o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o
DEBUTTO
o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o
Storia
originale/Original
story: Bookkbaby
Traduzione/Translation: artemis89
http://www.fanfiction.net/s/4942021/1/Debut
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Un
giovane dai capelli rossi era appoggiato svogliatamente al muro mentre
guardava
la folla danzante davanti a lui, una maschera nera e argentata gli
copriva la
parte superiore della faccia. Il suo vestiario era piuttosto semplice:
la
giacca che gli arrivava alle cosce era decorata in vero argento lungo
il
davanti e sulle maniche. I suoi pantaloni erano larghi, ma infilati nei
suoi
stivali, che gli arrivavano alle ginocchia e che erano tenuti ben
stretti
attorno alla parte bassa delle sue gambe da lacci che risultavano
praticamente
invisibili sulla superficie del cuoio. Il suo unico occhio verde
osservava la
folla con uno sguardo malizioso, i suoi capelli rossi privi di ogni
ordine
erano il suo tratto più distintivo.
Un
bicchiere di champagne ancora pieno era tenuto svogliatamente nella sua
mano
destra, un’ottima scusa per non dover ballare. Normalmente un
ballo mascherato
è fatto per quello, ma stanotte aveva partecipato per poter
osservare le
persone e raccogliere informazioni, come era sua abitudine.
Era
stato particolarmente eccitato, in quanto il party di questa sera
prometteva di
essere molto interessante. Era la festa di debutto di Road Camelot,
l’unica
figlia sopravvissuta di Lord e Lady Camelot, morti qualche anno fa in
un
tragico incidente tra carrozze.
A
Lavi non importava eccessivamente di Lady Road o del fatto che fosse la
più
attesa debuttante dell’anno. Dopotutto i
Camelot possedevano un sacco di terreni ed il titolo di
‘Lord Camelot’
sarebbe andato al futuro marito di Road. Ma il rossino era molto
più
interessato all’attuale ‘Lord Camelot’,
il fratello del defunto.
Lord
Tyki Mikk era famoso non solo per i suoi possedimenti, che erano di
poco
inferiori a quelli che defunto Lord Cyril aveva avuto, ma anche per
essere
incredibilmente affascinante ed avere molto successo con le donne. Era
lo
scapolo più ambito di Inghilterra, poiché nessuna
donna era ancora riuscita a
conquistarlo – o nessun uomo, per quello che importava,
sebbene Lavi non fosse
sicuro se il Lord si fosse mai interessato agli uomini.
Era
venuto per vedere con i suoi occhi come il supposto
‘più bell’uomo della Terra’
e ‘il regalo di Dio per le donne’ fosse veramente.
Alcune donne probabilmente
vedevano solo il suo titolo (era un marchese, un solo gradino sotto al
titolo
di duca), la sua discendenza (Lavi aveva sentito dire che la famiglia
Mikk
poteva tracciare il suo albero genealogico indietro fino alla famiglia
reale
che regnava in Portogallo prima che quest’ultimo diventasse
una repubblica) e
le sue ricchezze (il rosso non sapeva con certezza
l’ammontare del patrimonio
della famiglia Mikk, ma quando il marchese Mikk giocava
d’azzardo, si diceva
che giocasse con abbastanza denaro per comprare un nuovo maniero). Lavi
aveva già
abbastanza donne che inseguivano suo nonno, il visconte Bookman, per
far
sposare il suo unico erede – Lavi – con le loro
figlie, e il suo futuro titolo
nobiliare era di due gradino al di sotto di quello di Lord Mikk.
Non
che il suo vecchio fosse molto ansioso di farlo sposare. Lavi aveva
solamente
diciotto anni e, sebbene
fosse grande
abbastanza da poter essere sposato e magari con un figlio in arrivo, il
clan
Bookman era sempre stato molto più interessato nello studio
che non
nell’assicurare un erede per continuare la dinastia. Il
Visconte non si era
sposato finché non aveva avuto venticinque anni!
