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Autore: Jailer    18/07/2016    5 recensioni
“Fammi sentire il suono dei miei soldi che vanno via.”
L'amore è un capriccio: si paga caro; la nudità non è solo una questione di pelle scoperta.
Storia su una prostituta che dice la verità e su soldi che non riescono a nasconderla.
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cancer Manigoldo, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Labbra nude

Sentieri interrotti


Martha era solo una puttana del Pireo, e Manigoldo solo un cliente assiduo. Nulla di più.

A questo pensò l’uomo quando lasciò cadere le monete sul comodino, mentre si alzava dal letto e Martha tendeva la mano per sentire scorrere la sua schiena sotto i polpastrelli.

Manigoldo guardò con attenzione i pezzi d’oro: li fece cadere dall’alto, in modo che il suono fosse forte e brillante, che roteassero a lungo, affinché gli ricordassero di quale tipo fosse il loro rapporto. Manigoldo non era l’amante di una puttana, né tanto meno l’uomo di una donna. Manigoldo era un cliente; come lo era all’osteria del Capitano o alle bancarelle del mercato.

Martha era solo l’amaro che gli piaceva più di altri e il frutto succoso che sapeva di poter trovare solo lì. Era affezionato, ma affezionato come poteva esserlo un compratore: ai prezzi bassi e alla buona qualità.

Gli dispiaceva solo che Martha non controllasse mai quanti soldi le lasciasse sul mobile, e che quei soldi gli tornassero sempre indietro tramite la birra o la cena che gli offriva.

Non che lei volesse nulla di più dal loro rapporto: a Manigoldo piaceva perché non aveva bisogno di mistificare nulla, non lo baciava né lo toccava mai se non per eccitarlo, faceva esattamente il suo lavoro.

Martha aveva labbra rosse e piene come amarene, e quando le spalancava durante l’orgasmo Manigoldo vi appoggiava le sue – sembrava davvero di poterla cogliere e assaporare, quella frutta.

Ecco, il Cavaliere era l’unico cliente di una prostituta che si premurasse di procurare piacere alla donna. Lei un giorno glielo aveva detto con sguardo tagliente e provocatorio: “Tu ti trattieni e aspetti me”. Manigoldo aveva scosso le spalle e squarciato le labbra in un sorriso sardonico: “è solo che mi appaga di più così”, parlando si era appoggiato con la schiena alla testiera del letto e aveva incrociato le braccia in modo lasso: “Lo sai come sono gli uomini”.

Martha nascondeva i seni piegandosi sulle sue ginocchia. La schiena bruna era rimasta scoperta, le costole si intravedevano sotto la pelle, e presentava qualche livido qui e lì, perché la vita di una prostituta non è facile. A volte lo guardava con occhi più tristi e timidi di quello che Manigoldo avrebbe voluto. “È perché so come sono gli uomini che mi sorprendo.”, disse storcendo il capo, abbassando la voce, lasciando che il vento le rubasse gli ultimi suoni dalle labbra.

L’uomo vide allora una bellezza funestata da un dolore profondissimo. In fondo agli occhi Martha celava tutta la sua voglia di morire, ma quella voglia di morire che è desiderio autentico di vita; il desiderio di chi dopo la morte si aspetta qualcosa di migliore. Il desiderio di chi, come lui, avrebbe teso la mano al diavolo, se questi gli avesse concesso una danza e la promessa di una risata.

Solo quel giorno Manigoldo passò una mano sulla sua, stringendola debolmente. La sentì simile. Nessun diavolo li avrebbe portati via dalla loro logorante esistenza.

Si pentì subito del gesto e ritrasse le dita. Si alzò bruscamente dal letto, e quando si fu levato in piedi la osservò dall’alto con un sorriso feroce e superbo: “Quelli sono omuncoli: a me piace fare contenta la gente solo perché poi quando la offendo fa più male.”

