Crossover
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Autore: Shakuma92    24/04/2009    5 recensioni
“Quando la terra sarà macchiata del sangue degli umili e l’onore sparirà nel vuoto, il Re Dorato, il Portatore della forza e il SenzaPace si leveranno per spezzare le catene e allora il Mostro Nero sarà libero e al rombo dei suoi passi i pilastri del cielo vacilleranno e tremeranno.
Il coraggio e la crudeltà si peseranno sulla bilancia e il destino sarà scritto, tra lacrime e sangue la scelta sarà fatta"
Tre eroi in cerca del loro destino tra battaglie, lacrime e risate in un grande viaggio carico di sorprese e colpi di scena, avanti fino alla fine del mondo.
Genere: Romantico, Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anime/Manga, Libri
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: Contenuti forti
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Una figura avanzò nella grande sala buia.
Il pesante giaccone nero che indossava lo faceva sembrare parte integrante dell’oscurità e benché questa fosse fitta e impenetrabile, lui si muoveva con la disinvoltura che avrebbe avuto un uomo al sole di mezzogiorno.
I suoi passi non fecero nessun rumore, mentre si avvicinava alla grande libreria che ricopriva tutto un lato della sala.
Rimase qualche istante in silenzio, poi allungò il braccio per prendere un libro.
L’oscurità sembrò prendere vita, man mano che la mano della figura si avvicinava, si contrasse, sussultò e turbinò in alcuni punti.
Tantissimi piccole luci gialle comparirono e versi simili a squittii e ringhi riecheggiarono nel buio.
La figura non si fermò, si limitò a voltarsi verso l’origine del rumore e subito tutte le luci si spensero e l‘oscurità tornò a essere calma e silenziosa.
Senza altre interruzioni prese il libro e lo osservò.
Era bianco, e nel buio della stanza sembrava risplendere di luce propria, creando un incredibile contrasto.
Lentamente fece scorrere le sue dita guantate sulla sua superficie, gustando le figure in rilievo che ne decoravano la copertina, un drago rosso e un drago nero, avvinghiati in una lotta furibonda.
Alla fine la sua mano si posò sul bordo del libro, su cui c’era una specie di piccola serratura, fece forza e quella con uno scatto si aprì e cadde a terra.
Finalmente potè aprirlo, lo sfogliò velocemente, saltando numerosi parti, riccamente illustrate.
La parte che lo interessava era quasi alla fine, aprì bene la pagina e lesse a bassa voce come una preghiera.

“Quando la terra sarà macchiata del sangue degli umili e l’onore sparirà nel vuoto, il Re Dorato, il Portatore della forza e il SenzaPace si leveranno per spezzare le catene e allora il Mostro Nero sarà libero e al rombo dei suoi passi i pilastri del cielo vacilleranno e tremeranno.
Il coraggio e la crudeltà si peseranno sulla bilancia e il destino sarà scritto, tra lacrime e sangue la scelta sarà fatta”

Lesse queste parole più e più volte, c’era ancora molto da leggere prima di questo, ma lo avrebbe fatto più tardi, richiuse il libro e lo ripose al suo posto.
Poi si diresse verso un altro lato della sala, occupato da un gigantesco planetario formato da orbite che roteavano l’une concentriche alle altre.
- Il Re Dorato, il Portatore della Forza e il Senzapace- ripeté tra sé e stese la mano davanti a sé.
L’oscurità lo risucchiò e lo fece riapparire al centro delle orbite.
Si sedette a terra a gambe incrociate.
Ora doveva solo trovarli.
E aspettare.

Il vento ululò, sotto il sole che svaniva all’orizzonte, portando con sé un odore che avrebbe cambiato il mondo.
Naruto Uzumaki camminava speditamente nella foresta, calpestando rametti caduti e foglie secche.
Il cielo rosso, era sereno, solo sporadiche nuvole arancioni ne macchiavano la purezza.
