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Autore: BonesCia    21/07/2016    3 recensioni
Un filo invisibile unisce coloro che sono destinati ad incontrarsi, indipendentemente dal tempo, dal luogo, dalle circostanze...il filo può tendersi o ingarbugliarsi ma, non si spezzerà mai...
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jonghyun, Key, Minho, Sorpresa, Taemin
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Il sole brillava nel cielo, avvolgeva con il calore dei suoi raggi i fiori che, dopo l’inverno gelido, iniziavano a sbocciare mentre gli uccelli svolazzavano felicemente in quella giornata calda, oramai era primavera.

Il suo arrivo fu ben cadenzato così come l’inizio di una nuova giornata di scuola che avrebbe portato a una serie d’incontri inaspettati.

La Primavera come i Ciliegi in Fiore erano uno spettacolo casuale, soave e prezioso che fa da sfondo a quella che sarebbe stata la scoperta del primo amore.

Edward come tutti i giorni si svegliò presto per andare a correre, si dirigeva sempre al parco dove si incontrava con i suoi amici, Key e Taemin, che di atletico rispetto a lui, non avevano nulla. Entrambi alti, snelli e nessun accenno di muscolatura.

-Puntuale come un orologio! Ancora mi chiedo perché vengo a correre con voi, aish… dovrei essere a casa a farmi un trattamento per la pelle! -

Disse il ragazzino dagli occhi felini che lo stava aspettando seduto su una panchina a braccia conserte e con le gambe accavallate.

Sembrava una diva mentre sbruffava squadrando Edward al suo arrivo dalla testa ai piedi per vedere come si era vestito.

-Potevi benissimo startene in casa invece di lamentarti … guarda un po’ come ti sei vestito per andare a correre, si salvano solo le scarpe. -

Sbottò l’amico dalle labbra carnose e dai capelli lunghi che cadevano sino alle spalle, per poi essere raccolti in una morbida coda fissata da un elastico di stoffa nera all’arrivo di Edward.

Key indossava un completo improponibile. Una maglietta bianca, bermuda dello stesso colore, una giacca lunga di cotone dai motivi astratti, e un paio i calzini che gli arrivavano fin sopra i polpacci.  Per non parlare degli occhiali da sole che portava, le lenti sembravano di plastica color giallo quasi fosforescente.

-Buon giorno a voi … non lamentatevi e seguitemi, un giorno mi ringrazierete!-

Rispose Ed correndo oltrepassandoli.

Key rassegnato, si alzò subito dalla panchina seguendolo e lo stesso, fece Tae.

Erano abituati al ritmo del loro amico, da quando erano diventati amici di Edward, la loro vita cambiò. Avevano preso più fiducia in loro stessi e soprattutto, nelle loro capacità.

Key amava cucinare, leggere riviste di moda e twittare ogni cosa che faceva. Aveva due cani che, più di una volta aveva portato con se al parco ma, dopo l’ultimo incidente che vide uno di essi accasciarsi a terra per il troppo caldo Key, non li portò più con sé.

Tae invece, amava dipingere e suonare il piano, nel tempo libero aiutava suo fratello a scuola di danza e spesso a scuola veniva scambiato per una ragazza per via dei suoi capelli lunghi.

Cosa potevano mai avere in comune per essere così amici?

Beh... il fatto che non erano popolari, come  la maggior parte degli studenti ma, quello che li univa veramente era il loro amore per la Boy’s Band della scuola.

 

[inizio flashback]

Era una tipica giornata d’autunno, le foglie oramai secche si staccavano dagli alberi che, trascinate dal vento cadevano per le vie della città regalando ai passanti uno spettacolo di colori caldi facendo da contrasto a quel clima che di caldo non aveva proprio nulla …

A  scuola si era formata una piccola band che, debuttò in occasione del festival sportivo. È stato in quel momento che Ed si ritrovò fra due ragazzini che strillavano all’arrivo della band sul palco.

“Tante urla per dei ragazzi” pensò Edward stropicciandosi gli occhi per via delle lenti a contatto che iniziavano a dargli fastidio. Intanto il vocalist aveva preso la parola iniziando a presentare membri del gruppo, mancava solo il bassista, salì sull’impalcatura per ultimo.

Edward nel frattempo aveva vinto la sua battaglia contro le lenti, alzò lo sguardo per  guardare l’ultimo ragazzo e, come i suoi occhi si posarono su di lui, il cuore trepidò :  si chiamava Kyuhyun e quello …

fu AMORE A PRIMA VISTA…

Alto, occhi grandi a mandorla color cioccolato e un sorriso da mozzare il fiato.

Era l’unico della band a non cercare attenzioni, stava in disparte rispetto agli altri che presi dall’euforia del momento, avevano iniziato a dare spettacolo con la loro simpatia e il loro muoversi sensuale provocando così, le ragazzine presenti.

Le presentazioni finirono nell’istante in cui il suono delle corde del basso iniziarono a vibrare, Kyu voleva suonare, dare spettacolo con la musica. Era solo per questo motivo che era entrato nella band, a lui non importavano i pettegolezzi o le ragazze… a lui, importava solo della musica.

Di tanto in tanto provava a scrivere qualche pezzo che era sempre rifiutato dal vocalist. Non perché non né fosse capace ma, per il semplice fatto che… - Le ragazzine vogliono sentir parlare d’amore … quello struggente che ti ruba il respiro o quello che ti fa battere il cuore - gli consigliò Jong la prima volta che i due parlarono del pezzo che dovevano suonare.

-Lo so … ma io non so come si faccia, perché non mi è mai capitato di provarlo … -  sospirò abbattuto Kyuhyun mentre il suo migliore amico, gli dava una pacca sulle spalle incoraggiandolo.

“ Un giorno riuscirai a scrivere qualcosa di spettacolare, ne sono certo mio caro Kyu ”

Quel giorno era arrivato.

La band iniziò a suonare e la platea, a strillare.

Kyu pur essendo molto concentrato riusciva a guardarsi intorno. Davanti a se aveva tante ragazzine, un’uguale all’altra, tutte alla moda e più che essere se stesse, volevano solo apparire.

“ Non troverò mai la mia musa …”

Pensò distogliendo lo sguardo dal pubblico, guardò oltre alzando il capo e, i loro occhi s’incontrarono.

Improvvisamente il suo cuore perse un battito, la mano destra con il quale, teneva il plettro smise per un secondo di suonare. Il silenzio avvolse solo il suo corpo, intorno a lui i ragazzi continuavano a muoversi, a suonare e la folla a ballare a tempo di musica ma Kyuhyun, sembrava in una campana di vetro. Non udiva nulla ma se non altro si stava perdendo in quegli occhi verdi, come se gli stessero parlando.

“ Sei tu la mia musa …”

Nello stesso istante il plettro tornò a sfiorare le corde che spezzarono il silenzio che regnava dentro di sé.  Per un attimo sorrise, distogliendo lo sguardo dalla persona che gli aveva rubato il cuore …

 

[Fine flashback]

 

 

Dopo solo mezz’ora di corsa i ragazzi si fermarono. Era giunto il momento di tornare a casa per prepararsi ad andare a scuola.

Edward come al suo solito era, l’unico a essere ancora carico di energie, Key e Taemin sembravano sfiniti, neanche una doccia e un massaggio alle gambe li avrebbero rimessi a posto.

Si salutarono tornando ognuno a casa propria, si preparano e uscendo da casa si rincontrarono lungo il tragitto che li avrebbe condotti a scuola.

La campana suonò nell’ esatto istante in cui i ragazzi varcarono il grande cancello di ferro zincato.

“Appena in tempo!” pensò Edward entrando nella struttura con i suoi amici.

Camminavano per i corridoi scambiandosi qualche chiacchiera prima di recarsi ognuno, nelle loro corrispettive aule.

Intanto il tempo passava, le ore passavano inesorabili e la campanella suonava a ogni cambio di lezione, Edward non vedeva l’ora che la campana suonasse per la pausa pranzo, lui l’avrebbe usata come scusa per recarsi in biblioteca a restituire alcuni libri che aveva preso in prestito.

Stava studiando per l’esame di ammissione all’Università di Design, gli mancavano ancora tre anni al diploma ma i posti per l’accademia, erano pochi e Edward, voleva entrarci al primo posto.

Il giovane studente, amava imparare nuove lingue soprattutto quelle asiatiche. Imparò il giapponese a soli tredici anni e adesso, nel tempo libero, prendeva lezioni di cinese.

Lo sport non poteva non mancare nella sua vita, dalla corsa mattutina, al pattinaggio artistico, al pilates.

Infatti, rispetto ai suoi amici, lui era l’unico ad avere un bel fisico, ogni muscolo era ben cadenzato al posto giusto e ben accentuato.

La campanella trillò e Edward, indietreggiò con la sedia e alzandosi si diresse nella biblioteca. Alla pausa pranzo non c’era mai nessuno, solo pochi studenti vi rimanevano per continuare il loro studio e uno di questi, era proprio Kyuhyun.

Una volta arrivato in biblioteca Edward consegnò i libri presi in prestito, si guardò intorno notando che alcuni libri erano stati lasciati sui tavolini.

“Ma le persone non sanno mettere a posto i volumi  prima di andarsene?” pensò fra sé e sé. Non era la prima volta che accadeva, infatti, la ragazza che lavorava lì, apprezzava l’aiuto che Edward le dava rimettendo i libri al loro posto.

Come da copione Ed, lasciò i suoi libri sul bancone per poi prendere il carrellino che era posto accanto a lui trasportandolo con sé iniziando a raccogliere tutti i libri lasciati incustoditi.

Passò a rassegna ogni angolo della biblioteca e inseguito, iniziò a riportare ogni libro al suo scompartimento. Passò tutta la pausa pranzo a sistemarli.

La campanella risuonò e Edward dopo aver aiutato la ragazza dagli occhiali rotondi, capelli raccolti di un colore rosa acceso, vestita con una gonna lunga nera e una camicia a righe bianca e azzurrina, si dileguò, dimenticando di prendere il libro di narrativa.

Stava tornando in aula quando si ricordò di non aver preso ciò che gli interessava dalla biblioteca, allora celere tornò indietro, salutò nuovamente la ragazza con un leggero sorriso, ed evitando una coppietta che stava uscendo, raggiunse la sezione di narrativa.

I libri erano stati sistemati per ordine alfabetico mentre altri, seguendo la linea degli autori. Cercare il libro con quella fretta fu un’impresa.

“Aish…ma non sanno che devono ordinare o in un modo o nell’altro? Io sto impazzendo!”

Partì dai libri che erano posti in basso, si piegò sulle ginocchia, osservò per bene ma il libro là non c’era.

“Allora sarà per ordine d’autore..”

Pensò e rialzandosi il suo sguardo cadde su un libro particolare: [1] Il circo della regina”. Il nome lo intrigò. Allungò la mano per prenderlo ma era troppo in alto, lo studente non si arrese e ritentò quando, la sua mano fu sfiorata da quella di un altro prendendo il libro al posto suo.

Edward si girò subito per ringraziarlo ma come vide chi lo aveva aiutato, si arrestò. Il  battito del cuore iniziò a farsi irregolare e il rossore comparì sul suo volto.

Aveva davanti a se Kyuhyun, era la prima volta che s’incontravano eppure, Edward sapeva bene che l’altro si rifugiava in biblioteca. Sapeva anche che libri leggeva, ogni volta che Kyu restituiva i libri presi in prestito, Edward li richiedeva subito dopo firmandosi con un nome diverso : David.

-Gra... grazie!-

Lo ringraziò formalmente con un tono di voce dal quale però trapelò tutto il suo imbarazzo e distogliendo lo sguardo si allontanò. Uscì subito dalla biblioteca, il cuore ancora batteva forte, arrivò in classe, scostò la sedia e sedendosi diede uno sguardo al libro che aveva preso, convinto che fosse quello che stesse cercando. Invece, si ritrovò in mano il libro sbagliato e frustrato si accasciò sul banco in senso di resa.

“Quanto sono cretino ... per quanti anni andrò avanti così”

Intanto il cielo si dipingeva di arancione, il sole tramontava e la giornata stava per terminare.

 

 

--- TRE ANNI DOPO ---

 

Era l’anno decisivo …  gli esami erano alle porte e gli studenti dell’ultimo anno arano in crisi, fuori le prime gocce di pioggia iniziarono a scendere.

Nulla era cambiato in questi ultimi anni. Cambiavano le stagioni, le canzoni  passavano di moda ad ogni nuovo tormentone.

Cambiavano i pensieri , i sentimenti … cuori spezzati a San Valentino che, più avanti nel tempo, sarebbero stati guariti da un nuovo amore.

Tutto mutava tranne per Edward.

Il suo amore per Kyuhyun cresceva anno dopo anno, si era ripromesso che prima o poi, si sarebbe fatto avanti ma nulla di ciò accadde per paura di essere rifiutato, di non … essere corrisposto … “Siamo due ragazzi, la gente che cosa penserà di noi? E poi, io non voglio che tutto ciò influenzi la sua carriera …” pensava Edward camminando per  i corridoi della scuola.

