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Autore: Stillintoyou    19/07/2016    2 recensioni
{Threequel di "Benvenuta nella radura"}
Lui aveva un espressione spenta, preoccupata, ma come suo solito preferiva non parlare di ciò che lo preoccupava.
Era strano. Davvero strano. Da quando eravamo tornati dalla zona bruciata, non era più lo stesso.
Capivo che la perdita di tutte quei radurai, in così poco tempo, l'aveva messo K.O., ma eravamo vivi. Lui era vivo.
A pensarci bene, nessuno di noi era più lo stesso dopo la zona bruciata.
Nemmeno io, dopo tutto quello che avevo visto e vissuto in quel posto.
Né Evangeline, che durante la notte spesso si ritrovava a gridare il nome di Frankie.
L'averla vista morire sotto i suoi occhi, divorata da degli spaccati l'aveva sicuramente segnata. E chi non segnerebbe una scena del genere? Non vuole nemmeno toccare l'argomento.
Era come chiedere a Newt di Chuck. Non voleva parlare di quando l'ha visto morire.
Genere: Angst, Avventura, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Minho, Newt, Nuovo personaggio, Thomas, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Avevamo deciso che non ci saremo messi in viaggio prima delle 7 e mezza

Tutti noi avevamo bisogno di una sana nottata di riposo, nessuno escluso.

Io e Newt dormivamo in salotto, sul divano letto.

Certo, il materasso non era dei più comodi, ma a noi andava bene.

Meglio quello che il pavimento, insomma... Per quanto la casa fosse pulita, non mi andava molto a genio l'idea di sfasciarmi la schiena contro le assi dure di quel pavimento in legno massiccio.

Erano circa le 3 e mezza del mattino, quando lo schermo del portatile di Huan si illuminò, producendo un suono improvviso che mi fece sobbalzare sul lettino, svegliando persino Newt.

‹‹ Ma che diavolo...? ›› mugugnò con un tono di voce impastato ed assonnato.

Aveva un braccio attorno alle mie spalle, che spostò lentamente quando mi sentì spostarmi per mettermi seduta.

Huan aveva lasciato il computer acceso in modo che l'indomani non dovesse nemmeno perdere tempo per accenderlo prima di andarsene dalla casa, e potersi immediatamente mettere a lavoro.

‹‹ Il caspio di computer ha suonato ›› sussurrai

‹‹ Sì, ho sentito ››

Mi alzai dal lettino, sentendo le molle del materasso scricchiolare in modo inquietante.

‹‹ Liz? ›› mi chiamò Newt, mentre mi avvicinavo verso il pc.

Aveva un tono quasi allarmato, come se temesse che, avvicinandomi a questo, potesse saltare in aria e far esplodere l'intera casa.

Non che la cosa potesse stupirmi in qualche modo, considerando che mentre curiosavamo in giro per la casa avevamo trovato scatole piene zeppe di esplosivi di vario genere e armi di tutti i tipi.

Newt si mise rapidamente seduto sul letto quando notò che ormai ero arrivata davanti al tavolino ‹‹ Liz, per carità, non toccare niente! ››

‹‹ Sto solo controllando cos'è che ha fatto suonare il pc, sta tranquillo ›› brontolai.

Non ero stupida e non avrei toccato niente che potesse danneggiare quell'affare.

C'era una notifica sul desktop, ed era a forma di busta delle lettere ed accanto a questa c'era un piccolo quadratino rosso con scritto “1”.

‹‹ Hai visto cosa l'ha fatto suonare? ››

‹‹ C'è una mail ›› dissi corrugando la fronte. Ero tentata di aprirla, ma sapevo che se l'avessi fatto, sicuramente Huan si sarebbe infuriato.

D'altronde non potevo sapere cosa trattasse, se erano fatti privati o se era qualcosa d'importante, magari che riguardava Nathan, o qualcosa di simile.

Newt si alzò dal letto e mi affiancò, guardando anche lui lo schermo.

Storse le labbra e si diede una rapida occhiata attorno. Probabilmente, anche lui si domandava la stessa cosa. Poco dopo, sentii dei passi. Qualcuno stava scendendo le scale. Sbadigliò ed imprecò. Da lì, capii subito che si trattava di Huan.

Lo conoscevo da neanche un giorno ed avevo già capito il suo modo di fare.

