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Autore: Orsa Minore    28/03/2005    10 recensioni
Sotto la calda luce di un tramonto estivo due anime, lontane da tempo ma legate ancora da un sentimento indissolubile, si sfiorano senza mai incrociarsi. Sono destinate a ricongiungersi o continueranno ognuna per la sua strada?
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Ryo Shirogane/Ryan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NIGHTFALL



Dedicata alla mia amica Rak, che leggendola si è commossa…

Poi più niente, il silenzio. Quel telefono muto. Non può essere. È un incubo. Voler correre indietro, e lì, poco prima di aver saputo, in bilico fermarsi senza più vivere, senza andare avanti. In un magico, terribile equilibrio…
Federico Moccia, Tre Metri Sopra Il Cielo.


È seduto al tavolo di un piccolo bar della spiaggia in cui sta trascorrendo le ferie. Sorseggiando un cocktail composto da chissà quali ingredienti, pensa a quanto gli servisse una vacanza. Ora che è lontano da New York si sente veramente in pace con se stesso: tutto lo stress accumulato si sta dissolvendo a forza di bevute solitarie e nuotate notturne.
Sorride.
Non avrebbe mai creduto che quell’isoletta quasi sconosciuta alla maggior parte dei turisti potesse renderlo così rilassato. Pensa che parte di quella tranquillità è dovuta all’assenza di Alison e dei suoi capricci. Si complimenta con se stesso per non essersi portato dietro un simile peso. Mentre ammira il tramonto nella sua mente si delineano i lineamenti perfetti della sua ragazza, una delle tante ‘sostitute’. Pensa che quando arriverà in albergo troverà il cellulare pieno di chiamate senza risposta, ma non la richiamerà: non avrebbe nulla da dirle. Non le aveva mai dichiarato di amarla perché in fondo se lo avesse fatto avrebbe mentito. Appoggia il bicchiere vuoto sul tavolo, accanto agli occhiali da sole e sospira.
Lo sa.
Non ha mai amato nessuno come ‘lei’.
Il suo bel viso si rabbuia mentre i ricordi dell’adolescenza si fanno strada nella sua mente. Si chiede quanto tempo è passato dal suo arrivo in Giappone e dall’incontro, che mai scorderà, con ‘lei’ e le altre Mew Mew. Si chiede perché l’abbia lasciata a piangere per la sua improvvisa partenza e perché non sia rimasto. Si chiede per quale motivo continui a ripensare ad una vita che ormai è lontana da lui mille anni luce. Non è più quello di un tempo.
No.
Quei tristi ricordi gli fanno bruciare gli occhi di lacrime ed è tentato a lasciarsi andare. Pensa che piangere tutte le sue lacrime forse servirebbe a lenire quel dolore che lo corrode da dentro. Invece fa un gesto al cameriere e si fa portare un altro cocktail.
Lui è un duro. Lui non piange mai. Lui affoga i suoi dolori nell’alcol. Si dice che ‘lei’ non approverebbe ma ‘lei’ non è lì e non può intromettersi. Purtroppo.
Brindando con un compagno di bevute invisibile pensa che in fondo dovrebbe considerarsi un ragazzo felice. Ha tutto quello che potrebbe desiderare: fama, soldi, belle donne.
Tutto tranne ‘lei’.
Pensa che se non avesse lasciato Tokyo ora non sarebbe un famoso scienziato ma non riesce a risollevarsi il morale. Sa perfettamente di aver fatto la scelta sbagliata.
Pensa a quante volte aveva sperato di riuscire a confessarle il suo amore. A quante volte aveva creduto di farcela. A quante volte si era tirato indietro.
Sospira, quel ricordo gli strazia l’anima come tanti piccoli aghi conficcati nella carne.
Soffre.
La luce rossa del tramonto si riflette sulla superficie del mare e lui si concentra su quel meraviglioso spettacolo per distrarsi. Poi qualcosa monopolizza la sua attenzione.
La spiaggia è deserta ed è proprio per quello che nota immediatamente l’esile figura che cammina con i piedi nell’acqua. O forse sono i capelli rossi, mossi dalla brezza marina, ad attirare la sua attenzione. Non può distinguere altro a causa del sole e della lontananza.
Per un attimo i loro occhi si incontrano e il suo cuore perde un colpo. Ogni parte del suo corpo è scossa da un tremito ma il ragazzo non si alza, anzi si dà mentalmente dell’idiota. ‘Lei’ non può essere in quella spiaggia, ‘lei’ non può essere a qualche metro da lui. L’alcol gli sta annebbiando i sensi o forse, ammette, sta semplicemente impazzendo.