Una di esse si soffermò sulle cime delle montagne attorno, i bordi frastagliati illuminati dal bagliore rossastro del sole morente, che penetrava appena tra il tetto formato delle cime degli alberi.
Nonostante fosse primavera inoltrata, un umidità pungente attanagliava tutta la valle, andando a formare un leggero strato di nebbia che gli copriva i piedi.
Naruto aveva diciannove anni, compiuti appena una settimana prima.
I suoi splendenti occhi azzurri e la disordinata chioma arancione erano le uniche note di vivacità nel bosco grigio e spettrale.
Indossava abiti logori. Un paio di pantaloni arancioni scoloriti, con uno strappo all’altezza del ginocchio, una pesante maglia nera nelle stesse condizioni, sopra questa una fascia di cuoio gli attraversava diagonalmente il petto, fissata da una placca all’altezza del cuore e da un’altra placca modellata in modo di coprire la spalla sinistra.
Alla cintura portava una lunga spada chiusa in un fodero di cuoio consumato.
Nella mano destra stringeva un foglio di carta arrotolata, sporca e strappata in più punti, mentre con la sinistra trascinava dietro di sé un corpo apparentemente immobile, tenendolo per la caviglia.
L’uomo urtò contro un sasso e gemette, senza voltarsi Naruto lo strattonò, accelerando il passo, quel tizio gli aveva richiesto fin troppo tempo.
Aveva dovuto addentrarsi nelle profondità delle foreste di Roncar, il piccolo pianeta boscoso che era diventato la sua casa, per catturalo.
Quasi tre giorni buttati per giocare a nascondino.
Era ora di tornare alla civiltà, sempre se quella che c’era potesse essere chiamata cos, e incassare la taglia.
Naruto era un cacciatore di taglie. Un rinnegato che, al di fuori della legge, viveva catturando ladruncoli e criminali.
A suo giudizio non era un lavoro né bello né gratificante, ma non importava, in confronto a quello che aveva già passato, gli garantiva un relativo grado di stabilità, anche se faceva fatica ad arrivare a fine mese.
Uscì dalla parte più intricata del bosco che era notte inoltrata, affamato e stanco per la lunga camminata.
Una luce in lontananza attrasse la sua attenzione,aguzzò la vista e rimase piacevolmente sorpreso nel capire che si trattava di una locande.
Sporca, puzzolente, persa in mezzo alle selve e probabilmente piena di briganti pronti a tagliargli la gola appena avrebbe chiuso occhio, ma pur sempre una locanda.
Rinvigorito, andò in quella direzione.
Nonostante la locanda fosse cadente, niente di più che una catapecchia a due piani, Naruto non ci fece troppo caso, in quel momento si sarebbe accontentato anche di un letto di ortiche, cosi spalancò la porta mezza spiccata dai cardini ed entrò.
L’interno era anche peggio. Uno stanzone malmesso, costellato qua e là da dei tavoli di legno.
Il locandiere, un omino basso e grassoccio lo fissava stupefatto da dietro il bancone con un bicchiere rotto e una pezza in mano.
Naruto impiegò un paio di secondi per capire che non stava guardando lui, bensì il prigioniero che si tirava dietro.
Dopo qualche istante il locandiere si riscosse e, rimesso frettolosamente a posto il bicchiere, gli corse incontro.
-Come posso servirla, signore?- domandò freneticamente con un sorriso tirato, sembrava impaurito.
Naruto guardò per un istante dall’alto in basso, lo superò e andò verso i tavoli sotto il suo sguardo spaurito.
-Il mio amico non prende niente- iniziò, buttando di malagrazia il suo prigioniero su una sedia - invece a me portami un piatto di zuppa, pane e birra- concluse e si lasciò andare pesantemente su un’altra sedia.
Ascoltate tutte le richieste, il locandiere schizzò via come una freccia e sparì in una porticina laterale.
Per ingannare l’attesa, Naruto cominciò a guardarsi attorno.
