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Autore: Federica_Peanut    21/07/2016    1 recensioni
Salve micetti!
In questa one shot vedremo la coppia George&Fred alle prese con dei sentimenti, delle bugie e chissà, magari anche con un pizzico di maturità in più.
"... –Qualunque cosa succeda, io e te per sempre, ricordi? –
-No Fred… non in questo caso… -. Corse via, con le lacrime che ancora gli solcavano le guance; ..."
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Fred Weasley, George Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest | Contesto: Contesto generale/vago
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Mentire non è sempre la strada più facile
 
 
-Hey George… e se per una volta provassimo a fare sul serio? –
-Ma Fred, sei impazzito?! –
Dissero con un velo di fiatone, stesi nudi sul pavimento di una stanza.
-Scusa hai ragione, non so cosa sto dicendo, sarò ancora stremato dai vari orgasmi… -. Fred cercò di nascondere il suo senso di tristezza dietro ad un sorriso mal riuscito.
-Io e te non siamo mai andati oltre ad i preliminari e poi… fare sul serio? Andiamo Fred, quando mai siamo stati seri? –
-Dimentica ciò che ho detto, era solo uno stupido pensiero. –
 
Passarono i giorni, ma la squadra “George&Fred” non era più la stessa di sempre e quando provavano a fare qualche scherzetto per la scuola, non andava mai a buon fine: da parte di Fred c’erano molte mancanze e poca attenzione.
Di solito George riusciva sempre capire al volo cosa affliggesse la testolina del gemello, ma questa volta proprio non lo capiva.
 
Svolte tutte le lezioni previste per quel giorno si diressero verso la sala comune dei Grifondoro e Fred prese subito posto sopra ad una poltrona, vicino al camino. Insomma, non era da lui essere così poco euforico e appollaiarsi subito da qualche parte! Il gemello non ce la faceva più a vederlo in questo stato, non sembrava nemmeno suo fratello! Dov’era finito il Fred dei suoi bellissimi ricordi?!
-Ora basta Fred! Ti ordino immediatamente di dirmi che cazzo ti prende! –
Il suo tono parecchio alterato attirò l’attenzione di tutti i presenti in quella stanza e ogni persona si avvicinò per osservare la scena. –
-George! Ma che ti prende, sei impazzito?! –
-Sei tu quello a cui prende qualcosa, rivoglio mio fratello, non una sua falsa copia! Sono giorni che ti comporti in modo strano, sei freddo, distaccato, scherziamo a malapena e per colpa tua, non ci riesce nemmeno uno scherzo! –
-Ti prego, ora smettila, ci stanno guardando tutti, andiamo in un posto più riservato. –
Si sollevò da quella poltrona, lo prese per la mano e con passo svelto lo portò in una stanza della scuola, dove sapeva che nessuno sarebbe entrato.
-George, mi dispiace, non era mia intenzione farti sentire così… -
-Dimmi cosa ti affligge così tanto da non riuscire nemmeno a scherzare. –
Cosa gli avrebbe detto a quel punto? Che credeva di provare qualcosa di diverso dal solito legame che annoda le anime dei fratelli? No… avrebbe mentito, era l’unica soluzione, anche se non l’aveva mai fatto con lui… e faceva male doverlo fare…
-Semplicemente siamo un po’ troppo cresciuti per quei giochetti da bambini, non trovi? –
-Co…cosa stai dicendo…? -. Riuscì a fatica replicare George.
-Esatto, hai capito bene: tutti questi scherzi li fanno le persone immature, invece noi dobbiamo dimostrare di essere persone responsabili e adulte. –
-Ma noi non siamo né responsabili e nemmeno adulti! –
-Bene, vuol dire che è ora di esserli. –
Che George stia perdendo il suo dolce e scherzoso fratello? Non poteva perderlo davvero così… era forse stanco di lui? Una lacrima gli solcò il viso. Poi un’altra e   un’altra e un'altra ancora.
A Fred gli si spezzò il cuore a quella nuova visione del fratello, non c’era abituato.
-Ti prego, non piangere, te ne scongiuro… -. Non ci rifletté molto: si avvicinò a lui di qualche passo e congiunse le sue labbra con le gemelle, in un casto bacio a fior di pelle. –Qualunque cosa succeda, io e te per sempre, ricordi? –
-No Fred… non in questo caso… -. Corse via, con le lacrime che ancora gli solcavano le guance; corse via, via da quella stanza e via da un fratello che non era più il suo.
George rimase lì, fermo, incapace di pensare e di agire. Sentiva una parte di sé andarsene via e lasciarlo solo.
 
