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Autore: Billy_Bones    26/07/2016    2 recensioni
Sussulta. Sudore. Stringe l’amaca sudicia in un pugno.
Il pallido albeggiare dall’osteriggio gli dice che è passata un’ora.
Si asciuga il viso con il palmo della mano.
Gli strilli dei gabbiani gli perforano i timpani: Nassau è vicina.
Come sempre, nei sogni i più piccoli dettagli di casa Hamilton sono al loro posto.
Genere: Dark, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Billy Bones, James Flint, Thomas Hamilton
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Violenza
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Or ci movemmo con la scorta fida 
lungo la proda del bollor vermiglio, 
dove i bolliti facieno alte strida.

Io vidi gente sotto infino al ciglio; 
e ’l gran centauro disse: «E’ son tiranni 
che dier nel sangue e ne l’aver di piglio.




 
Miranda e Thomas si tengono per mano. L’altra mano di Thomas, soffice e calda, la tiene lui. Alle loro spalle Apollo e Venere suonano la lira e si cibano di bacche d’uva fra gli arbusti e i servi, imprigionati da cornici intarsiate d’oro.

“No, mio Caro, sarebbe impossibile. Non ricordi cos’è successo l’ultima volta che Flint si è messo a giocare con un bambino?”

Il cuore palpita di mortificazione alla fricativa che sfugge in un soffio tra i morbidi cuscini della bocca di Miranda. Non mi hai mai chiamato Flint. Tu non sei veramente lei.

Thomas ride di lui. La sua mano non la sente più.

“E’ successo solo una volta.” Sembra solo naturale giustificarsi quando Miranda usa quel tono materno, una corrente calda che dal diaframma le fluisce sul seno e vibra. Attorno a lei volteggiano gli spiriti del cielo della luna e per un attimo si sente i piedi leggeri e azzurri volarle attorno, perché anche lui ha mancato ai suoi voti, e se ne pente.

Ma l’immagine cambia e invece i vestiti si gonfiano d’acqua. Mi sono tuffato per ripescarlo.

Due braccia si agitano. Sono le sue. Anche le gambe sono le sue. Sferzate d’acqua e bollicine in faccia, scagliate dalla coda degli squali in mezzo ai quali si è tuffato. Le perle nere dei loro occhi gli dicono che se lo vogliono mangiare, e lui nuota nel nulla denso e freddo di non sa quale mare, quale corrente atlantica se l’è rapito via per sempre.

Bollicine d’aria vanno a scoppiare sul fondo ricoperto d’alghe, e quando alza gli occhi vede lui nuotare verso la superficie, con gambe potenti che calciano via gli squali, la spada in mano. Gliel’ho persa in mare.

James lo segue, lo raggiunge, per scusarsi. Quella della spada è una faccenda da niente, non può avercela con lui per quello. Scusami. Dalla sua bocca escono solo bollicine che fuggono ai loro piedi e Billy nuota sempre più vicino alla superficie. James gli afferra le ginocchia e lo tiene sott’acqua.

“Perché dovevi leggerla?!” Ora la voce gli esce benissimo. Stringe entrambe le mani attorno a quella gola massiccia per far sfuggire da quel corpo gli ultimi sbuffi di ossigeno. “Non potevi chiedere direttamente come un cristiano?! Thomas avrebbe accettato.” Mentre parla, gli tira ceffoni da tutte le parti. Billy non reagisce. Alla fine, gli squali se lo portano via. Uno la testa, l’altro il busto, lo fanno a pezzi mentre James rimane a guardare il sangue che cola. Rimane solo la spada, che affonda in un lago rosso.

Rumore di qualcosa che frigge. James guarda giù. I suoi piedi si sciolgono nel Flegetonte. Spalanca la bocca e grida. Bollicine dappertutto fanno scappare i pesci.

“Lo sai che a Thomas dai fastidio quando urli.” E’ ancora lei, nel salottino. Si tengono ancora per mano e lo guardano mentre brucia all’Inferno.