La maggior parte era vuota, a parte uno occupato da un cinque uomini nerboruti che parlottavano tra loro e gli lanciavano occhiate sospettose di tanto in tanto.
Naruto non ci badò troppo, era normale vedere gente del genere in un posto sperduto come quello, viaggiatori che si avventuravano più lontano degli altri o banditi che cercavano di sfuggire al braccio della giustizia.
Squadrò i loro volti uno per uno, ma non gli sembrò di riconoscere nessun ricercato. Tanto meglio, non aveva nessuna voglia di fare a pugni almeno per quella sera.
Invece i due personaggi che occupavano il tavolo di fondo, attirarono la sua attenzione.
La prima era una ragazza molto carina, vestita con un piccolo kimono e una minigonna, portava dei capelli nerissimi a caschetto che terminavano dietro la nuca in una corta treccia.
Gli altri clienti se la stavano praticamente mangiando con gli occhi ,ma lei non sembrava farci caso, si limitava a parlare a conversare rispettosamente con l’altra figura.
Fu quella che impressionò maggiormente Naruto.
Indossava una casacca bianca molto larga su cui campeggiava uno strano simbolo nero.
Naruto si rigirò sulla sedia a disagio, da dove era, riusciva a vederne solo la schiena, eppure quel uomo gli provocava una strana sensazione, se non fosse stato impossibile, avrebbe detto che si sentiva i suoi occhi puntati continuamente addosso.
Una strana pressione gli attanagliava il collo nel osservare ogni suo singolo gesto, mentre un senso di pericolo imminente gli si faceva strada sulla schiena sotto forma di brivido.
Naruto scosse la testa, attribuendo la colpa alla fame e alla stanchezza. Si, era senz’altro cosi.
Stava per chiedersi dove fosse finito l’oste che quello ricomparve di botto, buttò un piatto di minestra e quello che gli era stato chiesto davanti a Naruto, squittì un”offre la casa” e sparì di nuovo di gran carriera nel retrobottega.
Naruto rimase a bocca aperta, cercando di capire il perché di tutta quella fretta, ma poi decise che non gli importava e dopo aver alzato le spalle cominciò a mangiare.
In fondo non doveva succedere spesso che un ragazzo stanco morto come lui si presentasse alla porta, tirandosi dietro un uomo mezzo morto.
-E’ normale che sia intimorito- concluse, bevendo un sorso di birra.
Si era appena avventato sulla minestra che gli uomini del tavolo vicino al suo si alzarono. Naruto li vide venire minacciosamente verso lui, ma fece finta di niente.
-Ehi, tu, biondino- lo chiamò quello che doveva essere il capo, un omaccione muscoloso grosso come un armadio, vestito con un giaccone di pelle d’animale, e uno spadone al fianco.
-Si?- rispose laconico Naruto, senza alzare lo sguardo dal suo pasto.
-Lascia qui il tuo prigioniero e vattene - ordinò, indicando l’uomo svenuto sulla sedia.
Un pezzetto di pane sparì nella bocca di Naruto - E perché dovrei?-
L’omaccione sogghignò, sembrava non aspettare altro - Perché lui è un nostro compagno e perché - la sua spada produsse un fruscio metallico mentre scivolava fuori dal fodero -se non fai quello che ti dico, non te ne andrai vivo- ridacchiando spacconi, gli altri uomini lo imitarono estraendo asce e altre spade.
Naruto si versò ancora da bere, vuotò il boccale con un sorso, emise un lungo sospiro di soddisfazione, poi guardò l’uomo dritto negli occhi.
-Sentite- iniziò conciliante - io non ho niente contro di voi né contro il vostro piccolo pianeta di merda- a quelle parole gli uomini si accigliarono, Naruto continuò - il vostro amico ha infranto la legge e il mio lavoro è prendere quelli come lui e sbatterli dentro, io non vi vengo a togliere il pane di bocca, perciò adesso sparite e lasciatemi mangiare in pace- detto questo , tornò a concentrarsi sul su piatto ancora pieno.
