ARENA:
COMBATTI
Note: questa ff, in particolare questo capitolo, è
stato ispirato da un brano di Lindsey Stirling ''The Arena''(da cui è tratto il titolo) quindi io
vi lascio il link della canzone qui sotto. Inserirò un asterisco (*)quando
andrebbe iniziata a sentire la musica per una lettura più..suggestiva?
Devo ringraziare NikkyP perchè mi hai
ispirato questo tipo di intrattenimento quindi chiunque legga questa ff passi anche a leggere le sue storie che sono davvero
belle.
Detto questo..buona lettura. ̴ Per la musica clicca qui : https://www.youtube.com/watch?v=4MCjU-Du3eI
Quando la
creatura colpì nuovamente le mura, i due ragazzi dovettero accucciarsi a terra
per ripararsi dai detriti; Adrien si era parato
d'istinto sopra Marinette per proteggerla dall'urto.
L'akuma aveva le sembianze di una donna sulla trentina
avvolta da un tubino nero che la fasciava interamente, le braccia erano
ricoperte di una serie di quaderni dalla copertina rigida, i capelli castani,
striati di blu, erano raccolti in alto
grazie a varie penne, molto simili a quelle che brandiva.
Ci vollero
davvero pochi secondi prima che i due capissero che quella non era altro che la
loro insegnante : ella colpiva le sue vittime grazie all'inchiostro delle sue
penne le quali provocavano piccoli fulmini di china; i registri sulle sue
braccia servivano ad individuare e punire le persone che trovava davanti a lei
grazie all'utilizzo del proprio nome.
-Papillon
suggerisce che tra voi,miei cari studenti,
si celino i nostri fantastici eroi. - cinguettò Maître de la Terreur mentre i registri si
aprivano e giravano le pagine secondo il comando dell'akuma.
-Meglio
velocizzare i tempi.- le pagine si fermarono e l'akumatizzata
scrisse dei commenti accanto ad alcuni nomi:
Chloé Bourgeois: bocciata
Sabrina Raincomprix:
bocciata
Alix Kubdel: bocciata
Nino Lahiffe:
bocciato
Alya Césaire: bocciata
Coloro che
riceverono questo giudizio si tramutarono in marionette di legno con le
orecchie da asino che eseguivano incondizionatamente i voleri di Maître de la Terreur;
tutte quante brandivano una penna che conferiva loro parte dei poteri dell'akuma.
-Trovate Chat
Noir e Ladybug, liberatevi del resto.-
Le creature annuirono all'unisono in maniera
meccanica e si dividero per la ricerca.
-Dannazione,
dobbiamo scappare da qui.- mormorò Adrien sollevando
il busto dopo aver ascoltato la conversazione. Si alzò in piedi e aiuto la mora
a fare altrettanto.
-Va tutto bene Marinette?-
-T-tutto benissimo.- rispose affaticata, guardandosi attorno.
Entrambi sapevano cosa fare.
Entrambi sapevano di doversi
separare per agire.
Ma come poteva Adrien
lasciare la sua amica in quel momento?
-Vieni.- la
prese per mano-Dobbiamo nasconderci!-
Presa alla
sprovvista, la ragazza fu costretta a seguirlo, abbassando lo sguardo verso la
borsa, notando Tikki preoccupata.
I due ragazzi
corsero verso l'atrio della scuola, incastrandosi sotto la scalinata, riparata
da alcune travi crollate precedentemente.
-Qui dovresti
essere al sicuro, Mari.- ansimò il biondo guardandosi
attorno per poi rivolgere il suo sguardo verso di lei. -Mi raccomando, non
muoverti.-
La corvina lo guardò
allibita. -Cosa hai intenzione di fare? Dobbiamo restare qui! E' pericoloso
fuori.-
-Stai tranquilla,
andrà tutto bene! Voglio vedere se anche gli altri stanno bene.- le sorrise
gentile, quel sorriso che lei amava da morire.
-Perchè devi fare così? Non è giusto che tu ti sacrifichi Adrien!-
esclamò Marinette preoccupata, trattenendolo per la
manica, lo sguardo supplichevole.
Il ragazzo
rimase a guardarla alcuni secondi in silenzio poi, come se avesse scordato in
che situazione si trovavano, si chinò su di lei con uno sguardo indecifrabile,
misto a rabbia e tristezza.
