Anime & Manga > Bungou Stray Dogs
Ricorda la storia  |      
Autore: Black_Mad_Hatter    15/07/2016    4 recensioni
[Bungō Stray Dogs]
Osamu Dazai e Asuka Akami si incontrano per caso nella farmacia dove lavora la prima. Finisco per uscire insieme e diventano amici, ma come andrà a finire tra i due?
(Non ci sono spoiler sulla trama, tutto avviene prima del primo episodio della serie e si collega a quello al massimo perciò potete leggerla in tranquillità XD)
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Piccola nota dell'autrice~
La fanfiction si chiama 明日香 (Asuka) che è formato da 明日 [asu] (domani) e 香 [ka] (odore, profumo).
Asuka

<< Vorrei abbastanza scatole di un qualsiasi medicinale per poter morire.>>
<< Cosa?!>>
Così era iniziata la loro amicizia.
<< S-signore... Dopo questa affermazione, non sono autorizzata a venderle nulla...>>
<< Perché?>>
<< Non posso e non voglio far morire una persona... Aspetti cinque minuti qui: finisco il turno e sono da lei.>>
La farmacista aspettò un cenno dell'uomo. Finì il turno e si cambiò velocemente. Tolse gli occhiali e il camice bianco e si slegò i capelli. Uscì afferrando la borsa e salutando la collega che aveva appena iniziato il turno sostituendola. Si guardò attorno e vide l'uomo di prima: sorrise sollevata avvicinandosi. Si accorse che era più alto da quello che pensava: alla farmacia lei, dietro il bancone, stava su un piano rialzato rispetto ai clienti e questo alterava la sua perdezione delle altezze.
<< Credevo che sene sarebbe andato.>> disse continuando a sorridere.
<< Dopo una richiesta così strana come potevo non fermarmi?>> domandò l'uomo sorridendo << Perciò vorrei chiederle come mai mi ha detto di aspettarla.>>
<< Ha palesemente dichiarato di volersi suicidare.>>
<< Che cosa importa a lei della vita di uno sconosciuto?>>
<< Io credo che la vita sia un'opportunità unica e che buttarla via sia uno spreco enorme: magari aspettando un giorno in più, si sarebbe potuto realizzare un sogno o desiderio ed essere felici, perciò non bisogna abbattersi o suicidarsi.>>
Il giovane spalancò gli occhi a tale affermazione. Rimase sorpreso: non si aspettava una risposta simile, ma una più banale come "mi piace aiutare le persone in difficoltà!".
<< Non le chiederò il motivo per cui vuole suicidarsi, perché, probabilmente, non me lo dirà. In cambio mi presento.>> dichiarò unendo i piedi e mettendosi dritta con la schiena << Mi chiamo Akemi Asuka e vorrei passare questo pomeriggio con lei.>> concluse facendo un inchino.
Si mise in attesa di una risposta. A occhi chiusi, aspettò di sentirlo parlare. Aveva paura di un no come risposta con un conseguente momento lungo e imbarazzante. Lui rise sotto i baffi vedendola inchinarsi e fare quella proposta, ma si disse tra sé e sé che sarebbe stata una giornata interessante ed alternativa, perciò decise di accettare la stravagante proposta della rossa.
<< Io sono Dazai Osamu e sarei felice di trascorrere un pomeriggio con lei.>>
Lei alzò lo sguardo dubbioso che si fece più felice. Seguì un sorriso e le mani si congiunsero davanti al suo seno di moderata misura che si intravedeva dallo scollo della camicetta candida che indossava.
<< Davvero?>> chiese esaltata sbattendo un paio di volte le palpebre.
<< A una condizione però.>>
Trasalì alla parole di lui: adesso aveva paura. La sua espressione cambiò diventando più cupa. Forse si era imbattuta in un maniaco? Eppure con quei capelli mossi e neri, quegli occhi scuri e quel viso quasi dall'espressione un po' da stupido, non lo sembrava affatto. Oppure tutte quelle bende che gli avvolgevano il collo e le braccia nascondevano un masochista che adorava andare a letto con delle sadiche? O forse era una richiesta più innocente? Non sapeva cosa aspettarsi, perciò iniziò a preoccuparsi.
<< Diamoci del tu.>> proferì lui all'improvviso facendole l'occhiolino.
Lei rimase sorpresa. Una così semplice richiesta non se la sarebbe mai aspettata. Rise trattenendosi prima di rispondere accettando la sua condizione.
La loro prima uscita iniziò così.
Asuka lo portò a prendere una granita nella sua gelateria preferita.
Stavano camminando per la città con le granite in mano. Non c'era ancora stato un discorso serio e lungo finché Osamu non le chiese di parlargli di lei. La rossa disse che stava studiando per diventare un medico e salvare delle vite in quanto non voleva che nessuno soffrisse per la perdita di qualcuno. Mentre studiava, inoltre, dava una mano in famiglia lavorando nella piccola farmacia di loro proprietà. Essendo figlia unica, si sentiva quasi in dovere di aiutare i propri genitori. Ricambiando la domanda, scoprì di aver trovato un agente dell'Agenzia di Detective.
<< Wow! Mi sarebbe piaciuto entrare a farne parte!>> esclamò piazzandosi davanti a lui e guardandolo con occhi allegri.
<< In realtà non possono farne parte tutti...>>
<< Intendi l'abilità? Per quello non ci sono problemi! Il vero problema sono i miei genitori...>>
Si rattristò abbassando lo sguardo.
<< È un lavoro pericoloso: saranno preoccupati per te.>> disse lui cercando di sollevarle il morale.
<< Probabilmente.>> disse lei lasciandosi sfuggire una risata nervosa.
Cambiò subito discorso.

