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Autore: taccy01    12/07/2016    2 recensioni
la mia prima storia ehm hot (?) pubblicata.
Metto testo perchè boh (?)
"Glen rientrò in casa sua, sbattendo la sua roba sul tavolo e chiudendosi in camera.
Giunto lì, si sedette sul letto matrimoniale, infilando le mani tra i capelli castani.
"Non è possibile non è successo davvero. Sono passati due mesi...potresti ancora tornare." Si ripete mentalmente.
Due mesi da quando Alexander se n'è andato, lasciando un vuoto nella loro casa.
Casa che condividevano da appena un mese.
Forse tra loro -si ripeteva spesso Glen- le cose erano accadute troppo in fretta. Ma loro si amavano, lui ne era convinto.
E allora perché Alexander se n'era andato?
Che avesse avuto bisogno di staccare un po'?
Alexander non era mai stato un tipo
romantico e, prima di incontrare Glen, era anche un dongiovanni: si lasciava andare a molte avventure senza capo né coda con esseri di ambo i sessi."
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Alexen

Was it only game?

Glen rientrò in casa sua, sbattendo la sua roba sul tavolo e chiudendosi in camera.
Giunto lì, si sedette sul letto matrimoniale, infilando le mani tra i capelli castani.
"Non è possibile non è successo davvero. Sono passati due mesi...potresti ancora tornare." Si ripete mentalmente.
Due mesi da quando Alexander se n'è andato, lasciando un vuoto nella loro casa.
Casa che condividevano da appena un mese.
Forse tra loro -si ripeteva spesso Glen- le cose erano accadute troppo in fretta. Ma loro si amavano, lui ne era convinto.
E allora perché Alexander se n'era andato? 
Che avesse avuto bisogno di staccare un po'?
Alexander non era mai stato un tipo
romantico e, prima di incontrare Glen, era anche un dongiovanni: si lasciava andare a molte avventure senza capo né coda con esseri di ambo i sessi.
Ma con Glen era stato diverso, gliel'aveva sempre detto.
Lui lo amava. Altrimenti perché gli avrebbe chiesto di andare a vivere con lui?
Perché con lui si lasciava andare a sorrisi autentici e sinceri e non i soliti ghigni?
Perché con lui era felice?
Una lacrima cominciò a solcare la guancia di Glen e lui si affrettò a scacciarla: non aveva pianto in quei due mesi, si era fatto forza, si era tenuto tutto dentro.
Ma ora che molti ricordi stavano venendo a galla non riusciva a trattenersi.....
Un ragazzo dai capelli corvini e gli occhi  color del ghiaccio camminava per la strada tenendo stretto a sé un
ragazzo dai capelli castani e gli occhi verdi.
-Glen.- disse il primo -Odio l'inverno.- continuò, mentre le gote diafane si arrossavano a causa della brezza gelida di Novembre.
Glen ridacchiò: era raro che le guance di Alex prendessero colore e lo trovava piuttosto divertente.                                         -Se è per questo odi anche l'estate.- replicò.
- E l'Autunno e la Primavera. C'è qualcosa che non odi?- gli chiese ironicamente.
Alexander abbozzò un sorriso, avvicinandosi al compagno: 
-Sì. Tu.- mormorò malizioso, premendo le sue labbra su quelle del castano, mentre la neve continuava a cadere intorno a loro. Ma gli stessi fiocchi di neve parevano essersi fermati, così come il tempo. Nulla era immune all'incantesimo lanciato dai loro corpi stretti assieme.
Glen sorrise leggermente, ricordando con nostalgia quell'evento accaduto pochi mesi prima.
Altri ricordi si fecero prepotentemente spazio nella sua mente, fino ad occuparla  del tutto.
E il ricordo della loro prima volta era sicuramente il più piacevole e, nel contempo, il più doloroso.
Era stata un'esperienza magnifica.....
Alexander si avventò con impeto sulle sue labbra, quasi affamato del loro sapore, che per lui costituiva una droga.
Anche Glen amava il sapore delle labbra di Alex, quello di menta  piperita misto a fumo.
Glen sentiva l'eccitazione crescere dentro di lui, mentre Alexander scendeva con le labbra sul suo collo,marchiandolo e succhiandolo.
-Alex- mormorò Glen, puntando i suoi smeraldi negli iceberg del maggiore.
-Voglio andare fino in fondo, stavolta
-continuò mentre un adorabile rossore andava a tingergli le guance.
Alexander sorrise, un sorriso vero, di quelli che rivolgeva esclusivamente a lui.
Gli accarezzò la guancia con una mano, mentre si sistemava a cavalcioni su di lui, facendo scontrare le loro intimità attraverso i Jeans.