L’uomo che aveva parlato per primo rimase qualche istante fermo a guardarlo, una venetta pulsante sulla fronte e un leggero tic all’occhio destro., poi con un ruggito sollevò la spada e la calò con tutta la forza che aveva in direzione della testa bionda di Naruto.
Del tutto inaspettatamente il ferro tagliente fendette il vuoto, il suo proprietario, colto di sorpresa, non riuscì a fermarlo e cosi la spada affondò fino a metà dello schienale della sedia, incastrandosi nel legno.
- Siete sicuri di non volerne parlare?- stupefatti gli uomini si voltarono, Naruto sedeva sul tavolo che occupavano prima e sorseggiava tranquillamente dalla sua scodella.
-Che fate lì imbambolati, cretini, prendetelo- sbraitò il loro capo, mentre cercava di estrarre la sua arma, puntando un piede contro la sedia.
Gli altri uomini, sferzati dal rimprovero, si ripresero dalla sorpresa e caricarono Naruto gridando.
Le loro armi calarono sul tavolo tutte assieme, ma Naruto rotolò via, andando a fermarsi in piedi sul pavimento di legno.
-Andiamo, non serve fare cosi, se ne può parlare- disse, riprovando sulla strada delle trattative.
Non si era accorto che il capo dei suoi aggressori si era liberato e gli si stava avvicinando lentamente da dietro.
-Si, hai ragione, ragazzino, possiamo trattare- propose uno degli uomini, cercando di distrarlo.
Il viso di Naruto apparve un sorriso contento, gli aggressori esultarono tra loro, c’era cascato.
-Perciò è questo tizio dietro a me che dovrebbe condurre le trattative?- il capo dei banditi si bloccò con la spada sollevata sopra la testa e per lo stupore non riuscì a schivare il piede di Naruto, beccandosi cosi un calcio sotto il mento che lo fece volare all’indietro.
Con un tonfo assordante cadde su un tavolo, spaccandolo in mille pezzi.
-Capo!- gridarono in coro i banditi, vedendo il più forte di loro, atterrato con un colpo solo.
Naruto si voltò verso di loro, molto lentamente, il sorriso ancora stampato in volto.
-Non preoccupatevi, c’è ne ancora per voi-disse ironico, la minaccia nella sua voce era palpabile, ma i banditi non si lasciarono intimidire e lo attaccarono ancora agitando le armi.
Con molta lentezza la mano di Naruto si posò sull’elsa della sua spada, fece per estrarla, poi ci ripensò, dicendosi che non ne valeva la pena per avversari di quel livello.
Un ascia fendette l’aria e Naruto si abbassò appena in tempo per schivare l’ascia di uno dei banditi, rimettendoci un paio di capelli.
Naruto approfittò che avesse perso l’equilibrio per il suo stesso impeto per colpirlo con un violento pugno allo sterno rimasto scoperto, l’uomo lasciò andare la sua arma e si portò le mani alla parte colpita e si piegò in due, imprecando.
-Uno- disse Naruto, per poi correre verso un altro avversario che si era fatto avanti per vendicare il suo compagno.
Schivò il suo goffo colpo e saltò, per schivare l’arma di un altro che aveva cercato di attaccarlo alle spalle.
Naruto decise di strafare, si mise di traverso in modo di averli entrambi ai fianchi. Quelli si scambiarono uno sguardo di assenso e attaccarono insieme.
Con un sorriso spavaldo Naruto saltò e in un modo che a quegli uomini sembrò impossibile, roteò a mezz’aria in modo che le due armi lo sfiorassero appena.
Stupefatti, i due banditi videro solo all’ultimo momento avvicinarsi l’arma dell’altro e vennero colpiti entrambi di piatto alla testa e per il colpo persero i sensi, afflosciandosi a terra come sacchi di patate.
