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Autore: lady lina 77    13/07/2016    2 recensioni
Il rosso è il colore del rame, dei capelli di Demelza, dell'amore. Il rosso è il colore di Ross Poldark...
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rosso...

E' ovunque, mi circonda, mi avvolge e da un senso a tutta la mia vita.

Rosso è il rame, quello che io e coloro che lavorano per me cercano nella mia miniera, metri e metri sotto terra, a scavare in cerca di quella vena, quel colore che darà ricchezza a me e da mangiare a loro e alle loro famiglie permettendogli di vivere e sperare in qualcosa di più della miseria che li circonda.

Io sono come loro la sotto, tutti sporchi allo stesso modo della stessa polvere e dello stesso sudore. E' una sensazione strana sentirsi parte di loro, dura un attimo perché so che non appartengo a quel mondo e che mai capirò davvero quel che provano quando troviamo una nuova vena di rame. La nostra gioia è apparentemente la stessa ma per loro è vita, per me è qualche moneta in più e materiale da battere all'asta. A volte vorrei far parte di loro, del loro mondo più povero e duro ma forse più semplice, più lineare, senza tutta la freddezza che caratterizza l'etichetta e l'arrivismo della mia classe.

Rosso...

Rossi sono spesso gli abiti delle dame che vedo danzare ai balli, spesso anche Elizabeth si è vestita così. E' un colore che le fa apparire belle, inarrivabili, altere e distanti. Non provo calore quando mi trovo in mezzo a feste e giochi d'azzardo ma so che non potrei fare a meno di quel mondo nemmeno per un attimo. Ci sono nato e probabilmente ci morirò. Sto in mezzo io, fra il mondo che mi ha visto nascere e il mondo che condivido con gli altri minatori sotto terra, in mezzo a polvere e fango.

Rossi sono i ricci disordinati e spettinati di una ragazzina che ho raccolto per strada mentre cercava di difendere il suo cagnolino, dal pelo arruffato quanto i capelli della sua cocciuta padrona. Ho imparato ad amarlo con gli anni, quel rosso, quel colore ramato fra le sue ciocche di capelli ora non più spettinati e ribelli ma ordinati, a boccoli, che le ricadono leggeri sulle spalle, incorniciando un viso che amo. Quella bambina sporca e sgraziata si è trasformata pian piano davanti a me, senza che me ne accorgessi all'inizio, rendendomene conto solo quando era diventato palese a tutti quanto fosse bella. Prima serva, poi amante, infine moglie e madre di una bellissima bambina dai capelli rossi come la madre. Ci affondo il viso in quei capelli rossi, mentre faccio l'amore con Demelza, ne sono inebriato, vorrei fondermi con loro da quanto sono belli.

Mia moglie ha occhi azzurri e puliti, un animo candido, è genuina e gentile, a volte buffa, certe volte triste perché io non so starle accanto come dovrei, perché teme che nel mio cuore ci sia sempre Elizabeth. In realtà pian piano Elizabeth se n'è andata, giorno per giorno, vinta dal sorriso e dalla vicinanza di mia moglie, dalla nostra vita e dalle nostre lotte comuni, dal suo starmi accanto in ogni cosa che faccio. Lo so, non è facile essere sposati con me e lei accetta tutto senza chiedere mai, come se anche adesso fosse la mia serva. Non pretende, non chiede se non con dolcezza, forse all'inizio non ha preteso nemmeno il mio amore, rassegnata a vivere col ricordo opprimente del mio passato. Eppure la amo, lo sa, glielo ripeto sempre, glielo sussurro mille volte mentre dormo e mi perdo nel suo viso tranquillo.

La guardo e certe volte mi rendo conto che l'ho condannata al mio stesso tormento, non sapere più a chi appartiene. Lei ripete spesso che è come i miei minatori ma allo stesso tempo, sentendosi un pesce fuor d'acqua, si sforza di essere una signora e di non farmi sfigurare davanti alla mia famiglia e all'alta società. Non è facile, lo so, è una lotta e lei ne è sempre uscita bene, facendomi sentire orgoglioso e fiero di averla sposata, anche se frettolosamente, anche se in preda a confusione e sensi di colpa.

Demelza si rigira nel letto, nel sonno, e i suoi capelli le ricadono delicatamente sul viso, incorniciandole le guancie. Resto qua, fermo, a guardarla respirare, pregando che Dio non me la tolga mai. E' l'amore della mia vita, il mio punto fermo, mi ha reso migliore e accanto a lei so sempre chi sono.

Le sfioro i capelli, rossi come il fuoco, come il rame, come il colore dell'amore.

  
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