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Autore: tilia    19/07/2016    0 recensioni
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[IracebethxTempo]
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Sono tornata, come promesso, anche se un po' in ritardo. Vedendo il successo della mia precedente storia, come non potevo tornare alla carica con questa adorabile coppia?
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Tempo spalancò la bocca per negare, per dirle che per nulla al mondo avrebbe lasciato i suoi adorati ingranaggi nelle sue mani. Non dopo aver visto quello che poteva fare con la Cronosfera in un tempo di dieci minuti, qualcosa che, sul serio, meritava un record, neanche Alice che l'aveva tenuta per ore, era riuscita a fare tali danni.
"Per favore" aggiunse Iracebeth sbattendo, più che riuscisse, le ciglia in aria di innocenza e carineria. Sul serio, sua sorella aveva davvero una pessima influenza.
Il tempo era veramente un idiota. Un idiota innamorato.
"D'accordo" mormorò sconfitto nel più plateale dei modi. "Solo, ti prego, ti scongiuro, fai attenzione."
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Buona lettura!
Tilia =|=
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Regina di Cuori, Tempo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La ricompensa
La persona giusta riesce a farti innamorare due volte: prima di lei e poi di te stesso
[cannovaV, Twitter]






"Tic Toccuccio? Dove sei? Dov'è il mio tempo preferito?" Domandò la Regina Rossa con la sua vocetta stridula.

Si erano riappacificati, o meglio, Iracebeth aveva studiato il comportamento di sua sorella e anche lei aveva sbattuto gli occhi languidi; Tempo c'era cascato, era talmente invaghito, che come idiota l'aveva perdonata per avergli  quasi tagliato la testa e detronizzato per desiderio di vendetta verso sua Miranda, oltre ad essere quasi riuscita a distruggere l'intera dimensione del sottomondo, passato, presente e futuro, tutto in una volta sola.
 Aveva praticamente fatto un record, si complimentò con se stessa.

Strano, che in giro non ci fossero anche i suoi piccoli tirapiedi. Solitamente creavano un gran baccano, quando lei arrivava.
Svoltò l'angolo e si ritrovò davanti all'enorme orologio del tempo. Tutto sembrava tranquillo, solo poco dopo un piccolo Secondo uscì dalla porticina e squittì nel ritrovarsi davanti Iracebeth. Continuò ad emettere piccoli versetti da topo (o almeno, alla regina parevano tali), e di nuovo si gettò a capofitto all'interno dell'orologio.
Immediatamente seguì la voce del maggiordomo del castello. Iracebeth dovette fare appello a tutta la sua pazienza (poca) e comprensione (ancora meno), per non iniziare a strillare a pieni polmoni a quella mancanza di rispetto nei suoi confronti. D'accordo che non era più la regina, ma rimaneva sempre di stirpe reale! E se il sangue non era acqua, allora esigeva un certo rispetto. Magari, non come una volta che pretendeva il tappeto rosso dove passava, ma almeno che fosse riconosciuta la sua presenza, questo sì!
"Allora?!" esclamò acida sbattendo spazientita il piede a terra. Aveva comprato addirittura un nuovo paio di scarpe e nessuno si era ancora degnato di dirle che le stavano bene. Per questo era andata a trovare il suo Pseudo-fidanzato, doveva farle almeno lui dei complimenti.
Il maggiordomo uscì trafelato dalla piccola porta, talmente veloce che non riuscì a frenare in tempo e rotolò ai suoi piedi.
"Principessa Iracebeth, nobilissima signora, è un piacere averla a farci visi..."
"Sì, sì, bando ai convenevoli! Perché nessuno si è degnato di ricevermi?" gridò alterata l'ex-tiranna. Si doveva ancora abituare al fatto di venire chiamata Principessa e non Regina. Un po' le rodeva ancora, anzi la faceva ancora infuriare il modo in cui Alice le aveva ucciso il Ciciarampa, probabilmente molto di più della seconda volta che si erano scontrate.
