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Autore: Dramione8000    13/07/2016    5 recensioni
Ciao a tutti! Dopo molto tempo eccomi tornata con l'ultima parte della Dramione.
Siamo giunti alla fine. Hermione e Draco, lontani fisicamente, continuano a lottare e a condurre le loro vite normalmente, combattendo per la fine della Guerra che segnerà l'inizio di una vita senza più bugie. Inoltre, ora, i due ragazzi si trovano legati da un'ulteriore dono.
Ma il bel Serpeverde e l'impavida Grifondoro hanno ancora molti ostacoli da affrontare, trovandosi sempre nelle linee nemiche al loro esercito... Ci sarà finalmente un Happy Ending per i due innamorati?
Genere: Fantasy, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dramione-Amore nella Guerra'
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Ciao a tutti e benvenuti in questo nuovo capitolo!
Finalmente dopo un’assenza molto più lunga di quanto anch’io avessi previsto, sono tornata con la terza e ultima parte della Dramione!
Le circostanze che mi hanno impedito di aggiornare prima sono molte, ma quelle in rilievo sono la mancanza di ispirazione, lo stress degli ultimi giorni di scuola (test, compiti, ecc.) e le due settimane di vacanza che ho trascorso a Milano e in Liguria, dove ero impossibilitata a portare il pc e la mia valanga di appunti e dove non avevo nemmeno il tempo di scrivere.
Mi scuso inoltre di non aver pubblicato come promesso i due capitoli speciali dal punto di vista di Harry, ma purtroppo mi sono accorta che andavano a spoilerare diversi aspetti del finale e allora ho preferito non postare nulla.
Comunque ora sono qui pronta a ributtarmi nel favoloso mondo di Harry Potter e nell’ultima parte della mia Dramione.
Spero che il capitolo sia di vostro gradimento. Noi, come al solito, ci vediamo in fondo.
Buona lettura! <3
 

 
Dramione-Amore nella Guerra Parte 3
In Our Minds
 

Draco mi accarezza un’ultima volta la guancia con uno sguardo carico d’affetto e poi svanisce davanti ai miei occhi.
Sospiro, continuando però a sorridere, toccando con la mano il punto esatto in cui lui ha appoggiato la sua. Riguardo un’ultima volta il polso guarito ed esco dalla camera. Scendo le scale, prendendo un grosso respiro prima di arrivare in salotto. Lì trovo ad aspettarmi Ron, Harry e Bill.
-Hermione! Stai bene? Dov’è quell’oscura donna?- chiede Ron alzandosi in piedi e venendomi incontro.
-È tutto a posto, tranquillo. E Consolidates non è oscura, anzi mi ha guarita alla perfezione, guarda!- dico mostrandogli la cicatrice quasi invisibile.
Harry, avvicinatosi nel frattempo, e Ron spalancano gli occhi increduli. Poi mi abbracciano: -Hermione non sai quanto io sia felice di questo. Benedico quella donna in tutte le lingue del mondo e le sono debitore per ciò che ha fatto- dice Harry. Io mi limito a sorridere e stringerlo più forte  a me, perché non sa di aver appena stretto un patto d’onore con il suo peggior nemico dopo Voldemort.
-Scusate se interrompo quest’allegro siparietto. Hermione sono molto sollevato e lieto per la tua guarigione, ma dov’è Consolidates?- chiede Bill.
-Lei... mi ha pregato di rivolgere a te e a Fleur le sue più umili scuse e i suoi più cari saluti, ma in questi tempi il San Mungo è pieno di emergenze e si è dovuta congedare subito- dico dopo un attimo di esitazione.
Bill non sembra molto convinto e va in cucina da sua moglie per comunicarle la notizia.
-Bene, possiamo chiedere a Fleur di parlare con il folletto ora, che ne dite?- chiede Harry.
-Trovo sia un’ottima idea- conviene Ron. Io annuisco.