-No Marinette, perchè tu fai così?!
Come ti ho detto prima, io ho rifiutato il tuo amore..come fai a essere così dolce
con me se io ti ho respinta?!-
-Ma cosa centra?!
Non puoi pretendere che quello che provo si dissolva come una bolla di sapone!
E poi tu non hai colpa! Non pretendo che tu mi ami, a me basta sapere che tu
stai bene! Quindi per favore, non uscire!- aveva parlato con disperazione, il
terrore nel saperlo andare via.
Adrien rimase immobile, gli occhi sgranati mentre ascoltava quelle parole come
se fossero entrati nel suo cervello di prepotenza, rimbombando per interi
secondi. Era davvero questo l'amore?
Amare qualcuno incondizionatamente, senza il bisogno di essere ricambiati?
-Marin..!- non finì di pronunciare il suo nome poichè
vennero interrotti entrambi da un nuovo boato che disintegrò le travi che
riparavano i due ragazzi; sicuramente la loro conversazione era stata udita da
una delle marionette che li stavano cercando. I due riportarono diverse ferite
più o meno gravi su tutto il corpo impolverato.
-Trovati due
soggetti, fatemi controllare se avete i Miraculous.- esclamò meccanicamente il burattino di Sabrine, avvicinandosi a loro con passi decisi.
Adrien, che aveva riportato una ferita alla schiena, gemette di dolore
allontanandosi dal corpo di Marinette, il quale aveva
tentato di proteggere con il suo durante l'esplosione.
-Corri via Mari.- esclamò affaticato, tenendosi con la mano sinistra
la spalla destra dolorante, non staccando lo sguardo da Sabrina.
-Scappa
immediatamente.-
-No! Adrien andiamo via insieme!-
-Non fare la
stupida, corri via!!- urlò il ragazzo indietreggiando fino a che la schiena
ferita non urtò la parete.
-Fai come ti
dico, andrà tutto bene!- si voltò verso di lei con un sorriso. -Credimi.-
Marinette lo guardò con sguardo disperato, volse il viso verso la marionette ormai
prossima al ragazzo. Se si trasformava in
Ladybug
avrebbe potuto salvarlo.
Abbassò lo sguardo
e si allontanò da lui a grandi falcate, intenzionata a indossare i panni
dell'eroina.
-Coraggio Marinette, trasformati subito!- esclamò Tikki
dalla sua borsa.
La mora aveva
percorso pochi metri da dove si trovava prima e quando si voltò vide il
burattino afferrare il collo del ragazzo e sollevarlo verso l'alto mentre
quest'ultimo imprecava di dolore.
Non avrebbe mai fatto in tempo.
Doveva agire ora, non poteva più
aspettare.
Bastò vedere
quell'immagine per far scattare in lei quella molla di coraggio e
determinazione che aveva sempre quando era Ladybug,
-Controlliamo
se hai il Miraculous.- Sabrina intensificò la presa
sul suo collo mentre con la mano libera gli afferrò il polso della mano destra,
stringendolo. Adrien sentì le forze venirgli meno,
cercò di divincolarsi il più possibile ma sentiva la vista appannarsi sempre di
più.
-N-no..-
(*) In quel
momento si poté udire un suono forte e distinto, simile ad uno stung seguito da
un tonfo sordo: la marionetta era a terra, scaraventata a qualche metro di
distanza mentre Marinette era davanti ad un Adrien chino a terra a riprendere fiato. Quando sollevò lo
sguardo la vide e una scarica di terrore lo attraversò.
-Cosa stai
facendo qui?! Ti avevo detto di..!-
-No.- lo interruppe girando lo sguardo verso di lui.-Tu stai bene?-
Il ragazzo non
rispose e si limitò a fissare il suo sguardo determinato eppure..sereno.
Annuì appena
con il capo.
-Ottimo.- gli
sorrise gentile e voltò lo sguardo verso il burattino, una trave di legno
stretta tra le mani.
-Andrà tutto
bene.- e detto questo Marinette si avvicinò a
Sabrina, la quale si era rialzata e l'aveva puntata.