"Ehm, lei non ci ha avvisato del suo arrivo, signora"
"Stai forse insinuando che non posso venire a trovare il mio Tic Toc, quando più mi aggrada?!" urlò, decisa a dar battaglia per l'insolenza del servo (o presunta).
"Certo che no, mia signora, certo che no!" si affrettò ad esclamare il maggiordomo ponendo le mani avanti, "Il mio padrone sarà felicissimo di riceverla, ma vede..."
"Poche storie! Ci vado da sola!" sbuffò infine Iracebeth girando i tacchi e imboccando il primo corridoio. Conosceva a memoria la strada.
"Aspetti principessa, aspetti! La devo assolutamente avvisare di una cosa!" urlò dietro di lei il piccolo servo, tentava di raggiungerla, ma era talmente corto e impacciato che non riusciva in alcun modo.
"Tic Toccuccio!" gridò decisamente stanca di quella farsa la Regina Rossa. Continuò a camminare finché non trovò la porta che cercava. Si trattava dell'ufficio del Tempo in persona, chiunque sarebbe rabbrividito o quantomeno avrebbe abbassato il capo rispettoso, ma non lei.
Non fece neanche in tempo a gridare un'altra volta che Tempo fece la sua comparsa. Spalancò la porta con un colpo secco, e con l'aria di chi è parecchio scocciato e stanco sbraitò: "Wilkins! Ti avevo detto che non volevo assolutamente essere disturbato! Cos'è questo caos? E...oh!"
S'interruppe immediatamente quando vide la sua amata davanti alla porta che lo fissava parecchio seccata. Il tempo di congelò, letteralmente.
"Questo è davvero troppo, io faccio tutta questa strada per venirti a vedere, e tu neanche mi vuoi? Giuro, che questa è davvero l'ultima volta!" gridò furibonda la donna sbattendo un piede (con le su preziosissime scarpe nuove) a terra.
Tempo si premurò di scoccare un'occhiataccia al suo sottoposto, prima di dedicarsi completamente a lenire la forza distruttiva della sua amata.
Il maggiordomo capì immediatamente l'antifona e si dileguò, come avesse fatto a sparire in così poco tempo, quando per arrivare ce ne aveva messo il doppio al massimo della sua velocità, rimase un mistero.
"Ma no, mia  cara, non intendevo..."
"Ecco, lo sapevo! Neanche tu mi vuoi bene!" sbottò piagnucolosa la Regina Rossa spostandosi all'interno della stanza, senza chiedere il permesso. Notò che sulla scrivani solitamente ingombra di carte perfettamente ordinate, ora c'era uno specchio e una serie strana di pennellini e barattolini. Iracebeth non riuscì a non rimanerne affascinata, adorava sul serio le cose piccole e quelle spatoline così ridotte erano adorabili. Il suo malumore passò, in favore ad una più sana curiosità, ma il tempo la stava ancora cercando di consolare.
"Ma no, mia deliziosa adorata, certo che ti amo, tu lo sai che sei la luce dei miei occhi. Se avessi saputo del tuo arrivo, (se per una volta i miei sottoposti facessero quello che gli comando), ti avrei accolto con lo sfarzo di una regina, degno di te. Ti amo con tutto me stesso, tesoro."
"Sì, sì, Tic Toc, ho capito" tagliò corto Iracebeth, si voltò per chiedergli cosa fossero quegli attrezzi, visto che lui era un tipo abitudinario e non li aveva mai visti, ma si interruppe.
Il tempo si era avvicinato, probabilmente con l'intenzione di sembrare più convincente nelle sue moine, ma non aveva calcolato la foga con cui si sarebbe voltata la Regina Rossa, tanto che dovette fare quasi un salto indietro per evitare che finissero uno contro l'altro.
"Si può sapere che ti prende, Tic Toc?" domandò stupita.
Il suo pseudo-fidanzato si era immediatamente piegato in due dopo l'azione e si sfregava dolorante il collo, o in quel caso i suoi ingranaggi.