Facendo
finta di sorseggiare il suo champagne, osservò i ballerini
danzare mentre la
musica cambiava da un valzer ad un altro. Lady Road sembrava divertirsi
– era
l’unica senza maschera così ognuno poteva sapere
subito chi era la star della
serata. Intimamente Lavi provava un po’ pena per lei. Alcuni
degli uomini con
cui, per gentilezza, aveva danzato quella sera erano più
vecchi di suo padre
prima che morisse. Alcuni era vecchi abbastanza per essere i suoi
nonni, ma
come una vera lady lei aveva danzato con tutti. Una lady non
può rifiutare una
danza, a meno che non abbia una valida ragione, e soprattutto non al
suo ballo
di debutto. Chi taglierebbe dei ponti così presto, dopo
tutto?
Anche
se il suo sorriso sembrava un po’ più tirato
quando duchi di una certa età,
anziani marchesi, e altri nobili del genere le chiedevano di danzare,
lei
sembrava sempre divertirsi. Il suo vestito era color crema, che
contrastava con
la sua pelle scura e i suoi capelli erano intrecciati in quella che
sembrava
una corona, tenuti su da delle forcine con delle perle incastonate
sopra. Il
suo girocollo era d’oro, con un’unica perla che
pendeva giù fin quasi al suo
corpetto. Il corpetto stesso sembrava essere ricamato, sebbene Lavi non
sapesse
dire con quale immagine. Non si era avvicinato abbastanza per vederlo,
e non ne
aveva la minima intenzione.
Era
rimasto nella sua posizione accanto al muro per la maggior parte della
serata,
perché quella postazione gli offriva una magnifica visuale
della sala da ballo.
Il suo occhio ispezionava costantemente la sala, dalle alte finestre
fatte in
puro vetro, al piccolo gruppo di musicisti che suonavano i loro
strumenti
vicino al muro più lontano, alla enorme scalinata che
portava al resto della
casa. Nonostante la sua costante ricerca, Lord Mikk non si era ancora
fatto
vivo.
Era
il party di debutto di sua nipote e lui stesso lo aveva ospitato,
eppure
dell’uomo non c’era traccia. Lavi cominciava a
diventare un po’ frustato e
seccato. Il Marchese Mikk probabilmente non avrebbe indossato una
maschera,
siccome Lady Road non l’aveva fatto e, come padrone di casa,
meritava anch’egli
un po’ d’attenzione. E anche se l’uomo ne
avesse indossata una, non c’erano
state fanfare che annunciavano il sua arrivo dalla parte principale
delle casa
nella grande sala. È questa era una cosa che il Marchese non
poteva permettere.
Diede
un’occhiata in giro per vedere dove fosse finito il suo
migliore amico – Allen Walker,
dalla contea Walker. Vide il ragazzo parlare (o per meglio dire
discutere) con
un uomo mascherato e dai lunghi capelli, anche se non si
fermò a chiedersi il
nome di quest’ultimo.
Sospirò
e si spostò dal muro. Erano già passate quattro
ore. Avrebbe semplicemente
dovuto trovare un’altra occasione per vedere il Marchese e
controllare di
persona se le voci che lo avevano intrigato tanto avevano qualche
fondamento.
Si girò per andarsene, troppo assorto nel suo recente
disappunto per notare
l’uomo alto che si stava dirigendo verso di lui. Il ragazzo
dai capelli rossi
sbatté contro l’uomo e, perdendo
l’equilibrio, lasciò la presa sul suo
bicchiere ancora pieno di champagne. Incespicò
all’indietro, guardando
scioccato il bicchiere rovesciarsi sulla costosa camicia
dell’uomo prima di
finire a terra rompendosi. Il più basso dei due
sussultò a quel suono,
guardandosi intorno per vedere se qualcun altro avesse udito qualcosa.
Per
fortuna, sembrava che il suono fosse stato coperto dal rumore della
festa.
Il
suo sguardo ritornò indietro verso l’uomo a cui
aveva rovesciato addosso il
drink, aprendo la sua bocca per scusarsi.
“Io
sono-” iniziò, guardando verso la nera maschera a
forma di farfalla che l’uomo
portava e verso il più accattivante paio di occhio che
avesse mai visto in vita
sua. Erano di color oro fuso che sembrò scurirsi un poco
mentre l’uomo gli
restituiva lo sguardo con calma, la bocca chiusa in una linea neutrale.
Il
rossino si limitò a fissarlo, con il cuore che batteva un
po’ più forte mentre
guardava in quelle pozze di dorata sicurezza. Aprì la sua
bocca per parlare, ma
non ne uscì niente. La sua voce sembrava bloccata.
