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Autore: Sonoglialtrichemichiamano    19/07/2016    1 recensioni
Mucche.
Genere: Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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I personaggi presenti in questa storia non sono frutto della nostra immaginazione
 
I 10 motivi per cui le mucche sono le migliori amiche degli dei

1.  Dei e noccioline (pochissime noccioline, anzi nessuna nocciolina)
Una mucca c’è sempre nel momento del bisogno
C’era una volta
Tanto tempo fa
Anni e anni or sono
Okay, riproviamoci:
I raggi del sole sfioravano con delicatezza la cima del Monte Olimpo nascosta a occhio umano da soffici e candide nuvole, carezzanti l’erba sulla quale sorgeva la maestosa dimora degli dei immortali. Non una goccia di pioggia ricadeva su di essa poiché niente e nessuno avrebbe mai potuto sfiorare o sciupare quell’immenso paesaggio afrodisiaco. La sala del trono era piuttosto affollata in quella mattina d’estate, la luce filtrava attraverso le vetrate policrome illuminando di vari colori il tappeto sontuoso che sottostava agli immensi troni in quarzo, risplendenti dello stesso biancore accecante delle altissime colonne ioniche in marmo. Un fresco venticello che portava con sé il profumo del miele, dell’erba appena tagliata e dei fiori sbocciati accarezzava i morbidissimi capelli di Afrodite, l’arpa di Apollo – facendone risuonare alcune note soavi -, le pagine del libro aperto sulle gambe di Atena, il mantello blu mare di Poseidone e per poco non fece cadere la bottiglia vuota ai piedi di Dioniso – chi vuole intendere intenda, gli altri in camper -. Solitamente niente interrompeva il silenzio avvolgente la valle se non suoni delicati e cristallini mentre quel giorno, nonostante fosse solo l’alba, il vociare degli dei risuonava lungo il monte.
- Cosa ci potrà mai essere di così importante per convocarci alle cinque del mattino? – stava appunto dicendo Poseidone.
- Noi dei dell’Olimpo abbiamo bisogno del nostro riposino- protestò Ares indignato.
- Il mio viso necessita di almeno dieci ore di sonno tranquillo, avete visto le mie rughe?-
- Tu sei splendida come al tuo solito, cara Afrodite- ribatté Efesto regalandole una carezza sul volto.
-E’ qui la festa? Sballiamoci fino all’alba!- urlò Dioniso estraendo dal mantello una bottiglia piena di liquido ambrato.
Atena non poté fare a meno di rispondergli: - E’ già l’alba, stupido beota-
In quel momento l’elegante porta in mogano si spalancò rivelando l’impotente figura del padre degli dei: il grande e potente Zeus. Avanzò verso l’unico trono ricoperto da velluto rosso, posto esattamente al centro della stanza, a grandi passi, così gravi da far tremare le vetrate e l’unico capello rimasto sulla testa di Efesto. Si sedette rivolgendo un’occhiata capace di far rabbrividire di paura anche il più coraggioso tra gli eroi mortali e non.
- Vi ho qui convocati per una questione di massima importanza. E’ con grande dolore e rammarico che vi comunico che questa notte nella nostra amata dimora che da secoli e secoli e secoli e secoli e secoli… -
Poseidone e Ade si scambiarono uno sguardo perplesso e, vista l’ostinazione del dio nel continuare a ripetere la stessa parola, gli assestarono una gomitata tra le costole come è usanza tra noi mortali colpire un disco rotto e ormai inceppato.
Quindi Zeus lanciò intorno a sé un’altra occhiata severa e continuò: - Che da secoli ospita noi dei dell’Olimpo con amore e devozione, sì, proprio qui, è accaduto il più terribile dei sotterfugi: un furto-
Un tuono squarciò il cielo azzurro e svegliò Dioniso che, nel frattempo, si era assopito mentre tutti gli dei sobbalzarono e trattennero il fiato, allibiti.
Alcune lacrime rigarono il volto del possente Zeus, finendo sulla sua lunga barba curata come gocce di pioggia su un Bronzo di Riace: -Non avrei mai pensato che nella mia lunga e affascinante vita avrei subito un oltraggio simile, un affronto di questo tipo, un così terribile misfatto,- al che fu nuovamente interrotto dalla gomitata spazientita di Poseidone - Il deplorevole e insulso ladruncolo la pagherà cara. Tuoni e saette si scaglieranno su di lui!-
- Marito mio carissimo, ma dimmi: che cosa è successo?-
Zeus rivolse a lei il suo sguardo e quando parlò lo fece con estrema lentezza portando le mani sotto il sontuoso mantello: - Qualcuno ha rubato le mie noccioline! -  un altro tuono squarciò l’orizzonte nello stesso momento in cui il dio mostrò a tutti, con mano tremante, il barattolo vuoto.
- Chi potrà mai essere stato? – domandò Ermes catturando tutti gli sguardi su di sé.
- Non saprei… forse il dio dei ladri? – chiese ironicamente Ares.
- Sempre con questi pregiudizi, - sbuffò Ermes – rubi una volta una moneta, una mandria di bovini ad Apollo, un fulmine a Zeus, il trono a un famoso re romano, la corona alla regina d’Inghilterra e sei condannato a vita!
- O forse colui che di solito non risiede tra noi ed è geloso del trono di Zeus! – esclamò Apollo spostando l’attenzione su Ade.
