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Autore: Wynn    13/07/2016    0 recensioni
Una One-Shot ambientata nel mondo di Harry Potter con personaggi che non hanno nulla a che fare con la serie principale. Cos'è la magia? Alla ricerca di una risposta a questa domanda, un uomo vaga...
Genere: Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Premessa: Questa storia è ambientata nel Mondo Magico di Harry Potter.
I personaggi presenti sono tutti di mia ideazione e non hanno alcuna relazione con i personaggi presenti nella saga.
Buona lettura.

Looking For

Nel buio della casa decadente, una vecchia donna ormai prossima alla sua fine sorride.
- Sei venuto, infine... - mormorò, con un filo di voce.
La figura sulla porta non chiese come l'anziana signora sapesse del suo arrivo, né si sorprese dell'evento. Dopotutto, anni prima, era stata tra le più brillanti allieve di Divinazione del suo anno.
- Ti ho aspettato, sai... - continuò la strega. - Quando ti vidi arrivare la prima volta avevo 8 anni e stavo contemplando la sfera di una veggente nella fiera che si era tenuta nel villaggio vicino. Lei ovviamente era una Babbana, come lo erano i suoi clienti. Eccetto me. Quella fu la prima volta che si manifestò il mio potere magico. In quella sfera di cristallo, vidi per la prima volta qualcosa: la figura di un uomo che mi veniva a fare visita. Sai, da allora ti vidi innumerevoli volte, nelle mie profezie, ma non avrei immaginato che ti avrei incontrato così... in questo… stato... -. La donna rise, con una voce gracchiante. - Nelle mie visioni però, non ha mai capito chi fossi o cosa volessi da me... mi dicevo che quando la profezia si sarebbe avverata l'avrei capito... ma ad essere sincera, non ho idea, neppure ora, della ragione che ti ha spinto a cercare questa vecchia strega decrepita e in fin di vita, che si era rifugiata nella catapecchia dei suoi avi Babbani. Perché … - la voce le tremò ed iniziò a tossire violentemente.
L'uomo sulla porta entrò e, con un incantesimo le fece passare la tosse.
La donna sorridendo, chiese, un po' sollevata: - Perché sei qui? -
- Sono venuto per chiederti tre cose. In realtà le mie domande erano quattro, ma ad una hai già risposto... -
- Davvero? - La donna sembrò vivamente sorpresa. - E io che pensavo che le mie chiacchiere fossero del tutto inutili! - esclamò ridacchiando nuovamente.
- Affatto - sorrise il suo ospite, togliendosi dalla testa la tuba nero pece.
- Allora, mi dica, cosa vuole sapere dalla vecchia Vivi? - sorrise la proprietaria di casa.
- Ha mai praticato magia in pubblico prima di frequentare la scuola? Eccetto quella volta dalla falsa veggente, intendo. - chiese il mago dagli occhi grigi.
- Eccetto quella volta dalla falsa veggente, no. Di fatto non so come abbiano fatto a trovarmi... -
- Bene. Seconda domanda: che lei sappia c'erano altre streghe o maghi nella sua famiglia? - domandò lo studioso dai capelli corvini.
- No. E credo non ce ne siano mai stati. Un caso unico nel mio genere, io - ridacchio un po' prima di aggiungere. - L'eccezione che conferma la regola -
- Capisco. Ultima domanda: Come ha reagito la sua famiglia alla notizia che loro figlia era una strega? - chiese infine l'uomo con il mantello nero.
Il sorriso sul volto della strega si bloccò per tre secondi, prima di spegnersi. Il suo voltò s'incupì.
La voce roca della donna riecheggio triste tra le quattro mura di quella vecchia casa.
- Loro... prima... credettero che fosse uno scherzo... mi chiamarono... matta... poi, quando si accorsero che era tutto vero, che ero davvero... - mugugnò tra le lacrime le parole successive, caricandole di disprezzo. - … una strega... loro... mi chiamarono... - la parola successiva non la pronunciò, ma l'uomo la intuì lo stesso. Non era la prima volta, e, probabilmente, non sarebbe stata l'ultima, che una cosa del genere accadeva. L'uomo tende a criticare chi è diverso da sé stesso, burlando il prossimo e compiendo atti di bullismo nei confronti di coloro che gli appaiono come più deboli. Senza sapere che utile o inutile e debole o forte sono aggettivi che non si adattano ad un essere vivente. Mago o strega, Babbano o Babbana, uomo o donna, giovane o vecchio, grasso o magro, basso o alto che sia non vuol dire che debba per questo essere criticato.
La donna, additata dalla sua stessa famiglia come “mostro”, s'asciugo le lacrime con movimenti lenti. Le sue esili braccia tremavano.
- Può bastare - intervenne la figura scura, rimettendosi sul capo l'elegante e misteriosa tuba. - La ringrazio. Porterò con me questa sua testimonianza... -
- Le sono stata in qualche modo utile? - chiese l'anziana signora, socchiudendo le palpebre.
- Sì - mentì l'ombra che uscì dalla sua porta.
- Che bello. Ho aspettato tanto... questo momento. Sembra quasi un sogno... poter essere stata finalmente utile a qualcuno... forse ora... posso andarmene... con il cuore in pace... -