- Due e tre- commentò Naruto, riappoggiando i piedi a terra. Un sibilo fendette l’aria, Naruto si piegò all’indietro quel tanto che basta per schivare un’altra ascia - Ah, già, me ne ero dimenticato che c’è ne anche un altro- pensò, schivando i furibondi e imprecisi fendenti dell’ultimo avversario.
Evitò l’ultimo fendente e si fermò in scivolata pochi metri più lontano.
Mentre decideva come sconfiggerlo, si grattò un orecchio, un po’ seccato, meno male che doveva essere una serata di tutto riposo.
Adesso aveva bisogno di sfogarsi con qualcuno. Ad esempio quel poveraccio. Gli avrebbe inflitto una lezione memorabile.
Concentrò il chackra nella gambe e scattò, cominciando a correre in tondo attorno al bandito a una velocità elevatissima.
-Fermati, maledetto, fermati- urlò quello, menando colpi a casaccio con l’ascia, ai suoi occhi Naruto appariva come una specie di soffio di vento continuo che gli girava attorno.
-Dai, prova a colpirmi- lo sbeffeggiò Naruto.
Il bandito gridò e tornò a roteare l’arma, senza colpirlo.
Naruto decise di farla finita. Continuando a correre si mise in posizione, portò i pugni all’altezza della bocca e riversò sul poveraccio una vera e propria pioggia di pugni, lanciati ad altissima velocità da tutte le direzioni.
Era un attacco totale, difficilissimo da bloccare anche per un guerriero esperto e infatti il bandito non riuscì ad opporre nemmeno la minima resistenza e si prese tutti i pugni in tutto il corpo, sussultando freneticamente come se stesse ballando.
Solo dopo un minuto buono, Naruto si fermò e il bandito, più morto che vivo, potè finalmente accasciarsi a terra.
Il biondino ansimava leggermente, ma non era niente in confronto alla soddisfazione che provava, si voltò verso il suo avversario ormai privo di sensi.
-Beh? Che ne dici? Ti è piaciuto il mio Kazeryu Rendan(= Colpo concatenato del vento del drago )? E non ti ho dato nemmeno il colpo finale, perciò ritieniti fortunato, pezzente!- disse più per sé stesso, dato che quello non poteva sentirlo.
Mentre sparava altre spacconate che nessuno ascoltava, un battere di mani risuonò nella stanza ora silenziosa.
Naruto si interruppe e si voltò di scatto, pronto ad affrontare qualsiasi avversario rimasto e rimase sorpreso.
L’uomo vestito di bianco che prima lo aveva messo tanto in soggezione stava applaudendo.
Il suo aspetto era semplicemente inquietante, una maschera bianca contratta in un ghigno molto simile ad un teschio gli copriva il volto, le uniche parti a malapena visibili erano gli occhi.
-Fantastico, semplicemente fantastico- commentò entusiasta, la sua voce fece rabbrividire leggermente Naruto, era affabile, eppure stridula, non sembrava umana.
-Chi sei tu?- chiese, incrociando le braccia sul petto, stranamente adesso non si sentiva intimorito.
L’uomo mascherato, smise di battere le mani e ridacchiò in un modo che fece irritare Naruto -Oh, il mio nome non ha nessuna importanza, signor Uzumaki, quello che conte è che sono venuto per fare una proposta davvero interessante-
Naruto rimase a bocca aperta, come faceva a conoscerlo?
Fece per parlare, ma quello gli fece segno di non interromperlo.
-Stia a sentire quello che ho da dirle prima di ribattere, Nemu- solo adesso Naruto si accorse della ragazza che stava al fianco dell’uomo mascherato.
Lei si fece avanti e gli porse una piccola busta sigillata.
-La prenda, signor Uzumaki- lo invitò l’uomo mascherato.
Un po’ sospettoso Naruto accettò la busta, lentamente ci infilò due dita in mezzo per aprirlo,si fermò per gettare uno sguardo all’uomo mascherato che gli fece un gesto affermativo e allora si fece coraggio e la aprì.