- Secondo voi io, nobile dio di umili origini possedente solo un comunissimo regno di morti, potrei mai tradire il mio carissimo fratello in questo modo?
Tutti gli dei annuirono con forza mentre Zeus osservava incredulo il proprio barattolo vuoto.
- Ero così irato, arrabbiato, adirato, infuriato, furibondo, inviperito, furioso, -  Zeus si prese l’ennesima gomitata da parte del dio dei mari - che ho iniziato a lanciare saette a caso!-
- E allora? – domandò Ade vagamente annoiato.
- Caso è morto – pronunciò  Zeus con voce severa per poi scoppiare in una grassa e sonora risata.
- In questo momento potrei tradirti – commentò Ade disgustato dalla pessima battuta.
- Abbiamo riso abbastanza – disse poi in tono drammatico – ora pasta! –
Un’altra risata rimbombò nella sala facendo sospirare ogni dio presente mentre Dioniso prendeva un altro sorso dalla sua bottiglia.
- Torniamo però alle cose importanti: le mie noccioline!
- Sei sicuro di non averle mangiate tu?
- Me lo ricorderei, donna!
- Magari le hai perse
- O forse uno di voi sudici ingrati me le ha rubate!
-Probabilmente è stato Efesto
-Vuoi solo che i sospetti ricadano su di me per non essere incolpato, Ares!
-Io continuo a credere sia stata colpa di Ermes!- esclamò Apollo incrociando le braccia al petto.
- O forse la nostra cara Afrodite, zitta zitta…
-Brutto ladro dei miei stivali, di ottima marca ovviamente, come ti permetti?
-Per me è stato il formaggio! – si intromise Dioniso prima di cadere a terra addormentato.
Qualche secondo di silenzio accompagnò il sordo russare dell’ubriaco poi le voci si confusero nuovamente, continuando la discussione.
-Tu, Apollo, sei buono solo con i tuoi quadri!
- Zitta Afrodite,che perdi tempo con la tua bellezza come Efesto lo perde con le sue armi!
- Le vorresti tu delle armi belle come le mie! E poi sempre meglio di Ares e le sue inutili guerre!
-Almeno non sono uno sporco ladro, come Ermes, e combatto con onore!
- Quale onore e onore! Sei più inutile di Atena e la sua saggezza!-
Una voce isolata superò le altre prorompendo in una confessione quando la dolce Era si alzò in piedi con i pugni serrati e un tic nervoso all’occhio: - Ora basta! Sono stata io, okay? Io! Io! Io! – esclamò con la voce in crescendo, così acuta da far male ai timpani.
Zeus si portò una mano al cuore spalancando occhi e bocca: - Tu?! Come hai potuto? Era, moglie mia!-
- Ho provato di tutto: le diete mediterranee, il cibo vegetariano, i pranzi vegani, persino le cene con tua suocera! Ma niente! Mangi come un maiale all’ingrasso! Pensi che io sia contenta? Sei stato tu a costringermi! Hai idea di quanto costi allargare il trono? Per non parlare dei buchi in più alla cintura!-
Un silenzio attonito seguì quelle parole, tutti gli dei abbassarono gli occhi imbarazzati, eccezion fatta per Zeus intento a osservarsi la prominente pancia che minacciava di impedirgli di vedersi i piedi.
- Vendetta! Vendetta su di te! Vendetta sulla tua famiglia! Vendetta sulla tua mucca!-
In quel momento mentre la mente geniale – seppur limitata poiché appartenente a un essere di sesso maschile – di Zeus meditava vendetta apparve dal nulla la figura di Azzurro.
- Vendetta? Qualcuno ha detto vendetta?! Dov’è Shrek? –
- Shrek? Cosa c’entra Shrek? – domandò Atena confusa.
- E’ verso di lui che si deve abbattere ogni vendetta! - disse Azzurro, per poi rivolgersi a Zeus in tono concitato – Ho io l’arma che fa al caso tuo –
- Nessun’arma può essere più potente di quelle che ho già a disposizione! Io sono il grande Zeus, il potente dio degli dei, il padre di tutti gli dei, la potenza massima tra…-
Poseidone lo interruppe nuovamente con una gomitata, sbuffando. Azzurro estrasse dal borsellino la famosa arma avvolta da un alone accecante di mistero, una musica angelica accompagnò l’entrata in scena di ciò che avrebbe potuto distruggere l’amore più duraturo nella storia degli dei. Tutti dovettero coprirsi gli occhi per il bagliore troppo forte, quando riuscirono ad adattarsi alla luce accecante videro finalmente l’arma: una palla di gelato perfettamente circolare.
- Aspetta, manca la parte principale – disse Azzurro prima di prendere un piatto e spalmarvi sopra il dolce.
Il principe mise nelle mani del  grande Zeus l’arma più potente mai esistita, il padre di tutti gli dei si alzò tra lo sgomento generale, si diresse verso la sua amata moglie, le porse il piatto e, avvicinandosi al suo orecchio, le sussurrò: - La vendetta è un piatto che va servito freddo.
A riscaldare l’atmosfera ci pensò Carolina che entrò con passo trotterellante e allegro, portando con sé un odore di alberi in fiore e letame.
- Carolina! – esclamò Zeus con il tono di chi ha appena ricevuto la propria epifania – Mucca mia! –
La mucca avanzò verso di lui e, quando gli fu abbastanza vicina, aprì la bocca sputando un barattolo enorme di noccioline, nel vederlo per poco Zeus non scoppiò in lacrime mentre Stitch-… un attimo, cosa c’entra Stitch?
- Stitch no cattivo! Stitch coccoloso! –
Va bene va bene, puoi restare, ringrazia che io sia di buon cuore e che tu sia così cuccioloso, emh… volevo dire: coccoloso.
   
 
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