Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Feisty Pants    20/07/2016    6 recensioni
Gli avvenimenti di Arendelle dopo il lieto fine trovato al termine della storia che tutti conosciamo.
Tanti fatti simpatici e avventurosi stanno per arrivare! Un matrimonio, la simpatia di Anna, la "freschezza" di Elsa, il simpatico Olaf, l'impacciato Kristoff, Jack Frost, chi lo sa magari anche un bambino e tanti tanti nuovi personaggi.
Un crossover interessante per chi ama le favole, ma... non è tutto rose e fiori: qualcosa succederà alla nostra amata Anna...e non solo...
Genere: Comico, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Kristoff, Sorpresa, Un po' tutti
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta
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Secoli dopo…

 

Il bambino stropiccia gli occhi e li apre pian piano per colpa della fastidiosa luce mattutina che lo desta dal sonno. Rimane per poco tempo a letto guardandosi intorno osservando le pareti tinte di azzurre decorate da fiocchi di neve.
 

“ Buongiorno Sven!” saluta dando un bacio alla sua piccola renna peluche che era stretta tra le sue braccia. Il pelo era ormai sbiadito, le corna curve dopo diversi lavaggi in lavatrice e gli occhi corrosi dal tempo, ma per lui, rimaneva sempre il suo amico in grado di proteggerlo di notte quando gli incubi tentavano di rovinare i suoi dolci sogni.
 

Si alza lentamente dal letto, indossa le pantofole ed esce dalla stanza.
Passò prima davanti alla stanza dove dormivano le sue sorelline Emma e Sophie e non rimase per nulla sorpreso nel trovare le coperte in fondo al letto e le bambine assenti.
Sapeva bene che, ogni domenica, amavano alzarsi presto per andare a svegliare mamma e papà.
 

Il fanciullo di sette anni scese le scale tenendo bene stretto a sé Sven.
Quel peluche era tutto per lui.
Apparteneva alla sua mamma quando era piccola, ma ora era suo dal giorno in cui venne posto nella culla insieme a lui.
Il bambino amava le renne, come amava l’inverno!
Era, infatti, vicino alle vacanze natalizie e non vedeva l’ora di poter vedere un po’ di fiocchi di neve per giocare e divertirsi.
 

“ Buon giorno Jamie!” salutò la madre posando sul piatto del figlio qualche pancake per la sua colazione.
 

Il bambino ringraziò la mamma dandole un dolce bacio sulla guancia e salutò le sue sorelline di cinque anni che avevano già mangiato e si dedicavano, tranquillamente, a colorare un album di disegni.
 

“ Allora? Siete pronti?” domandò un uomo scendendo le scale.
 

“ Pronti per cosa?” chiese Jamie curioso dopo aver sorseggiato un po’ di succo d’arancia.
 

“ Oggi è domenica ed io e la mamma pensavamo di portarvi in gita.” Spiegò il padre cingendo con un braccio i fianchi della moglie.
 

“ Evviva una gita! Dove andiamo di bello?” esclamarono le due gemelle dai capelli castani.
 

“ Andremo nel palazzo reale dove vivevano i nostri antenati, ovvero Elsa ed Anna. Lo sappiamo di avervi già portati siccome io lavoro lì, ma questa volta sarà importante” spiegò la mamma guardando in modo particolare il primogenito e fu lieta di notare stupore e curiosità nei volti dei figli che mai si stancavano di entrare nel castello di Arendelle.

 

Intanto, nel palazzo di ghiaccio di Elsa…

“ Buongiorno Elsina” salutò Jack svegliando la sua consorte con un dolce bacio sulle labbra.
 

“ Viviamo da secoli ormai, ma vedo che ti impegni a cercare un nuovo saluto tutti i giorni” afferma la donna aprendo gli occhi.
 

“ Almeno ci provo, ma credo che l’importante sia dimostrarti che ogni giorno ti amo sempre più” spiegò lui giustificando la sua tenerezza.
 

“ Jack oggi arrivano le ragazze!” esclamò felice la regina rendendosi conto di essere prossimi al natale e, senza neanche farlo apposta, sentì due voci femminili parlare al piano di sotto del castello.
 

