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Autore: NeroNoctis    21/07/2016    1 recensioni
La tecnologia era, è e sarà qualcosa di fondamentale per l'uomo. Qualcosa che a volte fa dimenticare a noi stessi di goderci la vita per quella che è, di godere delle piccole cose. Il mondo intero ormai vive per la tecnologia, ma cosa accadrà se un giorno sarà la tecnologia a vivere per mano nostra? Cosa penseremo ripensando ai veri momenti della vita, quando sarà troppo tardi?
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un uomo di mezza età chiuse le tende di casa sua, con fare molto cauto. Aveva il viso abbastanza stanco, la barba incolta e uno sguardo attento. Il verde dei suoi occhi, un tempo così luminoso, aveva lasciato spazio ad un paio di occhi spenti, come se avesse perso qualcosa molto tempo prima. Passò delicatamente la mano su quella tenda bianco-rossa, osservando poi la polvere e la sporcizia rimasta sulle sue mani.
Sospirò.
Si voltò, fissando il letto sul quale era distesa una bambina di circa dieci anni. Indossava delle scarpette bianche, un vestitito bianco a pois rossi e una collanina con un pendente a forma di cuore. Sul viso aveva un visore VR, visore che sembrava non aver futuro ma che in realtà, aveva cambiato la vita di molte persone, soprattutto in quel periodo.
La tecnologia si era sviluppata così velocemente che quasi nessuno se ne accorse davvero. Gli smartphone, i visori di realtà virtuale, le prime forme di intelligenze artificiali davvero efficiente, per finire agli androidi domestici o lavorativi.
Lo chiamavano progresso. 
L'uomo si avvicinò alla bambina, sedendosi vicino a lei sul letto e collegando il suo cellulare al visore. Sfiorò l'icona relativa al programma e iniziò ad osservare le immagini che scorrevano sul suo schermo. Stesse immagini che stava vivendo la piccola.

«Amanda!» chiamò una donna dai lunghi capelli biondi, sorrideva. La bambina si voltò, correndo da quella donna, mentre i suoi piedini nudi sfioravano quell'erboso manto verde. Da lontano il padre li osservava sorseggiando un drink, mentre il sole illuminava il suo viso e facendo brillare i suoi occhioni verdi, pieni di vita e gioia.
«Guarda papà!» urlò Amanda, rivolgendosi all'uomo che scoppiò a ridere visibilmente felice. La bambina e la mamma si erano appena rotolate sull'erba, per poi distendersi col fiatone a fissare il cielo azzurro decorato da qualche nuvola, iniziando così il classico gioco di associare le immagini a quelle soffici figure bianche.
Amanda aveva trovato diverse cose: elefanti, un cuore, un cucciolo di foca e persino un camioncino dei gelati. Sua mamma invece si divertiva ad ascoltare la figlia, fingendosi stupita per le immagini che trovava. 
Amanda era così felice. Quella realtà era davvero bella, ideale e... virtuale.
Il padre scollegò il cellulare, non riuscendo più ad osservare quelle scene di vita felice che stava vivendo sua figlia. Sapeva che non le avrebbe mai vissute davvero, sapeva che il suo modo per essere felice era rifuguarsi in quella realtà virtuale che tempo prima sembrava così inutile. 
Perchè dopotutto, inutile lo era davvero. Tutti si dimenticarono di vivere per star dietro alla tecnologia e, quando la tecnologia divenne autonoma, tutti iniziarono ad usare la stessa per vivere e rivivere momenti che tempo prima disdegnavano, momenti che venivano dati per scontati.

La portà si spalancò di colpo, facendo sussultare l'uomo che fissò quello che gli si parava davanti. Amanda era ancora distesa sul letto, intenta a vivere nel suo mondo, con la mamma. 
Il padre non distolse lo sguardo, osservando gli androidi che lentamente entrarono, sfoderando diverse armi e puntandole verso l'uomo.
«Ne abbiamo trovati altri due. Uomo e bambina. Procedere.» disse l'androide con voce meccanica, mentre l'uomo indietreggiava verso la finestra chiudendo gli occhi, non prima di lanciare un ultimo sguardo verso la figlia, pensando che forse, adesso Amanda avrebbe davvero giocato con sua mamma.

Il mondo fuori da quella finestra era completamente spento, i colori svaniti così come i rumori, le voci. Automobili schiantate su ogni cosa e alberi ormai morti, con il verde della terra ormai inesistente. L'unico colore che illuminò quel tragico paesaggio, fu quella finestra, tinta improvvisamente da uno schizzo rosso.
 


 La tecnologia dovrebbe migliorare la tua vita, non diventare la tua vita.
(Harvey B. Mackay)
   
 
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