"Accidenti, accidenti" brontolò piano, "La mia povera cervicale"
Iracebeth osservò stranamente affascinata le rotelle più piccole del collo rimettersi in funzione facendo un piccolo ronzio metallico, quasi avessero bisogno di essere oliate. Gli occhi del signore del tempo erano leggermente più spenti, sembravano leggermente andati in corto circuito con il dolore.
"Le spazzoline" esclamò improvvisamente la Regina battendo un pugno sul palmo della mano aperto, "Sono a questo che servono"
"Co-come, prego?" domandò Tempo alzando un sopracciglio. Non aveva ascoltato una parola di quello che aveva appena detto la sua amata, era troppo occupato a costringere i suoi ingranaggi a funzionare correttamente, prima che la cosa si ripercuotesse anche sull'enorme orologio a cui era collegato a doppio filo.
"Quelle piccolette adorabili servono per te, per le tue...rotelline" terminò, non trovando altro termine da utilizzare la donna. Arrossì lievemente, ma non di rabbia. Non aveva mai riflettuto su quello che il suo pseudo-fidanzato fosse in realtà. Non era mai andata al di fuori di un semplice bacio, solitamente era lui quello premuroso che la riempiva di attenzioni, non il contrario.
"Uhm...sì, queste...queste rotelline hanno bisogno di quelle spazzoline" borbottò il tempo trovandosi un po' in difficoltà, in effetti non aveva mai spiegato la sua fisionomia a qualcuno. Non credeva che i suoi ingranaggi si potessero definire "rotelline", era un po' come definire i nervi della sua amata "filetti", che trasmettono sensazioni.
"Posso farlo io?"
La domanda lo spiazzò completamente.
"P-Prego?!"
Iracebeth si trovò ancora più in difficoltà con le parole. Solitamente lei non si imbarazzava nel chiedere le cose, anzi solitamente non chiedeva, prendeva direttamente, tutto senza il minimo rimorso. Aveva decapitato persone per molto meno e, ora, si sentiva in imbarazzo per una cosa così ridicola. L'influenza di sua sorella era veramente pessima su di lei. Si ripromise di parlarle.
"Posso usare quelle adorabili spazzoline su...di te?"
Tempo spalancò la bocca per negare, per dirle che per nulla al mondo avrebbe lasciato i suoi adorati ingranaggi nelle sue mani. Non dopo aver visto quello che poteva fare con la Cronosfera in un tempo di dieci minuti, qualcosa che, sul serio, meritava un record, neanche Alice, che l'aveva tenuta per ben sedici ore, era riuscita a fare tali danni.
"Per favore" aggiunse Iracebeth sbattendo, più che riuscisse, le ciglia in aria di innocenza e carineria. Sul serio, sua sorella aveva davvero una pessima influenza.
Il tempo era veramente un idiota. Un idiota innamorato.
"D'accordo" mormorò sconfitto nel più plateale dei modi, "Solo, ti prego, ti scongiuro, fai attenzione."
Dopotutto quello che voleva dirle, tutte le peggiori negazioni e quant'altro, alla fine, aveva acconsentito senza neanche combattere.
La Regina Rossa si stupì di quel . Si stupì della fiducia che ancora aveva in lei, dopo averlo quasi distrutto, ma d'altronde che fosse idiota, già lo sapeva.
Stranamente sorrise, non di vittoria, né di superiorità o scherno. Le era uscito uno sincero, di quelli spontanei e veramente felici, qualcosa che sul suo viso pallido non spuntava da tempo.
L'uomo le aprì la strada con un sospiro e la condusse in un'altra stanza, della quale la Regina Rossa non conosceva neanche l'esistenza. Era arredata come lo studio, ma sembrava qualcosa di più personale, come le sue camere private. Vicino al caminetto acceso c'era un bel divano verde, in pelle, con in cuscini azzurri.
Si sedettero in silenzio, il tempo ancora troppo preoccupato per quello a cui aveva appena accettato di sottoporsi per riuscire a spiccicare anche solo mezza parola.
"Allora Tic Toc?" domandò spazientita (forse, anche un po' imbarazzata), da quel silenzio che si era andato a creare.
