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Autore: Melinda2606    14/07/2016    1 recensioni
Una ragazza, un cambio di vita che le viene imposto ma grazie al quale scoprirà i segreti che si celano dietro la nuova moglie di suo padre. un viaggio che la porterà a conoscere se stessa, le sue origini. la vera amicizia. Il vero amore.
Genere: Avventura, Commedia, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1. Cenerentola e la matrigna
- Andare a studiare in un’altra città? –
Un brusio eccitato si diffuse nella 5B della scuola femminile Maya, nella città di Brilliant.
- Esatto, ragazze. Sarete ospitate da una famiglia del luogo, per circa un anno, chi dovesse essere interessata deve dirmelo entro mercoledì. Adesso potete andare –
Le ragazze uscirono dal prestigioso edificio, discutendo eccitate del progetto del viaggio-studio.
Una di loro non si fermò a parlare con le compagne di classe, anche perchè sapeva che nessuna tra quelle ragazze sarebbe mai partita, rinunciando alla comodità e alla ricchezza di casa propria.
La ragazza salì sulla macchina bianca che l’aspettava davanti a quell’odiata scuola, si sistemò sul sedile posteriore e attese con impazienza di arrivare a casa.
Accavallò le gambe e inspirò profondamente, cercando di trovare le parole giuste per ottenere quell’agognato permesso.
Magari il padre l’avrebbe mandata alla festa, in fondo non chiedeva tanto, solo di potersi divertire con i suoi amici...
L’unico problema era che il giorno dopo sarebbe dovuta andare a scuola, ma forse sarebbe riuscito a convincerlo ugualmente, era brava a persuadere la gente.
L’elegante automobile si fermò davanti a un cancello bellissimo, in ferro battuto, che si aprì per farli entrare, come se fosse dotato di vita propria, mostrando loro un giardino ben curato e pieno di fiori.
La ragazza scese elegantemente dalla macchina, si fermò sulla soglia di casa e chiuse gli occhi prima di entrare.
Gli occhi.
L’unica cosa che non aveva preso dalla madre.
Erano blu intenso, come due gocce d’oceano; la ragazza era alta poco più di un metro e sessanta, troppo poco per i suoi gusti, aveva lunghi capelli neri che le ricadevano con morbidezza sulle spalle e poco seno, forse per i tredici anni di danza, ma nel complesso aveva un bel fisico.
Il suo nome era Miley Beverly; in realtà si chiamava Melissa, ma tutti l’avevano sempre chiamata con quel diminutivo, fin da piccola.
Bè, quasi tutti. Appena varcata la soglia di casa sua, due cameriere le corsero incontro per prenderle lo zaino e il cappotto, ma prima che se ne andassero, Miley chiese loro: - Scusate, mio padre è in casa? –
- Sì, signorina, è nel suo studio –
Ringraziando, Miley si diresse in un corridoio illuminato dolcemente che portava allo studio del padre, posto dalla parte opposta della porta d’entrata della casa.
Casa.
Non che proprio tutti l'avrebbero definita tale: era più una villa.
Era formata da tre piani enormi, con in tutto trenta stanze: tutto era prezioso, a partire dai pregiati tappeti persiani ai quadri alle pareti.
Con tutto quello che era stato comprato per arredarla, a detta di Miley, ci si sarebbe potuto sfamare l’intera Africa: almeno quel denaro sarebbe stato speso in modo intelligente, in fondo non c’era bisogno di avere specchi stile Art Decò, costati un sacco di soldi, sparsi per tutta la casa.
E poi non era piacevole alzarsi la mattina ed essere attorniata da specchi che ti obbligavano a vederti spettinata come se avessi appena fatto la lotta con una scimmia impazzita.
Ma quello non era il momento più adatto per dire tutto questo al padre, così Miley, prendendo un profondo respiro, bussò e, dopo aver ricevuto l’invito ad entrare, varcò la soglia.
