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Autore: Arwen297    19/07/2016    4 recensioni
Il personaggio di Michiru è uno dei più misteriosi della serie. Nel manga non viene approfondito il suo passato. L'intento di questa fanfiction è proprio quello di andare a colmare questi vuoti narrativi, con dei piccoli flash che accompagneranno Michiru da quando aveva 8 anni alla fine della quinta serie, flash che non sono legati tra loro ma che concorrono a formare una trama comune finale; mettendo in rilievo il percorso di crescita personale come donna ma anche come guerriera del mio personaggio preferito in assoluto.
Haruka sarà presente da quando si arriva al loro incontro in poi.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Haruka/Heles, Michiru/Milena | Coppie: Haruka/Michiru
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più serie
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Note dell'autrice: Buona sera a tutti, in questi giorni mi è venuta l'ispirazione per questa fic dedicata totalmente al passato di Michiru. Il manga non da particolari indizi su questo personaggio, ne su come abbia conquistato i suoi poteri e il mio intento è proprio quello di colmare questi vuoti. Ciascun capitolo sarà incentrato su una parte del suo percorso. E i capitoli non saranno assolutamente connessi tra loro, anche se vanno a concludersi in una trama comune, per questo non sono i capitoli della lunghezza a cui siete abituati ma molto più corti . Diciamo che sono più ricordi di Michiru che si concluderanno alla fine della quinta serie, non so ancora il numero di capitoli ma non credo ne pubblicherò molti essendo dei piccoli flash sul suo passato. Haruka sarà presente, nel momento in cui si arriverà al loro incontro e da li in poi ci sarà sempre.
Spero che l'idea vi piaccia, do la precendenza con gli aggiornamenti a "Il vento della libertà" quindi questa sarà aggiornata con cadenze molto irregolari, ma visto che comunque la trama non è complessa ne nulla non credo ci siano problemi. Beh. come sempre fatemi sapere cosa ne pensate, mi raccomando.




 

Warrior of Sea

Idea di Arwen297 – Personaggi di Naoko Takeuchi

 

 

 

Prologo

 

 

 

Erano in viaggio da diverse ore per raggiungere la casa al mare dove la loro famiglia trascorreva il tempo libero. I coniugi Kaioh avevano preso una settimana di ferie, staccando dagli impegni musicali in vista del compleanno della figlia di li a pochi giorni. La piccola sedeva nel sedile posteriore dell'automobile, le mani appoggiate al vetro del finestrino mentre osservava il paesaggio che sfrecciava davanti alla macchina, avevano da poco iniziato a percorrere la scogliera a picco sul mare segno che la loro metà era ormai vicina.

Michiru fin da piccola aveva sempre apprezzato le loro gite al mare, e non vedeva l'ora di passare del tempo in quella casa. Così per i suoi genitori era stato semplice capire quale regalo di compleanno farle, oltre ad un nuovo violino, visto che, quello che aveva utilizzato fino a quel momento, era diventato troppo piccolo per una bambina di dieci anni.

Quel tratto di strada, sebbene offrisse un paesaggio senza paragoni per quanto era bello, era anche insidioso per via delle curve. Alcune di esse erano più brutte di altre perché non offrivano visuale sull'uscita della curva e la strada si restringeva notevolmente proprio durante la curva.

« Sirenetta ancora un po' di pazienza e siamo arrivati». La voce di sua madre che si era voltata a guardarla si insinuò tra i suoi pensieri, lei sorrise in tutta risposta.

Non stava più nella pelle, si erano svegliati molto presto quella mattina per arrivare di buon ora e passare un pò di tempo in spiaggia nonostante le temperature primaverili.

Appena arrivo vado subito in spiaggia.

Pensò la bambina con gli occhi blu luccicanti. Quei giorni in più liberi dalla scuola li doveva sfruttare a pieno, i suoi genitori erano sempre molto impegnati con i concerti o se non lo erano seguivano i suoi; perché nonostante la giovane età tutti sostenevano che lei, con la musica, era una bimba prodigio.

Non è che aveva tanto chiaro cosa significava, sapeva solo che quelle poche volte che suonava in pubblico, tutti impazzivano e applaudivano per minuti interi. La musica doveva piacere davvero a tantissime persone, concluse. Prima di tornare ad ammirare il paesaggio.

Fu una questione di pochissimi istanti, alle sue orecchie arrivò il rumore di una brusca frenata, di gomme incollate sull'asfalto, di altre che perdevano aderenza, di un clacson che suona.

Ma sopratutto le arrivò la percezione che la loro macchina non fosse più sulla strada, ma in una posizione innaturale mentre precipitava verso il mare.

« Mamma, ho paura». Urlò prima che un fragoroso tuffo le interrompesse la voce.

Si trovo immersa nell'acqua gelida, il terrore prese il sopravvento. Doveva uscire di li a tutti i costi, lo sportello dell'automobile malamente piegato si era riuscito ad aprire nell'impatto dandole una via di fuga. Doveva per forza aiutare i suoi genitori, non poteva lasciarli li.

Non poteva permettere che loro morissero per colpa sua. Si slacciò la cintura con fatica a causa della pressione dell'acqua, le membra le dolevano un pò per le botte a causa del colpo, un pò per il freddo gelido e il buio che la circondava nonostante la presenza di un sole splendente.

Doveva aiutarli, nonostante la stanchezza del freddo. Nonostante il fatto che probabilmente avrebbe rischiato lei stessa di annegare per la mancanza di ossigeno..

Cercò di nuotare verso il basso, per raggiungere la macchina che lentamente stava sprofondando, ma non ci riuscì. Forse a causa di una corrente ebbe la sensazione che il mare l'avesse afferrata e stretta nel suo mortale abbraccio. Un abbraccio freddo ma che allo stesso tempo sembra cullarla verso un omblio senza fine.

Sentì pian piano le forze venirle meno, doveva lottare contro la sua presa e nuotare verso la superficie...

Doveva fare un sacco di cose..ma sapeva che l'ossigeno ormai era quasi totalmente inesistente dentro di lei.. avrebbe dovuto salvarsi. Ma le sembrava che il mare non avesse nessuna intenzione di lasciarla andare, avvolta com'era nel suo freddo e oscuro abbraccio.

E ebbe paura, ebbe paura come mai prima d'ora. Probabilmente quelli erano i suoi ultimi attimi, ed era sola. Senza i suoi genitori, che avevano continuato a scendere.

Si agitò nell'acqua nel tentativo di lottare per nuotare verso l'alto e sfuggire alla sua forte presa. Probabilmente era il panico, ma le sembrava che l'elemento non volesse lasciarla andare, ma non poteva arrendersi.

« Ben tornata a casa, figlia mia».

Una voce profonda risuonò tutto intorno a lei, si mosse lievemente mentre le forze le venivano definitivamente meno, l'acqua nei polmoni bruciava pugnalandola a ogni tentativo di disperato respiro.

Era la fine.

Freddo.

Abbraccio.

Paura.

Buio.

 

 

 
   
 
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