Nelle ultime settimane era molto distratto, Tae e Key ogni volta che chiedevano cosa avesse, lui ribatteva  – Niente…è solo stress per gli esami…-  con un tono abbattuto più che seccato dalla ripetitiva domanda.

Era anche vero che Edward stava studiando  per l’ammissione all’Università ma questo non giustificava il suo comportamento teso e nervoso per ogni parole che sentiva uscire dalla bacca dei suoi amici.

A volte pur di non sentirli, si rifugiava in biblioteca dove passava la maggior parte del suo tempo per ammirare da lontano il suo amato, egli sedeva sempre all’ultimo posto accanto alla finestra, solo e lontano dai bisbigli dei gruppetti di ragazzi che si riunivano per studiare in gruppo.

Kyuhyun si perdeva nella lettura  così come nella musica, sembrava fondersi con essa …

Era diventato popolare a scuola grazie alla band ma per lui, non aveva importanza. Quando finiva di leggere si cimentava nella scrittura, pronto a scrivere nuovi pezzi senza però condividerli con gli altri.

 L’ unica persona con cui voleva condividerli era la sua musa ignara del suo amore…

Un lampo cadde squarciando il cielo, illuminando per un istante il volto di Kyuhyu che, aveva distolto lo sguardo dal libro guardando fuori dalla finestra .

 

[ inizio flashback]

 

La band divenne famosa nel giro di un anno dal loro debutto a scuola  e, quando si presentavano le occasioni  suonavano anche a qualche festa.

Jinki, il batterista della band decise di diventare il loro manager lasciando il suo ruolo da musicista ad un nuovo ragazzo che si era appena trasferito. Aveva molte conoscenze e questo portò  il gruppo, ad esibirsi per la prima volta in un bar per artisti.

Sarebbero stati i primi passi per il successo o meglio, così Jinki credeva …

La sera del loro debutto al bar, i ragazzi erano leggermente tesi, il pubblico da soddisfare era completamente diverso dalla solita folla alla quale erano abituati.

C’erano case discografiche, critici e conduttori radiofonici sistemati ai tavolini davanti, persone di classe elevata seduta ai divanetti posizionati ad entrambi i lati del bar e, i giovani che andavano solo per riunirsi a bare qualcosa, stavano seduti sugli sgabelli vicino al piano bar che era interamente fatto in legno ben smussato e lucidato.

Vi erano liquori provenienti  da tutto il mondo con due barman pronti ad esibirsi con acrobazie ad ogni goccia versata nel bicchiere. Le donne andavano pazze per loro.

Il locale era di piccole dimensioni, aveva il giusto occorrente per ospitare un centinaio di persone. La porta era in ferro battuto con la scritta “Open” in vetro soffiato color verde e sfumature di blu.

Le luci dai colori calde e soffuse davano un senso di calma, serenità e pace fino al loro offuscarsi … la band era salita sul palco. Il silenzio cadde per pochi attimi prima che Minho, il chitarrista, suonasse la prima nota dando il via al gruppo.

La tensione si sciolse al suono di quelle corde.

Il gruppo suonò per tutta la serata alternando l’armonia ad ogni fine canzone. Volevano dimostrare il loro talento nel saper essere alternativi, sapendo adattarsi ad ogni genere musicale.

La serata si concluse con grande successo, sembrava avessero soddisfatto l’udito del loro pubblico che erano là, solo per loro.

Le luci ripresero vita e i ragazzi scesero dal parco per andare a bere qualcosa al piano bar.

-Offro io!- disse euforico Jinki precedendoli. Si avvicinò al bancone ordinando qualcosa di leggero per tutti. Il barman dai capelli lunghi e grigi lo servì sorridendogli amabilmente.

“Woow … ditemi che è reale ... o, sto avendo le allucinazioni come è successo con il pollo una settimana fa …”

Pensò il giovane ricambiando quel sorriso mentre il suo cuore batteva velocemente ad ogni sguardo e sorriso del barman.

“ Che strana sensazione … oserei paragonarla alla prima volta che ho provato il pollo … è amore …”

Ingoiò a vuoto, i membri della band lo avevano raggiunto e insieme brindarono per tutta la notte.

 

[fine flashback]

 

Passarono pochi secondi prima che il rombo del tuono con il suo frastuono si infrangesse nella zona anticipando l’arrivo della pioggia.

Kyuhyun tornò a guardare il libro mentre Edward si trovava nascosto dietro uno ripiano. Osservava il suo amato tra una fila di libri e l’altra  andando avanti e indietro facendo finta di cercare un libro che gli potesse essere utile.

-Mi scusi … potrebbe aiutarmi a cercare un libro? –

Una ragazza dai capelli corti color rame e dal  sorriso dolce, scambiò il giovane per un impiegato.

ED si girò e senza essere scortese assecondò la ragazza.

-Se non ricordo male, dovrebbe essere qui. –  guardò lungo una fila di libri messi in disordine. Con l’indice della mano destra sfiorava ogni copertina dei libri fino a trovare quello che cercava. – Eccolo! – lo puntellò con il dito indicandoglielo, poi lo sfilò e con dolcezza glielo porse.

– Grazie per il suo aiuto! – rispose la giovane ringraziandolo per poi  prenderlo dalle sue mani e andarsene.

Come la ragazza andò via Edward si voltò di nuovo nella direzione di Kyu però questa volta il posto era vuoto.

“Aish… la ragazza mi ha distratto e non l’ho visto andare via! Uffa…”

Sbuffò, sospirò abbassando il capo poi, alzò la testa e, fu proprio quando indietreggiò che le sue spalle urtarono contro il petto di una figura poco più alta di lui e per non bastare, gli calpestò anche il piede destro.

-Mi scusi! Non… non l’avevo vista!-  disse subito Ed voltandosi verso l’altro.

Un altro lampo illuminò il cielo, nessun tuono se non quello del suo cuore che spezzava il silenzio che era celato nel preciso istante in cui Ed vide davanti a sé - Kyuhyun…- sussurrò a denti stretti sgranando gli occhi sorpreso.

“Non può essere… ditemi che è uno scherzo…”

Quest’ultimo inclino il capo perdendosi nell’oceano di quegli occhi grandi e azzurri che lo stavano guardando.

Al suo udito non sfuggì quel bisbiglio.

-Oh … vedo che sai il mio nome … -  sbottò Kyuhyun con un tono calmo e amichevole. Sorrise senza far trapelare nessun sentimento al contrario del giovane che gli stava davanti, le cui guance erano diventate rosee.

“Quanto è carino quando arrossisce … per non parlare quando si agita”

-So il t… tuo nome per… perchè… mi pia… piaci…-  balbettò il più piccolo senza riflettere, “cavolo …. mi sono dichiarato!” stranamente si sentiva il cuore leggero, il corpo smise di tremare.

Non ci credeva, non si sarebbe mai immaginato che l’amore che provava  per lui, in tutti quegli anni, fosse cresciuto così tanto da portarlo ad una confessione diretta.

-Tz…-  il più grande cercò di trattenere la risata portandosi la mano sulla bocca, nonostante i suoi occhi brillassero e ridessero al posto suo. Stava per dire qualcosa ma venne interrotto dallo stesso Edward che, vedendo la sua reazione sentì una fitta al cuore. – Non è come pensi, non mi piaci in quel senso … -  un’altra fitta… - … mi piaci come suoni il basso, nient’altro … - freddo e diretto mentre  il cuore si spezzava come un vaso di porcellana. Distolse lo sguardo e andò via senza dire altro.

Lasciò la biblioteca così com’era entrato privo di libri ma con l’umore a terra.

Intanto la pioggia si trasformò in grandine picchiettando sulle finestre dei corridoi che Edward stava attraversando per tornare in classe e per non ammettere a se stesso cosa fosse successo pensò:

“ Oggi non ho portato l’ombrello … ma che importanza ha …”

Doveva scappare, estraniarsi totalmente.

 

--- UNA SETTIMANA DOPO … ---

 

La campanella suonò, la giornata era terminata.

Taemin e Key furono i primi ad uscire, volevano aspettare il loro amico fuori dal cancello per tornare insieme a casa.

Avevano notato che nell’ultimo periodo era sempre più giù di morale, la mattina non li svegliava più per andare a correre e aveva preso una pausa dalle lezioni di cinese. Cosa impensabile visto che Edward era una persona che raggiungeva sempre i suoi obiettivi.

Per giunta non si recò più in biblioteca, se aveva bisogno di un libro andava in quella comunale a pochi metri da casa sua.

In quella settimana erano successe tante cose …

Taemin aveva finalmente tagliato i capelli e adesso più che una femmina sembrava un allegro funghetto che sprizzava felicità da tutti i pori. Di tanto in tanto portava la sua chiara chioma all’indietro facendo così risaltare il suo bel viso pallido.
Aveva iniziato un corso di inglese, dopo il diploma sarebbe andato all’estero. – Zaino sulle spalle e pronti per l’avventura! - ripeteva ogni volta che ne aveva l’occasione.

Key invece, aveva scaricato una nuova app sul suo telefonino di ultima generazione, - Ragazzi vi consiglio Instagram è l’app del momento!-  twitter era passato fuori moda come i vestiti che a volte indossava per andare alle feste. Nessuno cercava di contraddirlo, bastava solo un suo sguardo tagliente per zittire le persone tranne che per Jong.

 

[inizio flashback]

 

Jong si divertiva a prenderlo in giro quando si incrociavano per i corridoi o in bagno. A volte gli faceva l’occhiolino, altre volte si leccava le labbra per poi morderle in modo sensuale. Sapeva dei gusti di Key per quanto riguardava gli uomini.

Key aveva iniziato a provare dei sentimenti nei suoi confronti anche se , non voleva ammetterlo. Avrebbe scelto chiunque pur di farsi passare quella “stupida cotta” chiamata da lui così.

Un giorno il giovane dagli occhi felini  prima di andare a scuola  passò dal market sotto casa sua per comprare una rivista di moda. Iniziò a leggerla mentre si incamminava per andare a scuola; sulla rivista vi era riportato un articolo sui primi amori, come farli sbocciare e, come capire se, si è realmente attratti da quella persona.

“COSAAAA COSSAAAA COSAAAAAAAA???? DOVREI BACIARLO PER CAPIRE SE MI PIACE REALMENTE?!”

Pensò fra sé, sgranando gli occhi.

Lo stupore e la curiosità lo portarono a leggere più volte l’articolo tanto da non accorgersi di essere arrivato ad un bivio, una macchina stava passando quando Key si sentì tirare da una spalla.

Il veicolo lo sfiorò. In quel momento il ragazzo, vide la sua vita passargli in un solo istante.

-Quanto sei scemo! Invece di leggere dovresti guardare dove vai!-  una voce a lui familiare lo portò a voltarsi. Dalla sua bocca non uscì altro che un semplice  – Grazie. – detto con voce incrinata.

Jong era là, di fronte a lui guardandolo con rimprovero e preoccupazione.

-Da qua! Vediamo cosa c’è di così tanto interessante da farti quasi investire da una macchina!-  gli sfilò la rivista dalle mani ed iniziò a leggere. Key cercò di riprendersela ma il vocalist era più agile rispetto e lui. –Non agitarti come le ragazzine!- Jong cominciò a prenderlo in giro leggendo l’articolo. - Woow devi baciare qualcuno … uhm … perché no! – una frase un azione, fece cadere la rivista a terra bloccando con entrambe le mani i polsi dell’altro che continuava a dimenarsi  – Ehi ma che vuoi fare! Non ti azzardare a toccarmi! Ho uno spray al peperoncino pronto a…- non terminò la frase, il vocalist gli aveva rubato il respiro allentando la presa dai suoi polsi.

Jong fece scivolare le sue mani sui fianchi di Key stringendolo forte a sé. Non voleva più staccarsi da lui, aveva ottenuto delle risposte a delle domande che non si era mai posto.

Aveva paura che il suo cuore esplodesse, stava constatando che le farfalle nello stomaco non erano una leggenda. La stava vivendo per davvero, proprio in quel momento.

Key si era lasciato andare all’incontro delle loro lingue che si intrecciavano come se già si conoscessero mentre il suo corpo fremeva ai tocchi del ragazzo, tanto da portare le sue mani  dietro il collo dell’altro. Le intrecciò per poi farle scivolare fra i capelli.

Non aveva mai provato nulla del genere, si sentiva divampare dentro l’anima. Aveva le risposte alle sue domande e questo non gli piacque; ammettere che c’era attrazione o qualcosa di più lo spaventava.

Era il suo primo bacio e gli era stato rubato …

Fu Jong a sciogliere quell’intreccio che si era creato fra di loro. Erano entrambi imbarazzati, non sapevano come comportarsi a quella nuova rivelazione, non volevano ammetterla. Allora, Key si prese coraggio e raccogliendo la rivista da terra  - Questo non è mai successo … - nel dirlo, non lo guardò in volto. – Successo cosa …- con quella frase Jong fece capire a Key di aver ricevuto il messaggio, era meglio così per entrambi.

Le loro strade si separarono senza neanche salutarsi.