Siamo così scortati da Fleur al piano di sopra e fatti entrare nella camera di Unci-Unci, che è seduto su una grande poltrona a righe azzurre e bianche. Appena entriamo, spalanca gli occhi, ma non li rivolge verso di noi.
-Unci-Unci, come stai?- chiede Harry avvicinandosi non appena Fleur ci lascia soli. Ron ed io rimaniamo sulla porta.
-Sono vivo- risponde lui freddamente. –Hai salvato me e seppellito l’elfo; sei un mago... strano, Harry Potter- aggiunge dopo qualche secondo di pausa.
Harry non risponde a questa sua osservazione e gli espone il nostro piano. Il folletto, dapprima diffidente, accetta di aiutarci nel momento in cui gli promettiamo la spada di Grifondoro in cambio. Ron ed io, quando Harry accetta il compromesso, ci scambiamo sguardi sorpresi nello stesso istante, ma non diciamo niente. Soddisfatto delle risposte ricevute, Harry ci raggiunge e ce ne andiamo insieme.
-Okay, ovviamente una volta finito il lavoro sloggiamo e la spada non la vede neanche in cartolina- dice il nostro amico non appena ci chiudiamo la porta alle spalle.
-Ecco, te ne volevo appunto parlare! Mi sembrava una cosa fin troppo stupida perché tu potessi accettarla- dice Ron.
-Harry! Non s’ingannano i folletti!- esclamo io indignata, facendo alzare gli occhi di Ron al soffitto.
-Ma hai sentito, continuava a rompere sul fatto che la spada appartenesse hai folletti, mentre si sa che è di proprietà di Grifondoro- ribatte Harry.
-Questo perché l’hanno creata loro! Non mi sembra giusto imbrogliarlo, ha  pur sempre accettato di aiutarci- replico io.
-Hermione, ha acconsentito solo perché gli abbiamo promesso la spada in cambio. Comunque è deciso. Facciamo attenzione, nei prossimi giorni, cerchiamo di tenere l’arma in un posto da noi visibile, di modo che possiamo controllarla senza dare sospetti- dice Harry.
Ron, ovviamente, annuisce a ciò che dice il nostro amico, ed io, rassegnata, mi ritrovo a fare lo stesso.

Nei giorni successivi, ovunque noi siamo c’è la spada, e ovunque si trova la spada, si trova Unci-Unci che sembra aver capito le nostre intenzioni. Nonostante i miei numerosi tentativi di convincere Harry a non imbrogliare il folletto, lui continua a pensare con la sua testa, portandosi dietro Ron che senza di lui non farebbe un passo.
Mettere in piedi un piano e una fuga perfetti richiedono tempo, ma con Unci-Unci sempre tra i piedi ci mettiamo qualche settimana per decidere tutto, incontrandoci di notte nella camera di Ron e parlando a bassa voce, per paura che il folletto sia dietro la porta ad ascoltare. Che buffo, la guerra ci ha regalato anche le manie di persecuzione, ora.
Inoltre, mi accorgo di sentirmi stranamente vuota e di non sentire più le emozioni di Draco, come se il legame con lui attraverso le fedi si sia spezzato senza danneggiarci. Non mi arrischio a togliere l’anello, ma se non sono a pianificare fughe con i miei amici il resto del tempo lo passo cercando di capire cosa sta succedendo. Il legame emotivo si è interrotto poco dopo la sua partenza da Villa Conchiglia e non riesco a trovare una spiegazione logica a tutto ciò.
Essendo, però, perennemente in ansia e sotto stress sono felice che Draco non possa sentire quello che provo, perché finirei di preoccuparlo inutilmente. Ha già abbastanza problemi senza dover essere informato dei miei.
Finalmente, dopo ventuno giorni di complotti, otteniamo un programma preciso di ciò che faremo, compreso l’inganno di Unci-Unci.
Quella sera trovo Harry seduto sulla spiaggia mentre contempla il mare. Mi avvicino a lui e mi accomodo alla sua destra: -Sai che cosa mi ha detto Dobby, Hermione? Mentre stava morendo, intendo- chiede senza smettere di guardare fisso davanti a sé.