I genitori si precipitarono giù pronti ad abbracciare le loro figlie che non vedevano da mesi.
 

Quando le ragazze compirono ventuno anni, Granpapà svelò alla famiglia il fatto che, come i loro genitori, le gemelle avevano ereditato non solo i poteri ma anche l’immortalità e questo le rendeva automaticamente delle guardiane.
 

Con il tempo avevano imparato a controllare il loro dono, in modo particolare Alizèe, ed avevano deciso di diventare spiriti del vento. Ogni anno giravano il mondo pronte a riempire le stagioni invernali di qualsiasi luogo e, durante il periodo Natalizio, si spostavano ad Arendelle dove potevano, finalmente, ricongiungersi ai genitori.
 

Il fatto di vedersi solo in quel periodo, aiutava tutta la famiglia a vivere, in modo unico, la loro immortalità perché ognuno attendeva quel momento, aspettava quell’incontro.
 

“ Padre!” urlò Zyphire gettando le braccia al collo di Jack che la sollevò da terra come faceva quando era più piccola.
 

Elsa rimase ferma sulle scale di ghiaccio, con le lacrime agli occhi e un sorriso che andava da un orecchio all’altro, con lo sguardo fisso sulle sue figlie così belle e piene di vita.

Anche se il loro fisico rimaneva quello di due ragazze di ventuno anni, la madre le trovava sempre diverse e stupende.
I lineamenti erano di Jack, mentre i capelli e gli occhi erano dello stesso colore di entrambi i genitori.
Elsa, però, aveva trascorso gli anni a osservare le sue bambine e trovò differenze anche nel loro aspetto fisico come, per esempio, gli occhi di Alizèe che avevano una leggera sfumatura blu che si tuffava nell’iride celeste e le ricordava moltissimo gli occhi di Anna.
 

“ Vuoi restare lì tutto il giorno madre?” domandò Alizèe appoggiandosi alla scala.
La regina rise e scese gli ultimi gradini avvolgendo, con le braccia, la sua piccola che, come le aveva detto nel giardino della famiglia secoli prima, era riuscita a manipolare il potere creando qualcosa di fantastico.
 

“ Come è andata quest’anno?” chiese il padre abbracciando l’altra figlia e stesso fece Zyphire con la madre.
 

“ Bene, è stato divertente e faticoso insieme. Abbiamo scoperto, però, moltissime cose buffe e Alizèe si è trovata un ragazzo!” raccontò una gemella ridendo.
 

“ ALI!!!” esclamarono increduli i genitori guardando la figlia.
 

“ Smettila Zy non è vero! Non allarmatevi, era solo un ragazzo che camminava lungo la strada e io ho fatto notare a mia sorella che era tremendamente bello.” Spiegò lei alzando gli occhi al cielo mentre riceveva un bacio dalla gemella.
 

“ Inoltre ci siamo rese conto che, anche se siamo immortali, non smettiamo mai di imparare! Una settimana fa, per esempio, abbiamo visto un bambino che giocava con una strana scatoletta luminosa chiamata cellulare e…”
 

“ Cavooolo! Siete tornate!” esultarono Olaf ed Holly correndo incontro alle due principesse, interrompendo il racconto di Zyphire.
 

“ Venite con noi! Marshmallow, Fiocco, Frigo, Squaglio, Scivolo, Sciolgo, Neve, Ghiacciolo, Granello, Grandine, Gelo, Granita, Palla e William vi vogliono salutare!” disse Olaf trascinando con sé le gemelle.
 

Quando erano piccole, durante un pomeriggio trascorso con Kay e Gerda, la piccola Alizèe si prese un bel raffreddore e, non sapendo ancora controllare il suo potere, iniziò a starnutire generando, così, una serie di pupazzi di neve.
 

Olaf ed Holly iniziarono a vederli come i loro figli e, per questo, Elsa costruì un’ala del castello di ghiaccio dove la famiglia dei pupazzi di neve poteva vivere allegramente. In tutti quegli anni, la simpatia di Olaf, Holly e i loro tanti figli, aveva profumato la vita infinita della famiglia di guardiani.
 

