Videogiochi > The Elder Scroll Series
Ricorda la storia  |      
Autore: Hi Fis    24/07/2016    1 recensioni
Seguito della mia precedente raccolta "Saraan Sul", questa one shot delinea alcuni brevi episodi in cui Coda Spezzata, Argoniano Dovahkiin, ha cominciato ad ambientarsi a Whiterun. Consigliabile leggere la raccolta precedente per afferrare molte sfumature che qui vengono date per scontate. Avendo questa storia un protagonista Argoniano, se non credete che sia possibile per un uomo rettile diventare l'eroe di Skyrim, questa storia non fa per voi.
Genere: Avventura, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dovahkiin
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
E finalmente venne la primavera, o ciò che per essa passa a Skyrim.
Il freddo era quello di sempre, tuttavia la fertile pianura attorno a Whiterun doveva conoscere verità precluse agli uomini, o trarre sostentamento da luoghi al di là di questo mondo: non si spiegavano altrimenti i germogli che avevano cominciato ad arrampicarsi senza preavviso su ogni stelo, ramo e spiga, o i giunchi che spuntavano attorno a quasi ogni specchio d’acqua degno di questo nome. Quell’improvviso rinnovarsi però, non riusciva ad incuriosire i Nord, né in verità l’aveva mai fatto: a loro andava bene così. Come molte altre cose a Skyrim, anche quella veniva accettata senza porsi troppe domande, accontentandosi di constatare ancora una volta l’avvicendarsi delle stagioni. Di fronte ai fiumi che si liberavano della loro scorza di gelo, non perché, ma quindi, era ciò su cui la mente dei Nord rifletteva: era primavera, come dimostrava il nuovo verde che cercava di affermarsi, dunque…
Non tutti erano così indifferenti a quell'avvicendarsi però: a Whiterun, c’era perfino qualcuno a cui quell’effimera primavera del Nord cambiava abitudini… o quanto meno, aiutava a mettere in nuova luce.
“…Mio Thane?”
Come altri suoi concittadini, Lydia non aveva mai posseduto un gatto: occuparsi di quegli altezzosi felini era quasi sempre privilegio degli anziani della città, le cui case o botteghe venivano elette a tappe temporanee da quegli sprezzanti nomadi con la coda. Inoltre, come molti altri Nord Lydia preferiva i cani, anche se non aveva mai potuto possederne uno: questo, a causa della sua povertà prima di entrare a servizio come huscarlo. Ricordare i momenti spesi con i levrieri dello Jarl comunque, riusciva sempre a strapparle un sorriso...
L’Argoniano che il destino le aveva dato da seguire come Thane non era di certo un cane, e di sicuro nemmeno un gatto: anche se possedeva una lunga coda, era pur sempre dotata di squame nere e acuminate come i denti di una sega. In verità, benché Coda Spezzata fosse della stirpe degli uomini bestia, non era nemmeno un animale, come le aveva dimostrato più e più volte...
Tuttavia… tuttavia in quel momento Coda Spezzata le ricordava davvero molto un gatto che si fosse appena abbuffato di panna: ed era dire molto, considerando che l’Argoniano era rivestito di squame nere e possedeva due coppie di corna sulla testa che svettavano dal suo generalmente inespressivo volto scaglioso.
Coda Spezzata inspirò rumorosamente ad occhi chiusi prima di risponderle, avvicinando la mano piena al suo volto da lucertola:
“Lydia?” chiese poi, guardandola di sbieco con un solo occhio da rettile, azzurro come un topazio.
“Che cosa… sarebbe?” chiese umilmente la giovane Nord, osservando a sua volta l’ultimo prodotto della postazione alchemica del suo Thane: un oggetto oblungo come una punta di lancia, color avorio e solcato da irregolari graffi purpurei.
“Qualcosa la cui mancanza si sentiva a Skyrim.” rispose criptico l'Argoniano, passandoglielo al volo.
Coda Spezzata rimase ad osservarla impassibile, mentre imitava goffamente i suoi gesti e si portava l’oggetto al volto, annusandolo sospettosa. Lydia non lo deluse nemmeno un po’: il volto della Nord si aggrottò in fretta quando comprese tutte le implicazioni della risposta di Coda Spezzata:
“Mio Thane… questo è sapone!” fatto con il grasso dei troll che aveva squartato, probabilmente.
“All’erba medica.” rincarò senza esitare Coda Spezzata.
