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Autore: Emily27    28/07/2016    3 recensioni
L'espressione di Rick era indecifrabile. Disapprovazione, sfida o rassegnazione, forse tutte insieme, a Daryl non interessavano i suoi sentimenti, l'unica cosa che aveva importanza per lui in quel momento era trovare Carol.
Quando Daryl viene a sapere che Rick ha allontanato Carol per aver ucciso David e Karen, decide di partire alla sua ricerca.
Genere: Avventura, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Carol Peletier, Daryl Dixon, Rick Grimes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nel buio





 
Carol, con gesti impazienti, tolse il forcone da sotto la maniglia e aprì la porta. Daryl era lì, davanti a lei, la realizzazione della sua speranza.
Si guardarono al chiarore della luna, come se si fossero riuniti dopo lungo tempo e non soltanto pochi giorni.
«Stai bene?» domandò lui con apprensione.
Carol annuì. «Sì, a parte la caviglia...» L'ultima parola uscì strozzata dal nodo che le era salito in gola.
Si mossero nello stesso momento, ritrovandosi l'una fra le braccia dell'altro. Carol si rifugiò in quelle forti di Daryl stringendolo a sua volta, incapace di trattenere le lacrime. Qualcosa dentro di lei si era allentato, adesso che erano insieme.
Si sciolsero dall'abbraccio restando ancora per qualche attimo in silenzio con gli occhi negli occhi, poi Carol domandò: «Tu come stai? Com'è andata la spedizione?»
«È tutto a posto. Abbiamo trovato le medicine, guariranno.»
Lei tirò un sospiro di sollievo: sarebbero stati tutti bene, era un peso in meno da portare nel cuore.
Entrarono nella stalla e Daryl la osservò zoppicare. «Ho trovato la tua auto, che cosa è successo?» domandò posando a terra la balestra e lo zaino con il fucile.
«Rick ti ha raccontato tutto?» rispose lei con un'altra domanda, mentre chiudeva il portone.
«Sì» assentì Daryl, senza aggiungere altro.
Si sedettero vicini sul fieno, con le ginocchia piegate e la schiena appoggiata contro il muro. Come la notte precedente, la luce della luna entrava dalla finestra e rendere il buio meno nero, rivelando ciò che stava loro intorno. Carol gli riferì tutto quello che aveva passato, fino al suo arrivo in quel luogo. Daryl ascoltò assorto e, dopo essersi informato sulle condizioni della sua caviglia, spiegò a sua volta di come aveva seguito le sue tracce che lo avevano condotto lì.
«Dovevo trovarti» disse voltandosi verso di lei.
Carol non poteva vedere chiaramente il suo sguardo ma, dal tono profondo con cui aveva parlato, lo immaginava, celeste e intenso, solo suo. In quella breve frase aveva percepito fermezza e una sorta di disperazione. E ciò che non si erano mai detti.
«Sono felice che tu l'abbia fatto.»
Daryl espirò forte. «Rick non aveva il diritto di prendere questa decisione» furono le sue parole velate di rabbia, che le ricordarono il motivo per cui l'ex vice-sceriffo l'aveva presa.
Cercava di non pensarci, di cancellarlo dalla sua mente, pur sapendo che sarebbe rimasto una macchia indelebile sulla sua anima, come la scia di sangue che si era lasciata dietro.
Permise al ricordo di prenderla, perché con Daryl accanto si sentiva protetta dai suoi tormenti.