Una volta allontanati, Jack ed Elsa rimasero soli, ma, il ciondolo a forma di fiocco di neve della regina iniziò a brillare. I due sovrani della neve sapevano cosa significava e si recarono fuori, abbozzando un sorriso.
 

 

Il castello di Arendelle era veramente gigantesco e, quel giorno, era colmo di visitatori. Si poteva vedere una lunghissima coda di persone lungo il viale che conduceva perfettamente davanti al portone principale.
 

La famigliola, però, entrò subito. La mamma di Jamie, infatti, essendo imparentata con la principessa Anna di Arendelle, aveva deciso di lavorare proprio in quel grande palazzo perché non avrebbe mai permesso a persone al di fuori della famiglia reale di badare a quel grande castello.
 

I genitori avevano già portato Jamie al castello, ma ora che aveva sette anni, poteva scoprire meglio la bellezza che si celava dietro a quelle solide mura.
 

Il bambino, appena entrato, trovò delle scale a chiocciola e, accanto ad esse, un armatura di un cavaliere che Jamie trovò piuttosto rovinata. Mamma gli aveva raccontato che, la principessa Anna adorava scendere dalle scale correndo, ma, un giorno, andò a sbattere contro il cavaliere che si rovinò.
 

Jamie proseguì il viaggio con la bocca aperta per lo stupore e gli occhi sgranati. Teneva la mente bene aperta e, ogni tanto, chiudeva le palpebre e immaginava la vita in quel luogo così magico. Quanto sarebbe stato bello diventare un cavaliere o un principe! Che meraviglia poter vivere in un grande castello, partecipare a balli conoscendo dame e addestrarsi con spade e scudi per combattere i nemici! Jamie amava sognare, ma sapeva che l’antico regno di Arendelle era ormai diventato una città anche se, fortunatamente, lui abitava nella zona campana senza grandi edifici.
 

Entrò, poi, nella sua stanza preferita, alla quale l’entrata era concessa solo ai familiari siccome era ritenuta la più preziosa: la sala dei quadri.

Jamie alzò il volto e lasciò roteare nella sua mente quell’infinità di quadri finché, non posò lo sguardo su un ritratto che lo colpì e che non aveva mai visto prima.

Il dipinto ritraeva un’allegra famiglia di otto componenti.

 Al centro vi erano due donne: Anna ed Elsa, che lui già conosceva.

 Accanto ad Anna vi era un uomo dai capelli biondi che teneva in braccio una bambina dai capelli rossi e gli occhi scuri, mentre, le braccia di Anna erano appoggiate sulle spalle di un ragazzo dagli occhi azzurri e i capelli dorati come il padre.

Sulla destra, invece, era ritratta un’altra scena.

 Il fianco di Elsa era cinto dalle mani di un giovane dai capelli bianchi e gli occhi celesti, mentre, davanti a loro, si tenevano per mano due fanciulle, identiche, che, vista la somiglianza con Elsa e l’uomo, dovevano per forza essere le loro bambine.

Jamie rimase ore a fissare quel quadro che non aveva mai visto e quei personaggi dai capelli bianchi a lui sconosciuti.

“ E’ questa la novità che volevo mostrarti Jamie” disse sua madre entrando nella stanza.

“ Chi sono queste persone vicino alla zia Elsa?” domandò il bambino ancora confuso.

“ Sono il marito e le sue due figlie. Non ti abbiamo mai parlato prima di loro perché aspettavamo il momento giusto, l’età giusta come aspettai io quando ero piccola.”

“ Ma il mondo non li conosce?” chiese lui impaziente di scoprire quella nuova storia.

“ Oh sì, però al giorno d’oggi ci sono molte nuove attrazioni Jamie! Nuove scoperte che fanno dimenticare a tutti le proprie origini. Tutti sono a conoscenza della storia delle due sorelle, dei poteri di Elsa e del fatto che lei abbia trovato Jack un ragazzo simile a lei, ma adesso tutti pensano che questi personaggi siano morti e che siano leggende”

“ Ma loro sono morti no? Hanno vissuto tanto tempo fa!”

“ E’ qui che voglio arrivare. Siediti, voglio raccontarti una storia” disse tirando fuori un libro da un armadio.