 
 Per quanto a Lydia fosse stata data una posizione privilegiata per imparare a conoscere l’Argoniano, la giovane donna del Nord non era l’unica ad essersi accorta di come l’avvicendarsi delle stagioni sembrasse aver energizzato l’ultimo Thane del feudo. I modi dell’Argoniano non erano davvero cambiati, né nessuno avrebbe saputo indicare con precisione un singolo particolare inconsueto rispetto a ciò che avevano imparato ad aspettarsi: tuttavia, l’energia che lo pervadeva era evidente… o forse a Whiterun la sua diversità era stata finalmente accettata, ed era guardato quindi con meno sospetto. Probabilmente era proprio quello il punto: l’Argoniano e i cittadini di Whiterun si erano dati il tempo di conoscersi a vicenda. Ormai non solo da molti era tollerato; è impossibile mantenere intatti i propri pregiudizi di fronte a qualcuno che si preoccupa in modo così evidente della prosperità di ogni singolo cittadino del feudo, e della città di Whiterun più in generale, prima della propria; ma alcuni avevano perfino scoperto, non senza una certa sorpresa, di aver iniziato a fare affidamento su quell’Argoniano. Difficile dire con precisione quando questo fosse iniziato, o da cosa: erano stati tanti piccoli particolari, tante piccole storie e vicende, che i pettegolezzi si erano assicurati di spargere rapidamente in ogni angolo della città.
Molto più facile era dire chi: Hulda per esempio, la padrona della Giumenta Bardata, si era resa conto di fare affidamento sull’oro che l’Argoniano portava alla sua locanda con la sua sola presenza, pur saltuaria che fosse. Un Argoniano nella migliore locanda di Whiterun era pur sempre uno spettacolo inconsueto, e anche se veniva spesso additato e spiato come un animale esotico, ben pochi facevano seguire alle parole i fatti. Da quando poi Uthgerd aveva ricominciato a spaccare crani a pugni, anche le chiacchiere e i velati insulti verso l'uomo rettile si erano fatti sempre più radi, mentre a chi la accusava di simpatizzare per una lucertola su due zampe, la ferale mercenaria del Nord rispondeva di andare ad uccidere draghi e non morti sulla cima delle loro montagne, il requisito minimo se si voleva confrontarsi alla pari con il valore dell’Argoniano. Una storia quella, che aveva soppiantato il liuto di Michael fin dalla prima volta in cui era stata raccontata: le più antiche e onorate canzoni del Nord non valevano la storia di cosa, e di come, Coda Spezzata, Lydia, Uthgerd e Jenassa avessero ucciso sulla cima del picco maledetto di Shearpoint, tornandone tutti in un solo pezzo, anche se erano arrivati molto vicini al non tornare affatto. L’Argoniano non schermiva, ma nemmeno sottolineava, il ruolo che Uthgerd dipingeva per lui nei racconti, ma privatamente trovava che ciò che fosse davvero valso la pena di quell’avventura, piuttosto che le gesta in sé, fosse stato il carro carico delle ossa e delle scaglie del drago su cui erano tornati in città… e i volti delle guardie quando li avevano visti arrivare. E anche se Uthgerd tendeva a sottovalutare nei suoi racconti il non morto che il drago era apparso vegliare sulla cima del picco di Shearpoint, così come del resto aveva fatto ai tempi (e sì che l’aveva quasi uccisa diverse volte!), Coda Spezzata ne era ancora preoccupato, e interessato: la maschera con cappuccio di quello stregone non morto, Krosis, che così difficile era stato da abbattere (più del drago in effetti, ed era dire molto), era un prezioso artefatto, che l’Argoniano custodiva per il momento in una nicchia segreta ricavata nella cantina della sua casa.
Coda Spezzata avrebbe imparato molto da essa e grazie ad essa: in effetti, più di quanto avrebbe potuto mai immaginare…
 
Ovviamente non erano solo la locandiera della città, Lydia ed un pugno di mercenari gli unici a cui Coda Spezzata avesse, se non già cambiato la vita, almeno aperto la mente. L’Argoniano aveva attraversato la vita di molti a Whiterun, senza distinzione particolari fra le classi sociali: alcuni comuni cittadini gli dovevano già un debito d’onore, ma sembrava che perfino il clan dei Guerriero Nato corteggiasse il nuovo thane del feudo, anche se per il momento Coda Spezzata era riuscito a rifiutarli senza offenderli. Le ragioni delle sue riserve a proposito erano facili da capire, e da approvare: per quanto uno straniero, Coda Spezzata sapeva benissimo che il facoltoso clan del Nord era interessato a lui per motivi di prestigio, influenza e potere politico, piuttosto che onore; fastidi quelli (e altri simili) che l’uomo rettile aveva sperato di essersi lasciato alle spalle a Cyrodiil…
Gli intrighi che non risultavano in vittime, ma solo nel guadagno di influenza personale, erano giochi ridicoli per l’Argoniano: come il suo huscarlo gli aveva fatto notare, Coda Spezzata era una persona pratica e diretta, rispetto ai Nord almeno. Terribilmente efficiente invece, erano le parole usate per descriverlo da qualcuno in un passato ormai irrilevante, perché precedeva Skyrim: inutile per Coda Spezzata preoccuparsi del colore della piuma sul proprio cappello, quando si deve tagliare una testa, così come della lucentezza della propria lama…
Inoltre, l’aiuto che Coda Spezzata dava liberamente al prete della città per assicurarsi che gli scheletri sbiancati dal tempo di antichi Nord tornassero al loro eterno riposo, invece di rivolgere le armi con cui erano stati sepolti contro i vivi (una scusa che a quanto pareva lo faceva apparire pio agli occhi di alcuni suoi concittadini), era l’occasione perfetta per istruire Lydia nella sua personalissima versione di taumaturgia da combattimento: dopo un inizio un po’ difficile, comprensibile dato il modo con cui aveva scelto d’insegnarle, Coda Spezzata poteva dirsi soddisfatto del risultato. Specie perché gli offriva la possibilità di insegnare a Lydia come meglio colpire, uccidere e menomare contro avversari che non potevano lamentarsi e che difficilmente costituivano un vero pericolo.
