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Autore: Herm97    24/07/2016    2 recensioni
Rose Weasley poteva definirsi una delle ragazze più popolari di Hogwarts. Non solo perché i suoi genitori si chiamassero Hermione Granger e Ronald Weasley, o perché fosse la nipote del famosissimo Harry Potter. No, Rose era diventata amica quasi di tutti in quella scuola semplicemente perché si era impegnata sempre in tutto e per tutto: era stata eletta Prefetto una settimana dopo l'inizio del suo quinto anno a Hogwarts, studiava sodo e ora era diventata persino Caposcuola. Inoltre era una formidabile giocatrice di quidditch, il che rendeva orgogliosi gran parte dei suoi parenti - sopratutto Ron -, nel ruolo di cacciatrice. La ragazza aveva aiutato parecchie volte la sua squadra, quella giallo-oro, a vincere le partite e il resto della squadra, come anche gli studenti che appartenevano alla sua stessa squadra, gliene erano rinoscenti.
Naturalmente c'era qualcosa che Rose non riusciva a controllare, era una persona ormai vicina alla sua famiglia da molto tempo, col quale aveva purtroppo condiviso un'intera estate alla Tana. Il suo nome era Scorpius Hyperion Malfoy ed era, a detta di Rose, il ragazzo più sbruffone e saccente che lei avesse mai conosciuto. Ma potrà tutto ciò cambiare nel loro ultimo anno a Hogwarts?
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Dominique Weasley, Rose Weasley, Scorpius Malfoy, Un po' tutti | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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UN NUOVO COMPAGNO DI BANCO
 
Le prime tre settimane del suo ultimo anno a Hogwarts erano volate, come piume portate via dal vento. Rose non se ne era nemmeno resa conto e quella sensazione un po' la divertiva, un po' la faceva sentire triste. Si soffermava spesso sul fatto che quello sarebbe stato un ultimo capitolo, quello che avrebbe concluso il libri di "Rose Weasley e le infinite avventure a Hogwarts". Però si ritrovava a ripetere a se stessa che non era pronta, che non poteva finire lì quella parte della sua vita: le piaceva troppo quel castello e, ormai, aveva imparato ogni cosa su di esso; riconosceva ogni angolo e ogni crepa sul muro. Si, Rose definiva quel luogo una sua seconda casa e sarebbe stato difficile lasciarla andare per sempre.

D'altronde quel luogo pieno di magia l'aveva vista crescere, l'aveva vista ridere o piangere anche. L'aveva vista quando i suoi capelli da un'indomabile folta chioma rossa e boccolosa, si era trasformata in una sempre folta chioma rossa e boccolosa, solo ora più gestibile. L'aveva vista cambiare e diventare più femminile, sia interiormente che esteriormente; il seno non piccolissimo ma nemmeno abbondante che nascondeva sotto la divisa, il corpo magro e un poco tonico dati gli allenamenti di quidditch, gli occhi azzurri ed espressiv che, tal volta, venivano lasciati da quella luce luminosa e solare, per dare spazio a quella luce furiosa e nervosa - e in quei momenti era sicuro trovare Rose intenta a dare vita ad un batte e ribatti con Scorpius Malfoy. Hogwarts le aveva insegnato tutto quello che sapeva e, sebbene fosse un castello, era fiero di lei. Inoltre l'aveva vista arrossire quando si era presa una cotta per Lorcan Scamander, il figlio di Luna, o quando regalava sempre al precedentemente citato ragazzo il suo primo bacio.

Ora Rose Weasley camminava in un corridoio semi deserto di Hogwarts, affiancata dalle cugine Dominique Weasley e Lily Potter. Ricordavano insieme l'estate appena passata, ritornando indietro con la memoria a quel giorno in cui, alla Tana, avevano fatto una partita di quidditch improvvisata tra parenti e, purtroppo per Rose, anche con Scorpius Malfoy.