-No.-
-Lui… ha detto che era felice di morire con i suoi amici. Era felice di essere con il suo amico Harry Potter. Era contento di essere morto per me, Hermione, ti rendi conto? – dice mentre qualche lacrima gli solca la guancia.
-Harry, non è colpa tua...- tento di confortarlo prima di essere interrotta.
-No, non dirlo, ti prego. So che la gente decide da che parte stare e per quale ideale morire, ma quando qualcuno si sacrifica per te... non è una cosa facile da accettare; inevitabilmente ti senti in colpa, perché sai che saresti dovuto morire tu!- esclama.
-Harry, noi tutti sappiamo che se tu muori questa guerra la perdiamo. Tu sei il solo che può uccidere Tu-Sai-Chi, l’unico che può liberarci e ogni persona che è dalla nostra lo sa. Se qualcuno, come Dobby, sceglie di sacrificare la sua vita al posto della tua, non è detto che lo faccia unicamente per te, ma anche per se stesso, perché sa che in caso contrario firmerebbe la condanna a morte sua e del resto del mondo- dico mettendogli una mano sulla spalla. Lui comincia a piangere più forte. -Mi sarebbe tanto piaciuto aiutarti, salvarlo, ma credimi, non c’era più nulla da fare- aggiungo sospirando.
-Tu, più di Ron, sei la mia migliore amica. Ti sei sempre presa cura di me e anche ora sei qui a confortarmi senza che io ti abbia chiesto nulla. Non ti ringrazierò mai abbastanza per questo. Diciamo che quando mi confido con te rendi i miei problemi più leggeri e il senso di colpa che mi porto sempre appresso si affievolisce un po’, permettendomi perlomeno di dormire. Saremo amici per sempre?- chiede Harry guardandomi.
-Ma certo, Harry- rispondo commossa, abbracciandolo, mentre il mio di senso di colpa sembra divorarmi il cuore. -Dai, andiamo a dormire, domani ci dovremo alzare molto presto- dico alzandomi in piedi. Lui mi guarda ancora una volta negli occhi e prima di raggiungere ognuno la propria camera mi abbraccia un’ultima volta, facendomi sentire un mostro.
 
Lascio Hermione con un senso di pace mai provato veramente finora e torno all’Ospedale. Faccio appena in tempo a riadagiarmi sul lettino che mia madre e Consolidates entrano nella camera.
-Signor Malfoy! Ma allora è qui... Lady Malfoy io le giuro che fino ad un minuto fa non c’era, questo ragazzo...- balbetta la Guaritrice.
-Questo ragazzo cosa?- chiede gelida mia madre, rivolgendomi una veloce occhiata di complicità.
-Non mi fraintenda, Lady Malfoy, non volevo insinuare nulla è solo che... Oh Merlino mi sia testimone, questo ragazzo è sparito per parecchio tempo!- esclama di nuovo l’infermiera.
Mia madre le rivolge un sorrisetto alla Malfoy, molto in stile “Piccolo essere inferiore, la tua babbanosità mi fa addirittura sorridere. Tu osi sfidare il grande sangue puro della mia famiglia?”: -Senta, Consolidates,- dice controllando il nome della Guaritrice sul cartellino che porta attaccato al petto –parliamoci chiaro. Lei avrà sì e no sessant’anni, portati parecchio maluccio, e mi sembra parecchio stressata con tutte le emergenze che ha ultimamente qui. Non è che tutto questo lavoro la sta mandando un attimo fuori di testa?- le chiede in tono tagliente e con aria di superiorità.
La Guaritrice non sa cosa dire, si vede dalla sua faccia: -Io... non so che dire Lady Malfoy, mi scuso per il disguido. Il ragazzo comunque gode di ottima salute.-
-Ne sono lieta. Ora, se non le dispiace, vorrei che faccia entrare quel simpatico signore che sta aspettando oltre la porta lasciandolo solo con mio figlio- dice mia madre.