Martha rise forte davanti alla sua presunzione. E fu una risata da prostituta: del servo che ha reso dipendente da sé il padrone. La risata sprezzante degli oppressi, tutta di gola, che le fece spalancare la bocca e buttare indietro il capo, come sul punto di soffocare.

E come pensi di offendere una prostituta?”

Dandole un orgasmo e pagandola pure.”

Non vedo come potrei offendermi.”

Non ti offendi tu, perché sei due volte zoccola.”

Martha alzò gli occhi verso l’alto, pensandoci un momento. Non la convinse. Lo guardò sarcastica, e sembrava dovesse scoppiare in una risata cattiva: “Rivestiti e pagami anche per la gratificazione morale che ti faccio provare.”

Dalla finestra entrava una bella brezza che scuoteva le tende; fuori borbottavano il Pireo e tutto il mondo e tutto il mare.

Non ti pago nemmeno un centesimo di più.”

La zoccola sei tu, Manigoldo.”

Manigoldo rise, cercando una risposta. Non la trovò e ne fu comunque felice. Era Manigoldo, ma davanti alla verità si toglieva sempre il cappello – e su questo era più educato di quei superbi gufi impagliati che non facevano che leggergli la vita. Una prostituta diceva il vero.

Pagami tu, allora.”

Fuori dalla finestra un matto urlava, il vento aveva ripulito il cielo di tutte le nuvole. La brezza urtò i fianchi nudi e madidi di Manigoldo, facendolo rabbrividire.

E allora Martha disse: “Allora non paghiamoci.”

Martha lo guardò negli occhi e aveva lo sguardo serio e labbra serrate in modo nervoso. Cadde un lungo silenzio, in cui Manigoldo spalancò gli occhi e serrò la mascella: sapevano entrambi quale fosse il significato di quella proposta.

Una catena – lui non l’avrebbe accettata.

Questo mai, Martha. Questo mai.”

Era la prima volta che la chiamava per nome. E fu per negarle la possibilità di essere chiamata allo stesso modo una seconda volta. E, forse per la prima volta in vita sua, Manigoldo fu troppo serio per poter nascondere la sua debolezza: nessun sorriso schermò il suo volto. Lui non avrebbe mai amato: la libertà si paga cara; e il suo prezzo era quello delle prestazioni di Martha. Non faceva sconti, la libertà. Manigoldo lo sapeva.

Martha ricordò fino alla fine dei suoi giorni quegli occhi da diavolo, finalmente sgranati – finalmente umani. Lo sapeva anche lei, e sapeva che nemmeno lei poteva permetterselo. Eppure una volta nella sua vita avrebbe voluto andare a letto con qualcuno per vivere e non per sopravvivere. La libertà di Manigoldo era la sua schiavitù. Martha, tuttavia, non gli avrebbe sottratto quella parvenza di libertà. Amare è l’arte di saper tenere viva la finzione dell’altro, immolando la propria.


Non si videro per molti giorni. Manigoldo tornò una notte di pioggia al termine di una missione: aveva le labbra spaccate e la pelle sudicia di sudore e terra. Bevve le labbra di Martha per dissetare l’arsura delle sue. Fu come se nulla fosse accaduto: Martha smise di toccarlo alla fine del rapporto e Manigoldo lasciò i soldi sul comodino.

Dove sei stato?”

Da qualcuno che non mi facesse proposte oscene come la tua dell’altro giorno.”

Le labbra rovinate di aprirono in un ampio sorriso che le fece sanguinare copiosamente, e un rivolo rosso scivolò lungo il mento. La donna lo tamponò con il lembo di un lenzuolo, tenendogli il viso tra le mani; l’uomo si appoggiò leggermente sul suo palmo.

Smetti di sorridere, Manigoldo, se no non si chiude.”

E che faccio se no?”

Piangi.”