«Per tutti i folletti! E quando sei caduta dalla scopa Domi?» Lily riportò alla memoria delle sue cugine quel momento esilarante.
Dominque Weasley non era di certo il tipo da sport. Lei si definiva più raffinata e preferiva di lunga starsene seduta in tribuna, tifare i Grifondoro o osservare le sue due cugine preferite mentre sfidavano una delle altre tre case, che ritrovarsi madida di sudore e con la divisa appiccicata al corpo. La ragazza era per un ottavo una Veela il che le aveva donato parte di quella bellezza che avevano le bamboline di porcellana, gli occhi avevano un colore scuro e i capelli non erano come quelli della madre, il colore di quest'ultima si era fuso a quello naturale del padre - Bill -, dando vita ad un biondo tendente al rossiccio che la caratterizzava.

«Lo sai benissimo che non sono brava nel quidditch!» esclamò Dominique facendo una linguaccia ad entrambe le sue cugine.
Rose stava ridendo di gusto e così Lily. La rossa ricordò ogni particolare di quella giornata, sentenziò che era stata una delle giornate che avrebbe ricordato per sempre. Non solo per la caduta imbarazzante di Dominique, la quale fortunatamente non aveva riportato nessun danno se non una povera ed insignificante unghietta rotta; il fatto era che in quella giornata calda ed estiva vi era stato un susseguirsi di momenti sensazionali, o divertenti, che Rose faticava a scordare. Il pasticcio di nonna Molly, la compagnia di tutti i suoi parenti, l'annuncio della promozione di Teddy al lavoro (ancora Rose faticava a capirlo, ma sapeva che era legato ai babbani) e persino Scorpius era stato sopportabile.

«E poi che scatto che ho fatto!» si vantò Lily. «Degno di una giocatrice professionista.»
Lily Luna Potter era la classica ragazzina che diventava un maschiaccio e, allo stesso tempo, sapeva essere dannatamente carina e femminile.

Aveva un anno in meno delle cugine, quindi frequentava il sesto anno, ed era diventata capitano della squadra di Grifondoro subito dopo che James aveva concluso il suo settimo anno. Parecchi studenti si erano lamentati quando avevano sentito la notizia di quello che sembrava favoritismo tra fratelli, però Lily aveva dimostrato carattere, passione per il quidditch e molto gioco di squadra. A quel punto tutti si erano decisi a confermare che la ragazza fosse un capitano adatto per la squadra giallo-oro.
Ora che camminava accanto alle cugine, portava i capelli rossicci raccolti in una crocchia scomposta e qualche ciuffo liscio le cadeva in avanti, incorniciando un viso delicato; gli occhi non erano verdi come quelli di Albus o quelli del padre, ma erano scuri e profondi. Il corpo era magro ma allenato. Era un'altra fantastica creatura di Hogwarts che sul campo avrebbe potuto attaccarti coi peggiori insulti che le venissero in mente, ma che fuori era dolce, simpatica e molto intelligente - naturalmente non ai livelli di Rose.

«Okay, adesso basta parlare di quidditch. Non voglio far tardi a lezione di Babbanologia.» si lamentò Dominique, intimando con lo sguardo alle due cugine di allungare il passo.

«Ma io non ne ho voglia!» battè i piedi per terra Rose, quasi fosse tornata una bambina capricciosa.

«Rose Weasley, la figlia di Hermione Granger, che non vuole andare a lezione?» si meravigliò Lily portandosi le mani sui fianchi dopo essersi fermata a guardare la rossa.

Dominique intanto avanzava, sapeva benissimo perché Rose si comportava così. Quella mattina avevano Babbanologia con quegli ambizioni dei Serpeverde, quindi ci sarebbe stato anche Scorpius Malfoy. Rose lo aveva dovuto sopportare per un'estate intera dato che Albus lo aveva invitato all Tana, quindi era esausta di vedere quello sbruffone platinato.

«Lily, lo sai perché mi comporto così. Affido a te il compito di dire al professore che non sto bene, che ho un mal di testa allucinante o cose così.» disse Rose frettolosamente, gesticolando a perdifiato.

Lily corrucciò la fronte, portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e successivamente incrociò le braccia al petto. La minore dei Potter scosse il capo ricordando un certo Serpeverde e migliore amico di Albus; ridacchiò perché le era evidente che tra quei due c'era sempre stato qualcosa. Si, erano come cane e gatto, vero, ma si attraevano come due calamite. Alla fine avrebbero ceduto e si sarebbero confessati sentimenti segreti di cui nessuno era al corrente, Lily ne era sicurissima.