Quella stessa mattina né Jong e né Key si presentarono a scuola …

 

[fine flashback]

 

Dopo cinque minuti Edward uscì da scuola e salutando i suoi compagni di classe varcò il cancello per tornare a casa quando, vide i suoi amici ad attenderlo.

Taemin tirava calci alle pietre che si trovavano davanti al suo cammino mentre Key era impegnato a pubblicare il suo ennesimo stato sul web.

“Aish... quanto sono buffi?” pensò Ed prima di avvicinarsi a loro. Tossì cercando di catturare la loro attenzione ma il tentativo fu vano. Voleva lasciarli là e andarsene a casa perché nessuno dei due si era accorto della sua presenza, ma, il giovane ragazzo dalla chioma bionda non era poi così cattivo nei loro confronti.

-BUUUU!-  urlò di punto in bianco portando ad una reazione a catena: Taemin dallo spavento tirò un sasso in direzione del sedere di Key che, sobbalzò non solo per l’urlo ma anche per il dolore che il sasso gli provocò sfiorandolo.

Una goccia di sudore scivolò sulla sua tempia quando vide il telefono scivolargli dalle mani. Per fortuna Edward, dai riflessi pronti, lo prese un istante prima che l’apparecchio toccasse il suolo.

-Appena in tempo!- disse il giovane porgendogli il cellulare.

 Il ragazzo dagli occhi felini tirò un respiro di sollievo e ringraziandolo si riappropriò della sua tecnologia.

“Taemin questa me la paghi!” meditò Key voltandosi verso Tae sorridendogli amabilmente, “sono una persona morta lo so, no c’è bisogno che mi guardi così…” rimuginò il ragazzo dai capelli a forma di fungo mentre indietreggiava.

I due erano presi talmente tanto dalla dinamica che era appena accaduta che Ed divenne nuovamente un fantasma. Ci vollero svariati minuti, prima che i due si girassero e vedessero davanti a se Ed che li guardava divertito.

-ED!?  Ma…ma da quando sei qui!- esclamarono all’unisono i due ragazzi.

-Uhm … fatemi pensare … - Ed portò il dito indice sulle labbra facendo finta di pensare … - ah sì, dal BUUU ahahahahah- i due si guardarono per un attimo prima di tornare a guardarlo per poi scoppiare a ridere con lui.

La complicità tra loro era un qualcosa di unico e dopo aver calmato le loro grasse risate, tornarono insieme a casa e tra una chiacchiera e l’altra Tae e Key gli proposero di uscire per quella sera stessa. Il loro amico accettò, aveva bisogno di staccare un po’ la spina e quale miglior modo per farlo se non uscire con i suoi migliori amici?

Il pomeriggio passò velocemente, dopo cena i ragazzi, si riunirono per andare al [2]“Festival delle Lanterne”, la serata era perfetta.

La luna splendeva alta nel cielo illuminando con i suoi fasci di luce bianca tutta la costa insieme all’Oceano che, solo nelle splendide sere come quella, lo si poteva ammirare perdendosi nella sua immensa profondità.

I giovani rimasero a bocca aperta nel vedere tutto il litorale illuminato dalla presenza delle lanterne ben esposte, sulle bancarelle bianche a forma di casette. La folla non mancava a rendere più magico il posto.

Infatti, alla fine della serata ci sarebbero stati due avvenimenti: lo spettacolo pirotecnico e l’ accensione  delle lanterne.

Sembrava una serata incantata e i ragazzi non vedevano l’ora di perdersi in quella magia fatta di luci e sorrisi.

La musica che si udiva era dolce, leggera, li accompagnò per tutta la serata.

Tutto stava andando per il verso giusto, Ed era spensierato … Tae si fermava a ogni singolo stand per comprare o qualcosa da mangiare, o per tentare la fortuna con la pesca. Ci teneva tanto ad avere un pesciolino però, ogni volta che riusciva a catturarlo puntualmente la retina fatta di un materiale cartaceo adatto per la pesca, si strappava.
Inutile dire che quella sera perse più soldi che in tutta la sua vita.

Key al contrario, si fermava solo ad ammirare alcuni servizi di porcellana. Le bambole erano bellissime, con le loro boccucce a cuore e il trucco degno di una “Geisha”. La titolare di quelle bambole era giapponese, anche lei sembrava come loro: alta, capelli ben raccolti, [3] bintsuke-abura  sparso per tutto il volto, collo e petto, sopracciglia dalla forma perfetta e un eye-liner rosso che coordinato perfettamente ai suoi occhi, sembrava ti ipnotizzasse nel guardarla. In più, proprio per far risaltare a pieno il suo stile, indossava un Kimono nero dai motivi floreali bianchi e un accenno di sfumatura di color rosso sangue, lo stesso colore delle labbra.

“Vorrei vestirmi anch’io così …” pensò fra sé e sé Key aspettando che la giovane si esibisse in una piccola “danza”.

Ed e Tae intanto erano andati avanti lasciando Key in compagnia della giovane.

Anche la band era al festival, i ragazzi si sarebbero esibiti in contemporanea con i fuochi d’artificio ma questo, Ed non lo sapeva.

       

Nel fra tempo nello stesso luogo, Kyuhyun stava passeggiando insieme a Donghae il nuovo batterista, si erano fermati ad ammirare alcuni scaccia pensieri di vari forme e colori; uno in particolare catturò la sua attenzione, era bianco fatto di conchiglie e piccoli specchi, lo sfiorò con le dita, non sapeva se comprarlo oppure no. Fu in quel momento d’indecisione che attraverso quegli specchietti vide passare Edward. La sua immagine sembrava camminare a rilento. Si voltò subito ma lui non c’era più a quel punto Kyuhyun, lo prese come un segno e lo acquistò.

Non era riuscito a vederlo per una settimana, lui andava apposta in biblioteca per poterlo scorgere anche per un solo secondo non gli importava se era uno studente universitario.

Voleva cercarlo ma la presenza di Donghae, gli rendeva le cose difficili così, ci rinunciò. Sapeva che stava bene e questo gli bastava …

Jong invece distribuiva zucchero filato e palloncini ai bambini, nascosto in un vestito da orso con il fiocco blu. Alcuni bambini a volte gli buttavano calci o gli calpestavano le zampe mentre le bambine lo abbracciavano facendosi una foto.


“Che mi tocca fare! Subire maltrattamenti dai marmocchi e coccole dalle principesse. Aish, tutto questo solo perché Jinki oggi doveva uscire con quel capelluto …” pensò mentre avanzava verso alcune bancarelle che vendevano candele profumate.

Due stand più in là vi si trovava Key, Jong lo intravide, comprò tre candele e lo raggiunse.

Key stava prendendo nota sul make-up della giovane Geisha quando, un orso si fermò dietro di lui donandogli un palloncino a forma di cuore. Il ragazzo come vide il palloncino davanti a sé si voltò sorridendogli dolcemente. Lo ringraziò non sapendo che dentro c’era la persona che, una settimana fa, lo aveva baciato. L’orso lo salutò e prima di andarsene gli regalò una candela a forma di gatto. Key l’annusò, profumava di lavanda…

Nel frattempo Ed e Taemin erano scesi sulla spiaggia, dove la serenità regnava sovrana: l’ebbrezza marina li accarezzava, il buio era spazzato via dal manto stellato e dalla luna che si rifletteva nell’Oceano.

Mancavano pochi secondi allo scoccare della mezzanotte e i membri della band si erano riuniti. Jong aveva abbandonato il suo vestito da orso e Kyu salendo sul palco, cercava di vedere se, tra la platea riusciva a individuare la persona che lo interessava.

Key raggiunse i suoi amici sulla spiaggia mentre un fascio verde attraversò il cielo per poi esplodere con una moltitudine di colori. Lo spettacolo stava per cominciare…

Il gruppo iniziò a suonare e i fuochi sembravano illuminare il firmamento al ritmo della loro musica.

“In questo momento stiamo vedendo lo stesso spettacolo ma … da due prospettive diverse …” pensò Kyuhyun chiudendo per un istante gli occhi.

 

Lo spettacolo non era ancora finito, bisognava far volare le lanterne esprimendo un desiderio.

Taemin fu il primo a correre per prendere una lanterna, in quell’esatto momento anche Minho si era recato per prenderne una.

-Ciao Minnie! Da quanto tempo…- Tae sentendosi chiamare in quel modo alzò subito la testa, c’era solo una persona che lo chiamava in così … – Minho … - disse in modo sorpreso tenendo stretto a sé una lanterna.

-Sai … non ti avevo riconosciuto con i capelli corti, ti stanno veramente bene … - dichiarò il ragazzo sorridendogli amabilmente.

- Grazie, prima o poi, dovevo dare un taglio netto al passato no? – rispose Tae sorridendogli per poi distogliere lo sguardo da quello ipnotico dell’altro. – Adesso vado … devo esprimere un desiderio … - si allontanò lasciando Minho in compagnia di due ragazze che non vedevano l’ora di rimanere sole con lui.

“ Taemin … anche se ci vediamo di rado, mi fai sempre battere il cuore … mi dispiace di averti ferito mio piccolo …” pensò Minho vedendo andare via il suo piccolo e innocente amore.

Raggiungendo la riva Tae, si tolse le scarpe lasciando che le onde una volta arrivate a riva sottoforma di schiuma gli coccolassero i piedi. Aveva con sé una lanterna bianca e luminosa, la alzò al cielo e la lasciò andare … lentamente la lucerna si allontanò.

Taemin chiuse gli occhi, l’oceano richiamò a se le onde per poi rigettarle sulla finissima sabbia.

 

“ Io …

             Lee Taemin …

                                     desidero …

                                                              …”

 

 

[Inizio flashback]

 

-Buon Gio..giorno! Sono il suo nuovo vic... vicino!- la voce allegra di un bambino risuonava davanti alla porta del vicinato mentre i suoi genitori aiutavano gli addetti per il trasloco. Alcune donne del quartiere si erano affacciate dalle finestre dei loro appartamenti curiose di scoprire chi fossero i nuovi arrivati.

Era una calda giornata d’estate quando Taemin e la sua famiglia, si trasferirono dalla Capitale.

Il piccolo Taemin era al primo anno di scuola media.

Il suo primo giorno di scuola andò più che bene, era il “ragazzo nuovo” e le attenzioni di quel giorno furono tutte per lui, anche se in realtà Taemin, amava starsene per conto suo.

All’uscita della struttura, un ragazzo poco più alto di lui, moro e dagli occhi grandi, lo stava aspettando.

-Taemin?- chiese il ragazzo una volta che Tae gli si avvicinò. Il più piccolo per un attimo esitò prima di rispondergli ma, vedendo che il giovane indossava la sua stessa divisa scolastica si fermò. – Sì, sono io- rispose guardandolo con aria interrogativa. Non aveva mai visto quel ragazzo nella zona. Il come lui sapesse il suo nome non se lo spiegava affatto.

- Bene … andiamo, ti faccio percorrere la strada che dovrai fare per arrivare a scuola a piedi, è un po’ distante ma, un po’ di movimento non ha ucciso mai nessuno … -  il ragazzo gli fece cenno di seguirlo, Taemin annuì ma si tenne a debita distanza : non si fidava di lui.

Lungo il tragitto il più piccolo non disse una parola mentre l’altro gli spiegava il posto. “Ma perché lo sto seguendo…” pensò fra sé quando, il più grande si fermò e voltandosi verso di lui : - Oh … sono proprio maleducato, non mi sono neanche presentato, mi chiamo Minho e , sono il tuo vicino! –

Fu quello il loro primo incontro.

I mesi passarono e i due, andavano e tornavano da scuola sempre insieme. Taemin raccontava la sua vita di città prima del trasferimento e Minho raccontava della sua grande passione per la fotografia, il padre lo portava sempre con lui a visitare posti nuovi.

I due ben presto divennero grandi amici. Erano due persone completamente diverse ma questo non faceva altro che aumentare il loro interesse l’uno nei confronti dell’altro.

Gli anni passarono, Minho andò al liceo e Taemin frequentava il suo ultimo anno delle medie. Fra i due i rapporti erano rimasti sempre gli stessi: Minho lo accompagnava a scuola e poi tornava indietro per qualche isolato raggiungendo la sua nuova scuola salutandolo sempre con dolcezza.

Taemin si era fatto crescere i capelli sembrando tutto e per tutto una ragazza, questo non gli importava perché al suo unico amico i capelli lunghi piacevano.

Un giorno le famiglie dei due ragazzi, decisero di organizzare un picnic in occasione del diciassettesimo compleanno di Minho. Il più piccolo era euforico in quel giorno, aveva deciso di dichiararsi al suo amico.

Il picnic andò molto per le lunghe e di certo Taemin non si aspettava che Minho portasse con sé anche i suoi amici. Ma questo non fermò i suoi piani…

Subito dopo la torta, il più piccolo chiese a Minho, di seguirlo e quest’ultimo non esitò. Come si allontanarono dagli altri, il ragazzo più grande prese Taemin per mano portandolo lontano da occhi indiscreti.
Come Minho si fermò, Taemin decise di parlare ma, fu subito interrotto dall’unione delle loro labbra. Il più piccolo rimase sorpreso da quel gesto che però non rifiutò anzi, lo intensificò facendo danzare le loro lingue. Minho preso dal momento portò Taemin a indietreggiare facendo poggiare la sua schiena al tronco dell’albero, poi fece scivolare una mano fra i suoi pantaloni sbottonandoli per poi abbassarli con l’intimo che Tae indossava.