Pareva inoltre che restare a guardarlo mentre spaccava vecchi scheletri con pugni carichi di magia taumaturgica risultasse divertente alla giovane donna del Nord…
 
***
 
Ma lo scaglioso Thane non si era preoccupato solo dei semplici cittadini di Whiterun, più o meno facoltosi che fossero: c’erano perfino alcuni mercanti, ancora non molti a dire il vero, il cui viso si illuminava quando le corna e la coda dell’Argoniano attraversavano la soglia delle loro botteghe. C’era Arcadia naturalmente, presso cui l’Argoniano acquistava o rivendeva ingredienti in numero sorprendente: sembrava che non ci fosse fondo all’appetito alchemico di Coda Spezzata, e tra lui e l’anziana imperiale si era instaurata in fretta una rispettosa e divertita rivalità professionale. Arcadia inoltre, aveva dovuto ammettere almeno a sé stessa che se anche possedeva più esperienza dell’Argoniano, Coda Spezzata aveva una base teorica molto più vasta, ma nonostante questo l’uomo serpente tendeva ad affidarsi ad ingredienti specifici al limite della pedanteria, laddove invece Arcadia sapeva di poter sostituire un ingrediente o diluire le sue misture, cosa che per un alchimista è ben diversa dall’annacquare, come del resto aveva cercato di convincerlo più e più volte...
Tuttavia, Coda Spezzata si era dimostrato ogni volta ostinato nel non accettare compromessi sulle sue misture: sembrava quasi ossessionato dalla ricerca di maggior purezza per i suoi già potenti filtri, una necessità aveva spiegato ad Arcadia, dato che la sua costituzione rendeva inefficaci dosi troppo diluite.
 
Anche Ysolda doveva molto all’Argoniano, anche se l’origine e la natura della loro complicità non era qualcosa che la bella Nord dai capelli rossi potesse confessare apertamente ai suoi concittadini (come del resto già avveniva per molte altre cose): questo perché alcuni dei traffici a cui si… prestava, arricchivano almeno quanto compromettessero, come aveva dimostrato al nuovo thane la raccolta e il commercio al limite del legale della linfa dell’Albero Dormiente. Di conseguenza, per Ysolda la discrezione era spesso necessaria, se non d’obbligo, così come l’arguzia necessaria a trovare argomenti abbastanza convincenti, per eventuali testimoni, da continuare a far passare i suoi traffici sotto silenzio. Questa volta, Ysolda era stata fortunata: per quanto l’Argoniano si fosse rivelato… decisamente più onesto di quanto la donna del Nord avesse creduto lecito aspettarsi da lui, Coda Spezzata non era sordo al dolce richiamo del rischio e del proibito, specie fino a quando nessuno si faceva davvero male. In effetti, quella era stata la prima cosa che avevano scoperto di avere in comune e il modo concordato tra loro perché i segreti di Ysolda rimanessero tali al resto della città possedeva solo benefici… e per di più enormi.
In una terra come Skyrim, dove curiosità e intelligenza erano doti raramente possedute e ancor di meno apprezzate, Ysolda aveva avuto l’unica colpa di averne in eccesso. Proprio come Coda Spezzata, seppur per motivi diversi, anche Ysolda si sentiva spesso un’esclusa: naturale che negli anni la donna del Nord avesse coltivato… particolari entusiasmi, il solo modo che avesse trovato per bandire la noia, un vero anatema per lei, e soddisfare la sua mente. A sua discolpa, va ammesso che giocare i suoi compatrioti più ottusi era spesso fin troppo facile: detto questo però, nemmeno Ysolda aveva saputo davvero a cosa andava incontro quando aveva scherzosamente offerto il suo accordo a Coda Spezzata… una vaga aspettativa forse, ma non un’idea precisa.
