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Autore: Walking_Disaster    13/07/2016    1 recensioni
{ Dragon Age2, M!HawkexAnders }
Chiacchiere notturne a base di dolcezza e acqua salata.
Dal testo: "Cosa ti ricordi di tua madre?"
[...]
"Le mani."
Genere: Fluff, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Anders, Hawke
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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BEAUTIFULLY

BROKEN

 

 

 

La missione alla Costa Ferita si era rivelata più lunga di quanto si aspettassero e, dopo aver lasciato Isabela e Fenris all'accampamento, i due maghi avevano deciso di concedersi qualche attimo di riservatezza. Non era semplice lasciarsi andare e prendersi il tempo necessario per coccolare e viziare un po' l'amore, ma loro ci riuscivano. Avevano bisogno di riuscirci.
Si erano ritrovati a strusciarsi a bocche chiuse sulla spiaggia, rischiarati unicamente dallo sfrigolio celeste presente sulle mani di Anders.
Le stelle sfarfallavano sicure, creando decorazioni perlacee sulla pesante coperta del cielo notturno. Tra risatine sommesse e baci concessi, avevano finito per immergersi entrambi nell'acqua talmente calma che sotto la superficie avrebbe potuto celarsi il segreto della vita.
Sulla battigia erano abbandonati gli indumenti e le armi e le loro orme profonde, e l'acqua la lambiva con dolcezza, come le dita di due amanti le cui carezze erano rubate poiché, di lì a poco, avrebbero dovuto lasciarsi per ritrovarsi solamente dieci anni dopo.
Questo non era il caso di Hawke e Anders, che in quel momento erano impegnati a darsi le spalle, l'uno con l'acqua alla vita e l'altro con solo la testa che spuntava fuori e il corpo immerso.
“Cosa ti ricordi di tua madre?”
La domanda di Hawke giunse a bruciapelo, senza che Anders se l'aspettasse.
Non era da molto che i due maghi avevano scelto di condividere le loro vite, talmente incasinate da creare un dedalo confuso che li univa. Così stretto che probabilmente neanche loro sarebbero stati in grado di sciogliersi l'uno dall'altro.
Si erano scoperti sole e luna, metà e nemesi: Anders il sole, così potente e brillante da essere pericoloso se fissato troppo a lungo, e Hawke la luna, più discreto e sommesso, cupo nella sua bellezza, i cui strani occhi facevano da contralto all'onice dei suoi capelli.
Per il Campione c'era stato il timore che il compagno potesse infastidirsi alla domanda così diretta, ma la curiosità era restia a farsi mordere la lingua. Per di più l'altro mago non pareva innervosito – solo pensieroso. 
“Le mani.” 
Rispose placidamente Anders, dirigendosi verso il compagno. Una volta che fu giunto alle sue spalle gli cinse la vita con le braccia, per poi aprire i palmi sulla pancia villosa dell'altro e baciargli il retro del collo. 
“Ora potrei romanzarle e dirti di quanto fossero morbide e amorevoli – ed in effetti mia madre mi amava. Ma le sue piccole mani sono state le stesse che anziché aiutarmi hanno preferito posarsi sui suoi occhi e le sue orecchie, mentre i templari mi portavano via.” 
Il sussurro era stato calmo e strascicato, ma Hawke percepiva nel petto quanto l'altro nascondesse dietro a quelle frasi. 
“E cos'altro?” 
Lo esortò, voltandosi nel suo abbraccio per offrirgli le sue, di mani, grandi, ruvide e callose e per niente aggraziate. E nonostante questo – lo sapevano entrambi – abbastanza delicate da elargire carezze innamorate. 
“Portava sempre un grembiule ed aveva i capelli biondi. Più chiari dei miei – e la pelle era perennemente secca e bruciata dalle Anderfells. Mi diceva che mi chiamava tesoro perché ero ciò che di più prezioso lei e mio padre possedessero.” 