Passò circa un anno e i due si incontrarono sempre più spesso, quasi tutti i giorni. Lei gli mostrò il proprio lato solare e socievole e lui continuò ad essere se stesso cercando sempre qualche bella dama con cui poter compiere un doppio suicidio. Per questo comportamento, la, ormai, amica lo rimproverava sempre e cercava di convincerlo a non suicidarsi.
Erano diventati migliori amici e impararono a mostrare all'altro le proprie debolezze e insicurezze non solo a divertirsi.
Un weekend, però, un loro incontro saltò: Asuka doveva andare a trovare dei parenti.
Si presentò al pranzo in famiglia con dei semplici jeans, una maglietta e una coda alta. I suoi occhi azzurri risaltavano grazie all'eye-liner e al mascara che aveva svogliatamente messo. Odiava talmente tanto la sua famiglia che il solo pensiero di doverli incontrare, la faceva star male. Erano il suo perfetto opposto: lei stava finendo gli studi per salvare delle vite, loro le distruggevano; lei voleva un lavoro legale, loro agivano all'oscuro dei governi; lei rispettava la legge, loro seguivano quella della Port Mafia in quanto membri.
Colui che le aprì la porta, fu suo cugino e proprietari della casa, Chuya Nakahara.
<< Ah. Ti sei presentata. Che strano.>> disse lui appoggiandosi alla porta e lasciandole lo spazio per entrare.
<< Io mi presento sempre in quanto l'educazione a me non manca a differenza tua.>> replicò prendendogli il cappello che aveva sempre in testa e appoggiandolo, con la propria felpa, all'attaccapanni.
Lui sbuffò sistemandosi i capelli arancioni dopo aver chiuso la porta.
<< Stai ancora studiando medicina?>> domandò lui.
<< Ovvio.>>
<< Quando deciderai di mettere da parte le tue aspirazioni egoistiche e pensare un po' ai tuoi genitori? Loro stanno ancora nascondendo le tue vere aspirazioni alla Port Mafia per proteggerti: saresti già morta se loro non ci fossero.>>
<< Non sono aspirazioni egoistiche! Le vostre lo sono! Voi agite solo per il vostro bene! Uccidete gente a caso solo per il vostro profitto! Poi che cosa c'è di male nel salvare delle vite? Non ho alcun interesse nel fare la spia delle vostre losche attività.>>
<< Prima di tutto non sono persone a caso. Seconda cosa sai troppe cose su di noi e potresti anche farti sfuggire qualcosa. Visto che sei di una famiglia di membri della Port Mafia, avrebbero tutto il diritto di farlo.>>
<< Stai forse dicendo che non ti fidi di me? O che debba essere uccisa?>>
Il loro discorso fu interrotto dal campanello che suonò.
<< Adesso smettila di parlarne e fare questo genere di discorsi: finché siamo solo noi due, posso anche accettarli.>>
Notò solo in quel momento che erano soli in casa.
La giornata passò molto lentamente e Asuka ebbe tutto il tempo di pensare a quando lei e suo cugino, i più giovani della famiglia, erano piccoli e non capivamo i discorsi degli adulti. Passavano tutto il tempo a giocare come dei bambini normalissimi immaginando cosa sarebbero diventati da grandi: nessuno dei due avrebbe mai pensato di trovarsi in una situazione simile. Le mancavano quei tempi: in fondo voleva bene a Nakahara anche se ci litigava spesso e voleva ritornare a ridere e scherzare con lui.