Come aveva già fatto, con altre e in altri luoghi, l’Argoniano l’aveva educata in fretta. Davvero molto in fretta, e la preziosa lezione, che al solo ricordarla accelerava il suo respiro, accendeva fuoco nel suo centro più intimo e le colorava il volto della stessa sfumatura dei suoi capelli, sarebbe stata ripetuta ogni volta necessaria.
Benefici enormi… sì.
E com’era piacevole poter contare sulla discrezione di qualcuno di così… specie quando sapeva essere così
O per gli Dei! Ysolda mentiva a sé stessa e lo sapeva perfettamente, perché era più che esperta nell’arte della menzogna: se l’avesse saputo prima, non avrebbe esitato, né avrebbe scherzato con lui la prima volta. E ora che aveva compreso esattamente cosa Coda Spezzata fosse e potesse essere lontano da occhi e luci indiscrete, Ysolda sapeva benissimo che era stato lui a catturare la sua mente, il suo spirito e la sua stessa carne, non viceversa. Non importava poi molto di cosa cercasse di convincersi: Ysolda sapeva che anche solo per la speranza di altre notti come quella, sarebbe accorsa ad ogni schiocco della sua coda… come aveva potuto esitare a riguardo fino ad allora?
E allo stesso modo, sapeva che ora non sarebbe mai più potuta tornare indietro...
 
Di molta più innocente gratitudine e meraviglia, qualcosa di simile poteva dirsi anche di Carlotta Valentia: da quella fatidica occasione in cui sua figlia era scivolata sul selciato di fronte alla casa del nuovo Thane, Coda Spezzata era lentamente maturato in un amico per lei. Sua figlia invece ci aveva messo molto meno tempo: in ogni alba spesa in città, occasioni davvero rare per il più errabondo dei Thane di Whiterun, Coda Spezzata non aveva mai fatto mancare una parola gentile per lei, né un incoraggiamento o un cenno verso Mila. Le sue non erano mai futili civetterie, piuttosto vero interesse, e proprio perché era sincero, le sue parole scaldavano il cuore della madre imperiale più di tutte le canzoni dello sciocco bardo della Giumenta Bardata. Tanto, che a volte Carlotta non poteva fare a meno di porsi delle domande curiose…
Coda Spezzata naturalmente non avrebbe mai potuto sostituirsi alla figura paterna che sua figlia aveva perso: tuttavia, l’Argoniano sembrava capace di lenire un bisogno che Carlotta vedeva riflesso negli occhi di sua figlia ogni volta che la bambina spiava padri altrui. Un bisogno quello, a voler essere sinceri, che faceva provare a Carlotta una grande frustrazione di fronte alla sua impotenza di soddisfarla.
Fortunatamente, sembrava che l’Argoniano sapesse elargire senza sforzo ciò che più Mila desiderava da lui: non che servisse molta fatica comunque nel dare ad una bambina senza padre ciò che quasi non aveva il coraggio di desiderare… e molto altro ancora. Scoperto ad esempio che Mila non sapeva quasi né leggere né scrivere, eredità di una madre che a sua volta aveva imparato da sé tra un acquirente e l’altro, l’Argoniano aveva gentilmente preteso di potersi accollare il compito di completare l’educazione della piccola imperiale: se non altro, aveva affermato, per poterla meglio istruire su come prendersi cura del giardino che stava preparando sul retro di Breezehome, la sua casa. Grata, Carlotta aveva approvato e continuava a farlo: saper far di conto era una dote imprescindibile per una mercante come lei, e quindi anche per Mila, ma saper leggere e scrivere poteva essere almeno altrettanto importante.
Carlotta non era ricca, ma nemmeno così povera da non poter desiderare una vita migliore per la sua unica figlia. Dopotutto, come Coda Spezzata stesso le aveva fatto notare, Arcadia non poteva vivere per sempre, e Mila sarebbe potuta diventare sua apprendista quando avesse avuto l’età, per poi un giorno ereditare l’esercizio: la sua bambina aveva la mentalità giusta per eccellere in qualcosa del genere, così l’aveva rassicurata Coda Spezzata… e Arcadia nessun erede. Ma per poter ottenere un giorno qualcosa di simile, Arcadia di certo non doveva preoccuparsi di come arrivare alla fine della settimana e probabilmente ormai nemmeno dell’anno, era necessario che Mila imparasse almeno a leggere e scrivere… e una conoscenza erboristica di base, unita a quella del preparare pozioni, poteva solo esserle d’aiuto in quel senso.