Anders probabilmente non si rese conto del sorriso lieve che gli sfuggì, ma Hawke lo individuò subito, aggrappandovisi e baciandogli candidamente le labbra.
Lui portava sempre un'armatura, pesante e rozza. Le placche avrebbero graffiato la pelle del biondo ogniqualvolta l'avesse sfiorato – ed i capelli erano neri e spessi quando gli sfioravano le gote – ma entrambi lo sapevano: anche il grezzo, il freddo e il duro era amore. Forse era proprio quello l'unico amore che conoscevano.
“Aveva ragione su questo: sei prezioso.” 
Mormorò il Campione, accarezzandogli senza alcuna malizia le natiche nude, su e giù. 
“Ho le mie riserve a riguardo.” 
Rispose Anders con una risata di scherno, rendendo pregne di triste sarcasmo le sue parole. 
Hawke, tuttavia, decise deliberatamente di fingere di non sentirlo, perché proseguì come se l'altro non avesse aperto bocca: “Forse sei talmente tanto prezioso che non tutti sono in grado di tenerti. Forse tanta fortuna è solo per chi è in grado di gestirla.” 
Anders sollevò il viso, con i suoi occhi nocciola che incontravano un gemello in quelli indefinibili dell'altro. Era come se, all'interno di due crateri, qualcuno avesse gettato dell'oro fuso e poi li avesse infilati nelle orbite di Hawke. Neanche tra cent'anni sarebbe mai riuscito a smettere di percepirli come famigliari ed estranei allo stesso tempo. 
“Forse solamente chi ha istinti suicidi e tendenze masochistiche è in grado di tenermi.” 
Ribatté Anders, ma c'era un mesto e timido sorriso tra le pieghe di quelle labbra. 
Hawke sfregò le punte dei loro nasi, in un moto di dolcezza che solamente all'altro mago dimostrava. Certe debolezze erano rimaste incastrate in fondo alla gola quando aveva dovuto lasciare la sua casa e montare su una nave per andare a trovare l'ignoto. Ma Anders – Anders, che aveva la chiave per aprirgli lo scrigno del petto, che gli spezzava le costole e poteva fare l'amore col suo cuore, liberava anche quei piccoli pezzi di vita che la prole oscura aveva tentato di portare via. 
“Forse allora avrò bisogno di un medico. Perché sapete, guaritore, colui che amo dice che ho istinti suicidi e tendenze masochistiche. Potete fare qualcosa a riguardo?”
Era in quei momenti che la parte del biondo rimasta Custode si risvegliava: guardava Hawke, le sue labbra che si schiudevano in un sorriso giocoso e dolce e gli mostravano uno scorcio della bellezza che a lungo temeva di aver perduto – e lì capiva. Capiva. Capiva che la corruzione e i Flagelli, finché non fossero riusciti a sbranare l'indistruttibile genuinità dell'animo umano, non avrebbero mai vinto. Capiva che finché al mondo fossero esistiti legami come quello suo e di Hawke, la luce sarebbe sempre stata presente. Capiva che finché Hawke fosse stato vivo, nessun demone avrebbe mai potuto vincere. 
“No, signore. Io proprio non posso.” 
Resse il gioco Anders, abbandonandosi contro di lui con una bassa risata silenziosa e infilando il viso nell'incavo del collo dell'altro. Era salato, ma sotto il salmastro l'odore caldo e agrodolce del suo uomo era ben presente, pronto ad accoglierlo a casa.
Hawke sogghignò e gli morse giocosamente una guancia: “Non posso certo dire che mi dispiaccia.”

 



 

 

Walking_Disaster's corner:

Prompt dal random prompt generator con la frase: “cosa ti ricordi di tua madre?”

Non ho molto da dire, se non che è stata scritta di getto e che sono moderatamente soddisfatta. Fatemi sapere che ne pensate! :)
Alla prossima,

WD

 

 

   
 
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