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Autore: Bookkbaby    24/04/2009    3 recensioni
'E' il party di debutto di Lady Road - un ballo in maschera - e Lord Lavi spera di riuscire a vedere suo zio. Ma chi è l'uomo con la maschera a farfalla?' Tyki/Lavi
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Rabi/Lavi, Tyki Mikk | Coppie: Tyki/Rabi
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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DEBUTTO

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Storia originale/Original story: Bookkbaby

Traduzione/Translation: artemis89

http://www.fanfiction.net/s/4942021/1/Debut

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Un giovane dai capelli rossi era appoggiato svogliatamente al muro mentre guardava la folla danzante davanti a lui, una maschera nera e argentata gli copriva la parte superiore della faccia. Il suo vestiario era piuttosto semplice: la giacca che gli arrivava alle cosce era decorata in vero argento lungo il davanti e sulle maniche. I suoi pantaloni erano larghi, ma infilati nei suoi stivali, che gli arrivavano alle ginocchia e che erano tenuti ben stretti attorno alla parte bassa delle sue gambe da lacci che risultavano praticamente invisibili sulla superficie del cuoio. Il suo unico occhio verde osservava la folla con uno sguardo malizioso, i suoi capelli rossi privi di ogni ordine erano il suo tratto più distintivo.

Un bicchiere di champagne ancora pieno era tenuto svogliatamente nella sua mano destra, un’ottima scusa per non dover ballare. Normalmente un ballo mascherato è fatto per quello, ma stanotte aveva partecipato per poter osservare le persone e raccogliere informazioni, come era sua abitudine.

Era stato particolarmente eccitato, in quanto il party di questa sera prometteva di essere molto interessante. Era la festa di debutto di Road Camelot, l’unica figlia sopravvissuta di Lord e Lady Camelot, morti qualche anno fa in un tragico incidente tra carrozze.

A Lavi non importava eccessivamente di Lady Road o del fatto che fosse la più attesa debuttante dell’anno. Dopotutto i  Camelot possedevano un sacco di terreni ed il titolo di ‘Lord Camelot’ sarebbe andato al futuro marito di Road. Ma il rossino era molto più interessato all’attuale ‘Lord Camelot’, il fratello del defunto.

Lord Tyki Mikk era famoso non solo per i suoi possedimenti, che erano di poco inferiori a quelli che defunto Lord Cyril aveva avuto, ma anche per essere incredibilmente affascinante ed avere molto successo con le donne. Era lo scapolo più ambito di Inghilterra, poiché nessuna donna era ancora riuscita a conquistarlo – o nessun uomo, per quello che importava, sebbene Lavi non fosse sicuro se il Lord si fosse mai interessato agli uomini.

Era venuto per vedere con i suoi occhi come il supposto ‘più bell’uomo della Terra’ e ‘il regalo di Dio per le donne’ fosse veramente. Alcune donne probabilmente vedevano solo il suo titolo (era un marchese, un solo gradino sotto al titolo di duca), la sua discendenza (Lavi aveva sentito dire che la famiglia Mikk poteva tracciare il suo albero genealogico indietro fino alla famiglia reale che regnava in Portogallo prima che quest’ultimo diventasse una repubblica) e le sue ricchezze (il rosso non sapeva con certezza l’ammontare del patrimonio della famiglia Mikk, ma quando il marchese Mikk giocava d’azzardo, si diceva che giocasse con abbastanza denaro per comprare un nuovo maniero). Lavi aveva già abbastanza donne che inseguivano suo nonno, il visconte Bookman, per far sposare il suo unico erede – Lavi – con le loro figlie, e il suo futuro titolo nobiliare era di due gradino al di sotto di quello di Lord Mikk.

Non che il suo vecchio fosse molto ansioso di farlo sposare. Lavi aveva solamente diciotto anni e,  sebbene fosse grande abbastanza da poter essere sposato e magari con un figlio in arrivo, il clan Bookman era sempre stato molto più interessato nello studio che non nell’assicurare un erede per continuare la dinastia. Il Visconte non si era sposato finché non aveva avuto venticinque anni!