«Ho ucciso due persone» disse senza quasi rendersene conto, con la voce incrinata.
«Non hai sbagliato. Se per te è la cosa giusta, non è mai un errore.»
Fu confortante sentirselo dire. Carol era convinta che sarebbe sarebbe stata capace di uccidere ancora, se fosse stato per difendere le persone che amava. Se mai si fosse ricongiunta con loro, lo avrebbe fatto per le bambine, per Carl, Judith, Sasha, Glenn, per tutti gli altri. Per Rick.
Guardò il profilo di Daryl che s'indovinava nel buio. Per lui.
Questa consapevolezza la spaventava e pregò di non trovarsi mai più nella condizione di dover uccidere. Nel mondo in cui vivevano, amare significava anche quello. L'amore era anche dolore.
Carol sentì gli occhi bruciare di lacrime, ma non pianse.
«Avevi una buona ragione» aggiunse lui.
Daryl la capiva, la rispettava e la sosteneva, c'era ogni volta che aveva bisogno di lui. Non avrebbe mai smesso di essergli grata. In maniera spontanea, appoggiò la testa sulla sua spalla. «Grazie.»
Daryl girò il capo e lei sentì il suo respiro sfiorarle la fronte. Fu un attimo. Sollevò la testa e cercò le sue labbra, trovandole, stupite e morbide, tanto a lungo desiderate. Dapprima esitanti, ricambiarono poi il suo bacio con una dolcezza che l'annientò, facendole accelerare il battito cardiaco. Doveva essere soltanto un bacio e ora si trovava a volere di più. Dalla pressione della bocca di Daryl sulla sua, capì che anche lui doveva provare le medesime sensazioni.
Poi, inaspettatamente, Daryl si staccò e si allontanò dal suo viso, forse imbarazzato e intimorito dal suo stesso desiderio. «Non so se...» le parole gli morirono sulle labbra in un sussurro. Il suo respiro era pesante.
«Daryl...» Il tono di Carol era quello di una richiesta e di una rassicurazione. Gli accarezzò delicatamente una guancia, poi, mentre lui la guardava nel buio mitigato dalla luna, si levò il giubbino e la camicetta, restando solo con la maglia. Lo baciò di nuovo, mentre gli sfilava il gilet con le ali e la camicia e lui la lasciava fare.
Adesso Carol sentiva la pelle di Daryl sotto le mani e l'emozione crescerle dentro. Accarezzò le sue spalle, il suo petto, e lui fremette. Fu quando scese lungo la sua schiena che lui s'irrigidì, nel momento in cui Carol toccò delle imperfezioni sull'epidermide. Riconobbe al tatto quel genere di segni, erano gli stessi che aveva visto sulla schiena di un ragazzino quando era stata al centro di accoglienza per donne con Sophia, conosceva la loro origine e immaginarla su Daryl le fece male.
«Lo so» disse posandogli un bacio su una guancia, sul collo, su una spalla. Si meritava solo di essere amato. Si meritava il suo amore. «Lo so...»
Daryl, aiutato dal buio che attenuava ogni imbarazzo, si abbandonò infine al desiderio. Le sfilò la maglia e Carol, nel punto in cui lui l'aveva sfiorata, avvertì un brivido, seguito da infiniti altri quando l'accarezzò sulle parti del corpo ora nude, per poi catturarle le labbra senza più remore.
Si baciarono, si strinsero, lasciandosi guidare dalla passione che li animava e da ciò che colmava il suo cuore e, Carol ne era sicura, quello di Daryl.
Un fiore...
È una rosa cherokee... Penso che questo sia sbocciato per tua figlia.