Per questo, quando era possibile, Mila imparava a leggere e scrivere direttamente dall’Argoniano su testi di erboristeria e alchimia, gli stessi in effetti con i quali istruiva Lydia sul medesimo argomento. Era diventato uno spettacolo quasi… comune, durante le giornate che il Thane passava in città almeno, vedere il possente Argoniano seduto su una panca fuori dalla sua casa, con Lydia alla sua destra e Mila a sinistra recitare in coro i versi in rima baciata del testo della “Canzone degli Alchimisti”. Un falso storico, aveva spiegato ad entrambe Coda Spezzata, perché quel libro che parlava di Dwemer di certo non era stato scritto dagli elfi delle profondità: da qualche parte però, si doveva pur cominciare. Inoltre, per poche che fossero le indicazioni precise che quel testo conteneva, erano comunque sempre corrette. E anche se procurarsi diamanti rossi, erba blu e septim d’oro da fondere liberamente era ancora un po’ troppo difficile per la semplice figlia di una fruttivendola, Coda Spezzata sperava che per quando Mila ne fosse stata in grado, la bambina avrebbe già posseduto le conoscenze per preparare un filtro per aumentare la propria intelligenza con ingredienti più semplici da reperire…
 
***
 
Fin da quando l’Argoniano era giunto a Skyrim però, coloro che più di ogni altro avevano prosperato grazie a lui erano senza dubbio Ulfberth Orso Guerriero e sua moglie Adrianne Avenicci. Al punto, che il fabbro del Nord aveva scoperto, non senza un’enorme dose di sorpresa e contro ogni logica personale, che la rara presenza di Coda Spezzata alla Vergine Guerriera gli era diventata… gradita. Questo, perché i riflessi d’oro sporco della corazza di metallo elfico del nuovo Thane, una vista che molti briganti del feudo avevano cominciato ad associare alla morte in persona, era figlio delle forge della Vergine Guerriera: nessun altro, oltre a Coda Spezzata, il suo huscarlo e la coppia di fabbri, conosceva a Skyrim il segreto della forgiatura di quel capriccioso metallo.
Ma conoscere il segreto di una tecnica è ben diverso dal padroneggiarla completamente: per Ulfberth e Adrianne, modellare da soli il metallo elfico era per ora impossibile. Questo perché, per quanto una volta correttamente amalgamati ferro, pietra di luna e mercurio l’abilità richiesta non fosse molto maggiore di quella necessaria a forgiare l’acciaio; prepararli richiedeva molta più attenzione di quanto i due fabbri avessero creduto necessaria fino a quel momento: al confronto, perfino il corundum era semplice come un gioco di bambini. Un’altra ragione questa, per cui le rare visite dell’Argoniano alla Vergine Guerriera erano così gradite ai due coniugi: anche a causa di un certo orgoglio professionale, Ufberth e Adrianne desideravano emanciparsi in fretta da quel loro scaglioso maestro della forgia, in modo da condividere da pari lo stesso segreto.
E così, nel loro tempo libero e tra una rara visita dell’Argoniano e l’altra, la coppia si era messa d’impegno a forgiare sbarre di metallo elfico da far giudicare al loro mecenate. E ogni volta, l’Argoniano era sempre inflessibile con loro sui risultati ottenuti, perché quando tecnica, arte o scienza erano argomenti di conversazione, Coda Spezzata non sembrava capace di scendere a compromessi: Ulfberth e Adrianne non avrebbero accettato nessun altro modo, nonostante questo li facesse a volte sentire entrambi come apprendisti al loro primo giorno.
“…Non va eh?” lo anticipò Ulfberth, osservando l’Argoniano fissare le loro ultime sbarre di metallo elfico.
Un'altra cosa che l’uomo del Nord aveva notato durante quelle rare visite, era che Coda Spezzata non esternava mai i suoi sentimenti, solo il suo pensiero: né il suo volto scaglioso, né il suo sguardo o la sua coda, sembravano capaci di trasmettere anche solo una traccia delle segrete correnti del suo cuore; ma a chi dubitava esistessero, bastava ricordare come avesse ingaggiato Uthgerd. A sua volta, Adrianne aveva invece ricevuto conferma da Lydia che Coda Spezzata, e tutti gli Argoniani più in generale, serbavano senza malizia il loro spirito, perché il loro volto e quei loro scagliosi lineamenti rendevano difficile esternare emozioni in modi che elfi, uomini o perfino i Khajiit potessero capire.