Facendo finta di sorseggiare il suo champagne, osservò i ballerini danzare mentre la musica cambiava da un valzer ad un altro. Lady Road sembrava divertirsi – era l’unica senza maschera così ognuno poteva sapere subito chi era la star della serata. Intimamente Lavi provava un po’ pena per lei. Alcuni degli uomini con cui, per gentilezza, aveva danzato quella sera erano più vecchi di suo padre prima che morisse. Alcuni era vecchi abbastanza per essere i suoi nonni, ma come una vera lady lei aveva danzato con tutti. Una lady non può rifiutare una danza, a meno che non abbia una valida ragione, e soprattutto non al suo ballo di debutto. Chi taglierebbe dei ponti così presto, dopo tutto?

Anche se il suo sorriso sembrava un po’ più tirato quando duchi di una certa età, anziani marchesi, e altri nobili del genere le chiedevano di danzare, lei sembrava sempre divertirsi. Il suo vestito era color crema, che contrastava con la sua pelle scura e i suoi capelli erano intrecciati in quella che sembrava una corona, tenuti su da delle forcine con delle perle incastonate sopra. Il suo girocollo era d’oro, con un’unica perla che pendeva giù fin quasi al suo corpetto. Il corpetto stesso sembrava essere ricamato, sebbene Lavi non sapesse dire con quale immagine. Non si era avvicinato abbastanza per vederlo, e non ne aveva la minima intenzione.

Era rimasto nella sua posizione accanto al muro per la maggior parte della serata, perché quella postazione gli offriva una magnifica visuale della sala da ballo. Il suo occhio ispezionava costantemente la sala, dalle alte finestre fatte in puro vetro, al piccolo gruppo di musicisti che suonavano i loro strumenti vicino al muro più lontano, alla enorme scalinata che portava al resto della casa. Nonostante la sua costante ricerca, Lord Mikk non si era ancora fatto vivo.

Era il party di debutto di sua nipote e lui stesso lo aveva ospitato, eppure dell’uomo non c’era traccia. Lavi cominciava a diventare un po’ frustato e seccato. Il Marchese Mikk probabilmente non avrebbe indossato una maschera, siccome Lady Road non l’aveva fatto e, come padrone di casa, meritava anch’egli un po’ d’attenzione. E anche se l’uomo ne avesse indossata una, non c’erano state fanfare che annunciavano il sua arrivo dalla parte principale delle casa nella grande sala. È questa era una cosa che il Marchese non poteva permettere.

Diede un’occhiata in giro per vedere dove fosse finito il suo migliore amico – Allen Walker, dalla contea Walker. Vide il ragazzo parlare (o per meglio dire discutere) con un uomo mascherato e dai lunghi capelli, anche se non si fermò a chiedersi il nome di quest’ultimo.

Sospirò e si spostò dal muro. Erano già passate quattro ore. Avrebbe semplicemente dovuto trovare un’altra occasione per vedere il Marchese e controllare di persona se le voci che lo avevano intrigato tanto avevano qualche fondamento. Si girò per andarsene, troppo assorto nel suo recente disappunto per notare l’uomo alto che si stava dirigendo verso di lui. Il ragazzo dai capelli rossi sbatté contro l’uomo e, perdendo l’equilibrio, lasciò la presa sul suo bicchiere ancora pieno di champagne. Incespicò all’indietro, guardando scioccato il bicchiere rovesciarsi sulla costosa camicia dell’uomo prima di finire a terra rompendosi. Il più basso dei due sussultò a quel suono, guardandosi intorno per vedere se qualcun altro avesse udito qualcosa. Per fortuna, sembrava che il suono fosse stato coperto dal rumore della festa.

Il suo sguardo ritornò indietro verso l’uomo a cui aveva rovesciato addosso il drink, aprendo la sua bocca per scusarsi.

“Io sono-” iniziò, guardando verso la nera maschera a forma di farfalla che l’uomo portava e verso il più accattivante paio di occhio che avesse mai visto in vita sua. Erano di color oro fuso che sembrò scurirsi un poco mentre l’uomo gli restituiva lo sguardo con calma, la bocca chiusa in una linea neutrale. Il rossino si limitò a fissarlo, con il cuore che batteva un po’ più forte mentre guardava in quelle pozze di dorata sicurezza. Aprì la sua bocca per parlare, ma non ne uscì niente. La sua voce sembrava bloccata.