Ormai si incontravano solo a lezione, nei dormitori, nella stanza comune e nella Sala Grande, e quando Fred si avvicinava per provare a chiarire, il gemello riusciva sempre a svignarsela. Ma stanotte lo avrebbe beccato, ne era sicuro, aveva escogitato un piano che ai suoi occhi pareva perfetto.
Prima di essere richiamati tutti a dormire, scrisse un bigliettino e lo pose sopra al cuscino dell’altro, questa volta era sicuro di potercela fare!
George quando fu abbastanza vicino al letto, notò il bigliettino e lo aprì, incuriosito da quel fatto insolito. Lo lesse.
“Hey bel figo, mi hanno colpito tantissimo i tuoi capelli e sembri una divinità. Non ti dirò chi sono, vieni nella stanza delle necessità e lo scoprirai. Ti aspetto!”
George pensò semplicemente che avessero sbagliato letto, quindi lo accartocciò e lo buttò in un bidoncino ch’era presente nella camera.
Fred di sott’occhi vide tutta la scena e se ne avesse avuto la possibilità, avrebbe imprecato urlando le peggio cose. Doveva escogitare qualcos’altro!
 
George stava arrivando e Fred si mise in posizione… eccolo… era vicino… ora vicinissimo e… ORA!
Con una magia fece avanzare un robottino verso i piedi del gemello e con un altro incantesimo fece partire la voce registrata al suo interno, nella speranza che lui potesse finalmente dargli una possibilità per chiarire. Ma quest’ultimo nemmeno si accorse della presenza di quell’esserino ai suoi piedi, talmente tanto stava parlando animalmente con un amico. E tanto meno si accorse di quello che il pezzo di latta stava ripetendo a disco rotto.
“Ti prego perdonami, dammi solo una possibilità per chiarire. Ti prego perdonami, dammi solo una possibilità per chiarire. Ti prego perdonami, dammi solo una possibilità per chiarire. …”
Andò avanti così finché Fred, seccato, con un colpo di bacchetta e incantesimo non lo fece stare zitto, per poi tirargli anche un calcio, facendolo sbattere contro al muro e ammaccando quel piccolo e indifeso robottino, che ora giaceva lì da solo e al freddo, come l’anima di Fred in quel momento.
 
Il professore Piton quel giorno stava interrogando, quindi Fred si disse che era l’occasione giusta. Da sotto il banco, non si sa come, tirò fuori un piccolo carrellino con dentro dei cioccolatini e nuovamente con un incantesimo, lo fece avanzare, indirizzato al banco di George.
Ma come poteva sperare che tutto quel delizioso cioccolato, potesse davvero arrivare fino al banco del gemello? Infatti da lui arrivò soltanto il contenitore vuoto. Vuoto come si sentiva ora Fred, e carte di cioccolatini ora erano sparse tra vari banchi, tutte con all’interno una frase: “Non riesco più a stare così lontano da te… mi manchi, fratello mio…”
-Signor Weasley. –. Entrambi i gemelli tirarono su la testa e posarono lo sguardo sul professore. –No, non tu… nell’ultimo banco… a destra, … ma tu… nell’ultimo banco… a sinistra. … Non mi interessa… come ti chiami, … eri distratto, quindi… ora penso che… sarai felicissimo… di ripetere… tutto quello che… ha detto… il tuo compagno… sotto interrogazione. –. Disse con estrema e snervante calma.
Bene, un altro piano andato male e il professore che ti coglie distratto… non poteva andare peggio di così!
Oh sì invece… e lo avrebbe scoperto molto presto, un brutto voto non si recupera facilmente.
 