“Mi sono anche tuffato per ripesc…”

Sussulta. Sudore. Stringe l’amaca sudicia in un pugno. Il pallido albeggiare dall’osteriggio gli dice che è passata un’ora. Si asciuga il viso con il palmo della mano. Gli strilli dei gabbiani gli perforano i timpani: Nassau è vicina. Come sempre, nei sogni i più piccoli dettagli di casa Hamilton sono al loro posto.

La nausea gli pizzica il naso come avesse ingoiato acqua di sale nel sonno. E Billy Bones a bordo non c'è.


Non mi sono tuffato per ripescarlo.









Note di fine capitolo:
1. Alla fine ho deciso di suddividere questi sogni in diversi capitoli, altrimenti temo che ci avrei messo troppo a pubblicare e sarebbe venuta una cosa lunga e pesante.
Come qualsiasi appassionata di sogni e psicanalisi farebbe, ho deciso di usare questo universo per affrontare i sentimenti di Flint subito dopo la caduta di Billy, e la sua presunta morte. Più che altro perché qualsiasi altra scelta avrebbe rischiato molto di più l’OOCness.
Grazie al mio rewatch di BS, mi sono potuta concentrare su aspetti più nascosti delle vicende. Ci sono diversi momenti in cui si affronta il dolore di Flint e Gates per la perdita di Billy. Ma mentre Gates, nel corso dei tre episodi che gli restano da vivere, dà voce a questo dolore (incolpando pure Flint, poveraccio, che io sono convinta ancora non sappia che cos’è successo nella sua capoccia quando Billy è scivolato), Flint non apre bocca a riguardo – se non appunto per incolpare anche lui Gates in preda ai sensi di colpa. Ma nemmeno in quella situazione ammette di star provando dolore (giustamente, si sente sotto accusa). Insomma, la colpa è evidente, il reato no. Ma una reazione del genere da parte dei due che dovevano essere i ‘protettori’ di un giovane è normale.
Quindi la mia domanda era: cos’è che Flint nasconde nel suo subconscio che non riesce ad ammettere a se stesso?
Pian piano tenterò di scoprirlo ispirandomi alle mie conoscenze sull’analisi dei sogni e sull’analisi caratteriale di Flint, e spero che intraprenderete questo mini-viaggio con me.
2. Il titolo e la citazione a inizio capitolo provengono dal dodicesimo Canto dell’inferno, dove Dante e Virgilio incontrano i violenti contro il prossimo. Mi piace citare i classici quando si parla di Flint, che è un uomo colto (grazie agli Hamilton) e sicuramente la Divina Commedia se la sarà letta.  
3. La storia è ambientata la notte prima dell’arrivo a Nassau all’inizio della 1x07.
4. L’ultimo pensiero (corsivo) di Flint meritava attenzione. ‘Non mi sono tuffato per ripescarlo’. E’ logico che Flint non si sarebbe potuto mai tuffare nel tentativo di ripescarlo, sarebbe stato un suicidio idiota e controproducente. Ma non so se avete familiare la sensazione di svegliarvi ancora immersi mentalmente nel sogno, con le sue angosce e le sue convinzioni, e ritrovarvi un pensiero in testa in cui credete con tutti voi stessi, per quanto esso sia assurdo e illogico.
Ecco.
5. Stessa logica per i dialoghi. Nei sogni, spesso quello che le persone dicono non ha un senso ‘apparente’, non ha il senso ‘convenzionale’ che gli diamo. Certe frasi possono non avere significato, mentre certe altre ne hanno uno profondo che va scavato nei sentimenti del soggetto. In questo capitolo, l’unica frase ‘reale’ sarebbe quella di Flint: “Perché dovevi leggerla?” (la lettera). Tutte le altre hanno funzione principalmente estraniante e alienante. “Mi sono anche tuffato per ripescarlo” manifesta il desiderio di Flint di redimersi. Così come fa quando cerca di volare assieme agli spiriti del cerchio della luna. Sto parlando troppo? Sì, forse la fan fiction non ha bisogno di così tante spiegazioni ahhahaha non posso fare le note più lunghe della storia. Beh, au revoir!

 
 
 
   
 
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