In risposta alla domanda del fabbro, Coda Spezzata scosse lentamente la testa, brandendo il metallo color oro sporco in una mano e avvicinandosi all’incudine della Vergine Guerriera: quando calò il braccio con violenza, la sbarra, lunga quando il braccio di Adrianne e che aveva richiesto un’intera nottata insonne per essere completata, si spezzò in due parti con un suono tintinnante. Non era la prima volta che succedeva, e a voler essere sinceri nemmeno la ventesima, ma mentre Ulfberth e Adrianne abbassarono la testa frustrati, non una smorfia si disegnò sul volto scaglioso di Coda Spezzata: nemmeno quando, dopo essersi avvicinato il metallo sbreccato al volto, ci appoggiò sopra la sua lingua bifida.
“Tre errori.” esalò poi, con quella sua voce che sembrava il suono della risacca sulla sabbia o la mola lenta sul filo di una spada: “…Due vostri.” aggiunse poi piegando la testa di lato, un’espressione quasi incuriosita…
O divertita, difficile capirlo per Ulfberth e Adrianne: senza Lydia a fare loro da interprete, o quanto meno suggeritore, era difficile capire cosa davvero l’Argoniano cercasse di esprimere.
Soppesandolo nella mano, Coda Spezzata riportò verso di loro il frammento di metallo, invitandoli ad osservare assieme a lui più da vicino: anche alla luce di una lanterna, fu facile per l’occhio esperto dei due fabbri notare come l’interno di quella loro sbarra fosse irregolare e disomogeneo. Invece di un continuo ed uniforme insieme, assomigliava in effetti a tante schegge d’oro sporco di sfumature lievemente diverse, impilate poi le une sulle altre: un aspetto scabro e fragile, che non si sarebbe mai potuto accostare al vero metallo elfico.
“Le scaglie del fabbro.” pronunciò Coda Spezzata, toccando i bordi di diverse sfumature: “…Il cinabro è stato ridotto da te, vero Adrianne?”
Una delle virtù che Ulfberth aveva imparato ad apprezzare nell’Argoniano era la sua schiettezza, e il fatto che mirasse subito al punto: l’uomo del Nord però, lo avrebbe apprezzato di più se Coda Spezzata non fosse spesso sembrato a conoscenza di fatti a cui non aveva assistito... ma solo agli dei era concesso di avere tutto.
“Aye… hai tirato ad indovinare? O è merito della tua magia?” rispose Adrianne, dopo aver scambiato uno sguardo con suo marito.
“No. Uova marce: l’odore da cui si viene avvolti quando il mercurio è separato dal cinabro. Nella mia esperienza, non gli è mai permesso di restare a lungo su una donna.” esalò l’Argoniano, ma vedendo il cipiglio di Ulfberth farsi vagamente minaccioso, a causa di alcuni modi in cui quella frase particolare poteva essere interpretata, Coda Spezzata si sentì in dovere di spiegarsi meglio:
"...Dall’alchimia, ai suoi praticanti sono donati almeno un buon naso e un’astuta lingua.” pronunciò solenne, prima di far brevemente saettare la sua lingua bifida tra le labbra, cosa che riuscì a strappare un sorriso ad Adrianne e a spianare la fronte di Ulfberth.
Perché forse era stato proprio grazie a quella sua lingua, che Coda Spezzata era riuscito per la prima volta a far sembrare il suo aspetto buffo piuttosto che straniero: era successo alla Giumenta Bardata, quando tornati da Shearpoint Uthgerd lo aveva fissato a lungo, un braccio al collo e l'altra mano intenta a sorreggere il più immenso boccale di sidro che Hulda avesse mai servito, ormai già vuoto per un terzo. Con lentezza, in modo da farsi capire anche attraverso la cortina dell'alcool, l'Argoniano aveva chiesto alla mercenaria, con otto dita su dieci spezzate, diverse costole spaccate, una clavicola incrinata e una scapola scheggiata, se ci fosse qualche problema. Uthgerd ci aveva pensato molto a lungo, prima di rispondere: la mercenaria aveva passato lo sguardo su quel volto scaglioso privo di orecchie ma dotato di corna, con tutti quegli spuntoni che lo difendevano perfino dalle testate, e poi aveva fatto la sua domanda.
"Ma alla fine, sei un uomo? O una bestia?" aveva chiesto con un'ebbra chiarezza che aveva richiesto il giusto miscuglio di stanchezza, spossatezza fisica e alcool in circolo.
Coda Spezzata aveva fatto attendere a sua volta una risposta, prima di emettere un sospiro soffocato attraverso le narici e affermare:
"Ssssono un uomo." tirando fuori quanto più possibile quella sua lingua bifida e sibilando come un pitone gigantesco.