Erano passati ancora giorni dall’ultimo tentativo, ma ancora nessuna idea solleticava il cervello di Fred.
E se non sarebbero più riusciti a ripacificarsi? E se le loro anime sarebbero sempre dovute vivere separate, senza la loro gemella? Non avrebbe mai più potuto toccare le sue labbra con le proprie, mai più cose intime tra loro, mai più i loro battiti sincronizzati… non ci sarebbe mai più stato niente di loro due insieme. Non erano più una sola anima, ma una divisa in due.
O almeno, questi erano i pensieri demoralizzati di Fred.
Se ne stava seduto sul letto col capo chino, a riflettere su come potesse riconquistare il fratello, ma a disturbarlo furono dei passi ed alzò appena la testa per guardare chi fosse.
Oh, niente di interessante, era solo George. E richinò il viso.
Aspetta… era George! Ritirò immediatamente su la testa.
-George, fratello mio, ti prego di ascoltarmi! –
-Risparmia il tuo fiato, sono di fretta, prendo una cosa e vado. –
-Dove devi andare? –
-Questi non sono assolutamente cose che ti riguardano! –. Alzò un po’ più del dovuto la voce.
-So di aver sbagliato e te ne chiedo scusa… -
-Vado. –
-NO! –. D’istinto gli afferrò il braccio e lo trattenne lì. Fortuna che non c’era nessuno nel dormitorio. –Mi dispiace di averti dato quella risposta, in quella stanza. Io non volevo, ma dovevo farlo, ti prego, perdonami! –
-Fred, lasciami andare, non ti voglio sentire parlare e non ti voglio nemmeno più vedere! –
Fred con maggiore forza lo attirò vicino al letto e lo fece ricadere su di sé stesso, che in seguito cambiò le posizioni, mettendoselo sotto di sé.
-Ma che stai… -. Ad interromperlo furono delle lacrime che sentiva scivolare sulle proprie guance, ma non erano le sue… provenivano dalla persona sopra di lui.
-Ci ho provato in tutti i modi: prima con un bigliettino sopra al letto, ma l’hai buttato, poi con un robottino che continuava a ripetere di darmi una possibilità per chiarire, ma non ci hai nemmeno fatto caso e quasi l’hai calpestato, ed infine ho provato a farti arrivare al banco un carrellino con dentro dei cioccolatini e sulla carta di ognuno, c’era scritto che mi mancavi. -. Nell’ascoltare quelle parole, George smise di dimenarsi. –Ero quasi giunto alla conclusione che io e te avremmo vissuto per sempre separati e che ci saremmo rinnegati come fratelli, ma no, non lo potevo accettare. Non ce la faccio più a starti lontano… perdonami anche per quello che sto per fare. –
Incurante delle perplessità del gemello, Fred portò le sue labbra a sfiorare quelle simili sotto di lui, poi dischiudendole e dando vita ad un bacio privo di doppi fini, solo carico di tristezza e in un qualche modo amore, un amore disperato che sperava potesse raggiungere George.
Il fratello che stava sopra aveva chiuso gli occhi nel momento del bacio, invece il fratello che stava sotto, tenne gli occhi socchiusi, stupito e confortato da quel calore che sentiva all’altezza del petto.
Fred aprì lentamente gli occhi, ritrovandosi due occhi languidi che lo fissavano.
Dopo interminabili attimi in cui nessuno parlò, fu George ad interrompere quel silenzio.
-Siamo davvero cresciuti così tanto da dover fare gli adulti? I grandi non si sanno divertire… -
A Fred scappò un sorriso divertito nel sentire quelle parole, stava davvero ancora pensando a quello che gli aveva rifilato?
-Non pensarci neanche per sogno, stavo mentendo quando ti ho detto quella cosa. –
-Eh? Mentire? A me? –. Chiese George con aria sorpresa.
