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Autore: Paradichlorobenzene_    25/07/2016    1 recensioni
Dedicata a Lesye-Chan!
Sul collo di Lesye c’erano degli evidenti segni rossi, e guardando altrove, vagamente imbarazzato nonostante lei dormisse, Lys si chiese se per caso anche lei gliene avesse lasciato qualcuno.
Genere: Comico, Slice of life, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dolcetta, Lysandro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono la principessa numero uno al mondo, dovresti sapere come trattarmi!
 
-L'Angolo dell'Autrice-

Buonasssssera a tutti! Eccomi qui, tornata con una delle mie storiche song-fiction,
dedicata a Lesye-chan, fonte d'ispirazione nelle mie notti di vuoto.
Non ho molto da dire, se non che è una song-fiction, ispirata a "World is Mine" di Miku Hatsune, e che avrei voluto lasciare il collegamento ipertestuale, ma non so come si fa ...
 




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Lysandre stava accarezzando i lunghi capelli mossi di Lesye, che risplendevano argentei alla luce della luna, che entrava dalla finestra. La ragazza, esausta dopo la serata, si era addormentata tra le lenzuola di fianco a lui, con la testa rannicchiata contro la spalla del ragazzo.  La pelle nivea di lei sembrava confondersi col bianco del copriletto, e i suoi tre nei sotto l’occhio destro – su cui Lys passò la mano, spostandola dai capelli alla guancia di Lesye – erano ancora più evidenti  tra tutto quel candore. L’altro braccio del ragazzo era attorno alla vita di lei, sulla pelle nuda, e lui poteva avvertire il calore che emanava, e ricordare quello che era successo poco prima. Sul collo di Lesye c’erano degli evidenti segni rossi, e guardando altrove, vagamente imbarazzato nonostante lei dormisse, Lys si chiese se per caso anche lei gliene avesse lasciato qualcuno. In realtà, non gli sarebbe dispiaciuto.  Si distese anche lui – conoscendola, non si sarebbe svegliata per un po’, e non voleva disturbarla muovendosi troppo.  In quel momento, gli erano venuti in mente diversi ricordi, alcuni dei quali antecedenti alla loro nemmeno troppo recente relazione. A ripensarci sospirò, esausto anche lui al solo pensiero, ma poi non riuscì a trattenere un sorriso. Rise divertito, a bassa voce.

 

 
~

 

#1 - Non sto dicendo nulla di egoistico!

La prima volta che s’incontrarono, Lysandre aveva afferrato quella ragazza sconosciuta e l’aveva stretta a se, su un marciapiede affollato del centro città. Quando lei fece per staccarsi, spaventata, lui restò ammaliato da quegli occhi blu oltremare e, cercando di superare il momento, le disse “attenta, rischi di essere investita”. Lesye guardò il semaforo e vide che in effetti stava passando col rosso, al ché scosse i capelli con la mano dicendo “Tsk! Me ne sono accorta, sai?”. Anche se la frequentava da poco tempo, Lysandre aveva imparato a sue spese che Lesye era una ragazza che ci teneva ai particolari. Ad esempio, lui doveva sempre notare quando aveva un nuovo taglio di capelli – l’ultima volta che non aveva notato la sua messa in piega, non gli aveva parlato per giorni – o quando indossava un nuovo vestito o un nuovo paio di scarpe. Altrimenti avrebbe rischiato di ritrovarsi le scarpe citate in precedenza terribilmente vicine al suo viso. E soprattutto, odiava le risposte brevi, sia quando parlavano, sia in chat. Per ogni frase semplice da lei detta, esigeva almeno tre parole in risposta, e per ogni “ok” o qualsiasi altro monosillabo da Lys pronunciato senza aggiungere altro, era una vendetta nuova che si affacciava nella mente di Lesye, pronta ad abbattersi come una tempesta sul povero Lysandre. E ogni volta che lei glielo ripeteva – smemorato com’era, lo dimenticava spesso – concludeva sempre il discorso allo stesso modo. Si avvicinava a lui, puntando i piedi e con le mani sui fianchi, dicendo “Se hai capito tutto, la mia mano è vuota. Allora, fa’ qualcosa per riempirla!”.

 

#2 – Non devi assolutamente farmi aspettare!