“Voi
siete…?” suggerì l’uomo,
riportando Lavi indietro sulla Terra con la dolce
aggiunta di un lieve rossore che gli colorò la faccia.
“Mi
scuso” disse velocemente, imbarazzato e guardando per terra.
“Avrei dovuto
guardare dove stavo andando.” Colpito da un’idea,
cercò prontamente nella sua
tasca il fazzoletto che suo nonno insisteva sempre per fargli portare.
Lo tirò
fuori, grato di averne preso uno pulito per il party,
anziché il solito
vecchio, inusato ma sporco che di solito portava per far felice
Bookman. Alzò
lo sguardo, offrendolo esitante all’altro uomo.
Il
più alto dei due sorrise e Lavi quasi si sciolse. Una mano
guantata di bianco
prese gentilmente il pezzo di stoffa dalla mano del ragazzo e
cominciò a pulire
la sua camicia, dove lo champagne si era rovesciato. Lavi poteva
sentire il suo
imbarazzo crescere nuovamente, ma non distolse lo sguardo. Mentre
quegli occhi
intossicanti erano concentrati sulla camicia dell’uomo
(probabilmente molto
costosa – Lavi riconobbe il tessuto come seta, una cosa per
cui i mercanti
orientali domandavano oro in cambio e non accettavano niente di meno),
il
ragazzo dai capelli rossi poté studiarlo meglio.
L’uomo aveva i suoi lunghi, e
all’apparenza morbidi, capelli legati dietro in una bassa
coda alla base della
sua testa, mentre due corte ciocche incorniciavano il volto. Lavi
poteva
affermare con sicurezza che le ciocche erano naturalmente ondulate,
anziché
falsamente arricciate come era di moda adesso tra gli uomini. La pelle
dell’uomo era scura e il vestito che indossava era
evidentemente fatto su
misura – si drappeggiava così bene sul corpo da
metterne in risalto la sua
evidente scultura.
Lavi
stirò inconsciamente i suoi abiti, passandosi una mano tra i
capelli per
cercare di sistemarli.
L’altro
si raddrizzò, sempre tenendo in mano il fazzoletto. Sorrise
nuovamente a Lavi.
“Dovrei
lavarlo e restituirvelo, mi potete dire dove i miei servitori devono
recapitarlo?” chiese, con voce ricca e profonda. Il ragazzo
quasi non si
accorse di quello che gli era stato chiesto, troppo preso ad osservare
quelle
labbra così perfettamente formate muoversi e assaporare il
profondo timbro di
voce, più che ascoltare quello che gli veniva detto.
Comunque, una parte del
suo cervello che ancora conservava un po’
d’intelligenza lo spinse a
rispondere.
“La
residenza del Visconte Bookman,” replicò, cercando
di mantenere ferma la voce.
Si inchinò leggermente e poi rialzandosi disse
“Piacere di conoscerla. Sono
Lord Lavi.”
“Lord
Lavi,” l’uomo mise il fazzoletto in tasca, il
sorriso che si allargava mentre il
rosso arrossì ancora al suono del proprio nome.
“Magari come scusa per aver
rovesciato il vostro drink su di me, acconsentireste a conversare per
qualche
momento? Ho avuto alcune conversazioni con altri nobili qui stasera, ma
non ho
ancora parlato con voi.”
Combattendo
per non abbassare lo sguardo, Lavi annuì, sebbene sentiva la
sua faccia ancora
calda. Un sacco di nobili che erano già sposati
partecipavano a questi incontri
per i loro figli, per vedere con chi potevano combinarli, o
semplicemente per
parlare e scambiarsi favori con altri nobili. Lavi lanciò
curioso un’occhiata
alla mano sinistra dell’uomo. Non sembrava indossare un
anello, sebbene fosse
difficile da dire con il guanto al di sopra. Quando tornò a
guardare su, lo
sguardo dell’altro sembrava divertito.
Si
mosse verso una vicina panca che, fortunatamente, sembrava vuota.
“Ci
sediamo?” chiese l’uomo dagli occhi dorati. Lavi
annuì, girandosi verso la
panca e dirigendosi verso di essa. Era iper-consapevole del rumore di
vesti
dietro di lui, sapendo che l’altro si stava dirigendo verso
lo stesso arredo.