Gregory Beverly era un uomo sulla quarantina, con ricci capelli leggermente brizzolati, occhi come quelli della figlia e un sorriso dolce: proprio un bel uomo, oppure, come una volta Miley lo aveva sentito definire da una signora poco più grande di lui “ affascinante e con una carica sensuale da far ammattire chiunque”.
Miley, dopo aver sentito quelle parole, non aveva dormito per tre notti, le venivano i brividi al pensiero di avere un padre con una carica sensuale.
Lo sguardo di Gregory era posato su delle scartoffie, ma alzò ugualmente gli occhi verso Miley, sorridendole con amore. - Ciao, papà, come va? –
- Bene, tesoro, e te? Hai passato una bella giornata? –
- Sì, certo... Senti, il lavoro come procede? –
- Allora, Miley, cosa vuoi chiedermi? Tanto lo so che vuoi qualcosa, l’ultima volta che mi hai chiesto come andava il lavoro volevi andare al mare con le tue amiche –
- Ma che dici, non voglio niente, io... Oh, uffa, mi conosci troppo bene, non c’è gusto! Ok, allora, volevo solo sapere se... –
La ragazza però fu interrotta dall’arrivo di una delle odiate cameriere, che disse: - Signor Beverly, è desiderato al telefono dall’insegnante di francese della signorina – Gregory prese il telefono stringendo gli occhi minacciosamente, mentre quelli di Miley si spalancarono per lo stupore: che poteva aver combinato stavolta?
Mentre il padre parlava, la ragazza cercò di sforzarsi di ricordare se si era messa in qualche guaio, ma non le veniva niente in mente, così si arrese, aspettando.
Ma proprio adesso doveva telefonare quella professoressa? Non poteva aspettare domani?
Se c’era una possibilità di andare alla festa, dopo la telefonata sarebbe sparita come fumo al vento.
Di una cosa sola era sicura: gliel’ avrebbe fatta pagare, magari poteva macchiarle la sciarpa di Prada con del gesso, sicuramente sarebbe impazzita. Non si era neanche accorta che era un falso, o forse sì, ma tentava di nascondere la compera sbagliata.
Non appena Gregory ripose il telefono, chiese: - Che ho fatto questa volta? – - Niente. La tua insegnante mi ha parlato del progetto di scambio che la tua scuola ha organizzato. Ha detto che tu saresti ideale per partire. Non so però se ti possa interessare, io e te non vogliamo separarci, vero? –
- Certo che no, papà! Non voglio andare via. Le dirò che non mi interessa affatto. Insomma, tornando a noi, volevo chiederti, posso... – Ma Miley fu interrotta nuovamente, questa volta dalla persona che detestava di più al mondo: Francine.
Francine Stewart era la seconda moglie di suo padre, ed era anche una e vera propria strega.
Aveva quarantadue anni, due in meno del marito, lunghi capelli castani, occhi verdi e un naso alla francese leggermente storto: era una gran bella donna, peccato che amava passare tutta la giornata nei negozi, dal parrucchiere o dall’estetista, spendendo senza scrupoli i soldi tanto faticosamente guadagnati di Gregory.
- Perfetto siete tutti e due qui. Devo dirvi una cosa importante: oggi ho passato tutta la giornata a casa della signora Smith, cercando di farmi vendere i biglietti del concerto di musica classica di questa sera, e finalmente ci sono riuscita, guardate! – Sventolò tre biglietti sotto il loro naso; Gregory si complimentò con la moglie, mentre Miley la guardò disgustata: possibile che quella donna non avesse niente di meglio da fare?