“Voi siete…?” suggerì l’uomo, riportando Lavi indietro sulla Terra con la dolce aggiunta di un lieve rossore che gli colorò la faccia.

“Mi scuso” disse velocemente, imbarazzato e guardando per terra. “Avrei dovuto guardare dove stavo andando.” Colpito da un’idea, cercò prontamente nella sua tasca il fazzoletto che suo nonno insisteva sempre per fargli portare. Lo tirò fuori, grato di averne preso uno pulito per il party, anziché il solito vecchio, inusato ma sporco che di solito portava per far felice Bookman. Alzò lo sguardo, offrendolo esitante all’altro uomo.

Il più alto dei due sorrise e Lavi quasi si sciolse. Una mano guantata di bianco prese gentilmente il pezzo di stoffa dalla mano del ragazzo e cominciò a pulire la sua camicia, dove lo champagne si era rovesciato. Lavi poteva sentire il suo imbarazzo crescere nuovamente, ma non distolse lo sguardo. Mentre quegli occhi intossicanti erano concentrati sulla camicia dell’uomo (probabilmente molto costosa – Lavi riconobbe il tessuto come seta, una cosa per cui i mercanti orientali domandavano oro in cambio e non accettavano niente di meno), il ragazzo dai capelli rossi poté studiarlo meglio. L’uomo aveva i suoi lunghi, e all’apparenza morbidi, capelli legati dietro in una bassa coda alla base della sua testa, mentre due corte ciocche incorniciavano il volto. Lavi poteva affermare con sicurezza che le ciocche erano naturalmente ondulate, anziché falsamente arricciate come era di moda adesso tra gli uomini. La pelle dell’uomo era scura e il vestito che indossava era evidentemente fatto su misura – si drappeggiava così bene sul corpo da metterne in risalto la sua evidente scultura.

Lavi stirò inconsciamente i suoi abiti, passandosi una mano tra i capelli per cercare di sistemarli.

L’altro si raddrizzò, sempre tenendo in mano il fazzoletto. Sorrise nuovamente a Lavi.

“Dovrei lavarlo e restituirvelo, mi potete dire dove i miei servitori devono recapitarlo?” chiese, con voce ricca e profonda. Il ragazzo quasi non si accorse di quello che gli era stato chiesto, troppo preso ad osservare quelle labbra così perfettamente formate muoversi e assaporare il profondo timbro di voce, più che ascoltare quello che gli veniva detto. Comunque, una parte del suo cervello che ancora conservava un po’ d’intelligenza lo spinse a rispondere.

“La residenza del Visconte Bookman,” replicò, cercando di mantenere ferma la voce. Si inchinò leggermente e poi rialzandosi disse “Piacere di conoscerla. Sono Lord Lavi.”

“Lord Lavi,” l’uomo mise il fazzoletto in tasca, il sorriso che si allargava mentre il rosso arrossì ancora al suono del proprio nome. “Magari come scusa per aver rovesciato il vostro drink su di me, acconsentireste a conversare per qualche momento? Ho avuto alcune conversazioni con altri nobili qui stasera, ma non ho ancora parlato con voi.”

Combattendo per non abbassare lo sguardo, Lavi annuì, sebbene sentiva la sua faccia ancora calda. Un sacco di nobili che erano già sposati partecipavano a questi incontri per i loro figli, per vedere con chi potevano combinarli, o semplicemente per parlare e scambiarsi favori con altri nobili. Lavi lanciò curioso un’occhiata alla mano sinistra dell’uomo. Non sembrava indossare un anello, sebbene fosse difficile da dire con il guanto al di sopra. Quando tornò a guardare su, lo sguardo dell’altro sembrava divertito.

Si mosse verso una vicina panca che, fortunatamente, sembrava vuota.

“Ci sediamo?” chiese l’uomo dagli occhi dorati. Lavi annuì, girandosi verso la panca e dirigendosi verso di essa. Era iper-consapevole del rumore di vesti dietro di lui, sapendo che l’altro si stava dirigendo verso lo stesso arredo.

