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Autore: EyesOfHeaven    13/07/2016    1 recensioni
A causa del lavoro della madre, Emma deve trasferirsi a Sydney da suo cugino Luke e i suoi amici. Dapprima non riesce ad ambientarsi, continua a pensare alla sua migliore amica e al segreto che condivide con lei, ma successivamente interagisce con il gruppo, diventando amici inseparabili, e facendo sbocciare anche l'amore. Ma spesso i segreti costano...
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"Mamma, io VOGLIO stare qua. Non me ne vado dall’altra parte della nazione da un tipo che non conosco!”
“Mi dispiace tesoro, la decisione è già stata presa” mi arresi, con le lacrime ormai che tentavano di cadere prepotentemente sulle mie guance feci la mia ultima domanda.
“Un’ultima cosa: quando me ne devo andare?”
“Dopodomani” e il mondo mi cadde addosso.
Mi chiamo Emma, e questa è la mia storia.
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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INCONTRI
 
“Sveglia! Il sole splende, gli uccellini cinguettano e una ragazza famosa è in città” mi chiama la mia amica, spalancando le finestre.
Mi rigiro su me stessa, cercando di coprire gli occhi dalla luce entrata all’improvviso. Ieri sera io ed Ashton siamo tornati a casa tardi e ora sono stanca. Ma Rosie non la pensa come me, difatti mi prende le lenzuola e me le toglie di dosso.
Grugnisco il mio dissenso e la guardo male, ma poi mi ricordo di Sharleen e la mia rabbia svanisce. Mi alzo dal letto e corro in bagno, cercando di sbrigarmi.
“Ho già preparato tutto” mi avvisa la bionda, quando rientro in camera “Nello zaino ho messo dei panini, in caso ci mettessimo più del previsto, alcune bottigliette d’acqua, l’ombrello, poiché quelle nuvole che vedo in lontananza non mi ispirano, e l’agenda per la firma. I telefoni sono carichi e niente, è tutto pronto. Manchi solo tu”
Le do un bacio sulla guancia per aver organizzato già tutto e finisco di preparami, quindi scendo a fare colazione.
“Cos’è tutta questa fretta, cuginetta?” mi chiede Luke, seduto sul divano.
“C’è Sharleen Stratton a Sydney, Rose la adora e andiamo a cercarla. Non so quanto ci metteremo” rispondo di fretta, mettendo in bocca una brioche.
“Ti ricordo che è l’ultimo dell’anno. Come facciamo a preparare se non ci siete voi due a dirci cosa fare?”
“Improvvisate. O chiamate la zia come avete fatto gli anni passati” dico, con un’alzata di spalle.
“Mamma e papà sono a farsi una vacanza in Nuova Zelanda. Comunque ci saranno anche Hayley e Sarah, e vorrei fare bella figura con la mia ragazza”
“Oh, che peccato, non posso proprio. Chissà cosa penserà la gallina; e se dovesse lasciarti?! No, non potrei mai farlo accadere” fingo.
“Chiederò una mano ad Ash” sbuffa, contrariato.
Lo lascio e, con la mia amica, esco di casa. Decidiamo di dirigerci verso il centro della città, poiché è il posto più probabile di incontrare celebrità. I nostri passi si muovono speditamente per i marciapiedi di Sydney, il respiro si fa più affannato a causa del caldo, ma procediamo.
Non ci posso ancora credere che tra poco incontrerò la mia tuffatrice preferita; il mio sogno diventerà realtà. Poco mi importa ora del fatto che mi straccerà alle gare, mi interessa solo fare una foto con lei, dirle quanto è stata importante nella mia vita e che sarò sempre la sua fan numero 1.
Con questa convinzione, intravedendo l’Opera House alla fine della strada, inizio a correre. Vedo un gruppo di persone accalcate all’ombra dell’imponente edificio, quindi mi dirigo verso di loro.
Non riesco a vedere la ragazza che tanto adoro, quindi mi metto in punta in piedi, cercando di farmi spazio tra la folla. Finalmente riesco ad arrivare davanti, ma la figura che mi ritrovo di fronte non è quella che mi aspettavo. Così, delusa, esco dalla calca.
“Allora?” mi chiede la mia amica, avvicinandosi.
“Non è lei, è un cantante australiano” rispondo avvilita.
“Dai, non ti preoccupare, riusciremo a trovarla” mi rassicura “Io proporrei di rimanere qui, sicuramente verrà a visitare l’Opera House, e a quel punto potremo abbracciarla”
Andiamo a sederci ad un tavolino e aspettiamo; non distolgo lo sguardo dalla strada, scrutando ogni singola persona mi capiti sott’occhio, mentre Ros aggiorna costantemente tutti i suoi social network, per sapere dove potrebbe essere Sharleen.
Il tempo passa, ma di lei niente. Pranziamo, andiamo due volte in bagno, faccio pure una chiamata ai miei genitori, rimanendo al telefono per una ventina di minuti, mando un messaggio ad Ashton per tranquillizzarlo e riferirgli che va tutto bene, addirittura finisco il libro che avevo iniziato qualche giorno fa. E della tuffatrice nessuna traccia.
“Emma, l’allenatore di Sharleen ha scritto appena adesso su Twitter Primo allenamento ufficiale nella piscina delle gare regionali 2016. La campionessa è emozionata! ” mi informa la mia amica.
Senza pensarci due volte mi alzo dalla sedia, raccatto le mie cose e mi incammino lontano dall’Opera House. Rosie mi segue, capendo la mia destinazione.
“Sai dov’è quella piscina, vero?”
“Ovvio” rispondo.
“E allora perché cammini da quella parte? Dobbiamo andare a destra, non a sinistra” ribatte con fare ovvio.
Mi fermo e la guardo, poi con nonchalance faccio dietro-front e continuo a camminare.
“Era per vedere se eri attenta” improvviso.
 