Il suono della pioggia e la fatica lo avevano stordito piacevolmente, o forse fu quel breve contatto illegittimo. Egli chinò il capo sulla spalla di Martha, la sporcò del suo sangue perché aveva continuato a sorridere - per ripicca. Avevano violato il contratto, ma le monete giacevano sul tavolo – rassicuranti.

Non è l’ora di piangere, questa.”

La Guerra Santa imperversava là fuori. Ma anche se così non fosse stato, avrebbe sempre imperversato la vita oltre quella finestra, ed essa non era fatta per quelli che piangono. L’esistenza è carne di donna da mordere e baciare, e labbra di ciliegia da sorbire tutte. L’esistenza era dentro e fuori della finestra di Martha: non avrebbe pianto nemmeno sulle sue spalle.

Un giorno piangerai, Manigoldo.”

Il giorno in cui morirò. Allora me lo concederò.”

Manigoldo era uno stupido, perché preferiva sanguinare piuttosto che smettere di fare le boccacce al mondo intero. Si chiede se esistesse qualcosa di degno delle sue lacrime. Si chiese se la sua vita potesse valere le lacrime di quell'uomo – e se lo fosse stata, Martha avrebbe anche potuto morire. Per un momento lo desiderò davvero: se fosse morta non l'avrebbe mai dimenticata.

Martha il mattino dopo contò i soldi sul comodino. Era una cosa che non faceva da tempo: era una cosa che aveva fatto solo quando erano poco più che due sconosciuti. Manigoldo passava la lingua sulle proprie labbra per sentire il sapore metallico del suo sangue, e ciò fece rimbalzare il suo pensiero sulle monete.

Lancia la moneta in aria e lasciala cadere”, chiese. Con le dita, Manigoldo carezzava il tessuto ruvido della sua camiciola, indurito dalla salsedine e dall'incuria. Martha lo guardò stranita, e parve una cerbiatta scoperta dal predatore. Aveva le labbra leggermente schiuse, gli occhi grandi e i capelli tutti buttati su una sola spalla. Una donna, pensò Manigoldo, e nient'altro.

Perché dovrei?”

Fammi sentire il suono dei miei soldi che vanno via.”

Dietro al riso feroce di Manigoldo c'era una supplica; dietro ai suoi occhi, la sua antichissima tristezza. Martha pensò di non averlo mai conosciuto: ecco, quell'uomo le si apriva solo allora. La nudità di Manigoldo era la sua malcelata tristezza – ed era estremamente pudico, lui. Un vergognoso. Questa era la verità.

Martha fece finta di non vedere: non disse nulla – e lanciò in aria un pezzo di basso valore. Rimbalzò sul pavimento di legno con un suono ovattato. Manigoldo lo ascoltò attentamente ma non riuscì a trarne soddisfazione.

Lanciane un'altra.”

Martha ne lanciò un'altra.

E un'altra”

E un'altra.

E un'altra.”

E il sorriso di Manigoldo che pian piano moriva. Martha allora si alzò, e baciò se sue labbra nude, i suoi occhi sgranati, la sua insincerità. Il sorriso scomparve: ecco Manigoldo.




Ero incerta sul pubblicare questa storia. La considero un esperimento che tutt'ora non so dire riuscito o meno. Per questo, alla fine, ho deciso di postarla: se non posso decretare io sulla sua validità, lascerò fare a chi ha voglia di spendere un commento. Eventualmente, la rimuoverò.
Essa nasce da una domanda che mi pongo spesso davanti a uomini particolari come Manigoldo: chissà come può essere costui con la donna che ama. Quanto cambia una persona in amore? E quanto conserva di se stessa?
Nulla resta identico a se stesso, tutte le finzioni crollano, ed il meglio e il peggio di noi è trascinato fuori. Non si può mentire. Forse la verità su di noi non sarà mai manifestata apertamente, ma di certo non può nemmeno essere nascosta.
Manigoldo è particolare, difficile, irto. Ero curiosa: ho provato a giocare. La scrittura, dopotutto, non è che guardare a quali strade possa prendere un uomo.

   
 
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