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Autore: Isara_94    21/07/2016    3 recensioni
Ho soltanto fatto quello che era mio dovere fare dal momento che sono la sorella maggiore: ho avuto cura di lui, di noi.
Genere: Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucille Sharpe, Thomas Sharpe
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Era solo questione di tempo prima che Thomas venisse a saperlo. È sempre stato intelligente, e io ho fatto un lavoro troppo buono quando l'ho trasformato nel perfetto gentiluomo che è.
Avrei potuto nascondere i registri da qualche altra parte, ma conoscendo mio fratello se li avessi fatti sparire gli avrei solo dato un motivo per cercarli di nuovo. Per quanto grande, non esiste un posto di questa casa che non abbia già esplorato. In qualche modo però sono felice che l'abbia scoperto da solo, perchè in cuor mio sapevo che non sarei mai stata pronta a dirglielo.
-dunque è così che stanno le cose-
-è solo un po' di economia domestica-
-vedo... e da quanto vanno avanti le tue piccole "economie"?-
Oh, il piccolo principe che ha appena scoperto la realtà di questo freddo, cinico mondo. Forse non ho fatto un così ottimo lavoro nel conservare quella parte di lui. Avrei dovuto avvertirlo prima di come il nostro titolo sia solo una bella parola da pronunciare invece di suonare il pianoforte per lui, insegnargli che qualunque cosa volesse avrebbe dovuto lottare per averla invece di insegnargli come danzare un valzer, mostrargli che i nostri genitori non ci hanno lasciato alcun futuro invece di deliziarmi dei baci con cui mi venera.
Ma... lo amo. Amo troppo il candore puro della sua pelle e le sue mani morbide per lasciare che si rovini lavorando come un uomo qualunque. Lui non è uno qualunque, è mio. Mio e mio soltanto. Il mio piccolo fratellino dal sorriso angelico. Tranne quando pensa di saperne di più della sottoscritta.
-non usare quel tono accondiscendente con me, Thomas- l'avverto.
Com'è facile fargli riprendere il suo posto, è sempre stato facile. Mi fissa, mi tiene il broncio, magari da voce al suo malumore... ma non osa mettere in discussione quello che dico. Sotto i suoi modi da perfetto padrone di casa c'è ancora il piccolo erede della famiglia che si rifugiava nelle mie gonne a farsi consolare dei brutti sogni, sapendo di trovare in me più comprensione di quella che mostrava nostra madre.
-scopro che hai licenziato la domestica mesi fa e che anche una libbra di zucchero costa più di quanto possiamo permetterci, come pensi che dovrei sentirmi?-
-grato. Ecco come ti dovresti sentire- rispondo -mentre giocavi coi tuoi modellini chi pensi che mandasse avanti la casa? Ti ho cucinato la cena, lavato le camicie senza lamentarmi delle macchie di terra che ci trovo ogni volta che esci, rammendato gli strappi con cui ti ritrovi perchè non fai mai attenzione. Lo vedi cosa faccio per amor tuo?-
Sì, lo vede eccome. E io vedo come buona parte della sua baldanza si è dissolta come neve al sole. Capisce che se non fosse stato per me, a quest'ora non avremmo nemmeno un penny.
Mi sono odiata il giorno in cui ho licenziato l'ultima che si occupava di queste faccende. Meglio farlo di persona, prima che a dare le dimissioni ci pensasse lei. Siamo in un posto isolato, ma le voci viaggiano veloci e nel circondario ne girano già a sufficienza su di noi. E ancor di più ho detestato dover scegliere se preferivo una casa calda, o un piatto pieno. Ho preferito spegnere stufe e camini, tenendo accesi solo quello della cucina e della camera da letto, così da far durare il carbone che abbiamo. Ho imparato a far rendere ogni cosa nella dispensa. Uso sempre gli stessi pochi abiti nonostante ne desideri di nuovi.
Ho soltanto fatto quello che era mio dovere fare dal momento che sono la sorella maggiore: ho avuto cura di lui, di noi.
Eppure anche sapendo di avere ragione non riesco a non pensare che potrei essere stata troppo dura. Lo sento. A volte mi domando come faccia a farmi sentire in colpa quando dico le cose come stanno, perchè non riesco mai davvero ad arrabbiarmi con lui.
Lo attiro vicino, il suo respiro caldo filtra nel velluto del bustino e lo sento proprio sul cuore mentre affondo le dita fra i suo capelli per tenerlo stretto a me -non pensiamoci più, va bene? Pace-
È tutt'altro che passato, far pace significa ugualmente che siamo senza soldi e che la sua eredità è una proprietà che non rende più nulla. Per il momento però serve a riportare la calma. Ne abbiamo bisogno, mi serve che lui sia lucido quando gli dirò che esiste un modo per dare un po' di sostanza alle nostre finanze. Le sue mani sulla schiena mi fanno pensare che le mie parole abbiano fatto effetto, il suo sguardo però mi fa capire il contrario. Quando pensa difficilmente riesco ad accettare le sue trovate.
-troverò un lavoro, posso mantenere entrambi-
-noi non lasceremo questa casa-
-Lucille parliamone...-
-ne abbiamo già parlato- prendo il suo viso fra le mani, dolcemente, guardandolo negli occhi -e non voglio più sentirti dire una cosa del genere. Non voglio vederti là fuori a faticare per qualche sterlina, i nostri genitori si rivolterebbero nella tomba a sapere il loro erede umiliarsi così-
Esiste un modo più facile, per ottenere i nostri scopi. Ma per me non esiste altro uomo, nessuno sa farmi piacere quanto Thomas. Lui invece è piuttosto portato per i giochi, sa come affascinare quelle donne che sospirano leggendo quei romanzetti stucchevoli per inguaribili romantiche. Sono disposta a tollerare che le sue labbra non siano più esclusivamente mie, fintanto che ho la sua fedeltà su tutto quel che resta. Deve solo smettere di essere testardo.