“Emma, non esce più nessuno. Secondo me se ne è già andata”
“No, è ancora qua, te lo dico io” ribadisco convinta.
“Pure lo staff della piscina sta lasciando l’edificio” continua, indicandomi due uomini allontanarsi dall’ingresso.
Sbuffo, non sapendo più cosa fare. Le mie aspettative di poterla incontrare erano più che positive stamattina, ora mi viene voglia di abbandonare tutto e rinunciare.
“Andiamo via, i ragazzi hanno bisogno di una mano” annuncio, con gli occhi lucidi.
Rosie annuisce tristemente e si alza dal marciapiede, quindi ritorniamo a casa. Pensavo di concludere quest’anno nel migliore dei modi, invece è andato tutto nel verso opposto; spero solo che almeno i ragazzi non abbiano combinato un pasticcio in cucina.
“Dai, Emma, non scoraggiarti; la incontreremo sicuramente alla gara” mi conforta la mia amica.
“Sarà troppo tardi. E lei non avrà tempo nemmeno di guardarmi, se non quando tufferò”
“Sii positiva, non voglio vederti così. E credo non lo voglia nessuno dei quattro idioti in casa, specialmente Ashton”
Sospiro pesantemente e attraverso la strada, senza assicurarmi l’arrivo di eventuali macchine. Non raggiungo nemmeno il centro, che sento la mia amica urlarmi di guardare a destra. La mia testa si gira istintivamente e, senza rendermene conto, sento qualcosa venirmi contro e buttarmi a terra.
Stordita, mi metto la mano tra i capelli e cerco di focalizzarmi su cosa sia accaduto; con gli occhi leggermente appannati, riconosco Rosie avvicinarsi di corsa a me, e una ragazza uscire dall’auto preoccupata.
Ros mi da un paio di schiaffi sulle guance e mi fa bere dell’acqua, poi inveisce l’altra giovane; ma non appena la guarda in faccia, si blocca.
“Tu sei...”
“Non c’è tempo ora” la blocca, sedendosi accanto a me “Ora è importante la tua amica. Stai bene? Mi dispiace tantissimo, ma sei comparsa all’improvviso e il mio autista non ha fatto in tempo a frenare”
Con difficoltà mi rialzo e annuisco, mentre con una mano mi tengo ancora la testa per il dolore.
“Ti porto in ospedale? Non mi sembra che vada bene”
“Non grazie, va tutto bene, non preoccuparti”
Alzo lo sguardo per vedere il volto della ragazza e comprendo il comportamento della mia amica qualche minuto fa. Rimango allibita di fronte alla figura che mi si staglia davanti e qualche lacrima di gioia inizia a rigarmi il viso.
“Perché piangi? Oddio, cos’è che non va?” si preoccupa.
“Tu sei” balbetto “Tu sei Sharleen Stratton. Non posso crederci, sto sognando”
“Sono proprio io” ridacchia “Allora qualcuno mi conosce”
“Ti adoro, lo giuro. Sei la mia tuffatrice preferita, e grazie a te mi sono appassionata a questo sport” la abbraccio.
“Sono davvero felice per te, e grazie per supportarmi sempre”
“Posso fare una foto con te?” le chiedo.
Subito Rosie tira fuori il telefono e ci scatta una foto, poi prende il quaderno per la firma e glielo porge.