Ancora nulla di nuovo, pensò, uscendo dalla porta della vecchia signora.
- Scusi... -
Il giovane studioso si voltò verso la fonte della voce.
Era una bambina di circa sette anni, tutta lentiggini, dalle arruffate trecce di capelli neri.
- La vecchia... è davvero una strega? - chiese vispa la ragazzina.
Il mago sorrise con fare misterioso. - Chissà... secondo te? -
La ragazza rimase un po' ammutolita, poi arrossendo un po', disse: - Secondo me, la vecchia dice il vero. Voglio dire... le sue profezie si sono sempre avverate. Signore dallo strano cappello, lo sa che la vecchia aveva predetto la mia nascita? Disse – E qui la bambina si chinò, per imitare la gobba di una persona anziana. - “Cari signori Florien - così si chiamano i miei genitori - avrete proprio una bella bambina! Mi raccomando fatela crescere forte e brava e bla, bla, bla... Accettatela sempre per quel che è – o qualcosa del genere - e buon divertimento!”-. La bambina rise allegra.
- Accettare qualcuno per quel che è, eh? -. Il “Signore dallo strano cappello” sorrise. - Come ti chiami? -
- Vivi! I miei hanno voluto darmi lo stesso nome della vecchia, per ringraziarla di tutto ciò che ha fatto per il villaggio... -. Il viso della ragazza all'improvviso ebbe un guizzo. - Ehi, la vuoi vedere una cosa strana? -
L'uomo corrucciò la fronte. - Che cosa? -
- Vieni con me! -. Così dicendo, la ragazza si allontanò con fare circospetto, come se temesse di essere osservata.
Il giovane la seguì, tra la boscaglia adiacente.
La ragazza si bloccò vicino ad una piccola piana circolare e, euforica, indicò qualcosa attraverso gli alberi. Il mago si bloccò.
Tra i fitti alberi si potevano scorgere dei cavalli alati scheletrici: dei Thestral.
In quel momento guardò la piccola Vivi Florien. Solo chi aveva visto morire una persona cara coi suoi occhi poteva vederli. Dunque... quella bambina...
- Riesci a vederli? - chiese allora la ragazza.
Lo studioso annuì.
- Sul serio? Credevo di essere matta, sai? Nessuno dei miei amici li vedeva... - mormorò piano lei.
- Solo perché gli altri non li vedono non vuol dire che non esistono - replicò il giovane. Improvvisamente, gli venne un dubbio. “Accettatela sempre per quel che è” aveva detto la vecchia. E se quella ragazza fosse...
- Chissà... - mormorò, con un sorriso sghembo sul volto.
- Uh? - mormorò Vivi. - Che succede? -
- Niente -Il “Signore con lo strano cappello” si coprì la parte superiore del volto con la sua tuba, per nascondere lo sbirluccichio nei suoi occhi. Quel viaggio non era stato del tutto inutile, dopotutto...
- Proprio niente... -

