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Autore: FallenAngelsGoToHell    16/07/2016    0 recensioni
Come si può perdere l'infanzia? Esiste un momento in cui si è definitivamente fuori da essa? Oppure è un processo graduale? Io credo che le cose più brutte nella vita capitino in maniera repentina, senza preavviso, quando meno te lo aspetti. E uscire dalla fanciullezza è una di queste.
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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[Una stanza immensa, con un parquet di legno chiaro. Una grande finestra da cui filtrano i raggi di un sole obliquo. Ci sono solo due persone: una bambina dai lunghi capelli castani e una ragazza con uno splendido paio di ali di corvo e un corsetto di pelle nera. Hanno tutte e due una bambola in mano. Non si sono mai viste prima.]
 
Bambina: ciao …
Ragazza: ciao …
Bambina: perchè sei in casa mia?
Ragazza: mi ci sono ritrovata.
Bambina: ti sei perduta?
Ragazza: oh, sì, lo sono da sempre …
Bambina: … io giocavo con la mia bambola … vuoi giocare con me?
Ragazza: hai proprio una bella bambola … sei tu per caso?
Bambina: sì, sono io da grande. Sogno di diventare bella e felice come lei.
Ragazza: ah … allora, temo di non poter giocare con te …
Bambina: non ti piace stare qui?
Ragazza: non si tratta di questo … è per la mia bambola …
Bambina: fammela vedere … sono sicura che potrà giocare con la mia …


[La ragazza angelo le mostra la sua bambola e la mette a sedere a fianco di quella della bambina. Sono simili, hanno gli stessi occhi, lo stesso viso, gli stessi capelli, ma se quella della bambina è la rappresentazione della felicità, quella della ragazza è l’immagine della malinconia. ]


Bambina: perché è così triste?
Ragazza: perché è diventata grande.
Bambina: e chi le ha fatto questi graffi sulle braccia?
Ragazza: la vita.
Bambina: eppure assomiglia tanto alla mia!
Ragazza: sono la stessa persona.
Bambina: ma la mia bambola è felice e la tua no!
Ragazza: tesoro, per lei l’infanzia è finita da un pezzo, mentre, nella tua innocenza, fai ancora vivere la tua bambola nel periodo della spensieratezza.
Bambina: preferisco la mia bambola alla tua.


[Con dolcezza l’angelo nero le si avvicina, mettendole le mani sulle spalle, per poi indicarle il tramonto.]


Ragazza: vedi il sole morente? Osserva come i suoi raggi si infrangono contro la dura terra. Senti il calore affievolirsi, vinto dal freddo della notte?
Bambina: sì, ma poi, alla mattina, verrà di nuovo fuori il sole.
Ragazza: questi sono i ritmi della natura, non dell’uomo. Per lui ogni stagione è sempre l’ultima e niente dura mai in eterno. Una volta che la luce è sparita, non ritorna più.
Bambina: alla tua bambola è andata via la luce?
Ragazza: la brezza dell’infanzia ha smesso di spirare per lei, sostituita dal gelido maestrale dell’età adulta.
Bambina: non sarà mai più felice ?
Ragazza: temo che la sua felicità sia naufragata da tempo negli abissi della consapevolezza.


[Cala un silenzio immobile, durante il quale l’angelo e la bambina si scambiano uno sguardo serio e misterioso. Poi, quest’ultima lascia scivolare via la
bambola dalla sua mano e, lentamente, si avvicina alla donna, abbracciandola. Poggia il capo sul suo petto e sospira.]



Bambina: io non voglio diventare come la tua bambola.
Ragazza: purtroppo è quello che sta succedendo.
Bambina: prima che tu arrivassi ero felice.
Ragazza: lo so … ma è il  mio compito … e dopo di te farò visita a un altro bambino.
Bambina: è per questo che hai le ali?
Ragazza: sì, e anche perché me ne sono andata troppo presto.
Bambina: te ne sei andata da dove?
Ragazza: dalla vita.


[Nessuno dice più nulla. Entrambe sembrano perse in un baratro di pensieri senza fondo. Rimangono strette l’una all’altra, la bambina con il volto sul seno dell’angelo, mentre quest’ultima le accarezza delicatamente i capelli.]


Bambina: un giorno potrò anche io?
Ragazza: fare cosa?
Bambina: andarmene.
Ragazza: se lo vorrai.
Bambina: lo voglio adesso.
Ragazza: forse posso aiutarti …
Bambina: sei l’angelo buono? Quello che aiuta le persone?
Ragazza: sono l’angelo della morte.
Bambina: portami con te.
Ragazza: sarà un po’ doloroso.
Bambina: la fine della felicità mi fa paura, non il dolore.
Ragazza: fragile creatura, non sai di cosa parli.
Bambina: per favore angelo portami via.



[Un lacrima scende sulle dolci guance della piccola. La nera signora la raccoglie con un bacio all’altezza dell’angolo destro della bocca. Le cinge le spalle con le braccia e comincia a muovere le ali. Piume di corvo volteggiano intorno a loro, racchiudendole in una spira mortale. Un’altra lacrima, questa volta rossa come il sangue, scende dalla bocca della fanciulla, il prezzo da pagare per la pace eterna. Tutto muore in un lampo di luce funerea come l’ultimo bagliore di una candela. In terra rimangono solo una miriade di piume di corvo e due bambole. Una piange, mentre tiene la mano all’altra, dalla cui bocca sgorga un rivolo di sangue.]  
  
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