Con la mano avvolse il sesso del giovane iniziando ad andare su … e … giù …, l’erezione iniziò a gonfiarsi nella sua mano e questo lo eccitò così tanto, da far aumentare i movimenti di polso, voleva sentirlo ansimare, sentirsi chiamare e soprattutto voleva nutrirsi del suo seme.

Taemin percepì un senso di calore invadergli il corpo fino ad arrivare alle sue gote, ansimò nella bocca dell’altro prima che il loro contatto si sciogliesse.

-Min…minhooooh... - il piccolo lo chiamò gemendo.

Il ragazzo sentendosi chiamare in quel modo sensuale e con la voce carica di desiderio, sorrise per un istante per poi portare la mano libera sulle labbra del più piccolo sussurrandogli: - Mi piace quando mi chiami così … però, cerca di trattenerti, ci potrebbero sentire … - Taemin annuì mentre il suo amato gli stava regalando un piacere unico.

Alcune gocce pre-orgasmiche iniziarono a fuoriuscire dal glande arrossato e Taemin era prossimo all’orgasmo quando, il più grande s’inginocchiò dando le sue ultime spinte per poi avvolgere il membro con le sue labbra.

Tae raggiunse l’orgasmo in quell’istante venendo nella bocca di Minho. Le sue gambe tremarono e il calore dal suo volto svanì. Si sentiva imbarazzato ma, come Minho si rialzò dopo aver leccato l’ultima goccia dell’essenza del piccoletto, disse: - Grazie Taemin, per questo splendido regalo … -

Minho si ricompose e senza aggiungere altro voltò le spalle al giovane e si allontanò.  Le gambe di Taemin cedettero facendolo scivolare a terra sentendosi improvvisamente vuoto e ferito.

Nessun “è stato bello …”, nessuna carezza … e … nessun altro tipo di sentimento.

Da quel giorno i due non passarono più del tempo insieme, di tanto in tanto s’incontravano per strada ignorandosi …

 

[fine flashback]

 

-TAEEEE ANDIAMO, LO SPETTACOLO è FINITO!- Key e Ed richiamarono il loro amico che si era perso nel vedere tutte quelle lanterne colorate volere verso il cielo.

- ARRIVO ARRIVO! – rispose Taemin distogliendo lo sguardo dallo spettacolo per raggiungere i suoi amici.

La serata terminò fra tuffi nel passato, pensieri e piccoli incontri …

 

§


Intanto il tempo scorreva e l’estate era alle porte così come gli esami, faceva troppo caldo per studiare in casa e ogni mattina Ed si rifugiava nella biblioteca comunale mentre i fine settimana dava ripetizioni di letteratura inglese ai suoi amici, compito alquanto arduo dato che facevano di  tutto, tranne che ascoltarlo.

Key e Taemin si distraevano in qualsiasi modo; un giorno ad esempio, iniziarono a contare i granelli di polvere che libravano nell’aria e Edward disperato non sapeva che cosa fare per avere la loro attenzione.

 

§


Le settimane passavano e il fatidico giorno era arrivato. La tensione era alle stelle, Key inviava messaggi all’intero mondo web avvisando i suoi contatti che sarebbe morto per l’ansia, Taemin per scrollare la tensione si svegliò presto e andò a scuola di danza per fare qualche passo. Edward, in fine, ricominciò a correre un ora prima del suono della campanella.

Mezzora dopo i tre ragazzi si ritrovarono insieme a varcare la soglia del cancello come compagni di scuola per un ultima volta …

La giornata era finita e gli esami insieme con essa. Adesso era il tempo delle vacanze, delle scelte di vita e del futuro.

La cerimonia del diploma fu un divertimento, Ed aveva rotto gli occhiali che, usava solo negli avvenimenti importanti. Diceva sempre “Gli occhiali ci fanno sembrare più intelligenti …”, Key non aveva il vestito giusto per celebrare il giorno e si rifiutava di andare a scuola fino a quando non fu Ed stesso, a trascinarcelo e per finire Taemin …

Beh, cosa potevano mai aspettarsi da lui i suoi amici? Semplice!

Che si dimenticasse di presentarsi alla cerimonia …

-Ma come si può essere così stupidi da dimenticarsi la cerimonia?- sbottò Key incredulo a quello che era appena successo. – Non fare così … tanto è già diplomato no?- rispose Ed cercando di trattenere le risate. Key alzò gli occhi al cielo in senso di resa.

Il giorno stesso, la sera i ragazzi andarono a festeggiare passando da un bar all’altro. Parlarono dei loro progetti futuri, delle loro carriere e di una loro possibile rimpatriata dopo essersi realizzati come persone. Sembravano felici e spensierati però, ognuno di loro però, avevano un segreto taciuto agli altri fino a quel momento.

Fecero il loro ultimo giro entrando in un altro locale, era lo stesso bar, dove la prima volta si era esibita la band.

I ragazzi si sedettero sugli sgabelli al bancone del piano bar, a servirli c’era un uomo dalla pelle scura color cioccolata e dai lunghi rasta raccolti da una fascia nera.

Edward ordinò qualcosa di leggero per tutti:  il giorno dopo, non voleva svegliarsi con un terribile mal di testa.

Come il barman li servì, Taemin lo bevve tutto d’un fiato, non soddisfatto allora, ne ordinò un altro … e poi un altro ancora e ancora un altro fino a quando, l’uomo dagli occhi occidentali, smise di servirlo.

Ed e Key lo guardavano preoccupati, era la prima volta che il loro amico affogava i suoi pensieri nell’alcol. Volevano porgli alcune domande ma non ce né fu bisogno, fu Taemin stesso a parlare.

-Sapete … io conosco quel cretino che suona la chitarra in quella stupida band … è il mio vicino di casa e …- i due lo guardarono pensando “ma che sta dicendo?”.

- … è stato il mio primo amico, compagno di giochi e ho finito per infatuarmi di lui … il giorno del suo compleanno avevo deciso di dichiararmi – fece una pausa, né Key né Ed fecero domande, aspettarono che il loro amico continuasse il racconto. - … sapete com’è finita? Lui mi ha baciato ancor prima di parlare e, si è preso il suo “regalo di compleanno” … provate a immaginare il regalo … - Taemin nel parlare iniziò a gesticolare e far roteare gli occhi al cielo.

Rise amaramente ripensando a quanto fosse stato stupido e ingenuo a quel tempo … Una lacrima iniziò a rigargli il volto e Ed dispiaciuto per l’accaduto, gli diede una pacca sulla spalla non sapendo cosa dire, o meglio lo sapeva: doveva confessare anche lui il suo amore per Kyuhyun.

“Si sarà preso la sua verginità? Uhm … o il suo … oooh …” pensò Key puntellandosi l’indice sulle labbra per poi sbottare : - Ci sono! Sono solo due le cose che potrebbe aver preso da te, una è la tua verginità e l’altra è … -

-Keyyyy un po’ di tatto!- lo rimproverò Ed guardandolo male –Ma … ma è stato lui a dire provate a immaginare!- ribatté Key incrociando le braccia – Comunque se vi può far star bene, io ho baciato Jong il vocalist della band … e devo ammettere che mi è piaciuto …-

Il barman alzò gli occhi al cielo implorando che una bella donna dalle curve al posto giusto entrasse da quella porta pur di non stare a sentire le loro chiacchiere. Quella sera non c’erano gruppi a esibirsi e loro, erano gli unici clienti seduti al bancone.

“Uff… che mi tocca ascoltare … proprio qua dovevano venirsi a confessare questi mocciosi? Aish … non siamo mica in chiesa!” pensò il rasta sbuffando senza farsi notare.

Edward era con le spalle al muro, i due suoi amici avevano parlato di una cosa molto personale e adesso toccava anche a lui, glielo doveva.

-Anche io devo confessarvi una cosa …- disse Ed prendendo coraggio.

“Ecco ci RISIAMO! Adesso che dirà? Mi son fatto il bassista? UHM… il bassista che lo sbatte … uhm, bassista = sbattere ci sta! AHAHAHAHAHAH

HEY ASPETTA … MA CHE DIAVOLO VADO A PENSARA ANCHE IO?! Devo allontanarmi da loro!”  il barman impaurito dal suo stesso pensiero pian piano si allontanò.

-… mi sono innamorato di Kyuhyun il bassista. Mi sono dichiarato a lui e, sono stato rifiutato con un sorriso … - Ed pronunciando il suo nome sorrise rendendosi conto che il suo cuore stava battendo irregolarmente.

Fu in quel momento che si rese conto di amarlo ancora e, l’unico modo per dimenticarlo era … partire.

La serata terminò con le loro confessioni, poi Ed prese in braccio il piccolo Taemin portandolo con sé a casa sua mentre Key chiamò un taxi.

Il giorno dopo per Taemin il risveglio non fu dei migliori, Ed gli preparò dell’acqua con mezzo limone spremuto dentro visto che il “funghetto” si rifiutava di prendere un’aspirina.

 

Comunque il tempo passava e durante le vacanze, i ragazzi continuarono a passare il tempo che gli rimaneva sempre insieme, giornate al mare per poi finirle con qualche falò o uscita senza esagerare con i drink questa volta.

 

Infatti, l’estate era quasi giunta al termine e Edward, si stava impegnando duramente per l’esame d’ammissione che avrebbe sostenuto l’indomani mattina.

Purtroppo però passò una nottata d’insonnia dettata dallo stress, dagli incubi e dalla voglia di mettere fine al suo passato. Quello sarebbe stato il trampolino di lancio verso una nuova vita.

Così il giorno dopo, Edward decise di andare a correre per scaricare tutto lo stress accumulato prima di andare a compiere il suo dovere.
La corsa era la sua migliore arma per rilassarsi, fece il giro del parco dove a gran sorpresa incontrò Taemin e Key ad aspettarlo per correre con lui.

-E voi che ci fate qua?- chiese Ed sorpreso.

-Ti stavamo aspettando, sapevamo che saresti andato a correre. Lo fai sempre prima di un esame e quindi, vogliamo farti compagnia - rispose serenamente Key facendo da portavoce anche a Taemin.

Edward non disse una parola, si avvicinò a loro sorridendo per poi abbracciarli. “Grazie mille amici miei … mi mancherete tantissimo …” pensò fra sé trattenendo le lacrime.

Dopo il loro tenero abbraccio, i tre iniziarono a correre con il sorriso stampato sulle loro labbra; nessuno si aspettava che quella mattina i ragazzi avrebbero corso per un’ora intera. Come terminò?! Beh … il risultato era più che scontato, Edward informa con sempre, Key morente e indolenzito sotto l’ombra di un albero e Taemin sdraiato sul prato mentre gli annaffiatoi idratavano la sua pelle.

Il tutto fu vissuto al massimo ma per colui che doveva superare un esame molto importante, era giunto il momento di muoversi per tornare a casa per prepararsi e mezzora dopo Edward, ringraziò i suoi due amici i quali a loro volta, gli risposero - In bocca al lupo! – e salutandolo con la mano lentamente tornarono nelle loro case.

 

§


Il ragazzo sostenne l’esame finendo prima di tutti gli altri partecipanti, aspettò qualche minuto prima di consegnare il test e una volta uscito, fece il giro del quartiere tuffandosi nuovamente, nei ricordi del suo passato.

Sorrise amaramente quando si ritrovò davanti alla scuola dove aveva conosciuto due grandi amici e dove, il suo cuore batté e si frantumò per la prima volta, per un ragazzo.

“È brutto aggrapparsi ai ricordi … ci trascinano indietro senza permetterci di andare avanti…”

Gli occhi divennero lucidi come il suo sguardo si posò per un’ultima volta sulla finestra della biblioteca.

Il destino però ci riserva strane sorprese, a volte colte e a volte no e purtroppo, in quello stesso istante riservò ai nostri protagonisti uno sgambetto.

Infatti, Kyuhyun era lì, all’interno di quella biblioteca intento a scrivere per il suo debutto da solista e con lui, c’era anche Jong.

… e sfortunatamente quella fu l’unica volta che Kyuhyun non si affacciò e, fu anche l’ultima volta che i due si trovarono così vicini senza neanche saperlo …

 

La giornata finì e Edward ricevette un messaggio con l’esito dell’esame: era stato scelto per l’Accademia del Design a Seul, passando con il massimo punteggio.

 

§

Il giorno della partenza era arrivato, Edward aveva trovato un piccolo monolocale nel cuore di Seul a pochi isolati dall’Accademia. Nel giro di una settimana aveva firmato il contratto per l’appartamento, aveva comprato una cartina della città annotandoci sopra, tutti i posti da vedere appena sarebbe arrivato là.

In più aveva fatto delle ricerche trovando dei luoghi adatti per andare a correre e rilassarsi.

I ristoranti migliori del posto, le grandi attrazioni e le piccole usanze. Qualche volta chiamava Taemin per avere più dettagli ed essere certo che le sue ricerche fossero esatte.