Raggiunsero la panca e si sedettero velocemente, il più alto sedendosi con perfetta posture, occhieggiando Lavi. Quest’ultimo fece del suo meglio per sedere dritto, ma le regole per queste cose non erano molto severe in casa sua e quindi finì per inclinarsi leggermente e appoggiasi contro lo schienale.

“Perdonatemi per non avervelo chiesto prima, ma con chi ho l’onore di parlare?” Lavi chiese dove che si furono sistemati. L’uomo sembrò considerare la domanda per un momento, poi appoggio una mano sul cuore e inclinò la testa in un leggero inchino.

“Non mi sono presentato, giusto? Io sono Lord…Tyrone Agradar.” La lingua dell’uomo sembrò inciampare su quel nome, come se non fosse abituato ad usarlo. Il sorriso che l’uomo rivolse a Lavi subito dopo gli fece subito passare di mente quella stranezza. “Lord Tyrone va benissimo.”

Lavi annuì e poi, non sapendo bene dove guardare e non volendo fissare l’uomo ed essere preso per scortese, rivolse la sua attenzione alla sala. Lady Road stava danzando con uno dei più giovani tra i suoi ‘pretendenti’, un ragazzo che sembrava avere sui venticinque anni.

Poté sentire gli occhi del Lord studiarlo con attenzione per un momento, poi la pressione sembrò cadere. Un momento dopo, l’uomo parlò con qualcosa che sembrava disappunto.

“Ah, avente messo anche voi gli occhi su Lady Road?” chiese, poi aggiunse con un tono neutro. “Trovate più allettante il suo aspetto o la sua posizione?”

Lavi si girò verso l’uomo con cui era seduto, leggermente sorpreso della domanda dell’altro.

“Nessuno dei due in effetti,” replicò onestamente, la sua bocca lasciando uscire la verità prima ancora di decidere se voleva essere sincero o meno. Poté vedere gli occhi di Lord Tyrone allargarsi sorpresi, ma continuò comunque. “In effetti con venuto per vedere suo zio.”

“Lord Mikk?” l’uomo si irrigidì, la curiosità prese velocemente il posto dello shock. Sembrava addirittura preoccupato per qualcosa, sebbene per cosa il ragazzo non sapesse dire. “Non sapevo che egli avesse degli appuntamenti-”

“Non è niente di ufficiale.” Lavi interruppe frettolosamente, incapace di fermarsi dal correggere automaticamente l’altro uomo.  “Ho sentito alcune interessanti…voci a suo proposito e volevo solo vedere se erano vere, tutto qui.” Tornò rapidamente a girarsi verso la festa, schiaffeggiandosi mentalmente per la sua maleducazione. “Perdonatemi. Sembra che vi abbia interrotto.”

Lord Tyrone ridacchiò.

“È tutto a posto. Piuttosto, quali voci avete sentito?”

“Dicono che sia incredibilmente bello.” Lavi replicò, poi realizzò cosa avesse appena detto. Scosse la testa girandosi verso il Lord seduto vicino a lui, vedendo lo sguardo scioccato dell’altro.

“Io ho…una sorella che mio nonno sta cercando di far sposare.” Intervenne rapidamente. L’altro alzò un sopracciglio.

“Non sapevo che il Visconte Bookman avesse altri nipote. Voi dovreste essere i suo solo discendente.”

Il rosso sussultò.

“Quindi mi avete scoperto. Potrei essere qui per verificare l’autenticità delle voci per un’amica?” offrì debolmente. L’uomo con gli occhi dorati ridacchiò piano.

“Ma non lo siete, vero?” chiese. Lavi scosse lentamente il capo – e, era la sua immaginazione o Lord Tyrone si stava avvicinando? – “Lo avete già trovato?”

Il rosso si ritrovò a fissare gli occhi dorati dell’altro.

“No,” ammise lentamente. “ma credo che anche il Marchese Mikk avrebbe vita dura a competere con un altro uomo che ho conosciuto stanotte.” Flirtò leggermente, domandandosi quando era diventato così ribaldo. Conosceva l’uomo da soli dieci minuti e stava già flirtando con lui?