Raggiunsero
la panca e si sedettero velocemente, il più alto sedendosi
con perfetta
posture, occhieggiando Lavi. Quest’ultimo fece del suo meglio
per sedere
dritto, ma le regole per queste cose non erano molto severe in casa sua
e
quindi finì per inclinarsi leggermente e appoggiasi contro
lo schienale.
“Perdonatemi
per non avervelo chiesto prima, ma con chi ho l’onore di
parlare?” Lavi chiese
dove che si furono sistemati. L’uomo sembrò
considerare la domanda per un
momento, poi appoggio una mano sul cuore e inclinò la testa
in un leggero
inchino.
“Non
mi sono presentato, giusto? Io sono Lord…Tyrone
Agradar.” La lingua dell’uomo
sembrò inciampare su quel nome, come se non fosse abituato
ad usarlo. Il
sorriso che l’uomo rivolse a Lavi subito dopo gli fece subito
passare di mente
quella stranezza. “Lord Tyrone va benissimo.”
Lavi
annuì e poi, non sapendo bene dove guardare e non volendo
fissare l’uomo ed
essere preso per scortese, rivolse la sua attenzione alla sala. Lady
Road stava
danzando con uno dei più giovani tra i suoi
‘pretendenti’, un ragazzo che
sembrava avere sui venticinque anni.
Poté
sentire gli occhi del Lord studiarlo con attenzione per un momento, poi
la
pressione sembrò cadere. Un momento dopo, l’uomo
parlò con qualcosa che
sembrava disappunto.
“Ah,
avente messo anche voi gli occhi su Lady Road?” chiese, poi
aggiunse con un
tono neutro. “Trovate più allettante il suo
aspetto o la sua posizione?”
Lavi
si girò verso l’uomo con cui era seduto,
leggermente sorpreso della domanda
dell’altro.
“Nessuno
dei due in effetti,” replicò onestamente, la sua
bocca lasciando uscire la
verità prima ancora di decidere se voleva essere sincero o
meno. Poté vedere
gli occhi di Lord Tyrone allargarsi sorpresi, ma continuò
comunque. “In effetti
con venuto per vedere suo zio.”
“Lord
Mikk?” l’uomo si irrigidì, la
curiosità prese velocemente il posto dello shock.
Sembrava addirittura preoccupato per qualcosa, sebbene per cosa il
ragazzo non
sapesse dire. “Non sapevo che egli avesse degli
appuntamenti-”
“Non
è niente di ufficiale.” Lavi interruppe
frettolosamente, incapace di fermarsi
dal correggere automaticamente l’altro uomo.
“Ho sentito alcune interessanti…voci
a suo proposito e volevo solo
vedere se erano vere, tutto qui.” Tornò
rapidamente a girarsi verso la festa,
schiaffeggiandosi mentalmente per la sua maleducazione.
“Perdonatemi. Sembra
che vi abbia interrotto.”
Lord Tyrone ridacchiò.
“È
tutto a posto. Piuttosto, quali voci avete sentito?”
“Dicono
che sia incredibilmente bello.” Lavi replicò, poi
realizzò cosa avesse appena
detto. Scosse la testa girandosi verso il Lord seduto vicino a lui,
vedendo lo
sguardo scioccato dell’altro.
“Io
ho…una sorella che mio nonno sta cercando di far
sposare.” Intervenne
rapidamente. L’altro alzò un sopracciglio.
“Non
sapevo che il Visconte Bookman avesse altri nipote. Voi dovreste essere
i suo
solo discendente.”
Il
rosso sussultò.
“Quindi
mi avete scoperto. Potrei essere qui per verificare
l’autenticità delle voci
per un’amica?” offrì debolmente.
L’uomo con gli occhi dorati ridacchiò piano.
“Ma
non lo siete, vero?” chiese. Lavi scosse lentamente il capo
– e, era la sua
immaginazione o Lord Tyrone si stava avvicinando? –
“Lo avete già trovato?”
Il
rosso si ritrovò a fissare gli occhi dorati
dell’altro.
“No,”
ammise lentamente. “ma credo che anche il Marchese Mikk
avrebbe vita dura a
competere con un altro uomo che ho conosciuto stanotte.”
Flirtò leggermente,
domandandosi quando era diventato così ribaldo. Conosceva
l’uomo da soli dieci
minuti e stava già flirtando con lui?
Lord
Tyrone sorrise furbescamente, gli occhi che brillavano con intuizione.