- A proposito, lei come si chiama Signore? - chiese sorridente Vivi.
- Nel. Chiamami Nel - rispose l'uomo, pensando alla sua prossima meta.
- E che mestiere fai? - chiese ancora la bambina.
Nel non seppe che rispondere. Il mago? Era bravo ad usare la magia, ma la usava solo come ultima possibilità. Ci sono cose che si possono fare senza usare incantesimi. Lo studioso? La domanda che ne sarebbe conseguita sarebbe stata “Cosa studi?” e a quella domanda non poteva rispondere.
- Viaggio - disse solo.
- Oh! Anche a me piacerebbe viaggiare... perché viaggi, Nel? -
- Raccolgo testimonianze, ascolto esperienze altrui. -
-Oh! E perché?- chiese insistente Vivi.
Nuovamente non seppe cosa rispondere. Alla fine decise di essere franco.
- Spero che queste testimonianze altrui mi aiutino a chiarire un mio dubbio -
Perché esiste la magia? Perché esistono individui che la posseggono ed altri che ne sono privi? Perché esistono i Magonò o i maghi nati da Babbani? Anche Nel era uno di questi. Tutta la sua famiglia era perfettamente normale e Babbana. Poi è arrivato lui, la pecora nera del gregge. Il mago, il mostro, lo stregone, il demone, l'alchimista, il diavolo, il negromante. Gli avevano dato tanti nomi e li ricordava ancora quasi tutti. Tanti insulti, sussurrati all'orecchio di questa o l'altra famiglia. La sua famiglia si vergognava di un simile orrore.
- Mmm... non ti chiedo qual'è perché temo che non riuscirei a capire... gli adulti fanno tanti discorsi complicati, sai? - mormorò pensierosa Vivi.
- Oh, ma io non sono un adulto - rise l'orrore dalla tuba nero pece.
- E allora cosa sei? - chiese perplessa la bambina.
- Sono un mago - rispose il diavolo dagli occhi grigi.
Lei gli lanciò un occhiata che nascondeva una frase non detta: “Mi stai prendendo in giro?”.
- Sono sincero - disse il demone dai capelli corvini.
- Allora sai predire il futuro come la vecchia? -
- Sì, anche se non così bene come lei - disse il mostro dal sorriso aperto.
- Mmm... Ah, puoi vedere i cavalli-scheletro alati perché sei un mago? Se è così, vuol dire che sono una strega anch'io? - chiese emozionata Vivi.
Il negromante rise. - Forse -
- Farei profezie come quelle della vecchia... o forse anche migliori! Te lo immagini, Nel? - La bambina si era già persa in un mondo tutto suo.
- Perché no? - scherzò l'alchimista.
- Potrei aiutare il villaggio! E una volta risolti i nostri problemi, potrei andare dove voglio, come fai tu! Sarebbe un sogno... -
- Allora, spero per te, che il tuo sogno si avveri... nel migliore dei modi - mormorò lo stregone, alzando gli occhi verso il cielo. Chissà quante persone ancora al mondo hanno sogni come quelli della piccola Vivi, maghi o Babbani che siano. Chissà quante persone sono state additate per possedere quei poteri. Chissà quante persone sono state disconosciute per esserne prive. E chissà, ancora, quante persone continuano a vivere, ignorando tutto questo.
Nel salutò la piccola strega e lasciò la città. Nonostante tutto, il suo viaggio proseguiva. C'erano ancora molte persone che avrebbero voluto parlare, tante testimonianze da sentire.
Avrebbe mai trovato una risposta alle sue domande?
Quale che fosse quest'ultima risposta, avrebbe continuato a viaggiare.
Perché quel mago, stava solo cercando.

-------------------------------------------------------- Commento dell'autrice------------------------------------------


Questa storia breve la scrissi molto tempo fa, ma ho deciso di postarla solo ora perché mi sarebbe dispiaciuto lasciarla in un angolino per il resto dei suoi giorni.
In questa breve storia ho trattato alcuni dubbi che mi erano venuti.
La vicenda si svolge in un luogo e un tempo imprecisati, quindi potete collocarla dove vi pare o quasi.
Il personaggio di Nel è nato spontaneamente e non mi dispiacerebbe riprenderlo in mano un giorno, anche se temo che così facendo distruggerei l'alone di mistero che ho tentato di dargli.

Il titolo è un tributo alla canzone Fantasy, cantata da LAMA, l'ending dell'anime UN-GO che vidi all'epoca - e che non mi dispiacerebbe rivedermi una terza volta prossimamente. XD


Wynn
   
 
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