Consolidates si affretta ad aprire la porta della stanza e si trova a faccia a faccia con Piton. Terrorizzata lo saluta e lo fa entrare, mentre lei sguscia fuori alla velocità della luce. Mia madre, prima di congedarsi, mi saluta con uno sguardo premuroso e carico di affetto.
-Ciao Draco- mi saluta Piton sedendosi sulla scomoda sedia di plastica posta dall’altra parte del letto.
-Novità?- chiedo io. Ormai ho imparato che ogni visita privata di Piton è per un motivo.
-Diciamo che il Signore Oscuro potrebbe voler te e la tua famiglia morti- dice lui impassibile. Ecco, appunto, non mi sbagliavo.
-Ehm... bene?- mormoro senza sapere cosa rispondere.
-Ovviamente ha saputo che vi siete lasciati scappare Potter e i suoi amici, ma sta tardando il suo arrivo a Malfoy Manor perché vuole tutti i Malfoy al completo e fare un attacco all’ospedale solo per venirti a prelevare pareva eccessivo persino a lui, perché sa che tornerai a casa- dice Piton.
-Fantastico, mi torturerà. Sei venuto fin qui per dirmi questo? Senza offesa, ma ci potevo arrivare da solo- dico io leggermente scocciato.
-So delle tue abilità intellettuali, e quindi no, non sono venuto per dirti solo questo. Ho riflettuto a lungo sulla cosa cercandone una soluzione e alla fine ho trovato qualcosa che ci va molto vicino- dice sollevando gli occhi durante la prima frase.
-A cosa hai trovato una soluzione?- chiedo impaziente. Odio quando mi tiene sulle spine.
-Al legame emotivo che collega il tuo anello a quello di Hermione. Ho come l’impressione che da qui in avanti soffrirete molto entrambi, dentro e fuori, e con tutto ciò che cercherà di distruggervi non mi sembra il caso di aggiungerci il dolore dell’altro- dice lui.
Rimango zitto per un attimo: -Ma gli anelli non sono l’unico modo per controllare parzialmente la Maledizione inflittami da Voldemort?- chiedo senza capire.
-E continueranno a farlo. L’unica novità sarà che non sentirai più cosa prova Hermione, stessa cosa vale per lei- risponde.
-Oh... E questa è la soluzione per non sentire il dolore l’uno dell’altra, okay, l’ho capito. Ma... siamo comunque legati come prima, cioè se io mi togliessi l’anello lei morirebbe lo stesso?- chiedo, mentre ciò che ha in mente comincia ad essermi più chiaro.
-Sì, perché se prima essi legavano le vostre vite attraverso le sensazioni, adesso lo faranno attraverso la mente: voi potrete comunicare telepaticamente- risponde lui.
Rimango di stucco: -Aspetta quindi la mia vita è legata alla sua attraverso la mente al posto delle emozioni?-
-Detto molto semplicemente, sì.-
-Wooo... È tanta roba da digerire- sospiro.
-Lo so, ma sono certo che la potrai comprendere meglio quando tutto sarà compiuto. Dammi la mano- ordina.
Io gliela porgo e lui, senza perdere tempo, comincia a blaterare parole in latino di cui io non capisco una sola sillaba. Mi accorgo però, ancora prima che lui torni in silenzio, quando l’incantesimo è compiuto, perché sento improvvisamente un enorme vuoto dentro di me, dove prima si trovava la parte occupata dai sentimenti di Hermione.
-Ti consiglierei di non provare a contattarla subito. Il Signore Oscuro potrebbe accorgersene, ed è anche per questo che ho preferito spezzare il legame emotivo: ormai i sospetti su voi Malfoy sono alle stelle ed un passo falso potrebbe essere la vostra fine. Lui cercherà di entrare nella tua mente, ne sono sicuro, quindi devi cercare di tenerla chiusa come ti ho insegnato da questo momento in poi, finché non sarai a distanza di sicurezza dal tuo padrone. Ci siamo capiti?- chiede con sguardo severo.
-Sì, tutto chiaro- rispondo.