Inutile dire che le risate non si erano fatte attendere, specie di fronte alla faccia di Uthgerd nell'ascoltare una simile risposta: quella notte, in cui per la prima volta Coda Spezzata era stato dei loro, era stata anche la prima in cui l'Argoniano aveva dimostrato di saper ridere di sé stesso. E di certo aveva anche dimostrato che Coda Spezzata possedeva il senso del tempo: ciò che aveva appena fatto alla Vergine Guerriera, era riuscito a far ricordare ad entrambi i fabbri di quella notte alla Giumenta Bardata, quando erano tornati da Shearpoint con un carro carico di ossa di drago e i corpi a pezzi.
"... In ogni caso, il cinabro è stato ben lavorato."
"Non è stato difficile." rispose orgogliosa Adrianne: no, non era stato difficile, specie con la struttura che avevano messo a punto seguendo le indicazioni dell'Argoniano.
Fondamentalmente, una distilleria in pietra, piuttosto che legno o bronzo, costruita per poter arrostire, e poi ricondensare, quel minerale rosso chiamato cinabro.
"Si può sperare che i miei avvertimenti sulla pericolosità del mercurio siano stati ben compresi?"
"Lo chiedi sempre." rispose lievemente stizzito Ulfberth.
"Non si dovrebbe?" ribatté l'Argoniano: "...A Cyrodiil, il cinabro è estratto solo dai condannati alla lenta morte."
Lavori forzati in verità, ma data la tossicità del mercurio e dei suoi vapori, raramente chi finiva ad estrarre il cinabro dalle cave dell'impero tornava libero: a Cyrodiil, il cinabro non era necessariamente rosso solo per lo zolfo che conteneva...
Tuttavia quel minerale era anche ottimo per separare l'oro dalle impurità in cui spesso si trovava: che una bottega di fabbri comprasse cinabro non era poi così strano. Whiterun si sarebbe al massimo chiesta se la Vergine Guerriera non intendesse espandere finalmente gli affari, tutto qui, mentre il segreto della forgiatura del metallo elfico sarebbe rimasto tale.
"Hai ispezionato tu stesso la vecchia botte di pietra che usavamo per conciare le pelli!"
"Vero." concesse l'Argoniano quietamente: "...Ma non si può semplicemente smettere di preoccuparsi."
Frase questa che li avrebbe stupiti, se fosse stata la prima volta in cui l'Argoniano pronunciava qualcosa del genere: Adrianne e Ulfberth invece, avevano avuto tempo non solo di conoscerlo, ma anche di imparare che solo perché la voce di Coda Spezzata non era in grado di far capire cosa provasse, ciò non voleva dire che non parlasse seriamente. I due fabbri però, raramente ponderavano a cosa questo implicasse: era più facile accettare una simile preoccupazione quando che non sembrava associata ad alcuna emozione.
"...In ogni caso un buon lavoro. Ma il metallo è stato raffreddato troppo rapidamente. Il primo errore."
"Come sarebbe troppo rapidamente?" chiese Ulfberth.
"Trovare la giusta temperatura che permetta alla pietra di luna di essere unita al ferro e al mercurio non è la sola difficoltà. Se la temperatura si fa precipitare troppo presto, si creano queste scaglie: il metallo si rapprende, prima di unirsi."
Ulfberth si tirò la barba con violenza a quella notizia:
"Quindi... se l'avessi lavorata ulteriormente avremmo finalmente ottenuto del metallo elfico?"
"No. È stato usato ferro con troppe impurità."
"È il ferro che usiamo di solito..." protestò Adrianne.
"Sì. E no. Viene forgiato ottimo metallo dalla vostra Vergine Guerriera, da nessuno questo può essere messo in discussione. Ma mentre per il vostro acciaio questo ferro si può dire adatto, il metallo elfico deve essere forgiato con ferro quasi puro." spiegò Coda Spezzata.
"Come facciamo a sapere la differenza?" chiese Ulfberth.
"Due modi." rispose quasi sorridendo l'uomo lucertola: "...Un cubo perfetto di ferro puro, con ogni lato di un piede, pesa un fiato più di 491 libbre. Si può calcolare di conseguenza se il peso di un lingotto è quello corretto per farne metallo elfico."
"...Oppure?" chiese Adrianne dopo aver sbattuto le palpebre un paio di volte: decisamente non qualcosa che si aspettava di sentir uscire dalle fauci di Coda Spezzata.
L'Argoniano sospirò lieve prima di rispondere:
"Oppure, si può arroventare il ferro fino a farlo diventare liquido, ed eliminare le impurità che galleggiano sulla superficie rovente."
"Non ricordo di aver avuto tutti questi problemi quando abbiamo fatto la tua corazza." meditò Ulfberth, stropicciandosi la barba.
Se avesse potuto, forse a quel punto Coda Spezzata sarebbe arrossito:
"...Si arride a colui che comincia per le prime volte." si schermì.
"E ha aiutato l'aver avuto un maestro artigiano a dare ordini." aggiunse Adrianne con un sorriso, a cui suo marito fece eco con un Aye! dei suoi.