Teneva una torcia in mano, probabilmente per non svegliarci con la luce del lampadario, ma quando ci trovò svegli ed in piedi si bloccò sulla soglia della porta e ci guardò con fare incuriosito e sorpreso.

‹‹ Che ci fate svegli? ››

‹‹ Il tuo aggeggio demoniaco ci ha svegliati ›› sbottò Newt, ancora con la voce assonnata ‹‹ tu piuttosto, che ci fai qui? hai un udito fine? ››

Huan ridacchiò sotto i baffi, poi sollevò il polso e mostrò l'orologio, indicandolo con la torcia per metterlo bene in vista ‹‹ questo affare si illumina e mi mostra quando ci sono nuove notifiche nel computer ››

Newt arricciò il naso, guardando con la coda dell'occhio lo schermo del computer.

‹‹ C'è una mail ›› dissi io, così Huan annuì in mia risposta e si avvicinò a grandi passi al tavolino con pc sopra.

‹‹ Lo so ›› disse, facendoci cenno di spostarsi in modo da prendere posto al computer.

Non disse altro, ma ci guardò come se non volesse che guardassimo lo schermo del pc. Questo mi fece intendere che si trattava di una mail privata, così feci per allontanarmi, ma Newt no. Lui rimase lì, a fissare lo schermo del computer nonostante le occhiatacce di Huan.

Aveva perso di vista il senso della parola “privacy” o semplicemente aveva smesso di fidarsi di chiunque?

Huan si girò completamente verso di noi, fissando Newt negli occhi, cercando di fargli capire che doveva allontanarsi.

Il problema, era che conoscevo bene Newt, e sapevo che lui non vedeva quello sguardo un modo silenzioso per dirgli di allontanarsi, ma la vedeva più come una sfida ed un modo sospetto di fare le cose.

E in effetti, data la situazione in cui c'eravamo cacciati, non aveva tutti i torti.

Eppure sapevamo bene entrambi che potevamo fidarci di Huan.

Quando notai il modo in cui l'espressione di Newt cambiò radicalmente, trasformandosi in uno sguardo severo e freddo, gli afferrai la mano e cercai di tirarlo via, ma lui non si mosse. Non mi guardò nemmeno tanto che era impegnato a reggere lo sguardo del ragazzo davanti a lui.

L'unica volta in cui avevo visto uno sguardo severo come quello, era quando fissava George.

‹‹ Che c'è, non ti fidi di me? ›› sbuffò Huan

‹‹ No, ti pare? ›› rispose in tono sarcastico ‹‹ non mi fido delle persone che si comportano come se dovessero nascondere qualcosa. ››

Huan tirò indietro la testa, come se qualcuno di avesse tirato un pugno, poi sbuffò e sollevò gli occhi al soffitto ‹‹ Capito. Okay, va bene, guardate pure ma non fate conclusioni affrettate. ›› disse semplicemente, per poi girarsi verso il pc.

Dal modo in cui premeva i tasti per digitare la password per sbloccare la mail, si capiva quanto fosse scocciato del fatto che Newt, in quel momento, non avesse fiducia in lui.

Ma a Newt la cosa non importava affatto, ed anzi, mentre Huan apriva la mail, lui incrociò le braccia e si avvicinò per vedere meglio lo schermo del pc.

Incuriosita dall'espressione sorpresa che fece Newt, mi avvicinai anche io.

La prima cosa che notai era quanto caspio era lunga. Chi diavolo poteva avere così tanta voglia di scrivere alle tre del mattino? Corrugai la fronte, immaginando che fosse qualcosa di veramente importante e dettagliato. Così, cominciai a leggere, sorprendendomi già dal titolo che portava. Ma la cosa più strana, era il mittente.

Ora capivo il motivo della premessa di non fare conclusioni affrettate, fatta da Huan poco fa.

 

Missione conclusiva − EDEN

Destinatario: HUAN

Mittente: EVE

Re: Eden, Sopravvissuti

 

Salve Huan, è sempre un piacere risentire un vecchio e buon fedele amico ed alleato.

Sono realmente felice di sapere i soggetti del gruppo A sani e salvi a casa tua, e anche di sapere che ora sarai con loro.

Confermo l'arrivo di Evangeline a Seul, e mi dispiace doverti negare l'informazione di dove mi trovo.

D'ora in poi, come ho già detto in passato, per motivi di sicurezza agirò da esterno fino a quando la situazione non migliorerà... e temo che questo, come potrai ben immaginare, accadrà tra molto tempo.