L'altro alzò un sopracciglio non capendo, o meglio non ascoltando nuovamente per quanto era occupato a pensare all'appena commessa follia.
"Allora cosa devo fare?" ripeté roteando gli occhi la regina e alzando il mento in maniera altezzosa.
Il tempo riemerse leggermente dal suo stato di trance e i suoi occhi s'illuminarono nuovamente, puntando su di lei come lampadine. Le spiegò brevemente: doveva semplicemente (per modo di dire, visto che erano i suoi ingranaggi quelli!) strofinare per togliere la patina di ossidazione che si era andata a formare. Doveva solo prendere quelle adorabili spazzoline, come diceva lei, e un po' di pulitore apposito, nulla di più, magari dopo anche oliare, se non si fosse stancata (e sperava lo fosse).
Le mostrò i barattoli e chiuse gli occhi preparandosi all'agonia. Si iniziava già a preoccupare dei suoi poveri ingranaggi strappati dalla sede o incrinati.
Stranamente, però, la Regina Rossa non iniziò. Riaprì un occhio e si voltò nuovamente a fissarla, ma (ironicamente) non fece in tempo, perché lei fu più rapida e gli diede un rapido bacio sulla fronte. Tempo fece un lieve scatto indietro e immediatamente sentì le fitte al collo farsi più dolorose. Si lamentò sommessamente, ma era troppo assorto da quella sensazione piacevole. Le piccole labbra della donna premevano delicatamente, non con supremazia, era dolce. Era troppo buono e non tentò neanche di lenire i suoi ingranaggi.
 Non provò nuovamente a spostarsi.

Iracebeth si staccò con uno scatto, facendolo mugugnare un po' sia per il dolore, sia per la perdita di quel contatto così apprezzato.
"Non ho tutto il giorno, Tic Toc!" esclamò la Regina Rossa piccata, "Stenditi o non ci arrivo!"
Tempo la fissò stordito. Non capiva proprio più nulla, dove si sarebbe dovuto stendere? Non avevano abbastanza spazio per fare una simile manovra e inoltre, era lei che non partiva, lui le aveva già dato il via libera (seppur a malincuore). Perché stava esitando così tanto? La sua solita Iracebeth avrebbe già cominciato, ignorando qualunque sua protesta. Perché quel bacio?
Vedendo che il suo pseudo-fidanzato la fissava senza fare nulla, perse la pazienza definitivamente. Gli prese un po' bruscamente il mento e lo avvicinò a lei.
"Tic Toc, appoggia semplicemente la testa sulle mie ginocchia, sei il tempo in persona, ma sei davvero un idiota quando vuoi, lo sai?" domandò seccata conducendolo dolcemente, fino a farlo mettere comodamente steso. In quel modo non riusciva a vedergli la faccia, ma aveva un'ottima visuale dei suoi ingranaggi.
"Iracebeth?" chiamò debolmente il tempo sentendosi parecchio a disagio così esposto.
"Zitto, non voglio una sola parola" sibilò la Regina Rossa, ma iniziò a giocherellare con i suoi capelli. Lo accarezzò dolcemente, lasciando una mano rassicurante appoggiata alla sua guancia.
Tempo rimase silenzioso, troppo stupito da quel trattamento per riuscire a pensare lucidamente. Aveva forti fitte di dolore ogni volta che faceva un qualunque movimento, tanto che gli era anche venuto un pressante mal di testa.
Iracebeth iniziò a lavorare. Prese la saggia decisione di muoversi con cautela, provando prima le rotelle più grandi per capirne il meccanismo e la sensibilità.
Il tempo s'irrigidì in un primo momento e la donna diminuì la pressione che applicava con la spazzolina, fino a quando lo sentì rilassarsi nuovamente. Procedette in quel modo per tutto il lavoro. Le rotelline più piccole erano talmente delicate che più volte sentì Tempo emettere dei piccoli sbuffi, non sapeva bene se di fastidio o perché gli facesse il solletico.
Quelle piccolette, però, erano davvero adorabili, così minuscole, eppure così efficienti.