-Bene. Mi duole dirtelo, ma preparati a soffrire. Il Signore Oscuro ha in mente una punizione pesante e esemplare per voi- aggiunge prima di uscire. Subito dopo di lui entra mia madre, in faccia un sorriso tremulo.
-Beh, Draco, ti ha già detto tutto Piton, no? Mia sorella mi ha giusto mandato un Patronus poco fa spronandoci a tornare, quindi direi di non far aspettare oltre il nostro Lord- dice tendendomi la mano. Io annuisco, mi alzo e gliela afferro. Poi veniamo smaterializzati.
 
La mattina dopo ci svegliamo presto, quando Villa Conchiglia sta ancora dormendo. Mentre io finisco di preparare la Pozione Polisucco con il capello di Bellatrix, Harry e Ron prendono altre provviste dalla credenza, lasciando un biglietto a Fleur e Bill. Dopo aver modificato l’aspetto di Ron ed essermi trasformata in Bellatrix, saliamo a svegliare a Unci-Unci. Stiamo per bussare alla sua porta, quando lo vediamo uscire dalla stanza di Harry con la spada sottobraccio: -Cosa stai facendo?- chiede Ron, piccato.
-La spada... la stavate lasciando qui e ho pensato di prenderla- si giustifica il folletto.
-Se la metti così stavamo lasciando qui anche te. Pensavamo di prendere la spada all’ultimo- ringhia Ron.
-Okay, lasciamo stare. Unci-Unci è meglio se metti la spada nella borsa di Hermione, lì sarà al sicuro- interviene Harry.
Io apro la mia borsetta e il folletto c’infila dentro l’arma con fare diffidente. Ignorando i suoi sguardi truci, usciamo da Villa Conchiglia.
-Bene, è tutto pronto. Siete pronti?- chiedo mentre Harry si carica Unci-Unci sulle spalle.
Annuiscono tutti prendendomi la mano. Dopodiché, ci smaterializzo.
Ci materializziamo a Notturn Alley, in un vicolo buio e inquietante. Poco dopo, un signore mai visto prima, qualche metro lontano da noi, (probabilmente un Mangiamorte) passa e si ferma a fissarmi: -Madame Lestrange- dice abbassando la testa in segno di rispetto.
Nel panico balbetto la prima cosa che mi viene in mente: -B... Buongiorno.-
L’uomo mi guarda confuso ancora per qualche secondo e poi se ne va. Io mi giro verso i miei amici sospirando: -Buongiorno? Hai davvero detto buongiorno? Sei Bellatrix Lestrange, non una studentessa acqua e sapone con particolari abilità magiche! Fai veramente pena a fingere, ragazza- commenta Unci-Unci, giustamente scandalizzato dalla mia performance.
-Ehi, attento a come parli brutto figlio di...- minaccia Ron andandogli incontro, ma Harry lo allontana.
-No, Ron, ha ragione. Sono stata una stupida- ammetto. –Ora andiamo, dobbiamo arrivare alla Gringott.-
Sulla strada per arrivare alla Banca dei Maghi molte persone mi salutano ed io cerco di ignorarle con superiorità, mentre altre scappano intimorite e si beccano delle “mie” (perché alla fin fine sono di Bellatrix) risate di scherno o degli sguardi truci. La cosa che mi lascia più perplessa di tutte però è che ognuno di questi esseri sembra stupito di vedermi. Che la Lestrange non venga mai a Notturn Alley?
Finalmente arriviamo alla Gringott. Entriamo intimoriti, ma cerchiamo di non dare a vedere le nostre emozioni camminando fieri per la navata che porta al banco prima dell’entrata alle Camere Blindate. Dall’altra parte è seduto un folletto coi capelli, se così possono esser chiamati, bianchi e un paio di occhialetti a mezzaluna intento a scrivere chissà cosa su un grosso libro. Devo schiarirmi la voce per ben due volte prima che lui mi rivolga attenzione: -Madame Lestrange, ma che sorpresa vederla qui. Che cosa posso fare per lei?- chiede. Come mai sono tutti stupiti d’incontrarmi?