Entrambi si lasciarono sfuggire un gemito, mentre la mani di Alex scorrevano sotto la maglietta di Glen, per poi toglierla del tutto.
Anche Glen sfilò la maglietta del corvino, concedendosi un secondo per ammirare i suoi addominali pallidi, le cicatrici sulle sue braccia.
Rabbrividì nel vedere quei segni rossi: sapeva ciò che Alex aveva passato, ma ora era tutto finito. Avrebbe impedito lui che Alex si facesse ancora del male.
In pochi secondi i Jeans di entrambi andarono a farsi benedire e l'unico
ostacolo che separava ancora i loro corpi erano i boxer che entrambi indossavano.
Ma ben presto anche quegli ultimi indumenti vennero eliminati dal ragazzo con gli occhi di ghiaccio, che cominciò a strusciare la sua intimità sul quella del castano animando e beandosi dei gemiti di Glen.   
Poi lo fece voltare e, con molta delicatezza, unì finalmente i loro corpi.
Fu un istante e Glen si abituò al dolore e perse ogni inibizione, chiedendo ad Alexander di cominciare a muoversi.

Il maggiore lo fece ed -alla fine- vennero entrambi.
Anche quel ricordo aveva fatto male a Glen che ora provava un forte dolore allo stomaco e aveva la nausea.
La lontananza da Alex gli procurava anche un dolore fisico. Perché era innamorato di lui.
"È stato solo un gioco, per te?" Si
chiese, consapevole che Alexander non gli avrebbe mai risposto.
Eppure, avrebbe dato tutto ciò che aveva per poterlo riabbracciare. Per poter far scorrere nuovamente le mani sulla sua schiena, per poter tracciare nuovamente i contorni dei suoi tatuaggi.
Glen amava i tatuaggi di Alex e lì conosceva a memoria: sapeva tracciare alla perfezione i contorni dello scorpione che aveva sul polpaccio e amava il dragone cinese nero che scendeva sul suo braccio sinistro: da poco sotto la spalla a poco sopra il gomito.
Ma il tatuaggio che più colpiva Glen era l'enorme albero nero tatuato sulla sua schiena: i rami si allungavano come tentacoli, formando onde di ombre scure. E alla fine di ogni ramo c'era un nome. Erano tutti i nomi delle persone con cui Alex aveva avuto una relazione. Glen non si era mai
soffermato a contarli ma gli sembravano davvero tanti. 
-Deve averti fatto molto male.- commentò Glen la prima volta che lo vide.
Alexander alzò le spalle : -Io volevo soffrire.- gli disse, tirando su le maniche e mostrando le cicatrici delle innumerevoli volte che si era tagliato, tentando il suicidio.
Ma le cose erano cambiate: stando con Glen, Alex aveva rinunciato alla sofferenza. 
Glen ricordava ancora quando aveva accompagnato Alex dal tatuatore per chiudere l'albero, in modo da non poter più aggiungere nomi.
Glen non era riuscito a guardare, quegli aghi lo impressionavano. Alex rideva della sue espressione sconvolta. Dopodiché aveva parlato col tatuatore dicendo che sarebbe tornato a breve per un altro tatuaggio.
Ma qualche giorno dopo era partito,
lasciando solo un biglietto con su scritto: "Glen, devo andare in Germania per risolvere una questione. Non cercarmi, non so quando è se tornerò. Ti amo, perdonami. Alexander."
Le ultime parole colpirono particolarmente Glen, che non sapeva se fossero veritiere.
Si lasciò cadere sul cuscino: tutti quei ricordi gli avevano lasciato un senso di stanchezza e si addormentò in pochi istanti.
Si svegliò ore dopo, sentendo qualcuno suonare il campanello. Si voltò, guardando l'ora: le 22.34.
Chi poteva essere a quell'ora?
Si alzò di malavoglia e si diresse alla porta con passi lenti e strascicati. 
Quando l'aprì per poco non svenne pEr la visione che gli si parava davanti: era indubbiamente Alexander. Anche se ora i suoi capelli erano più lunghi ed arrivavano fin sotto le orecchie.
Glen esitò, tentato dal chiudergli la porta in faccia.
-Glen?- mormorò Alex guardandolo con gli occhi carichi di preoccupazione. Anche se erano passati solo due mesi a loro parevano anni. E Glen non sapeva descrivere quello che stava provando: era davvero felice che Alexander fosse tornato, ma non poteva trattenersi dal provare una rabbia immensa nel ricordare tutto il dolore che gli aveva fatto provare.