"Tic Toc, mi sorprendi, sei pieno di sorprese" ridacchiò alzando gli occhi dal suo lavoro. Fece saettare uno sguardo sull'orologio appoggiato al caminetto e si stupì che fosse già passata un'ora.
Tempo non le rispose e Iracebeth si accigliò, se c'era una cosa che proprio odiava era essere ignorata. Allungò il collo e si raddrizzò con la schiena per sporgersi nella direzione della sua faccia per capire cosa gli stesse passando per la testa, ma con sua grande meraviglia lo trovò profondamente addormentato. Aveva uno sguardo sereno e sembrava il sonno più pacifico del mondo.
La Regina Rossa stranamente sorrise e gli passò una mano delicatamente sulla guancia, era ancora più bambinesco del solito quando dormiva. Lo trovava veramente adorabile.
S'irrigidì un secondo dopo averlo pensato.
Non le piaceva avere simili pensieri, non le piaceva proprio.
Lei era Iracebeth da Crims, la Regina di Cuori, la Sanguinaria, o almeno lo era. Era tutte quelle cose, ma non aveva mai avuto ciò che voleva veramente.
Strano, come la vita giochi con le persone, ora che era solo Iracebeth, si sentiva quasi più felice e decisamente più realizzata.
La donna si rimise a lavorare, lasciando che il suo pseudo-fidanzato dormisse in pace. Passò un'altra ora, prima che finalmente fosse soddisfatta del risultato. Gli ingranaggi del Tempo non erano mai stati così puliti e vivaci. Non c'erano più sibili strani, quando si muovevano e i dentelli s'incastravano perfettamente gli uni negli altri.
L'ex-tiranna si preparò per svegliarlo, ma un secondo prima si fermò. Non erano mai stati così vicini prima, nonostante si frequentassero ormai da quasi un anno. La Regina non resistette alla tentazione e delicatamente iniziò e districare il codino del Tempo, ignorando cos'avrebbe pensato.
Aveva i capelli più lunghi di quanto avesse pensato. Stando bene attenta che non finissero negli ingranaggi, li lasciò scivolare e iniziò a pettinarli con le dita sottili. Apprezzava sempre di più la figura del Tempo. Con delicatezza passò alla guancia e percorse la linea della mascella, fino a quanto riusciva ad arrivare. Il lato di volto che vedeva era calmo e rilassato, non c'era alcuna traccia di fastidio per quel trattamento, anzi un leggero sorriso lo abbelliva.
Quando passò alla fronte, però, iniziò muoversi un po'. Iracebeth scese fino alla gola, continuando il suo giro esplorativo ignorando i segnali del risveglio.
Tempo aprì a poco, a poco le palpebre appesantite del sonno. Borbottò qualcosa d'incomprensibile e strofinò la guancia contro il vestito di Iracebeth, scivolando leggermente.
Era davvero troppo adorabile con quegli occhi da cucciolo mezzi addormentati.
"Tic Toc, sorgi e splendi, è sera orma!" bisbigliò la Regina Rossa. Avrebbe voluto essere infuriata per quel comportamento così idiota, ma lo lasciò perdere.
Tempo, intanto, aveva finalmente aperto entrambi gli occhi e si guardò intorno disorientato.
"Eh? Cos'è successo? Che ore sono?"
Era esilarante come Tempo avesse perso la cognizione del tempo.
"Sono le sei di sera" ridacchiò, finendo di districare piano la mano con cui gli stava ancora accarezzando i capelli.
Tempo si accigliò, probabilmente contando quante ore avesse perso di lavoro. Poi, però, alzò lo sguardo, gli si leggeva in faccia un interrogativo.
"Sì, Tic Toc?"
"Non sento più alcun dolore" rispose semplicemente. Non si era ancora alzato, aveva girato la testa nella sua direzione in modo da poterla vedere negli occhi.
"Ovvio, sei più scintillante di quell'orologio di cui ti vanti tanto"
Il tempo sorrise, così di genuina felicità, da un orecchio all'altro, che sembrava quasi lo Stregatto.