-Vogliamo
giocare insieme, che ne dici?- chiese la corvina sorridendo e avvicinandosi
ancor di più. La marionetta la osservò per alcuni istanti poi prese la penna
che aveva con sè, un frammento del potere della
maestra, e gliela puntò per evocarle contro fulmini di inchiostro. Marinette schivò agilmente i lampi, tenendo saldamente la
presa sullo strumento.
-Fammi vedere
il Miraculous.-
-Miraculous? Non so di cosa tu stia parlando.- le sorrise nuovamente la ragazza,
schivando ogni tentativo di essere afferrata da lei con estrema grazia nei suoi
movimenti.
Pensa Marinette,
pensa! Il potere che sta usando viene senza dubbio dalla sua penna. Mi basterà
romperla per mandarla fuori gioco.
Si guardò
attorno tra una schivata e l'altra e l'idea le balenò all'improvviso. Sorrise e
si allontanò di scatto correndo in avanti seguita da una Sabrina furente che
scaraventava continui fulmini contro di lei.
Ma lei era agile, lei era
aggraziata, perfetta. Anche senza maschera, qualcosa in lei era scattato e
stava combattendo proprio come faceva quando era l'eroina.
La corvina si
arrampicò su alcuni rialzi e guardò il burattino sotto di lei che cercava di
afferrarla con le braccia tese in alto.
-Mi hai
stancata!- sbraitò Sabrina puntando la penna verso di lei.
Eccolo, il momento perfetto.
Marinette prese una piccola rincorsa e saltò poco in avanti.
Sabrina rimase
impietrita, non capendo cosa stesse per succedere.
Adrien, che non le aveva tolto gli occhi di dosso, la guardò con sguardo
allibito: quelle tecniche, quell'agilità, quel sorriso. La vide mentre si
librava in aria nel suo salto e la verità lo colpì come un pugno in faccia.
-Come ho fatto
a non vedere...- mormorò egli quasi con le lacrime agli occhi.
Appena arrivò
nel punto più alto, Marinette si chinò in avanti
eseguendo una perfetta capriola che le permise di colpire la penna di Sabrina
con la trave di legno e atterrare a terra senza il minimo errore.
-...e' lei..-
Appena la penna
si frantumò in mille pezzi, il burattino cadde a terra senza vita, poi venne
avvolto da un alone nero/bluastro fino a che non scomparì,
rivelando una Sabrina in carne ed ossa, svenuta. La corvina si inginocchiò su
di lei e osservò che stesso bene, infine sorrise e si alzò voltandosi
fieramente verso Adrien.
Appena i loro
sguardi si incrociarono, il ragazzo sfumò anche l'ultimo dubbio rimasto.
-Ladybug...-mormorò con la voce strozzata, incredulo, felice ma pieno di vergogna
verso se stesso.
-Stai bene?-
chiese Marinette correndo verso di lui dopo aver
fatto cadere la trave a terra.
-Si..- rispose
con un soffio guardando a terra.
La corvina gli
sorrise e fu pronta ad alzarsi di nuovo per poter andare a sconfiggere come si
deve l'akuma. Questa volta però ad impedirle di fuggire
fu proprio Adrien.
-Perdonami.-
La ragazza
sgranò gli occhi e lo guardò.
-Sono
stato..meschino. Tu..tu mi ami così come sono, senza pretese e senza aspettarti
nulla da me.- mormorò quelle parole senza guardarla
negli occhi.. per paura che lei vedesse i suoi.
-Io invece ero
innamorato di un ideale che mi aveva stregato dal primo momento. Ladybug è così forte, decisa, sicura di se, divertente ed
estremamente dolce..invece di associarla io l'ho tenuta distinta da tutte le altre,
chiudendola in un'ampolla. Invece era così chiaro..- Adrien
alzò lo sguardo verso di lei e si odiò nel mostrarle il suo viso vulnerabile,
pieno di amarezza, disgusto verso se stesso.-Era chiaro come il Sole. Amare
incondizionatamente come fai tu, impedire di farmi soffrire mostrandoti
addolorata per il mio rifiuto..e poi poco fa, il modo in cui hai affrontato
Sabrina. Tu sei lei, tu sei Ladybug.-
Quando sentì
pronunciare quelle parole, Marinette credette di crollare. Non sapeva cosa dire, cosa fare.
