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Autore: Shideo    16/07/2016    0 recensioni
"Apri il tuo cuore, ascoltati dentro... ogni finestra si spalanca e passa la brezza del vento."
Genere: Avventura, Guerra, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Cap. 02 –
 
“Muovi la tua saggezza e aiutami”.
Mai nella sua vita, Akai avrebbe sperato di sentire quelle parole.
Perché sapeva troppo bene chi aveva bisogno di aiuto…
«… maestro…?» Saki lo risvegliò dai suoi cupi pensieri. «Sensei… ci può spiegare cosa significa…?» «Significa… significa che dobbiamo andare, miei allievi…» rispose con un filo di voce. «E dove cavolo dovremmo andare, sensei!?» gli chiese bruscamente l’altro, evidentemente stizzito per non riuscirci a capire nulla. Al che, Akai sollevò lo sguardo tremante da terra e lo fissò negli occhi. Saki si sentì sciogliere dalla vergogna, e abbassò lo sguardo. «Andiamo dall’altra parte del Paese. Preparatevi, prendete tutto quello che vi servirà. È un lungo e pericoloso viaggio, e non sono sicuro che riusciremo a tornare tutti… sempre se vi sta bene aiutarmi.» «Sensei… lo sa che non gli diciamo mai di No.» «Bene. Vi ringrazio, ragazzi…»
Il messaggero era stato partecipe per tutta la durata della discussione, ma non aveva detto una parola. Fino a quando rifletté, guardando a terra: «Io sono solo un messaggero, e questa è una missione pericolosa… sarete sempre in bilico, non sapendo mai cosa fare, poiché la situazione è delicata… un passo falso e sarete spacciati.» Tutti lo guadarono allibti. «Tuttavia» aggiunse in seguito «Penso di potervi essere d’aiuto.» «E come? Non sai combattere, sei solo un postino!» «Errato. Sono un messaggero.» lo corresse infastidito l’altro. «E un messaggero deve sapersi difendere…» «Se vuoi accompagnarci basta che ce lo chiedi.» si intromise Akai. «Qual è il tuo nome?» «Mi chiamo Kaze, maestro Akai.»
Saki si trovava sdraiato sul futon, a riflettere. Perché mai ci dovrebbe servire un messaggero? Era la domanda che si poneva, assieme a tutti i quesiti di quel misterioso ragazzo. Chi era, e che cosa voleva, in realtà? Perché Saki lo sentiva… «Non pensarci ora» si disse ad alta voce, mentre si rialzava e piegava il futon «Avremo modo di conoscerlo in viaggio.» Nel mentre, anche gli altri residenti del Tempio si chiedevano, più o meno, la stessa cosa. «Chissà» si diceva Tanzee «se questo mi farà divertire o se è come Saki… spero ben che sia forte abbastanza.  Io di certo non mi fermo ad aiutarlo.» Ma, dalla stanza accanto, poteva sentire Shio… che rideva. «Beh… un altro su cui potermela prendere… Saki non reggeva più, poveretto…» sussurrava. È la ragazza più strana e inquietante che io abbia visto in tutta la mia vita, pensava Akai, poggiato sulla porta chiusa della stanza dell’allieva «Speriamo bene…»
Si allenarono duramente fino alle sette di sera, quando si saziarono e andarono a riposarsi fino al mattino seguente. Ma quella notte, nessuno dormì.
 
L’indomani, si trovavano tutti quanti davanti al tempio. Tutti tranne Akai, ovviamente… «AAAAH!!! Quanto lo odio, quando fa così!!! Tanzee, digli qualcosa!! Io mi sono stufato di riprenderlo sempre!!!» Saki non ne poteva più «Maestro… esca, presto…» sussurrò Tanzee. «MA CHE DAVOLO!!?? Devi urlare, idiota!!» «Noooo… non c’ho voglia… fallo tu…» «Ma… MA!!!… AAAAH!!! AL DIAVOLO!!!»
D’un tratto la pesante porta del tempio si spalancò. Sulla soglia si stagliava un giovane uomo con i capelli rossi, un codino e una tunica completamente diversa… questa volta era sì rossa, ma aveva ricami dorati ai bordi. In mezzo, un disegno di un giaguaro ricamato d’oro. «M- maestro…?» Saki non ci poteva credere: il suo maestro indossava qualcosa che aveva lasciato nell’armadio da lungo tempo: la tunica della sua ex scuola d’armi, la Shinigami. Le fibre si quella tunica contenevano ricordi, ricordi dolorosi… ricordi che uccidevano se plasmati a dovere, se usati nella maniera più inopportuna. Saki lo sapeva, il maestro Akai stava mettendo a rischio la propria psiche.. se solo.. «Dunque, è ora di partire.» lo risvegliò Akai dai suoi pensieri.
Erano tutti quanti pronti per partire. Si avviarono a valle, lasciandosi alle spalle la sicurezza del tempio e la pace della loro sicura vita quotidiana.
 