E sfiorò l’infarto.
-Allora, signor Uzumaki cosa ne pensa?- chiese l’uomo mascherato, osservando con sguardo calmo la faccia completamente bianca di Naruto.
Da parte sua il biondino non lo stava neppure più ascoltando, era troppo impegnato a metabolizzare l’immagine della mazzetta di soldi che riempiva la busta fino all’orlo.
-50.000 ryo precisi e se vuole sono tutti suoi- a queste parole, il collo di Naruto si raddrizzò come una molla, rischiando un crampo, anche se in quel momento non ci avrebbe fatto neppure caso.
-D-davvero?- chiese incredulo e nello stesso tempo speranzoso, tutti quei soldi avrebbero soddisfatto le sue esigenze economiche per almeno vent’anni.
-Certo- Naruto fece per mettersi a ballare, ma la voce dell’uomo lo bloccò - se accetterà la mia proposta-
-Che genere di proposta- domandò Naruto, facendosi serio e infilandosi la busta dentro la maglietta. Era meglio tenerla stretta.
-Non qui, signor Uzumaki, non qui- rispose l‘uomo mascherato - certe cose non possono essere discusse in posti come questi- aggiunse, premendosi un fazzoletto sulla bocca e gettando uno sguardo di puro disgusto tutto intorno.
La ragazza che rispondeva al nome di Nemu si fece avanti ancora e consegnò a Naruto un foglietto di carta.
-Si presenti tra tre giorni a questo indirizzo e allora potremo parlare- spiegò l’uomo mascherato al suo sguardo interrogativo.
Naruto guardò il nome scribacchiato sul foglio e un ghigno poco rassicurante comparve sul suo viso.
-Ci può contare- disse, stringendolo nella mano.
Sul volto nascosto dell’uomo mascherato si dipinse un espressione di pura soddisfazione, come un pescatore che sa di aver preso un pesciolino.
-Bene- la sua voce, tuttavia non cambiò tono - quello che dovevo fare l‘ho fatto, arrivederci, signor Uzumaki, ci rivedremo molto presto- e con queste parole, si voltò e seguito da Nemu, uscì dalla porta.
Appena fu sicuro che non potesse sentirlo, Naruto si lasciò andare a un momento di ilarità a base di urla e salti sui tavoli.
Quando si stancò, ovvero dopo almeno dieci minuti, tirò fuori la busta e diede uno sguardo ai soldi. Era un occasione davvero unica. Irripetibile. E lui non se la sarebbe fatta scappare di certo, anche se avesse dovuto attraversare tutto l’universo, purtroppo in quel momento non sapeva quanto avesse ragione.

Rieccomi qui con la vesrione riveduta e corretta de "la mia storia", ora perchè ho cancellato l'altra storia e ho postato quest'altra? Chiedo scusa a tutti quelli che avevano recensito e messo tra i preferiti, ma davvero mi stava facendo schifo, spero di rifarmi con questa.
La storia è la stessa, cosi come i personaggi, ho voluto cambiare l'impostazione, l'altra era troppo confusionaria e cosi ecco a voi "Fino alla fine del Mondo" il mio nuovo lavoro(?)
Questo è l'inizio di tutto, gente, se avrete il temerario coraggio di seguirmi vi prometto una storia carica di colpi di scena e suspence(si scrive cosi?)
Comunque leggete bene questo cap, perchè è la prima e l'ultima volta che Naruto menerà qualcuno cosi facilmente e questo si vedrà già dal prossimo in cui si vedranno i protagonisti e le loro abilità.
Vabbè, con questo è tutto, io mi metto a giocare a Oblivion e mi tolgo dalle scatole, ci sentiamo presto(spero), Ciao!!
P.S. Come cacchio si cambia il modello di scrittura? Vi prego aiutatemi o di questo passo sfiorerò il suicidio, grazie anticipati

  
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