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Autore: Earth    22/07/2016    5 recensioni
Questa storia narrerà dei fatti di un futuro lontano, lontanissimo.
Di un tempo in cui di Soli ve ne saranno a milioni e le stelle si conteranno sulla punta delle dita.
Racconterà di quello che viene dopo le avventure, dopo che i cuori saranno stati rattoppati e anche gli orologi avranno finito i rintocchi.
Se vorrete potrete leggere di quell'ultima, fuggevole, volta in cui Dalia Black e Malachite Braian Comei s'incontreranno, persi tra le schegge dell'universo.
(Non è il sequel di niente, è da leggere autonomamente.)
Genere: Introspettivo, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note: E bene sì, questa volta le chiacchiere sono prima del racconto, scusatemi, ma così avrò il tempo di scappare mentre voi arrivate alla fine di questo capitolo e decidete di lanciarmi pomodori marci u.u Come ho detto mesi fa questa è stata la mia prima long originale e ( come dico sempre alla fine di ogni ff ^.^ ) anche se è stata un completo scatafascio io un po' ne vado fiera :-) E niente, spero recensiate in tanti ( prima o poi ( perché è vero: ultimamente su questi lidi EFPiani c'è carestia di recensioni T.T )) Un bacione e grazie a tutti quelli che mi hanno seguita in questa avventura :-*



TRA CASTORE E POLLUCE



Per un istante le sembrò che il tempo si fosse fermato; che quella bolla surreale, dipinta di bianco e di frammenti di vite, in cui si trovava non fosse altro che un sogno da cui sarebbe potuta scomparire – trascinata via dal suono imperterrito di una sveglia – da un momento all'altro.
Dalia sbatté le palpebre un paio di volte prima di rendersi veramente conto di quello che Malachi le aveva appena raccontato.
Furto e alto tradimento.
Inaspettatamente sentì le proprie labbra piegarsi in un sorriso: sì, probabilmente era quello che si sarebbe aspettata dal suo mago.
« La notizia brutta » il ragazzo la guardò, si alzò dal masso grigiastro muovendosi a passi lenti; e lei lo seguì con lo sguardo in quella curiosa traiettoria circolare.
Poi si fermò « mi dispiace Dalia Black » Malachi alzò il braccio metallico porgendole una rivoltella, letale e unica, rubata al compatimento speciale della sicurezza dell'Imperatrice.
« Che ci devo fare? »
« Prendila » adesso la mano dell'alieno tremava « ora tocca a te: non cadere nelle sue grinfie. »
« Di cosa stai parlando? Hai forse perso la ragione?»
« Forse si » e Malachi lanciò la rivoltella nella polvere ai piedi di Dalia « ma non l'ho persa, la ragione ce l'hai sempre avuta tu. »
La ragazza alzò gli occhi al cielo « Per una buona volta non perdiamoci in stupidi giri di parole. »
« Ho trovato le "Lacrime del Sole". »
« Questo l'ho capito » era poco ma sicuro.
« Ho rubato le "Lacrime del Sole" » e a Dalia sembrò una vecchia cantilena – come una di quelle filastrocche dell'infanzia che ripeti troppo a lungo fino a che non perdono ogni significato e rimangono solo un pugno si sillabe straniere.
« Ho capito anche questo. »
Poi per qualche secondo si sentì solo il ronzio delle navi ammiraglie perse da qualche parte nella nebbia sopra le loro teste.
« Loro » riprese lui indicando Ermes che sfarfallo e scomparve dalla roccia su si cui era posata per riapparire poco più avanti, accanto a quello che sembrava un cespuglio di grossi funghi e erbacce verdastre.
« Loro sanno che tu sai dove le ho nascoste, ma se... se mi uccidi loro crederanno che non potrai più sfruttarne il potere, che non saranno più tue, e ti lasceranno in pace. »
« Io non lo so davvero dove le hai nascoste » sentenziò lei sedendosi su di un brandello ricurvo della nave di Barbanera, improvvisamente sentiva le ginocchia troppo stanche per stare ancora in piedi.
« Sono al sicuro, in un luogo segreto che solo io conosco » e l'inflessione della voce del ragazzo era insistente, come se le stesse mandando un messaggio in un qualche ovvio codice segreto che lei avrebbe dovuto saper decifrare.
« Te lo sto chiedendo. Sono d'accordo e funzionerà. »
Se fosse veramente stata in grado di decodificare quel messaggio...
Poi, mentre il vento fischiava giocando con lo scheletro del vascello rosso, ad un tratto, Dalia comprese il senso di quello che lui le stava dicendo. E sentì il proprio cuore pulsare veloce, rimbombarle nelle orecchie, come un tamburo maori che batte il ritmo incalzante di una danza tetra e spaventosa.
« So chi sei Dalia. Sono certo che saprai essere cocciuta e che combatterai. Salvaci tutti. »
Quello era un testamento, ne era certa, lui le stava lasciano l'unica cosa che avrebbe fatto inciampare l'Imperatrice e tutto il suo inutile esercito.
Ma la stava lasciando immortale, con la sua fine sulla coscienza.
E con una missione impossibile?

L'aliena dai capelli indaco osservò la rivoltella ai suoi piedi: era lucida e dal profilo consumato, come se qualcuno avesse perso troppo tempo a rigirarsela tra le mani. Sospirò, e chiuse gli occhi per un secondo, sentendo le lacrime pizzicare contro le palpebre. Poi lo guardò – scrutò ogni centimetro del cyborg che aveva davanti osservandolo con insistenza, quasi a volere che sentisse il peso dei suoi occhi.
Lui rise, ma la sua risata non era più quella cristallina e allegra che Dalia ricordava, era roca, piena di sarcasmo e sconforto. E allora lei sentì qualcosa incrinarsi, come se da qualche parte nelle vicinanze di quel cuore indigeno che si ritrovata un ingranaggio le si inceppasse a metà tra un colpo di tamburo e l'altro, ed ebbe la certezza che Malachite non stava scherzando, che non era una beffa o un brutto sogno, ma solo un tiro mancino del destino.
« Fa' presto » le disse lui raddrizzando le spalle come una recluta davanti al generale « le guardie stanno arrivando. »
In quel momento Dalia avrebbe voluto asciugarsi le lacrime, che le annebbiavano la vista e, prepotenti, le macchiavano le guance, ma il casco trasparente della tuta spaziale glielo impediva.
Dove era finito il suo Malachi? Quel alieno coraggioso e pieno di speranze?
Non c'era più. Adesso il ragazzo dalla pelle ambrata e dagli occhi vermigli che aveva d'avanti non era altro che un cyborg di primo livello al servizio dell'Imperatrice delle Pleiadi che fuggiva via.
E lei sentì una stella esploderle nel petto e un buco nero aprirsi nello stomaco, ma lo ammise: lui non era più. Non era più da quando erano scappati, entrambi, l'uno dall'altra, dalla porta sul retro.

Dalia raccolse l'arma e si alzò, mosse il braccio con un movimento lento e pesante quasi che la gravità stessa glielo stesse impedendo.
Poi la punto verso di lui.
« Se solo ci fermassimo a pensare, sono certa che troveremo altri mille modi...» ma la frase le si spezzò in gola.
« Me lo hai promesso » e Malachi sorrise.

E mentre Ermes correva tra le lande blu polvere di quel pianeta, perso tra Castore e Polluce, un colpo risuonò nell'aria.

   
 
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