Lord Tyrone sorrise furbescamente, gli occhi che brillavano con intuizione.

“Adesso, poi…” disse, in tono interessato. Lavi si mosse, non troppo confortevole al suo posto, ma neanche dispiaciuto. “Parlatemi di quest’uomo che è riuscito a catturare il vostro interesse. È ricco? Potente?”

Lavi tremò. Ora certo che l’uomo si stava avvicinando.

“Non so nulla, a parte il suo nome. Il suo nome di famiglia non rientra nel registro delle famiglie nobiliari, quindi potrebbe essere appena diventato lord. Dal modo in cui si veste, direi che è ricco o ha degli amici che lo sono.” Bookman aveva reso la mente di Lavi come un registro da quando aveva otto anni.

“Siete davvero un osservatore.” Lord Tyrone notò casualmente, appoggiandosi indietro sul suo posto. Stranamente dispiaciuto che l’uomo si fosse allontanato, Lavi continuò.

“Anche se non lo fosse, possiede il tipo di corpo e abbastanza fiducia in se stesso che le persone lo noterebbero anche se fosse un comune minatore o un vagabondo.” Aggiunse rapido. Il più grande sembrò interessarsi nuovamente, ma non si mosse. Un po’ dispiaciuto, Lavi si girò indietro verso il party. Cosa accidenti stava pensando? Stava inciampando nei suoi discorsi per complimentarsi e flirtare con un uomo che aveva appena conosciuto! Lord Tyrone poteva essere il tipo di uomo che prendeva queste cose seriamente e poteva aspettarsi la ‘compagnia’ di Lavi nelle sue stanze dopo. Dal modo in cui gli occhi lo avevano osservato fin dal loro incontro (non che ha lui desse fastidio…), l’alto uomo in effetti sembrava il tipo che prende certe cose seriamente.

Il rosso si alzò, girandosi per inchinarsi leggermente al sorpreso Lord.

“Vi prego di scusarmi, ma ho esagerato. Adesso dovrei andare. È stato un vero piacere parlare con voi, Lord Tyrone.” Lavi disse, poi si giro per allontanarsi e perdersi nella folla danzante, quando una mano afferrò il suo polso. Il ragazzo si fermò istantaneamente, ma non si voltò indietro.

“Non vorreste rimanere un altro po’? Sicuramente non dovrete tornare a casa così presto.” La voce di Lord Tyrone era leggermente ruvida, il che confermava che lo aveva preso sul serio. Maledizione. Il vecchio e Allen gli avevano sempre detto che questa sua abitudine di flirtare scherzosamente con tutti lo avrebbe messo nei guai un giorno o l’altro, o almeno in una situazione imbarazzante. E questa ne era la conferma.

“Sono spiacente se ho insinuato qualcosa durante la conversazione” il giovane lord replicò, guardando sopra la sua spalla e cercando di sorridere educatamente. Fu bene attento a non guardare l’uomo direttamente negli occhi, poiché essi sembravano avere il potere di farlo diventare sincero quando sarebbe stato più ‘onorabile’ mentire. “Ma adesso devo andare. Il visconte mi aspetta a casa.”

Se Lord Tyrone fosse stato un nobile minore, come un semplice barone, allora forse ricordagli il titolo di suo nonno sarebbe stato abbastanza per farlo desistere. Lavi non aveva in effetti nessun bisogno di andarsene, ma qualcosa gli diceva che se fosse rimasto ancora con l’uomo seduto sulla panca sarebbe stato facile prendere una decisione di cui si sarebbe poi pentito. La persona in questione sembrò molto sorpreso della risposta di Lavi a ciò che aveva detto e ricominciò a ridacchiare. Il più basso dei due gli rivolse uno sguardo interrogativo, mentre il suo polso veniva lasciato.

“Cosa c’è di così divertente?” chiese, arrossendo appena, per un misto di rabbia e imbarazzo.

“Niente di importante.” L’uomo incontrò il suo sguardo, mentre la risata si affievoliva. “Non intendevo niente di disonorevole, se è questo che vi preoccupa, giovane lord. Stavo semplicemente sperando in una intelligente conversazione – cosa di cui molti dei nobili qui stasera sembrano essere incapaci.”