-Io non..-
-L'ho visto.-
le disse il biondo con un sorriso debole, abbassando lo sguardo. -Tu sei lei
come lei è te. Io ero così idiota da non capirlo. - Si portò una mano sul viso,
massaggiandosi la guancia. -Così forte, così fiera..eppure così impacciata e
timida. Sono davvero un idiota. Ti prego, scusami...-
Marinette, senza pensare alle rispettive ferite, gli si buttò tra le braccia con
le lacrime che le solcavano il viso impolverato. Il biondo sgranò gli occhi,
ignorando le fitte dolorose che pervadevano il suo corpo dolorante, e ricambiò
l'abbraccio subito dopo.
-Stupido Adrien!-
-Nessuno mi aveva
mai chiamato stupido finora..- mormorò con dolcezza il biondo, stringendola a sè.
-Allora
inizierò io: stupido...stupido..-
-Hai ragione.-
mormorò lui sospirando dolcemente.
Si sentì un
nuovo boato, più lontano, e i due furono costretti a separarsi.
-Io..devo
andare.- mormorò Marinette abbozzando un sorriso
imbarazzato, asciugandosi le lacrime con il palmo della mano.
Il biondo la
guardò in silenzio e poi, assieme a lei, si alzò.
-Ti prego di
mantenere il segreto.- lo guardò negli occhi, perdendosi in quello smeraldo
tanto stupefacente.
-Ma certo.- le
promise il biondo afferrandole il dorso di una mano.
-Ma solo se tu
terrai segreto il mio.- glielo baciò dolcemente e sollevò lo sguardo verso di
lei, ammiccandole. - Ok, my lady?-
Marinette sgranò gli occhi, sconcertata, e lo guardò stupefatta.
-Beh..- si
grattò la nuca imbarazzato.-Abbiamo fatto un errore entrambi, eh? Non credo tu
lo sospettassi.-
-N-no.- mormorò la ragazza guardandolo con occhi enormi e colmi di stupore,
abbassando successivamente lo sguardo verso terra. Stava riformando un puzzle che da troppo tempo era rimasto incompleto.
-Principessa.- la richiamò sorridendole dolcemente, accarezzandole la guancia con un
dito. -Ho voluto dirtelo perchè tu mi hai permesso di
guardarti e amarti nella tua interezza, nella tua completezza. Lascia che anche
io ti mostri il vero me: amante della scuola, degli amici, modello attraente e
riservato ma anche Chat Noir, eroe sbruffone che non è vincolato da nessun legame ma che fa ciò che gli riesce meglio, ovvero salvare
Parigi e amare Ladybug.-
I loro sguardi
si incatenarono per interminabili secondi, vedendosi per la prima volta
realmente.
-Allora, my lady, che ne dici di andare a salvare Parigi insieme
ancora una volta ora e di accettare il mio invito a prenderci un gelato più
tardi?-
Marinette arrossì subito e annuì divertita. Lo guardò con sguardo tenero e tenendo
le mani premute contro il proprio petto si alzò sulle punte per potergli
sfiorare il naso con le labbra.
-Accetto Kitty.-
Adrien la guardò intensamente, arrossito, ricambiato dalla corvina: non
uscirono parole, non uscirono suoni; in quel momento non serviva dire nulla poiché
entrambi sapevano cosa era celato dietro quel silenzio.
Ti amo.
Quando si
tratta di vero amore c'è poco da fare. Non bisogna aspettare che l'anima
gemella arrivi e si presenti alla vostra porta, bisogna combattere per
ottenerlo, per mantenerlo e custodirlo.
Combattere in
un'eterna lotta meravigliosa, fatta di alti e bassi, che dona tante
soddisfazioni.
Combattere proprio come in un'arena.
-Tikki, trasformami!-
-Plagg, trasformami!-
-Angolo autore-
Finito. CHE SUDATA.
Non so cosa cavolo
mi sia uscito, ho buttato parole su parole e nulla. Ecco cosa succede
ascoltando Lindsey :'D
Beh spero vi sia
piaciuta, grazie a tutti quelli che hanno letto la mia storia e grazie a chi
leggerà quest'ultimo capitolo!
Spero di tornare a
breve nella ff ''Sfortuna del gatto nero'' ma credo
proprio di si pargoli!
Grazie ancora a
tutti, un bacione <3
Trisha_Elric