Ad ogni modo, do la mia parola che farò sempre il possibile per tenere in salvo i muni.

Sono una ricchezza inestimabile e necessaria per la sopravvivenza umana, e l'unica speranza per un futuro migliore del presente che stiamo vivendo.

Ma la cosa che importa adesso, ed è di vitale importanza, è che tutti i membri dell'EDEN si riuniscano.

Il soggetto AB1, inoltre, è di vitale importanza che torni nelle nostre mani.

È troppo importante. Come puoi ben intuire, non è solo il soggetto ideale, ma una vera e propria fonte di cura.

Un corpo così piccolo e fragile che contiene l'immunità contro il virus, per la C.A.T.T.I.V.O. è stato una mano dal cielo.

Poco prima che il soggetto A5 lo prese in salvo, riuscirono ad impiantargli lo stesso chip del Soggetto 0.

Capisci da solo, quindi, che è importante che torni nelle nostre mani.

Mi dispiace dover parlare di una creatura vivente come se fosse un oggetto, ma è ciò che diventerà se rimarrà nelle mani sbagliate.

Fortunatamente Nathan non è stato manomesso fino al punto di lasciarlo completamente nelle loro mani.

Il bambino, per cui, per il momento è al sicuro e nessuno gli farà del male. Ma è questione di tempo.

Tuttavia sono ancora in contatto con Nathan, che mi tiene costantemente aggiornata sullo stato del bambino e sul suo.

Per cui, prima di gettarvi in una missione di salvataggio verso di lui, vi consiglio di concentrarvi sul riunirvi con gli altri.

Nonostante siano relativamente pochi i sopravvissuti dell'EDEN, vi assicuro che sono tutti membri validi.

Ed inoltre, si sono uniti anche altri alleati. Ho già provveduto ad avvisare il soggetto A20 del fatto che proverete a riunirvi a loro e lui mi ha comunicato che attualmente a capo gruppo dei sopravvissuti della base principale, e che anche loro cercheranno di mettersi in contatto con voi.

Ma, purtroppo, oltre queste cose non so dirti nient'altro. Mi dispiace inoltre informarti che nemmeno io so dove si trovino.

Per salvaguardare i sopravvissuti, si sono spostati altrove e non nelle basi già stabilite inizialmente.

Tutti i membri dell'Eden hanno cambiato le loro posizioni, e le basi che conoscevo sono state distrutte.

Per cui non ho la minima idea di dove si trovino, ma so che presto me lo faranno sapere.

Ti chiedo il favore di tenermi aggiornata sui vostri movimenti, come io ti prometto di aggiornarti non appena saprò la collocazione precisa dei sopravvissuti. Mi raccomando: tieni al sicuro i soggetti, Jorge compreso.

Thomas, Teresa, Newt, Elizabeth e Minho sono tra i dieci soggetti più forti ed importanti, sei già consapevole di tutto questo. Mi affido completamente a te, e a Jorge.

Spero di ricevere presto altre notizie da parte vostra.

In fede, Eve.

 

Mi allontanai lievemente dal pc, osservando l'espressione di Huan, concentrato a leggere attentamente la lettera quasi come se stesse cercando un messaggio nascosto.

Ma probabilmente era solo lento a leggere, a differenza mia e di Newt che finimmo quasi subito.

Eve.

Sulle prime, pensai si trattasse di Evangeline, ma non avrebbe avuto senso parlare di sé stessa in terza persona.

Poco dopo, Huan chiuse la schermata col messaggio e lo cancellò, passandosi una mano tra i capelli e sospirando.

‹‹ Avete letto tutto? ››

‹‹ Sì ›› risposi, ma decisi di non fare nessuna domanda, sapendo che tanto ci avrebbe spiegato tutto da solo.

‹‹ Eve è il nome in codice del capo dell'Eden ›› disse ‹‹ Eve, come Eva del paradiso terrestre... sì, insomma, hanno giocato sul nome dell'Eden e così via ›› scosse la mano per farmi capire che quella parte della spiegazione non era importante

‹‹ Hai parlato con qualcuno di noi e non ci hai detto niente? E quando gliel'hai detto, se noi eravamo qui con te mentre usavi il computer? ››

Corrugò la fronte, scuotendo rapidamente la testa ‹‹ mentre stavate preparando il divano letto. Sono molto veloce a scrivere. Sai com'è... E poi è una persona molto affidabile, come avete visto. Vi conosce come le sue tasche, conosce le vostre storie e vi osserva sin dal principio. Non è un idiota ›› chiuse gli occhi, respirando profondamente ‹‹ oltre Jorge, è l'unica persona che ho continuato a sentire dopo che sono andato via dalla C.A.T.T.I.V.O., ed è anche quella che mi ha detto della morte di mia sorella ››

‹‹ Tua sorella lavorava con te alla C.A.T.T.I.V.O.? ››

Huan scosse la testa. La luce del computer gli illuminava il volto, per cui riuscii a vedere che i suoi occhi, di colpo, diventarono lucidi.