“Adesso,
poi…” disse, in tono interessato. Lavi si mosse,
non troppo confortevole al suo
posto, ma neanche dispiaciuto. “Parlatemi di
quest’uomo che è riuscito a
catturare il vostro interesse. È ricco? Potente?”
Lavi
tremò. Ora certo che l’uomo si stava avvicinando.
“Non
so nulla, a parte il suo nome. Il suo nome di famiglia non rientra nel
registro
delle famiglie nobiliari, quindi potrebbe essere appena diventato lord.
Dal
modo in cui si veste, direi che è ricco o ha degli amici che
lo sono.” Bookman
aveva reso la mente di Lavi come un registro da quando aveva otto anni.
“Siete
davvero un osservatore.” Lord Tyrone notò
casualmente, appoggiandosi indietro
sul suo posto. Stranamente dispiaciuto che l’uomo si fosse
allontanato, Lavi
continuò.
“Anche
se non lo fosse, possiede il tipo di corpo e abbastanza fiducia in se
stesso
che le persone lo noterebbero anche se fosse un comune minatore o un
vagabondo.” Aggiunse rapido. Il più grande
sembrò interessarsi nuovamente, ma
non si mosse. Un po’ dispiaciuto, Lavi si girò
indietro verso il party. Cosa
accidenti stava pensando? Stava inciampando nei suoi discorsi per
complimentarsi e flirtare con un uomo che aveva appena conosciuto! Lord
Tyrone
poteva essere il tipo di uomo che prendeva queste cose seriamente e
poteva
aspettarsi la ‘compagnia’ di Lavi nelle sue stanze
dopo. Dal modo in cui gli
occhi lo avevano osservato fin dal loro incontro (non che ha lui desse
fastidio…), l’alto uomo in effetti sembrava il
tipo che prende certe cose
seriamente.
Il
rosso si alzò, girandosi per inchinarsi leggermente al
sorpreso Lord.
“Vi
prego di scusarmi, ma ho esagerato. Adesso dovrei andare. È
stato un vero
piacere parlare con voi, Lord Tyrone.” Lavi disse, poi si
giro per allontanarsi
e perdersi nella folla danzante, quando una mano afferrò il
suo polso. Il
ragazzo si fermò istantaneamente, ma non si voltò
indietro.
“Non
vorreste rimanere un altro po’? Sicuramente non dovrete
tornare a casa così
presto.” La voce di Lord Tyrone era leggermente ruvida, il
che confermava che
lo aveva preso sul serio. Maledizione. Il vecchio e Allen gli avevano
sempre
detto che questa sua abitudine di flirtare scherzosamente con tutti lo
avrebbe
messo nei guai un giorno o l’altro, o almeno in una
situazione imbarazzante. E
questa ne era la conferma.
“Sono
spiacente se ho insinuato qualcosa durante la conversazione”
il giovane lord
replicò, guardando sopra la sua spalla e cercando di
sorridere educatamente. Fu
bene attento a non guardare l’uomo direttamente negli occhi,
poiché essi
sembravano avere il potere di farlo diventare sincero quando sarebbe
stato più
‘onorabile’ mentire. “Ma adesso devo
andare. Il visconte mi aspetta a casa.”
Se
Lord Tyrone fosse stato un nobile minore, come un semplice barone,
allora forse
ricordagli il titolo di suo nonno sarebbe stato abbastanza per farlo
desistere.
Lavi non aveva in effetti nessun bisogno di andarsene, ma qualcosa gli
diceva
che se fosse rimasto ancora con l’uomo seduto sulla panca
sarebbe stato facile
prendere una decisione di cui si sarebbe poi pentito. La persona in
questione
sembrò molto sorpreso della risposta di Lavi a
ciò che aveva detto e ricominciò
a ridacchiare. Il più basso dei due gli rivolse uno sguardo
interrogativo,
mentre il suo polso veniva lasciato.
“Cosa
c’è di così divertente?”
chiese, arrossendo appena, per un misto di rabbia e
imbarazzo.
“Niente
di importante.” L’uomo incontrò il suo
sguardo, mentre la risata si
affievoliva. “Non intendevo niente di disonorevole, se
è questo che vi
preoccupa, giovane lord. Stavo semplicemente sperando in una
intelligente
conversazione – cosa di cui molti dei nobili qui stasera
sembrano essere
incapaci.”