Scale. Quante scale. Quante stramaledette scale. Anche se erano in discesa, erano veramente troppe scale. Senza contare che il percorso era alquanto saccheggiato dall’aridità del suolo e del tempo. Non si poteva mai sapere se quel gradino crollasse da un momento all’altro e facesse precipitare il malcapitato dal suolo. Ma dovevano raggiungere il villaggio, prima di partire, almeno per salutare il vecchietto.
«Ragazzi? Che ne dite di fare un salto alla Bottega Bianca?» propose Akai. «E per fare che?» chiese scocciato Tanzee «Per sentire le balle di quel vecchio ubriacone?» «Rispetta il linguaggio, Tanzee.» rimproverò il maestro «sei pur sempre un monaco. E finora quel vecchio non ci ha mai mentito, ricorda.» «Mmm.. certo..»
La bottega si poteva individuare appena entrati in città. Era l’unico edificio rustico in mezzo a palazzi perfetti e lussuose ville di ricconi incalliti. Era l’unico edificio semidistrutto per tutte le risse che ci accadevano dentro
«Tanzee, tieni a bada la tua furia, questa volta. Siamo già in arretrato con le spese di riparazione» puntualizzò il maestro. «Sensei.. secondo lei chi lo fa il lavoro, se lei si chiude sempre nei meandri del tempio a leggere giornaletti porno??» «TA-TA-TANZEE!! TACI!!! Mi-mica mi spii, vero??» «Diciamo che la mia seconda professione è stalker..» «Giovanotti, niente chiasso qua dentro.».
Senza accorgersene, erano entrati nel locale. Come sempre era quasi pieno, gente che cercava qualsiasi cosa veniva sempre il pomeriggio tardi, prima della chiusura. Si sentì una rozza voce da dietro a un bancone: «Benvenuti alla Bottega Bianca, qui potete trovare di tutto, che siano fucili o caramelle.. e bla bla bla. Come va, Akai?» «Mi sembri un po’ stanco, amico! Perché non vieni su al tempio qualche volta? Ci possiamo bere del sakè assieme!» «Ragazzo, sei.. incoerente. Prima mi dici che sembro stanco, poi mi inviti a venire a casa tua, che è a cinquanta kilometri da qui, la strada è tutta in salita e potrebbe crollare da un momento all’altro. Figliolo, fatti dire una cosa: un vecchio di 74 anni, non ci tiene a farsi 50km di scale in salita a piedi.» «Notato, non preoccuparti.» «Invece, cos’è che prendi?» «Vediamo.. cosa mi puoi consigliare per un lungo e pericoloso viaggio?» «Direi che delle noci rosse possono servirti. Prendine anche qualcuna blu, oggi è giornata di sconti.» «Va bene. Grazie mille!»
Dopo aver pagato, il gruppo uscì dal locale. «Maestro?» chiese Akai «Pensa che il vecchio Toti se la possa cavare, da solo?» «Massì, lui è un vecchio in gamba..» «Uhmmm.. va bene. Dove ci dirigiamo?» «Messaggero!» chiamò Akai, rivolto a Kaze «Da dove proveniva il messaggio?» «Dalla Valle del Nord, maestro.» «Ti basta come risposta?» chiese infine il rosso, all’allievo «Tutti verso la Valle del Nord!!»
 
 
 
Angolo dell’autrice:
Madonna, da quanto tempo è che non continuo con questa storia °_°
È che ho avuto fin troppi impegni, poi tendo sempre a rimandare alcune cose e strafare in altre, e alla fine ho mille idee e mai abbastanza tempo T_T
Comunque, il nuovo personaggio si chiama Toti, è il gestore del locale “la Bottega Bianca” ed è un vecchio scorbutico sulla settantina. È basso e grasso (un po’ come quelli americani XD) e porta gli occhialini.
Non vi dico altro, per ora. Se volete sapere qualcosa sul passato dei vari personaggi o su fatti secondari, potete farlo direttamente scrivendo la domanda nel commento (sì, sono fissata con sta cosa delle SBS)
Grazie per aver speso del tempo in questo capitoletto scritto all’una e un quarto di notte e finito dopo mezz’ora u.u
Mi farebbe molto piacere se lasciaste un commento, grazie ;*
Alla prossima!!
MangaStyle
   
 
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