Mi fece sentire estremamente in colpa per avergli fatto quella domanda, ancor prima che potessi cercare in qualche modo di cambiare discorso, sospirò

‹‹ Mia sorella è stata costretta ad andare nel gruppo B nonostante la sua giovane età ›› sollevò lentamente lo sguardo verso Newt, come se, in qualche modo, volesse colpevolizzarlo per l'accaduto ‹‹ hai presente che ho detto che hai un'aria famigliare? ››

‹‹ Sì, non ho una così brutta memoria, caspio ›› rispose rapidamente Newt

‹‹ Ti ho conosciuto alla C.A.T.T.I.V.O. quando eri solo un bambino. Beh... non che fossi più grande di te. D'altronde abbiamo solo cinque anni di differenza. Ad ogni modo, eri veramente troppo impegnato per poter avere un minimo ricordo sia di me che di Julia... Ma lei ti adorava ›› Huan ridacchiò. Allora capii che quello sguardo, non era d'odio o per colpevolizzarlo. Era più uno sguardo malinconico, cosciente del fatto che Newt non avesse alcun ricordo di quel periodo.

‹‹ Non lo so... Magari me la ricordo, io... non so che dirti. Quando è andata nella radura? Prima o dopo di me? ››

‹‹ Prima. Quando l'hanno mandata era il soggetto più giovane di tutti. Dieci anni. Aveva i capelli ricci, le guance rosee con qualche, ed era un po' robusta. Ed aveva gli occhi castani, non azzurri come i miei ›› accennò un sorriso, passandosi nervosamente la mano tra i capelli. Tremava, ed il sorriso era palesemente forzato ‹‹ li invidiava e mi diceva sempre che prima o poi me li avrebbe strappati ››

Newt tirò indietro la testa di colpo, inspirando ed abbassando la testa. Annuii tra sé e sé ‹‹ credo di aver capito. Dieci anni... Se è entrata prima di me, vuol dire che a quest'ora avrebbe dodici anni ›› guardandomi con la coda dell'occhio ‹‹ Pressapoco l'età di Chuck, quindi... ››

‹‹ Frankie ›› risposi rapidamente. Immaginavo che fosse lei. In effetti, c'era una certa somiglianza.

Huan annuì, storcendo le labbra ‹‹ già ›› disse ‹‹ Eve la teneva sott'occhio nella radura e faceva in modo di tenerla al sicuro, e – ››

‹‹ Eve è Jillian, vero? ›› lo interruppe Newt.

Huan, a quel punto, non poté fare altro che annuire.

Sgranai gli occhi ‹‹ Jillian? ››

‹‹ È un computer, potrà anche morire ma la sua è una sorta di coscienza virtuale se ci pensi. È un computer umano, l'ha sempre detto. Sostanzialmente è come un essere costantemente connesso ad una rete ›› spiegò Newt.

‹‹ Ho dato il mio buon contributo con la creazione dell'Eden ›› allargò le braccia ‹‹ ma da buon doppiogiochista, non potevo di certo smascherarmi così ››

‹‹ Che bello, ogni tanto si scopre qualcosa di nuovo ›› dissi con un tono ironico, provocando a Newt una risatina soffocata.