Il
rosso non poté fare a meno di sorridere, tornando indietro e
sedendosi di
nuovo.
“L’ho
notato anch’io. Molti hanno tutori che insegnano ai loro
figli e alle loro
figlie, ma sembra che non gli importi di imparare qualcosa anche
loro.” Lavi
sospirò. “ Mio nonno mi ha detto che in genere i
nobili conoscono la storia, le
somme e la calligrafia, ma sembra che si tutti si fermino a
quello.”
Sorrise
orgoglioso a Lord Tyrone, che sembrava ascoltare attentamente.
“La
famiglia Bookman sembra essere rimasta una delle poche i cui lord sono
educati
per essere in grado di gestire ogni cosa da soli.”
“In
effetti. A voi piace imparare? Io ho una nipote-” I suoi
occhi saettarono per
un attimo verso i danzatori. “- ma lei non ha preso molto
bene le sue lezioni.
Io normalmente la aiuto con i compiti, ma preferirei che si potesse
convincerla
a fare tutto da sola.”
“Educazione
per una ragazza?” Lavi chiese, debolmente scioccato.
Quest’uomo doveva essere
ricco, o avere un amico tutore, poiché in genere le ragazze
non venivano
educate se non per le abilità che dovevano conoscere, e che
potevano imparare
dalle loro madri – ricamo, tenere delle feste, come
presentarsi propriamente al
loro debutto, e altre cose del genere. L’uomo
inclinò la sua testa con
curiosità.
“Lo
so che è insolito, ma mi piacerebbe che mia nipote fosse in
grado di gestirsi
in una conversazione intelligente. Voglio trovare per lei un marito che
non si
aspetti una sciocca donna con la testa vuota, che si pieghi ad ogni suo
desiderio.” La faccia di Lord Tyrone si aprì in un
sorriso. “Penso che il
futuro di questa nazione stia nel fatto di educare anche le donne e non
solo
gli uomini. È una cosa così strana?”
Il
rosso si ritrovò a scuotere la testa vigorosamente.
“Non
è strano affatto. Non ha nessun senso educare solo
metà della gente – anche voi
pensate che anche le persone non nobili dovrebbero ricevere
un’educazione? Mio
nonno parla sempre di diffondere maggiormente l’educazione,
perché i nobili non
possono sempre sapere cosa è meglio per il futuro e la gente
comune non ha i
mezzi per poter esprimere le loro idee.”
Si
lanciarono nella conversazione, parlando per un poco di come rendere
l’educazione accessibile a tutta l’Inghilterra,
passando poi a parlare di
politica, e da lì alla letteratura. Il rosso poté
sentire se stesso rilassarsi
man mano che la conversazione proseguiva e cominciava a fare tardi. Il
party
cominciò a concludersi, ma nessuno dei due lo
notò. Lord Tyrone, a quanto pare,
possedeva una grande libreria con molti libri rari nella sua residenza,
sebbene
Lavi non fosse sicuro di quanto fosse vero. La residenza dei Bookman
ospitava
una delle più grandi librerie di Inghilterra, sebbene,
poiché la famiglia
Bookman non era ricca come quella dei Mikk, dei Tiedoll e dei Camelot,
la
libreria non era estesa come suo nonno avrebbe voluto. Lord Tyrone e il
ragazzo
avevano letto molti libri in comune e si lanciarono in un dibattito su
come uno
di questi dovesse finire.
“’Romeo
e Giulietta’ è stato scritto per essere una
tragedia, Lovely.” Disse Lord
Tyrone. Il giovane lord non sapeva da dove fosse saltato fuori quel
nomignolo,
ma non gli importava. Proprio non gli importava.
“L’immagine di due giovani
innamorati che muoiono insieme alla fine probabilmente
rimarrà nelle menti
della gente per lungo tempo.”
“Ma
continua a non avere senso. Romeo avrebbe dovuto provare a vedere se
Giulietta
era davvero morta – è stata semplice sfortuna. Le
morti si sarebbero potute
evitare e loro sarebbero sopravvissuti.”
“Questo,
credo, è il motivo che la rende una tragedia.”
