~~BENCHE’ SIANO APPASSITE LE CARICI DEL LAGO
Piccolo incipit dell’autore:
La poesia si conclude ricollegandosi al tempo e al tema della prima strofa, rispondendo alla domanda. Anch’io torno mi ricollego alla situazione che ho allegato alla prima strofa; si può immaginare che si tratti di poche ore dopo.
And this is why I sojourn here
Alone and palely loitering,
Though the sedge is wither'd from the lake,
And no birds sing.'*
I corridoi della clinica sono quasi deserti, ha incrociato solo un infermiere. Rallenta: la stanza di Clarice è vicina. Tornare adesso è una tortura, ma non farlo sarebbe anche peggio , e restare lo strazia allo stesso modo. Le sue mani sono pulite e sanno del sapone germicida degli ospedali. È costretto a pensare che nulla sarebbe diverso se anche fossero sporche ed emanassero l’odore acre del sangue.
Entra nella stanza e si avvicina al letto. Osserva il volto pallido e scavato della donna, sprofondato nel sonno pesante che un corpo denutrito impone. Presto un incubo più violento la sveglierà, lei saprà già che l’uomo è lì, dunque sussulterà, forse, poi darà un sospiro e cadrà sul cuscino, immobile e abbandonata.
Lo spettacolo di ogni sera, l’abitudine di ogni notte: Hannibal torna sempre in tempo.
Torna sempre a vedere quel suo fiore ormai avvizzito. Non può fare altro.
Sa perché torna sempre lì, non deve chiederselo nemmeno; sa perché torna a guardarla appassire giorno per giorno, impotente. Resta e i suoi demoni gridano, si allontana e il suo cuore si spezza. Quello è il posto di Mischa e lì ritorna sempre.
*Traduzione: Ecco perché rimango qui,/Solo e pallido vagando ,/benchè siano appassite le carici del lago/ e gli uccelli non cantino.