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Autore: Arvo    15/07/2016    2 recensioni
Questa è una storia. Ma non di uomini o di donne. Non si parla di fatti avvenuti in un contesto delineato né in un tempo precisato. In quest'opera lo scrittore medievale fittizio Natan Tumhn si appresta a ordinare il complesso di miti e scritti riguardanti i draghi, per classificarli e descriverli nei minimi dettagli: anatomia, biologia, classificazioni, curiosità, ecc...
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’ANFITTERO

N.d.r
Questo paragrafo è stato scritto nel 1792 da un Inglese appassionato agli studi di Tumhn, che ha voluto completare, appunto, l’opera dell’autore medievale, inserendo le razze scoperte solo dopo la colonizzazione delle americhe.
siamo giunti ora ad uno dei draghi più particolari e scientificamente interessanti, l’Anfittero, o meglio Amphitere Messicano. Infatti esso ci mostra quanto sia sottile il confine tra uccelli e rettili, e quindi tra volatili piumati e draghi. 
L’Amphitere è presente nella fitta mitologia dei popoli indigeni dell’America Latina, e in essa occupa un ruolo privilegiato. 
Tra gli Aztechi era detto Quetzalcoatl (serpente piumato) ed era considerato dio del vento, dell’alba, dei mercanti, dei mestieri e della sapienza. Assume spesso le sembianze di Ehecatl, lo spirito del vento. 
Si dice che proprio nella forma di spirito del vento donò la possibilità di amare a tutti gli uomini, affinché una bella umana, Mayahuel, potesse ricambiare il suo amore. 
 
UN’ALTRA STORIA DI MAYAHUEL
Secondo un’altra storia, quando Ehecatl fu mandato in cerca di Tzitzimitl, trovò al suo posto la nipote Mayahuel. Le chiese di venire con lui sulla terra. All’inizio la fanciulla era riluttante, ma in seguitò acconsentì e decise di seguire la personificazione di Quetzalcoatl.
Quando se ne accorse, Tzitzimitl si infuriò e, dopo aver chiamato le Tzitzimime per assisterla, si mise alla ricerca della nipote. I due innamorati allora, per nascondersi, divennero due rami di una pianta. 
Le Tzitzimime trovarono il ramo della fanciulla e lo spezzarono, uccidendola. Ehecatl invece rimase impietrito, per il dolore.
Gli dei provarono pietà verso la povera ragazza, così la trasformarono in Agave, una pianta dalla quale si ricavavano fibre e la pluque.
 
Digressioni a parte questo drago esiste davvero, e vive sopratutto nelle zone del Messico e quindi di gran parte dell’America Latina. 
A livello di fisionomia è del tutto particolare: non presenta zampe in alcuna parte del corpo. Quando non è in aria (dove passa gran parte della sua vita), l’Anffittero striscia oppure semplicemente riposa acciambellato. Non è in grado di sputare fuoco, ma è un grande predatore di uccelli e piccoli animali. 
Il corpo è serpentiforme e ricoperto da piume, così come le ali (del tutto simili a quelle degli uccelli) e la testa. Gli occhi sono allungati e a mandorla, di colore scuro, tendente al nocciola o all’ambra. 
Parlando di misure, la lingua raggiunge l’incredibile lunghezza di 6 piedi e mezzo, mentre l’apertura alare arriva a 29!
Il colore del piumaggio è magnifico: verde smeraldo con sfumature gialle ocra.

PIASA

Rimaniamo nel contesto delle Americhe ma ci spostiamo a Nord, lungo le rive del Mississippi. Qui il prete francese Jaques Marquette avvistò, nel 1673, i primi due Piasa di cui abbiamo notizie. Lui e il suo compagno Louis Joliet scorsero infatti due creature alate che definirono “grottesche”, con corna di cervo, barba di tigre, occhi rossi e uno sguardo terrificante. Il volto ci viene descritto come del tutto simile a quello degli uomini. 
Il nome “Piasa” è stato attribuito alla creatura dalla tribù indiana degli Algonchini e significa “uccello che divora gli uomini”.
In realtà il piana non è affatto una “chimera”, frutto del miscuglio di vari animali. E’ classificato come drago. Il corpo ricoperto di squame e le ali lo fanno infatti entrare di diritto nella grande famiglia dei rettili alati.
La testa del Piasa in realtà non è quella di un uomo, ma la ricorda incredibilmente. Infatti il muso è schiacciato così come il naso, simile a quello di una scimmia. La bocca presenta delle zanne che spuntano dalla mascella, tanto lunghe da uscire dalla bocca. Ciò gli conferisce un aspetto “spaventoso”. Sotto il muso cresce una barba che può arrivare ad esser molto lunga, di un colore chiaro, ed effettivamente le corna lunghe e articolate ricordano quelle di un cervo adulto. La coda è lunghissima, e arriva ad avvolgere completamente il corpo.
   
 
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