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Autore: Rohhh    22/07/2016    2 recensioni
A chi non è mai capitato di sentirsi troppo diverso da qualcuno e non provare ad andare oltre quelle apparenze? Ashley ha 21 anni, è una studentessa universitaria seria e posata, ha due sorellastre e una madre che sente troppo diversa da lei. In vacanza dal padre conosce Matt, il figlio della sua nuova compagna, ribelle e criptico, lui con la propria madre ci parla appena. Quell'incontro cambierà il modo di vedere le cose di entrambi e farà capire loro che non è mai troppo tardi per recuperare un rapporto o per stringerne di nuovi con chi non ci aspettavamo.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Ciao ragazze, sono Sara e questa è la prima storia che pubblico. Premetto subito che non sono una scrittrice e che sono consapevole che la mia storia non è perfetta e priva di errori nella stesura. Però fin da ragazzina mi capitava di immaginare delle storie e di buttare giù qualche riga senza mai riuscire a terminarne una, adesso sto avendo del tempo libero ( ahimè non per mia volontà ma perchè al momento sono rimasta senza lavoro) e così ho deciso di dedicarmi a completarne una anche perchè scrivere mi serve spesso come modo per svagarmi e uscire per un attimo dalla realtà di tutti i giorni. Ecco prendetela un pò così, volevo semplicemente condividere con qualcuno qualche pensiero che ho in mente senza pretesa alcuna. Spero che non sarete troppo severe con me e spero magari che a qualcuna possa piacere almeno un pò la storia! Questo è il primo capitolo. ma a grandi linee ho in mente tutta la trama quindi dovrei riuscire a portarla a termine. Vi saluto e spero di sentirvi!




 
Capitolo 1


La mattina dopo l'ultimo esame prima delle vacanze estive non ci si dovrebbe mai alzare presto. Bisognerebbe rimanersene a letto a dormire fino a tardi, assaporare la dolce sensazione di libertà, riposare la mente e godersi la quiete conquistata duramente.

Questo pensava Ashley, 21 anni, il secondo anno di università in architettura archiviato il giorno prima con l'ennesimo esame superato a pieni voti.

Allora, che ci faceva sveglia alle sette di mattina, con la testa sprofondata nel cuscino, nel vano tentativo di attutire gli schiamazzi che sentiva arrivare dal piano di sotto?

Esasperata si voltò a destra, verso il lato di stanza appartenente a sua sorella maggiore Phoebe: il suo letto era vuoto e ancora disfatto. Ecco spiegata l'origine di tutto quel fracasso mattutino! Quanto poteva essere stridula la sua voce e che diavolo aveva da urlare a quell'orario?

Sbuffò pesantemente e fissò il soffitto.
In ogni caso il sonno era ormai compromesso, tanto valeva alzarsi e dare inizio a quella giornata. Si mise a sedere sul bordo del letto, coi capelli rossi arruffati, gli occhi pesanti e un leggero mal di testa residuo dal giorno prima, che non era riuscita a smaltire come avrebbe voluto. Pazienza, avrebbe dormito nel pomeriggio.

Buttò un'occhiata alla finestra, spostando la tendina color pesca. Il sole aveva già fatto capolino benchè non fosse ancora alto: era Luglio inoltrato e il caldo si faceva sentire già dal mattino presto. Poche persone in giro, probabilmente, si stavano recando al lavoro, attendendo l'agognato periodo di ferie che, invece, alcuni fortunati già stavano trascorrendo in chissà quali posti di villeggiatura. La città cominciava a svuotarsi per le vacanze e tra due giorni sarebbe toccato anche a lei.
In fondo si meritava un po' di relax lontano da quella piccola bolgia infernale che era casa sua, soprattutto in quel periodo.
Phoebe e il suo fidanzato Peter avevano preso la decisione di andare a convivere e stavano sistemando una casetta che avevano comprato insieme. La sorella era a dir poco euforica e tutta presa dai preparativi per rendere accogliente il loro nido d'amore e ormai era la prassi sentirla decantare entusiasta tutti i progetti che avevano. Ashley era contenta per lei, dopotutto Peter era il suo fidanzato da ormai quasi otto anni, erano cresciuti insieme, formavano una coppia perfetta, si erano sempre sostenuti a vicenda e possedevano interessi simili e lei, a 23 anni, lavorava già come estetista, non essendo mai stata portata per lo studio.
Per un momento si chiese cosa si provasse, a quella giovane età, ad avere già sotto controllo la propria vita e il proprio futuro. Per quanto fosse tutto molto lontano dai suoi progetti attuali, pensò dovesse essere comunque una bella sensazione.

Scese le scale sbadigliando e fece il suo ingresso in cucina.