Il rosso non poté fare a meno di sorridere, tornando indietro e sedendosi di nuovo.

“L’ho notato anch’io. Molti hanno tutori che insegnano ai loro figli e alle loro figlie, ma sembra che non gli importi di imparare qualcosa anche loro.” Lavi sospirò. “ Mio nonno mi ha detto che in genere i nobili conoscono la storia, le somme e la calligrafia, ma sembra che si tutti si fermino a quello.”

Sorrise orgoglioso a Lord Tyrone, che sembrava ascoltare attentamente.

“La famiglia Bookman sembra essere rimasta una delle poche i cui lord sono educati per essere in grado di gestire ogni cosa da soli.”

“In effetti. A voi piace imparare? Io ho una nipote-” I suoi occhi saettarono per un attimo verso i danzatori. “- ma lei non ha preso molto bene le sue lezioni. Io normalmente la aiuto con i compiti, ma preferirei che si potesse convincerla a fare tutto da sola.”

“Educazione per una ragazza?” Lavi chiese, debolmente scioccato. Quest’uomo doveva essere ricco, o avere un amico tutore, poiché in genere le ragazze non venivano educate se non per le abilità che dovevano conoscere, e che potevano imparare dalle loro madri – ricamo, tenere delle feste, come presentarsi propriamente al loro debutto, e altre cose del genere. L’uomo inclinò la sua testa con curiosità.

“Lo so che è insolito, ma mi piacerebbe che mia nipote fosse in grado di gestirsi in una conversazione intelligente. Voglio trovare per lei un marito che non si aspetti una sciocca donna con la testa vuota, che si pieghi ad ogni suo desiderio.” La faccia di Lord Tyrone si aprì in un sorriso. “Penso che il futuro di questa nazione stia nel fatto di educare anche le donne e non solo gli uomini. È una cosa così strana?”

Il rosso si ritrovò a scuotere la testa vigorosamente.

“Non è strano affatto. Non ha nessun senso educare solo metà della gente – anche voi pensate che anche le persone non nobili dovrebbero ricevere un’educazione? Mio nonno parla sempre di diffondere maggiormente l’educazione, perché i nobili non possono sempre sapere cosa è meglio per il futuro e la gente comune non ha i mezzi per poter esprimere le loro idee.”

Si lanciarono nella conversazione, parlando per un poco di come rendere l’educazione accessibile a tutta l’Inghilterra, passando poi a parlare di politica, e da lì alla letteratura. Il rosso poté sentire se stesso rilassarsi man mano che la conversazione proseguiva e cominciava a fare tardi. Il party cominciò a concludersi, ma nessuno dei due lo notò. Lord Tyrone, a quanto pare, possedeva una grande libreria con molti libri rari nella sua residenza, sebbene Lavi non fosse sicuro di quanto fosse vero. La residenza dei Bookman ospitava una delle più grandi librerie di Inghilterra, sebbene, poiché la famiglia Bookman non era ricca come quella dei Mikk, dei Tiedoll e dei Camelot, la libreria non era estesa come suo nonno avrebbe voluto. Lord Tyrone e il ragazzo avevano letto molti libri in comune e si lanciarono in un dibattito su come uno di questi dovesse finire.

“’Romeo e Giulietta’ è stato scritto per essere una tragedia, Lovely.” Disse Lord Tyrone. Il giovane lord non sapeva da dove fosse saltato fuori quel nomignolo, ma non gli importava. Proprio non gli importava. “L’immagine di due giovani innamorati che muoiono insieme alla fine probabilmente rimarrà nelle menti della gente per lungo tempo.”

“Ma continua a non avere senso. Romeo avrebbe dovuto provare a vedere se Giulietta era davvero morta – è stata semplice sfortuna. Le morti si sarebbero potute evitare e loro sarebbero sopravvissuti.”

“Questo, credo, è il motivo che la rende una tragedia.”