Quel giorno Key e Taemin si presentarono a casa sua per l’ultimo saluto, chiamarono un taxi e aiutarono il loro amico a impacchettare le ultime cose.

-Ti raccomando chiamaci quando arrivi, ok?- disse Key premuroso e preoccupato per le sorti del suo amico. Sarebbe stato da solo in quella grande città che aveva anche i suoi lati negativi. – Un'altra cosa, non fidarti troppo delle persone e SOPRATTUTTO, non entrare nelle vie buie da solo … - raccomandò Taemin prendendo uno scatolone per portarlo dentro il taxi.

-Non dovete preoccuparvi per me, so badare a me stesso. Prometto che non accetterò le caramelle da uno sconosciuto, non andrò in giro per le vie buie della città e soprattutto vi chiamerò appena avrò messo piede nella mia nuova casa - rispose Edward sospirando.

“Mi sembra di sentir parlare i miei genitori quando mi sono trasferito qui la prima volta …”

Sapeva che i suoi amici gli volevano bene ed era per questo che erano così protettivi nei suoi confronti ma Edward sapeva che infondo, era lui a dover essere protettivo nei loro confronti ma bisogna pur crescere e quello, era il momento giusto per farlo.

 

Oramai era giunta l’ora della sua partenza, Taemin e Key uscirono per primi aspettando il loro amico vicino al taxi, Edward arrivò subito dopo chiudendosi la porta alle sue spalle e mantenendo i suoi buoni propositi e spirito d’avventura, salutò i suoi amici e salì sul taxi pronto per una nuova avventura.

 

--- TRE ANNI DOPO ---

Edward si era laureato e nel tempo libero faceva d’apprendista in un piccolo atelier della zona. Aveva stretto amicizia con molte persone, aveva cambiato più di una volta appartamento, ritrovandosi a condividere la casa con altre persone e in più, si era fatto una reputazione collaborando con stilisti di alta moda durante alcune sfilate. Era stato notato per i suoi bozzetti ritenuti “originali” durante il sui anni accademici.

La sua vita aveva preso la giusta piega e questo non se lo sarebbe mai immaginato. Passare la maggior parte delle sere tra la gente famosa a sorseggiare un buon bicchiere di vino o lo champagne di qualità , non era da tutti.

Questo suo cambiamento però non l’ha mai portato a dimenticare i suoi due grandi amici. Si sentivano spesso, soprattutto tramite messaggi, la vita non era soltanto diventata frenetica per Edward ma anche per Taemin che, raramente rispondeva al telefono quando lo si chiamava o per Key che se non si faceva sentire, bastava andare sul web per capire se fosse ancora vivo.

Ogni fine settimana si vedevano su Skype, fu in una di quelle occasioni che Edward comunicò ai suoi amici che sarebbe andato due anni all’estero.

Key e Taemin per un momento rimasero sorpresi, avevano tanta voglia di rivedere il loro amico, di abbracciarlo e passare del tempo con lui. Edward capì da quelle espressioni che i suoi amici erano contenti per lui, ma, erano un po’ tristi sapendo che doveva passare ancora altro tempo per rivederlo.

Era anche vero che potevano andare a trovarlo ma gli impegni non lo permettevano.

Key frequentava due volte a settimana un corso di designer, il suo obbiettivo era quello di diventare famoso creando una catena di borse. I restanti giorni della settimana li dedicava al teatro partecipando a vari musical.

A volte si dilettava a fare da modello per Taemin che, intanto era diventato un fotografo professionista.

Un giorno Taemin inviò le foto di Key a qualche agenzia di moda di tutto il mondo, le sue foto arrivarono anche a New York fra le mani di Jill Stuart.

Nel giro di poche settimane Key ricevette una telefonata, la chiamata durò poco ma sul viso di Key si stampò un meraviglioso sorriso. A nessuno disse nulla, preparò i bagagli, prenotò i biglietti e chiamò un taxi pronto a partire.

Arrivato alla stazione ferroviaria, controllò da quale binario sarebbe partito il suo treno.

“Binario sette, devo fare in fretta fra cinque minuti parte.”

Attraversò il sotto passaggio per raggiungere il binario, salì le scale mentre contemporaneamente Jong le scendeva. Per un attimo i loro sguardi s’incrociarono così come i loro destini, per poi tornare a guardare da un’altra parte.

“Jong …” “Key …” simultaneamente pensarono l’uno il nome dell’altro.

Key continuò a salire le scale, stava per perdere il treno. Jong invece si fermò, rivedere Key lo fece stare bene, il suo cuore aveva perso svariati battiti come quegli occhi da gatto lo guardarono.

Chinò la testa mentre si mordeva il labbro inferiore, “sono un cretino …” pensò fra sé serrando i pugni… “Tesoro se non sei disposto a partire con me vuol dire che non ci tieni quindi … preferisco finirla qua …” …le ultime parole che la sua ragazza gli disse prima della partenza improvvisamente risuonarono nella sua testa per poi essere interrotta dal fischio del treno pronto alla partenza.

Fu in quel moneto che Jong si voltò e risalendo le scale velocemente un attimo prima che le porte della locomotiva si chiudessero salì a bordo. Non sapeva neanche, dove fosse diretto quel treno, voleva solo trovare Key.

Iniziò a cercarlo nel primo vagone ma di lui nessuna traccia, celere si spostò nell’altra carrozza, dove vi era un gruppo di ragazzi che occupavano quattro posti e poi, in lontananza c’era un ragazzo che leggeva una rivista, non si vedeva in volto. Jong pian piano lo raggiunse, notò che la rivista parlava di moda e sorrise sedendosi davanti a lui.

“Puoi essere solo tu …” pensò Jong allungando il braccio per sfilargli da sotto il naso, il magazine – Ehi ridam…- Key si bloccò quando vide seduto davanti a sé Jong. Il ragazzo sorrise accavallando le gambe - Vuoi fare qualche altro test insieme a me?- chiese ammiccando con una voce sensuale.

Key arrossì e non avendo nulla con cui nascondere quelle sue gote rosee prese la rivista dalle mani di Jong - Da qua stupido! – sfogliò il giornale facendo finta di leggere, per poi accorgersi che era al contrario. Schioccò la lingua come suo solito poi seccato chiese:

 - Comunque… dove sei diretto?-

“Amo quando fa così ” pensò Jong prima di rispondere: - Seguo il mio cuore e se, ti starai chiedendo dove mi porta … sai già la risposta … - il ragazzo dalla pelle ambrata, fu diretto senza peli sulla lingua, voleva stare con lui e basta. Il cuore di Key nell’udire quella frase perse un battito, accennò un mezzo sorriso prima di ribattere ma Jong lo precedette con un’altra confessione: - Ho debuttato da solista e, ho rilasciato tre canzoni che ho scritto pensando a te ma, non ti dirò quali sono…- fece una pausa poi - Una volta ascoltate, sarai tu a dirmelo, ti va?- la sua voce era calda e dolce, spiazzando completamente il giovane davanti a sé.

Key ricordava un Jong completamente diverso e  in quei tre anni era cambiato tantissimo,a lui piaceva. Sapeva che quella proposta significava dargli una chance e soprattutto che era innamorato di lui. Se non erano state le parole a dirlo, lo era stato il gesto…

-Non vedo l’ora di ascoltare le canzoni con te …- rispose Key sorridendogli come non aveva mai fatto con nessun altro.

Non ci furono altri dubbi e i due, una volta arrivati a Seul, presero il primo volo per New York.

 

§

 

Taemin invece, si era laureato all’accademia dell’arte, nel suo tempo libero dipingeva paesaggi insieme ai bambini della scuola di danza. Frequentò un corso di fotografia che lo portò a diventare uno dei migliori fotografi in circolazione. Nel giro di un mese ricevette molti incarichi da varie agenzie e questo, lo condusse a girare per il paese e in Giappone. 

Per festeggiare ogni suo traguardo Taemin andava ogni sera al bar, dove in passato aveva bevuto così tanto, da confessare la sua relazione con Minho. Da allora era diventato il suo posto preferito. Ci passava quasi tutte le sere in compagnia di modelli o di giovani ragazze belle formose portandolo a stringere una grande amicizia con il barman di origine brasiliana. Taemin amava i suoi rasta, più di una volta gli aveva chiesto se poteva fargli da modello ma quest’ultimo rifiutava ripetutamente.

-Cavolo Manuel … certo che sei insopportabile! Uffa … io ti porto le belle ragazze come piacciono a te e tu non vuoi farmi questo favore? – chiese Taemin sedendosi al bancone disperato. – Daiii ti prego, mi serve un modello e tu sei l’ideale - lo stava supplicando ma Manuel non cedeva - Mi dispiace piccoletto ma non posso permetterti di divulgare le mie foto… ma dimmi … chi è quella pollastrella! È mui linda! – rispose il rasta cercando di cambiare argomento di conversazione.

Taemin si arrese, sospirò chiedendogli una birra “peccato che non sia gay…” pensò lasciandolo da solo con la ragazza.

Il giorno dopo Taemin decise di partire, voleva visitare nuovi posti, conoscere nuove tradizioni e  lingue.

Preparò la valigia, chiamò un taxi e andò all’aeroporto. Una volta arrivato fece la fila per prendere il biglietto, destinazione: Alaska.

Il volo sarebbe partito nel giro di poche ore, avrebbe fatto lo scalo a Milano e a Toronto dove poi, avrebbe preso un elicottero che lo avrebbe portato a Sitka.

La fila per il check-in durò poco, ma l’attesa per la partenza era tanta. Taemin iniziò a girare per i vari negozi, sembrava così spensierato che non si accorse che qualcuno lo stava seguendo fino a quando non si sentì chiamare: - Minnie … - c’era solo una persona che lo chiamava in quel modo e come Taemin si girò, se lo trovò davanti.

Era Minho…

- Ciao!- rispose Taemin dolcemente, quel tono di voce confuse il ragazzo che gli sorrise.

- Dove sei diretto? Io a Londra - Minho cercò di sostenere una conversazione.

- Io sono diretto a Sitka, vado per una vacanza, comunque … mi ha fatto piacere rivederti - Il più piccolo sorrise per poi voltargli le spalle, non voleva parlare con lui ma come Taemin si girò, Minho lo abbracciò di dietro e poggiando la testa sulla sua spalla disse: - Prima di andare volevo chiederti scusa per quello che ti ho fatto tanti anni fa … allora, ero uno egoista e uno stupido ragazzino che, per provare emozioni nuove ha abusato di te. Sapevo i sentimenti che provavi per me e … mi dispiace veramente tanto. Quando ci siamo rivisti al festival, volevo dirtelo ma tu, sei scappato - la sua voce chiedeva perdono.

Taemin ascoltò con attenzione, quelle parole lo stavano aiutando a guarire quella ferita del passato. Sorrise sciogliendo quella loro unione per poi girarsi nuovamente verso il più grande: - Grazie per avermelo detto, se vuoi il mio perdono, lo hai già ottenuto anni fa … adesso devo andare altrimenti perdo il mio volo … arrivederci - la sua voce era dolce così come il suo gesto nell’accarezzarlo prima che le loro strade si separassero …

 

--- MESI DOPO ---

 

Edward era di ritorno da una serata di galà, era così stanco che invece di guidare chiamò un taxi. Entrò e sedendosi comodamente, comunicò l’indirizzo al tassista. All’interno c’era la radio accesa che trasmetteva i brani di alcuni artisti che avevano debuttato da pochi mesi.

La canzone iniziò con un ritmo lento ma così intenso da far salire la pelle d’oca. La voce dell’artista era altrettanto profonda, calda e disarmante  come se quella canzone la stesse dedicando a qualcuno con tutto il suo cuore.

Come Edward udì la sua voce, il suo cuore sembrò fermarsi, si sentì come la prima volta che vide Kyuhyun. Sorrise amaramente ricordandosi di lui…

Chiuse gli occhi posando la testa al finestrino, ascoltando quella dolce melodia:

 

< Il giorno in cui l’amore sta diventando familiare …

… anche solo guardanti fa male …

Tu sei preziosa e insostenibile, sei così lontana che non riesco a raggiungerti …

… ti nascondo come un dono prezioso …

Ora voglio raccogliere tutta la mia felicità per darla a te … ti amo come una goccia di pioggia …

… qualcuno che riesce a togliermi il respiro e voglio tenere stretto, come un sogno…>

 

 

--- DUE ANNI DOPO … ---

 

“Bzz…                                                 

                   Bzz…                          

                                 Bzz…”

 

Il telefono di Taemin vibrava nella tasca dei suoi jeans. – Hhmm… - il ragazzo alzò la testa dal bancone del piano bar, era in stato confusionale, gli scoppiava la testa e non riusciva a capire da dove arrivasse quel leggero tremolio. Riposò la testa sul bancone riaddormentandosi.

“Uff … dopo tutti questi anni ancora non ha perso il vizio di non rispondere al telefono!” pensò Edward riagganciando.

Erano passati due anni dall’ultima volta che i due si erano sentiti e quasi nulla era cambiato a parte le loro acconciature o colore di capelli, così come la loro vita sentimentale.