Lavi
aprì la sua bocca per replicare, ma gli occhi dorati
dell’uomo si girano ad
osservare il piccolo gruppo di persone rimasto nella sala. Lavi
notò che Allen
non si vedeva da nessuna parte e che la stessa cosa si poteva dire del
suo
amico con i capelli lunghi con cui stava parlando. I capelli di Allen
erano
estremamente distintivi, e quindi, sebbene nessuno si fosse tolto la
maschera,
era ovvio che il suo amico se ne era già andato.
“È
veramente così tardi?” Lord Tyrone
sembrò sorpreso, poi tornò a voltarsi verso
Lavi con uno sguardo di scusa sul suo volto. “Perdonatemi per
avervi trattenuto
– credo che prima mi abbiate detto che il Visconte vi stava
aspettando?”
Il
rosso scosse la testa.
“Non
credo che al nonno importerà.” Replicò.
Il suono di passi lo avvertì dell’arrivo
di una persona e si voltò per vedere niente meno che Lady
Road che si
avvicinava.
Aspetta
– sembrava diretta verso Lord Tyrone. Cosa poteva volere una
nobile di così
alto rango da uno che probabilmente era, invece, di rango
più basso? La famigli
Agradar non figurava in alcun registro che egli ricordasse. Quindi
dovevano
essere diventati nobili recentemente.
“Qualcuno
di loro ha avuto la tua approvazione?” la Lady chiese mentre
si avvicinava,
chiaramente rivolgendo la domanda all’uomo alto seduto vicino
a Lavi. Il quale
li guardò confuso.
Lord
Tyrone sospirò.
“Davvero,
Road, devi imparare a scegliere meglio il momento per la tua entrata.
Stavo
intrattenendo una conversazione veramente amabile.” Come
poteva rivolgersi a
lei in modo così informale?
“Allora
qualcuno lo ha fatto?” gli occhi di Lady Road si spostarono
sul rossino.
Improvvisamente sorrise. “Visto che questa conversazione ti
è piaciuta così
tanto, devo assumere che lui lo approvi? C’era un ragazzo coi
capelli bianchi
abbastanza carino qui prima, ma credo che il terzo figlio del Duca
Tiedoll lo
abbia reclamato. Lord Yuu è piuttosto possessivo.”
Il
‘ragazzo con i capelli bianchi’ doveva per forza
essere Allen. Che ‘Yuu’ fosse
il ragazzo dai capelli lunghi con cui aveva visto il suo amico parlare
prima?
Davvero Allen stava parlando con il figlio di un duca? Terzo figlio o
no,
qualsiasi figlio di un duca faceva praticamente parte della casa reale.
“Sì,
lo approvo,” replicò l’uomo con gli
occhi dorati, apparentemente ignaro della
confusione del rosso. “- ma mi sono piuttosto affezionato a
lui. Dovremo dare
un altro party prima di trovare qualcuno per te.”
Lo
sguardo di Lavi passava da uno all’altro, sbalordito. Se
stava capendo bene,
allora sembrava proprio che ‘Tyrone Agradar’ fosse
–
“Vi
conoscete?” chiese, giusto per essere sicuro. Sia Lady Road
che l’uomo con cui
aveva parlato per le precedenti due ore si voltarono a guardarlo. Road
lo
studiò per un momento, poi rivolse all’uomo uno
sguardo di disapprovazione.
“Zio
Tyki, la devi smettere di fare questi giochetti.” Lo
rimproverò dolcemente, gli
occhi che brillavano divertiti. Stordito, il rosso non poté
fare altro che
fissare l’uomo che lui aveva conosciuto come ‘Lord
Tyrone Agradar’.
Il
Marchese Tyki sospirò, alzando le mani per togliersi la
maschera a forma di
farfalla.
“Davvero,
Road, adesso tu sei arrivata e hai rovinato un perfetto camuffamento.
Non è che
non avessi previsto di dirglielo, ma non era il momento.” Il
nobile si voltò
verso il giovane lord e inclinò leggermente la testa.
“Perdonate la mia
precedente scortesia. Io sono il Marchese Tyki Mikk, il lord che si sta
attualmente occupando delle proprietà dei Camelot, oltre
che, ovviamente, delle
mie. Trovo più facile ottenere oneste informazioni dalle
altre persone quando
loro non sanno con chi stanno parlando.”