‹‹ Benvenuta nel mondo della C.A.T.T.I.V.O. ›› rispose ‹‹ okay, quindi, se un ex scienziato della C.A.T.T.I.V.O., un ex militare, una sorta di infiltrato, un hacker e cos'altro? ›› aggiunse

‹‹ Un genio ›› sollevò l'indice ‹‹ e dire “ex militare” è un parolone. Ho fatto il militare per un anno, mica per dieci ››

‹‹ Dimmi la verità... ti chiami davvero Huan? ››

‹‹ No ›› corrugò la fronte ‹‹ ma non vi dirò il mio vero nome. Se inverti il nome si leggere Nauh, che è la pronuncia di Now, ora. Lo prendo come un modo per spronarmi a fare le cose prima che sia troppo tardi ›› accennò un sorriso ‹‹ perché in passato ho trascinato le cose fino a quando non era troppo tardi.... come non portare via Julia. Ho preferito lasciarla lì fino a quando non trovavo una sistemazione stabile. Scelta errata, non trovate? ››

Rimanemmo in silenzio per un po', scambiandoci sguardi incerti. Sia io che Newt non sapevamo cosa dire. Così, alla fine, fu proprio Huan a rompere di nuovo il silenzio, battendo le mani tra di loro e facendo ricomparire rapidamente il sorriso di sempre.

‹‹ Quindi, il piano rimane sempre quello. Si parte in Corea per raccattare la vostra amichetta, andiamo dai simpaticoni dell'Eden e poi sfondiamo il culo alla C.A.T.T.I.V.O. ››

Sorrisi ed annuì, per poi ricordami di un dettaglio importante.

‹‹ Oddio ›› sussurrai tra me e me, guardando Huan.

‹‹ Che c'è, fiorellino? ››

‹‹ Ehi, piano con i nomignoli. ›› brontolò Newt, ottenendo però la più totale indifferenza da di Huan

‹‹ Eva aveva detto che voleva partire per Taegu. L'ho ricordato ora ››

‹‹ Taegu? Impossibile. È deserta ormai, la chiamalo città fantasma. Attualmente Taegu è come il nostro palazzo degli spaccati ›› spiegò, così fece le spallucce ‹‹ ed a meno che la vostra amica non è una di loro, è impossibile si trovi lì. Rimaniamo su Seul, se poi non si trova lì, beh... troveremo un modo. Ma non ora. Dopo una bella dormita, ci studieremo un piano tutti insieme. ››

 

L'indomani mattina, fu una brutta levataccia, c'era da ammetterlo.

Jorge si era alzato per primo per condurre la berga fino a davanti la casa di Huan.

Come premesso da quest'ultimo, era pieno di armi che non aveva alcuna intenzione di lasciare in casa, ed infatti, furono le prime cose che portò dentro la berga.

Jorge decise di portare anche il suo frigorifero, con la scusa che adesso eravamo più persone, ed un frigo più grande ci avrebbe solo fatto comodo.

Decidemmo di portare via anche il divano letto, il letto matrimoniale ed il letto singolo – o meglio, il materasso di questi –, più altri due materassi singoli che aveva deliberatamente rubato dalle case lì vicino.

“Almeno non corriamo il rischio di dormire per terra” fu la sua giustificazione, ma Jorge si rifiutò di farlo andare in cerca di altri materassi, dicendo che c'erano i sacchi a pelo.

Ma Huan era più testardo di un mulo, così, pochi minuti prima di partire, quando avevamo caricato anche l'ultima scatola che conteneva il cibo, Huan aveva trasportato, con l'aiuto di Minho, altri due materassi.

Ciò che mi domandavo, era come pensavano di dormire. Eravamo al limite della privacy.

Eravamo costretti a dormire con i materassi tutti attaccati.

Una volta partiti, senza sentire miracolosamente nessuna lamentela da parte di Jorge, cominciammo a sistemare tutte le “nuove” cose in giro.

A parte queste piccolezze, per il momento, potevamo reputarci tutti al sicuro. Ma questa volta per davvero. Mi dispiaceva per gli altri, quelli rimasti nel braccio destro, ma ormai non potevamo guardarci indietro. Un giorno, forse, ci saremo ritrovati tutti insieme. Ma adesso, era più importante pensare a noi stessi e ritrovare Evangeline.

Dopo aver fatto questo, ciò che doveva temere maggiormente la C.A.T.T.I.V.O. ed il braccio destro, era lo stesso gruppo di ragazzi che aveva costretto a lavorare per loro.

Quelli a cui avevano portato via tutto, e che avevano costretto a crescere prima del tempo.

Dovevano vedere che l'unico risultato palese che avevano ottenuto, era che l'odio, il dolore e la sofferenza, avevano creato un pericolo contro di loro.

Era vero, noi eravamo il futuro. Ed il futuro, di certo non prevedeva che la C.A.T.T.I.V.O. diventasse la multinazionale più potente a capo del mondo.

Era giunto il momento di recuperare la nostra libertà, e visto che sembrava non esistere, allora ce la saremo creata.


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