- Insomma, fatevi belli, perché stasera andremo tutti e tre a teatro! –
A quelle parole qualcosa nella testa di Miley scattò: - Ma io stasera volevo andare ad una festa! Papà, stavo per chiedertelo, ti prego... –
Ma prima che Gregory potesse dire qualcosa, Francine esclamò: - Non se ne parla neanche! Tu verrai con noi, senza discutere! –
- Dai Francine, lasciala andare, è una ragazzina, vuole divertirsi, non c’è niente di male... –
- No, Gregory, dici sempre che non facciamo mai niente insieme, e adesso che ce n’è l’occasione, usciremo - - Non credo proprio, voglio uscire con i miei amici! –
- I tuoi amici... So bene chi sono, quei poveracci che non avranno mai un futuro! Preferisci quelli zotici alle tue compagne di classe, persone adatte e sufficientemente raffinate da poter essere frequentate! –
- Sì, guarda, proprio belle persone... E poi non chiamare zotici i miei amici! Ognuno di loro vale dieci di quelle oche che sono in classe mia! –
- Senti che mi tocca sentire! Ma forse ti trovi bene con quella gente perché è nel tuo sangue... Tua madre veniva da un villaggio di contadini, vero? – Le guance di Miley si infiammarono: - Non osare parlare di mia madre, capito? –
- Sì, Francine, non tirare in ballo Kate, lei non c’entra niente – intervenne Gregory, la voce improvvisamente dura. - E va bene, non vi arrabbiate. Allora, Melissa stasera potrà anche non venire a teatro, ma starà a casa, non andrà a quella stupida festicciola –
La ragazza le lanciò un'occhiata di puro odio, poi uscì dallo studio, sbattendo la porta e dirigendosi verso la sua camera.
Si lanciò sul suo morbido letto a baldacchino, mentre calde lacrime le scendevano dagli occhi.
Piangeva perché suo padre aveva sposato Francine, perché quella donna le aveva completamente sconvolto la vita, ma soprattutto piangeva per la sua mamma.
Kate Sullivan aveva conosciuto Gregory durante una gita scolastica.
Lei era andata a visitare un famoso museo a Brilliant, la città le era piaciuta tantissimo, nonostante preferisse di gran lunga il suo piccolo paesino di campagna.
Dopo la visita era entrata nel negozio dei souvenir, dove c’erano anche studenti di altre scuole in gita, e aveva visto una bellissima statuetta di una ballerina in cristallo: avrebbe tanto voluto comprarla, ma purtroppo non poteva permettersela.
Era rimasta lì a fissarla per oltre dieci minuti, fino a quando un ragazzo che non aveva mai visto le si avvicinò. - Ciao, è molto che sei lì, va tutto bene? – Kate era rimasta un attimo abbagliata dagli occhi blu del ragazzo, ma poi, riprendendosi, aveva risposto: - Sì grazie, stavo solo guardando questa statuetta, è meravigliosa –
- Bè, se ti piace perché non la compri? – - È che... vedi... non posso permettermi di spendere tutti quei soldi... – aveva spiegato la ragazza arrossendo.
Lui aveva sorriso dolcemente, aveva afferrato la statuetta ed era sparito nella folla. Era tornato dopo pochi minuti, tenendo un pacchetto in mano, che porse alla ragazza, la quale non si era mossa da quando l’aveva lasciata: - Adesso potrai vederla tutte le volte che vorrai –
Kate, dopo aver capito cosa aveva fatto quel ragazzo così carino, esclamò: - Oh, no, non posso accettare... –
- Certo che puoi, non ti hanno insegnato che non si rifiuta mai un regalo? E poi guarda che fila ho dovuto fare alla cassa! –
La ragazza aveva afferrato il pacchetto con mani tremanti, guardando con i suoi occhi nocciola da cerbiatto quelli blu oceano del ragazzo: - Io non potrò mai sdebitarmi... –
- Bè, invece un modo ci sarebbe. Puoi dirmi come ti chiami? –
- Oh, certo, il mio nome è Kate Sullivan, molto piacere –
- Piacere mio Kate, io sono Gregory Beverly – Così Kate e Gregory iniziarono a conoscersi.
La ragazza scoprì che Gregory abitava a Brilliant e che si trovava anche lui in gita con la classe dell'istituto privato che frequentava, un anno avanti a Kate; parlarono molto, e una volta che dovettero separarsi, si scambiarono indirizzi e numeri di telefono, con la promessa di rimanere in contatto.
E così fu.
Anche se abitavano molto distanti l’uno dall’altra, cercavano di vedersi ogni volta che era possibile, soprattutto durante le vacanze.