-Sì, ecco… non potevo dirti la verità, quindi dissi l’unica cosa che mi passò per la testa. Mi dispiace tanto di aver causato tutto questo. –
-E quando quella notte dicesti di voler fare sul serio? -.
-Lì non ho mentito… infondo si possono fare le cose serie, anche giocando, no? -. Fred rivolse al fratello un sorriso gentile.
-Ora una volta per tutte: cosa mi tieni segreto? –
Ormai non aveva più vie di fuga, doveva dirglielo, affrontarlo faccia a faccia e se andava male, raccogliere i cocci della propria anima e andarsene.
Prima di parlare gli scoccò un altro bacio, un pochino più famelico, per paura che magari fosse stato l’ultimo.
-Però dovrai ascoltarmi molto attentamente, è la cosa più seria e difficile che io ti abbia mai detto, quindi presta molta attenzione alle mie parole, va bene? –
George annuì.
-Bene… vediamo da dove poter iniziare… quando ti proposi di andare più affondo, di andare oltre ai semplici preliminari, intendevo dire che volevo andare anche oltre all’amore che si prova tra fratelli. Mh… insomma, hai presente il cioccolato e il diabete, i soldi e la fame di potere, gli scherzi a scuola e le punizioni…? Ecco, io provo questa cosa per te. –
George ora lo guardava ancora più perplesso.
-D’accordo, riproviamoci! Il mio amore va oltre la fratellanza, è un amore mal sano nel suo piccolo, che per noi potrà anche essere bellissimo, ma talmente tanto incompreso, che gli altri non lo vedranno mai di buon occhio e lo giudicheranno. -. Fece una pausa breve e riprese il discorso. –George Weasley, nonché mio fratello gemello, sono pazzo di te e soltanto te vorrò nella mia vita. –
Ora tutte le difese erano state calate.
George sollevò a mezz’aria una mano e Fred pensando di star per ricevere uno schiaffo bello potente, serrò forte gli occhi. Ma appena qualcosa di morbido si era posizionato sulla sua guancia e delicatamente cominciò ad accarezzarla, lentamente li riaprì, ritrovandosi il volto allegro del gemello a qualche centimetro dal proprio viso.  
George, puntando gli occhi lucidi su quelli uguali del gemello, azzerò la poca distanza ed unì le loro labbra, così tanto bisognose d’affetto.
Continuando a baciarsi ora voracemente, si distesero uno accanto l’altro. Si staccarono solo per suggellare quella loro vecchia (ma ancora col proprio fascino) promessa.
-Qualunque cosa succeda, io e te per sempre? -. Chiese Fred prendendo la mano del fratello tra la sua.
-Per sempre, solo io e te. -. Sussurrò con un dolce soffio George.
Si addormentarono così, l’uno tra le braccia dell’altra, ignari delle conseguenze della loro decisione; a loro bastava solo sapere che erano insieme e se loro due  erano una squadra, nessuno li avrebbe mai buttati giù.
Ora erano di nuovo un’anima sola, solo loro due, per l’eternità.

 
 
 
Angolo malato di un’autrice decisamente tanto malata!
 
Della serie che mi sono innamorata follemente di tutta la saga di “Harry Potter” e ovviamente non poteva non metterci lo zampino anche la mia mente malata. u.u
E ditemi quello che volete, ma quei due sono da stupro, proprio!
Non posso ancora accettare la morte di Fred, lui vivrà per sempre. Magari stava solo facendo finta di essere morto, si sa che è un burlone, no? NO?! T-T
Dopo il mio sclero da pazza sclerotica, concludo dicendo che presto ci si rivedrà con un altro capitolo per il racconto “In una vita passata” oppure con un’altra one shot sempre su “Harry Potter”… vedremo cosa deciderà di sfornare la mia testolina andata a male. =’D
A presto micetti
   
 
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