Lavi
aprì la sua bocca per parlare, ma la voce gli si blocco in
gola quando le mani
dell’uomo si alzarono gentilmente per far scivolare la
maschera dalla sua
testa. Il giovane lasciò fare, ancora troppo sconvolto per
poter fare qualcosa
mentre Tyki Mikk appoggiò da parte la maschera e
delicatamente prese il mento
del ragazzo, guardandolo negli occhi.
“Sei
ancora più grazioso senza la maschera, Lavi.”
(“il
passaggio dal ‘voi’ al ‘tu’
è una libertà che mi sono presa nel tradurre,
poiché in inglese questa differenza non si nota, si usa la
parola ‘you’ per
entrambe le persone” N.del.trad.)
Il
rosso poté udire il lungo sospiro di Road solo un momento
prima che il battito
del suo cuore e il rumore del sangue nelle orecchie la escludessero del
tutto.
Il marchese si stava chinando in avanti e il più basso dei
due inclinò
leggermente la testa, e poi si avvicinò per incontrare le
labbra dell’uomo con
le proprie. Sentì una soffice pressione sulla sua bocca, gli
occhi che si
chiudevano mentre labbra con la consistenza della seta si muovevano
possessivamente contro le sue. La bocca del più grande si
aprì lievemente e
qualcosa di liscio scivolò contro il labbro inferiore del
rosso. Metà per
sorpresa e metà per desiderio, il giovane lord
lasciò che la sua bocca si
aprisse sotto l’insistenza della lingua del marchese e quasi
gemette quando il muscolo
bagnato dell’altro si tuffò all’interno.
La lingua dell’uomo più grande sfiorò
lievemente, come per prendere un assaggio, prima di ritirarsi.
Lavi
aprì gli occhi, senza che si fosse accorto di averli chiusi.
Sapeva che
probabilmente la sua faccia era arrossita di nuovo, siccome il rosso
acceso
sembrava essere il suo colore naturale per quella sera.
L’oro
guardò profondamente dentro il verde.
“Sei il benvenuto
per visitare il maniero dei
Mikk o la proprietà dei Camelot in qualsiasi momento. In
effetti, insisto.”
Tyki sorrise. “Magari potrei addirittura restituirti il
fazzoletto di persona.”
Lavi
annuì, stordito. Si leccò le labbra
inconsciamente, e quasi riuscì a sentire il
sapore dell’altro sulla sua bocca. Gli occhi del marchese si
scurirono mentre
il suo sguardo seguiva il movimento.
“Certamente,
Lord Ty – ah, Marchese Mikk” replicò,
senza fiato mentre incespicava su quale
forma usare per rivolgersi all’uomo. Tyki
ridacchiò.
“Solo
Tyki è sufficiente. Sarebbe troppo presto per chiederti se
vuoi acconsentire a
cenare qui domani sera?”
“Mi
piacerebbe molto!” sbottò il rosso. Lady Road, di
cui Lavi si era completamente
dimenticato, si mise a ridere alla sua ovvia esuberanza. Gli occhi del
giovane
di voltarono per guardarla.
“Credo
di sapere cosa ci hai visto,” disse a suo zio.
“È carino anche lui.”
La
ragazza si voltò verso Lavi.
“Allora
ti aspettiamo per la cena di domani. Sono sicura che sarà
una serata
interessante!” detto questo, si girò verso la
grande scalinata e si allontanò,
ridendo ancora.
Quasi
con esitazione, il più basso si voltò verso il
più grande dei due. Il marchese
si alzò e allungò una mano verso il rosso, che
Lavi accettò. Con un gentile
strattone, fu alzato dalla panca e tirato vicino al corpo di Tyki. Il
giovane
lord ansimò leggermente, guardando intensamente la faccia
dell’uomo e
iper-consapevole di quanto vicino fossero le loro labbra a toccarsi di
nuovo.
“Credo
che Road abbia ragione,” Tyki mormorò contro le
labbra di Lavi. “Domani sarà
davvero interessante.”
Mentre
le sue labbra venivano nuovamente possessivamente reclamate, Lavi non
poté fare
altro che essere d’accordo.
THE END
Questa
storia è dedicate a tutte le persone che amano questa
coppia.
Spero
di tradurre presto altre storie di Bookkbaby. Sono tutte bellissime!!
^_^
Chiedo
perdono se con la mia traduzione ho impoverito la storia. A chiunque
conosca
l’inglese è vivamente consigliato andare a leggere
l’originale.
Cortesi
saluti da artemis89