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Autore: stellysisley    20/04/2009    5 recensioni
[The New Adventures of Robin Hood]. Robin ha confidato il suo amore a Marion. Il problema è che l'ha fatto mentre era incarnato nel corpo di un altro e ora sembra essersene completamente dimenticato, lasciando Marion nella confusione più completa...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando ero piccola c'era un telefilm che adoravo e del quale non mi perdevo una puntata, “The New Adventures of Robin Hood” (non è la versione della BBC, per questo posto la fanfiction in questa sezione) e ora ho scoperto che stanno facendo le repliche.

Questa fanfiction è nata dopo l'episodio di domenica mattina, “Il paradiso può attendere”, in cui Robin, separato per errore dal suo corpo, si reincarna nel corpo di uno dei soldati del principe Giovanni, nel quale però non potrà restare per più di due giorni. Non sa dove andrà dopo. Capisce che potrebbe essere la sua ultima occasione e così, fattosi riconoscere da Marion, le confida di amarla. La strega Rowena riesce però a restituire a Robin il suo corpo, ma avverte che non ricorderà nulla di quello che ha vissuto nel corpo del soldato.

E con quel “ti amo” come la mettiamo?


Dedicata a Francesca, la mia migliore amica. Una fanfiction nata nel giorno del suo compleanno su una storia che, non molti anni fa, ha fatto sognare entrambe, con l'augurio che possa farla sognare di nuovo.



Non dimenticare


Non era quello che si era aspettata.

Quando Robin aveva ripreso possesso del suo corpo nella tenda di Owen e Rowena aveva detto che non avrebbe ricordato nulla del periodo trascorso nel corpo del soldato, lei era stata certa di aver colto uno sguardo di complicità da parte del ragazzo.

Proprio nulla, no. Mi ricordo di averti detto che ti amo.” dicevano quegli occhi.

O almeno, così era parso a Marion.

Ma, evidentemente, si era sbagliata.

Da quando erano tornati al rifugio di Sherwood, Robin non aveva più affrontato l'argomento. Stava con lei come sempre, scherzava e rideva, era gentile... ma nulla di più.

Si sentiva confusa come mai lo era stata.

Cosa ne era stato di quel “Marion, io ti amo”?

Se n'era dimenticato, e quello sguardo che lei aveva creduto di scorgere nella tenda era solo la fantasia di una ragazzina innamorata?

Si era reso conto di aver detto una sciocchezza, spinto dall'urgenza del momento?

E lei non trovava il coraggio per parlare con lui, aveva paura di quello che lui avrebbe potuto dire.

Si sforzava di sembrare la solita Marion, allegra, volenterosa e coraggiosa, ma di notte, nella solitudine della sua tenda, le domande e i dubbi la assalivano e la tormentavano fino a quando scivolava in un sonno agitato o senza sogni.

Del resto, come avrebbe potuto sognare se il suo sogno era lui e lui sembrava essersi dimenticato di lei?


Un pomeriggio, Marion decise di prendere il cavallo e andare a fare un giro nel bosco.

Era arrivata al punto di rottura, aveva bisogno di isolarsi e riflettere seriamente su quello che stava succedendo.

Sellò il cavallo e lasciò il rifugio senza dire nulla a nessuno, senza voltarsi e così non si accorse dello sguardo che Robin le lanciò.

Cavalcò in mezzo alla foresta fino ad arrivare sulle sponde di un laghetto, dove smontò, legò il cavallo ad un albero e si sedette su una roccia vicina alla riva, lo sguardo perso sulle acque vibranti e cangianti sotto i riflessi dei raggi del sole che filtrava dalle fronde degli alberi.

Robin era senza dubbio un uomo coraggioso e leale, difensore di nobili ideali. Come poteva, allora, comportarsi così in amore? Come poteva dirle che l'amava e poi non fare più nulla?

Può, perchè non ricorda quello che ha detto, o perchè non voleva dire quello che ha detto. Sei tu quella innamorata, non lui. disse una vocina dentro la testa della ragazza.