A cena stasera non fa alcun commento sul fatto che per la terza volta questa settimana si mangia di magro. E come potrebbe ora che sa che è già tanto avere questo. È ancora sconvolto dalla nostra discussione di questo pomeriggio e reputo che sia meglio lasciargli assimilare meglio la cosa. Non è la prima volta che devo scendere a patti coi suoi capricci da testardo, la strategia migliore è aspettare. Capirà da solo che darmi retta è l'unica cosa giusta da fare.
E a letto 'impegna meno del solito. Non si tira indietro, certo, ma ricordo nottate in cui era decisamente molto più motivato. Quasi che lo stia facendo solo per farmi un favore. Invece tutto quel che ottiene è di farmi dispetto, lasciandomi lì insonne e insoddisfatta.
 
La sua resistenza inaspettatamente regge per quasi due settimane, contro ogni pronostico. Poi una mattina ci svegliamo che fa ancor più freddo di quando siamo andati a dormire, dal corridoio vediamo la colonna di soffici fiocchi bianchi che cade dal buco nel tetto. La prima nevicata della stagione. Lo sento mormorare qualcosa sottovoce, per poi vestirsi in fretta.
Interiormente grido vittoria. I nostri risparmi stanno esaurendosi, e con l'inverno alle porte farà sempre più fatica a fare l'orgoglioso. Il gelo fa cedere tutti, alla fine. Ma gli sto voltando le spalle e la mia piccola risata silenziosa viene fraintesa.
-ho stretto troppo?- domanda apprensivo, temendo di aver tirato troppo i lacci del corsetto. Dopo tutto questo tempo ancora teme di farmi male, conoscendo i rischi che vengono dal costringere costole e muscoli fino a questo punto. Per sua fortuna non sono così delicata, ma mi sono sempre guardata dal farglielo sapere. Mi piace che si preoccupi per me.
-no, è perfetto. Grazie fratellino-
Mi siedo davanti allo specchio, iniziando ad acconciarmi i capelli. Stringo fra le labbra alcune forcine, notando che a differenza degli altri giorni Thomas è ancora qui. Da quando abbiamo discusso fa tutto quel che può per evitare di spendere troppo tempo nella stessa stanza in cui sto io, chiudendosi nella stanza dove lavora oppure dileguandosi per aggiustare ora le perdite nelle tubature del bagno per non far marcire l'unico pavimento che per il momento è ancora salvo, ora qualche altra cosa in cucina se io sto al pianoforte nel salotto buono.
Sembra pensieroso, come se stesse cercando le parole adatte. Gli lascio il suo tempo, perchè c'è una sola cosa che può dire.
-mi sta bene- esordisce infine.
Guardo il suo riflesso nello specchio, continuando a fermare le ciocche ribelli in qualcosa di ordinato -scusami?-
-hai vinto, qualunque sia la tua idea ti ascolto- sospira sconfitto, sedendosi sul letto e restando lì.
Considero se sia il caso di lasciarlo a cucinare nel suo silenzio ancora un po', ma non sono così crudele. È già abbastanza che abbia messo giudizio. Lascio perdere la toeletta, accettando che dovrò ricominciare tutto il lavoro daccapo una volta che avrò finito. In fondo c'è sempre una possibilità che mi spettini lui se le cose vanno per il verso giusto.
Sono stata previdente, ho messo da parte abbastanza denaro per un viaggio. Qui in Inghilterra è risaputo che il nostro nome ha perso prestigio, per cui dobbiamo fare un tentativo all'estero dove nessuno ci conosce. Avevo pensato all'Italia, il cambio in valuta locale è vantaggioso per noi.
Thomas potrebbe presentare una delle sue invenzioni, cercare investitori. Milano è una grande città, la borghesia lì ha fatto fortuna. E quando un imprenditore ha il denaro per presentarsi nei giri dell'alta società solitamente cerca quel che gli manca: un titolo, possibilmente che non sia comprato. Io non potrei mai interessare uno di quei giovani, presentandomi senza una dote. Ma il mio amato fratellino fa proprio al caso nostro: a un uomo non si richiede altro che fedeltà in un matrimonio. Il tempo necessario a far pronunciare alla fortunata il fatidico "sì", e i nostri problemi saranno solo un ricordo.
-questo è il tuo piano, farmi sposare per incassare i soldi dell'eredità- capisco perfettamente il suo disagio -non posso farlo, sarebbe come tradirti-
Sì, ma sono disposta a scendere a patti con la mia gelosia. Un bacio non significa nulla, quando è fine a se stesso. E quei soldi ci servono. Gli concedo un sorriso, riavviandogli un ricciolo ribelle dietro l'orecchio -sì che puoi, non è tradimento se per quella donna non provi nulla. Come una recita a teatro, ricordi? Era uno dei tuoi giochi preferiti- spiego, perdendomi per un attimo nei ricordi -basta soltanto che la sposi, a quel punto potremo farle firmare le carte per avere quello che ci serve. Mi occuperò io del resto, te lo prometto...-
Mi abbraccia, affondando il viso nell'incavo del mio collo. Ben presto intendo che non l'ha fatto in cerca di calore, e che ho fatto bene a non finire di pettinarmi. Poso un bacio sui suoi capelli, respirando il suo profumo per poi sussurrargli all'orecchio -... non permetterò a nessuno di portarti via da me-
   
 
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