“Non è che ci fai anche l’autografo?” le domanda.
“Tutto per le mie fan. Allora, a chi devo dedicare questa firma?”
“A Emma Jones e Rosie Lipton” risponde prontamente la mia amica.
“Emma Jones... mi sembra di aver già sentito questo nome”
“È perché gareggerò contro di te nelle regionali” controbatto, imbarazzata.
“Davvero?” esclama sorpresa “È stupendo. Beh, sarò lieta di essere tua rivale. E dove ti alleni? Chi è il tuo sponsor? Magari lo conosco”
“Al momento non ho una piscina, quella in cui andavo è chiusa per le vacanze. E non ho uno sponsor, a dire il vero non ho nessuno, solo la mia migliore amica che mi fa da allenatrice” rispondo.
“Questo è un peccato. Se fai parte della lista delle gare, è ovvio che sei in gamba; e mi dispiacerebbe tantissimo se non ti allenassi abbastanza. In più gli sponsor ti possono fornire strumenti adeguati per la competizione”
La ragazza sta in silenzio per qualche secondo, mentre io e Rosie la guardiamo senza fiatare. Probabilmente ora mi augurerà buona fortuna e si congederà, quindi mi affretto a riporre tutto nello zaino.
“Ho avuto un’idea” dice invece “Potresti allenarti dove vado io. Credo anche che non ci sia alcun problema a trovarti uno sponsor, ce ne ho così tanti io” ridacchia “Devo solo avere la conferma dal mio manager, ma sono positiva. Dammi il tuo numero, se ho qualche novità ti faccio sapere”
Io e la mia amica ci lanciamo uno sguardo incredulo. Non mi sembra vero che tutto ciò sta accadendo veramente, mi pare un sogno così realistico; ma notando Sharleen in attesa di una mia risposta, comprendo che è tutto vero.
Strappo un foglietto dal quadernetto e scarabocchio il mio numero di telefono, quindi glielo porgo.
“Grazie mille. Ora devo andare, ci sentiamo presto. Ciao”
Facciamo in tempo a sussurrare un grazie a te, prima che rientri in macchina e riparta.
“Emma, cos’è appena successo?” mi domanda Ros, ancora allibita.
“Non lo so”
 
 
 
 
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Allora, da dove comincio... capisco che siete arrabbiate con me, non aggiorno da febbraio e mi sento male per questo. A volte avevo da fare, altre non avevo voglia di scrivere, e mi sono portata avanti questo capitolo con enorme noia.
Ma sono tornata! E con immensa gioia ho pubblicato questo capitolo. In teoria, nella mia testa non lo avevo pensato così, but sapete che la mia mente non è normale, quindi ho cambiato un po’ di cose.
Ho idee chiarissime sul finale della storia, ma tutti i capitoli che vengono prima dell’epilogo... beh, sono una sorpresa anche per me.
Bene, vado ad ascoltare per la milionesima volta Girls Talk Boys, quanto è bella quella canzone. E sono anche passati due mesi dal concerto, mi viene da piangere.
Adieu, alla prossima
  
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