La verità però, era che ai tempi Coda Spezzata aveva drogato entrambi i fabbri con uno dei suoi elisir: funghi a bolla e linfa di Spriggan, che uniti assieme avevano creato un filtro della forgia. Adrianne e Ulfberth non se ne erano accorti, perché l'Argoniano l'aveva discretamente versato nelle caraffe che avrebbero usato per rifocillarsi dal calore della forgia. Nemmeno in quel momento però, giudicando quel loro lavoro, Coda Spezzata provava vergogna per ciò che aveva fatto: aveva avuto bisogno della migliore corazza che potesse essere costruita, e dato che i due fabbri che ora chiamava amici non si erano potuti rifiutare, tanto meglio.
Fare la cosa giusta non sempre voleva dire fare il bene... un concetto su cui l'Argoniano avrebbe meditato a lungo nei mesi a venire:
"Si cerca solo di fare del proprio meglio." rispose ai loro complimenti.
Per fortuna Ulfberth e Adrianne erano persone pratiche: con un semplice gesto della mano dell'una e un'alzata di spalle dell'altro, il loro esame poté continuare.
"Avevi detto tre errori."
"Sì. Ma solo questi due vostri: raffreddato troppo presto e ferro troppo ricco... Da chi vi è stato venduto il sale?"
"Belethor ovviamente." risposero in coro i coniugi: Coda Spezzata invece sospirò di fronte alla conferma dei suoi sospetti.
"Quel Bretone disonesto... vi è stato venduto salgemma." spiegò l'Argoniano.
"...Fa differenza?"
"Sì. E no. Ne è stato avanzato?"
Il fabbro del Nord annuì, uscendo dalla stanza e tornando poco dopo con un sacco di sale quasi vuoto che poggiò sul bancone: l'Argoniano ne raccolse una manciata sulla punta della sua daga, cominciando a spiegare la disonestà di Belethor.
"Il sale che viene dal mare è uguale al sale che viene da sotto la terra... se entrambi sono purificati allo stesso modo." esalò Coda Spezzata, gustando brevemente i cristalli e annuendo: "...Sembra che dal Bretone sia venduto sale e gesso come fossero la stessa cosa."
"Quel figlio di un cane e di un elfo!" imprecò Ulfberth violento, mentre i muscoli si gonfiavano nelle sue braccia.
Un singolo tocco della mano di sua moglie bastò però a calmarlo:
"Come possiamo sapere la differenza prima di forgiare?"
Coda Spezzata sorrise lievemente a quella domanda e avvicinò la punta della daga alla fiamma della candela: arroventandosi, sale e gesso produssero un effimera fiammella che si spense in fretta.
"Il sale è arso con una fiamma gialla come il sole: salgemma ricca di impurità sarà tesa ad altri colori. A volte perfino sapori: più amaro che dolce. Il consiglio è che si compri il sale da altri mercanti, piuttosto che di nuovo da Belethor."
"Ci puoi scommettere!"
"...La prossima volta confido che sarà creato perfetto metallo elfico." annuì sereno Coda Spezzata.
"Sei buono con noi."
"Più o meno di quanto potrebbe sembrare?" chiese Coda Spezzata, con l'eco di un sorriso sul volto scaglioso.
"Aspetteremo con ansia la tua prossima visita allora: quando pensi di tornare a Whiterun?"
"Presto. Dopo le mie ultime spedizioni..." che fra le altre l'avevano portato al cospetto dei Barbagrigia: "... È arrivato il momento di accettare un invito."
"E da chi?"
"...Skyrim è la prima terra dove la forza del mio braccio mi è apparsa insufficiente. Confido che tra i Compagni mi si potrà insegnare a migliorare."

Ben arrivati alla fine di questa storia, che lo so, purtroppo è più breve della raccolta precedente.
Il fatto è che molte delle scenette che racconto all'interno di questa one shot, avrei tanto voluto metterle in Saraan Sul, ma per ragioni di trama, ritmo del racconto, puntualità, non ce l'hanno fatta. Siccome però, mi diverte molto scrivere di Coda Spezzata ho deciso di pubblicare questo... chiamiamolo compendio xD, piuttosto che lasciare queste scenette all'oblio della mia mente. Spero davvero vi sia piaciuto.
Sfortunatamente, non penso scriverò di Coda Spezzata tra i Compagni, ma ammetto che mi piacerebbe davvero molto fare una long fic di Coda Spezzata al collegio di Winterhold...
Il tempo però, come sempre è un vero tiranno: spero che avrò qualcosa da farvi leggere a proposito, prima o poi.
Love and Peace.
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > The Elder Scroll Series / Vai alla pagina dell'autore: Hi Fis