!-
I tre giovani si zittirono al tono aspro e tagliente di Drakul, rivolto per di più alla moglie.
-Non era mia intenzione creare tutto questo. Volevo solo assicurarmi dei fatti con alcuni piccoli accertamenti!- rispose altezzosa e sicura di sé la donna.
In fondo aveva agito da madre premurosa e protettiva: non poteva di certo lasciare il suo cucciolo Zoro alla prima rossa che passava!
-Boa, so che hai agito per il suo bene ma… stanno per sposarsi!- sbottò.
-Papà!-
Dannazione, per una volta che poteva stare zitto!
-… e lei è incinta!-
Il silenzio piombò lapidare sulla tavola, rotto solamente da una Kuina alquanto imbarazzata.
-Ho come il sospetto- ridacchiò sedendosi accanto a Drakul –Di essere stata usata come terzo incomodo apposta… vero Boa?-
-È stato a fin di bene cara!- le accarezzò una mano la corvina –So perfettamente che tu e Yosaku siete felicemente sposati da anni… forse questo dettaglio non l’ho mai rilevato a Zoro però-
Già Zoro.
Zoro e Nami, che erano ancora ammutoliti da ciò che avevano sentito, e che riuscirono solo a incrociare gli sguardi e ad esalare, a una sola voce, un unico grido.
-TU COSA?!?!-
 
 
 
 
La brezza della sera soffiava leggera fuori sulla veranda del Germe.
Nami si strinse nelle spalle lievemente infreddolita, sfregando la pelle nuda delle braccia con le mani.
Stava per rientrare nel locale a scaldarsi, quando la giacca nera di Zoro le finì sopra il viso.
Sbuffando per la galanteria, la fece scivolare sulle sue stesse spalle, piegando lo sguardo verso il suo ragazzo che le si fece vicino.
-Grazie- soffiò scaldandosi.
-Quando me lo avresti detto?-
Diretto, come sempre.
Ma lo amava anche per quello.
-Tu quando me lo avresti detto?- rimbeccò con una linguaccia.
-Non appena avresti conosciuto i miei- spiegò logico Zoro, allungando un braccio a circondarle la vita.
-Giovedì- sorrise Nami, posando il capo sulla sua spalla.
-Giovedì? Perché?-
-Perchè ho un ecografia-
Risposta logica come la precedente, che fece sghignazzare Roronoa.
-Quindi giovedì avrei saputo di essere diventato padre- le accarezzò il ventre ancora piatto –E magari venerdì tu avresti avuto già la prima prova del vestito?-
-Corri troppo Roronoa!- lo pizzicò su un fianco, afferrandogli poi i baveri della camicia e facendoselo vicino.
-Io non vedo ancora alcun anello al mio dito- soffiò seducente, agitando la mano sinistra ancora nuda sotto il suo sguardo.
-A quello si può rimediare…- le accarezzò una guancia.
-Ah!- lo fermò - Prima devi chiedere a papà!-
-Già fatto…- sbuffò al ricordo.
-E com’è che sei ancora vivo? Papà non ti ha minacciato con la glok?-
-No, quella era tua madre: lui cercava la nove millimetri ma con tutte le lacrime che versava non c’è riuscito…-
Nami rise, scuotendo il capo e crogiolandosi del dolce calore del suo Zoro.
Era stata una cena… devastante!
Sia per i suoi nervi che per tutto il resto dell’universo di cui faceva parte.
Eppure, erano ancor lì, assieme, come quando erano partiti da casa sua, mano nella mano.
-Ce la faremo?- chiese lieve, cercando di ignorare gli urli di disperazione di Boa nel vedersi già come nonna, mentre strattonava Rufy all’interno del Germe, in preda a una crisi isterica a metà tra la felicità per il matrimonio e la disperazione per il nuovo appellativo che avrebbe guadagnano da lì a nove mesi.
-Sarà una passeggiata- la baciò Zoro –Se siamo sopravvissuti stasera, il resto della vita sarà una sciocchezza-
-… una schiocchezza…- soffiò piano Nami, lasciandosi cullare -… lo scopriremo presto-

 










ANGOLO DELL'AUTORE:
... che pubblica a mezzanotte e quarantacinque, ma fingiamo sia ancora luendì!
Poche parole solo per dire:
1-Adoro Boa, davvero l'adoro! Ma mi serviva il suo lato peggiore. Scusate se l'ho maltrattata.
2-Scusa Piper, non c'è l'ho fatta.
3-Nessun Mihawk è stato maltrattato durante la stesura.
4-Non c'è stata rilettura.
5-Vi lascio il link della pagina Tumblr dell'evento ---> http://zonamievents.tumblr.com/
   
 
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