Edward non aveva tempo per vivere una relazione e Taemin che, dopo un anno di vacanza nel regno di “Frozen”, ebbe due relazioni con alcune ragazze che posarono per lui in tre servizi fotografici ma, non durarono molto.

L’unico a passarsela bene era Key che, in compagnia di Jong visse per un anno e mezzo negli Stati Uniti in quanto, era stato scelto come modello  da Jill Stuart per la sua catena di accessori.

La loro relazione giorno per giorno diventava sempre più solida.

Jong non smetteva mai di scrivere canzoni che riguardassero il suo splendido ragazzo dalla pelle di porcellana.
I due ben presto consumarono il loro rapporto e dà allora, non riuscivano mai a saziarsi l’un dell’altro.

 

Nel fra tempo però Taemin e Key tornarono a Busan ma di Edward, ancora nessuna traccia.

 

-Ehi Tae … svegliati, ti stanno chiamando…- “… di nuovo …” il rasta portò una mano sul braccio di Taemin scuotendolo per svegliarlo. Il più piccolo tenendo ancora la testa sul bancone fece scivolare la sua mano sulla tasca dei pantaloni, sfilò il telefonino e rispose senza sapere chi lo stesse chiamando.

-Pronto? – la sua voce era impastata dal sonno. < TAEMIN SONO EDWARD! MA QUANTO VOLTE TI DEVO CHIAMARE?>  dall’altra parte dell’ apparecchio la voce di Edward spiazzò Taemin portandolo sugli attenti e a sgranare gli occhi. – Edward? Da... da quanto tempooo! Come stai? – il piccolo si riprese subito alzandosi dallo sgabello mentre il rasta gli porgeva un bicchiere d’acqua fresca.

< Sì sono io, non mi riconosci più?Ahahahah … va alla grande, sto tornando a casa! Ti va di venirmi a prendere alla stazione? > chiese Edward in modo allegro.

-Veramente?! Yaaahhhhwwww non vedo l’ora di vederti! Certo che vengo a prenderti!- il suo cuore batteva all’impazzata, finalmente dopo cinque anni avrebbe rivisto e abbracciato nuovamente il suo amico.

Aveva tanto da raccontargli.

< Bene … allora ci vediamo tra due ore …> Edward riattaccò. Taemin prese il bicchiere d’acqua, si dissetò e ringraziando il suo amico uscì dal bar “Ci vediamo questa sera … bestione …” pensò tornando a casa per prepararsi.

Intanto, aveva inviato un messaggio a Key informandolo dell’arrivo del loro amico.

Key era a fare shopping con il suo amato e, quando il telefono squillò, lesse il messaggio e sorridendo, lasciò a Taemin un messaggio in segreteria dove diceva di andarlo a prendere prima di passare dalla stazione.

Allo scadere delle due ore, Taemin andò a prendere il suo amico per poi dirigersi alla stazione. L’auto sfrecciava ad alta velocità, sembrava che le ruote neanche toccassero l’asfalto. Key terrorizzato chiuse gli occhi per tutto il tragitto strillando al suo amico di andare piano ma Taemin, faceva finta di non ascoltarlo divertendosi e vederlo in quel modo.

Arrivati alla stazione, videro in lontananza Edward guardarsi intorno per vedere dov’erano andati a finire i suoi amici.

-EDWARDDDDD SIAMO QUIIII- urlarono i due alzando le braccia iniziando ad agitarle per catturare la sua attenzione. Il ragazzo sentendosi chiamare si voltò e vedendoli da lontano prese con sé le sue due valigie per poi correre verso di loro per abbracciarli.

-Ragazzi mi siete mancati tantissimo!- il giovane aveva lasciato le sue valigie per stringere forte a se i suoi due più cari amici - Anche tu ci sei mancato - i due ricambiarono la stretta notando che il fisico del loro amico non era cambiato anzi, era diventato più muscoloso mentre loro, erano sempre gli stessi.

-Woow vedo che nonostante gli impegni che hai, continui ad allenarti - sbotto Taemin toccandogli giocosamente i pettorali.

-Ahahahaah Tae … solo una volta a settimana - rispose Edward ridendo.

-Dai su, torniamo a casa e poi questa sera vi voglio tutti pronti per una rimpatriata al bar, dove canterà una persona a me molto cara - disse Key spintonando i due fuori dalla stazione.

Una volta in macchina Key si sedette dietro in modo da poter picchiare Taemin in caso premesse l’acceleratore. Durante il tragitto parlarono del loro lavoro, della loro sfortuna con i ragazzi eccetto Key e del loro sentirsi realizzati. Il viaggio in Alaska di Taemin aveva sbalordito Edward e Key, per loro solo un pazzo poteva andare così lontano per una vacanza.

Venti minuti dopo arrivarono a casa di Edward, Key lo aiutò con le valigie e prima di salutarlo gli ribadì i progetti per la serata. Lo stesso fece con Taemin prima di scendere dalla macchina - Certo, che ci sarò! Sono un cliente fisso in quel bar – ammiccò il più piccolo prima di ripartire verso la propria casa.

 

Le ore trascorse e la sera giunse, Edward decise di uscire un po’ prima per farsi una passeggiata. Il sole era tramontato da qualche ora e le stelle iniziavano a farsi sempre più nitide, davano vita alle costellazioni.

I viali erano fioriti, lasciando indietro quello che era rimasto del gelido inverno … era primavera, un soave vento accarezzava gli alberi di ciliegio facendo volteggiare nell’aria i petali dei fiori che sfioravano la pelle candida del ragazzo mentre raggiungeva i suoi amici al bar.

… Ed è proprio in una sera come queste che, il destino rimescola le carte…

Edward arrivò davanti al bar, dove ad aspettarlo c’era Key.

-Taemin è già dentro a flirtare con il barman che, a mio parere è etero ma vabbè … contento lui, contenti tutti…- sostenne Key stiracchiandosi le braccia per poi aprire la porta e far entrare per primo Edward e poi lui.

Come i due entrarono raggiunsero Taemin al bancone, il barman li osservò per bene, “O mio Dio … sono tornati i “peccatori”” pensò Manuel preparando alcuni cocktail.

-Sedetevi ragazzi! Questa sera si esibiranno due cantanti, non ricordo i loro nomi però, mi hanno detto che stanno avendo successo con la loro musica - disse Taemin indicando ai suoi amici due sgabelli per sedersi davanti al bancone.

-Jonggg si chiama Jong! Ed è il mio ragazzo … più tardi ve lo presenterò - sbottò Key guardando di sbieco Taemin.

-Woow vedo che iniziamo con il confessionale! Padre Manuel questa sera sarà al vostro servizio. Spero che le vostre confessioni siano meno imbarazzanti dell’ultima volta e che … non finiscano con qualcuno u-b-r-i-a-c-o! - il rasta si palesò  ai ragazzi  per servirli da dietro il bancone con tre mini drink - Questi li offre la chies… ehm volevo dire la casa  - sorrise guardandoli.

Edward e Key diventarono rossi in volto per l’imbarazzo mentre Taemin rideva ringraziando il suo amico - Dai bevete e non fate quelle facce, tra un po’ inizia lo show - esclamò Taemin sorseggiando il suo drink.

Gli altri riuscendo ad acquistare nuovamente una certa normalità, annuirono e iniziarono a bere fino a quando, le luci non si abbassarono, il silenzio cadde e il rumore di alcuni passi che percorrevano il piccolo palco non si arrestarono, dando spazio al suono di un incantevole voce.

Edward notò che Key si era girato verso il palco, poi incuriosito, scese dallo sgabello per avvicinarsi di più al palco  - E’ Jong … - gli sussurrò Taemin all’orecchio. Edward si girò in direzione del palco, vide il cantante in questione e come un dejà-vu si ricordò di lui … il vocalist della band.

Jong mentre cantava aveva solo occhi per il suo Key, si sorridevano al ritmo dolce di quella canzone. Alla fine delle canzoni il pubblico applaudì, il giovane cantante ringraziò con un inchino e poi, scese dal palco per raggiungere il suo ragazzo.

Key afferrandolo per mano lo trascinò dai suoi amici entusiasta, voleva farglieli conoscere.
Edward e Taemin si complimentarono per le canzoni e soprattutto per la sua voce. Gli offrirono un drink e iniziarono a chiacchierare con lui.

Fra una chiacchiera e l’altra, i ragazzi non si erano accorti che il secondo cantate, era salito sul palco.

Le luci erano rimaste soffuse e il silenzio non si era mai spezzato, tranne che per loro.

Pochi istanti e, una voce dolce, soave, da far venire la pelle d’oca, si udì in tutto il bar.

Edward per un secondo si bloccò, aveva già sentito quella voce e, aveva già percepito quelle sensazioni.

 

… tu sei come le luminose stelle del cielo che non possono essere toccate perché lontane, quella via sarà più vicina oggi? >

 

Gli altri si voltarono ma Edward no … aveva paura di innamorarsi di nuovo, aveva timore di rivivere quei sentimenti per un’altra persona.

La canzone continuava ad andare avanti… Taemin accorgendosi di Edward gli diede una pacca sulla spalla e dolcemente gli sussurrò: - Voltati Ed … o perderai la tua seconda occasione …-

Edward fece un respiro profondo e come si voltò, il suo cuore parve non esserci più. Non poteva credere ai suoi occhi, lì davanti a sé a cantare, c’era Kyuhyun.

Le gambe iniziarono a tremare come i loro sguardi s’incrociarono.

Kyuhyun dal canto suo non si sarebbe mai aspettato che la sua musa sarebbe stata lì quella sera. Per anni non l’aveva più vista ma, non smetteva di scrivere perché pensava che prima o poi, le sue canzoni le sarebbero arrivate dritte al cuore…

… E accadde proprio in quella sera, ed era proprio lui a cantargliela di persona.

Non gli tolse gli occhi di dosso, voleva fargli capire che era lui. Per un attimo voleva alzare il dito verso di lui ma, gli sorrise.

Edward colse quel sorriso e i suoi occhi divennero lucidi.

 

< Questa sera nel luogo più cupo, la tua voce mi ha riempito completamente…

… la stanca notte ha preso la tua piccola luce mentre camminavamo…

… perché riesco a vedere solo te … >

 

Le lacrime iniziarono a rigare il volto di Edward. Kyuhyun non smise di sorridergli, volva correre da lui per abbracciarlo, però non poteva, doveva prima finire la canzone perché in quel momento lui, gli si stava confessando i suoi sentimenti.

 

< … la tua inevitabile luce abbagliante …

…scorre al termine di questa sera…

Le parole “Ti Amo”  sono utili per la mia unica e speciale persona…>

 

A quelle ultime parole Edward, si avvicinò al palco, era incredulo per quella confessione arrivata dopo cinque anni.

Kyuhyun prese il microfono in mano e si piegò sulle gambe allungando la mano verso il volto di Edward. Gli sfiorò il viso catturando con il pollice una lacrima senza smettere di cantare per lui…

L’esibizione era finita, Kyuhyun a malincuore tolse la mano dal viso del più piccolo. Celere scese dal palco con la paura di riperdere il suo amato ma Edward, era ancora là, davanti al palco ad aspettarlo.

Lo raggiunse e afferrandolo per una mano lo trascino con sé fuori dal bar passando dall’uscita secondaria. In quello stesso istante le luci tornarono a illuminare la sala però, di Edward e Kyuhyun non vi era più alcuna traccia.

Key e Jong si guardarono facendosi l’occhiolino mentre Taemin era impegnato a rendere la vita impossibile al povero Manuel.

 

Kyuhyun … aspetta, do... dove stiamo andando?- chiese Edward con il cuore alla gola mentre si lasciava trascinare fuori dal bar dove, ad aspettarli c’era un (suv) nero.

-Voglio stare un po’ da solo con te … - rispose avvicinandosi alla macchina per aprire lo sportello dal lato del passeggero. – Fidati di me … - disse infine invitandolo a salire.

Edward si limitò ad annuire e sorridendogli salì in macchina. Il più grande da gentil uomo che era gli allacciò la cintura di sicurezza per poi chiudere lo sportello.

-So allacciarmela da solo … - obbiettò Edward sentendosi in imbarazzo ma Kyuhyun faceva finta di non ascoltarlo.

Salì anche lui in macchina, infilò la chiave nel quadro d’accensione e mise in moto. Edward non chiese, dove fossero diretti, la strada che stava percorrendo con il suo amore rivelato, la conosceva quindi si sentiva al sicuro e poi, aveva detto a Kyuhyun di fidarsi di lui annuendo semplicemente, senza dire una parola.

Kyuhyun ogni tanto lo guardava di sbieco notando che il suo amore era un po’ teso. –Non preoccuparti … siamo quasi arrivati … - disse il più grande spezzando quel silenzio che era calato non appena erano saliti in macchina.

Edward tirò un respiro di sollievo vedendo in lontananza la loro vecchia scuola.

“La scuola … perché?” si chiese mentre si voltava verso Kyuhyun guardandolo con aria interrogativa.