Phoebe arrestò per un secondo il suo flusso continuo di parole per degnarla di uno sguardo: «Oh buongiorno Ashley, mattiniera eh?» cinguettò candidamente

"No, ma scherza, vero?" pensò Ashley furente.
«Non di mia volontà visto che la voce di qualcuno può competere con un martello pneumatico quanto a delicatezza» disse piccata, accomodandosi al tavolo dopo aver afferrato una mela dal cesto della frutta.

«Ah, che esagerata!» sbuffò Phoebe, mentre si riordinava i capelli liscissimi in una coda di cavallo, beccandosi un' occhiataccia dalla sorella minore.

«Scusa tesoro, ti abbiamo svegliata?» le chiese amorevolmente sua madre Nancy, carezzandole una guancia. Era già vestita di tutto punto e stava benissimo nel suo tailleur nero e camicetta rosa pastello. I capelli, castani scuri, li aveva elegantemente raccolti in uno chignon sulla nuca, profumava di vaniglia, la sua fragranza preferita, e sul viso aveva un filo di trucco che le donava e la faceva sembrare ancora più giovane dei suoi quarant' anni. Tra circa un'ora avrebbe cominciato il suo turno di lavoro in una profumeria in centro, la sua occupazione stabile da ormai quasi vent'anni.

Ashley mugugnò infastidita mentre la madre le passava una tazza di succo di frutta. Alla sua sinistra la piccola July, sua sorella minore, ancora nel suo pigiama azzurro con i gattini, la fissava divertita coi suoi occhioni marroni: adorava i battibecchi tra lei e Phoebe. Tornò poi a pasticciare con una matita su un campionario di piastrelle per il bagno che giaceva sul tavolo insieme ad altri suoi simili. Era molto portata per il disegno.

«July, smettila di sporcarli e cancella tutto, sai che devo riportarli in negozio e non voglio rogne, deve essere tutto perfetto!» intimò Phoebe alla piccola con tono severo, mentre sorseggiava distratta un tè con la testa china su tutte quelle mattonelle variopinte, nell'ardua impresa di azzeccare l'abbinamento giusto. Si portò infine le mani tra i capelli stremata e rialzò lo sguardo verso Ashley che sorseggiava il suo succo, completamente estraniata dal contesto.

«E tu, potresti anche essere più collaborativa, non studi forse architettura? Dovresti capirne di queste cose, no?» la additò, puntandole l'indice davanti al naso.

«E infatti studio architettura non faccio l'arredatrice di interni, c'è differenza sai?» le ribattè Ashley, irritata e quasi offesa, spostandole quel braccio accusatorio. Phoebe fece una smorfia di disappunto, July ridacchiò.
« Forse, se avessi dormito di più stamattina, sarei stata un po' più lucida e avrei saputo consigliarti!» le rinfacciò Ashley, ancora delusa dalle sue poche ore di sonno.

Phoebe rise di gusto poi tornò disperata: « Andiamo, Ashley, ma di che ti lamenti? Hai superato un esame col massimo dei voti e tra due giorni te ne vai in vacanza al mare da tuo padre, mentre io rimarrò qui a scervellarmi davanti a questi campionari che sto cominciando anche a sognare la notte!" si lamentò. Riuscì a strapparle finalmente un sorriso.

Già, suo padre.

Phoebe non si era sbagliata: anche se ad a un estraneo le sue parole sarebbero potute sembrare anomale, la realtà era proprio quella. Il padre di Ashley non era il padre di Phoebe e nemmeno quello di July.
Sebbene le tre si considerassero e chiamassero sorelle, in realtà erano sorellastre, Nancy le aveva avute ciascuna da un uomo diverso. In campo sentimentale non le era andata mai molto bene, anzi diciamo proprio che era stato un disastro.