-Vorrei accedere alla mia Camera Blindata- dico cercando di essere il più convincente possibile.
-Certamente. La prego di aspettare solo un momento- dice il folletto prima di scomparire dietro il bancone.
-Non capisco perché mi si deva far attendere!- esclamo preoccupata. C’è qualcosa che non va.
-Loro lo sanno, sono stati avvertiti!- sussurra Unci-Unci dalla spalla di Harry. –Sanno che è un’impostora!- aggiunge, mentre in lontananza sentiamo i passi lenti di una guardia.
Il folletto torna con un collega che prende parola: -Madame Lestrange vorremmo vedere la sua bacchetta- dice.
-Che cosa? Non vedo quale sia il motivo per cui dovreste farlo- esclamo fintamente indignata. In realtà ho veramente paura di essere scoperta.
-Signora Lestrange, come sa sono tempi duri ed è nostro compito alzare i controlli di sicurezza per evitare che dei ladri si infiltrino nella nostra banca. Ed ora, la sua bacchetta- dice scandendo le ultime tre parole così bene da farmi capire che è l’ultima volta che lo chiederà.
-Sanno che la bacchetta di Bellatrix è stata rubata! Sanno che è un’impostora!- dice Unci-Unci.
Sto per prendere l’arma magica, quando sento Ron che sussurra un impercettibile Imperio.
-Ed ora, se non le dispiace, Madame Lestrange, mi segua- dice il folletto con gli occhiali a mezzaluna mentre l’altro si allontana. Tirando un sospiro di sollievo e rivolgendo un’occhiata di gratitudine a Ron, trotterelliamo dietro al banchiere. Saliamo sui vagoncini traballanti della Gringott e partiamo per quelle che sembrano delle montagne russe spericolate. Scendiamo sempre più in profondità ad una velocità assurda, fino ad essere travolti da una cascata che ci fa tornare noi stessi.
-Oh no!- esclamo io.
-Ma com’è successo?- chiede Harry. La risposta di Unci-Unci arriva immediata, ma quasi non l’ascolto perché sto fissando il dirupo enorme sotto di noi sentendo un brivido di adrenalina attraversarmi la schiena. Sto per chiamare i miei amici quando il carrello si ferma di colpo e ci fa cadere nel vuoto urlando. Poco prima di essere schiantati sulla roccia sottostante riesco ad gridare un Aresto Momentum che ci tiene sollevati due secondi in aria prima di lasciarci ricadere, evitandoci la morte.
-Bella trovata, Hermione- dice Harry.
-Ma che cosa credete di fare e perché siete qui? Io...- comincia a strepitare il folletto coi capelli bianchi.
-Imperio!- dice di nuovo Ron rinnovando l’incantesimo. La creatura torna rilassata e al nostro comando, guidandoci fino ad una grande corte che al piano superiore rivela una porta. Ci nascondiamo, però, dietro a due delle grandi colonne che tengono in piedi la struttura. Rivolgiamo uno sguardo interrogativo a Unci-Unci che si china per prendere uno strano sonaglio da una cassa.
-Quel drago,- dice indicando l’enorme creatura addormentata al centro del cortile, -può essere superato solo facendo rumore con quest’oggetto. Adesso lo scuoterò, affrettiamoci però a raggiungere la porta- spiega. Poi comincia a suonare il sonaglio.
Il drago si sveglia e si ritira in un angolo con aria sofferente ed io rallento nell’osservare lo stato in cui è ridotto: le ali sembrano quasi stropicciate ed il corpo è ricoperto di ferite e cicatrici. Lo sguardo spaventato nasconde un misto di frustrazione, rabbia e tristezza. Chissà da quanto tempo questa povera creatura non vede la luce del sole.
-Hermione, muoviti, hanno aperto la porta!- mi sprona Ron.
Mi affretto a raggiungerli entrando nell’enorme stanza, fermandomi sulla soglia con gli altri per ammirare le miliardi di meraviglie d’oro presenti.
