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Autore: CapitanMirkoBenegiamo    17/07/2016    2 recensioni
La Compagnia delle Indie è tornata. Ora guidata dal Primo Ministro Britannico Henry Morgan, si appresta a debellare la minaccia della pirateria, cacciando, imprigionando e uccidendo ogni pirata che le sue flotte incontrino. Il suo obiettivo è trovare tutti e nove i Pirati Nobili ed ucciderli, cancellando così l'intero ordine. L'unico ostacolo di fronte al suo cammino è il capitano pirata Jack Sparrow, scomparso dopo la sua ultima avventura. Intanto, anche Joshamee Gibbs ed Hector Barbossa sono alla ricerca di Jack e della Perla Nera, di nuovo in suo possesso. L'Era della Pirateria è ai suoi ultimi rintocchi. La domanda che si pongono tutti è: "Dov'è Jack Sparrow?!".
Questa storia racconterà gli eventi successivi all'ultimo film "Pirati dei Caraibi: Dead Man Tell no Tales" ergo i capitoli verranno scritti e rivisti successivamente all'uscita del film. Questa storia è basata sui film e i libri della serie originale.
Come introduzione alla storia è disponibile, il prologo introduttivo alla storia. Spero vi piaccia.
A presto ciurma!
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hector Barbossa, Jack Sparrow, Nuovo Personaggio, Sorpresa
Note: Movieverse | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
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PROLOGO



Ad Ovest del Mar dei Caraibi, una flotta della Compagnia delle Indie Orientali, compagnia un tempo comandata dall'ormai morto Lord Cutler Beckett, prima d'ora ritenuta scomparsa a seguito della loro dipartita contro l'ordine dei pirati, sembra ora di nuovo in auge ed è diretta a Tortuga. 

La flotta ora capitanata da Sir Henry Morgan in persona, Primo Ministro d'Inghilterra, mette a ferro e fuoco l'isola. Le sue navi colpiscono la baia a colpi di cannonate, mentre i suoi uomini sbarcano, aggrediscono ed uccidono chiunque si opponga al giudizio del Re. Uomini, donne, bambini, tutti subiscono la punizione della giustizia ai danni della pirateria e di chiunque ne segua l'esempio. Molti muoiono cercando di scappare o resistere all'attacco, i pochi rimasti, arresi, vengono condannati e resi prigionieri.

Una volta finito il tumulto, Tortuga si arrende al suo fato e Sir Henry Morgan si autoproclama Governatore del Mar dei Caraibi prendendo così possesso dell'isola e delle veci di amministratore della giustizia e governatore dell'isola stessa.


Tortuga sembra ormai deserta. Nubi di cenere e desolazione arieggiano ora per quelle strade vuote e silenziose, dove un tempo il chiasso delle scorribande e delle risate colmava il cuore dei briganti e delle cortigiane del posto. L'odore pungente del rum bruciato sale per le narici. I focolari dentro e fuori le locande oramai sono soffocati e spenti. Ora quei fuochi accoglienti sono  braci ardenti lungo le travi di legno distrutte delle case, i soffitti scoperchiati. La polvere ingrigisce le vie dei borghi, la puzza di polvere da sparo e morte si mischia all'aria. 

Nel silenzio, i passi degli uomini della Compagnia rimbombano sul terreno arido e coperto di detriti e sangue. Come perenni sussurri, in lontananza si odono flebili lamenti dei condannati trascinati di forza e portati al centro della piazza pubblica. 

Lì, dalla villa che da sul piazzale, il nuovo Governatore osserva i soldati portare i condannati e porli  in ginocchio di fronte la balconata. Tutti gli abitanti di Tortuga son stati fatti riunire, alcuni sono stati graziati per assistere alle conseguenze delle loro azioni, perché infonda loro una paura concreta.

Il nuovo Governatore, Sir Henry Morgan, dal balcone della sua villa si appresta quindi a declamare le sue intenzioni:

-"Il mio nome è Henry Morgan, Primo Ministro d'Inghilterra, presidente della Compagnia delle Indie Orientali... e Governatore del Mar dei Caraibi e di Tortuga, anch'essa... oggi. Quest'isola da tempo dimenticata da Dio, è stata rifugio di qualsivoglia criminale di ogni fattispecie. Baia e porto sicuro per pirati di tutte le razze. Nonché luogo di perdizione per chiunque si fosse trattenuto. Atti di illegalità, gioco d'azzardo, prostituzione, contrabbando, pirateria... Voi siete la feccia della società. Il cancro dello sviluppo. Avreste potuto scegliere di essere persone onorevoli e rispettose...Eppure avete deciso di mandare al diavolo ogni legge, ogni regola. Avete scelto così il vostro infimo fato. Avete scelto di essere criminali. E non c'è posto per quelli come voi nel nuovo mondo! Voi rappresentate una minaccia e non sarete esenti ad affrontare il volere della corona, il volere della giustizia...Il mio volere... Tortuga ha avuto il giudizio che meritava. Ora Voi tutti avrete ciò che vi meritate. Nessuno può scappare al suo destino per sempre. Questa è la resa finale. L'ora è giunta."

Le parole di Morgan come aghi nella carne colpiscono i presenti. I condannati in ginocchio, fissano il terreno, lacrime miste a sangue bagnano la terra bruciata. La gente assiste, sconsolata fra smorfie di dolore e pena. 

Le porte della villa del Governatore si aprono. Lentamente,  guardie armate spingono due donne ad uscire ed unirsi agli altri condannati in fila nella piazza. Le donne, malridotte, raggiungono la fila . Le guardie le colpiscono alle gambe  che esauste cadono sulle ginocchia.

Una delle due donne, porta uno sfarzoso abito rosso, strappato e sporco, i capelli di un rosso intenso, una volta ben acconciati ora sono sfatti e logorati. Le lacrime ed i pianti di dolore hanno sciolto il trucco dagli occhi che ora è colato sul volto triste e cupo. 
Al suo fianco l'altra donna, ha un bellissimo abito giallo, anch'esso logoro e ricoperto di sangue e cenere. Il suo sguardo spento si perde nel viso candido rovinato dai lividi e dal fondotinta bianco ormai secco e spaccato. 

Una fila di guardie armate si sistema alle spalle dei condannati e carica il colpo.

La voce di Sir Morgan, dall'alto, risuona ancora una volta nella piazza:

-"Che questo sia di monito per tutti coloro che sfidano la legge, che continuano a scappare dal loro fato. Che sia ben chiaro il messaggio... Tutto ha una fine. L'Era della Pirateria... finisce adesso.".

I fucili si alzano veloci, puntando le schiene dei condannati. Le dita non esitano un istante a premere i grilletti. Il rimbombo dei colpi tuona nella piazza. Poi un tonfo sordo per ogni corpo che tocca il suolo senza vita. Dopo, solo il silenzio assordante della disperazione, il buio che cala. I corvi librano nel cielo fra nuvole e fumi cinerei. Tortuga è morta. 

   
 
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