“ Su questo libro è contenuta tutta la storia di questa famiglia e io e papà abbiamo deciso di portarla a casa così potremo leggerla insieme, ma, visto che adesso siamo davanti a questo bellissimo quadro, ti leggerò una piccola parte.” Concluse la madre aprendo quel grosso manoscritto ed iniziando a leggere.

Jack ed Elsa erano fuori dalla finestra.

 Il ciondolo li aveva condotti proprio al castello di Arendelle, proprio da quel bambino.

 Elsa scrutò a lungo Jamie, il suo lontanissimo parente, ma venne percossa da un brivido e i suoi occhi non si staccarono più da lui.

I capelli del bambino erano ramati, gli occhi azzurri, il volto caratterizzato da giocose lentiggini e i lineamenti delicati.

Non si poteva aggiungere altro: era la fotocopia di Anna.

Jack guardò la moglie per un breve istante, ma non disse nulla perché capì anche lui che quel fanciullo ricordava la cognata.

“ Quindi mi stai dicendo che la zia Elsa è morta per Anna, ma è stata salvata ed ora è un guardiano come suo marito?” chiese il bambino dopo il breve estratto di racconto riportato dal libro.

“ Esatto. Il suo cuore era puro e il suo sacrificio salvò Anna, il suo bambino e così facendo tutti i parenti nati dopo, inclusi me, te e le tue sorelline.” Rispose la madre annuendo.

“ E le due figlie sono guardiani anche loro?” domandò ancora il piccolo.

“ Certo! Loro quattro sono protettori dell’inverno e girano il mondo per portare la neve in ogni luogo!”

“ E-e Jack ed Elsa quindi lavorano con babbo natale?” chiese Jamie incuriosito e Jack ed Elsa sorrisero guardandosi, perché in tutti quegli anni avevano collaborato con il signor Nord che, pur essendo amato da tutti i bambini, aveva un bel caratteraccio.

“ Può darsi, questo non lo possiamo sapere”

“ Quindi loro sono ancora vivi?!” domandò sempre più entusiasta il bambino.

“ E’ questa la domanda più difficile, tesoro. Devi capirlo tu. Se tu credi in loro e hai fiducia, sicuramente continueranno a vivere” e, detto questo, la madre si allontanò lasciando il figlio solo a meditare su quell’importante questione.

Jamie rimase in silenzio a fissare il dipinto con gli occhi piantati sulla zia e suo marito.

 Lui credeva in babbo natale, al coniglio pasquale, alla fata dei dentini e adesso era venuto a conoscenza dell’esistenza dei guardiani dell’inverno che erano, inoltre, suoi antenati.

 Lui era molto curioso e si fidava delle persone che gli volevano bene.

La sua mamma non gli avrebbe mai mentito.

“ Cara Elsa, piacere io sono Jamie e…amo moltissimo l’inverno soprattutto la neve e i pupazzi, quindi se siete davvero gli spiriti del ghiaccio non vedo l’ora di incontrarvi quando farete nevicare e permetterete a tutti i bambini di giocare con voi.” Disse il bambino rivolto alla figura della zia nel dipinto.

Elsa aveva le lacrime agli occhi e stringeva a sé il ciondolo che si illuminava sempre più come succedeva quando qualcuno iniziava a credere in lei e Jack.

 Appoggiò la mano sulla finestra e non distolse mai lo sguardo da quel bambino che era rimasto in silenzio, con gli occhi chiusi, stringendo a sé Sven e provando a mettersi in contatto con gli spiriti dell’inverno.

Jack era rimasto anche lui senza parole e commosso dalla purezza di quel piccolo che, dopo un semplice racconto, stava iniziando a credere in loro.

Dopo un altro periodo di silenzio, il marito prese la mano alla moglie e la guardò negli occhi inumiditi dalle lacrime e annuì.

Elsa sorrise capendo le intenzioni del marito, infatti, con un gesto delle loro mani, la neve iniziò a scendere sul regno, ormai città, di Arendelle.

Jamie aprì delicatamente gli occhi dopo aver pensato a lungo a quelle due persone misteriose e, improvvisamente, il suo cuore accelerò il battito, gli occhi si sgranarono, la bocca si spalancò per lo stupore e Sven cadde dalle sue braccia.