Quando si rese conto di aver un ritardo pauroso sull’orario del suo appuntamento con Lesye, Lysandre preferì farsi mezza città di corsa pur di non aspettare gli autobus in perenne ritardo. Quando arrivò sul luogo prestabilito però non trovò nessuno, e per un attimo tirò un sospiro di sollievo. Alla fine era arrivato solo con venti minuti di ritardo e –  considerato che era appena uscito dalle prove con il gruppo - non era poi tanto, e la sua ragazza non c’era. Poi però passarono altri cinque minuti, che diventarono dieci, che diventarono venti. Alla fine, un’ora dopo, Lys pensò che Lesye gli avesse dato buca. Stava per andarsene, un po’ dispiaciuto, ma svoltando l’angolo notò una figura biancovestita guardare nervosamente l’orologio, battendo il tacco, al bar di fronte. Quando questa di accorse di lui, avanzò verso il ragazzo come una furia per poi guardarlo con due grandi e minacciosi occhi blu pronti a fulminarlo. «Lysandro!» lo chiamò lei, stizzita «cos’hai da dire a tua discolpa?!» continuò l’albina, indicando l’orologio. Lys la guardò spaesato, rispondendole che era arrivato più di un’ora fa, ma non aveva trovato nessuno. Lesye lo guardò stranita, si guardò intorno, e le venne il lampo di genio. «Di fronte quale bar ti sei fermato?» disse sospirando, portandosi nervosamente una mano sulla fronte. Lui, sempre più impaurito, indicò l’insegna di un bar chiamato Charlie’s. Lei, vedendola, cadde dalle nuvole. Cercò un messaggio sul telefono, alla velocità della luce, per poi rispondere «Ma seriamente?!» e poi mostrare il cellulare a quel povero martire del suo fidanzato «l’appuntamento era davanti il bar Charles’s!». Lysandre, notandolo, non seppe in che lingua chiedere perdono. Lesye si sedette sulla panchina, altera, con la schiena dritta come le ballerine, la testa alta e le sopracciglia aggrottate. Prese lo specchietto dalla pochette e iniziò a ritoccarsi il lucidalabbra. «Beh, mi è venuta voglia di dolci, prendine alcuni e portameli qui» disse, rivolgendo un’ultima, agghiacciante occhiata traversa a Lysandre «ovviamente intendo adesso!».



#3 – Voglio solo che tu mi trovi carina, okay?!

«E con questo cosa intendi? Ti sbagli! I miei difetti mi rendono solo più carina!»
Lesye stava comodamente buttata sul divano, in tuta, con i capelli raccolti in una pinza e mangiando biscotti. E odiava quando Lysandre osava insinuare qualcosa sul suo carattere … Non proprio pacifico.  Ma Lys lo sapeva, ed era questo il punto. Se era conoscenza del fatto che si preoccupava così tanto solo per fargli una buona impressione, perché continuava a far finta di non capire? Il ragazzo sapeva perché. Sapeva che, in realtà, Lesye era una romantica rinnegata, e che sognava il principe azzurro –al quale lui tanto somigliava - sul cavallo bianco, tant’è vero che una volta, troppo presa dalla discussione, gli aveva detto “se hai capito, inginocchiati e chiamami principessa!”.  «E poi, insomma!» continuò Lesye, dall’altra parte del telefono «credi davvero sia il caso di rimproverarmi, solo per averti fatto una sfuriata in pubblico!? Quella doveva pensarci due volte, prima di guardarti in quel modo! E se non mi presti attenzione, allora riattacco!».



#4 – Ah, il mio unico Principe! Aspetta, come fai a non capire?!

La prima volta che fecero l’amore Lysandro era esitante ed eccitato insieme, ed era una sensazione stranissima, davvero.  Il fatto è che lei non era per nulla passiva. Erano rimasti soli in casa di lui, un caso fortuito, e stavano insieme da qualche mese.  E adesso lei era su di lui, che era seduto sul letto, con le gambe di Lesye avvinghiate allla sua vita. La sensazione era quella di essere una belva famelica che non mangiava da giorni, e più ne otteneva, più voleva averne. La strinse a se facendo scivolare la mano sotto la sua maglietta, lungo la spina dorsale, strappandole sospiri talmente flebili che si udivano appena soffocati dalla passione dei loro baci. Lei allora lo spinse delicatamente facendolo stendere sul materasso, ponendosi così a cavalcioni su di lui, iniziando a sbottonargli la camicia, mentre Lysandre posava le mani sui suoi fianchi avvicinandola di più alla sua intimità, che stretta nei pantaloni iniziava a fargli davvero male. Man mano che le mani di Lesye scivolavano lungo la sua pelle, togliendogli gli indumenti come lui faceva con lei, Lys iniziò a baciarle il collo, i seni, risalendo di nuovo alla bocca e facendola scivolare sotto di lui, mentre i gemiti si confondevano anche loro nella foga del momento.  Quando lei gli fece spazio e lui superò finalmente tutte le barriere, Lesye inarcò la schiena facendo aderire il suo corpo a quello del ragazzo, esattamente com’era successo poco prima. Lysandro si ricordava ancora quella prima volta, la visione del corpo di lei, bianco come la neve, dei suoi capelli candidi sparsi sul materasso, e delle sue gote arrossate e delle sua labbra che aveva lui aveva morso, baciato, desiderato.  Anche adesso che la guardava ricordando tutte quelle cose, non poteva fare a meno di pensare che lei era -  ed è - la sua principessa.
La numero uno al mondo.

 

 



 
   
 
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