Lavi aprì la sua bocca per replicare, ma gli occhi dorati dell’uomo si girano ad osservare il piccolo gruppo di persone rimasto nella sala. Lavi notò che Allen non si vedeva da nessuna parte e che la stessa cosa si poteva dire del suo amico con i capelli lunghi con cui stava parlando. I capelli di Allen erano estremamente distintivi, e quindi, sebbene nessuno si fosse tolto la maschera, era ovvio che il suo amico se ne era già andato.

“È veramente così tardi?” Lord Tyrone sembrò sorpreso, poi tornò a voltarsi verso Lavi con uno sguardo di scusa sul suo volto. “Perdonatemi per avervi trattenuto – credo che prima mi abbiate detto che il Visconte vi stava aspettando?”

Il rosso scosse la testa.

“Non credo che al nonno importerà.” Replicò. Il suono di passi lo avvertì dell’arrivo di una persona e si voltò per vedere niente meno che Lady Road che si avvicinava.

Aspetta – sembrava diretta verso Lord Tyrone. Cosa poteva volere una nobile di così alto rango da uno che probabilmente era, invece, di rango più basso? La famigli Agradar non figurava in alcun registro che egli ricordasse. Quindi dovevano essere diventati nobili recentemente.

“Qualcuno di loro ha avuto la tua approvazione?” la Lady chiese mentre si avvicinava, chiaramente rivolgendo la domanda all’uomo alto seduto vicino a Lavi. Il quale li guardò confuso.

Lord Tyrone sospirò.

“Davvero, Road, devi imparare a scegliere meglio il momento per la tua entrata. Stavo intrattenendo una conversazione veramente amabile.” Come poteva rivolgersi a lei in modo così informale?

“Allora qualcuno lo ha fatto?” gli occhi di Lady Road si spostarono sul rossino. Improvvisamente sorrise. “Visto che questa conversazione ti è piaciuta così tanto, devo assumere che lui lo approvi? C’era un ragazzo coi capelli bianchi abbastanza carino qui prima, ma credo che il terzo figlio del Duca Tiedoll lo abbia reclamato. Lord Yuu è piuttosto possessivo.”

Il ‘ragazzo con i capelli bianchi’ doveva per forza essere Allen. Che ‘Yuu’ fosse il ragazzo dai capelli lunghi con cui aveva visto il suo amico parlare prima? Davvero Allen stava parlando con il figlio di un duca? Terzo figlio o no, qualsiasi figlio di un duca faceva praticamente parte della casa reale.

“Sì, lo approvo,” replicò l’uomo con gli occhi dorati, apparentemente ignaro della confusione del rosso. “- ma mi sono piuttosto affezionato a lui. Dovremo dare un altro party prima di trovare qualcuno per te.”

Lo sguardo di Lavi passava da uno all’altro, sbalordito. Se stava capendo bene, allora sembrava proprio che ‘Tyrone Agradar’ fosse –

“Vi conoscete?” chiese, giusto per essere sicuro. Sia Lady Road che l’uomo con cui aveva parlato per le precedenti due ore si voltarono a guardarlo. Road lo studiò per un momento, poi rivolse all’uomo uno sguardo di disapprovazione.

“Zio Tyki, la devi smettere di fare questi giochetti.” Lo rimproverò dolcemente, gli occhi che brillavano divertiti. Stordito, il rosso non poté fare altro che fissare l’uomo che lui aveva conosciuto come ‘Lord Tyrone Agradar’.

Il Marchese Tyki sospirò, alzando le mani per togliersi la maschera a forma di farfalla.

“Davvero, Road, adesso tu sei arrivata e hai rovinato un perfetto camuffamento. Non è che non avessi previsto di dirglielo, ma non era il momento.” Il nobile si voltò verso il giovane lord e inclinò leggermente la testa. “Perdonate la mia precedente scortesia. Io sono il Marchese Tyki Mikk, il lord che si sta attualmente occupando delle proprietà dei Camelot, oltre che, ovviamente, delle mie. Trovo più facile ottenere oneste informazioni dalle altre persone quando loro non sanno con chi stanno parlando.”