 
-COM’È POSSIBILE CHE VI SIATE LASCIATI SCAPPARE POTTER, LA SUA BANDA E IL RESTO DEI PRIGIONIERI?!- sbraita Voldemort camminando avanti e indietro davanti a noi.
-Mio signore...- stupidamente mio padre non gli lascia il tempo di sclerare ed è lui a beccarsi il primo Cruciatus. Vedo mia madre abbassare ancora di più lo sguardo, come se questo le servisse a evitare di sentire le grida di dolore di suo marito.
 Dopo minuti interminabili di tortura, mio padre è costretto ad alzarsi e tornare al suo posto, accanto a sua moglie, senza l’aiuto di nessuno, nonostante non si regga in piedi.
-Bella, mia cara- dice Voldemort avanzando verso di lei. –Ho saputo che i tre ragazzi erano in possesso della Spada di Grifondoro. PERCHÉ?!- le chiede, pronunciando l’ultima parola in un urlo molto rettiliano.
-Io... non lo so, mio amatissimo Signore, loro avevano sicuramente un falso perché la sporca Mezzosangue continuava a ripetere di non averla rubata nella mia Camera Blindata...- balbetta lei prendendo una mano del suo Lord.
-E tu, emerita idiota, le hai creduto? Siete così stupidi, è così che vi comportate quando avete delle missioni importanti? È così che mi dimostrate la vostra lealtà?!- chiede lui indignato, mentre comincia a schiantarla ripetutamente facendola sbattere violentemente contro i muri. Quando la sua ira nei suoi confronti sembra essersi placata, lei si rialza lentamente e si trascina al fianco di mio padre a testa bassa.
-Narcissa, donna bella e intelligente, a te non do nessuna colpa. Sei sotto il controllo e agli ordini di tuo marito, tua sorella e parzialmente di tuo figlio, non sapevi nulla di quello che stava per accadere e hai lottato duramente per non permettere ai nemici di scappare, riuscendo persino a tenerti la tua bacchetta- dice Voldemort.
-La ringrazio, mio Signore- si limita a dire mia madre facendo un piccolo inchino. Soddisfatto, il Lord Oscuro si allontana da lei e raggiunge il centro della stanza. Poi posa gli occhi su me e Codaliscia, rannicchiato al mio fianco.
-Nagini dice che c’è tra noi un traditore... ed è uno di voi due. Chi sa dirmelo?- chiede con un tono sinistro. Tutti mi guardano preoccupati, ma mia madre, al corrente di tutto, è la più spaventata.
Dì la verità, Draco-clic-confessa tutto al tuo Signore-clic-dì la verità, Draco
Tengo duro anche se sento una forte pressione all’interno della mia bocca, come se le parole stessero spingendo per uscire. Prima che la testa mi inizi a scoppiare di dolore, Voldemort riprende a parlare: -Non volete dire nulla? Bene, allora sarà quello a cui tenete di più a uccidervi- dice.
Non faccio in tempo a comprendere la sua frase che la mano argentata di Codaliscia si anima di colpo e gli afferra la gola iniziando a soffocarlo.
-Codaliscia, mio insulso servitore, hai avuto pietà. Pietà per colui che hai tradito moltissimi anni fa. Pietà per l’ultima persona con cui ne avresti dovuta avere. Mi hai tradito avendo pietà per Harry Potter, Codaliscia. Ed ora, morirai- dice Voldemort avanzando verso l’Animago insieme al suo inseparabile serpente. Codaliscia fa in tempo a guardarlo negli occhi prima di cadere a terra senza vita.
Restiamo tutti impietriti per un attimo. Poi Voldemort si gira verso di me:
-Oh, e poi rimani tu, giovane Draco. Il fallimento di tutti i Malfoy. Ti si erano fatte due richieste molto semplici: riconoscere Harry Potter e imprigionare la Mezzosangue priva di sensi. Del primo non eri sicuro e la seconda sei riuscito a fartela scappare... sei talmente inutile, giovane Malfoy. Nagini, tu cosa pensi di fare?- chiede rivolgendosi alla serpe. Lei guarda prima il suo padrone, poi i suoi piccoli occhi si piantano nei miei.
