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Autore: Rose Wilson    26/07/2016    1 recensioni
È questo il luogo. Lei lo sente.
È notte inoltrata, la luna piena risplende nel cielo oscuro, ma per qualche ragione quella sera la sua luminescenza benefica appare maligna e ingannatrice, tanto quanto le stelle sue servitrici, che paiono danzare nel buio nero come inchiostro.
- È ora? -
- Sì, mia signora -
Una bambina, un giardino, una rosa bianca.
Nulla è come sembra...
Genere: Dark, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Il giardino di rose bianche



 
E' questo il luogo. Lei lo sente.
E' notte inoltrata, la luna piena risplende nel cielo oscuro ma, per qualche ragione, quella sera la sua luminescenza benefica appare maligna e ingannatrice, tanto quanto le stelle sue servitrici, che paiono danzare nel buio nero come inchiostro.
Lei si guarda intorno, scrutando con i suoi occhi color delle tenebre il paesaggio che la circonda. All'apparenza pare un semplice giardino di rose bianche. Ma niente è mai come sembra.
Un'ombra la raggiunge di spalle e inizia a prendere forma, prima confusa, poi sempre più nitida. E' un lupo, delle dimensioni di un cavallo, con il pelo nero come pece e gli occhi azzurri come fiamme bluastre. La piccola non pare inpressionata dalla bestia, solo scocciata.
- E' ora? - domanda solo, senza nemmeno voltarsi.
- Sì, mia signora - risponde la belva con la sua voce profonda.
La piccola annuisce, frustrata, e avanza in quel meraviglioso giardino, così bello quanto ingannatore, subito seguita dal lupo.
- Sei stato tu? - chiede continuando a camminare tenendo lo sguardo fisso davanti a sé.
- No, mia signora - dice quello, - E' stata Fame stavolta -
Una smorfia di disprezzo si dipinge sul volto della bimba: - Umani. Sono così corruttibili - si lamenta, disgustata.
Si ferma di colpo davanti a un piccolo gruppo di rose. Studia con freddezza ogni candido fiore: sono molto vicini tra loro e ognuno si protende verso l'altro, come a proteggerlo da una sorte già segnata. La bambina con il volto imperturbabile si china dinanzi ad esse e sfiora con le piccole dita una delle rose distanziata dalle altre, come emarginata.
- Parla, o umano. Rivelati a me - ordina, con voce atona.
Come risvegliata da un magico incanto, la rosa volta il bocciolo verso di Lei e prende a parlare.
- Parlo, o figlia della notte. Mi rivelo a te. Cosa vuoi sapere? - domanda con una giovane voce maschile.
La piccola sospira: certe volte odia proprio il suo lavoro.
- Parla, o umano. Racconta la tua storia -
E il fiore racconta:
- Ho avuto vita breve e infelice, o figlia della notte. Sono stato ladro e fuggiasco, uomo infame e senza onore. Ho rubato ai poveri i loro ultimi averi e ingannato innocenti per i miei fini. Ho ucciso uomini e donne e reso orfani dei bambini. Non ho preso moglie e non ho avuto figli -
La bambina si acciglia lievemente: - La tua vita è giunta al termine, o umano. Ne sei consapevole? -
La rosa muove il capo, rassegnata: - Ne sono consapevole, o figlia della notte -
Lei annuisce: - Hai due scelte o umano. Puoi affidarti alla benevolenza dei tuoi dèi se ne hai, oppure puoi abbandonare la tua sporca anima a me e sperare nella rinascita -
Il fiore solleva il bocciolo verso la piccola: - Non credo negli dèi, o figlia della notte. Gli uomini come me non possono sperare nel perdono divino. Mi abbandono a te -
Un vento gelido di morte prende a soffiare sul giardino.
- La scelta è stata presa -
La piccola allunga la mano e coglie il fiore, che si tinge immediatamente di nero, per poi sgretolarsi in cenere e venir portata via dal vento. La bambina si volta verso il lupo: - Andiamo, Paura. Non c'è più niente che possiamo fare qui -
- Sì, mia signora -
Quella si gira un'ultima volta verso il giardino, pieno di rose che rose non sono, il cui unico scopo è aspettare con angoscia il momento in cui Lei le ghermirà.
- Anime... è un giardino di anime... - mormora assorta la Morte, prima di svanire nelle tenebre.

Quella notte, un uomo morì. Era un ladro e un fuggiasco, un infame privo di onore, che rubava ai poveri e ingannava innocenti, morto di fame. Sul suo cadavere, posata sul petto all'altezza del cuore, fu ritrovata una rosa nera.


 
   
 
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