Nonostante la famiglia di Gregory fosse molto ricca, non era per niente snob, e voleva molto bene a Kate, così quando era lei ad andare a Brilliant, erano ben felici di ospitarla.
Quando invece era Gregory ad andare a Noart, il paesino di Kate, si divertiva tantissimo, perché le persone che vi abitavano erano molto accoglienti e gioiose.
Dopo cinque anni dal loro primo incontro, quando Kate aveva ventidue anni e Gregory ventitré, durante la sera di Capodanno a casa Beverly era stata data una gran festa, a cui partecipò anche la famiglia Sullivan.
Tutti erano vestiti con abiti eleganti, ma tra la folla, splendente, spiccava Kate, avvolta in un bellissimo vestito rosso che le stringeva sui fianchi, con un corpetto decorato con dei lustrini che le metteva in risalto il seno abbondante.
Gli ospiti ballavano valzer e minuetti, ma all’improvviso la musica si era fermata e gli invitati si erano fatti silenziosi, aspettando di capire la causa di quella quiete.
Gregory si era avvicinato a Kate, bellissimo nel suo smoking blu e, dopo essersi inginocchiato ai piedi della ragazza, le aveva dato un bellissimo anello con tre diamanti, e le aveva chiesto di sposarlo.
Naturalmente Kate, anche se entrambi erano molto giovani e ancora studenti all'università, tra le lacrime, aveva accettato, e dopo il matrimonio, anche se avrebbero preferito abitare a Noart, per esigenze di lavoro comprarono una bellissima villa a Brilliant.
Dopo due anni di felicissimo matrimonio arrivò una notizia che, se possibile, migliorò la loro unione: Kate aveva annunciato a Gregory che era incinta, e lui, come un bambino, si era messo a piangere dalla gioia.
Nacque una bellissima bambina, a cui misero nome Melissa, anche se la chiamavano dolcemente Miley.
Più cresceva, più la piccola dimostrava di avere il carattere della madre, dolce, creativo e semplice, così il padre, per assecondare le tendenze della figlia, decise di mandarla in una scuola pubblica, dove sicuramente si sarebbe trovata più a suo agio.
Kate aveva messo la statuetta della ballerina di cristallo su una mensola nel grande salotto, sempre sotto gli occhi di tutti, così un giorno la bambina, quando aveva sei anni, chiese di poter andare a scuola di danza.
La prima volta che Miley aveva indossato le scarpette rosa, il suo cuore aveva iniziato a battere forte, e da allora non aveva mai smesso di danzare. Kate, avendo notato che la figlia, nonostante fosse piccola, aveva un ottimo gusto nel vestire, proprio come la madre di Gregory, aveva deciso di iscriverla anche a una scuola di moda e la bambina era così brava che sembrava essere nata per fare la modella.
Ma la felicità e l’armonia purtroppo crollarono all’improvviso. Mentre Kate e Miley erano in macchina per andare a vedere un balletto a teatro, un camion aveva invaso la loro corsia, scontrandosi con l’auto delle due ragazze.
La donna aveva provato a frenare, ma invano, così, vedendo arrivare il camion dalla parte di Miley, aveva cercato di difendere la figlia, e c’era riuscita, anche se a caro prezzo. Kate, dopo tre giorni di coma, si era spenta, lasciando il marito e la figlia di dieci anni.
Da allora Gregory e Miley erano diventati inseparabili, anche se la donna mancava da morire a entrambi: era come se un vuoto si fosse impossessato di loro, e che potesse essere colmato solo dall’amore tra padre e figlia.
Dopo sei anni dalla scomparsa di Kate, Gregory conobbe una donna di nome Francine, che, anche se ricordava fisicamente la donna defunta, non aveva neanche lontanamente lo stesso carattere.
Una volta entrata in casa, Francine aveva cambiato tutte le regole della famiglia Beverly: inizialmente aveva proposto di spedire Miley in un collegio, e anche se ripeteva continuamente che era per suo bene, la ragazza sapeva che lo diceva semplicemente perché non la voleva tra i piedi.