Si alzò facendo leggermente leva con i gomiti. Iracebeth non capì quello che voleva fare, ma lui continuò imperterrito ad avvicinarsi, finché non arrivò proprio all'altezza del suo volto.
"Ti amo, mia cara" sussurrò delicatamente.
Le schioccò un casto bacio sulle labbra e la Regina Rossa arrossì. Tempo si staccò velocemente, probabilmente si aspettava di venire respinto, perché molto rapidamente si spostò rompendo quel momento magico. Si mise a sedere e si stirò la schiena, sfregandosi e saggiando gli ingranaggi puliti. Era un lavoro fatto a regola d'arte, doveva proprio farle un regalo meraviglioso per questo.
"Amore mio, grazie mille" sorrise nuovamente, sperando che le fosse passato per il bacio, ma trovò la sua amata ancora rossa in volto.
Iracebeth fece una lieve smorfia ricambiò lo sguardo infuriata.
"Tic Toc! Ho passato tre ore a lucidarti e questo è il misero ringraziamento?!"
"Mia cara, la prossima volta che verrai, ti farò un regalo degno di una regina..."
"No! Voglio ora la mia ricompensa!" strillò imperterrita la Regina Rossa, ma stranamente la sua testa non s'ingrandiva. Non era veramente furiosa, diciamo solo molto piccata.
"Amore mio, cerca di capire, come dovrei fare?"
"Un modo c'è in realtà" sorrise furba Iracebeth.
Tempo impallidì, non voleva di nuovo lo cronosfera, vero? Non di nuovo con quella storia, ne aveva piene le orecchie. Perché aveva passato i migliori secoli in completa tranquillità e nell'ultimo periodo erano tutti fissati con il suo povero e caro gioiello del tempo?
Pensava che quella mania fosse passata alla Regina Rossa.
Iracebeth continuò a sorridere ed alzò la testa in maniera altezzosa.
"Però, voglio che sia all'altezza, dovrai impegnarti molto per darmelo" sorrise sorniona, vedendo il Tempo impallidire ancora di più. Sapeva cos'aveva pensato il suo sciocco fidanzato e si stava divertendo nel torturarlo.
"C-Che cos'è?" domandò con appena un filo di voce. Chiuse gli occhi e si aspettò la fatidica risposta.
"Vieni più vicino" sussurrò giocosa.
Tempo eseguì leggermente rigido. Ormai, erano a pochi centimetri di distanza.
La Regina Rossa si sporse un po' e gli sussurrò languidamente all'orecchio: "Voglio un bacio vero, Tic Toc, che mi soddisfi. Pensi, di farcela?"
Il Tempo spalancò gli occhi e le sue iridi mandarono un leggero bagliore elettrico, dire che era sorpreso sarebbe stato un eufemismo.
"Parti in svantaggio" ridacchiò Iracebeth notando la confusione sul suo volto.
Il Tempo si riaprì in un sorriso a trentadue denti, abbracciandola con una punta d'impazienza.
"Non sia mai, mia signora..." sussurrò dolcemente.











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Angolino autrice:
E come sempre in ritardo, sono felice di aver pubblicato. Questa piccola One-shot è più un po' una grande (e smielata) cavolata, però mi sono divertita a scriverla. D'altronde io andoro la loro copia, sono così diversi...
Adesso passando alle cose un pochino più serie.

Vi prego, approvate il personaggio Tempo nella lista dei personaggi principali! In alto a destra sopra, entrati nella sezione dedicata ad Alice in Wonderland, c'è un link Aggiungi personaggi, sotto ad accedi e registrati per in tenderci meglio. Cliccateci, per favore, e approvate questo poveretto, servono dieci voti, ne mancano "solo" otto. Se lo farete, grazie.

Detto questo, vi ringrazio per essere arrivati a leggere fino a qui. Come al solito, se notate un qualunque genere di errore fatemelo sapere (sempre se avete voglia), anche un commento, se vi è piaciuta.
Grazie mille per aver letto, davvero.

Alla prossima,
Tilia =|=




  
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