«Ancora con questa storia Rosie? Siete ridicoli voi due, lo sai?» sentenziò alla fine Lily girandosi in direzione della classe. «Non dirò nulla all'insegnante perché tu verrai a lezione, che ti piaccia o meno.» si impuntò.

Rose sbuffò e strisciando i piedi raggiunse prima Lily e poi, insieme a quest'ultima, raggiunse anche Dominique. La chioma bionda-rossiccia della figlia di Fleur e Bill ondeggiava lunga sulla sua schiena, Rose ne rimaneva sempre meravigliata: adorava i capelli di tutte le sue cugine, sopratutto quelli di Dominique, e non sopportava i suoi che, in questo momento, erano racchiusi in una treccia complicata che le aveva fatto Lily quella mattina, prima di scendere a fare colazione in Sala Grande.

Le tre cugine, nonché migliori amiche, entrarono in una grossa aula già ghermita di studenti di Grifondoro e Serpeverde. Come se ci fosse una guerra tra le due case, anzi c'era effettivamente, le due file ai lati erano occupate a destra dai giallo-oro e a sinistra verde-argento, due schieramenti pronti all'attacca. Quella centrale era toccata ai ritardatari che, però, erano comunque seduti a coppie per casa. Rimanevano tre banchi vuoti e, sfortunatamente, uno era proprio accanto al platinato saccente che poco piacceva a Rose Weasley. Ma la rossa non se ne accorse nemmeno che le sue due migliori amiche l'avevano appena tradita, costringendola a sedersi accanto a Malfoy. Rose scoccò ad entrambe uno sguardo che avrebbe ucciso se solo avesse potuto, ma le altre due si limitarono a sopprirere, invano, le risate e le fecero, inoltre, dei gesti con le mani per dirle di prendere il suo posto accanto al suo "amicone".

«Wealsey, trovati un altro posto.» ringhiò Malfoy quando notò chi si stava sedendo accanto a lui.

«Credimi, se potessi lo farei senza esitazioni.» replicò lei in tono freddo e distaccato.

Rose fece di tutto per non guardarlo ma, alla fine, cedette e osservò il Serpeverde con attenzione. I capelli di un biondo chiarissimo, davano l'impressione di essere tinti, erano pettinati con cura e secondo una moda babbana, la pelle chiara metteva in risalto quei due occhi grigi in cui Rose, quando erano al primo anno, era sovente perdersi. In un secondo gli occhi azzurri di Rose si spostarono sul corpo del ragazzo: tonico e praticamente perfetto sotto ogni punto di vista. Fu in quel momento che qualcosa scattò in Rose Weasley, fu in quel momento in cui il suo viso prese colore e una strana voglia di toccare l'addome a Scorpius Malfoy. Fortunatamente quella folle idea ne se andò come era arrivata, facendo scuotere la testa ad una Rose nervosa.

«Che c'è, Weasley?» disse il ragazzo girandosi e incatenando i loro occhi, poi le schiacciò l'occhio. «E' difficile togliermi gli occhi di dosso, eh?»

«No, credo invece che sia difficile trovare il coraggio di posarli su di te, Malfoy.» rispose subito Rose, chiudendo gli occhi a due fessure.

La lezione iniziò e i due compagni di banco smisero di parlarsi. Aprirono i libri e iniziarono a studiare un nuovo argomento di Babbanologia: Rose trovava i babbani molto interessanti e questo lo aveva preso da nonno Arthur. Da una parte c'era nonno Arthur con la sua mania per i babbani e tutto il loro mondo, dall'altra c'erano i nonni materni - i genitori di Hermione. Durante la spiegazione dell'argomento di quella giornata, Rose si perse a ricordare quella volta in cui sua madre le aveva raccontato di quando aveva regalato un cellulare ultra moderno, uno di quelli col touch screen. Ron non era riuscito a capirci niente e aveva affermato che preferiva i gufi a tutta quella tecnologia, poi aveva sfoderato la bacchetta e aveva pronunciato un incantesimo; immediatamente il cellulare aveva preso fuoco mentre Hermione se la rideva.