Davanti al rifiuto categorico sia di Miley che di Gregory, Francine era riuscita almeno a convincere il nuovo marito a mandare la figlia in una scuola privata, piena di persone snob, e le aveva impedito di vedere i suoi vecchi amici; inoltre le permetteva di vedere i suoi nonni paterni solo con lei presente e di telefonare a quelli materni solamente in sua compagnia: forse aveva paura che la ragazza potesse raccontare quello che succedeva in casa.
Adesso Miley avrebbe voluto chiamare i suoi nonni, per dirle che Francine le aveva impedito di andare alla festa.
Ma come faceva Gregory a non accorgersi di che razza di donna avesse sposato? Nonostante questo Miley non riusciva a essere arrabbiata con lui, perché sapeva che il padre soffriva ancora molto per Kate, così aveva cercato di sostituirla con un’altra.
Solo che non aveva capito che questo era impossibile. Miley sperò con tutta se stessa che lui se ne accorgesse in fretta, in modo da tornare solo lui e lei. Bussarono alla porta, e nella grande stanza entrò Violet, l’unica governante che c’era nella villa quando Kate era in vita, prima che Francine non la riempisse di cameriere, come se fosse lei a doversi occupare della disoccupazione di decine di persone.
Quella governante era come una seconda mamma per Miley, le voleva moltissimo bene, e con lei parlava di tutto, come avrebbe fatto con la madre. - Principessina, non piangere – le disse, stringendola al suo grande petto.
- Violet, non la sopporto più, lei e le sue manie... Volevo stare solo con i miei amici... – esclamò la ragazza, lasciandosi abbracciare.
- Lo so stellina... Tutto ciò mi ricorda la matrigna cattiva che non voleva mandare Cenerentola al ballo –
- Prima mi toglie le sfilate, perché come dice lei “camminare lungo una passerella per vestiti non firmati da Armani o Versace non è da persone di classe”, poi mi toglie gli amici, costringendomi a stare con ragazze tutte bei e capelli e cervello vuoto, toglie l’armonia dalla casa, riempiendola di gente estranea e di regole assurde, e adesso devo dire addio alla festa. Mi è rimasta solo la danza, perché sua maestà ha dato il suo consenso, visto che “è una nobile arte nata nel 1700 in Francia, ma solo quella classica, quella moderna no perché sembra che i giovani siano punti da vespe velenose” ! –
- Hai tuo padre, Miley –
- Lo so, ma per adesso non ha capito come è fatta Francine –
Bussarono nuovamente alla porta e la testa di Gregory sbucò.
- Violet, potresti lasciarci da soli per un momento? –
La governante si alzò lasciando il posto a Gregory.
- Tesoro, non piangere, dai... –
- Papà, io volevo solo andare alla festa, divertirmi un po’ e tornare presto, perché domani c’è scuola, niente di che... – Gregory assunse un cipiglio pensieroso, come se stesse lottando contro qualcosa.
- Allora ok. Il concerto inizia alle otto e trenta e finisce all’una. Riesci a essere a casa entro mezzanotte? – chiese.
Miley non era sicura di aver capito bene.
- Come? – domandò.
- Se riesci a essere a casa per mezzanotte puoi andare fuori con i tuoi amici. Però c’è un problema: non posso chiedere all’autista di accompagnarti, altrimenti lo direbbe a Francine, e non posso nemmeno farlo io... –
- Papà, ci penso io, stai tranquillo, vado da sola, ma mi faccio riaccompagnare a casa... – esclamò la ragazza, balzando in piedi.
- Oddio Miley, in macchina con qualcuno, magari con un ragazzo, mi metti in difficoltà... –
- Dai, non ti fidi di me? – chiese Miley, con occhi dolci.
- E va bene, mi fido, ma mi prometti che tornerai a mezzanotte? –
- Sì, papà, prometto! – rispose Miley, radiosa.
- Allora divertiti, Cenerentola – rispose Gregory, baciandola sulla fronte e uscendo dalla stanza.
  
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