La vedo entrare nel locale, lei, bellissima come un fiore estivo, profumata e fresca come un ruscello circondato da un prato fiorito; mi ha subito colpito.
Dal mio bancone, in fondo al bar zeppo di tavoli, la vedo guardarsi intorno, e mi vien subito da pensare che, forse, non è del posto...avrà bisogno di una mano, allora?
Nella sua mano piccola e delicata, stringe un sacchetto della farmacia che deve contenere delle medicine; spero niente di grave...non appena si avvicina a me, unico cameriere libero in quel momento, le porgo ciò che ha ordinato: un caffè.
Nero, nerissimo. Come i suoi lunghi capelli, morbidi e profumati.
-La ringrazio.
Fa, la voce dolce e gentile che subito mi intenerisce. La amo, è la prima volta che amo realmente una donna, di solito non mi faccio problemi ad usarle, ma, stavolta, sento che l'amore ha finalmente sedotto il mio cuore; e, ora, lo sta portando in una spirale fatta di sentimenti contrastanti.
-Arrivederci.
Vedo la sua figura snella e aggrazziata scomparire oltre la porta verde dotata di campanello e il mondo mi cade addosso. Non potrò più godere della sua angelica visione nè ammaliarmi con le sue dolci e melodiche parole...seppur poche e velate da generica cortesia. Osservo l'intero locale, in cerca di qualcosa che possa ricollegarmi a lei, quando qualcosa attira la mia attenzione: è il sacchettino della farmacia che aveva in mano, l'ha lasciato nel tavolino a cui prima era seduta, quando ha portato lì il caffè, iniziando poi a contemplare un paio di scartoffie...
Ad ogni modo, è la mia occasione.
Scatto verso il sacchettino, pronto a ridarglielo e cercare una conversazione, in modo da non perderla. Sono ostinato, la amo e voglio che diventi la donna della mia vita. Ignoro le grida del mio capo e inizio a correre per le vie di Londra, cercandola con lo sguardo.
Corro, corro ma non la trovo; corro, corro finchè non perdo le speranze. In fondo, le medicine si possono sempre ricomprare...e lei, di certo, sarà già andata via da un pezzo...
-Signore, può ridarmi il mio acquisto?
Mi volto, col cuore a mille e il respiro corto e la vedo, in tutta la sua bellezza che mi illumina come un piccolo sole. Il mio piccolo sole.
-Pardon?
Chiedo, non capendo a primo impatto. Quando lei, però, mi indica il sacchettino che ho in mano, mi si accende una lampadina.
-Ah, tenga...l'aveva dimenticato.
Le sorrido e lei ricambia, prendendo l'acquisto e aprendolo per controllarne il contenuto. Ridacchio.
-Guardi che non sono un ladro, c'è tutto lì dentro.
-Beh, non si sa mai no?
Che carina, è arrossita...
-Bene, per farmi perdonare della mia sfacciatagine, le offrirò un caffè...che ne dice?
Le propongo, porgendole il braccio da bravo gentiluomo. Lei ride, di una risata cristallina e femminile, che mi tranquillizza.
-Dico che è una buonissima idea, Mister...sopratutto con questo freddo.
Approva gentilmente, accettando il mio braccio e ridacchiando. Io sorrido soddisfatto, mentre ci avviamo verso le vie trafficate ed innevate di Londra; notando con piacere come le medicine che aveva preso fossero per un semplice raffreddore.
E, sarà anche un caso...ma lo renderò il più bello della mia esistenza.

Angolino piccino picciò <3
Mi è venuta a casissimo, lo giuro xD tra un aggiornamento di una fic e un'altro mi è venuta in mente questa idea...e, all'inzio, il pensiero era molto meno "dolce" e più melodrammatico... ma siccome non sapevo come sviluppare l'idea ecco cosa mi è uscito fuori.
Devo dire che non è niente male xDD
E a voi com'è sembrata? :333