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Autore: eli the_dreamer    24/07/2016    2 recensioni
Tommy Shelby è solo un ragazzino come tanti. Non per Annabelle Kelly, la "sua" Belle, la ragazza scapestrata di Small Heath che non ha occhi che per lui. E forse Tommy si sta rendendo conto che Belle non è una come tante.
Una storia che inizia nel 1907 e andrà avanti nel tempo.
Dal primo capitolo:
Era sempre stato Tommy, almeno fin da quando era capace di arrossire per la vicinanza di un ragazzo. A dir la verità era sempre stato Tommy sin da quando era solo una bambina.
Non c'era niente, non un singolo dettaglio che lui non sapesse su di lei, ma la cosa che più di ogni altra la faceva sentire speciale, era che sembrava che nessuno conoscesse Thomas Shelby meglio di lei.
Conterrà spoiler fino alla terza stagione nei capitoli futuri.
Genere: Drammatico, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Thomas Shelby
Note: Lemon | Avvertimenti: Incompiuta, Spoiler!
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Quella serietà era troppo opprimente e Annabelle e Ada avevano deciso di ravvivare la situazione con sciocche battute, dette tra loro sottovoce.
Non riuscirono però a trattenere le risa che riecheggiarono tra le pareti della chiesa disturbando quindi la lezione di primo soccorso “Ada Shelby e Annabelle Kelly, smettetela immediatamente” le riprese la suora.
Le due ragazze frenarono le risate ma quando entrambe posarono lo sguardo sul naso gibboso della donna scoppiarono nuovamente a ridere, burlandosi di lei.
“Fuori!” gridò la suora con voce stridula e le narici del suo brutto naso si allargarono per la sua espressione infuriata.
Senza smettere di ridere le due giovani lasciarono la chiesa. Non avrebbero più assistito alle lezioni di primo soccorso dopo quell'unico, disastroso tentativo.
Svoltarono in Adderley Street indecise ancora se tornare a casa o recarsi al Garrison e Ada si fece seria tutt'a un tratto salvo poi sorridere maliziosa.
Annabelle la guardò, era perplessa ma sorrise “Che c'è?” le chiese con una leggera titubanza.
Ada la fermò prendendole delicatamente una mano e le accarezzò il viso sistemandole, in seguito, i capelli dietro le orecchie. Ridacchiò, gli occhi azzurri scintillanti e furbi “Tommy non ha dormito a casa neanche stanotte” disse punzecchiando il fianco dell'amica con il dito indice prima di afferrarle la vita con una strana eccitazione nello sguardo “Allora? Mi devi dire qualcosa?” chiese con un tono di voce più acuto del normale.
Annabelle arrossì vistosamente ma si unì comunque alla risata dell'amica “Abbiamo solo dormito, Ada. Dormiamo e basta, nient'altro” rispose spintonandola appena.
Strano a dirsi, Thomas Shelby sapeva essere un vero gentiluomo, almeno con Annabelle. La rispettava e non avrebbe mai fatto niente che lei non volesse, avrebbe aspettato ed era contento di farlo.
Le due ragazze ripresero a camminare decidendo di passare al Garrison dopo il fiasco della lezione.
“Mi dispiace non aver creduto in te e Tommy” Ada parlò all'improvviso “Ma sai com'è fatto mio fratello, sai quello che fa”.
Annabelle dopo un istante di silenzio rise delicatamente “Tommy fa quello che fa perché è costretto a farlo. Si sta occupando di voi nell'unico modo in cui gli è stato insegnato. Che guarda caso è anche l'unico modo in cui possiamo riuscire noi di Small Heath. Siamo considerati criminali, Ada, e da tali ci comporteremo sempre” disse. C'era una nota di rabbia nella sua voce, una rabbia che forse non si sarebbe mai spenta.
Anche lei era una criminale. Era una ladra, era una truffatrice. Era come se fosse nata e cresciuta per esserlo, perché chi nasceva a Small Heath era condannato ad essere feccia. In quella disastrosa povertà potevano farsi strada solo infrangendo la legge. Lo facevano per vivere e Annabelle non avrebbe mai condannato nessuno per quello.
Nemmeno suo fratello che aveva premuto il grilletto piantando un proiettile tra gli occhi di Brett Chapman.