Il cancello era chiuso e Kyuhyun si fermò con l’auto lasciandola in moto scese, sfilò dalla tasca della giacca un mazzo di chiavi e aprì il cancello. Ritornò in macchina ed entrò nel viale della scuola parcheggiando la macchina.

Edward ancora confuso scese dalla macchina. - Perché ci troviamo a scuola? - chiese sperando in una risposta che, non arrivò. Kyuhyun gli sorrise come sempre, lo riprese per il polso trascinandolo dentro la scuola. “Spero solo che non mi voglia uccidere … uhm … delitto passionale …”, la mente di Edward stava andando in ebollizione creandosi dei pensieri che, non potevano di certo combaciare con il carattere del più grande e soprattutto su quello che era appena accaduto al bar.

Percossero un corridoio illuminato solo dallo splendore della Luna, le loro sagome per chi li vedeva da lontano sembravano piccole ombre.

Pochi secondi ed ecco che Kyuhyun si fermò davanti alla porta della biblioteca, la aprì come aveva fatto con il cancello ed entrò. Non accese la luce, la stanza era affascinante anche in quel modo, nella penombra con il bagliore della Luna che illuminava gran parte della biblioteca.

Edward ingoiò la sua stessa saliva come rivide quella stanza. Kyuhyun non gli lasciava il polso e tanto meno lui cercava di liberarsi dalla sua presa.

- "Il circo della regina" … ricordi? Il libro che ti aiutai a prendere -sbottò serenamente Kyuhyun lasciando il polso del più piccolo per avvicinarsi alla finestra.

“Ricorda il titolo del libro … ricorda ancora quel … giorno.” Pensò Edward mentre il suo cuore batté forte mentre con lo sguardo seguiva i suoi movimenti.

-Non l’ho mai … dimenticato, rispose Edward avvicinandosi a lui. Intanto Kyuhyun aveva aperto la finestra facendo entrare un po’ d’aria. La Luna con i suoi raggi accarezzava il volto del più grande, sembrava vegliasse su di lui … Era uno spettacolo per gli occhi di Edward.

- Come non ho mai dimenticato il sole che rasserenava il tuo volto mentre leggevi sedendoti sempre all’ultimo posto … io di te, non ho mai dimenticato nulla …- lo abbracciò da dietro portando le braccia intorno al petto dell’altro chinando la testa per poi poggiarla sulla sua schiena.

Kyuhyun percepì un brivido percorrerlo lungo la schiena come il piccolo lo strinse a sé. Non seppe resistere alla tenerezza che Edward gli stava manifestando allora, portò le proprie mani sulle sue allentando la stretta per poi voltarsi fra le sue braccia. Adesso la testa del ragazzo posava sul petto del più grande.

Il vento iniziò a entrare nella biblioteca e le tende a sipario bianche iniziarono ad alzarsi leggiadre nella stanza, mentre i petali di ciliegio sfioravano i loro volti volteggiando al ritmo sinuoso del vento.

-Finalmente posso stringerti fra le mie braccia - sussurrò Kyuhyun posando il suo volto fra i capelli di Edward baciandogli il capo. Edward lo strinse ancora di più come le mani del più grande si posarono sui suoi fianchi.

Il suo corpo fremette per il tocco dolce e allo stesso tempo possessivo.

-Sai … ti ho cercato per molto tempo in città senza mai trovarti, ho persino cercato il tuo nome sull’elenco dei vecchi registri scolastici ma, stranamente il tuo nome non c’era … - Kyuhyun accarezzandogli dolcemente i fianchi continuò a parlare, - … è stato in quel momento che ho capito che, non scrivevi il tuo vero nome quando prendevi in prestito i libri che leggevo io…- sospirò mentre il più piccolo ancorato ancora a lui iniziò a piangere. Il più grande percependo quelle calde lacrime scorrere sul suo petto lo abbracciò in modo possessivo per poi portare una mano sotto il mento dell’altro alzandogli il capo.

I loro sguardi si allacciarono, i loro volti si riflettevano l’uno negli occhi dell’altro. Quegli occhi occidentali, color blu intenso, avevano da sempre incantato Kyuhyun.

-I tuoi occhi … - la voce del più grande era calda e intensa, - … non piangere più … E-d-w-a-r-d- … - scandì per bene il suo nome, sapeva che era quello giusto, sorrise dolcemente mentre faceva sfiorare i loro nasi.

Edward annuì e come Kyuhyun sillabò il suo vero nome, sgranò gli occhi incredulo. Il più grande colse quelle due splendide pupille dilatate. “Sei bellissimo piccolo mio” pensò dandogli un bacio sulla fronte.

Poi scese lentamente, posando le sue candide labbra sugli occhi del più piccolo, li baciò così come la punta del suo naso. Sfiorò le sue labbra più volte sussurrandogli un intenso: - Ti voglio … - facendo infrangere il suo respiro sulle sue labbra che il più piccolo si morse sensualmente come un “Anch’io …” di risposta.

Kyuhyun non attese più, posò le proprie labbra sulle sue, premette delicatamente portandole a schiudersi. Adagio iniziò ad assaporarle per poi insinuare la lingua nella bocca del suo amato in cerca della sua gemella. La trovò e sfiorandola s’intrecciò con essa.

Edward ansimò nella bocca dell’altro facendo risalire le sue braccia fin dietro al collo intrecciandole spingendolo verso di sé mentre lentamente si dirigeva verso il basso trascinandolo con sé.

Kyuhyun si lasciò trasportare senza fare storie, il suo amato stava dirigendo il gioco e lui non poteva far altro che seguirlo.

Edward aveva adagiato la sua schiena sul pavimento divaricando le gambe, mentre Kyuhyun si ritrovò cavalcioni su di lui con una gamba fra le sue. Erano l’uno sull’altro …

Edward dal collo fece scivolare le mani sul colletto della camicia e pian piano iniziò a sbottonarla. A ogni bottone che apriva, s’intravedeva un frammento di pelle bianca, “ non posso crederci che… stiamo per farlo … io non…” pensò Edward preso dal momento.

La camicia fu aperta e Kyuhyun contribuì a levarsela completamente poi, prese la mano del suo piccolo e la portò sul suo petto in prossimità del cuore, Edward percepì il battito accelerato, batteva all’unisono con il suo.

Fu allora che il giovane prese la mano del più grande facendola insinuare all’interno della sua maglia gli fece percepire il suo di battito. Kyuhyun sgranò gli occhi per poi guardarlo con dolcezza ponendo fine al loro bacio facendo sfiorare i loro nasi.

“Sentire il battito del tuo cuore mi ha fatto venire più voglia di te …” pensò Kyuhyun mangiandoselo con lo sguardo mentre pian piano alzava la maglia del più piccolo. Anche la sua pelle man mano che la maglia si alzava, veniva scoperta per poi essere:

Respirata …

                      Accarezzata …

                                                    Leccata … 

Dal più grande.

Edward ansimò a ogni centimetro di pelle sfiorato insinuando le mani fra i capelli morbidi del suo amato.

-Hhmmm … Kyu … hhmm … - il giovane si morse il labbro un po’ imbarazzato per quei gemiti che uscivano dalla propria bocca.

Kyuhyun non poteva che esserne soddisfatto e quando arrivò davanti a quei bottoncini già turgidi, prima li sfiorò con il naso, poi con la lingua e come vide che il corpo del più piccolo sussultò, li catturò con le sue labbra torturandoli.

-Aaahhh … asp … aahh … - la voce di Edward risuonava nella stanza buia, era cristallina così come quella nottata che stava scorrendo a rilento solo per loro due.

“Bravo piccolo mio, fammi sentire ancora la tua voce. Fammi capire che mi vuoi … fammi …” Kyuhyun percepì le mani di Edward chiudersi fra i suoi capelli. Lo eccitava tantissimo tanto che, lo portò ad allentarsi i pantaloni sentendoseli stringere, li abbassò insieme ai boxer. Sbottonò anche i pantaloni di Edward per poi abbassarli con tutto l’intimo che aveva addosso.

-Sei una visione celestiale Edward … tu, sei la mia musa … - posò le sue labbra sul pene, - … la mia vita … - sfregò il suo volto fra i suoi peli, - … il mio mondo … - risalì serpeggiando sul corpo dell’altro.

Le loro pelli sudate si sfiorarono fremendo e i loro sessi si strusciarono l’uno contro l’altro.

-Sei mio … e di nessun altro … - lo guardò intensamente negli occhi.

Edward stava provando sensazioni che non si era mai sognato di vivere in vita sua, quelle attenzioni da parte di Kyuhyun erano una novità per lui ma, quelle parole lo imbarazzarono molto tanto che le sue gote, iniziarono a diventare rosee.

-I love you … Kyuhyun. - Sarighe … Edward. – quelle parole risuonarono contemporaneamente nell’aria.

Si sorrisero prima che Edward gli rubasse nuovamente il respiro.

Kyuhyun fece scivolare la mano su entrambi i sessi e avvolgendoli nella propria mano, iniziò a dare colpi di polso lenti per poi pian piano, aumentarne il ritmo.

Entrambi iniziarono ad ansimare l’uno nella bocca dell’altro, i sessi cominciarono a indurirsi e Kyuhyun non vedeva l’ora di entrare per amare completamente la sua musa.

Con la mano libera scese fino a sfiorare quella fascia di nervi che pulsava. Con le dita fece una lieve pressione per farle entrare, prima il medio che iniziò a farlo muovere in modo circolare e poi l’indice, continuando a modellarlo.

Edward inizialmente sentì dolore, si strinse di più al suo amato che, lo baciava sulla tempia rassicurandolo che il dolore sarebbe passato.

Kyuhyun percepì i sessi pulsare fra le sue mani mentre le gocce pre-orgasmiche iniziarono a fuoriuscire dal glande arrossato.

-Piccolo mio adesso sentirai un po’ di dolore ma, rilassati … passerà …- lo disse mentre gli accarezzava la fronte sudata.

Con calma tolse le dita dal fascio di nervi mentre con l’altra mano posizionava la sua erezione pronto ad entrare. Come il suo sesso si fece strada in quel fascio di nervi Edward strinse fra le sue carni il sesso dell’altro mentre una scarica di brividi percorse la sua schiena.

-Hhhmmm… sei stretto, … Hhmm… … rilassati amore mio … rilassati …- cercò ancora una volta di rasserenarlo mentre continuava a dare piccoli colpi di bacino.

Edward respirava profondamente, il dolore pian piano iniziava ad affievolirsi e lui a rilassarsi.

“Bravo piccolo …” pensò sentendo allentare la stretta da parte dell’altro lasciandosi così penetrare fino in fondo.

Fece intrecciare le loro mani, i loro corpi si unirono muovendosi all’unisono.

Schiene inarcate … ansimi … spasmi … brividi che accarezzano la pelle e due anime che danzavano a ritmo dell’amore mentre la luna e le stelle, facevano da testimoni al loro amore.

Raggiunsero l’orgasmo nel giro di pochi minuti.

-Sei stato fantastico … lo sai? – disse Kyuhyun facendo sfiorare giocosamente i loro nasi staccandosi senza fretta dal suo piccolo amore. “Vorrei stare accoccolato a lui per tutta la notte …” pensò pulendosi dell’essenza del suo ragazzo.

-Ti va di venire a casa mia? Sai … vorrei potermi svegliare con te così sarò sicuro che questo non sia solo, un bellissimo sogno …- disse con trasporto.

Edward arrossì imbarazzato per le parole dette dal suo uomo.

-Oh... ehm… beh… ecco io … - per un momento esitò ma subito dopo - … va bene qualsiasi cosa ti faccia stare bene - rispose alzandosi per ricomporsi.

Anche Kyuhyun iniziò a rivestirsi, aveva perso alcuni bottoni della camicia ma non ci fece molto caso. Adesso voleva stare solo con il suo amato Edward.

 

Uscirono da scuola e insieme, raggiunsero casa Kyuhyun, dove avrebbero trascorso la notte fra coccole e chiacchiere, avevano tante cose da raccontarsi ma soprattutto, dovevano iniziare a conoscersi meglio anche se sapevano già qualcosa l’uno dell’altro.

 

La serata si concluse anche per Jong e Key, dopo un paio di drink  tornarono a casa. Jong non reggeva l’alcol e fu di Key il compito di riaccompagnarlo a casa dove, ci rimase per tutta la notte. Key amava fare l’amore quando Jong era ubriaco, lo faceva sentire completamente suo fra baci intensi, morsi su tutta la pelle e segni sul collo. Era possessivo, sembrava “un drogato e lui, era la sua dose preferita”, così scriveva sempre Key sui social.

Anche Taemin aveva bevuto talmente tanto, da addormentarsi sul bancone. Manuel aveva rassicurato Key che, sarebbe stato lui a riportarlo a casa.

Al momento della chiusura, il barman cercò di svegliare il giovane ma senza riuscirci.

 “Aish … mi fa sempre perdere tempo questo ragazzino” pensò dopo vari tentativi, poi stanco di aspettare, se lo issò sulle spalle, chiuse il bar e lo portò in macchina.

Una volta messo in moto Manuel tentò di farsi dire la via ma Taemin puntualmente gli ripeteva: - non lo so … - quando beveva, aveva questa capacità, non ricordarsi le cose.