-Non penso che questo sia il momento adatto per parlare, Alexander. Non sei esattamente la prima persona che avrei voluto vedere fuori da questa porta.- disse Glen cercando di dimostrarsi freddo. 
Ma non era così: Alex era davvero la prima persona che avrebbe voluto avere accanto, in quel momento e per sempre.
-Glen, fammi spiegare.....sono dovuto andare via per una ragione seria...
Non ti avrei mai lasciato se non fosse così...- provò a dire Alex.
-Sta zitto, Alexander. Così non valevo più niente per te? È stato solo un gioco per te?- finalmente poteva chiederglielo, avere una risposta a quella domanda che da giorni gli ronzava nella testa.
-Certo che no! Io ti amo, Glen! Sono dovuto andare in Germania!- cercò ancora di spiegare il corvino.
-E per quale motivo, di grazia?-chiese sempre più seccato, ma allo stesso tempo sempre più sul punto di cedere.
-Mio padre...- mormorò il corvino abbassando lo sguardo.
Allora Glen spalancò gli occhi preoccupato: sapeva benissimo quanto il rapporto tra Alexander e il padre fosse burrascoso, a causa del suo orientamento sessuale.
E allora Glen dimenticò tutto, tutto il dolore che aveva provato, perché sapeva che non poteva neanche
immaginare cosa fosse successo tra Alexander e il padre. Poteva solo sapere che era qualcosa di tremendo.
Allora Glen lo fece delicatamente sedere sul loro divano verde pino e si sedette accanto a lui.
-Cosa....cosa è successo, sì, insomma...tra voi due?- chiese sempre più preoccupato.
-Lui....voleva informarmi del fatto che se non avessi....se non avessi cambiato il mio orientamento sessuale non avrei mai ereditato tutto il suo "impero". E in questi due mesi ha cercato di convincermi nei modi più...dolorosi.-spiegò Alexander abbassando lo sguardo.
-Ti ha picchiato?- chiese Glen sgranando gli occhi.
Alex annuì debolmente col capo, mostrando qualche livido sparso per le braccia.
Fu così che Glen poté notare un nuovo tatuaggio spiccare sul braccio destro di
Alex, esattamente sopra il gomito e che faceva il giro del suo avambraccio.
-È un nuovo tatuaggio?- chiese sorpreso.
-Sì.- disse Alexander sorridendo debolmente. -Te l'avevo detto.- 
Glen l'osservò meglio e si rese conto che era il suo nome. Il suo nome scritto in caratteri gotici.
-Alex....-mormorò Glen.
-Io ti amo, Glen. Non me ne sarei mai andato se non avessi dovuto.- lo interruppe Alex guardandolo negli occhi.
-Non mi importa cosa dica mio padre, io voglio stare con te.- continuò, senza interrompere il contatto visivo.
E allora per Glen fu impossibile resistere: si gettò tra le sue braccia, sedendosi sulle sue ginocchia e si lasciò andare ad un pianto liberatorio sulla sua spalla.
-Mi sei mancato così tanto.-disse, stringendolo forte.
-Anche tu...non sai quanto.- replicò Alexander, ricambiando la stretta.
Si allontanarono solo di pochi centimetri e Alex posò le sue labbra su quelle del castano, baciandolo con dolcezza.
Per Glen fu un sollievo poter sentire nuovamente il sapore di menta piperita e fumo che avevano le labbra di Alex e per quest'ultimo fu un sollievo avere una dose della sua "droga".
Il bacio ci mise poco a crescere di intensità, facendo scontrare le loro lingue, che cominciarono a danzare assieme. Glen mise le mani nei capelli lunghi del corvino che continuava ad accarezzargli il volto.
Poi la dolcezza e la gioia del ritrovamento lasciarono spazio al desiderio. Avevano entrambi bisogno di un contatto che era venuto a mancare per troppo tempo.
E in un secondo ci furono solo loro, i
loro corpi nudi intrecciati assieme a cercare di recuperare in una notte il tempo perduto e a tentare di ristabilire quel contatto che in quei due mesi era venuto a mancare.
Angolino della pazza:
Ehilà. La mia prima -e ultima- originale! Devo fare una specie di disclaimer: solo Alexander mi appartiene, Glen è il personaggio della MIA Naru.
E in sta fic hanno rispettivamente 24 e 23 anni. Anche se originariamente ne avevano 17 e 16.
E Alexander è il mio bambino *^* (anche se ha 17 anni e io ne ho 15 e la cosa non è possibile, ma dettagli).
Sono molto imbarazzata per la parte...ehm yaoi. È la prima che Pubblico. Perché...ehm lasciamo stare.
Posso andare.
Spero piaccia.
Un bacio,
Taccy
   
 
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