Con una mano tremante la ragazza si porta una ciocca di capelli rossi dietro all’orecchio. Il cuore le martella in corpo ma non si ferma. Sa che non deve nemmeno illudersi che il ragazzo biondo, di cui ha intravisto appena i lineamenti, sia ‘lui’.
Non è possibile.
‘Lui’ se ne è andato da Tokyo tanto tempo prima e non ha più dato notizie di sé. La ragazza sa solo che è diventato un affermato scienziato e si rende benissimo conto che con tanti bei posti ‘lui’ non avrebbe mai scelto quell’isoletta sperduta, dove lei soggiorna.
Ricordi di giorni felici le affollano la mente e lacrime amare cominciano a solcarle le guance arrossate. Si chiede perché lo ha lasciato partire. Si chiede perché non lo ha supplicato di rimanere con lei.
Sa che ‘lui’ l’amava e questo le fa male. Sa che ‘lui’ sarebbe rimasto e soffre per la sua stupidità. Sa che sarebbero stati felici insieme e non può far altro che rimpiangere il passato.
Lacrime amare continuano a scendere dai suoi occhi mentre ripensa al viso del suo amore adolescenziale. È certa che il nome di ‘lui’ vivrà nell’eternità, la tormenterà per sempre.
Pensa alla sua vita di studentessa e alla sua storia d’amore con Mark e si rende conto che nulla è come se lo era immaginato da piccola. Con un gesto risoluto si asciuga le lacrime come se in quel modo potesse cancellare anche le sue sofferenze. Sa che non è possibile ma ci spera comunque.
Rallenta il passo, fino quasi a fermarsi. Pensa che in quel momento Mark la starà chiamando da Tokyo ma non le interessa. Non ha voglia di parlare con il suo ragazzo.
Forse perché non lo ama più.
O forse perché non lo ha mai amato come ‘lui’.
Una lacrima solitaria le solca il viso e lei si rende conto che quel giorno non sarà l’ultima. Si chiede dove è finito il suo fazzoletto rosa con ricamato un gatto nero. Poi si ricorda che l’ha regalato a ‘lui’ e si asciuga la lacrima con le mani.

Il ragazzo indossa gli occhiali da sole e appoggia sul tavolo una banconota da dieci dollari. Si rende perfettamente conto che è una cifra eccessiva ma è grato al paesaggio che può ammirare da lì seduto e ai cocktail che servono. Pensa che l’apparizione della ragazza rossa tanto simile a ‘lei’ non gli ha fatto poi così tanto male. Sorride, ricordare non è sempre spiacevole.
Si chiede che cosa sta facendo ‘lei’ in quel preciso momento e in quale parte del mondo si trovi. Qualcosa dentro di lui gli dice che le loro due anime si sono, in qualche modo, sfiorate. Che ‘lei’ non lo ha dimenticato. Pensa che se potesse le restituirebbe il fazzoletto con il gatto che gli ha donato tanto tempo prima.
Pensa che in quel modo ‘lei’ non dovrebbe asciugarsi le lacrime con le mani.
Pensa che quello che ha appena articolato sia un pensiero strano.
Si accende una sigaretta ed esce dal bar. Mentre il fumo che soffia fuori dalle labbra si disperde nell’aria, lui segue le orme che la ragazza rossa ha lasciato nella sabbia.
La ragazza si ferma definitivamente e ammira per qualche minuto quel magnifico tramonto.
Ormai non piange più. Pensa ancora al ragazzo biondo che l’ha tanto colpita e ringrazia mentalmente il cielo per quella visione. In fondo ricordare il suo amore non le fa tanto male. Chissà perché è convinta che lo rivedrà ancora. Almeno una volta nella sua vita futura.
Sorride.
Qualcosa dentro di lei le ingiunge di non tornare subito in albergo. Mark può aspettare una volta tanto. Si siede sulla sabbia umida, fregandosene del fatto che si sporcherà i pantaloncini. Il sole le illumina i capelli e le riscalda l’animo.
Sente che forse sta per chiudere definitivamente con il passato. Quella sera, sotto quel meraviglioso sole color cremisi, lei rinascerà.
Forse.
Sa che dipende tutto da lei, ormai il destino ha fatto la sua parte. Pensa che è strano ma che in quel istante preciso non è poi tanto importante.
Decide che aspetterà il ragazzo biondo anche fino a notte. Pensa che è stupido ma lo fermerà anche solo per vederlo più da vicino. Per convincersi che non può essere ‘lui’. O magari gli dirà perché ha gli occhi gonfi di pianto e gli racconterà la storia del suo unico grande amore.
Mentre il suo sguardo contempla la fine di quel giorno che l’ha tanto provata, un’onda più capricciosa delle altre cancella le orme che lei ha lasciato sulla sabbia.


Note alla fanfic :
Prima di tutto volevo sottolineare che ho deciso di lasciare il finale aperto di proposito, credo che la ff dica tutto quello che deve dire anche senza un finale netto. Quando l’ho scritta ho deciso di focalizzare tt l’attenzione sui sentimenti di Ryan e Strawberry indipendentemente dal fatto che poi si rincontrino oppure no. Ancora una volta Mark (mi scuso con eventuali ammiratrici di qst personaggio) fa la figura dell’idiota… perdonatemi, è più forte di me!! ^___^
Per il titolo ho scelto “Nightfall” (alla lettera “Crepuscolo”) perché i due personaggi si ‘incontrano’ durante il tramonto. Be’… spero che non sia eccessivamente smielata, ho fatto del mio meglio!
E mi raccomando: COMMENTATE!
  
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