Il rasta sbuffò stanco e seccato lo portò a casa sua. Arrivati sotto il portone di casa, il più grande tornò a sollevarlo sulle sue spalle fino ad arrivare davanti alla porta del suo appartamento, la aprì ed entrando, accese la luce e fece scendere Taemin dalle sue spalle.

Come i piedi di Taemin si posarono sul pavimento quest’ultimo, iniziò a levarsi la giacca, a sbottonarsi la camicia e a slacciarsi i pantaloni fino a toglierseli. Rimase in boxer e come se nulla fosse, percorse il corridoio fino ad arrivare in soggiorno per poi buttarsi sul divano addormentandosi.

Il rasta rimase alquanto divertito da tutto ciò, ma alzò ugualmente un sopracciglio sorpreso da quel suo comportamento. Lo seguì e come vide l’altro sdraiarsi sul divano e abbracciare un cuscino istintivamente sorrise. “Non so più cosa fare con lui … mi ripete costantemente che non ci sta provando con me e poi, si comporta così …” pensò il padrone di casa lasciando il piccolo Taemin sul divano per dirigersi in stanza da letto.

Anche lui si privò dei suoi indumenti rimanendo con l’intimo addosso. Si mise nel letto e chiudendo gli occhi lentamente si addormentò.

… ma non sempre i risvegli sono come ci si aspetta e il mattino seguente Manuel, si accorse che qualcosa non andava, lentamente aprì gli occhi e girandosi dall’altra parte del letto vide una sagoma accanto a lui. Per un attimo si era alzato pronto ad attaccare, si fermò in tempo come notò che quello, era Taemin.

Istintivamente controllò se entrambi avessero ancora l’intimo addosso. “Sì, per fortuna non siamo completamente nudi, quindi non è successo nulla” tirò un respiro si sollievo, “ Uhm … neanche il sedere mi fa male, posso alzarmi senza nessun peso addosso …” pensò mentre contemplava il piccolo Taemin.

“Guardalo come dorme sereno, sembra quasi un angelo … corpo esile e snello, pelle bianca, fondoschiena da urlo e labbra da mozzare il fiato, soprattutto quando sorride …

EHI … ASPETA! NONONOOOO MA CHE VADO A PENSARE! O MEU DEUS MEGLIO ALZARMI E PREPARARE QUALCOSA DA SGRANOCCHIARE!”.

Celere Manuel si alzò dal letto, andò in cucina e iniziò a preparare una ricca colazione.

Intanto Taemin si era svegliato e aprendo gli occhi si era reso conto che quella non era casa sua. - Uhm … dove mi trovo … - si alzò dal letto e vedendo una camicia bianca ai piedi di esso, la indossò per coprirsi prima di andare in cucina. Pian piano esplorò quella stanza, nell’aria si sentiva l’odore del caffè appena uscito e di cornetti appena sfornati.

Timidamente entrò in cucina e come vide il rasta girato di spalle intento a spremere qualche arancia, Taemin sorrise - Buon … giorno … - disse con voce ancora impastata dal sonno.

-Buon giorno piccoletto! Siediti pure e inizia a mangiare qualcosa - sbottò Manuel, ancor prima che Taemin parlasse, si era accorto della sua presenza.

-Grazie…- rispose Taemin ma, prima di sedersi prese il suo borsone. Lo aprì prendendo il suo pc portatile. Il più grande intanto, aveva finito con la spremuta e girandosi la posò sul tavolo. Notò Taemin indossare la sua camicia “… gli dona molto …” pensò sedendosi.

-Ancora a scrivere la storia? - chiese il rasta passandogli il vassoio con i cornetti.

-Sì, devo solo scrivere il finale e ho finito - rispose Taemin prendendo un cornetto vuoto, - Voi leggerla?- gli chiese afferrando un bicchiere di spremuta.
- Sarebbe un vero piacere - il rasta sorrise e Taemin pronto, girò verso di lui il suo portatile.

Manuel iniziò a leggere la storia. “Interessante” sentenziò nei suoi pensieri perdendosi fra quelle parole.

-Woow, hai scritto anche di Minho e dell’incontro di ieri sera fra quel Kyuhyun e il tuo amico Edward - sbottò il barman addentando un croissant.

-Certo, però adesso mi manca il lieto fine per loro e Key e Jong!- rispose Taemin.

-E, il tuo lieto fine?- disse Manuel guardandolo di sbieco.

- Non ho un lieto fine … ho pensato a quello degli altri e, ho dimenticato il mio perciò, lo lascio così. - ribatté Taemin riposizionando il pc verso di sé per continuare a scrivere.

Il rasta leggermente infastidito si alzò dalla sedia, si pose dietro a Taemin e chinandosi posò il mento sulla sua spalla.

-Ho anche notato che hai parlato dell’Alaska … però non hai raccontato nulla …- gli sussurrò all’orecchio. – Lo hai detto tu no? Quello che accade in Alaska … rimane in Alaska e, visto che ho mantenuto il segreto, adesso, tu per sdebitarti dovrai farmi da modello!- rispose Taemin cercando di non far trapelare il suo disagio. – Giusto … - rispose il rasta ghignando mentre volutamente sfiorò con la punta del naso il collo candido di Taemin. Poi si rialzò e uscendo dalla cucina sbottò: - Vado a farmi una doccia …- ammiccò, amava stuzzicare Taemin.

Il più piccolo lo guardò arrossendo per poi distogliere lo sguardo e finire la storia.

Il risveglio per le altre coppiette fu dolce, per un certo aspetto.

Jong e Key si risvegliarono sul tappeto del soggiorno, pieni di succhiotti e morsi. Jong sorrise cosciente, di aver fatto passare una notte fantastica al suo ragazzo mentre Key si disperava per i segni lasciati da Jong sul suo collo.

-Sei uno stupido! Io ci lavoro con il mio corpo! Adesso come spiego questi succhiotti?- Key era disperato ma, bastò una frase di Jong per calmarlo: - Voglio far sapere al mondo intero che tu sei solo mio!- Key arrossì per poi fiondarsi di nuovo su di lui.

Kyuhyun e Edward si erano risvegliati abbracciati. Edward aveva la testa posta sul petto del suo amato, amava sentire il suo cuore battere mentre il più grande gli accarezzava dolcemente la schiena.

-Non voglio uscire da questo letto …- disse Kyuhyun stringendo fra le sue braccia Edward.

-Neanche io … voglio rimanere per sempre con te …- rispose il più piccolo sfiorando con le sue labbra il torace dell’altro.

-Allora andiamo a vivere insieme al rientro della mia tournée - dichiarò Kyuhyun portando una mano sotto il mento del più piccolo alzandogli la testa per guardarlo negli occhi.

-Verrò in tournée con te … per te arriverei in capo al mondo pur di starti vicino …- rispose Edward portando i loro nasi a sfiorarsi.

-E il lavoro? – chiese sussurrando Kyuhyun inclinando il capo verso destra avvicinandosi alle labbra del suo amato. – Ho lavoro sodo per tutti questi anni … è arrivato il momento di godermi una vacanza… - rispose a tono Edward inclinando il capo verso sinistra andando incontro alle labbra dell’altro.

Le labbra si schiusero, la ricerca della loro gemella ripartì … le posizioni si capovolsero e i loro corpi all’unisono ricominciarono a danzare.

                                                                                       

Fine.

 

Taemin mettendo la parola fine alla storia, salvò il file e spense il portatile.

Si alzò e andò in camera da letto, dove il rasta aveva appena finito di farsi la doccia ed era uscito in accappatoio.

-Hai finito … - chiese il rasta guardando Taemin mentre si avvicinava a lui. Il più piccolo annuì mentre lentamente si sbottonava la camicia andandogli incontro - Ho bisogno di farmi una doccia…- disse Taemin in modo suadente portando le sue mani sulla cinta dell’accappatoio slegandola lentamente.

“Guardalo prima fa il timido e poi eccolo... O MEO DEUS e meno male che ero etero, aish ma lui è la mia eccezione, il mio diavolo tentatore personale" sorrise di se stesso il più grande mentre lo osservava avvicinarsi per dettare le regole di un nuovo gioco creatosi tra loro “Aish... scommetto che Lenny mi prenderà in giro a vita una volta saputo di me e questo piccoletto” rifletté il rasta, non volle fermarlo nelle azioni anzi, finì di sbottonargli la camicia per poi prenderlo dai fianchi in modo possessivo divorandolo con lo sguardo.

Taemin sorrise divertito privando completamente il rasta del suo accappatoio - Andiamo a scrivere il nostro lieto fine … - gli sussurrò sulle labbra spingendolo in bagno per poi chiudere la porta alle sue spalle.                                     

 

----SULL’ISOLA SI JEJU ----

I colori caldi illuminavano il cielo, il sole stava per tramontare dietro l’Oceano e le onde si gettavano su due sagome sdraiate sulla riva l’un su l’altro.

-Credo che si siano dimenticati di noi …- disse il giovane manager mentre accarezzava i lunghi capelli del suo amato che, li nascondeva dagli occhi indicreti dei passanti.

-Hhmm … pazienza piccolo mio… l’importante è che ci sei tu con me… - rispose il barman dagli occhi grandi e cristallini come il mare.

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[1] Libro presente nella OVA di Sekai-ichi.

[2] A Busan, nel mese di maggio, all’interno della cornice meravigliosa del tempio di Samgwangsa, centinaia di lanterne colorate inondano gli spazi interni ed esterni per un effetto scenico unico.
Le lanterne simboleggiano la saggezza, che porterà luce nel mondo, e molti di esse hanno la forma del fiore di loto (simbolo corrente del Buddismo).

[3] Sostanza simile alla cera che viene utilizzata dalla Geisha per coprire il viso, le orecchie e metà collo.

 

Info : la stazione ferroviaria è quella di Busan. Key per arrivare a Seul prende la Linea KTX Gyeongbu, raggiungendo in due ore e diciotto minuti la Capitale.

Taemin parte dall’aeroporto di Pusan-Gimhae, situato a est del quartiere di Gangseo-gu.

L’ultima canzone cantata da Kyuhyun al bar si intitola : “Million Pieces”. (entrambe le canzoni sono realmente sue, e sono bellissime *_____*).

 

 

∞∞∞ Dietro le quinte ∞∞∞

 

*Sbuca dal nulla guardandosi intorno per vedere se è nella sezione giusta.*

“Uhm … si, è questa … non ho sbagliato!”

Ciaaaaaoooooooooo piccolaaaa mia!!!! *___* Tantisssimiiiiiii Augurrrrrriiiiiiiiiiii my e ripeto MY (solooooo miaaaa) Sister!!!! Ahahahahaahah * Le crisi sono in atto. Poi, le salta addosso strapazzandola di coccole.*

 Ci crederesti mai che ho pubblicato una One Shot … capisci?! UNA ONE SHOT solo per te!!!  * saltella felice,infondo non ci crede neanche lei.*

Cioè … non voglio trovarmi mai piùùùùù nei vostri panni! *non ammette che ci ha preso gusto nello scrivere.* Ti rendi conto che la notte sognavo Kyuhyun che mi cantava tutto sorridente e un Edward che agitando quella su bellissima manina mi salutaaaa! *___*
*sta ammettendo che si è divertita a sognarli.*

Ma, tutto questo è stato possibile grazie a due persone che hanno collaborato con me sostenendomi e soprattutto S O P P O R T A N D O M I  durante i miei momenti di sclero … indecisione … ispirazione  a mille e aggiornamenti 24h ahahahahah.* Rotola dalle risate.*

Vi ringrazio di cuoreeeee *___* se avete bisogno di un rene chiamatemi (sempre se è compatibile ahahahahah).

*Arriva il suo avatar a prenderla a schiaffi.*

-Dovete scusarla ma … da quando ha finito di scrivere non si è più ripresa …-

*La prende in braccio e portandosela via.*

- Lascio concludere ai suoi collaboratori … forse, ma dico FORSE, sono più lucidi di lei…-

“Ho i miei dubbi … ma vabbé …”

 

 

 

Hola pesteeee

Taaanti auuuuguuuriiiii *l’abbraccia felice.*

Credevi che te la scampavi è?

u.u

Donna di poca fede, non potevi non beccarti una mega storia * e qui ringrazia l’autrice*, con il capellone argentato e il rasta che s’intrufolano *ride di gusto* e con relativi banner *fa occhi a cuore*

Vediiiii non serve sempre l’assiduità per rimanere in pianta stabile nei cuori degli amici.

=P

Ragaaa grazie per avermi permesso di collaborare con voi.
Vi lovvo a tuttiiiii!  By Lagartischa

 

 

 

*arriva e abbraccia la sua noona*

 

Buon Compleannoooo :)

Sono contentissimo di essere riuscito a partecipare  a questo regalo ^^

 

*saltella felice*

 

Sei una gran lavoratrice e appena puoi arrivi di corsa per salutarci :)

Ti voglio tanto bene <3

E hai visto? Sono riuscito a finire il ritratto di Kyu che ti avevo promesso shiiii ;)

 

Ancora tanti auguri ^^

Kiss kiss ~

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

        

 

 

 

 

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