Quando arrivarono alla loro meta, il Garrison era praticamente deserto. Harry Fenton se ne stava dietro al bancone a pulire i bicchieri e in un angolo del pub John era intento a tubare con Martha Hall.
Era riuscito a conquistarla dopo mesi di estenuante corteggiamento e poi erano diventati inseparabili.
Nel tavolo accanto all'entrata, illuminati dalla luce del sole che entrava dalle vetrate, Freddie Thorne e Arthur Shelby parlottavano tra loro con Bertram di fronte a dei boccali colmi di birra scura.
Sembrava tranquillo Bertram dopo quella mattina in cui aveva stretto a sé Annabelle. Nei giorni seguenti, di tanto in tanto nei suoi occhi verdi era calata un'ombra, non per il peso di aver tolto una vita, sapeva di aver fatto la cosa giusta: ogni tanto bisogna far del male per far del bene. Bertram aveva semplicemente paura di una tremenda vendetta, per se stesso ma soprattutto per Annabelle.
Ne aveva parlato persino con Tommy e il giovane Shelby lo aveva rassicurato. Da allora Bertram aveva messo i pensieri da parte, deciso forse a imitare sua sorella, andando avanti a testa alta, con orgoglio e senza paura, facendo leva solo sulla propria forza che sgomitava con foga per farsi spazio in lui.
Salutò Annabelle con un sorriso al quale lei rispose radiosa, felice di vederlo finalmente sereno, forse anche più forte di quanto non lo fosse mai stato.
Freddie invece aveva puntato lo sguardo su Ada, si era soffermato sulla sua figura snella, minuta e aveva nascosto un sorriso mentre le gote di lei avvampavano.
Annabelle ridacchiò dando una gomitata all'amica. Ancora non riusciva a capire perché Freddie non si dichiarasse apertamente, era palese che provasse qualcosa per Ada.
Freddie distolse gli occhi verde scuro da lei mentre sul viso di Arthur si faceva spazio un sorriso divertito e le braccia di Tommy, in quell'esatto istante, avvolsero Annabelle da dietro facendola sobbalzare appena.
Lei rise volgendo il viso e incontrando così quello ridente di Tommy “Non dovreste essere al corso di primo soccorso voi due?” chiese.
Ada scoppiò a ridere contagiando senza troppo sforzo anche Annabelle “Siamo state sbattute fuori perché stavamo ridendo” ammise la rossa senza neanche un minimo di vergogna o pentimento.
Tommy scosse la testa divertito e la risata roca di Arthur si unì a quelle limpide delle due ragazze “Chissà perché la cosa non mi sorprende” commentò sarcastico facendo ridere Freddie. Anche John e Martha, dall'altro tavolo, risero “Non ti sorprende perché tua sorella è una vera Shelby e Annabelle...beh, è Annabelle, sappiamo tutti di cosa è capace” disse John. Altre risate, comprese quelle delle due ragazze che non si sentirono di certo offese per quelle parole.
Tutt'altro, Annabelle in particolar modo andava fiera di se stessa anche quando combinava qualche guaio.
Bertram invece sembrava piuttosto contrariato per l'accaduto.
Guardò la sorella con severità ma non commentò consapevole del fatto che non sarebbe mai riuscito ad averla vinta, non con Annabelle, la ragazzina agguerrita capace di aggirare ogni situazione a suo favore grazie alla sua spiccata furbizia.
Annabelle gli sorrise. Vederlo così sereno la faceva sentire bene e sapeva che doveva ringraziare Tommy per quello.
Era stato lo stesso Bertram a dirle che Thomas lo aveva rassicurato e lei aveva ringraziato Tommy con un bacio passionale, senza dargli alcuna spiegazione, conscia che avrebbe capito.
Thomas si chinò appena su Annabelle “Vieni con me” sussurrò al suo orecchio. Un sorriso malizioso si dipinse sulle labbra di lei e senza dilungarsi troppo in stupidi convenevoli, non di certo adatti alla personalità di Tommy, i due ragazzi lasciarono il Garrison.

Arrivarono al deposito di Charlie Strong, dove erano soliti rifugiarsi per passare del tempo da soli.
Ogni volta che Charlie li vedeva arrivare sorrideva con la sua sigaretta sbilenca tra le labbra e si metteva al lavoro, curandosi di non disturbare la giovane coppia.
Curly, al contrario, non aveva tale premura. Più di una volta era capitato che lo zingaro li allietasse con la sua - indesiderata - presenza. Quel pomeriggio non fece eccezione.
Annabelle ridacchiò portandosi una mano alle labbra, la divertiva vedere l'espressione infastidita di Tommy ogni qualvolta Curly li seguiva.
“Emerald Fire sta bene, cresce forte” disse il ragazzone, togliendosi il cappello e passandosi una mano sulla testa rasata. Thomas si grattò la radice del naso, sospirando “Grazie Curly. Ora, per favore, puoi lasciarci soli?” disse mentre Annabelle continuava a ridacchiare nascondendo il viso tra il fiume rosso dei suoi capelli.
Curly sorrise, si rimise il cappello in testa e annuì più volte “Certo Tommy, sì sì” disse.
Li lasciò soli e Thomas lo seguì con lo sguardo fino a che non sparì completamente dalla loro vista.
Annabelle rise più forte, liberandosi e issandosi con le braccia si sedette su un cumulo di casse di legno.
Tommy la zittì con un bacio al quale lei rispose subito posando le braccia sulle spalle di lui e attirandolo a sé.
Amava il modo in cui Tommy la stringeva con delicatezza, amava sentire il calore delle sue mani attraverso i propri vestiti.
Entrambi sorrisero “Ti mostro una cosa” Tommy si tolse il cappello, cucita nella visiera vi era una lametta “Mio nonno usava farlo. Ho parlato con Arthur e John, perfino Polly è d'accordo” disse.
Belle lo guardò corrugando la fronte non capendo dove volesse arrivare e Tommy sorrise ancora una volta “I Peaky Blinders torneranno a dettare legge e Bertram ne vuole fare parte. Quei bastardi dei Cheapside Sloggers sono finiti una volta per tutte” disse in tono serio e un lampo d'orgoglio attraversò i suoi occhi chiari.
Annabelle assottigliò lo sguardo “È così che hai rassicurato Bert?” chiese. C'era esaltazione nella sua voce.
Tommy annuì “Ne sembri felice” disse in tono divertito e Annabelle si strinse nelle spalle “Siamo tutti criminali, Tommy. Lo siamo per vivere. A volte bisogna fare del male per fare del bene” disse con solennità. Tommy la guardò con fierezza, non c'era nessuno che lo capisse meglio di lei.





Nota dell'autrice: Il titolo di questo capitolo fa riferimento all'omonima canzone dei Poison.

   
 
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