Lavi aprì la sua bocca per parlare, ma la voce gli si blocco in gola quando le mani dell’uomo si alzarono gentilmente per far scivolare la maschera dalla sua testa. Il giovane lasciò fare, ancora troppo sconvolto per poter fare qualcosa mentre Tyki Mikk appoggiò da parte la maschera e delicatamente prese il mento del ragazzo, guardandolo negli occhi.

“Sei ancora più grazioso senza la maschera, Lavi.”

(“il passaggio dal ‘voi’ al ‘tu’ è una libertà che mi sono presa nel tradurre, poiché in inglese questa differenza non si nota, si usa la parola ‘you’ per entrambe le persone” N.del.trad.)

Il rosso poté udire il lungo sospiro di Road solo un momento prima che il battito del suo cuore e il rumore del sangue nelle orecchie la escludessero del tutto. Il marchese si stava chinando in avanti e il più basso dei due inclinò leggermente la testa, e poi si avvicinò per incontrare le labbra dell’uomo con le proprie. Sentì una soffice pressione sulla sua bocca, gli occhi che si chiudevano mentre labbra con la consistenza della seta si muovevano possessivamente contro le sue. La bocca del più grande si aprì lievemente e qualcosa di liscio scivolò contro il labbro inferiore del rosso. Metà per sorpresa e metà per desiderio, il giovane lord lasciò che la sua bocca si aprisse sotto l’insistenza della lingua del marchese e quasi gemette quando il muscolo bagnato dell’altro si tuffò all’interno. La lingua dell’uomo più grande sfiorò lievemente, come per prendere un assaggio, prima di ritirarsi.

Lavi aprì gli occhi, senza che si fosse accorto di averli chiusi. Sapeva che probabilmente la sua faccia era arrossita di nuovo, siccome il rosso acceso sembrava essere il suo colore naturale per quella sera.

L’oro guardò profondamente dentro il verde.

 “Sei il benvenuto per visitare il maniero dei Mikk o la proprietà dei Camelot in qualsiasi momento. In effetti, insisto.” Tyki sorrise. “Magari potrei addirittura restituirti il fazzoletto di persona.”

Lavi annuì, stordito. Si leccò le labbra inconsciamente, e quasi riuscì a sentire il sapore dell’altro sulla sua bocca. Gli occhi del marchese si scurirono mentre il suo sguardo seguiva il movimento.

“Certamente, Lord Ty – ah, Marchese Mikk” replicò, senza fiato mentre incespicava su quale forma usare per rivolgersi all’uomo. Tyki ridacchiò.

“Solo Tyki è sufficiente. Sarebbe troppo presto per chiederti se vuoi acconsentire a cenare qui domani sera?”

“Mi piacerebbe molto!” sbottò il rosso. Lady Road, di cui Lavi si era completamente dimenticato, si mise a ridere alla sua ovvia esuberanza. Gli occhi del giovane di voltarono per guardarla.

“Credo di sapere cosa ci hai visto,” disse a suo zio. “È carino anche lui.”

La ragazza si voltò verso Lavi.

“Allora ti aspettiamo per la cena di domani. Sono sicura che sarà una serata interessante!” detto questo, si girò verso la grande scalinata e si allontanò, ridendo ancora.

Quasi con esitazione, il più basso si voltò verso il più grande dei due. Il marchese si alzò e allungò una mano verso il rosso, che Lavi accettò. Con un gentile strattone, fu alzato dalla panca e tirato vicino al corpo di Tyki. Il giovane lord ansimò leggermente, guardando intensamente la faccia dell’uomo e iper-consapevole di quanto vicino fossero le loro labbra a toccarsi di nuovo.

“Credo che Road abbia ragione,” Tyki mormorò contro le labbra di Lavi. “Domani sarà davvero interessante.”

Mentre le sue labbra venivano nuovamente possessivamente reclamate, Lavi non poté fare altro che essere d’accordo.

THE END

Questa storia è dedicate a tutte le persone che amano questa coppia.

Spero di tradurre presto altre storie di Bookkbaby. Sono tutte bellissime!! ^_^

Chiedo perdono se con la mia traduzione ho impoverito la storia. A chiunque conosca l’inglese è vivamente consigliato andare a leggere l’originale.

Cortesi saluti da artemis89

 

 

  
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