Perché era scritto da tempo.
C'è una cosa che devi sapere... Hai fatto più tu per la mia bambina oggi che suo padre durante tutta la sua vita.
Perché si erano riconosciuti in un mondo distrutto.
Dov'è Daryl?
È tutto a posto, è vivo. Abbiamo incontrato suo fratello, se ne sono andati.
Se n'è andato? È andato via? Quindi non c'è più... Ritornerà?

Perché il filo invisibile che li legava e non permetteva che restassero lontani non si sarebbe mai spezzato.
Non ti ho ancora detto che sono felice che tu sia tornato.
E dove, in questo casino?
È casa nostra.
No, è una tomba.
È così che T-Dog la chiamava. Ho pensato che avesse ragione, ma poi tu mi hai trovata...

Era più forte degli eventi, di ogni tempesta.
«È una cosa giusta» sussurrò sulle labbra di Daryl.
Lui la fece distendere sul fieno, la baciò sul collo scendendo fino ai seni e il suo corpo s'infiammò, dalla sua bocca socchiusa sfuggì un gemito.
«Sì, lo è...» disse piano Daryl con il volto vicino al suo. Si sollevò, le sfilò i pantaloni e compì lo stesso gesto con i suoi, per poi tornare sopra di lei.
Carol fece scorrere i palmi sulla sua schiena e questa volta lui non si ritrasse. Le sue mani la sfiorarono, l'accarezzarono come fosse una cosa preziosa, dove altre mani le avevano causato dolore, mentre le labbra cercavano la sua bocca. Si sentiva viva come aveva creduto di non poter più essere, nel corpo e nel cuore, e il desiderio per Daryl era tanto intenso da farle male. Fece avvicinare di più i loro corpi nudi e lui la assecondò, entrando in lei facilmente.
Daryl si mosse con lentezza e Carol scivolò nel piacere, accordandosi al suo ritmo in un'armonia perfetta. Godette del contatto della loro pelle, e il sentore del fieno si mischiava con l'odore di quella di Daryl, che sapeva di lui. I loro visi si sfioravano, le mani si cercavano, i respiri svelavano il loro appagamento, mentre il buio faceva da cornice a quell'atto d'amore.
Nel momento in cui raggiunse l'apice, Carol si strinse più forte a Daryl sollevando la testa ed emettendo un gemito soffocato. C'era lei, c'era l'uomo che le aveva donato tutto, esistevano soltanto loro.
Un'istante dopo, i muscoli di Daryl si contrassero e lui premette la fronte sulla sua spalla.
«Carol...» mormorò in un sospiro.

Carol avrebbe voluto restare così per sempre, distesa accanto a Daryl con la testa nell'incavo fra il suo collo e la sua spalla, i loro corpi ancora nudi e caldi. Lui le lambiva un fianco con la mano, tenendo l'altra sulla sua, che lei gli aveva posato sul petto. Desiderava che quel momento non avesse mai fine, ogni cosa sembrava lontana e ovattata: l'epidemia alla prigione, quello che aveva fatto, Rick, le sofferenze, perfino il dolore alla caviglia. Carol, però, sapeva che presto il mondo sarebbe tornato inesorabilmente a bussare alla porta.
Fu Daryl a rompere il silenzio. «Ti riporto a casa.»
«Non è più casa mia.»
«Sì che lo è» replicò lui accarezzandole dolcemente il dorso della mano. Quella carezza bastò a farle vibrare il cuore, era il potere che Daryl aveva su di lei. «Parlerò con Tyreese.»
«Non ho paura di Tyreese. Rick non mi vuole, e forse nemmeno gli altri.»
«Non puoi saperlo.»
«È vero, ma so quello che pensa Rick.»
Come avrebbe vissuto alla prigione accompagnata dalla sua costante ombra ostile? Inoltre, non voleva certamente imporre la sua presenza laddove non gradita.
«Cambierà idea.»
«Se non lo farà, non resterò.»
«Allora Rick, e gli altri, dovranno fare a meno anche di me.»
Carol sollevò il viso e trovò le labbra di Daryl a baciare le sue.
L'indomani sarebbero tornati alla prigione, senza sapere se avrebbero continuato a viverci, ma con la certezza di essere indivisibili. Non aveva ribattuto alla volontà di Daryl di non voler restare alla prigione senza di lei, privandosi di una casa sicura, perché non poteva essere nient'altro che così.
Il mattino seguente, la realtà avrebbe ripreso possesso delle loro vite, ma quella notte era ancora tutta per loro.
Non potevano immaginare che di lì a poco non sarebbe più esistito quel luogo che chiamavano casa.







Le parti in corsivo sono tratte dagli episodi 2x04, 2x05, 3x09, 3x11.
Ho terminato così, con un finale parzialmente aperto, che resterà tale o avrà una conclusione, sa mai mi verrà qualche buona idea.
Grazie a chi ha seguito la storia.
Tra alcuni giorni partirò per le vacanze, mentre sarò in spiaggia ad abbronzarmi (a ustionarmi) spero mi verrà l'ispirazione giusta per scrivere altro :)
A presto!














 
  
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