Quando uscì di casa, si diresse verso il suo appartamento in città. A un certo punto, però, si fermò: qualcuno l'aveva chiamata. Si girò vedendo Nakahara che le stava correndo dietro. Ormai aveva già camminato per una ventina di minuti e si domandava perché l'avesse raggiunta da casa sua. Quando lui fu abbastanza vicino, Asuka capì.
<< Tieni. L'hai lasciata a casa mia.>> disse lui porgendole la felpa.
Lei la prese e lo ringraziò. Stavano per separarsi, quando sentirono una voce maschile gridare "eccoli!".
Spuntarono dall'ombra due uomini armati membri di un'associazione rivale della Port Mafia. Quando lei capì che stavano per fare fuoco, spinse lontano il cugino prendendosi un paio di proiettili: uno in una gamba e uno in un fianco.
<< Vattene, Nakahara! Userò la mia abilità per fuggire! Tu pensa ad approfittarne per scappare!>>
Il cugino, per il troppo buio, non vide che lei stava perdendo tanto sangue, perciò si fidò e scappò. Dopo aver esclamato "abilità!", delle fiamme si generarono tra lei e i due uomini che smisero di sparare e, spaventati, scapparono. Lei si accasciò a terra: aveva perso troppo sangue. Con la felpa, cercò di limitare la fuoriuscita di quel liquido vitale dalla ferita più grave, quella sul fianco, ma i suoi sforzi non diedero molti frutti. Ormai i suoi pensieri erano tutti rivolti all'aggrapparsi a quello strascico di vita che aveva davanti. Quella vita che le aveva dato tanto. Voleva rimanere per diventare un medico e per trascorrere ancora del tempo con il suo amico Osamu, ma ormai le stava scivolando tutto tra le mani. Non aveva niente per fermare il sangue e non poteva nemmeno bruciare le ferite con le proprie fiamme: la sua abilità non lo consentiva. Stava ormai perdendo le speranze, perché iniziava a sentire le forze calare.
<< Asuka!>>
Frastornata dalla perdita di sangue, sentì delle braccia che le avvolgevano il petto sollevandole il busto da terra. Alzò lo sguardo con fatica incrociando quello di Osamu. La sua smorfia di dolore mutò in un sorriso. Era così contenta di poterlo vedere un'ultima volta.
<< Sono felice di vederti...>> disse lei sforzandosi di parlare.
<< Sh~... Non devi sforzarti.>>
<< Scusami... Non volevo tenerti all'oscuro di tutto... Ma volevo proteggerti... Però sono felice di vederti ancora una volta...>>
<< Asuka... Non capisco... Io->>
<< Non c'è bisogno...>> lo interruppe portando le braccia attorno al suo collo << Ti voglio bene, Osamu...>>
Lo abbracciò godendosi il momento sapendo che, probabilmente, sarebbe stato l'ultimo.
<< Anch'io ti voglio bene, Asuka.>> rispose lui abbracciandola delicatamente per paura di farle del male.
Era molto felice per quelle parole e il cuore gli si riempì momentaneamente di gioia.
Per la prima volta, i due si scambiarono delle parole di affetto.
Capì, grazie a quelle parole, che la situazione era critica, perché lei non gli avrebbe mai detto in faccia i propri sentimenti se non in situazioni drammatiche. Le lacrime minacciarono di uscire dai suoi occhi, ma lui le trattenne: voleva farle coraggio senza agitarla di più, perciò decise di non piangere quella notte. Cominciò a sussurrarle che sarebbe andato tutto bene continuando a tenerla tra le proprie braccia.
Poco dopo arrivò un'ambulanza chiamata dal collega lì presente di Osamu. I paramedici la strapparono dalle braccia di lui e la portarono di urgenza in pronto soccorso dove venne operata per riparare i danni dei due proiettili che l'avevano trapassata. Ormai aveva perso conoscenza e dovevano fare in fretta.
L'operazione andò bene, ma a causa dell'elevata perdita di sangue e dell'indisponibilità di sacche sufficienti per una trasfusione efficace, il giorno dopo morì.

Osamu perse la sua migliore amica.

Quando l'amico lo venne a sapere, era su un ponte. Si lasciò andare e pianse per diversi minuti  finché non decise di buttarsi nel fiume sottostante. Venne fortunatamente salvato da un ragazzo che era sulla riva del corso d'acqua.
E così Osamu incontrò Nakajima Atsushi.
  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Bungou Stray Dogs / Vai alla pagina dell'autore: Black_Mad_Hatter