Per quanto avrebbe voluto negare quello che la vocina le aveva suggerito, Marion dovette darle ragione.

Constata l'evidenza.” si disse. “Sei solo una stupida, innamorata di un uomo che evidentemente non ti vede come la donna della sua vita. Ma lo sai quante gli ronzano intorno? Può avere tutte quelle che vuole, perché dovrebbe scegliere te? Se si ricorda di averti detto che ti ama, stai pur certa che si è anche reso conto di aver commesso un errore e non ne parla perché spera di dimenticare tutto. Dimenticalo anche tu. Dimentica quello che provi per lui. Certo, lui con te ha sbagliato, ti ha fatto male. Dimentica la rabbia e l'amore, e tornerà tutto come prima.”.

Raccolse un sasso dalla riva e lo lanciò nell'acqua.

Plump.

Ne raccolse un altro, poi un altro e un altro ancora.

Plump.

Plump.

Plump.

Ecco, i tuoi pensieri devono fare come quei sassi. Sparire.” si disse.

Plump.

Un momento, questa volta non era stata lei.

Marion si voltò di scatto, la mano sull'elsa della spada.

Ma dietro di lei non c'era un soldato, né un brigante.

C'era Robin.

Oh, sei tu.” disse la ragazza. Per un momento, pensò di estrarre ugualmente la spada e sfogarsi un po'. Dopo, avrebbe dimenticato, ma prima voleva prendersi una piccola rivincita. Dopotutto ne era anche in diritto, lui l'aveva ferita.

Ma le bastò guardarlo negli occhi per capire che non ne sarebbe mai stata capace.

Come hai fatto a sapere che ero qui?” chiese.

Ti ho seguita.” ammise tranquillamente il ragazzo.

Ah, pure?” pensò Marion. “Prima mi dice che mi ama, poi non dice più nulla e infine mi segue!”. “Perché?” chiese ancora.

Robin le si avvicinò.

Sei strana negli ultimi giorni. C'è qualcosa che devi dirmi?”.

Era decisamente troppo.

Proprio tu me lo chiedi.” rispose con una vena di durezza.

Hey...”. Robin si avvicinò ancora e le cinse la vita con le braccia.

Ci mancava solo questa, che infierisse così.

Allora ti sei dimenticato...” mormorò Marion. Cos'era adesso quel dolore sordo nel petto? Non potevano essere lacrime... eppure già una di loro si stava facendo strada lentamente sulla sua guancia. Detestava piangere e soprattutto detestava essere vista piangere.

No. Me l'hai detto tu, di non dimenticare.”.

Come? A che gioco stava giocando?

Guardami, Marion...”. Robin le prese il viso tra le mani, ma lei si divincolò e fissò lo sguardo a terra.

Il ragazzo sospirò.

Ascoltami: non ho dimenticato quello che ti ho detto. Ti amo, Marion.”.

Hai una strana concezione di quello che questa frase dovrebbe significare.” rispose la giovane, senza sollevare lo sguardo.

E' vero, sono stato uno stupido, un idiota. Da quando ho pronunciato quelle parole avrei dovuto trascorrere con te ogni attimo di libertà, avrei dovuto farti sentire la donna più amata del mondo e ancora mi sto chiedendo perché non l'ho fatto. Forse è stata la paura, una paura assurda e infondata, la paura di qualcosa che non riesco nemmeno a definire. Ora sono qui, voglio rimediare al mio errore... se tu vorrai darmene la possibilità.”.

Finalmente, Marion alzò lo sguardo e guardò Robin negli occhi.

Era sincero, era davvero pentito.

Era realmente innamorato.

E lei chi era, per sottrarsi all'amore? All'amore che, oltretutto, desiderava da anni.

Sorrise, un sorriso che nasceva dal cuore, un sorriso che per troppi giorni non aveva illuminato il suo volto.

Si sporse piano in avanti, certa che Robin avrebbe fatto lo stesso, e le loro labbra si incontrarono in un bacio dolce e appassionato al tempo stesso.

Ti amo, Marion Fitzwalter.”.

Anche io ti amo, Robin di Locksley.”.




   
 
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