“ Mamma, mamma avevi ragione! Sta nevicando!!” urlò lui saltando felice e, la madre, si precipitò al suo fianco.

“ Te l’avevo detto tesoro, grazie a te, loro continuano a vivere e ti avranno sicuramente ascoltato” gli disse lei stringendolo a sé.

“ Li potrò vedere un giorno secondo te?” chiese lui con gli occhi che scintillavano dalla gioia.

“ Chi lo sa, magari sì, ma per oggi accontentati di quello che ti hanno regalato” concluse la madre godendosi anche lei la bellissima nevicata.

Elsa e Jack si erano allontanati dal castello ammirando la nevicata da lontano, tenendosi sempre per mano.

Erano felici.

La morte di Anna aveva portato un dolore in Elsa che la fece soffrire parecchio, soprattutto pensando al fatto che avrebbe dovuto patire la sua assenza per sempre. Ora, però, sapeva che la sorella, come tutto il resto della sua famiglia, si trovava insieme ai genitori e alla sorellina di Jack.

Sapeva, soprattutto, che Anna non la abbandonava mai.

La principessa continuava a vivere dentro la regina, dentro Jack, dentro le gemelle, dentro il castello di Arendelle ed ora, nel cuore di Jamie, quel bambino così simile a lei.

Elsa era felice, perché aveva tutto ed aveva anche una grande responsabilità adesso.

Si era promessa di proteggere quel bambino, di custodirlo come Jack fece quando lei era piccola.

Non lo avrebbe mai abbandonato, ora che il suo cuore credeva in lei, perché i bambini sono le creature più pure al mondo, le più innocenti e  bisogna sempre alimentare i loro sogni in modo che riescano a costruire qualcosa di bello, in modo da crescere e diventare adulti, ma conservando sempre un pizzico del loro incredibile spirito bambino.

Jack, con un dito, alzò il volto della moglie che per lui era sempre più bella.

 Le diede un dolce bacio sulle labbra, per coronare un momento così emozionante e, senza mai lasciarle la mano, si girò per tornare alla loro dimora ghiacciata dove, con le figlie e tutti i personaggi che conosciamo, avrebbero vissuto un’altra indimenticabile avventura.

 

FINE

 

ANGOLO AUTRICE:

Ciao a tutti! Siamo giunti a quest’ ultimo capitolo. Scusate, ma ho messo più giorni del solito a scriverlo.

Vi è piaciuto?

La scena si è spostata secoli dopo, più o meno ai nostri giorni. Jamie è il famoso bambino del film delle cinque leggende e qui l’ho voluto rendere nipote della famiglia reale. Sophie ed Emma sono i nomi delle sorelline di Jamie e Jack nel film e le ho volute riportare anche qui, mentre gli infiniti pupazzi di neve sono tutti quelli ritratti nel cortometraggio: “ Frozen Fever” .

Cosa vi posso dire, siamo alla fine e io non riesco a crederci.

Voglio ringraziare tutti coloro che mi hanno sostenuta in questi due anni. Chi, come Starfighter che, solo due giorni dopo l’uscita di Frozen al cinema, mi ha aiutata con questa storia che è stata una delle prime pubblicate nella categoria: disney/animazione siccome non esisteva ancora il fandom del cartone vero e proprio. Ringrazio i 44 che seguono la mia storia e il 27 che la preferiscono. Ringrazio chi ha lasciato le ben 120 recensioni che diventeranno sicuramente molte di più e per anche solo le 3000 visualizzazioni del primo capitolo, davvero grazie infinite!

Tengo, inoltre, a ringraziare chi mi è stato vicino in questo ultimo periodo come Mergana, Hakihaki che è la mia cara compagna di classe con cui, faccia a faccia, potevo discutere della mia ff e la fantastica Evy91 che non solo mi ha fatto tornare la voglia di scrivere, ma è diventata una vera amica con cui condivido pensieri e idee(abbiamo infatti intenzione di scrivere qualcosa insieme).

Bene, basta poemi…grazie mille a tutti!

Ci si legge in giro

Un bacio

Anna

  
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