«Weasley stai invadendo il mio spazio personale. Sposta quel dannato gomito!» mormorò Scorpius.

«Perché Scorpiuccio, ti da forse fastidio il mio delicato gomitino?» domandò Rose con una finta aria curiosa.

«Per le mutande di Merlino, spostalo e basta. Mi da fastidio e non chiamarmi Scorpiuccio!» grugnì a sua volta il ragazzo, dando una leggera spinta al braccio della rossa.

«Santo Godric, Malfoy! Ho superato la riga che divide i due banchi di appena due centimentri. Che cosa sei un bambino dell'asilo?» domandò Rose, scuotendo il capo e poi alzando gli occhi celesti al cielo.

«Be' Weasely, si da il caso che io ci tenga al mio spazio personale. Quella riga è un confine e tu non ti devi azzardare a superare un'altra volta.» le intimò Scorpius indicandole quella famosa riga su cui stavano discutendo.

«Come scusa? Cos'è che non posso fare?» rispose Rose sempre con quel finto tono curioso, poi fece ciò che Malfoy le aveva appena ordinato di non fare. «E' questo che non devo fare?»

Rose non lo dava a vedere ma allo stesso tempo non le sarebbe importato nulla se tutti l'avessero scoperta: si stava proprio divertendo a stuzzicare il suo nuovo compagno di banco. Però questo prese un pronfondo respiro e dopo un «L'hai voluto tu, Weasley» prese una penna e le scrisse sul libro "Sono innamorata di Scorpius Malfoy". Quello che fece rimanere a bocca aperta Rose non era la scritta, per quella lo sapevano tutti che lei e quello sbruffone erano come cane e gatto, ma la infastidiva il fatto che le avesse appena rovinato il libro.

«Questo proprio non lo dovevi fare, platinato dei miei stivali!» adesso il tono della ragazza si era alzato, interrompendo la lezione e un professore abbastanza sorpreso.

«E tu dovevi starmi a sentire. Se questo è il mio banco e quello il tuo, non allargarti! Fallo la prossima volta, te lo consiglio Weasley, e vedrai che andremo d'amore e d'accordo.» sibilò Scorpius alzandosi a sua volta, abbassando il capo di poco per poter guardare gli occhi azzurri di Rose. Nella classe si alzò un piccolo coro di Albus, Lily e Dominique: «Ecco che ci risiamo.»

«Andare d'amore e d'accordo con te è una cosa impossibile!» esclamò allora Rose, spingendo il ragazzo di poco.

«Ditemi che non mi ha appena spinto.» chiese Scorpius più a se stesso che al resto della classe. Il biondo chiuse gli occhi e respirò a fondo, reprimendo quella voglia di spingere la rossa, solo un po' più forte.

«Be', l'ho appena fatto.» sottolineò l'ovvio Rose, incrociando le braccia al petto. Scorpius ridacchiò nervosamente, cosa che fece tremare leggermente la rossa.

«Malfoy, Weasley! Ora basta!» tuonò allora il professore di Babbanologia raggiungendoli. «Vi chiedo cortesemente di riprendere i vostri posti e di concludere qui il vostro teatrino infantile.»

«Ma ha iniziato...» dissero all'unisono Scorpius e Rose, indicandosi a vicenda.

«Niente ma!» riprese il professore. «E siete fortunati che per questa volta non riporterò alla preside questa vostra stupida lite.»
Al solo nominare la parola preside, i due si zittirono e ripresero il loro posto. Poi, con un lungo sbuffo del docente, la lezione riprese con un: «Dove eravamo rimasti? Ah si!»


NOTA AUTRICE

Cavolo, non ci credo! Sono passati secoli da quando ho cancellato tutte le mie fanfiction pubblicate qui, o dall'ultima volta che ho pubblicato una storia nuova su efp.
Bene, speriamo che questa storia sia un buon ritorno! Grazie a chiunque legga la storia o a chiunque lasci una piccola recensione (che sia positiva, neutra o negativa è indifferente: mi aiuteranno a crescere in ogni caso e, sicuramente, a migliorare).
Al prossimo capitolo!

 
   
 
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