Era sempre stata un tipo impulsivo e ribelle, le bastava poco per lasciarsi trasportare dalle emozioni, dal cuore, e spesso questo la traeva in errore.
Si era ritrovata a 17 anni con la piccola Phoebe, uno scricciolo biondo in braccio a una poco più che bambina. L'aveva cresciuta da sola, con l'aiuto dei suoi genitori, visto che il padre, poco più grande di lei, aveva ben pensato di lavarsene le mani. E la beffa era che Phoebe ne era la copia spiccicata, stessi occhi azzurro chiaro, stessi capelli biondissimi, bello ma immaturo.
Phoebe non aveva avuto un padre, ma aveva avuto una madre straordinaria che non gliene aveva mai fatto sentire la mancanza. Certo, molto avevano fatto anche i nonni, soprattutto economicamente, visto che non avevano potuto abbandonare la loro figlia così giovane in una situazione talmente grande, seppur non la avessero approvata. Nancy divenne forte ma, meno di due anni dopo, commise lo stesso errore.
Conobbe Gregory, di ventisei anni, era un pianista e aveva il fascino dell' artista intellettuale, serio e criptico. Era tutto l'opposto di Nancy, esuberante, energica e allegra, ma fu come se entrambi fossero stati attratti proprio da queste enormi differenze. Dopo poco Nancy si ritrovò incinta, stavolta di Ashley. La gravidanza non era stata chiaramente cercata ma stavolta Gregory se ne assunse la piena responsabilità: amava Nancy e le promise che l'avrebbe sposata.
Così fu. Nancy indossò il suo bell'abito bianco, dal quale si intravedeva appena la pancia gonfia al quinto mese, era raggiante, mentre percorreva la navata, la piccola Phoebe, nel suo abitino rosa confetto, seduta in braccio a sua sorella Rose, in prima fila.
I suoi genitori però non c'erano: stavolta non avevano sopportato un altro errore della figlia. Non le parlarono per mesi. Solo alla nascita di Ashley si presentarono in ospedale, sua nonna prese la neonata in braccio con gli occhi lucidi senza dire una parola. Ci vollero altri due mesi di graduale riavvicinamento prima che i rapporti si ricucissero definitivamente.
Sfortunatamente il matrimonio con Gregory durò due anni e poi, quelle stesse diversità di indole che all'inizio li avevano attratti l'uno verso l'altra, finirono per dividerli. Gregory per Ashley però continuò ad essere un padre molto presente e a passare regolarmente del tempo con lei. Le trasmise la passione per il pianoforte e per il suo ottavo compleanno gliene regalò uno nero, classico, che adesso faceva bella mostra nel salone di casa. I primi tempi Nancy non riusciva a staccarla dallo sgabello, Ashley passava ore ed ore a esercitarsi e sempre meno tempo con la sua mamma.
Nancy preferì poi trascorrere alcuni anni dedicandosi totalmente alle sue bimbe, trovò diversi lavoretti prima di sistemarsi definitivamente come commessa in profumeria. Solo vari anni dopo, quando Phoebe aveva dieci anni ed Ashley otto, si innamorò nuovamente di Mark, un imprenditore del luogo e con lui ebbe poco dopo July, che adesso aveva undici anni. Anche quella relazione era finita e le quattro si erano alla fine ritrovate a vivere da sole in quella casa.
Non era stato facile per Nancy crescere le sue bambine, cercando di farle sentire le più normali possibili. Sapeva che per loro era stato ugualmente difficile, in particolare per Ashley, estremamente diversa da lei nel fisico e nel carattere, con la quale tuttora, nonostante gli sforzi e i progressi, non riusciva a comunicare come avrebbe voluto.

Nancy riprese scherzosamente le figlie:« Sù ragazze, non litigate - poi si rivolse alla minore - tu July comincia a vestirti, devi andare dalla nonna, ti sta aspettando, forza!».

«Uffa, ma devo proprio, sono già grande, posso anche stare da sola e cucinare, ho visto come fai!» si lamentò la moretta, l'unica delle sue figlie che le somigliasse tanto.

« Andiamo, non fare storie, prometto che ci eserciteremo insieme e quando sarai brava starai a casa sola per pranzo!» esortò la piccola, prima di darle un bacio in fronte e vederla salire in camera sua. Poi sparì in camera da letto per riassettarla, si diede un'ultima occhiata allo specchio, infilò le decolletè nere col tacco e scese ad aspettare July, buttando un'occhiata all'orologio per accertarsi di non fare tardi.

« Beh, ragazze, allora io vado, chiudete bene la porta quando uscite, e tu Ashley... – fece rivolgendosi alla rossa mentre si rinnovava per bene il rossetto allo specchio dell'ingresso – hai già chiamato tuo padre per mettervi d'accordo su quando farti venire a prendere dopodomani?»

« Lo farò più tardi mamma, non preoccuparti» le rispose piatta Ashley, con il mento pigramente appoggiato alla mano.

« Perfetto, e ricordati di salutarlo». In fondo i rapporti tra lei e Gregory erano rimasti buoni, nonostante entrambi fossero andati avanti con la propria vita e adesso lui avesse una compagna da quasi un anno. Ashley annuì con un cenno della testa, poi ritornò a sfogliare distrattamente uno dei campionari della sorella: sapeva che era meglio assecondare Phoebe per evitare le sue persecuzioni.

« E tu Phoebe, se decidi di rimanere a dormire da Peter cerca di farmelo sapere stavolta, intesi? » le fece l'occhiolino.
Nancy non aveva mai avuto problemi a parlare con le figlie di certi argomenti che in altre famiglie erano tabù, mettendole però sempre in guardia dal fare sciocchezze e raccomandando loro di viversi gli anni della giovinezza spensierate e magari senza neonati da accudire. Anche se loro erano state il suo tesoro più grande, non negava che averle avute più tardi le avrebbe risparmiato un po' di problemi.
«Certo mamma» le rispose Phoebe calma, accasciata sul tavolo col mento sorretto da una mano e senza più il tono combattivo di prima, che ormai aveva lasciato spazio alla rassegnazione per un mattinata che si preannunciava infruttuosa come le precedenti.