Con un agile balzo mi è addosso. I suoi denti vanno a conficcarsi nel Marchio Nero e le ultime cose che sento prima di crollare nel buio sono le urla di mia madre insieme al veleno della serpe che si mischia al mio sangue.
 
-Accio Horcrux!- dico avanzando di qualche passo mentre ci facciamo luce con le bacchette.
-Davvero? Pensi ancora di trovarli così?- chiede Ron.
-Lo sai che non funziona- ribadisce Harry.
-Okay, calmi, valeva la pena provare- mi difendo io.
-Guardate, è là!- esclama Harry mentre indica una debole luce infondo e in cima alla stanza.
Fa un passo toccando un oggetto d’oro e questo inizia a moltiplicarsi senza tregua. Unci-Unci spiega dell’incantesimo posto su qualsiasi cosa presente nella Camera, mentre Harry, brandendo la Spada, comincia a farsi strada nella collina di oggetti che sta prendendo forma. Io, Ron e i due folletti cominciamo a cercare di liberarci di tutte le coppe, le posate e i galeoni che ci stanno per sotterrare. Sembra essere tutto finito, quando vediamo Harry ridiscendere la ormai montagna d’oro: -Unci-Unci, portaci fuori da qui!- grida.
-La Spada, prima voglio la Spada!- urla di rimando il folletto. Harry gliela tira e Unci-Unci la prende al volo. Poi ci rivolge uno sorriso maligno: -I patti erano che vi aiutassi ad entrare, Harry Potter, non ad uscire- dice, e portandosi dietro l’altro folletto, esce dalla Camera, oltrepassa il drago e chiama la sicurezza.
Harry viene travolto da una montagna d’oro e, tra gli insulti di Ron rivolti ad Unci-Unci, scompare dalla nostra vista per qualche secondo. Improvvisamente, con un salto atletico, riesce a liberarsi e tutti e tre insieme usciamo dalla Camera, facendo appena in tempo a nasconderci dietro due colonne per evitare gli incantesimi delle guardie.
-Avete qualche idea?- urla Ron.
-Veramente sì, una, ma è folle!- grido io in risposta.
-Non importa, fa’ quello che ha in mente!- mi ordina Harry.
Lanciando un Reducto riesco a distruggere l’enorme catena che tiene imprigionato il drago. La creatura inizia a sputare fuoco, spazzando via la maggior parte della sicurezza e senza perdere tempo le salto in groppa, seguita da Harry e Ron.
-Forza, vola, vola!- dico al drago. Le mie parole e gli incantesimi lanciatigli dalle guardie restanti lo fanno sollevare goffamente in aria. In poco tempo siamo sul tetto distrutto della Gringott, dove il drago si ferma a respirare l’aria fresca.
-Dai, andiamo, andiamo, non c’è tempo. So che sai volare, ce la puoi fare, forza!- esclamo lanciandogli un piccolo Stupeficium per spronarlo. Lui ruggisce e poi si libra in volo come se lo avesse potuto fare per tutta la sua vita.
Dopo qualche ora, ci troviamo sopra una grande distesa d’acqua ed io mi lascio cullare dal dolce movimento delle enormi ali del drago.
Mi sto per addormentare, quando la voce di Draco rimbomba dentro la mia testa: -Hermione... riesci a sentirmi?-

 

Angolo della Scrittrice:
Buonasera miei Prodi!
Come vedete insieme al mio ritorno sono tornate le vecchie abitudini, infatti questo capitolo lunghissimo è stato creato in due notti (la prima fino alla 1 e oggi fino a mezzanotte e quaranta circa).
Nonostante ciò, sono veramente felice di aggiornare e spero con tutto il cuore che questo capitolo vi piaccia! Fatemi sapere tutto quanto nelle recensioni a cui sono sempre lietissima di rispondere.
Un bacione! <3
   
 
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