July intanto aveva sceso le scale, portandosi appresso uno zaino pieno di cose per passare il tempo dalla nonna.

Nancy allora salutò le figlie maggiori dando loro un bacio ciascuna, abitudine che non aveva mutato dai tempi in cui erano piccole, poi invitò July a uscire dalla porta e la richiuse alle sue spalle.

In cucina regnò il silenzio per un attimo, smorzato solo da un programma di cucina alla tv che nessuno evidentemente stava seguendo. Ashley scriveva dei messaggi al cellulare e Phoebe aveva lo sguardo perso nel vuoto. All'improvviso la maggiore sembrò ridestarsi da quel torpore.

«Ma, come mai July non pranza qui con te oggi?» chiese.

«Perchè oggi sono fuori fino al pomeriggio, pranzo con Tyler e Sophia, visto che tra due giorni parto e non ci rivedremo che a estate quasi finita.» spiegò Ashley. Era proprio con loro che stava parlando, per decidere dove andare.
Phoebe battè la mano forte sul tavolo, facendo sussultare Ashley. Di sicuro questa storia della convivenza le aveva spostato qualche rotella.
« Si può sapere che ti prende adesso?» le chiese sconcertata la sorella, mentre posava il cellulare sul tavolo.

Phoebe scattò in piedi come se avesse avuto una molla sotto il sedere. « Oddio Ashley, ancora quell'idiota di Tyler!- urlò sotto gli occhi esterrefatti di sua sorella – ma non capisci che è ancora innamorato di te e l'unico motivo per cui siete rimasti tanto amici è che lui spera di riconquistarti e farti sua per sempre!»

Ashley in realtà ne aveva il sospetto, Phoebe non era l'unica che glielo ripeteva, ma anche diverse sue amiche lo avevano notato. Probabilmente faceva finta di non volersene accorgere perché voleva bene a Tyler e spezzargli il cuore avrebbe voluto dire perderlo per sempre e questo le dispiaceva da morire. Era stata la sua prima cotta quando aveva sedici anni e il suo primo bacio. Le aveva fatto battere il cuore al liceo, con quei suoi occhi marroni profondi e i capelli folti e castani, i suoi modi di fare genuini e sinceri e le sue battute. Ben presto si era però accorta che, più che di amore, si trattava di affetto, sentimenti che spesso a quell'età capita di confondere e anche un tipo razionale come lei ci era cascata. Si erano lasciati qualche mese dopo ma avevano deciso di rimanere amici o perlomeno lei era sicura di volerlo solo come amico, mentre Tyler dentro il suo cuore ancora ne era innamorato. Faceva spesso il geloso, si preoccupava sempre per lei e la chiamava ogni giorno come un fidanzato vero, proprio ciò che avrebbe voluto essere per lei. Ashley aveva capito, ma non le mancava il coraggio di tagliare i ponti con lui, pur sapendo che questa sarebbe stata l'unica soluzione netta a quella faccenda. Preferiva comportarsi normalmente da amica, sperando che prima o poi Tyler avrebbe capito da sè. Peccato che, nemmeno quando Ashley, due anni prima, si era fidanzata con Richard, avesse mai desistito. Le ripeteva in continuazione che non era il tipo adatto a lei, che l'avrebbe fatta soffrire, che stava commettendo uno sbaglio e così via. Era anche vero che quelle cose gliele dicevano un po' tutti, e infatti dopo un anno di relazione la storia era miseramente fallita. In ogni caso adesso non le andava di rivangare certi ricordi.

Fece spallucce a Phoebe « Non mi risulta veramente, Tyler mi vuole solo bene e poi sa che per me è niente più che un caro amico» disse tranquillamente, cercando di chiudere il discorso.

Phoebe sospirò, non si spiegava come sua sorella potesse essere tanto ingenua.
« Sei fortunata che ho diversi appuntamenti con le clienti stamattina e non possiamo approfondire l'argomento ma sappi che non finisce qui mia cara!» la ammonì prima di raccattare i campionari, caricarseli e sparire su per le scale.

Ashley rimase per un po' assorta nei suoi pensieri, poi guardò l'orologio che segnava le 9.
Ecco, era adesso che avrebbe dovuto svegliarsi, invece si era già sorbita un paio di urla, fotografie di piastrelle interessantissime e ramanzine sulla sua vita sociale. Le scappò comunque un sorriso. Corse anche lei a vestirsi per incontrare gli amici prima della sua partenza per quelle vacanze estive, che stavolta la impensierivano più del solito.

  
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